Eva-Heba come Magna Mater

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Per meglio comprendere la natura e il significato della vergine Maria è utile ricollegarla con la sua antenata Eva. (1)

Maria interpreta aspetti differenti e opposti ad Eva. Alla disobbedienza della prima che violò il divieto di non mangiare dall'albero, si contrappone l'obbedienza della seconda che si rimette a una volontà superiore; (*) fu sedotta e superba la prima, non seducibile e umile la seconda; alla caduta nella fisicità e nella materialità della prima fa fa contrappunto la spiritualizzazione della seconda (2); alla fertilità di Eva ("partorirai nel dolore") fa da eco la maternità di maria ["che ha partorito senza dolore", per la fantasia cattolica]; fu madre dell'uomo la prima, madre di dio la seconda; se Eva spalanca l'abisso degli inferi, la vergine introduce al paradiso (ianua coeli - la porta del cielo) [sì, con la donna terrena chiamata "ianua diaboli", la porta del demonio, però]

(1 )Nota di Lunaria: sì, questo ritornello teologico del "Maria la nuova Eva" è stato il cavallo di battaglia di Ireneo.

"Come quella (Eva) era stata sedotta dal discorso di un angelo, in modo da sottrarsi a Dio trasgredendo la sua parola, così questa, cioè maria, ricevette la buona novella da un discorso di un angelo, in modo da portare Dio, obbedendo alla sua parola (...) E come il genere umano era stato assoggettato alla morte da una vergine, ne fu liberato da una vergine; così la disobbedienza di una vergine è stata controbilanciata dall'obbedienza di una vergine"
 "(...) Sant'Ireneo, pone in evidenza il contributo di maria all'opera della salvezza (...) l'antitesi perfetta della disobbedienza e dell'incredulità di Eva"
Peraltro si noti che se "Maria è la nuova Eva", Cristo è considerato "il nuovo Adamo"; il simbolismo sarebbe anche accettabile (ce lo faremmo andare bene...) SE PERò Cristo e Maria fossero messi sullo stesso piano.
In realtà Maria-nuova Eva è SOTTOMESSA E SOTTOPOSTA al cristo-nuovo Adamo. 

Infatti:



INGRANDIAMO:




"il piano divino, pur attribuendo a cristo, nuovo Adamo, il posto eminente e unico che conviene al figlio di dio, gli ha messo accanto una nuova Eva, a lui sottomessa certo, e sotto la sua dipendenza, ma nondimeno a titolo di vera cooperazione". 

"(...) consacrò totalmente se stessa quale ancella del signore alla persona e all'opera del figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di lui e con lui"


RIPETO:

dal punto di vista di dogma cattolico, Maria non è sullo stesso piano e livello di cristo. Non lo è, e mai lo sarà.
Non esiste - nel cristianesimo tutto - il concetto di parità maschio-femmina. Non solo Maria è la serva sottomessa del Signore (e lo sarebbe comunque, se anche san paolo non avesse ribadito che la femmina deve obbedire al maschio) PERCHé LEI STESSA DICE DI ESSERLO E PER BEN DUE VOLTE:





ma appunto, lo stesso concetto è ribadito da paolo a corinzi ed efesini... Ma anche se san paolo non avesse detto quelle frasi misogine sulla moglie che deve stare in silenzio e deve stare sottomessa al marito, perché l'uomo è suo capo (ed è la gloria di Dio, mentre la donna non è gloria di Dio), lo stesso simbolismo del Dio Padre e del redentore maschile Gesù CAUSA E PROMUOVE IL SESSISMO. Infatti:


Mary Daly osservava che:

"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."

"L'ideologia cristiana presenta una distorsione prodotta dalla gerarchia sessuale e che la convalida, palese non solo nelle dottrine relative a Dio e alla Caduta ma anche in quelle relative a Gesù [...] Una logica conseguenza della liberazione della donna sarà la perdita di credibilità delle formule cristologiche che riflettono ed incoraggiano l'idolatria verso la persona di Gesù [...] Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni. Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")


"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."

"Io ritengo che un altro ribaltamento sia l'idea dell'incarnazione redentrice unica nella forma di un salvatore maschio perché questo è precisamente impossibile. Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."


Maria non è paritaria (o superiore) a Cristo, MAI, MAI, MAI. Cristo e Maria sono gli stereotipi sessuali, gli archetipi del maschio e della femmina in un contesto patriarcale, che conferiscono una polarità sessuale dove il maschio impersona il dio (quindi la gloria, la potenza, l'attività...) e la femmina impersona la non-divinità, la passività, l'obbedienza.
  
"Consacrò totalmente se stessa quale ancella del signore alla persona e all'opera del figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di lui"



  
"(...) a  Maria non resta che abbandonarsi con totale felicità all'onda della gioia e della grazia e lo fa proclamandosi ancella, serva, che non ha alcun motivo di contrastare la volontà del suo signore; d'ora in poi, essa non avrà altra preoccupazione che essere docilissima ai suoi voleri, nelle sue mani, come era, in antico, una serva in dominio del padrone"

(2) difatti Maria non è una donna carnale.

C'è da dire però che negli ultimi anni qualche isolato teologo sinceramente dispiaciuto per la misoginia veicolata dalla teologia cristiana, ha fatto qualche tentativo di "femminilizzare Dio" dando spazio ad una teologia della maternità di Dio e\o all'amore di Maria visto come "riflesso dell'amore di Dio".

PER ESEMPIO, BOFF AVEVA PROPOSTO DI DIVINIZZARE MARIA: 

"Se il maschile è divinizzato nel Cristo in forma piena e diretta, non potremmo sperare che il femminile sia nell'ordine dell'essere divinizzato come lo è stato il maschile in forma piena e diretta?" Secondo Boff, spetterebbe allo Spirito Santo divinizzare il femminile alla fine della storia, ma dandone un'anticipazione escatologica nel mistero della Vergine Maria. Boff ha proposto una sorta di "unione ipostatica tra Spirito e Maria", avvenuta al momento del "fiat": Maria, secondo l'ipotesi di Boff, sarebbe stata "ipostaticamente assunta dalla Terza Persona della Trinità" e non si troverebbe più "sotto Gesù" ma "al lato", essendo "elevata al livello di Dio per poter generare Dio". 

DICIAMO SUBITO che la teologia di Boff non è "Teologia ufficiale della chiesa cattolica" ed infatti è stato aspramente criticato. Comunque, per correttezza, ho riportato il suo tentativo teologico.

  
Il nome ebraico "Hawwa" (Eva) per la genesi significa "madre di tutti i viventi" e secondo Graves e Patai potrebbe essere la trascrizione ebraica della Dea Hittita Heba, moglie del dio-uragano. Seguendo flebili tracce linguistiche forse è anche omologa alla greca Ebe (madre di Eracle). Hawa-Eva-Heba appartiene in ogni caso all'arcipelago delle Grandi Dee delle origini (Ishtar, Iside, Afrodite, Venere, Cibele...). Esse furono immagini della Magna Mater e vennero immaginate come madri di tutte le forme viventi e di tutti gli esseri umani. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/la-dea-madre-nelle-diverse-culture.html
 in più, anche Ishtar aveva le ali (allegoria per indicare molte braccia?): https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ishtar.html
come Lilith: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/lilith.html
che si sostiene anche lei su due felini ed è accompagnata da due civette (uccelli)… 


https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/uccelli-ditalia-e-il-simbolismo-antico.html





METTIAMO LE PROVE FOTOGRAFICHE, PRIMA CHE QUALCHE CRISTIANO STARNAZZI DICENDO CHE "ME LO SONO INVENTATA IO"






I primi studi psicoanalitici di Rank e di Reik accolsero gli indizi essenzialmente extrabiblici a sostegno dell'ipotesi che Eva fosse la madre di Adamo e che quindi fosse la madre di tutti i viventi senza alcuna eccezione (Nota di Lunaria: purtroppo non ho mai letto l'opera di questi due studiosi e non posso commentare ulteriormente, ma se è ancora reperibile nelle biblioteche cercherò di riportarla anche più in là, come fonte)


Statuetta della Dea di Arinna (col bambino in braccio), Dea Hittita del Sole; peraltro Heba\Hebat potrebbe proprio essere lei!




Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/amaterasu-e-limperatore.html

A voler seguire Neumann, Eva appartiene alle dimensioni più ancestrali dell'archetipo femminile: la madre di tutti i viventi è anche colei che, nella sua colpa, trasforma gli uomini in mortali 
(Abbiamo parlato di Neumann qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/la-luna-simbolismo-2.html)

Nota di Lunaria: sì, a voler essere elastici nei collegamenti, qui riecheggia l'idea della Grande Madre che dà e toglie la vita; questo concetto peraltro è presente ancora nell'Induismo; Dee come Shitala
 sono Malefiche e Benigne allo stesso tempo; difatti Shitala è la Dea che porta il vaiolo e allo stesso tempo, lo fa guarire. 

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/lasino-e-seth.html
Esistono altre Dee indù che hanno questa valenza, di mediatrici (o meglio "pesatrici") della vita e della morte, secondo il loro "capriccio", o meglio, che riassumono in sé gli opposti. Vedi per esempio Oladevi (Dea del colera), Jyestha, Dea indù della povertà  o Dhumavati, la Vecchia, la Vedova, Colei-che-indossa-un-sudario e dimora nei forni crematori
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/dhumavati-una-dea-molto-doom-metal.html


In tal senso, il fatto che Eva sia caricata con questo dualismo vita/morte potrebbe essere un indizio che lascerebbe intendere che "forse" anche gli ebrei all'inizio adoravano una Dea della vita e della morte. Poi, che il monoteismo non butta via mai niente, ma tutto clona e perverte io già lo so... 😒
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/gerico-e-il-culto-della-dea.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/gli-uccelli-la-cammella-gli-elementi-e.html

La psicologia analitica è solita ravvisare nelle figurazioni femminili della Magna Mater, come Eva e altre Dee delle origini, la rappresentazione dell'inconscio primigenio: come la Madre di tutti gli esseri genera ogni successiva forma di vita, analogamente l'inconscio dà origine a ogni forma di esperienza psichica [...] Questo aspetto della Vergine è anche presente nell'Alchimia; Fulcanelli dirà: "la Vergine Madre non è altro che la personificazione della sostanza primitiva". Eva è anche la formazione dell'individualità (e della disobbedienza ai "superiori"), materica e fisica, in un certo senso, anarchica. Anche Elena rappresenta una donna che presiede ad esperienze estetizzanti/estetiche, ma ancora segnate dalla fisicità; la vergine Maria, secondo von Franz, "solleva l'amore all'altezza della devozione spirituale", mentre Sophia simboleggia la "Sapientia" divina.
Da Eva fino a Sophia, un universale femmineo costella l'esperienza psichica. Come disse Goethe: "l'eterno femminino ci trae verso l'alto", un eterno femminino, presiede, cioè, alla nostra elevazione di uomini [...] Questa forma di coscienza è molto evidente nel neonato, il cui mondo esperienzale coincide col corpo della madre. Conoscenza ed esperienza passano per essere accudito, nutrito, carezzato, che sono momenti fondamentali nei quali il bambino entra in contatto con il corpo-mondo della madre.



APPROFONDIMENTO

Le stesse teologhe o comunque simpatizzanti per il cristianesimo che non lo abiurano, devono riconoscere che:

"Ciò che è d’importanza fondamentale per il nostro discorso è che Dio viene identificato col polo maschile di queste dualità. Così dal lato positivo e superiore abbiamo Dio, spirito, ragione, storia, uomo e dal lato negativo e inferiore  mondo, natura, corpo, caducità, donna. Dorothee Soelle afferma che la distanza tra Creatore e creatura è stato tradotta nei termini della dicotomia sessuale in modo che al maschio vengono attribuite caratteristiche “divine” e alla femmina caratteristiche “del mondo”. Ovvero “il concetto ontologico è utilizzato in modo sessista”.
Questo significa che tutto ciò che appartiene alla sfera del divino è declinato al maschile E SOLO AL MASCHILE,
e tutto ciò che appartiene alla sfera del creato e della materia (con le sue bassezze) viene declinato al femminile.

La maschilità di Cristo è stata spesso utilizzata come base teologica della convinzione che soltanto l'essere umano maschio possa essere l'immagine adeguata di Dio, o che solo i maschi possano costituire modelli di ruolo appropriati e analogie di Dio. La maschilità di Gesù è stata spesso utilizzata come fondamento di una rete di credenze riguardanti gli standard che valgono per l'intera umanità. Sulla base della maschilità di Gesù si è sostenuto che la norma dell'umanità è il maschio, per cui la donna è in qualche modo un essere umano di secondo livello, o quanto meno inferiore al modello ideale. Tommaso d'Aquino, che descrive le donne come maschi concepiti con un difetto (chiaramente sulla base di una obsoleta biologia aristotelica), è un chiaro esempio di questa concezione, che ha importanti implicazioni per i problemi della leadership all'interno della chiesa."

Teologi di tutti i tempi hanno commentato che "Gesù è l'uomo in cui si manifesta la perfezione di Dio in un volto maschile"



Mentre Maria non è certamente "la donna in cui si manifesta la perfezione della Dea in un volto femminile" bensì "La serva del Signore",
 

"Il Signore è l'archetipo del Maschio" (Hans von Balthasar, Teologo del '900)


 Anche Galot idolatrava la maschietà di cristo:


"Nel Nuovo Testamento il Cristo-Logos è specificatamente identificato col principio divino maschile, che rispetto alla chiesa femminile, è come il capo che domina il corpo. Questo diventa pure il modello del predominio maschile e della subordinazione femminile nel matrimonio. Implica infatti che le donne possono rappresentare soltanto la parte sottomessa del dualismo, non la parte dominante della Chiesa" 

(Questa visione la si trova anche nei domenicani Institoris e Sprenger che affermano che le donne appartengono al mondo demoniaco proprio perché Cristo ha scelto il corpo maschile; basandosi su questo, ecco che il corpo femminile è visto come indegno, inadeguato. Si consideri che il Malleus Maleficarum è servito per torturare e perseguitare milioni di donne in quanto donne)

"La tradizione mistica e quella androgina gnostica sono chiaramente androcentriche. Le donne si salvano sopprimendosi in quanto donne.
Secondo il Vangelo degli Egiziani, Gesù dichiara: "Sono venuto a distruggere le opere delle femmina" e nel Vangelo di Tommaso "Io la guiderò in modo da farne un maschio, cosicché anch'essa possa diventare uno spirito vivente che somigli a voi maschi. Infatti, ogni donna che diventa maschio entrerà nel Regno dei Cieli."
 

Il fatto che Gesù sia maschio è un limite alla sua efficacia redentrice per le donne: per il semplice fatto che tale dio si è limitato da sé all'essere solo maschio: c'è una psico-fisicità femminile che questo dio cristiano non ha voluto assumere su di sé. è questa la questione che andrebbe presa in considerazione, quando si è donne "e si vuole essere cristiane".

La Mariologia tradizionale, poi, santifica l'immagine della femmina come principio di ricettività passiva e Maria serve come esaltazione del principio di sottomissione: Maria è il simbolo della creatura nella sua totale abnegazione e passività nei confronti del dio maschile!


 "Santa Maria del Consenso", tratto da


"Una falsa e strumentale rappresentazione della figura di Maria si è rivelata particolarmente utile a stabilizzare questa lettura, e pretenderebbe di aver fondamenta nell'episodio evangelico dell'annunciazione. Nella catechesi tradizionale e in una parte molto popolare dell'iconografia mariana, la Madre di Cristo è presentata ossessivamente come la donna del sì, perché è quel si che rese possibile l'Incarnazione del Verbo e il riscatto della storia di sventura dopo il no di Eva. La risposta positiva di Maria all'angelo rappresenta il Big Bang del Cristianesimo. Chi meglio della donna del sì poteva dunque prestarsi a insegnare alle altre donne che l'assenso è conforme non solo al volere del Padre, ma anche alla loro più autentica indole? [...] Le donne credenti di ogni latitudine hanno dovuto ascoltare secoli di prediche sulla Maria obbediente e accogliente, la Maria docile alla volontà di Dio, la Maria silenziosa che non discute anche quando non capisce [...] Il sì supremamente libero di Maria è stato presentato come la sublimazione spirituale di tutti i sì pretesi dalle donne credenti, e non importa che questi consensi fossero assai meno liberi di quello della ragazza di Nazareth.
Il sì al matrimonio per essere collocate socialmente, il sì ai rapporti sessuali con il legittimo sposo, il sì alle gravidanze, tutte, sempre e comunque. Il sì al servizio e alla sottomissione nella gerarchia famigliare. L'obbedienza naturale al padre, al fratello, al marito. L'obbedienza spirituale al prete. Attraverso la distorta rappresentazione del sì di Maria, la Chiesa ha dato a intendere alle mogli e alle figlie che il loro dissenso, il contrasto con l'uomo e in generale ogni tentativo di definirsi come qualcosa di diverso da una risposta affermativa alle richieste del proprio contesto fossero in contraddizione con il progetto di salvezza di Dio per il mondo. Attraverso la costruzione fittizia di una specie di via del sì alla santità, la struttura patriarcale trovava nella religione cattolica una formidabile alleata per continuare a esigere la muta sudditanza femminile. Il principio maschile del silenzio-assenso veicolato attraverso Maria privava le donne prima della voce, e poi della volontà."
     


Altri post per approfondire: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/tellus-la-madre-terra.html
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