Ishtar!

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La Dea Ishtar è la più grande Divinità femminile del pantheon akkadico; tuttavia le sue caratteristiche connesse originariamente agli aspetti fertili della natura e dell'uomo (da riconoscere anche nella sumerica Inanna) ne hanno mitigato la personalità, spesso assorbita dalle singole divinità locali. è la Dea dell'amore e viene rappresentata come simbolo dell'Amore puro, come Amante, Sorella, Sposa, Madre di più Divinità, Universale Genitrice, dall'amore ardente e versatile, padrona delle cortigiane sterili.
Con il II millennio Ishtar assume anche le caratteristiche di Dea della guerra, dall'attitudine bellica, dal carattere avido e dall'aspetto virile. Non mancano riferimenti al suo ruolo di protettrice dinastica delle città a Lei più care; è spesso ricordata mentre dona al re lo scettro, il trono e le insegne regali che Lei stessa proteggerà dal nemico.


La sua trasposizione nel mondo astrale la identifica in Venere, la più brillante delle stelle, spesso rappresentata tra il Sole e la Luna.
è spesso raffigurata, nelle sue forme più tarde, nuda mentre sorregge i propri seni, come dispensatrice di fertilità o come Dea armata con lunga gonna striata tenendo in mano i simboli bellici che le appartengono, nel suo aspetto guerriero.
Il suo amore con Dumuzi è ampiamente trattato nella lirica sumerica. A Lei sono dedicati numerosi inni e canti che ne esaltano le singole e variegate caratteristiche in particolare conosciute in "L'Esaltazione di Ishtar" e "La discesa di Ishtar agli Inferi"






  
ALTRO APPROFONDIMENTO tratto da



Nell'antico testamento c'è uno scritto che in altri contesti verrebbe riconosciuto come un poema d'amore erotico. Nel "Cantico dei Cantici" leggiamo di una bellissima sulammita, "l'asfodelo della pianura\il giglio degli acquitrini"; di questa donna vengono lodate le labbra, le mammelle, i profumi: "è bello i tuoi profumi respirare\pernotta tra i miei seni", le parti intime: "L'Amato mio toglieva dal buco la sua mano e le mie cavità muggivano per lui"; "Io sono del mio Amato\sento il suo desiderio su di me".
Qualcuno potrebbe chiedersi che ci fa un poema erotico nella Bibbia, testo che per tutte le altre pagine parla di donne tentatrici o donne stuprate o fatte a pezzi?
Gli studiosi pensano che questo libro sia un simbolo per parlare di Jahvè che prende Israele come sua sposa, quindi nel suo amore; ma in tutto il testo non viene citato il nome di Dio. Ci sono versetti che
celebrano il corpo femminile: "la tua vulva è un alambicco curvo\di liquore odoroso non è mai secca\una manata di grano in un roseto\ti giace in mezzo agli inguini".
In quest'altro passaggio, si parla del ritorno della Primavera, tema tipico della religione pagana: "I fiori spuntano sulla terra\la voce della tortora (*) vaga per le campagne"
Ma del resto, l'antico testamento venne rimaneggiato dai vari sacerdoti maschi che adattarono il testo alla loro visione teocratica. Il "Cantico dei Cantici" [che non è da escludere fosse stato composto da una donna malgrado sia stato attribuito a Salomone] è più un inno che celebra la sessualità femminile [mentre negli altri libri della bibbia troviamo scene di guerra, dominio, massacro]
"Il Cantico dei Cantici" venne incluso deliberatamente nella bibbia [e in altri libri si trovano notizie sul culto della Regina dei Cieli. Vedi approfondimento a fine scritto] e probabilmente in origine era un canto sacro dedicato ad Ishtar, che venne prima annacquato dai riferimenti troppo espliciti alla Dea e poi incorporato nella Bibbia per "cucirlo" sopra Jahvè, dove l'immagine prevalente di Jahvè è quella del dio mascolino conquistatore e castigatore o del marito che punisce la moglie-Israele adultera. (**)


RIPORTIAMO UN ALTRO COMMENTO, PER DIMOSTRARE CHE NEL "CANTICO DEI CANTICI" CI SONO RIFERIMENTI, PER QUANTO ANNACQUATI, AD ISHTAR, E OVVIAMENTE RIPORTIAMO PROVE FOTOGRAFICHE A FINE SCRITTO, PRIMA CHE QUALCUNO DICA CHE "NON è VERO NIENTE! TE LO STAI INVENTANDO TU! NON HAI MAI LETTO UN LIBRO!!! NON CITI MAI LE FONTI!"

"Questo libro, che non parla di Dio e che usa il linguaggio di un amore passionale, ha sempre meravigliato gli esegeti. Nel I sec. d.c in ambienti ebraici, sorsero dubbi sulla sua canonicità [...] Non esiste libro dell'antico testamento di cui siano state proposte interpretazioni più divergenti. La più recente cerca l'origine del Cantico nel culto a Ishtar e di Tammuz e nei riti di matrimonio divino, di ierogamia, compiuti dal re, sostituto del Dio. Un tale rito, mutuato dai Cananei, sarebbe stato praticato anticamente nel culto di Jahvè e il Cantico sarebbe il manuale, rivisto e corretto, di questa liturgia. Questa teoria, cultuale e mitologica, non può essere dimostrata ed è inverosimile. Non si può pensare che un credente israelita abbia spurgato questi prodotti di una religione della fecondità soltanto per tirarne fuori canti di amore. Se vi sono somiglianze di espressione tra gli inni a Ishtar o a Tammuz e i poemi del Cantico, è perché gli uni e gli altri usano il linguaggio dell'amore."

Infine concludo con una curiosità esegetica che manda fuori di testa i cristianucoli misogini.
Per chi non lo sapesse, il dio Jahvè veniva chiamato con nomi diversi, ovviamente ripresi dagli altri Dei; comunque, uno di questi nomi, El Shaddai\Shadai, è femminile: "Shad" significa "seno" in ebraico, quindi il titolo andrebbe tradotto come "Col*i che ha il seno", "Col*i che nutre col seno".


(*) La colomba era un simbolo pagano associato alle Dee
(**) https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/gerico-e-il-culto-della-dea.html

Dal punto di vista musicale, Ishtar, insieme a Lilith, Ereshkigal, Diana, Ecate, è una Dea molto citata nel Black Metal (e non solo)

Vedi, per esempio, canzoni come queste:






Inoltre, ricordiamo un paio di band che hanno scelto Ishtar come loro monicker: gli Ishtar



e i Gates of Ishtar