La religione dei Fenici era politeista; ciascuna città aveva le proprie divinità ed erano influenzate dalle credenze cananee, egizie, egee, greche. Le divinità tutelavano le persone e le città.
I Fenici chiamavano i loro Dei con il termine 'l (Dio), Bl (Signore), Mlk (re), 'dn (padrone) e le Dee col termine "Signora" (Blt).
Nota di Lunaria: da notare che la radice Mlk si è mantenuta anche in ebraico e in arabo "Al Malik"
(الملك) è uno dei nomi del loro dio e significa proprio "Il re"
Tuttavia non chiamavano i loro Dei con il loro nome: sarebbe stato considerato un delitto empio. Per riferirsi agli Dei si usavano perifrasi e altri nomi.
In genere i Fenici credevano ad una triade divina: un Dio protettore, la sua sposa (Dea della fertilità) e un giovane Dio, amante della Dea, che moriva e rinasceva ogni anno, e simboleggiava il ciclo della vegetazione.
Uno degli Dei fenici più importanti era Melqart, "Re della città", di Tiro, una sorta di dio solare, dell'agricoltura e del mare.
Astarte (Ashtart) era la Dea più celebre, e spesso era considerata la madre di Melqart.
Astarte era di origine cananea, simile all'Inanna-Ishtar mesopotamica.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ishtar.html
Fu molto adorata anche nelle colonie fenicie e chiamata Tanit, i cui simboli erano la mano destra alzata, il caduceo, la mezzaluna. (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/la-luna-simbolismo-9.html)
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/simbolismo-del-pesce.html
Sulla colomba, vedi qui:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/gli-animali-e-le-dee-nella-mitologia.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/creta.html
Sulla mano aperta: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/marocco-litolatria-gioielli-magici-mano.html
A Sidone si adorava Ba'al ("Signore"), simile all'El semita,
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/la-vera-origine-di-belzebu.html
e Eshmun ("Il Nome") dio della medicina; fu adorato anche a Cartagine e a Cipro. A Biblo si adoravano El, Ba'alat e Adonis. El era il dio supremo di Ugarit e di altre città; Ba'alat era la Signora: il re e il popolo si rivolgevano di continuo a lei. Madre degli Dei, degli uomini, delle piante, Dea della fecondità, spesso raffigurata con i tratti egiziani di Iside-Hathor. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/la-dea-madre-nelle-diverse-culture.html
Adonis era il giovane dio che moriva e resuscitava periodicamente; il suo mito ricorda quello di Dumuzi. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/dumuzi-la-figlia-di-iefte-e-i.html
Reshef era il signore della luce e del fulmine, un dio originario della Siria venerato anche ad Ebla, Mari, Ugarit. Dagon era il dio semita che fece conoscere il grano e l'aratro agli uomini. Esistevano poi molti altri baal locali: Ba'al Shamem, Ba'al Malage, Ba'al Safon. Altre divinità fenicie e puniche erano Shadarpa, Horon, Sid, Sasm, Yarih (la Luna), Shamash (il Sole) (*) e altri dei già presenti nel pantheon egizio: Iside, Osiride, Horus, Hathor, Bes.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/introduzione-al-pantheon-egizio.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/gli-dei-e-le-dee-del-pantheon-egizio.html
(*) Nota di Lunaria: rimasto nell'arabo "Shams", Sole. Per un approfondimento sul Dio della Luna, vedi https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/il-dio-sumero-della-luna-e-i.html
I sacerdoti erano i "Khnm"; la loro carica era ereditaria. Nelle città principali il re era anche il sommo sacerdote. Le sacerdotesse erano le "Khnm", tutte di famiglia nobile e regale. Nei templi c'erano anche "ieroduli" ("Klb"), sia maschi sia femmini, dediti alla "prostituzione sacra" di Astarte. (Nota di Lunaria: è per demonizzare la Dea e l'omosessualità che nella bibbia si denigrano "le prostitute"
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/le-pratiche-funerarie-dei-sumeri-la.html)
Chi volesse confrontare i Fenici con i Sumeri-Babilonesi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/introduzione-alla-mitologia-sumera.html
Infine, i fenici amavano molto la musica e veniva eseguita per i riti religiosi. Un santuario, nei dintorni di Beirut, era dedicato ad un "Ba'al della danza". In Sardegna venne ritrovata un'opera rappresentante una danza fenicia eseguita da tre donne nude e un uomo (sacerdote) vestito all'egizia: i tre personaggi ballano attorno ad un meteorite (i Fenici credevano che dentro alcune pietre ci fosse la divinità e che queste rocce sacre emanassero un'energia fecondatrice)
Sulle origini pagane della Sardegna: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/sardegna-le-origini-pagane.html
Nota di Lunaria: infatti la cosiddetta "pietra nera" venerata dagli islamici NON è menzionata nel corano come "pietra di allah". Trattasi di un meteorite che in origine apparteneva alla Dea Allat
( اللات) https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/gli-uccelli-la-cammella-gli-elementi-e.html
(tra l'altro, la cornice ricorda una "mandorla" cioè c'è un riferimento alla Yoni\organi genitali femminili)
Ne abbiamo parlato qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arabia-saudita-no-per-davvero-parli-di.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/marocco-litolatria-gioielli-magici-mano.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arte-e-scultura-nellantico-yemen.html
La litolatria (adorazione delle pietre) la praticava quasi tutto il mondo, in pratica.
Dai Mongoli ai Lapponi e praticamente tutti i semiti (quindi Sì, anche pre-islamici ed ebrei): https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/siria-2-litolatria-atargatis-astarte.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-5-gli-alti-luoghi.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/campo-rotondo-e-la-litolatria.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/i-menhir-e-i-dolmen-di-arzachena.html
Qui trovate l'approfondimento sulla "pietra della Dea" e il culto degli alberi:
h1ttps://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/lartemide-di-efeso-e-la-palma.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/alberi-sacri-femminili-nellantico.html
Per approfondimenti sulla Siria, vedi:
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/siria-1-origini-archeologia-palmira.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/siria-2-litolatria-atargatis-astarte.html
Altre immagini:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/cerridwen-henwen-baubo-e-il-maiale.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/artemide.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/gerico-e-il-culto-della-dea.html |
ALTRO APPROFONDIMENTO SU TANIT
tratto da
Il nome dell'altra divinità del tofet viene vocalizzato abitualmente Tanit, ma solo per convenzione prevalente.
Su alcune stele nordafricane compare la forma consonantica "tynt"; e iscrizioni puniche in caratteri greci danno le forme Thinet e Thennit, suggerendo dunque come vocalizzazione più attendibile Tinnit; in realtà neppure la vocalizzazione Tinnit è senza riserve, perché i testi che ad essa rimandano sono di epoca tarda: non si può escludere che le forme del nome da essi documentate non siano primarie bensì evolute e provinciali.
D'altronde la vocalizzazione Tanit deriva probabilmente da una precedente interpretazione della Dea come di origine libica: il nome sarebbe composto dal prefisso ta- che esprime in libico-berbero il genere femminile e costituisce in egiziano l'articolo femminile singolare, più il nome Neith, connotazione di una Dea egiziana di natura materna e universale, con connotazioni celesti.
D'altronde la vocalizzazione Tanit deriva probabilmente da una precedente interpretazione della Dea come di origine libica: il nome sarebbe composto dal prefisso ta- che esprime in libico-berbero il genere femminile e costituisce in egiziano l'articolo femminile singolare, più il nome Neith, connotazione di una Dea egiziana di natura materna e universale, con connotazioni celesti.
Uno studioso, F.O.Hvidberg-Hansen ha dedicato a Tanit nel 1979 uno studio: egli accetta il prefisso libico-berbero femminile come componente del nome, proponendo poi che la Dea con esso combinata sia Anat; tutta l'argomentazione però è opinabile. La Dea stessa è comparsa su un'iscrizione comparsa su un'iscrizione scoperta a Sarepta e databile al VII-VI secolo. L'iscrizione dice "Statua che ha fatto Shillem, figlio di Mapaal, figlio di Izai, per Tanit-Astarte"; l'iscrizione è di gran interesse per il collegamento di Tanit con la più nota Astarte.
Passando alle attribuzioni della Dea, il titolo "Signora" ricorre quasi costantemente e con esso l'appellativo "volto di Baal" che richiama il "nome di Baal" dell'Astarte fenicia, un chiaro indizio di una connessione particolare con Baal.
In ogni caso, Tanit è simile nelle funzioni e nei caratteri all'Astarte del pantheon fenicio.
L'appellativo di "Madre" datole in alcune iscrizioni ne evidenzia la natura primaria; così nelle formule "alla madre, alla signora, a Tanit volto di Baal".
Il culto della Dea, come già quello di Astarte è legato al principio della maturità feconda della terra. Anche i simboli che l'accompagnano nelle figurazioni (colomba, melagrana, pesce, palma) indicano chiaramente le funzioni di Dea della fertilità.
Le corrispondenze classiche sono con Hera greca e con Giunone Celeste o semplicemente Celeste (Caelestis) romana, quest'ultima ampiamente attestata nell'Africa settentrionale.
Quanto alle figurazioni, è senza dubbio verosimile che le immagini femminili con le mani ai seni, riprodotte sulle stele e nelle statuette fittili, raffigurino Astarte o Tanit.
Quanto alle figurazioni, è senza dubbio verosimile che le immagini femminili con le mani ai seni, riprodotte sulle stele e nelle statuette fittili, raffigurino Astarte o Tanit.
Alle figurazioni vanno aggiunti i simboli, primo tra essi il cosiddetto "segno di Tanit", figurazioni con la mano aperta, la falce lunare, la palma, la colomba.
Nota: si tenga presente che "il saluto con la mano aperta" è ancora presente nell'induismo ed è stato scopiazzato dall'islam e tramutato nella "mano di fatima"
In conclusione, Baal Hammon e Tanit ci appaiono come le principali divinità del tofet, sulla base delle iscrizioni. Quanto ai caratteri, Baal Hammon è un Dio ancestrale, protettore della tradizione, Tanit è una Dea nutrice, preposta alla fecondità femminile, garante della crescita e della salute.
Né Baal Hammon né Tanit hanno a che fare con l'uccisione dei bambini, anche se le ossa combuste sono di bambini, dei quali è stata dimostrata l'età prenatale o perinatale. Ciò esclude un infanticidio sistematizzato; il tofet, insomma, era un luogo di sepoltura riservato ai bambini, morti almeno in parte per cause naturali prima, o al momento o subito dopo la nascita. Che in parte (per esempio nel caso di nascita in condizioni deformi) essi fossero uccisi non possiamo escluderlo, possiamo escludere però che tutti fossero uccisi. (vedi foto della pagina allegata come PROVA, visto che certi signorini di mia conoscenza fanno disinformazione sul culto a Tanit...)
Né Baal Hammon né Tanit hanno a che fare con l'uccisione dei bambini, anche se le ossa combuste sono di bambini, dei quali è stata dimostrata l'età prenatale o perinatale. Ciò esclude un infanticidio sistematizzato; il tofet, insomma, era un luogo di sepoltura riservato ai bambini, morti almeno in parte per cause naturali prima, o al momento o subito dopo la nascita. Che in parte (per esempio nel caso di nascita in condizioni deformi) essi fossero uccisi non possiamo escluderlo, possiamo escludere però che tutti fossero uccisi. (vedi foto della pagina allegata come PROVA, visto che certi signorini di mia conoscenza fanno disinformazione sul culto a Tanit...)
Approfondimento su Kubaba\Kupaba
tratto da
Kubaba - Cibele - Meter
(...) la Dea Kubaba, un nome che corrisponde esattamente al greco Kybébe. Kubaba è la Signora di Karkemish, sulle rive dell'Eufrate, ma vediamo che il suo culto si estende già nell'età del bronzo fino a Ugarit come pure tra gli Hittiti. (...) appare con i tardi Hittiti di Cilicia e giunge fino a Sardi al tempo di Creso, dove il suo nome, scritto in lidio è Kuvav. Kybébe è la trascrizione in dialetto ionico. (...) A Sardi, Kuvav sembra in relazione con leoni, orafi ed elementi dionisiaci. (...) Kybebos appare come un nome per identificare un seguace di Kybébe; i Greci più tardi li chiameranno "metragyrtai", ed erano sacerdoti itineranti consacrati alla Dea. (...) I Frigi veneravano una Grande Dea raffigurata sulle facciate di pietra, a volte in piedi fra due leoni e in rapporto con la lavorazione del metallo. Un'altra immagine della Dea assisa in trono, accompagnata da musicanti, proviene da un portale di Bogazkoy. (...) Matar Kubile corrisponde al greco Méter Kybéle. Il culto della Dea Madre frigia fu adottato dai Greci quando ebbero i primi contatti con i Frigi, intorno al 700 a.C. (...) Il nome Kybàla compare su un coccio del VII secolo proveniente da Locri nell'Italia meridionale. (...) Non si deve dimenticare che c'era una "Mater Theia", una Madre degli Dei, adorata già nel periodo miceneo. A Cnosso, il santuario di Demetra può essere il successore di tale culto.
Gli elementi decorativi della stele di Kupaba (o Sacerdotessa/Regina divinizzata) ritornano anche in altre Dee: i fiori, per esempio, sono attributo di Lakshmi (Dea della bellezza e della fortuna), e sono tipici anche dell'arte etrusca. Il corno o falce di luna del copricapo erano un attributo di Astarte e di Proserpina; la spirale è presente anche nell'Astarte fenicia; lo specchio era usato dalle Sacerdotesse Etrusche; il melograno era attributo di Persefone...