La civiltà della Valcamonica e Cernunnos




La scoperta di un emporio petroglifico di carattere unico, in Valcamonica [...] qui abbiamo un numero stragrande di incisioni, nelle quali gli uomini stessi si sono rappresentati nel loro ambiente, negli atti della loro vita quotidiana e delle loro occupazioni economiche, nel quadro della loro società, preoccupati dai loro problemi, influenzati, e anche diretti, dalle loro credenze e da tutti i movimenti della loro vita. Ogni incisione è un documento che rispecchia l'uomo e la società di quell'epoca, in modo diretto, incomparabile.
Ciò che la Valcamonica rivela su una comunità umana del II e I millennio a.C è in se stesso significativo [...] le sue incisioni rupestri riflettono la vita di un'epoca poco conosciuta, ma molto importante, di una zona che fu la culla della civiltà europea. Grandi problemi della protostoria, come quella dell'origine dei Celti, attingono nuova, inattesa limpidezza.


Nota di Lunaria: in realtà, già in Africa abbiamo simboli simili a quelli della Valcamonica; vedi per esempio




Lo studio delle rocce camune permette di ricostruire l'evoluzione e le modificazioni delle armi e degli utensili rappresentati, i mutamenti dei concetti estetici, dei riti religiosi e magici e delle occupazioni quotidiane che ci rivelano l'economia e la vita sociale del popolo camuno nei suoi vari periodi.
In principio, nel primo periodo o stile, le figure sono molto spesso isolate, le scene e composizioni sono pressoché assenti. Talvolta si incontrano associazioni di due o più soggetti, ma il solo nesso tra loro sembra essere di carattere simbolico. La vicinanza tra due figure non è concepito come una composizione realistica nella quale ogni figura gioca un ruolo di carattere descrittivo.





Nel secondo periodo si risveglia gradualmente una nuova preoccupazione per la composizione. Un buon esempio è dato dalle scene di culto solare. Nel primo periodo si incontra spesso l'associazione di figura di orante e di disco solare. Il disco è abitualmente un circolo con un punto al centro. Qui la figura umana pare rappresentare il gruppo come individuo. Nel secondo periodo il disco solare viene spesso abbellito da raggi ed è circondato da diversi oranti. Per dare l'idea di gruppo, l'artista ha raffigurato più personaggi.

I soggetti principali dei periodi II e III sono armi, animali, composizioni geometriche che rappresentano piante di campi e di case e che chiamiamo "figure topografiche".
Nel periodo IV, che è il più riccamente rappresentato, le scene raggiungono un alto livello di complessità e testimoniano una trasformazione completa nella concezione della composizione.

Origine e storia della civiltà Camuna

I Romani li chiamavano Camunni, e gli abitanti della Valle ancora oggi mantengono questo nome. Ma chi erano questi antichi Camuni? Da dove vennero e quali furono le loro relazioni con le popolazioni vicine? La fase iniziale della loro arte ci dà ben poche informazioni sulle loro origini. Le prime incisioni sembrano risalire al III millennio a.C e probabilmente, sono quasi contemporanee alle prime figure del Monte Bego, nelle Alpi Marittime francesi, e all'inizio di altre concentrazioni minori di arte rupestre alpina. L'inizio dell'arte rupestre alpina coincide con un periodo di grandi mutamenti nelle popolazioni e culture dell'Europa pre-istorica. Nei Balcani centrali ed occidentali la cultura di Vinca e varie culture minori consorelle, erano al loro apice, producendo una civiltà e un'arte di altissimo livello.

Nota di Lunaria: sulla stele di Ossimo sono raffigurati 8 pendagli ad occhiale; lo stesso simbolo compariva al collo di un'Astarte fenicia; sulla stele, alcune incisioni più antiche (epoca matriarcale?) sono state parzialmente cancellate dalla fase di incisione alla quale appartengono i pendagli.




I Camuni furono spinti nella loro valle dalla pressione di altri popoli, e in questa valle relativamente sterile e poco adatta all'agricoltura dovettero organizzare la propria vita nel migliore dei modi. Poiché la zona era ricca di metalli i Camuni svilupparono in quel ramo la propria industria, una tradizione che doveva persistere fino ai nostri giorni. Dalle incisioni rupestri del II millennio vediamo che i loro pugnali e le loro spade, le asce, le alabarde ed ogni sorta di strumenti avevano raggiunto una ricchezza, una diversità di forme di cui non conosciamo i paralleli con la sola possibile eccezione del Monte Bego.

I Celti non appaiono sulla scena che nella tarda età del ferro; anche allora però mi pare non si possa parlare di razza celtica ma piuttosto di cultura celtica, di varie tribù assai diverse tra di loro, ma che avevano alcuni elementi in comune tra cui quello linguistico indo-europeo. Negli ultimi secoli avanti cristo si trovano in Valcamonica numerose figure di armi, di tipi caratteristici della cultura celtica di La Tène; si trovano figure umane che si difendono con scudi rettangolari di tipo celtico, figure di Divinità Celtiche, di simboli celtici, di riti celtici. Indubbiamente i Camuni, nelle ultime generazioni che precedettero la conquista romana, erano parte del complesso culturale celtico.




Comunque, per le fonti romane, i Camuni erano una tribù semiselvaggia a cui Roma portava la luce della civiltà; Plinio e Strabone li citano appena (chiamandoli Euganei e Retici) e sulla loro cultura, modo di vita, religione si fa silenzio completo, nelle fonti romane.

I cacciatori Camuni non cacciavano quasi mai da soli, ma generalmente in due. Certamente erano necessarie almeno due persone per cacciare animali di grossa taglia e per trasportarli poi al villaggio. Sulla selvaggina della Valcamonica possediamo una ricca documentazione: gli animali principali erano cervi, camosci, volpi, cinghiali (*) qualche roditore selvatico, felini (linci o gatti selvatici), qualche lupo, numerosi pesci e uccelli. Migliaia di incisioni sono dedicate alla caccia.




(*) Vedi anche, in una zona diversa, la testimonianza di Tacito in "Germania":



"Venerano la Madre degli Dei; come simbolo del culto portano amuleti a forma di cinghiale; questo amuleto vale, per i devoti della Dea, come arma e salvaguardia da tutti i pericoli e protegge anche in mezzo ai nemici"

La Madre degli Dei/come simbolo del culto portano amuleti a forma di cinghiale. Chi è questa innominata Dea? Arduinna? Venerata dai Germani sotto altro nome?
E che dire del fatto che nell'Induismo compare una Dea Guerriera Cinghiale, Varahi?


Del resto che i Celti avessero subito qualche influenza indiana, per Cernunnos, era già stato supposto per quanto riguarda la posa di Cernunnos, molto simile a quella di Shiva:



E per quanto riguarda le altre attività? è attestato che i Camuni allevassero cani (spesso rappresentati mentre aiutano l'uomo nelle scene di caccia), che praticassero la pesca (anche se è stata raffigurata raramente) e probabilmente anche la tessitura. In Grecia quest'arte era posta sotto la protezione di Athena, in Egitto sotto la protezione della Dea Neith.
Omero si dilunga molto sulla tessitura a proposito di Penelope e della regina Arete; nella mitologia tedesca la tessitura aveva come patrone Freya, Frigga e Holda.

Purtroppo la religione Camuna è quasi del tutto basata su supposizioni; sembra probabile che avessero il culto del Sole, del cervo e forse degli eroi e guerrieri.
Cesare e Lucano dicevano, a proposito dei Celti, che le feste religiose avevano luogo all'aperto e nei boschi (*) piuttosto che all'interno dei templi. La cosa è senz'altro confermata  in Valcamonica, oltre che dalle scene raffigurate, anche dall'ubicazione delle stesse innumerevoli incisioni rupestri di carattere religioso che sono tutte all'aperto, sparse nei boschi e nei pendii della valle. A giudicare dalle raffigurazioni, le espressioni esteriori principali della religione camuna dovevano consistere in processioni e danze sacre.


(*) Nota di Lunaria: e anche per gli Slavi; ed è per questo che i cristiani, giunti nelle terre slave, la prima cosa che fecero fu disboscare intere aree boschive. Vedi "Mitologia degli alberi" di J. Brosse.

La toponomastica moderna ha conservato in Valcamonica il ricordo di molti luoghi di culto, situati all'aria aperta e dedicati agli Dei. Secondo un'antica tradizione, la cittadina di Edolo, il cui nome, secondo gli studiosi, deriva da Idul, celebrava ancora, all'arrivo dei Franchi, il culto della Divinità patrona dalla quale prese il nome e che il cristianesimo riuscì a sradicare.
Si pensa che il paese di Borno, accanto al quale vi sono sorgenti termali, ricordi col suo nome quello di un'antica divinità celtica, Bormo, Dio delle sorgenti e Dio guaritore che gli scrittori latini confondevano con Apollo. Il passo del Tonale, il punto più alto della Valcamonica, pare conservi nel suo nome quello di una delle più celebri Divinità della preistoria nordica: Tumer o Thor, Dio della folgore.


Nota di Lunaria: anche qui nella mia zona sono riuscita a trovare una traccia di Paganesimo:
Robecchetto con Induno, Inveruno, Arluno: i nomi con un finale composto potrebbe trarre la sua origine dal suffisso celtico dunon, che nell'antica lingua nordica significa "fortezza", "roccia"
Numerosi toponimi la cui parte finale proviene da -dunon hanno cambiato l'originale -duno in -onno (Saronno, Caronno, Castronno)
Anche i suffissi in -ate, -ago denunciano radici galliche.
Suffissi che risalgono al gallico sono: -laanon, -lanon, -lan, -lano.
Il termine -bar segnala la presenza di un rilievo o di una cima.
Le origini di Arluno sono antichissime, forse celtiche. Della successiva e lunga età romana restano poche tracce: un paio di tombe scoperte in paese, con un corredo di monete ma soprattutto il nome, che deriverebbe da "Ara Lunae" , cioè altare dedicato al culto pagano della Luna-Diana, sorella del SoleApollo. Del resto ancora oggi una mezzaluna fa bella mostra di sé sullo stemma comunale, fra due ali candide.





L'uccello sembra aver avuto un ruolo importante nella religione Camuna della tarda preistoria. Le incisioni lo rappresentano frequentemente, talvolta accanto a Divinità, talvolta in mezzo a due guerrieri in tenzone, talvolta come simbolo sul tetto di un tempio. In una scena un uccello appare davanti a uno strano personaggio che sembra parlargli. Forse era considerato dai Camuni, se non un animale divino, almeno come un essere semidivino, in contatto con le forze del cielo.

Nota di Lunaria: vedi il confronto con il lavoro di Marija Gimbutas



Non dimentichiamo poi le tante Dee e figure mitologiche associate agli uccelli: Athena (civetta), Blodeuwedd (civetta), Cerridwen (gallina), Laima (cuculo), Krasopani (cigno), Nicnevin e Giunone (oca), Rhiannon (uccelli), Morrigan e Dhumavati (corvo), Hera (pavone), Kupaba/Afrodite (colomba), Al Lat, Manat e Al Uzza (gru)... e vedi anche l'arte cretese con le colombe sul "tempietto"



Lo studioso Nilsson suggerì l'ipotesi che l'uccello, nella Grecia preellenica, fosse considerato come il simbolo delle apparizioni divine.

La religione Camuna subì molti cambiamenti nel corso dei secoli, ma al suo centro, in un modo o nell'altro, appaiono il culto del sole e del cervo.
Il culto solare è attestato in numerose civiltà preistoriche d'Europa e di altri continenti; l'arte rupestre ne testimonia la presenza, in modo particolare in Scandinavia, Monte Bego, Alpi Marittime, Andalusia, Spagna. In Scandinavia i Dischi Solari son spesso associati ai battelli rituali sui quali sono trasportati. Come per i Greci e i Romani il Sole era trasportato da un carro nel suo viaggio attraverso il cielo, per le antiche popolazioni che vivevano sulle coste scandinave, il Sole che sorgeva dal mare o tramontava in esso, era trasportato da un battello.





La relazione Disco solare-cervo è frequente tanto in Scandinavia come in Valcamonica: in questa unione dovevano associarsi dei concetti ideologici connessi con la luce e la fecondità, con altri in relazione alla caccia, al mondo animale e alla natura libera.
Al Monte Bego il Disco Solare è talvolta rappresentato accanto al bucranio, la figura schematica del toro o della vacca.

Nota di Lunaria: già tipico dei culti semiti e egizi; anche Ecate e Diana portavano una falce di luna a mo' di corna.



Per questi popoli, il Sole che usciva ogni mattina dalla terra, doveva trascorrere la notte nel mondo dei morti e degli spiriti, sotto terra.

Nella Sierra Morena, nella Laguna de la Janda e in altre località andaluse, il Disco Solare si associa frequentemente con raffigurazioni dell'atto sessuale, e in questi casi rappresenta un concetto di fecondazione; in Valcamonica vi è più di un centinaio di scene e composizioni connesse col culto solare: le figure più antiche risalgono al II millennio. Il Sole era rappresentato come un semplice disco, talvolta con un punto nel mezzo. Si trova spesso  accompagnato da un personaggio nella posizione dell'orante; solo nel periodo II dell'arte Camuna appaiono scene complesse di culto solare, nelle quali il Sole è circondato da numerosi oranti. Sempre nel periodo II, il Disco appare sdoppiato: un disco irradia raggi verso l'interno (ovvero verso se stesso), l'altro disco verso l'esterno (ovvero verso le cose circostanti)


In certe rappresentazioni il cervo corre verso il Disco Solare oppure un cervo "spinge" il Disco Solare, e questo fa moltiplicare i cervi; che il culto solare si associ a quello della fecondità lo vediamo anche in rappresentazioni di personaggi che hanno il disco solare attaccato al sesso.





Il Sole, comunque, era associato alle corna; e questo lo troviamo anche nelle parole, per esempio in ebraico "Keren" significa raggio, ma anche corna. Baal Karnaim ossia Il Signore delle Corna è il nome di un antico Dio del Medio Oriente.

Nota di Lunaria: e tale simbolismo, quello delle corna, è mantenuto anche nell'islam... vedi nel corano i riferimenti a Dhu Al-Qarnayn, "L'Uomo dalle due corna", "Il Bicornuto", ovvero Alessandro Magno, nella sura 18, "La Caverna": Dopo aver ricevuto in dono una gran potenza, Dhu AlQarnayn si spostò da un punto all'altro della terra in modo misterioso "Seguì una via/una corda celeste", giunse all'estremità occidentale, là dove "Il Sole non tramonta e trovò che esso tramontava in una fonte limacciosa" è da notare, anche, che lo stesso Mosé era creduto dotato di corna... vedi l'episodio nell'Esodo (34,29): Mosé scendendo dal monte, dopo aver parlato con Dio, non sapeva che la sua pelle era raggiante, per aver parlato con Dio; la cosa divertente è che in ebraico il verbo "Qaran" significa sia "splendore" che "(far) crescere un corno"

Origini del Dio-Cervo (Cernunnos) nei Camuni

Il Dio-Cervo Cernunnos era venerato in tutte le zone di influenza celtica nel tardo I millennio a.C e se ne conoscono numerose raffigurazioni. Su un gran vaso d'argento scoperto a Gundestrup è rappresentato in compagnia di un serpente.
A prima vista può sembrare contraddittorio che la forma divina centrale della religione camuna dell'età del ferro sia personificata dal cervo, animale cacciato, ucciso, mangiato dai Camuni, ma questo non è un caso unico: alcuni popoli primitivi adoravano spesso gli animali da cui traevano il nutrimento. Anche gli Inuit avevano l'abitudine di rivolgere preghiere agli animali che andavano a cacciare.

Il culto del cervo divino era un culto di cacciatori; il bovide, invece, sembrerebbe rappresentare il culto agrario.

Un mistero irrisolto: la "Paletta"

Magia e religione erano strettamente legate nelle credenze dei Camuni ed è spesso difficile distinguere l'una dall'altra.

Nota di Lunaria: per uno studio approfondito su questo argomento vedi Frazer o Mircea Eliade "Trattato di Storia delle Religioni"

Il Sole, datore di fecondità, fertilità, calore, dal quale dipendeva l'opulenza del raccolto, era adorato con riti nei quali la magia non era assente. Certi riti magici erano parte anche di altri culti religiosi; la danza sacra attorno al cervo divino, era seguita, a quanto pare, per propiziare la caccia; il combattimento mortale tra i gladiatori per scacciare il malocchio e pacificare gli spiriti dei morti. Troviamo però anche casi in cui i riti raffigurati hanno un carattere ovviamente magico: ciò avviene nel caso della "paletta" (abbiamo chiamato paletta un segno che ricorda, nella sua forma, questo oggetto)
La paletta è stata raffigurata ripetutamente dagli artisti Camuni.



Studiosi come Marro e la Fumagalli la interpretano come il simbolo stesso dei Camuni, più precisamente dovrebbe essere una stilizzazione della pagaia delle barche e quindi questo simbolo rappresenterebbe un simbolo ideato da un popolo palafitticolo. Questa teoria non è sostenuta da nessuna prova certa: non si conosce neppure una figura in cui la paletta si trovi accanto a una barca o a un pesce o in altro modo qualsiasi con l'acqua. Sono seguite altre interpretazioni: la paletta sarebbe un rasoio, uno specchio o una paletta per battere il bucato.

Un segno simile alla paletta Camuna appare in alcune scritture geroglifiche ed hittite dove ha il significato di "costruire": forse rappresenta la paletta del costruttore. Comunque nei Camuni tale simbolo appare in scene e composizioni che rimandano ad altro.


Accostamente con l'iconografia celtica aprono una nuova strada all'interpretazione: presso i Galli, certe tribù veneravano un essere (non si sa se Dio o figura mitologica) con in mano un oggetto a forma di paletta. Di questa figura se ne conosce una ventina di rappresentazioni e in un caso appare accompagnato da una figura femminile: è il caso di Sarrebourg dove un'iscrizione dice che trattasi di Sucellos e Nantosuelta.

Nota di Lunaria: Sucellos era connesso al martello. Per il culto del martello e il significato vita/morte vedi gli approfondimenti su Efesto e gli Etruschi: 
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/efesto-e-il-culto-del-martello.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/etruschi-pantheon-e-divinazione.html

Altre figure che non è possibile decifrare sono quelle note come "dalle grandi mani", solitamente associate ad un fallo gigantesco:














Sono presenti sia in scene funebri sia in scena di caccia (con tutti gli animali che girano attorno in modo frenetico)
Che si tratti di spiriti di morti? Oppure spiriti di morti che in qualche modo favoriscono la caccia, stordendo gli animali?
Si trovano spesso vicini a personaggi senza le braccia

e ci sono persino personaggi dal corpo strano e senza la testa








Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/lago-maggiore-e-valcamonica-le-foto-piu.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/arte-rupestre-rosa-camuna-sole-delle.html