Ecate, la Dea dei Crocicchi, Ecate Trivia, Ecate, Dea Lunare, ma non passiva, connessa anche alla menopausa, alla fertilità, al ciclo della vita. Ecate Trina: della fanciulla, della madre e dell' anziana: Luna Nuova, Luna Piena, Luna Nera (o Calante). Passato, Presente, Futuro.
Ecate è la Dea che con i suoi tre volti vede nelle pieghe del Tempo. Altre due Divinità lunari erano Selene e Artemide (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/artemide.html).
Sulla Trinità come concetto PAGANO, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/la-trinita-e-pagana-d.html |
“Celebro Ecate trivia, amabile protettrice delle strade, terrestre e marina e celeste, dal manto color croco, sepolcrale, baccheggiante con le anime dei morti, figlia di Crio, amante della solitudine superba dei cervi, notturna protettrice dei cani, regina invincibile, annunciata dal ruggito delle belve, imbattibile senza cintura, domatrice di tori, Signora che custodisce le chiavi del cosmo, frequentatrice dei monti, guida, ninfa, nutrice dei giovani, della fanciulla che supplica di assistere ai sacri riti, benevola verso i suoi devoti sempre con animo gioioso.”
Esiodo canta Ecate come "Regina delle Stelle", "Figlia della vergine madre Asteria (stellata)" "Regina del Cielo".
è Una e Trina; viene rappresentata con tre facce, intenta a reggere una torcia, una chiave e un serpente.
Penso che siano simboli ancora chiari, nel 2019: la torcia, illumina: Ecate porta conoscenza; è la Sapienza Divina. La chiave, apre le porte del mistero o dell'Ade.
Ovviamente i cattolici hanno rubato il simbolismo della Chiave per metterla al loro papa...
Il serpente è legato a tutto ciò che è ctonio, autosufficiente, eterno, che si autorigenera (potremmo vedere un parallelo con l'Ouroboros: "La mia fine è il mio inizio"). (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/nu-wa-e-il-serpente.html)
Un'altra rappresentazione, la vuole con tre teste: una di cane, una di serpente, una di cavallo.
Nei tempi antichi, venivano lasciate delle offerte di carne ai crocicchi (che sono un luogo sacro anche agli Dei AfroBrasiliani Exu e Pomba Gira); anche i cani le venivano sacrificati (è probabile che questo indichi un'origine non greca, e molto più antica, per questa Dea, essendo i cani abbastanza al di fuori della mentalità religiosa greca).
Il cane era l'animale sacro di Ecate, il cane (Cerbero, Custode dell'Ade) come guida verso l'Oltretomba, e che latra alla Luna, per chiamare la Dea. Come sulla carta del Tarocco XVIII.
(https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/esoterismo-15-larcano-della-luna-e.html)
Ai crocicchi, le statue di Ecate, proteggevano i pellegrini e i viandanti in viaggio.
Alcuni nomi di Ecate:
Chtonia (Del mondo sotterraneo) Antaia (Colei che incontra) Apotropaia (Protettrice) Enodia (La Dea che appare sulla via) Kourotrophos (Nutrice di fanciulli) Propulaia/Propylaia (Colei che sta davanti alla porta) Propolos (Colei che serve) Phosphoros (Portatrice di luce) Soteira (Sapiente) Triodia/Trioditis (Che frequenta i crocicchi) Klêidouchos (Che porta le chiavi) Trimorphe (Triplice)
Come è da aspettarsi, il cristianesimo ha visto in Ecate una manifestazione diabolica e satanica.
Essendo legata ai crocicchi e alle strade, e metaforicamente alle possibilità di scelte delle vie\percorsi nella vita, è una Dea che rappresenta la libertà di scelta (potremmo persino fare un collegamento col discorso della Libertà e della Scelta caro a Sartre e ad altri Esistenzialisti!). Anche in alcuni Tarocchi sullo sfondo vediamo spesso vie e sentieri: il destino dell'uomo, le sue scelte.
Ovidio celebra Ecate nei “Fasti”:
“… Le facce di Ecate si volgono verso tre parti / perché guarda i crocicchi che si dividono in tre strade… ”
Anche il coltello è un simbolo di Ecate: taglia il cordone ombelicale ai neonati, accompagna nella morte, scindendo il corpo dallo spirito. Accompagna le anime nell'Oltretomba, ma accompagna anche alla nascita, l'entrata nella vita. è una Dea psicopompa, legata al potere di viaggiare nel mondo degli umani e in quello dei morti.
Siccome Ecate era associata alla Luna Calante, era connessa anche con la menopausa, per esteso, alla Matriarca (figura che manca totalmente nelle religioni patriarcali).
La Matriarca non è più fanciulla ingenua, né donna in evoluzione: è saggezza, è introspezione, è esperienza. Non più legata alla "condanna" della gravidanza, è potere e godimento sessuale allo stato puro (pensiamo alla nostra società, che invece vede nella "donna vecchia" solo un peso e una cosa da buttare!). La Matriarca ha vissuto la pienezza della vita, e si prepara alla morte (la fase conclusiva della vita materiale). La Matriarca è guida, è sciamana, è guaritrice.
Relativamente al danno che il cristianesimo ha portato alla condizione spirituale/materiale delle donne, non dobbiamo considerare solo quello per le donne giovani, ma anche quello per le donne anziane: mancando l'idea/modello di una "Madonna vecchia", invecchiata come il resto delle donne, ma celebrata solo come vergine-madre perennemente giovane (e bellissima!) ecco che il ruolo della Matriarca/Donna Anziana e Saggia viene annullato. Alle donne anziane, ormai "inutili" secondo i precetti patriarcali, non resta che l'oblio, di fronte invece alla considerazione enorme del patriarca.
Non esiste alcuna figura femminile di saggezza, di sapienza, di riferimento nella quale immedesimarsi: alle donne resta solo la degradazione delle figure come le mogli dei patriarchi (Sara), obbedienti ai mariti, nelle quali "immedesimarsi"!
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-crone-laspetto-terrifico-e-saggio.html
Ma, ed è importante farlo notare, anche l'idolatria che si porta ad una "madonna giovanissima e bellissima" è una forma di misoginia: infatti, ad essere celebrata non è una ragazza o giovane donna come tutte, a prescindere che si abbia l'imene, ma una concezione umiliante di giovane donna, ritenuta "degna e stimabile" solo perché "ha miracolosamente mantenuto un imene intatto anche dopo aver partorito" e "ha concepito senza piacere sessuale, e senza coito"
Nell'ideologia cristiana, la vecchiaia maschile è associata a dio, è un suo attributo, per meglio lasciare intendere che chi guida la sua religione in terra... dev'essere vecchio come lui.
Ma non esiste affatto una rappresentazione di Dea Matriarca o Dea Anziana nel cristianesimo e l'unica figura femminile che c'è, maria, non è neanche celebrata in quanto donna comune, vera, con una biologia naturale, ma è celebrata come ideale femminile perennemente giovane, fresco e bello; il che, oltre ad essere offensivo nei confronti di tutte le donne vere (destinate ad invecchiare e non per questo meno valide di un "imene mariano giovane, fresco e intatto") rientra pure nell'idolatria della bellezza fisica (peraltro, biancocentrica, pur essendo gesù e maria "dei mediorientali"...) concepita come "qualità che dio scelse per se stesso e per sua madre".
Ovviamente chi ha un barlume di razionalità e non si lascia gabbare dai santini cattolici, farà notare che
1) Non sappiamo minimamente che aspetto avessero gesù e maria.
2) Raffigurarli come belli è lusingare una certa estetica materiale; lusingare l'estetica è idolatria di sé o dell'apparenza.
Nulla di male, ma le religioni che lusingano l'estetica e la cura di sé (quindi il culto della materialità, della corporeità) sono il Paganesimo (gli Dei greci sono bellissimi e raffigurati come tali: Venere, Apollo...) e il Satanismo Razionalista, che verte sul culto di Sé.
I cristiani cattolici, quindi, se fossero coerenti con quanto sostiene la loro religione (il disprezzo di tutto ciò che sia terreno, come insegna il loro messia gesù, a favore del "tesoro del regno dei Cieli"... l'idolatria della povertà, della rinuncia, dell'odio di sé: vedi il "discorso della montagna"), non dovrebbero affatto idolatrare due supermodelli di bellezza terrena, ma raffigurarseli brutti e deformi esteticamente, perché è il corpo la sede del peccato, e ciò che conta - secondo loro - è l'anima.
Curiosamente tale precisazione teologica venne fatta anche da alcuni padri della chiesa secondo i quali... gesù doveva essere statao deforme (!) perché in Isaia il "figlio dell'uomo" è descritto come un vilo servo.
San Giustino, Clemente Alessandrino e Eusebio di Cesarea immaginavano il loro dio gesù cristo come deforme (!) e logicamente, questo andava a rivedersi anche per maria (brutta pure lei, per poter partorire un gesù deforme...). Difatti, la bellezza, il fascino, la perfezione estetica, dal punto di vista di certi padri della chiesa piuttosto pessimisti e avversi al corpo, erano qualità da attribuirsi al Maligno: il dio cristiano, quindi, l'opposto del Diavolo, avrebbe, logicamente, dovuto preferire la bruttezza corporea.
Ritorniamo ad Ecate:
Ecate era Dea Lunare, come si è detto, ma non passiva. Essendo una Dea Notturna, era connessa alle Tenebre, e quindi anche alla distruzione e al terrore dell'ignoto. Sotto questo punto di vista è una Dea che rappresenta il Femminile oscuro, come Kali, Morrigan o Lilith.
Si pensa che Ecate fosse in correlazione con la Dea Egizia Levatrice, Heket, che invece era legata alle rane: la Dea Heket, Dea Rana, anfibia, umida, con le gambe aperte, dalle quali fluisce la vita. (*)
In questo caso, credo la si possa associare soprattutto al Tarocco della Stella (**), dove la fanciulla lascia scorrere l'Acqua di Vita.
Su alcuni simulacri dedicati alla Dea Heket sono state trovate alcuni iscrizioni: "Io sono la resurrezione" - molto prima di cristo.
(*) Un'altra Dea Rana è Dzalarhons, Dea adorata sulla Costa Pacifica e connessa anche ai vulcani.
(**) Una grande e luminosa stella con 8 raggi (come quella rappresentata sul Tarocco XVII, "La Stella") rappresenta Venere, che brilla di luce riflessa. Le più antiche rappresentazioni di Ishtar (conosciuta poi nell'area mediterranea come Astarte) la rappresentano con il suo emblema: la stella ad 8 punte (che spesso i cattolici hanno rubato e usato per la loro "madonna"); Venere è il pianeta più luminoso dopo il Sole e la Luna e quindi viene considerato "bello", "femminile".
Venere è appunto la Dea dell'amore, della bellezza e si può rivedere nella donna del tarocco XVII che versa l'acqua una raffigurazione di Afrodite Urania, la Dea dell'amore puro e non l'Afrodite dell'amore carnale. Afrodite\Venere inoltre aveva anche un aspetto di Dea floreale, Signora dei giardini e della vegetazione; per questo il verde era il suo colore.
Ovviamente, il cristianesimo relegò Ecate al ruolo di "Dea delle streghe", di tutto ciò che è diabolico. Non potendo accettare che l'aspetto della vita, della Resurrezione, della Rigenerazione perpetua fosse affidata ad una Dea, ecco che Ecate viene dipinta come "diavolessa". Le sue sacerdotesse vengono dipinte come streghe orripilanti e malefiche. I riti di venerazione della Dea vengono associati ai sabba (tipico del cristianesimo: fare di tutta l'erba un fascio, e di tutti gli Dei "degli altri", un unico "Diavolo"...)
Possiamo adorare ancora Ecate (ovvero, Noi Stesse)? Sì, se la invochiamo come una Dea che ci aiuti nel passaggio nelle varie fasi della vita, nelle quali dobbiamo compiere delle scelte (e ci troviamo fermi ai crocicchi della vita).
Ecate aiuta a fare scelte, a meditare sulle fasi della vita: dimenticare ciò che non ci appartiene più, ed entrare in una nuova fase, trasmettere conoscenza, meditare. Essere donne complete, nelle tre fasi della nostra vita: giovinezza, maturità, vecchiaia, ma sempre Dee, esattamente come Ecate, Una e Trina.
Infine, Ecate è molto citata nella musica Metal e Pagan Folk:
Wendy Rule (https://www.youtube.com/watch?v=6bY1s3of4Hk), i Necromantia (https://www.youtube.com/watch?v=H-w_uf-owmM), Tenebra Arcana, Opera IX e i Kawir (https://www.youtube.com/watch?v=vP1vY-J67w4) hanno dedicato ad Ecate delle canzoni:
"Ecate Mater Nocte" dei Tenebra Arcana
Leggete l'intervista qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/intervista-ai-tenebra-arcana.html
Opera IX: "Ecate"
Alcune fotomanipolazioni che avevo fatto anni fa sul simbolo di Ecate:
APPROFONDIMENTO tratto da
Brimo ed Ecate nel commento di Kàroly Kerényi
Siamo veramente sicuri che lo Hermes della mitologia primordiale, di cui stiamo parlando, fosse anche anteriormente a quella scena già un essere univocamente maschile? Molto più probabile è il contrario. Quale sua sorella, figlia di Uranos e di Hemera, è nominata Afrodite. La sua nascita dal Dio del cielo è documentata anche da un altro racconto di stile mitologico-primordiale che si trova in Esiodo. Il suo splendore si accorda bene con la natura luminosa di Hemera, mentre molto meno vi si concilia l'essere notturno di Hermes. L'essere primordiale androgino, che da Teofrasto in poi è noto sotto il nome di Hermaphroditos ed è concepito come figlio di Hermes e di Afrodite, appare nel culto cipriota della Dea come suo aspetto maschile: Aphroditos. L'essere primordiale Hermes non aveva bisogno di una particolare storia amorosa con Afrodite, per generare con lei Eros: egli le aveva come proprio aspetto femminile che forse era anche l'aspetto dominante prima che la natura maschile fosse in lui eccitata.
Ma chi era la Dea primordiale, la grande "evocatrice"? Cicerone ci trasmette due nomi: Persefone e, quale madre di Eros da Hermes, la prima Artemis. Un terzo nome, la cui portatrice unisce quelle due figure in una sola figura primitiva trimorfa, viene rammentata da Properzio, che precisa anche il luogo di scena delle nozze primordiali: Mercurio sacris fertur Boebeidos undis virgineum Brimo composuisse latus.
"Presso le sacre acque del lago Boibeide, si dice, avrebbe messo Brimo il suo corpo verginale al fianco di Hermes".
Brimo è la grande Dea Greca-settentrionale che dalla città tessalica Pherai prendeva anche il nome Pheraia e poteva esser identificata sia con Demeter e con Persefone, sia con Artemis Hekate, dato che essa conteneva in sé tutte queste figure come in nocciolo. Nella sua sfera regionale si trovava il luogo, il cui nome in forma dialettale, significava "proprio di Phoibe", proprietà appunto della prima Artemis.
E nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, Brimo è così cantata:
"E non già pria di sette volte Brimo
aver chiamata, Brimo Dea nutrice
de' fanciulli, nottivaga, nell'imo
suol sedente, su' morti regnatrice;
e ciò di notte nel bujor più opimo,
e in negra veste, e in far dalla radice
crollar, tremar la terra, allor che franta
svelgea dal suolo la Titania pianta"
Tra tutte le forme classiche di quella Dea della mitologia primordiale che ha portato alla luce Hermes, quale prototipo dell'amante segreto, Hekate è quella più ermetica.
Quale Angelos anch'essa doveva essere alata, come il suo alter-ego puramente celeste, Iris. Anch'essa guida gli spiriti come Hermes ed è raffigurata presso i crocicchi, negli Hekateia costruiti su base triangolare, in una forma altrettanto isolata nel mondo classico, che quella delle erme quadrangolari sulle strade. Esattamente come Hermes, anch'essa riceveva lì sacrifici di focacce e di incenso ad ogni luna nuova. Essa, con lui, protegge le porte e, sempre insieme con lui, porta ricchezza nelle stalle. Non meno di Hermes, essa è connessa con la fecondità (...) La grande Dea che presso il lago Boibeide ha chiamato a vita il primo spanditore di anime, è, essa stessa, sotto molti nomi e molte apparenze, una madre delle anime e una regina degli spettri: quale Hekate, quale Rhea Kybele (la forma microasiatica dell'Artemis primordiale) quale Demeter, quale Persefone.
Riporto anche Adrastea (Adrasteia, Adrestea, Adrestia) un'antica Dea degli alberi o della montagna (in Frigia, attuale Turchia), collegata anche alla Giustizia Ultraterrena, associabile a Nemesi.
"Con il nome di Adrastea, la trasfigurazione di una divinità degli alberi, ninfa del frassino e nutrice del sommo Zeus.
Plutarco di Cheronea ha scritto un opuscolo dal titolo "Perché la giustizia divina punisce tardi", dove parla di castighi inflitti nell'altro mondo e di un luogo dove operano Dèi o semidèi a danno di quelli che hanno operato il male nella vita sulla terra. Egli si esprime così: "Tespesio disse che la Dea Adrastea, figlia di Giove e della Necessità, aveva nell'altro mondo i pieni poteri di castigare ogni sorta di delitti, e che mai nessun colpevole, grandi o piccole che fossero le sue colpe, era riuscito per forza o per astuzia ad evitare la pena meritata. Aggiunse che Adrastea aveva ai suoi ordini tre esecutrici, tra le quali era diviso il compito dell'esecuzione dei castighi. La prima si chiama Poiné (= la pena, il castigo). Essa punisce in modo lieve e rapido coloro che in questa vita sono già stati puniti materialmente nel corpo e chiude benevolmente un occhio su tante cose che meriterebbero un'espiazione."
APPROFONDIMENTO
Traduzione delle parole in greco (ovviamente non le ho fatte io :P ma una persona che lo ha fatto al posto mio, su mia richiesta)
ma via quel sorriso beffardo dalla faccia, miei cari cristiani "dei piani alti".
Vero, potete vantare un'unica superiorità intellettuale su di me (io ancora non so leggere il greco, mentre voi sì) ma prima o poi mi metto lì ad impararlo... Tranquilli, che ho già pronta la playlist di band Black greche da cui imparare la pronuncia
Vero, potete vantare un'unica superiorità intellettuale su di me (io ancora non so leggere il greco, mentre voi sì) ma prima o poi mi metto lì ad impararlo... Tranquilli, che ho già pronta la playlist di band Black greche da cui imparare la pronuncia
Per cui godetevi ancora la vostra superiorità parlando di "lingua greca"... tanto se mi ci metto di picca (come direbbe Mirandolina xD) imparo a leggere il greco nel giro di qualche settimana, quindi state in campana