Va bhè, dai, farò uscire il tutto "diluito" via via nei prossimi mesi, intanto iniziamo da Dumuzi\Tammuz, visto che siamo in tema di "tra poco arriva la primavera" e Dumuzi è un dio stagionale della vegetazione
Info tratte da
"A colui che è lontano va il lamento... Al mio Dumuzi, che è lontano, va il lamento, al mio unto che è lontano va il lamento" (Lamento per Dumuzi scomparso)
Dumuzi (Tammuz) è il Dio che rappresenta meglio l'eterna conflittualità insita nella natura; è il Dio dell'irrigazione, della coltivazione e della rinascita dei campi. La mitologia sumerica lo identifica come Dio dell'oltretomba, che rinasce ogni anno per accoppiarsi alla Dea Inanna/Ishtar (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ishtar.html), unione che rende fertili i campi e positivi i raccolti. L'unione tra le due divinità si celebra all'inizio di ogni nuovo anno quando la primavera prende il sopravvento e si celebra la mietitura.
Nella letteratura sumerica Dumuzi era il re di un centro della Mesopotamia meridionale, sposo di Inanna, che, per salvare la sua consorte, prigioniera degli inferi, viene sacrificato per scelta dei demoni. Dumuzi, diventato Dio dell'oltretomba (*) sorgerà una volta all'anno per unirsi nuovamente alla sua amata e dare prosperità e ricchezza al suo amato paese.
In Dumuzi si scorgono gli aspetti dualistici che da sempre hanno condizionato la religiosità e la letteratura sacra della Mesopotamia. La contrapposizione tra il potere fertilistico di alcune divinità e il terrore di una raccolta scarsa ovvero insufficiente ricorre ampiamente nel patrimonio figurativo della Mesopotamia, quando demoni, divinità ed eventi naturali diventavano temi ampiamente sfruttati dagli artisti vissuti durante il periodo predinastico.
(*) Simbolismo che i cristiani scopiazzano in pieno. Vedi la loro leggenda di "Gesù che discende negli inferi"
Nota di Lunaria: una mia ipotesi, al perché anticamente si pensasse che il Dio morisse, mentre la Dea fosse immortale. Mircea Eliade nel suo "Trattato di Storia delle Religioni" riporta moltissimi nomi di Dei (non solo europei) legati alla pioggia. Ora, mentre la terra, da cui nascono erbe, grano, fiori, è sempre presente, non scompare mai, la pioggia, specialmente in certe zone secche e aride, non sempre è presente, ma va a periodi. Associando la terra all'utero della Dea, sempre visibile e presente, nella vita degli uomini agricoltori, e quindi rendendola "femminile", si è cercato l'elemento maschile nel cielo, quindi nella pioggia e nel tuono: è per questo che sono rari gli Dei della terra e le Dee della pioggia; istintivamente, inconsciamente, l'essere umano associa la terra al grembo femminile e la pioggia assume valenza spermatica, che feconda la terra. Ora, in molte zone la pioggia diventa un evento raro e i periodi di assenza di acqua vengono visti come mortali (dall'acqua dipende la fertilità del terreno e quindi il nutrimento degli esseri umani); ecco perché, secondo me, si pensò che il Dio, l'elemento spermatico che feconda i campi, in certi periodi morisse (ed ecco spiegata la siccità!) mentre la terra, che è sempre presente e visibile, era quindi eterna (ed ecco spiegato perché non è la Dea a morire e a risorgere)
Ovviamente, il monoteismo ebraico condannò tutto questo: l'idea che la fertilità del mondo dipendesse da un coito sacro tra un Dio e una Dea non poteva che essere abominevole agli occhi dei monoteisti, gli adoratori "del dio unico" e non certamente di una coppia di Dei; Tammuz è citato ad Ezechiele 8:14:
"E proseguì, dicendomi:
eppure vedrai di nuovo grandi cose detestabili che essi fanno.
Mi portò dunque all'ingresso della porta della casa
del signore, che è verso nord, ed ecco, lì sedevano le donne,
piangendo sul dio Tammuz."
Pratica, quella di piangere sui sacrifici, che gli ebrei, comunque, scopiazzano in pieno; infatti nella controversa storia della figlia di Iefte, offerta in sacrificio a jahvè e che "piange sui monti la sua verginità":
Giudici 11:29
"Allora lo spirito del Signore venne su Iefte ed egli attraversò Gàlaad e Manàsse, passò a Mizpa di Gàlaad e da Mizpa di Gàlaad raggiunse gli Ammoniti. Iefte fece voto al Signore e disse: "Se tu mi metti nelle mani gli Ammoniti, la persona che uscirà per prima dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore e io l'offrirò in olocausto".
Quindi Iefte raggiunse gli Ammoniti per combatterli e il Signore glieli mise nella mani. Egli li sconfisse da Aroer fin verso Minnit, prendendo loro venti città, e fino ad Abel-Cheramin. Così gli Ammoniti furono umiliati davanti agli Israeliti. Poi Iefte tornò a Mizpa, verso casa sua; ed ecco uscirgli incontro la figlia, con timpani e danze. Era l'unica figlia: non aveva altri figli, né altre figlie. Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: "Figlia mia, tu mi hai rovinato! Anche tu sei con quelli che mi hanno reso infelice! Io ho dato la mia parola al Signore e non posso ritirarmi." Essa gli disse: "Padre mio, se hai dato la parola al Signore, fa' di me secondo quanto è uscito dalla tua bocca, perchè il Signore ti ha concesso vendetta sugli Ammoniti, tuoi nemici." Poi disse al padre: "Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, perchè io vada errando per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne." Egli le rispose: "Va'!" e la lasciò andare per due mesi. Essa se ne andò con le compagne e pianse sui monti la sua verginità. Alla fine dei due mesi tornò dal padre ed egli fece di lei quello che aveva promesso con voto. Essa non aveva conosciuto uomo; di qui venne in Israele questa usanza: ogni anno le fanciulle d'Israele vanno a piangere la figlia di Iefte il Galaadita, per quattro giorni."
E successivamente celebrata dalle figlie di Israele, che piangono per 4 giorni, qualcuno ci ha visto un rito pagano della fertilità, su modello di quello di Baal/Dumuzi:
"La Bibbia non ci dice il nome della figlia di Iefte: un fatto che assume un significato particolare in un libro i cui autori considerano come sacri i nomi e l'atto di nominare. Un antico autore narratore l'ha chiamata Seila (*) [...] Nel corso dei secoli la Bibbia stessa e molti dei suoi pii lettori hanno biasimato solo Iefte per la morte della figlia: il voto di sacrificare "la persona che uscirà per prima dalle porte di casa mia per venirmi incontro" (Giudici 11,31) era impulsivo, miope, persino vanaglorioso e stupidissimo, ma essenzialmente innocente. Posseduto dallo spirito di Dio, agitato all'idea della battaglia cruciale che lo aspetta, carico di adrenalina e forse assetato di sangue, Iefte non si sofferma a riflettere sul fatto che le sue parole potrebbero risultare fatali. è difficile capire a posteriori come possa aver trascurato la possibilità che fosse proprio sua figlia la prima a dargli il benvenuto al suo ritorno dalla battaglia [...] ma si ritiene che Iefte non fosse completamente stupido quando prevedeva che il primo essere vivente a venirgli incontro il giorno del suo ritorno vittorioso sarebbe stato un pollo smarrito o una capra curiosa."
Nota di Lunaria: In realtà dal testo si capisce che Iefte pensa a una persona:
"Deve anche accadere che chi esce, mi esce incontro dalle porte dalla mia casa quando torno in pace dai figli di Ammon, deve anche divenire di Geova, e io lo devo offrire come un olocausto."
"Iefte fece voto al Signore e disse: "Se tu mi metti nelle mani gli Ammoniti, la persona che uscirà per prima dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore e io l'offrirò in olocausto."
(*) Tra l'altro alcuni commentatori antichi avrebbero scritto che il nome della figlia di Iefte fosse Seila, che significa "Colei che viene richiesta".
"La Bibbia ci dice chiaramente che le donne in Israele celebravano tradizionalmente una vittoria sul campo di battaglia con timpani e danze. Maria conduce una celebrazione del genere dopo la distruzione dell'esercito del faraone nel Mar Rosso (Esodo 16,30), e il re Saul viene salutato allo stesso modo quando torna dalla battaglia contro i filistei: "Al loro rientrare...uscirono le donne da tutte le città di Israele a cantare e danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i timpani, con grida di gioia e con sistri." (1 Sam. 18,6)"
"Questo spiega perché [...] Iefte sapesse perfettamente quello che stava facendo mentre pronunciava il suo voto. Ricordando l'esempio di Maria, Iefte si aspetta di venire accolto dalla figlia."
"Ma Dio non può essere prosciolto così facilmente in quanto istigatore del voto di Iefte, o almeno come complice di Iefte nel pronunciare e nell'adempiere quel voto [...] Tuttavia, persino se lo spirito di Dio non ha influenzato la promessa di Iefte, l'Onnipotente non fa niente per impedire a Iefte di compierla."
"La fonte del tragico nella storia di Iefte non è l'inimicizia divina, osserva uno studioso della Bibbia, ma il silenzio di Dio. Nel caso di Iefte, sia quando pronuncia sia quando esegue il suo voto, il silenzio totale e sinistro di Dio condanna a morte sua figlia."
E quel "piangere la propria verginità"? e l'usanza del "piangere la figlia di Iefte"? Cosa significano?
"Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, perché io vada errando per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne." Egli le rispose: "Va'!" e la lasciò andare per due mesi. Essa se ne andò con le compagne e pianse sui monti la sua verginità.
"Di qui venne in Israele questa usanza: ogni anno le fanciulle d'Israele vanno a piangere la figlia di Iefte il Galaadita, per quattro giorni."
"Un culto pagano della fertilità "basato sul costume antico e primitivo di piangere ogni lo spirito morto o scomparso della fertilità durante la stagione invernale o la siccità". Forse la figlia di Iefte era diventata il centro di un culto locale femminile, e in effetti la figlia di Iefte ha caratteristiche analoghe a personaggi della mitologia greca come Persefone, che viene rapita dal re degli inferi per diventare sua moglie e le era permesso in certi periodi di tornare sulla terra per fare visita alla madre Demetra, oppure Ifiginia, vergine scelta per essere sacrificata a Diana che finisce la propria vita a servizio della Dea. Insomma, nel testo biblico della figlia di Iefte si conserva una debole traccia di un rituale proibito e dimenticato. "Secondo la Bibbia, gli altari e i santuari di Baal, Astarte e di Ashera erano situati in cima alle colline o alle montagne, sulle alture [...] certi riti venivano apparentemente effettuati sotto il fogliame di querce sacre" (Nota di Lunaria: ne parla anche Robert Graves in la "Dea Bianca" https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/la-dea-bianca-gli-stralci-piu-belli.html) "e intorno a colonne di pietra piantate verticalmente nel suolo; la pratica ricorda vagamente i druidi e non venne mai totalmente estirpata dai sacerdoti e dai profeti dell'antico Israele" (Nota di Lunaria: la pratica delle colonne - le rappresentazioni simboliche più comuni dei culti fallici - la si ritrova anche in un altro racconto biblico: la colonna edificata da Giacobbe - che gli versa sopra dell'olio... - in un luogo chiamato Betel - in Genesi 35:14 - dove Giacobbe "ha parlato con Dio": "Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio" - Genesi 28:22 vedi anche https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/palo-di-calendimaggio.html)
Inoltre che nelle zone verdi e boscose si praticassero atti di prostituzione sacra (l'unione sessuale dell'uomo con la Sacerdotessa che rappresentava la Dea in terra) è presente anche in questo versetto della Bibbia:
"Infatti sopra ogni colle elevato e sotto ogni albero verde ti sei prostituita." (Geremia 2:20)
Salomone stesso ad un certo punto costruisce un altare per Astarte su un'altura. Questo gli attira la collera del dio Jahvè, per il quale l'abominio più grande era proprio questo: associargli divinità!
"La Bibbia chiama Dio "Elohim", una forma plurale del termine ebraico per "dio" e l'Onnipotente usa il plurale quando annuncia la creazione dell'umanità in Genesi: facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza (Genesi 1:26) [...] viene da chiedersi se persino gli antichi israeliti non abbiano considerato Jahvè come un dio fra molti altri finché i redattori sacerdotali non hanno ripulito i testi sacri e imposto la rigorosa teologia che troviamo nella Bibbia."
Infatti, nell'antico testamento non c'è affatto un discorso di monoteismo, ma di monolatria: adorare un dio unico in una moltitudine di altri Dei. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/eternita-del-mondo-creazione-ex-nihilo.html)
L'apparizione di Yahweh ha luogo nella terra della tribù di Midian: abbastanza stranamente le fonti egiziane fanno riferimento al nome "Yhw" in connessione con alcune tribù beduine. L'origine della religione di Yahweh è oscura, ma alcuni fatti indicano a questo riguardo la tribù di Midian o l'affine tribù di Kenite: è certo comunque che Mosé le diede la sua forma caratteristica. Tipica di questa è la pretesa di Yahweh di essere l'unico Dio del popolo di Israele: non si tratta ancora di monoteismo puro, dato che ancora non si nega l'esistenza di altri Dei, piuttosto si deve parlare di monolatria (ovvero scegliersi un dio particolare e adorare solo quello, senza negare l'esistenza degli altri Dei!) Del resto, anche un Induista può essere monolatrico! Vedi il culto a Krishna o a Shiva! Si sceglie di adorare Krishna (o Shiva, o Vishnu...) e rivolgersi solo a lui, senza negare l'esistenza degli altri Dei!
"Commettere Prostituzione" = Era adorare degli Dei che non fossero Jahvé. Tra l'altro, più che di monoteismo ("affermare che esista un solo dio") si dovrebbe parlare di "monolatria" (scegliere di adorare un unico dio, scelto tra tanti); difatti nella Bibbia in realtà in molti passaggi si lascia intendere l'esistenza di altri Dei oltre a Jahvé, cosa che sarebbe assurda da affermare, se di fatto chi scrisse quei testi non fosse stato convinto a priori che oltre a Jahvé esistessero altri Dei
(Per esempio in Esodo, Jahvé afferma: "Farò giustizia di tutti gli Dei d'Egitto/Eseguirò giudizi": ma come è possibile che il dio Jahvé faccia giustizia sugli altri Dei, se gli altri Dei non esistevano?!? Appare evidente che qui chi scrisse il testo CREDEVA ANCORA AGLI DEI; di per sé la monolatria non esclude il credere a tanti altri Dei: ne si sceglie uno solo, ma non si negano gli altri)
Esodo 12: 12 ("ed eseguirò giudizi su tutti gli Dei d'Egitto.")
E anche a Giosuè troviamo passaggi simili ("Non invocate i loro Dei, non giurate per loro, non rendete ad essi culto, non prostratevi innanzi ad essi; al contrario continuate a restare legati al vostro Dio come avete fatto fino ad oggi"\"E non dovete menzionare i nomi dei loro Dei né giurare per essi, né dovete servirli né inchinarvi davanti a loro")
Siamo ben lontani dall'affermazione: "Gli Dei degli altri non esistono"; piuttosto si lascia intendere che il proprio Dio, chiamato Jahvé, sia più forte degli altri Dei; cosa che appunto rientra nella monolatria!
Difatti Giosué a 23:16 lo dice chiaramente: servire gli altri Dei è stupido, dal suo punto di vista, perché è Jahvé ad essere il più forte (aver vinto i nemici in battaglia che ha permesso di far ottenere agli Ebrei diverse terre)
"Perché sarete andati a servire altri Dei e ad inchinarvi davanti a loro. E l'ira di Dio certamente divamperà contro di voi"
In tutto l'antico testamento il ritornello non è quello del dire che gli altri Dei non esistano, ma quello di adorare un unico Dio, le cui qualità (e persino modi di adorazione) sono uguali a quelle di tanti altri Dei, ma che, secondo gli Ebrei, egli è il Dio più forte in assoluto!
Qui trovate l'analisi ad Eva: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/eva-heba-come-magna-mater.html
Infine, come dicevo in apertura, il contesto sumerobabilonese non è stato molto citato dalle band Metal... Mi pare che gli Absu siano stati i primi a citare qualcosina della mitologia sumerica
e soprattutto, i Melechesh
Già che ci sono, cito anche i Gates of Ishtar, band meteora della scena Melodic Death 1998
ma che ho pure trovato in cd l'anno scorso, mi pare (e li ho comprati per mero valore collezionistico)
Lo so che nel cuore di tutti voi albergano soprattutto loro
o loro
Sullo stesso argomento, vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/arte-sumera-babilonese.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/lamashtu.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/gerico-e-il-culto-della-dea.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/i-fenici.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/le-pratiche-funerarie-dei-sumeri-la.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/introduzione-alla-mitologia-sumera.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/inni-babilonesi.html
Può darsi che ci sia stato un culto locale pagano dedicato ad una Dea simile a Persefone le cui origini sono ormai dimenticate, e che la storia della figlia di Iefte sia stata inventata per spiegare (e anche per giustificare) l'esistenza del culto."
Inoltre che nelle zone verdi e boscose si praticassero atti di prostituzione sacra (l'unione sessuale dell'uomo con la Sacerdotessa che rappresentava la Dea in terra) è presente anche in questo versetto della Bibbia:
"Infatti sopra ogni colle elevato e sotto ogni albero verde ti sei prostituita." (Geremia 2:20)
Salomone stesso ad un certo punto costruisce un altare per Astarte su un'altura. Questo gli attira la collera del dio Jahvè, per il quale l'abominio più grande era proprio questo: associargli divinità!
"La Bibbia chiama Dio "Elohim", una forma plurale del termine ebraico per "dio" e l'Onnipotente usa il plurale quando annuncia la creazione dell'umanità in Genesi: facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza (Genesi 1:26) [...] viene da chiedersi se persino gli antichi israeliti non abbiano considerato Jahvè come un dio fra molti altri finché i redattori sacerdotali non hanno ripulito i testi sacri e imposto la rigorosa teologia che troviamo nella Bibbia."
Infatti, nell'antico testamento non c'è affatto un discorso di monoteismo, ma di monolatria: adorare un dio unico in una moltitudine di altri Dei. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/eternita-del-mondo-creazione-ex-nihilo.html)
L'apparizione di Yahweh ha luogo nella terra della tribù di Midian: abbastanza stranamente le fonti egiziane fanno riferimento al nome "Yhw" in connessione con alcune tribù beduine. L'origine della religione di Yahweh è oscura, ma alcuni fatti indicano a questo riguardo la tribù di Midian o l'affine tribù di Kenite: è certo comunque che Mosé le diede la sua forma caratteristica. Tipica di questa è la pretesa di Yahweh di essere l'unico Dio del popolo di Israele: non si tratta ancora di monoteismo puro, dato che ancora non si nega l'esistenza di altri Dei, piuttosto si deve parlare di monolatria (ovvero scegliersi un dio particolare e adorare solo quello, senza negare l'esistenza degli altri Dei!) Del resto, anche un Induista può essere monolatrico! Vedi il culto a Krishna o a Shiva! Si sceglie di adorare Krishna (o Shiva, o Vishnu...) e rivolgersi solo a lui, senza negare l'esistenza degli altri Dei!
"Commettere Prostituzione" = Era adorare degli Dei che non fossero Jahvé. Tra l'altro, più che di monoteismo ("affermare che esista un solo dio") si dovrebbe parlare di "monolatria" (scegliere di adorare un unico dio, scelto tra tanti); difatti nella Bibbia in realtà in molti passaggi si lascia intendere l'esistenza di altri Dei oltre a Jahvé, cosa che sarebbe assurda da affermare, se di fatto chi scrisse quei testi non fosse stato convinto a priori che oltre a Jahvé esistessero altri Dei
(Per esempio in Esodo, Jahvé afferma: "Farò giustizia di tutti gli Dei d'Egitto/Eseguirò giudizi": ma come è possibile che il dio Jahvé faccia giustizia sugli altri Dei, se gli altri Dei non esistevano?!? Appare evidente che qui chi scrisse il testo CREDEVA ANCORA AGLI DEI; di per sé la monolatria non esclude il credere a tanti altri Dei: ne si sceglie uno solo, ma non si negano gli altri)
Esodo 12: 12 ("ed eseguirò giudizi su tutti gli Dei d'Egitto.")
E anche a Giosuè troviamo passaggi simili ("Non invocate i loro Dei, non giurate per loro, non rendete ad essi culto, non prostratevi innanzi ad essi; al contrario continuate a restare legati al vostro Dio come avete fatto fino ad oggi"\"E non dovete menzionare i nomi dei loro Dei né giurare per essi, né dovete servirli né inchinarvi davanti a loro")
Siamo ben lontani dall'affermazione: "Gli Dei degli altri non esistono"; piuttosto si lascia intendere che il proprio Dio, chiamato Jahvé, sia più forte degli altri Dei; cosa che appunto rientra nella monolatria!
Difatti Giosué a 23:16 lo dice chiaramente: servire gli altri Dei è stupido, dal suo punto di vista, perché è Jahvé ad essere il più forte (aver vinto i nemici in battaglia che ha permesso di far ottenere agli Ebrei diverse terre)
"Perché sarete andati a servire altri Dei e ad inchinarvi davanti a loro. E l'ira di Dio certamente divamperà contro di voi"
In tutto l'antico testamento il ritornello non è quello del dire che gli altri Dei non esistano, ma quello di adorare un unico Dio, le cui qualità (e persino modi di adorazione) sono uguali a quelle di tanti altri Dei, ma che, secondo gli Ebrei, egli è il Dio più forte in assoluto!
Qui trovate l'analisi ad Eva: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/eva-heba-come-magna-mater.html
Infine, come dicevo in apertura, il contesto sumerobabilonese non è stato molto citato dalle band Metal... Mi pare che gli Absu siano stati i primi a citare qualcosina della mitologia sumerica
e soprattutto, i Melechesh
Già che ci sono, cito anche i Gates of Ishtar, band meteora della scena Melodic Death 1998
ma che ho pure trovato in cd l'anno scorso, mi pare (e li ho comprati per mero valore collezionistico)
Lo so che nel cuore di tutti voi albergano soprattutto loro
Sullo stesso argomento, vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/arte-sumera-babilonese.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/lamashtu.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/gerico-e-il-culto-della-dea.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/i-fenici.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/le-pratiche-funerarie-dei-sumeri-la.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/introduzione-alla-mitologia-sumera.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/inni-babilonesi.html