Qualche notizia sugli Dèi Mesopotamici 😁 Non tutti sanno che alcune cose della Bibbia sono ispirate a miti mesopotamici e che la Bibbia, ovviamente, non dipinge molto bene gli Assiri e Babilonia.
è un peccato che la tradizione mesopotamica, in Occidente, sia relegata un po' nell'angolino (su quella greca invece si sono versati fiumi di inchiostro)... dal punto di vista mitologico e artistico ha parecchi spunti di interesse; in Occidente l'interesse vero per la Mesopotamia cominciò a sorgere verso il 1700, quando alcuni nobili-viaggiatori si recarono in Persia.
Nell'800, con il diffondersi dell'interesse per l'archeologia, bassorilievi e statue cominciarono ad arrivare nei musei inglesi: tutto ciò scatenò una vera assiro-mania nel pubblico: furono realizzati gioielli in stile assiro, e venivano riprodotti elementi di arredamento ispirati alle opere artistiche mesopotamiche.
In effetti, lo studio della civiltà mesopotamica, in quel periodo del'800 (George Smith, Eberhard Schrader e Friedrih Delitzsch ne sono stati i massimi studiosi ottocenteschi) suscitò scandalo e si cercò di boicottarlo, perché si temeva che la letteratura mesopotamica potesse ledere l'immagine della Bibbia, all'epoca considerata il più antico libro del mondo. Delitzsch si vide persino costretto a chiedere ai teologi di "assumere un atteggiamento più conciliante nei confonti di ciò che essi consideravano un attacco ai testi biblici"!
Questi sono gli Dèi più importanti e famosi nel pantheon mesopotamico:
- Anu, il Dio Cielo. La sua consorte era la Dea Antum e nella città di Uruk il suo culto era molto vivido. Veniva considerato il padre della Dea Ishtar, che dai Sumeri era chiamata Inanna.
- Ishtar era la Dea dell'amore, del sesso e della guerra; divenne la Dea più amata di tutta l'Asia occidentale. Il suo animale sacro era il leone. Aveva come amante Dumuzi (Tammuz) un Dio pastorale. Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ishtar.html
- Ellil, figlio di Anu, sostituì il padre e divenne il re degli Dei. A lui apparteneva la Tavoletta dei Destini, con cui si decretava il fato degli uomini. La sua sposa era Mulliltu o Mylitta (Ninlil).
- Ea (chiamato Enki dai Sumeri) era il Signore di Apsu, la distesa di acqua dolce sotto la terra. Era la fonte di tutte le conoscenze magiche e istruiva il genere umano nelle arti e nei mestieri. La sua consorte era Damkina.
- Nissaba, la Dea delle scuole.
- Marduk era figlio di Ea. Era un Dio solare amatissimo. Nabu figlio di Marduk era il protettore degli scribi e Dio della saggezza. Marduk può anche essere visto come Dio dell'alba, perché mette in fuga le tenebre del Caos: Tiamat, nella mitologia babilonese, e dio della primavera che scaccia i rigori dell'inverno (dove il sole è "morente")
Marduk divenne tanto amato che finì per oscurare Ea e Bel, e divenire il creatore dell'umanità, con l'argilla e il fango. Nell'epopea di Gilgamesh però la Dea creatrice è Aruru. Ovviamente gran parte della storiella biblica del diluvio è scopiazzata da qui.
Sua sposa è Sarpanit, "L'Argentea", che alcuni assirologi identificano con la Luna.
- Sin era il Dio Luna, contrariamente ad altri popoli, che consideravano la Luna come manifestazione di una Dea. Anche Sin in alcune fonti viene considerato il padre di Ishtar.
- Shamash (chiamato Utu dai Sumeri) invece era il Dio Sole. Era il giudice del cielo e della terra.
- Adad, era il Dio del Tempo: controllava le tempeste e le piogge. Il suo simbolo era il fulmine e il suo animale era il toro.
- Ereshkigal era la Regina degli Inferi. Namtar era il suo visir, ed era molto temuto, perché poteva provocare 60 malattie.
- Erra o Nergal era il Dio delle pestilenze e della guerra.
- Ninhursag (Aruru o Mammi) era la Grande Dea Madre e a volte veniva considerata la consorte di Nergal.
- Ninurta era il Dio della guerra, a cui furono dedicati molti miti.
- Tiamat: il Caos Primordiale, l'Abisso dell'Acqua Salata che si univa ad Apsu (Acqua Dolce) per procreare; fu combattuta e vinta da Marduk; dal suo corpo diviso in due Marduk crea la terra e il cielo. Tiamat però era chiamata Nammu dai Sumeri ed era Lei ad aver creato l'umanità dall'argilla.
I Cananei la chiamavano Athirat Yammi.
- Esistevano poi Dèi minori, chiamati Annunaki (o Anukki), Dèi sumeri della fertilità e degli inferi; gli Igigi invece gli Dèi sumeri del cielo, ai comandi di Ellil.
I maghi babilonesi erano noti per la loro bravura: osservavano i visceri degli animali, l'olio nell'acqua, il fumo dell'incenso, i fenomeni celesti/meteorologici per predire il futuro.
"L'Epopea di Gilgamesh" è uno dei testi più noti; Gilgamesh era un giovane re di Uruk. Si diceva che fosse il figlio della Dea Ninsun e di un alto sacerdote: era quindi un semi-dio. Agli inizi era un re molto dispotico; violentò tutte le giovani fanciulle di Uruk e costrinse i giovani a lavorare per costruire le mura della città e del tempio. Per questo, gli abitanti di Uruk invocarono la Dea Aruru, la madre degli Dèi, perché creasse un rivale per Gilgamesh:
"Aruru si bagnò le mani, prese un pezzo di argilla, lo gettò nella landa selvaggia. Essa creò un uomo primitivo, Enkidu il guerriero; figlio del silenzio, fulmine di Ninurta."
Ma Enkidu è una sorta di uomo primitivo, senza nessuna sapienza. Pascola addirittura con gli animali selvaggi! Ecco che viene affidato alla cura di Shamat, una prostituta che lo ammaestra:
"Sei diventato sapiente, Enkidu, sei simile a un dio. Perché vorresti vagare per la terra con le bestie selvatiche? Vieni con me, ti porterò a Uruk dalle forti mura, al sacro tempio, la dimora di Anu e di Ishtar, dove vive il fortissimo Gilgamesh."
Così Enkidu accetta di andare a Uruk, per sfidare Gilgamesh. Strada facendo affronta vari imprevisti, fino a combattere con Gilamesh, per poi stringere amicizia; Gilgamesh viene notato dalla Dea Ishtar, che si incapriccia di lui e cerca di sedurlo; ma Gilgamesh rifiuta e così la Dea Ishtar, offesa, ricorre al Toro del Cielo. Dopo un combattimento che porta distruzione all'intera città, Gilgamesh aiutato da Enkidu riesce ad uccidere il Toro. Tuttavia questo porta gli Dèi a intervenire, e Enkidu viene condannato a morte. Gilgamesh si mette quindi alla ricerca dell'immortalità, dopo varie peripezie.
In questo poema, compare il diluvio e anche il tema dell'arca, o meglio una barca, che viene costruita da Ut-napishtim, un amico che Gilgamesh ha modo di conoscere durante il suo viaggio; Ut-napishtim (che sta traghettando Gilgamesh al di là di un fiume) gli racconta della sua immortalità, che ha ricevuto in dono dopo il diluvio: era stato lo stesso Dio Ea ad avvisarlo della volontà degli Dèi di sterminare l'umanità col diluvio:
"Uomo di Shuruppak, figlio di Ubara-Tutu, smantella la tua casa e costruisci una nave. [...] Porta a bordo il seme di tutte le creature viventi."
La nave viene costruita:
"Vi caricai tutti i semi degli esseri viventi, proprio tutti. Caricai sulla nave tutti è miei amici e parenti. Caricai sulla nave gli animali domestici, tutti gli animali selvatici, tutti i vari tipi di artigiani."
Il diluvio arriva:
"Per sei giorni e sette notti i venti soffiarono, diluvio e tempesta devastarono la terra."
Alla fine, il diluvio si placa:
"Osservai il cielo; il silenzio regnava, perché tutta l'umanità era ritornata argilla".
Ut-napishtim fa uscire una colomba, poi una rondine, ed entrambe tornano indietro. Libera un corvo, che non torna indietro, a dimostrazione che le acque si sono ritirate, e c'è la terraferma.
Gli Dèi discutono tra loro, e decidono di rendere immortali Utnapishtim e sua moglie. Ecco perché Ut-napishtim cerca di aiutare Gilgamesh nella sua ricerca per l'immortalità. Sta per donargli la pianta della giovinezza, ma un serpente riesce a sottrarla. Il poema si conclude con Gilgamesh che si accascia e piange, consapevole di non aver trovato l'immortalità:
"Io mi rassegno."
C'è poi un finale alternativo, che vede Gilgamesh implorare gli Dèi affinchè l'amico Enkidu risorga.
Il racconto del diluvio ritorna anche nel mito accadico di Atrahasis, una sorte di "Mosè", insieme a Ut-napishtim e al sumero Ziusudra. Anche in questo mito, è una Dea, Belet-ili, a creare l'umanità: sette maschi e sette femmine, dai quali nascono figli. La terra inizia a popolarsi, ma siccome l'umanità è rumorosa e sta progredendo sempre di più, il Dio Ellil
("Egli si rivolse ai grandi dèi: il rumore dell'umanità è eccessivo, io non posso dormire a causa del loro fracasso")
manda alcune epidemie di siccità e carestie, per ridurre il numero di esseri umani. Decide infine di mandare un diluvio, ma il Dio Enki avvisa Atrahasis di costruire la nave, per salvare le creature dal diluvio.
Queste è l'elenco di alcune Divinità Infere, della Corte di Nergal:
Namtar, araldo degli Inferi. Non ha né mani né piedi. Namtaru è la sua sposa. Ha testa di sfinge, mani e piedi umani.
Alluhappu: testa di leone, quattro mani e piedi umani.
Humut-tabal: nocchiero degli Inferi. Ha testa di aquila, quattro mani e piedi.
Sulak, ha l'aspetto di un leone dritto su zampe posteriori.
Mamitu, dotato di testa di capra, mani e piedi umani.
Nedu, portinaio degli Inferi, con testa di leone, mani umane e piedi di uccello.
Muhra, dai tre piedi: due anteriori di uccello, il posteriore di toro.
Bibbu, è il Boia degli Inferi, mentre Lugalsula veglia alle porte infernali.
Isum, è il Consigliere di Nergal: ha la pelle rossa e nera, e ha in mano spada e arco.
Nergal, invece, ha una mazza con due teste, mentre dal braccio emana fulmini, circondato dagli Déi Anunna, in riverente posizione, a destra e a sinistra.
Questo invece è uno scongiuro, una sorta di esorcismo, dove vengono invocati gli Dèi:
"Possano assisterlo Anu e Antu, possano essi liberarlo dalla malattia. Possa assisterlo Enlil, il Signore di Nippur, possa egli pronunciare la guarigione con la sua parola immutabile. Possa assisterlo Ea, Signore dell'umanità, la cui mani hanno formato l'umanità. Possa assisterlo Sin, Signore del mese, che egli annulli le sue maledizioni. Possa assisterlo Samas, Signore del Giudizio, che egli rimetta il suo peccato. Possa assisterlo Adad, Signore degli oracoli, che egli cacci via la malattia. Possa assisterlo Tispak, Signore delle truppe, che egli lo liberi dal maldicapo. Possa assisterlo Ninurta, Signore della mazza, che egli allontani la sventura. Possa assisterlo Papsukkal, Signore dello scettro, che egli tenga lontano la malattia. Possa assisterlo Marduk, il più saggio tra gli Dèi, che assicura buona salute. Possa assisterlo Asalluhi, l'esorcista tra i grandi Dèi, grazie al cui incantesimo il morto vive, il malato guarisce. Possa assisterlo Nergal, Signore del verdetto, alla cui presenza i demoni e le piaghe si rintanano nell'oscurità; possa assisterlo Ningirsu, Signore dell'agricoltura, che egli costringa la malattia a dileguarsi. Possa assisterlo Zababa, Signore dell'alto trono, che egli espella la piaga. Possa assisterlo Ennugi, Signore della diga e del canale, che egli leghi l'Asakku. Possa assisterlo Nusku, araldo dell'Ekur, che parla a favore del devoto, che egli guarisca il malato. Possa assisterlo Girru, che calma il Dio e la Dea adirati, che egli rimuova la debolezza del suo corpo. Possa assisterlo Ishtar, la Signora di tutti i paesi, che Ella interceda per lui. Possa assisterlo Ninkarrak, la Grande Guaritrice, che Essa rimuova la debolezza dal suo corpo. Posso assisterlo Baba, che Essa lo liberi dalla sua ansietà."
Esistevano poi dei Demoni molto temuti e venerati. Si temevano anche gli spiriti dei morti (Etemmu), streghe (Kassaptu) e stregoni (Kassapu). I loro malefici erano i Kispu o Arratu.
Questa è una lista di mostri:
Lahmu, Basmu e Mushussu (a forma di serpenti), Ugallu, Uridimmu (leone), Kusarikku (bisonte), Girtablullu (uomo-scorpione), Urmahlullu (uomo-leone), Kulullu (uomo-pesce), Suhurmasu (metà capra e metà carpa).
Questa è un'altra lista di Demoni, sia maschili che femminili, (tutti di origine sumera) ritenuti responsabili delle malattie:
Udug (a forma di pantera; portava il mal di nuca), Galla (a forma di mulinello di vento: portava dolori alle mani), Ala (a forma di vipera, portava dolori al petto e insonnia), Asag (si manifestava come vento, e portava il mal di testa)
In Accadico, erano chiamati Utukku, Gallu (demone maschio), Alu (demone femmina), Asakku, Lamastu (demone femmina https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/lamashtu.html), Lilu (spirito femminile del vento), Ardat Lili, Ahhazu (il Demone dell'epatite), Etimmu (demone maschio), Pazuzu (il più famoso).
Namtar era a forma di drago; portava il mal di gola.
Gidim era a forma di leone, portava il mal di pancia ed era evocato dai necromanti come Spirito dei morti senza sepoltura. Dingir, si manifestava sotto forma di uragano, e portava dolori ai piedi. Labasu portava la febbre. Era un demone femmina, come Rabitsu. Zitarrutu portava morte, Antasubba portava la perdita della conoscenza, Kadibittu della parola. Samana aveva la bocca da leone, i denti da drago, coda di scorpione e artigli d'aquila. Muttabriqu portava il fulmine. Sarabda puniva gli errori. Tirid dava la caccia. Bennu portava le convulsioni. Sidana portava le vertigini. Miqit le percorsse. Umma la febbre, Libu la scabbia. Erra era il Dio della peste.
Il Lamassu invece era il toro androcefalo, con la testa d'uomo, dotato di ali, aveva un ruolo da protettore, ecco perché era scolpito ovunque.
Questa è una breve descrizione di Lamastu (contro cui venivano realizzati moltissimi amuleti, giunti fino a noi; in uno si vede la demone che allatta un cane e un maialino, mentre le mani stringono due serpenti). (Nota di Lunaria: che vedremo prossimamente)
Scongiuro. Lamastu, "figlia di Anu", è il suo primo nome; il secondo è "sorella degli Dèi delle vie",
il terzo, "Clava che fende il cranio". Il quarto "Colei che accende il fuoco". Il quinto: "Dea dal viso orrendo". Il sesto: "Confidente e adottata da Irnina". Il settimo: "Sii scongiurata per i grandi Dèi". Vola via con gli uccelli del cielo. Scongiuro!
I Demoni erano rappresentati in varie forme (pantera, serpente, leone); si pensava che assumessero anche la forma del Vento del Sud o delle tempeste di sabbia.
Pazuzu era figlio di Hanpa; siccome il nome è di difficile etimologia, si pensa sia di origine straniera. Ha quattro ali, una faccia sovrastata dalle corna, mani con zampe di leone, gli arti inferiori come zampe di uccello (come Lilith). Pazuzu ha una coda con pungiglione di scorpione, in grado di inoculare il tifo e il pene con testa di serpente. è personificazione del "Vento violento", "Signore dei demoni del vento malefico". Era adorato e temuto; le sue statuette avevano la funzione di impedire agli altri demoni di nuocere. "Che Egli fermi il passo malvagio dei suoi fratelli" recita una didascalia. Anche Lamastu aveva questa funzione: "Colei che cattura", quindi tratteneva agli inferi, i demoni Asakku e Alu.
Su una statuetta di Pazuzu si legge:
"Io sono Pazuzu, figlio di Hanpa, re dei cattivi spiriti dell'aria, che sorge dalle montagne sferzate dalla tempesta, sono proprio io!"
e ancora:
"Colui che rivaleggia con tutti gli altri venti, colui che avanza tuonando con furia di uragano, la cui vista è terribile, colui che governa le regioni del mondo, che devasta le chiare montagne."
Dopo aver visto il mito di Gilgamesh, diamo uno sguardo anche alle figure di Absu, Tiamat e Marduk, raccontate nell'Epopea della Creazione!
L'Epopea comincia così:
"Quando i cieli in alto non erano ancora stati nominati Né la terra sotto era stata chiamata per nome..."
C'erano solo due Dei: Absu (o Apsu), che rappresenta le acque primordiali sotto la terra e Tiamat, che è la personificazione del Mare. Da notare che l'idea del cielo e della distesa delle acque è anche biblica.
Absu e Tiamat danno vita a quattro generazioni di Dei, che però "diventano molto rumorosi"; il loro chiasso diventa insopportabile:
"Gli Dei di quella generazione si riunirono e disturbarono Tiamat, e il loro chiasso rimbombava. Essi fecero rimescolare il ventre di Tiamat, la infastidivano giocando in Anduruna (la sede degli Dei) Absu non riusciva a calmare il loro rumore..."
Absu si consulta con Tiamat, la quale proclama:
"I loro modi sono diventati per me insopportabili, di giorno non posso riposare, di notte non posso dormire. Abolirò i loro giochi e li disperderò! Che la pace prevalga e noi si possa dormire."
Tuttavia, prima che Tiamat e Absu (in compagnia del suo visir, Mummu) possano intervenire, Ea scopre ogni cosa, e dopo aver fatto addormentare Absu e Mummu, li uccide. Dopo aver detronizzato Absu, Ea, glorioso, si impadronisce della dimora di Absu, e con la sposa Damkina, concepisce Marduk.
"Alto era il suo aspetto, penetrante il suo sguardo, maturo il suo comportamento, egli fu potente fin dall'inizio. E suo padre lo ammirò, e gioì raggiante; il suo cuore era colmo di felicità. Lo aveva fatto così perfetto che la sua divinità era doppia, molto al di sopra degli altri, era superiore in tutto."
e ancora:
"Quattro erano i suoi occhi, quattro le sue orecchie; quando muoveva le labbra, ne usciva il fuoco."
"Più alto fra tutti gli Dei, la sua forma dominava ogni cosa."
Ma Tiamat è addolorata e piange senza sosta la morte di Absu. Così, per vendicarsi della morte di Absu, Tiamat crea un esercito di mostri:
"Essa generò un serpente cornuto, un drago mushussu, un eroe lahmu, un demone ugallu, un cane rabbioso, un uomo-scorpione, degli aggressivi demoni umu, un uomo-pesce, e un uomo-toro"
(Come avevo scritto, questo è in sintesi l'assortimento di mostri tipici del pensiero mitologico babilonese)
Primo fra tutti i mostri è Qingu (o Kingu), che guida l'esercito.
Questa è la descrizione dei serpenti:
"Denti aguzzi e zanne spietate. Tiamat ne ha riempiti i corpi di veleno, anzichè di sangue. Ha avvolto di terribili raggi feroci e ha dato loro mantelli di luce..."
La battaglia inizia. In un primo momento, è l'esercito di Tiamat a prevalere; ma poi Marduk decide di intervenire:
"Il possente erede, il campione di suo padre, colui che corre senza paura in battaglia: Marduk l'eroe!"
Ma Marduk pone una condizione: se sconfiggerà Tiamat, vuole essere il Dio supremo.
"La mia parola decreterà il destino, non la vostra!"
Gli altri Dei accettano questa condizione, ma lo sottopongono prima a una prova:
"Posero in mezzo a loro una costellazione e poi si rivolsero al loro figlio Marduk: << Possa il tuo potere, o Signore, convincere gli Dei! Ordina di distruggere e di ricreare, e che sia così! Parla e fai svanire la costellazione! Parla di nuovo e fai ricomparire la costellazione.>> Egli parlò, e alla sua parola la costellazione sparì. Egli parlò di nuvo e la costellazione fu ricreata. Quand gli Dei, suoi genitori, videro quanto fosse potente la sua parola, gioirono e proclamarono: << Marduk è il re! >>."
Armato di arco e frecce, mazza nella mano destra, un fulmine davanti a sé e una fiamma sempre ardente nel suo corpo, costruisce una rete per catturare Tiamat, e comanda a sette venti di seguirlo. Solleva un turbine, e sale su un carro "di una tempesta spaventosa e indomabile", trainato da cavalli chiamati Assassino, Spietato, Corridore, Veloce, dai denti avvelenati.
Giunto davanti a Tiamat, inizia lo scontro:
"Tiamat e Marduk, il campione degli Dei, si fronteggiarono. Si fecero vicini e ingaggiarono battaglia. Il Signore gettò la rete sulla Dea, sulla sua faccia lanciò il vento imhullu, che gli stava dietro: Tiamat aprì la bocca per ingoiarlo, ed egli vi infilò il vento in modo che la Dea non potesse chiudere le labbra. Feroci venti le riempirono il ventre; le sue interiora si gonfiarono, ed essa spalancò la bocca. Marduk scagliò una freccia che le forò il ventre, la trapassò a metà e le trapassò il cuore. La vinse e le tolse la vita. Egli gettò a terra la carcassa e le si mise sopra."
E all'esercito di Tiamat:
"E quanto alle dozzine di creature coperte da raggi spaventosi, la truppa dei demoni che marciavano alla destra della Dea, egli li imprigionò con corde e legò loro le braccia."
Qingu viene ucciso e:
"Il Signore calpestò il corpo di Tiamat, con la sua mazza spietata le schiacciò il cranio, le tolse il sangue delle arterie..."
Quindi la divide a metà: con la prima metà costruisce il cielo, e con l'altra parte la terra. In seguito, crea le leggi dell'universo, le costellazioni, la Luna, e con la saliva di Tiamat crea le nuvole, il vento e la pioggia, mentre con il suo veleno crea la nebbia; con gli occhi della Dea, Marduk crea il Tigri e l'Eufrate.
Gli Dei si fanno incontro a Marduk, proclamandolo Signore di tutti gli Dei, e Marduk esclama:
"Quando verrete dall'Absu per un'assemblea, là potete riposare per la notte e io vi accoglierò tutti. Il suo nome sarà Babilonia, dimora di grandi Dei. Ne faremo il centro della religione."
e quindi, impastando il sangue di Qingu:
"Metterò insieme sangue e ossa, costruirò un essere primitivo: il suo nome sarà uomo."
Come nel mito di Atrahasis, l'uomo viene quindi creato per svolgere il lavoro degli Dei.
Infine, vediamo un mito legato a Ishtar: la discesa di Ishtar agli Inferi.
Questo racconto, purtroppo incompleto, ci spiega come (ma non perché) la Dea Ishtar discenda nell'Oltretomba (Kurnugi), la terra del non ritorno, e come una volta laggiù, venga tenuta prigioniera dalla Regina degli Inferi, Ereshkigal, che è sua sorella.
"Venite guardiani, apritemi la porta, aprite la porta in modo che io possa entrare! Se non mi aprite la porta in modo che io possa entrare, fracasserò la porta e spaccherò il chiavistello, fracasserò gli stipiti e abbatterò i cancelli, farò sollevare i morti, che divoreranno i vivi: i morti saranno più numerosi dei vivi!"
I guardiani corrono da Ereshkigal,
"Quando Ereshkigal udì queste cose, la sua faccia divenne livida come il tamarisco, le sue labbra
divennero scure come l'orlo di un vaso kuninu (*) "
(*) Il vaso kuninu aveva l'orlo ricoperto di nero bitume
Ereshkigal decide di convocare Ishtar al suo cospetto, che per sette volte, varcando le sette porte, per giungere dalla Regina degli Inferi, deve spogliarsi di un monile o di un indumento:
"Guardiano, perché mi hai tolto la corona dalla testa? Entra mia Signora. Questi sono i riti della Dea della terra."
"Guardiano, perché mi hai tolto gli orecchini? Entra mia Signora Questi sono i riti della Dea della terra."
Alla terza porta le viene tolta la collana; alla quarta le spille; alla quinta la cintura di pietre preziose; alla sesta i braccialetti, alla settima, la veste. Quindi, nuda, si presenta al cospetto di Ereshkigal, che ordina che a Ishtar siano mandate 60 malattie: agli occhi, alle braccia, ai piedi, al cuore, alla testa.
Sulla terra, ogni attività sessuale viene sospesa; infatti, la Dea Ishtar è la Dea della lussuria e della procreazione. Quando gli Dei se ne accorgono, Ea trova una soluzione: crea un bel giovane, per sedurre Ereshkigal e poter liberare Ishtar. Ma Ereshkigal si accorge dell'inganno. Presa da furia, maledice il giovane, e in questo modo, la maledizione passa da Ishtar al giovane. Ishtar quindi riattraversa le sette porte, in ordine inverso, recuperando gli oggetti che era stata costretta a togliersi.
La Regina Ereshkigal è protagonista anche di un altro mito, che racconta il suo amore per Nergal, disceso negli Inferi, e del quale la Dea si innamorerà perdutamente.
Infine, vorrei fare notare che sebbene in tutta l'area mesopotamica, ci fosse comunque una discriminazione a livello legale delle donne, in realtà nella sfera religiosa, le sacerdotesse di Ishtar o Inanna erano paritarie (se non superiori) ai sacerdoti (spesso re-sacerdoti) : rispetto alle pietose condizioni che il cristianesimo porterà alle donne dal punto di vista non solo morale, ma anche religioso, le sacerdotesse di Ishtar o Inanna erano temute, venerate e rispettate, quali incarnazioni delle Dee in terra; a tal fine, vanno visti i riti di Ierogamia, nelle quali le sacerdotesse si univano al sacerdote (corrispondente del Dio).
André Parrot e sua moglie Marie Louise Girod, tra gli anni '20-'30, hanno scoperto alcuni reperti riferibili alla Dea Ishtar e alle sue Sacerdotesse, nella zona, sul medio Eufrate, di Mari, città devastata da alcune invasioni, e poi caduta nell'oblio. Riporto qui il resoconto,
"Finiamo di pulirla della terra che le è rimasta attaccata. Ormai quasi completa la statua appare in tutto il suo splendore. Si tratta di una "Dea dal vaso zampillante": alta un po' meno di un metro e cinquanta, è acconciata con un vero e proprio casco-parrucca con una sola fila di corna, il che è indice di un rango inferiore nella gerarchia delle divinità. Il naso è stato martellato, gli occhi privati della loro incastonatura, senza dubbio pietre e lapislazzuli. Ma la finezza dei tratti, sotto le sopracciglia in leggero rilievo, la bocca delicatamente orlata, le cui labbra sottili abbozzano un sorriso, fanno del suo volto uno dei più seducenti che abbia rivelato l'archeologia orientale."
"La Dea è tutta curve: i suoi capelli si spandono in onde, da ciascun lato, sulle spalle, mentre il resto è annodato sulla nuca in una grande crocchia sostenuta da un nastro. Ne escono due trecce che, riunite in una sola, stretta da un fermaglio, scendono fino all'altezza dei polpacci. Una collana di perle rotonde a sei giri si allarga sul suo petto. La lunga veste le modella strettamente le sue forme e cade fino a terra, con una sola incavatura che svela i piedi nudi."
"Ma un dettaglio inatteso, di cui non si conoscevano altri esempi, non è meno straordinario. La statua è una "statua vivente", miracolosa. Il vaso che la Dea tiene sul petto, dirigendone la bocca verso l'esterno, è cavo. Comunica attraverso un foro alla base, con un canale interno che attraversa la statua verticalmente e si apre sotto lo zoccolo. Evidentemente, l'acqua di un serbatoio esterno, nascosto in un altro vano e disposto all'altezza voluta, doveva essere convogliata nella statua e uscire dal vaso, che diveniva così, alla lettera, un "vaso zampillante". Si può immaginare l'effetto prodotto dai fedeli, che vedevano tutto a un tratto spandersi, sotto i loro occhi, l'acqua benefica. Per colmo di raffinatezza, lo scultore aveva scavato sulla veste delle scanalature orizzontali, ed inciso, verticalmente delle linee ondulate. Così l'acqua che usciva dal vaso scorreva lungo il vestito, poi ricadeva ad onde. E per meglio ricordare che si trattava di un'acqua vivificante, l'artista aveva ancora scolpito, lungo le linee incise, dei piccoli pesci che salivano o scendevano."
ALTRO APPROFONDIMENTO
Le genti semitiche si possono dividere in tre grandi gruppi:
• Babilonesi, Assiri
• Cananei, Aramei (Siria), Ebrei (Palestina), Fenici
• Arabi, Etiopi
I nomi degli Dei presso i Semiti di Babilonia sono preceduti dal determinativo "ilu" riduzione dell'ideogramma stellare che significa "cielo" e che esprime il concetto di Divino.
Questo "ilu" lo ritroviamo in Ebraico: El, Elohim, in Fenicio El, nell'Arabia El/Ilah: da cui Allah (Ilah + l'articolo determinativo Al davanti); il femminile è Allat.
Le fonti principali per lo studio della religione babilonese sono state trovate su vasi, recipienti in pietra, metallo, stele, obelischi, tavolette metalliche, scritti su argilla che ci permettono di parlare di una vera e propria letteratura assira con vari generi (storico, epistolare, didattico, epico, lirico, documenti giuridici e astrologici; in particolare, per il genere giuridico ricordiamo il Codice di Hammurabi, mentre per quello astrologico importantissimi sono i kudurru, pietre di confine, con rappresentazioni astrologiche di Divinità protettrici del territorio e i relativi scongiuri)
I Babilonesi, per primi, riunirono le stelle in costellazioni, determinandone le leggi di posizione lungo il corso dell'anno solare.
Nota di Lunaria: Louis Chochod nel suo "Storia della magia" (1971) parla a lungo dell'astrologia di matrice caldea (e anche ebraica); riporto giusto qualche informazione basilare:
"La Scienza dei Caldei di cui parlano gli storici della Roma Imperiale era l'astrologia [...] i Caldei distinsero i pianeti dalle stelle, determinarono la lunghezza dell'anno tropico, fissarono i 12 segni dello zodiaco, calcolarono le eclissi di Luna e inventarono il quadrante solare."
Inventarono anche la matematica e le leggi idrauliche.
Anche gli Ebrei si dilettavano - di nascosto... - con queste cose:
"Così, possiamo vedere che l’astrologia non è affatto “male” ma una scienza sacra, come abbondantemente riconosciuto da scrittori biblici: difatti, come notato, gli Ebrei e gli Israeliti politeisti adoravano una varietà di Elohim, Balim e Adonai, molti dei quali erano aspetti del sole, come El Elyon, Il Dio Altissimo. In aggiunta, in Amos 5:26 c’è un verso che riguarda il misterioso “Kaiwan”, il “dio-stella” della casa di Israele. Questo dio-stella è El, il Sole, o Saturno, il “sole centrale”, che, come affermato, gli Ebrei veneravano, come riflesso dal loro sabbath il giorno di Sabato. Come anche notato, anche Yahvè, o Iao, era un dio sole. In aggiunta, noi abbiamo già visto che Salomone, per dirne uno, adorava nel modo delle culture pre-Yahviste, venerando, per esempio, Chemosh, il dio sole Moabita."
"Gli Ebrei erano anche “adoratori della luna” poiché molte delle loro feste e vacanze giravano attorno ai movimenti ed alle fasi della luna. Tale adorazione della luna si trova ripetutamente nel Vecchio Testamento (Ps. 8:13; Is. 66:23), e fino ad oggi gli Ebrei celebrano le ferie basate sul calendario lunare. In Isaia 47, questi adoratori della luna vengono equiparati con gli astrologi, cioè, “…coloro che dividono i cieli, che osservano le stelle, che alle lune nuove predicono che cosa ti accadrà”."
La stessa Torre di Babele, probabilmente, non era altro che un osservatorio astronomico, e il dio degli ebrei "la fece crollare" non tanto per punire "la superbia degli uomini" ma per proibire loro la conoscenza dei moti celesti, il segreto del firmamento.
Anche gli Arabi adoravano la Luna, in epoca pre-islamica. Il segno è rimasto, tanto che oggigiorno la mezzaluna indica proprio la religione islamica.
Avevo già dimostrato che la mezzaluna era un simbolo pagano: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/il-dio-sumero-della-luna-e-i.html
Accanto a queste divinità stellari i popoli della Mesopotamia, da buoni agricoltori, adoravano anche quelle potenze e forze della Natura cui più era raccomandata la loro vita e la loro speranza di lavoratori della terra; quindi il fulmine.
Il Dio Adad sul toro, con una folgore in pugno (stele del secolo VIII a.C). Adad è l'altro aspetto di Anu, Signore del Cielo, ma Adad rappresenta i fenomeni atmosferici; assimilato anche a Ramman ("Il Fulminatore"). Sposa di Adad era Sala, "La Regina delle Campagne" (il fulmine si collegava alla pioggia, la pioggia ai campi da far prosperare) e i fenomeni atmosferici e i sacri fiumi che davano prosperità ai raccolti, ricoprendo i campi di limo, l'acqua e poi il fuoco con la Trinità Gibil, Nusku e Ishum, ovvero le personificazioni del fuoco benefico usato per l'industria, il fuoco dei sacrifici che porta al trono degli Dei il profumo delle vittime e le preghiere e il fuoco distruttore; vi erano poi gli spiriti dei morti che andavano placati con offerte di cibo e un'adeguata sepoltura; esistevano poi gli Dei assoluti: Anu, il Signore degli Dei celesti, a capo di tutto, il cui ideogramma era una stella; sua moglie era Anatu, che rappresentava la terra; Anu regolava il corso degli astri e presiedeva ad una Trinità formata anche da Bel (Signore dei paesi, creatore del mondo, legato alle montagne; sua moglie era Nin-lil, la Signora del vento che i Babilonesi tradussero come Beli La, "Signore", appellativo usato poi anche per altre Dee) e Ea (Signore dell'Apsu, Absu, l'Acqua Primordiale che cinge la circonferenza terrestre; i sumeri lo chiamarono Enki; l'acqua aveva un valore magico altissimo, e i maghi la usavano spesso nei riti: nei templi del Dio non mancava mai un serbatoio perché dalle profondità dell'Acqua dell'Apsu derivavano tutti i segreti della terra; la moglie di Ea era Ninki/Damkina/Damgalnunna); Nergal era il Signore degli spiriti infernali, il cui regno era polvere e tenebre; attributi di Nergal erano la spada e la peste; altra Dea Infera era Ereshkigal o Allatu
Signora della Grande Terra. Nel regno delle ombre stava la sede di tutte le malattie.
Un'altra Trinità importante era quella lunare: Sin-Shamash-Ishtar.
Sin era il Dio della Luna: come Dio Lunare, aveva il crescente considerato come un paio di corna (e via via considerato anche una scimitarra o una barca).
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/il-dio-sumero-della-luna-e-i.html
Nota di Lunaria: il simbolo del Dio Wiccan ha, come corna, la mezzaluna, esattamente come il Dio indù Shiva.
Sin era "Il Signore del Diadema": dava e toglieva la sovranità ai re. Presiedeva anche alla misurazione del tempo. Sua sposa era Ningal, la Grande Signora. Shamash era un Dio solare, figlio di Sin perché il giorno è figlio della notte, ma era più potente e più splendido di suo padre. Era rappresentato come un disco raggiante, talvolta alato o in forma alata, spesso sul carro solare. Come illuminatore era anche il Dio della giustizia, giudice degli Dei e degli uomini; lo si trova raffigurato sul codice lapideo di Hammurabi. La sposa di Shamash è Aya e i loro figli sono Kettu e Mesaru (la Giustizia e il Diritto). Ishtar (dai Sumeri chiamata Innini) è la personificazione del pianeta Venere e dei suoi due aspetti: mattutino e vespertino.
Dea del sesso, dei piaceri sensuali, la Benevola che brilla nell'azzurro del cielo della sera, figlia di Anu (ma adorata più del padre); le sue Sacerdotesse sono le Ierodule;
la Dea non ha marito, ma sceglie quando vuole i suoi amanti; come Dea del mattino e assimilabile al fratello Shamash, ha un aspetto bellicoso come "Signora delle battaglie"
Gli Assiri in particolar modo furono devoti all'aspetto bellicoso di Ishtar, e la raffiguravano spesso in compagnia dei leopardi nei templi di Ninive e Arbela, con arco e freccia e la stella sul capo.
Nota di Lunaria: i Death SS hanno dedicato ad Ishtar una bella canzone: "Lady of Babylon"
Ogni città, inoltre, aveva il suo Dio protettore: Marduk a Babilonia, Shamash a Larsa, Bel a Nippur ecc. e gli Dei presiedevano essi stessi alla fondazione della città. Il re era il vicario ("patesi", "ishshakku") del Dio e il primo sacerdote mediatore tra gli Dei e gli uomini. Sargon diceva di sé di essere nato da una Sacerdotessa e di essere stato esposto in un paniere sulle acque finché venne raccolto presso Akki e Ishtar si innamorò di lui, facendolo re.
Nota di Lunaria: non ricorda la storiella biblica di mosè bambino affidato in un cestino al fiume, e poi trovato dalla figlia del Faraone d'Egitto??
Gli Assiri poi avevano anche un Dio Nazionale: Assur (Ashshur) anche se non oscurò la celebrità di Marduk. Assur era raffigurato all'interno di un disco alato in atto di scaricare l'arco contro i nemici.
Gli Assiri fecero "sposare" il loro dio Assur a Ishtar (chiamata "Assurit")
Altri Dei erano Ninib, figlio di Enlil/Bel e Dio della guerra e della caccia, anche se assume un aspetto agricolo, sotto il nome di Ningirsu, "Signore della piantagione"; Zamama era il Dio delle armi; entrambi erano sposati con Bau e Gula. Gli Assiri amarono molto queste divinità, innalzando grandi templi a Kalkhu.
Un altro Dio agricolo era Tammuz, Dio della vegetazione che nasceva in primavera e moriva in piena estate sotto la falce del mietitore.
Nota di Lunaria: il culto a Tammuz era un culto dove le fanciulle "piangevano" il Dio che moriva. Nel mito sumero Tammuz era noto anche come Dumuzi ed era il divino paredro della Dea Inanna. Tale pratica, il "piangere ritualmente ogni anno" è attestata nella Bibbia, anche se è camuffata sotto la storiella della "figlia di Iefte", probabilmente un mito allegorico o di Tammuz (ma qui trasformato in femmina, per "scolorire" di più l'ovvia fonte sumera dalla quale gli ebrei scopiazzavano a destra e a manca) o di una Dea minore dell'agricoltura, anche lei destinata a morire come muoiono le spighe falciate dal contadino.
Lo abbiamo visto qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/dumuzi-la-figlia-di-iefte-e-i.html
Tammuz/Dumuzi, figlio legittimo dell'Apsu (lo sviluppo della vegetazione si deve all'irrigazione) scendeva nel regno delle ombre (Arallu) ma non vi rimaneva a lungo, perché dopo un certo tempo risorgeva e tornava sulla terra, e Ishtar, sua sposa, piange su di lui la lamentazione funebre che abbiamo trovato come reperto.
Nabu, figlio di Marduk, era il Dio della scrittura, assimilabile al Thot egizio e identificato con Mercurio e sposato con Nana/Tashmit, "l'Ascoltatrice".
Nota di Lunaria: in realtà molto prima di Nabu c'era la Dea Nisaba (Nidaba, "Signora di Sab[a]"), che presiedeva alla scrittura e alle misurazioni, teneva le registrazioni (per esempio, del grano). Era patrona degli scribi.
Dee che derivano da Nisaba sono Belit-Seri, una Dea Akkadica, sposata ad Amurru e Dea delle trascrizioni delle azioni umane nell'aldilà, e Seshat, Dea della scrittura e delle scienze (architettura ed edilizia) moglie di Thot. Seshat custodiva gli "Annali reali", dove annotava gli anni di regno di un sovrano. Era anche la Dea dell'edilizia e della costruzione. Era la Dea della scrittura e della sapienza, e come signora dei costruttori preparava i modelli dei nuovi templi. Veniva considerata incarnata in terra da una sacerdotessa che compariva accanto al Faraone per svolgere alcuni riti.
Nina/Nanshe era la Dea Sumera delle acque, figlia di Ea (Enki) e Ninhursag, alla quale si dedicarono canali e fonti e dalla quale deriva il nome della città Ninive; aveva un tempio e le si offrivano pesci, per propiziarsi la pesca; più tardi fu chiamata Nana e poi assimilata a Ishtar.
Uttu era la Dea degli abiti, Ninkasi la Dea della birra, di cui ci è pervenuto un inno che insegna come i Sumeri facessero la birra.
La Dea Sumera più importante era Ninhursag, legata alla fertilità e alle montagne; un segno che ricorda l'Omega era proprio il suo simbolo... ovviamente poi scopiazzato dai cristiani per il loro Gesù "alfa e omega"
Tra l'altro questa Dea "dall'aspetto alieno" ha dato adito all'idea di chi crede che l'umanità sia stata creata dagli alieni...
Sullo stesso argomento, vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/arte-sumera-babilonese.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/i-capolavori-dellarcheologia.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/i-fenici.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/inni-babilonesi.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/le-pratiche-funerarie-dei-sumeri-la.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ishtar.html
ALTRO APPROFONDIMENTO: IL MITO DELLA CREAZIONE PRESSO I SUMERI
Info tratte da
Per i Sumeri, la Terra (Ki) era un disco piano, galleggiante sopra una distesa di acqua dolce (Apsu), circondato da un grande mare, racchiuso dentro un anello formato di montagne. Tutto questo era contenuto all'interno di una sfera, la cui metà superiore era il Cielo (An), dove si muovevano gli astri, e la parte inferiore era oscura e sconosciuta: erano gli inferi (Kur). La sfera era sospesa in un mare primordiale (Nammu), una sorta di Caos originario.
Nammu era la Dea che aveva partorito An-il Cielo, e Ki-la Terra, personificazioni del principio maschile e femminile della creazione. Dalla loro unione nacquero tutti gli Dei, primogenito in assoluto fu Enlil, che separò il Cielo dalla Terra. Dal mare si originò ogni cosa esistente, anche le divinità.
Il poema Enuma Elish ne parlava in questi termini:
Quando in alto non era ancora nominato il Cielo,
quando sotto la Terra ferma non aveva un nome
Abitazioni per gli Dei non erano costruite
e le canne delle paludi non erano visibili
quando essi non portavano ancora un nome e destini
non erano stati destinati
allora furono procreati gli Dei in mezzo a essi.
Una volta che questi esseri divini vennero all'esistenza, diedero il via ad una lotta cosmica che alla fine sancì la vittoria dell'Ordine sul Caos e del Bene sul Male.
L'universo creato dagli Dei aveva il suo centro nel paese di Sumeri, e gli abitanti si consideravano i discendenti del primo essere umano (Nota di Lunaria: tanto per dimostrare che "l'idea di un Adamo" non è che ce l'avessero solo gli ebrei e poi i cristiani...)
Secondo i Sumeri, l'umanità venne creata solo quando le divinità erano stanche di lavorare la terra. Fu Ea, dio del destino, che propose di "dare forma all'uomo affinché svolgesse il duro lavoro degli Dei" e loro potessero "godere la pace". Così, gli Dei decisero di sacrificare il dio Kingu per plasmare, col suo sangue e l'argilla, il primo essere umano.
I cherubini citati nella genesi biblica sono stati ispirati dai miti mesopotamici: Dumuzi e Gizzida erano associati ai cherubini, immaginati come due sfingi alate, nei templi mesopotamici, e rappresentati accanto ad alberi sacri nell'arte cananea e fenicia; comparivano anche due serpenti intrecciati al palo (come nel Caduceo)
Nota di Lunaria: onde evitare insulti contro la sottoscritta, mettiamo la prova che testimonia che "non me lo sono inventata io che gli ebrei si sono ispirati dai miti sumero-babilonesi"
ALTRO APPROFONDIMENTO: IL DILUVIO NEI MITI SUMERI
Info tratte da
Sembra che verso il 3000 a.C si sia verificata un'inondazione che si abbatté per più di 600 chilometri e che colpì soprattutto Ur. Di questo diluvio mastodontico ne parlano tutti i testi mitologici della Mesopotamia, oltre che la bibbia.
La versione sumera del diluvio narra che "Quando gli Dei abitavano nella città di Shurupak", le divinità, in collera con gli esseri umani, vollero affogarli.
Fu Ea, uno degli dei, a rivelare questo proposito al suo essere umano favorito, Utnapishtim, ordinandogli di costruire una gigantesca barca per imbarcare tutte le specie viventi.
Fu Ea, uno degli dei, a rivelare questo proposito al suo essere umano favorito, Utnapishtim, ordinandogli di costruire una gigantesca barca per imbarcare tutte le specie viventi.
Dopo che Utnapishtim fu salito a bordo della barca, si scatenò un diluvio tremendo. Per sei giorni e sei notti l'acqua cadde, solo il settimo giorno la tempesta finì.
La barca si arenò sul monte Nisir.
Utnapishtim liberò una colomba, che tornò indietro; poi una rondine, che tornò indietro anch'essa. Infine, un corvo, trovò la terra emersa dove posarsi.
Allora Utnapishtim sbarcò e offrì dei sacrifici agli Dei.
La barca si arenò sul monte Nisir.
Utnapishtim liberò una colomba, che tornò indietro; poi una rondine, che tornò indietro anch'essa. Infine, un corvo, trovò la terra emersa dove posarsi.
Allora Utnapishtim sbarcò e offrì dei sacrifici agli Dei.
Con questo racconto, i Sumeri vollero ammaestrare gli uomini sulla volontà degli Dei ma anche dare una spiegazione ai fenomeni meteorologici.
ORA METTIAMO ANCHE LE FOTOGRAFIE DELLE PAGINE COME PROVE, PRIMA CHE QUALCHE CRISTIANO MI DENIGRI DICENDO CHE "NON è VERO NIENTE! è UN TUO DELIRIO DA MENTECATTA! TE LO SEI INVENTATO TU! ANALFABETA CHE NON HA MAI LETTO UN LIBRO! è UNA TUA MENZOGNA!"
APPROFONDIMENTO: Divinita' e Regalita' presso Sumeri, Assiri e Semiti nel radicale "Mlk"
Tratto da
Con la sura LXVII "Potere Regale" inizia una serie di cantici lirici, spirituali, che si potrebbero facilmente comparare agli inni religiosi dell'area semita. Questi capitoli hanno una grandiosità, un senso mistico nascosto, una bellezza non comune. Partendo da vette altissime, scendono con la loro luce fino nei meandri più oscuri della vita, nella concretezza dei fatti quotidiani. Nel loro linguaggio incontriamo dovizia di simboli che descrivono in termini di spiritualità le umili cose di ogni giorno.
Benedetto sia colui nelle cui mani sta il potere regale: egli su ogni cosa è onnipotente!
Benedetto colui che ha creato e vita e morte per saggiare chi di voi opera meglio: egli è potente, egli è perdonante.
Benedetto colui che ha creato i sette cieli, uno sull'altro, perché tu veda che nell'opera creatrice dell'Abbondante in misericordia tutto è armonioso.
Il concetto che regge il capitolo e che ne forma la parte essenziale è quello della Regalità di Dio:
"Benedetto sia colui nelle cui mani/sta il potere regale"
L'idea tipicamente semita di dare a Dio l'appellativo di Re Assoluto (الملك) viene da lontano. C'è un processo ideologico che deve essere sottolineato: il punto di partenza è quello della Divinizzazione del Re Assoluto. In Egitto il Re era considerato l'incarnazione della Divinità, in modo particolare delle Divinità fecondatrici (il Dio che muore e risorge) diventando così apportatore di vita, perciò Salvatore. Sul piano più ordinario degli avvenimenti storici, nessuna azione importante era intrapresa dal re, specie nessuna guerra di conquista, senza un'indicazione e una ispirazione divina. Per la Babilonia si pensi al periodo neosumerico e postsumerico cui risalgono gli inni ai governatori e Re Divinizzati come Sulgi, Ismedagan, Lipitistar.
Altri inni sumerici sono diretti ad una Divinità, ma chiusi con una preghiera o un oracolo in favore del Re. In seguito, nel mondo assiro, il carattere divino del Re verrà messo in evidenza, ma ad ogni sommossa di popoli, o all'inizio di ogni campagna militare, i sacerdoti indovini saranno pronti ad assicurare al Re la vittoria a nome della Divinità (Assur, Marduk, Ishtar)
Per la Mesopotamia il carattere divino del Re non è molto documentato: esso vi è presente solo in qualche linea, in qualche periodo e in qualche ambiente.
Invece si deve al pensiero di Israele un capovolgimento radicale del concetto. Questo capovolgimento si manterrà fedelmente sia nel cristianesimo sia nell'islam. Israele esalta la figura del Re, talvolta in modo sproporzionato, ma non gli attribuisce carattere divino. Non si tratta più, in questo transfert psicologico-religioso, di divinizzare la figura del Re, ma al contrario, la Divinità viene umanizzata: alla stessa si attribuiscono, con processo di analogia, le caratteristiche proprie del Sovrano Assoluto. Il Re, al massimo, si incontra con la Divinità, ma come rappresentante qualificato della nazione.
Il radicale semitico per indicare "regnare, Re" è identico nelle lingue semitiche: in sumero-accadico abbiamo le tre consonanti "mlk" che, vocalizzate, significano di volta in volta "Principe", "Consigliere", "Consiglio", "Ragione". Ritroviamo le tre radicali in ebraico e in arabo. Si tratta di un radicale venerando, pregnante di significati sovrani.
E musicalmente non possiamo non citare gli Absu
e i Melechesh!
Due band da sempre ispirate a questi temi!