Bullet Holes (Rock)




1) Ciao ragazzi e benvenuti! Presentatevi ai nostri lettori!
Io vi ho trovato per caso stamattina; stavo ascoltando una canzone che mi ha riempito di curiosità per via del titolo ("Rap Doom") e leggendo un po' di commenti ho visto anche il vostro. Mi piace intervistare le band :)

Andrea : Salve a tutti! E' proprio questo il nostro scopo, cercare di essere apprezzati, e adesso uno dei modi migliori per farlo è l'utilizzo del web e di Youtube in particolare.
Suoniamo da circa un anno e mezzo e i nostri componenti sono : David Titta ( Chitarra e voce), Andrea Luzi ( Basso e voce), Leonardo D'aloisio ( Chitarra) e Andrea Mariottini ( Batteria ). Precedentemente alla chitarra solista avevamo Carlo Alberto Petrioli ma per motivi di studio ci ha dovuto abbandonare, lo ritroviamo solo per le vacanze dove ci divertiamo un po' a strimpellare :)


2) Bullet Holes: perchè questo monicker?

Andrea : Il nome nasce da una serata particolare...
Il batterista si fermò a dormire da me, era tardissimo e stavamo cercando un nome per la band.
Il batterista ormai delirante mi disse di trovare un nome perforante, diretto e incredibilmente venne fuori Bullet Holes = Fori di proiettile :D


3) Potete riepilogare il vostro "curriculum vitae": di dove siete, quando vi siete formati, primi passi... tutto ciò che c'è da sapere su di voi!
 

Andrea: Siamo di Spoleto, un comune meraviglioso in provincia di Perugia.
Ci siamo formati un anno e mezzo fa, ci siamo sciolti per più di un mese, abbiamo continuato ed ora abbiamo cambiato chitarrista da poco.
All'inizio puntavamo più sulle serate, ma poi il nostro canale Youtube è diventato abbastanza popolare, quindi abbiamo fatto il nostro primo video e puntiamo a farne ancora, anzi colgo l'occasione per farvi visitare il nostro canale e lasciare un like sulla nostra pagina Facebook!


4) Veniamo ora alla vostra musica. Di voi ho sentito "Dea della Bellezza". Musicalmente vi accosterei a Placebo e Muse. Si vede che avete un mood emozionale e un po' malinconico. Potete parlarci di "Dea della Bellezza": il making of del video e se c'è, anche il full lenght completo, oppure state ancora lavorando a qualche altra canzone? Come sarà l'album, che direzione musicale avrà, se avete già in mente la copertina, testi e tematiche trattate... insomma descriveteci un po' ciò che avete in mente.

Andrea : Direi che hai azzeccato in pieno!
In effetti io amo i Muse e da loro ne traggo una fortissima ispirazione, come la prendo per i Beatles...
Mi piace soprattutto essere eclettico, spaziare su molti generi, dalla musica classica all'Hard Rock, ci metto un po' tutto.
Ma non sono solo io a scrivere, infatti nel prossimo video avrete modo di vedere la vena artistica del nostro chitarrista e cantante David Titta, anche lui è un estimatore dei Beatles, è anche un appassionato dei Green Day.
Tutti e due come hai detto tu siamo artisti molto malinconici, i nostri testi sono per la maggior parte tristi, anche se molte delle nostre melodie sono allegre e vivaci, come quella del brano "Il Tempo". Prossimo video :)
Non abbiamo in mente un album, abbiamo circa 10 pezzi nostri e li pubblicheremo prima in videoclip e magari dopo solo con l'audio, sempre nel nostro canale. Nelle tematiche come già affermato prima, rientrano da tutti e due i compositori temi di malinconia che vanno da cuori infranti alla solitudine, a guerre interiori e disturbi psicologici.
Ps. Cercheremo di mettere anche qualche testo allegro :)


5) Ho intervistato un bel po' di band :) 
Nella scena rock alternativa ho parlato con Kardia, La Colpa, Soluzione, Laika Vendetta, Screen Wipers. Ma non dimentichiamo che l'Italia vanta due band storiche come Afterhours e Marlene Kuntz! Mi piacerebbe sapere cosa vi piace ascoltare, e potendo, con chi collaborereste per uno split album! E tra i nomi internazionali, chi scegliereste?

David : Ognuno di noi ascolta ciò che vuole, siamo una band, un gruppo di persone e perciò ognuno con la sua di personalità! io miei gruppi preferiti sono beatles e queen sono questi i gusti prevalenti del gruppo. per quanto riguarda la scena italiana mi sembra riduttivo nominare soltanto Kuntz e Afterhours. Una collaborazione la farei ma parlo per me personalmente, con Matteo Amantia, un interprete straordinario ormai dimenticato per le sue scelte professionali. per rinfrescare la memoria era il leader degli sugarfree. per quanto riguarda la collaborazione internazionale sceglieremmo all'unanimità MUSE.

6) E per quanto riguarda la dimensione on stage? Avete già suonato dal vivo, o avete qualche data confermata?

David : Le esperienze dal vivo sono state poche brevi e poco celebrative. il luogo dove ci troviamo non offre troppe occasioni di esibirsi, e di conseguenza abbiamo sempre puntato e stiamo puntando soprattutto sul web. Per quanto riguarda le esibizioni già fatte abbiamo cercato di suonare e mi permetterei di dire che è una scelta abbastanza coraggiosa, i nostri brani inediti, per non dare l'idea di essere una cover band. Non ci sono in programma nuovi live tranne un piccolo acoustic revival, se così vogliamo chiamarlo, che impegnerà i due cantanti del gruppo(me ed andrea luzi) con la partecipazione del nostro ex chitarrista. Una limited edition diciamo.

7) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!

David : Concludendo l'intervista mi permetto di accennare che abbiamo in testa un milione e più di cose da fare. le idee sono come i batteri non finiscono mai di riprodursi per noi e ce la metteremo tutta per riuscire, in un modo o nell'altro, a far arrivare alle orecchie e di conseguenza nelle vene della gente la nostra musica. abbiamo iniziato a registrare un nuovo brano e lo completeremo con un nuovo video. Con l'esperienza fatta col precedente video cercheremo di eliminare tutti i piccoli errori compiuti e cercheremo(anche se sarà impossibile) di far sembrare il meno possibile il nostro prodotto un prodotto amatoriale. abbiamo scritto con tutti i componenti del gruppo circa 15 canzoni in un anno e mezzo di collaborazione e le canzoni crescono sempre di più di numero. Lavoreremo sodo per rendere disponibili le nostre opere!
Vi Ringraziamo per l'intervista e vi auguriamo un buon anno pieno di fortuna e felicità! CIAO A TUTTI



MaterDea



1) Ciao ragazzi e grazie per aver accettato l'intervista! Per prima cosa, presentatevi ai nostri lettori!

Simon: certo, innanzitutto grazie a voi! MaterDea è composta da me, Simon Papa, la cantastorie, Marco Strega, chitarrista e produttore insieme a me, Elisabetta Bosio, la nostra violinista, Elena Crolle, giovanissima tastierista e corista, Morgan De Virgilis, il nostro bassista da sempre ed infine Cosimo De Nola, il martello della band, batterista approdato tra noi da quasi due anni.



2) Direi che il vostro monicker MaterDea è altamente espressivo per quanto riguarda il vostro intento... Vorrei sapere chi è per voi la Grande Madre Dea, e come si manifesta, chi e cosa rappresenta...

Simon: posso rispondere per quanto mi riguarda! Per me la Grande Madre rappresenta il potere fondamentale della vita, l’energia fisica, mentale e spirituale che unifica tutti gli esseri viventi, donne, uomini, animali, vegetali, terra, aria, acqua, fuoco, come parte di un’unica  grande vita..  Un giorno, molto tempo fa, me ne stavo seduta davanti ad un laghetto in mezzo ad un bosco.. non ricordo bene tutto, ma ricordo in maniera molto distinta come percepiì la potente energia presente in quel luogo e come mi fossi sentita parte di essa, dentro un’armonia incredibilmente totalizzante e rassicurante.. Ecco, questo è ciò che mi ispira anche durante la stesura dei testi di MaterDea. Un esempio è il brano “Whispers of the Great Mother” che fa parte del nostro ultimo album e recita: “Feel the real life force, endless seasons flowing free, wrathful radiant source, earth and oceans, blood and flesh, just one key.“

 
3) Prima di farvi qualche domanda sui testi, potete riepilogare il vostro curriculum vitae come band? Quando vi siete formati, primi passi, cd, live... Vorrei anche che faceste un confronto, citando evoluzioni, differenze e similitudini nei vostri cd, album dopo album.

Simon: il progetto MaterDea è nato nell’autunno del 2008 dalla collaborazione tra me e Marco, abbiamo cominciato a scrivere insieme due brani per una colonna sonora celtica ed eravamo così felici di quello che eravamo riusciti a creare insieme che abbiamo deciso di lavorare ad un album intero. La band è nata successivamente, ed i suoi componenti di allora, a parte me, Marco e Morgan erano tutte altre persone, che sono rimaste poco a lungo con noi.. Il primo concerto che abbiamo fatto per presentare l’album “Below The Mists, Above The Brambles” (2009) è stato nel maggio 2010 in un bellissimo teatro storico di Torino, la “Cavallerizza Reale” che purtroppo ha subito un grave incendio poche settimane fa.. Dopo questo evento, da cui abbiamo estratto dei suggestivi video live, la band è rimasta ferma per un certo periodo ed ha cominciato a cambiare alcuni componenti, l’attività live è decollata veramente solo a partire dall’estate 2011: in quell’anno abbiamo avuto la possibilità di partecipare ai primi importanti festivals, come il Pipes and Drums Celtic and Rock Fest a Ginevra, il Triskell, Il Tarvisium ed il Fosch Fest. A partire da quest’ultimo la band ha assunto quasi completamente la forma che ha ad oggi. Gli anni successivi l’attività live è andata intensificandosi, in particolare con l’uscita del nostro secondo album, “Satyricon”. Credo che il nostro live abbia preso peso in particolare dal questo momento, perchè nei brani del secondo album c’erano decisamente più elementi forti e lo spettacolo di conseguenza risultava di più potente impatto sul nostro pubblico. Abbiamo comunque sempre mantenuto un legame con le sonorità morbide e mistiche delle nostre origini di impronta celtica,  lasciando spazio ad alcuni brani del primo album, così diverso dai successivi, come per esempio uno delle nostre ballate più apprezzate dai nostri fans, “Another Trip to Skye”, scritta a partire da una bellissima composizione di John Whelan. Il sound dei MaterDea è decisamente virato verso il metal a partire dall’uscita del nostro nuovo album, “A Rose For Egeria” e l’impatto dal vivo ha galvanizzato sia noi stessi che il nostro pubblico, siamo veramente felici di come i nostri fans hanno accolto questo nuovo lavoro!

4) E ora vorrei che ci parlaste dei vostri testi! Potete anche citarci quali libri,  autori, vi hanno influenzati, e da cosa siete ispirati!

Marco: Il percorso spirituale di ognuno di noi è molto variegato e non credo che esista una sorta  di "ispirazione editoriale" per quanto riguarda l'influenza compositiva in MaterDea. Noi siamo ciò che scriviamo e credo che sia tutto dettato da quello che abbiamo imparato vivendo. Forse si tratta di una crescita personale che col tempo abbiamo tradotto in musica. Tutto ciò che ho letto in questi anni non ha fatto altro che formare me stesso e probabilmente la maturità spirituale che ho acquisito in un certo senso l'ho trasmessa anche al mio modo di comporre. Io amo i filosofi esoterici come Bruno ed Agrippa, i ricercatori come Leland, Gardner e lo stesso Crowley. Collaboriamo con uno dei maggiori scrittori esoterici italiani, Ottavio Adriano Spinelli, che amichevolmente ha prestato la sua voce e la sua immagine per la nostra title-track “A Rose for Egeria”; gliene siamo grati, è stato uno scambio preziosissimo poiché pensiamo che le anime delle persone debbano fondersi e passare l’una attraverso l’altra.  Per il resto, è vero, credo che presumibilmente siamo ciò che leggiamo, ciò che ascoltiamo e ciò che "annusiamo". Ma devi stare molto da solo con i tuoi Dei per riuscire a diffondere con l'Arte ciò che hai assorbito. 

 
5) Ho visto i due video: "Another Trip to Skye" e "Lady of Inverness": bellissimi!  Potete svelarci il making of? Come avete trovato le location, come li avete realizzati ecc.

Marco: Siamo tradizionalisti e partioti per antonomasia seppur scrivendo per evidenti intenti commerciali in inglese, quindi abbiamo cercato locations italiane che nulla hanno da invidiare a lande estere e lontane. “Another Trip to Skye” è stato interamente girato alla Maddalena di Chiomonte in Val di Susa (To) dove esisteva al tempo delle riprese una necropoli celtica, oggi purtroppo passata alle cronache per gli scontri No Tav. La location di "Lady of Inverness" invece ci è stata “regalata” dal comune di Saint Denis in Valle d’Aosta che ringraziamo ancora oggi per aver reso accessibile il castello di Cly per i nostri girati. Il video-clip che stiamo per presentare - diretto da Silvio Marsaglia - “A Rose for Egeria”,  è stato girato in diverse locations, tra cui il lago e il bosco sacro di Nemi (Roma), il lago di Avigliana (To), l’antico acquedotto di Acqui Terme (Al) e la cascata di Traversella (To).

6) Attualmente, da qualche anno, mi occupo di Teologia, sia andando a studiare quella misogina (tradizionale) della chiesa (i vari Tommaso d'Aquino, Agostino...) sia cercando di "smontarne" gli assunti (alcuni dei quali davvero mostruosi, per come poi vengono usati qui sulla terra, per esempio certe glorificazioni mai tramontate di una "maschietà eccelsa divina", che tendono a far sorgere o ad educare le donne ad una sorta di inferiorità spirituale, di passività, di remissione docile di fronte al "potere del sacerdote maschio", il "mediatore" verso un "dio padre") avvalendomi di alcuni pensatrici teologhe (Mary Daly, Uta Ranke Heinemann Rosemary Radford Ruether...) anche non-cristiane (Simone de Beauvoir, Miranda Gray, Marija Gimbutas...). Potete immaginare come vengo trattata se metto piede in community teologiche tutte al maschile fermi ai concetti di Scolastica... Vorrei chiedervi se, come band che tratta di temi Pagani, o anche come singoli individui, avete mai subito situazioni di discriminazione per le vostre idee, spiritualità, pensieri, se siete stati coinvolti o avete assistito a qualche evento di "ignoranza" e superficialità, e più in generale, se potete parlarci di come vedete il Paganesimo (o anche il Neo Paganesimo) alle soglie del 2014...

Marco: Parlo a nome mio e non della band. Il “paganesimo” odierno è essenzialmente ignorante ed  è costituito per buona parte da persone inclini all’invidia, alla saccenza, alla prosopopea e soprattutto alla lite. Siamo una comunità talmente esigua che necessiteremmo di fratellanza e di comunione di intenti, contrariamente c’è la malsana tendenza a costituire cerchie ristrette di leccapiedi capitanate da falsi semidei che tutto possiedono tranne che saggezza e bontà d’animo. Trovo meschinità e falsità nell’attuale “paganesimo ufficiale”, alcuni di loro dispongono di un livello mistico ed occulto paragonabile ad un termosifone; molto più sano e genuino il sottobosco spirituale che scovi dialogando e interscambiando con persone che nulla hanno a che fare con la “Nuova-Vecchia-Religione” dei media e della rete. Si può essere “altrove” senza appartenere, si può crescere, apprendere e praticare senza seguire dogmi imposti da inattendibili detentori della retta via, poiché la via – quella vera – è il sentiero che ognuno di noi costruisce dentro sé giorno dopo giorno vivendo e nessuno ce lo può indicare. Non esiste “maschietà” e “femminilità” eccelsa divina preconfezionata, gli Dei si palesano in modo del tutto inaspettato, e se ciò fortunatamente avviene, sta a noi accorgerci se i tratti di quel mistero sono maschili o femminili.
Ps:  aborro il termine “neo-paganesimo”.


7) A prima vista, anche basandomi sul video, mi sembrate davvero una band che ama molto l'aspetto live. è così? Potete raccontarci qualche esperienza, evento, dal vivo, a cui avete partecipato, e come lo avete vissuto? Credo che la vostra musica sia davvero perfetta per creare una bella atmosfera sacra ma anche gioiosa. Mi viene in mente un live dvd che ho visto sugli Omnia, e l'atmosfera calorosa e festaiola che riuscivano a creare col pubblico.

Simon: Si, per noi ogni live è una festa da vivere insieme a tutte le persone che ci seguono.. difficile ricordare qualche momento in paricolare, sicuramente però i bellissimi festivals a cui abbiamo preso parte credo che per tutti noi custodiscano ricordi felici,  in particolare un ricordo fresco che vorrei condividere con voi è stato il nostro viaggio lo scorso settembre in Sardegna per il concerto fatto a Mores, in provincia di Sassari. Dopo l’approdo con la nave dove abbiamo passato una notte rocambolesca premiata poi da una meravigliosa alba ancora in mezzo al mare circondati da incredibili scenari naturali,  abbiamo avuto un’accoglienza strepitosa:  gli organizzatori hanno veramente curato ogni dettaglio, dall’ottimo e abbondante pranzo,  al mirto offerto quando eravamo ancora piuttosto alterati dal Cannonau, fino alla merenda fatta con fichi d’India raccolti vicino al palco durante il sound check, insomma coccole a non finire per tutti, e soprattutto un grande calore umano che ci ha fatto stare veramente bene durante tutta quella lunghissima giornata!



8) Prossimi progetti? Pensate di realizzare qualcosa di ancora più incentrato sulla tradizione della stregoneria italiana o del folklore italico? Ho visto che avete realizzato una canzone sul tema dei Benandanti.

Marco: Storia notturna di Ginzburg è uno dei testi più appassionanti che abbia letto. Scriviamo prevalentemente di tradizione italiana perché siamo siciliani, veneti, piemontesi e pugliesi. Ogni terra ha le proprie leggende ed i propri miti; crediamo che in Italia vi siano quelli più veri, quelli che le persone hanno toccato con mano, tramandati dalle nostre nonne e vissuti sulle loro pelli. Fare di un mito un mantra, come accade nelle canzoni, è il modo migliore per farlo conoscere e mantenerlo vivo. Sentire sotto il palco persone che nulla hanno a che fare con le Antiche Tradizioni cantarlo è una soddisfazione indescrivibile. Gli antichi Dei muoiono quando ci dimentichiamo di loro, tenere il loro nome tra le parole delle persone è un po’ come farli resistere al Tempo.


9) Per curiosità: vi piacciono i Sidhe? Io li ho intervistati tempo fa, e anche loro hanno un concept pagano ed esoterico, anche se musicalmente sono diversi da voi, mentre voi indugiate spesso in atmosfere sinfoniche e anche folk.

Marco: Siamo amici dei Sidhe, in particolare del loro batterista Michele Ercolano, meravigliosa persona… collaboriamo spesso con loro a livello live. Siamo contenti che ci siano bands che come noi portano avanti l’aspetto spirituale con il loro modo di fare arte. La musica è magia, è un veicolo con il quale puoi esaltare il tuo intento magico. E’ una celebrazione vera e propria, per questo motivo tendiamo a far cadere tutti i nostri eventi più importanti nelle date sacre.

10) Se poteste scegliere... con chi collaborereste o suonereste?

Marco: Con i Pentangle.

11) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista, magari usando tre aggettivi per descrivere la vostra musica per chi ancora non vi avesse ascoltato! Grazie per aver accettato e averci parlato di voi!

Simon: tre aggettivi? Potente, evocativa, sincera 


 



Epitaph (Dark-Doom Metal)




https://it-it.facebook.com/epitaph.doom

1) Ciao e benvenuti! Presentatevi ai nostri lettori!

Ciao a tutti, noi siamo gli "Epitaph" e nasciamo musicalmente nel lontano 1983 come "Black Hole", trascinati nel vortice oscuro dalla mente deviata di Robert Measless, gran cerimoniere di un rito di cui noi all'inizio non intendevamo tutte le sfaccettature. Di quel lontano periodo siamo rimasti io, Nico Doomer , ora al basso ma all'epoca chitarrista, e l'inossidabile Mauro Tolly alla batteria, strumento che non ha mai abbandonato. Dopo alcuni demo e l'ormai storico album "Land of mistery" del 1985, pluriristampato poi in varie parti del mondo, dalla Germania agli Usa alla Cina, io e Mauro abbandonammo il progetto di Robert per dedicarci ad una nuova band chiamata "Sacrilege", con all'attivo un demo di metà anni '80 e ristampato in vinile l'anno scorso. Dalle ceneri di quella formazione sono poi nati gli "Epitaph"; siamo alla fine degli anni '80 e ci siamo sempre io alla chitarra e Mauro Tolly alla batteria.
Gli "Epitaph" pubblicarono tre demo e grazie anche ad una nutrita serie di concerti si fecero ben apprezzare gettando le basi per una notorietà che ha permesso di poter tornare alla grande, seppure a distanza di tanti anni carichi di rinnovato entusiasmo e di nuove idee. Da un mese è uscito il nuovo album "Crawling out the crypt" per la HR Records. 
Sta andando benissimo, al di là di ogni più rosea aspettativa; lo stiamo promuovendo con una serie infinità di concerti in Italia e all'estero, che ci stanno regalando grandissime emozioni e la conoscenza di tante band italiane e straniere che ci omaggiano della loro amicizia.
Fondamentale in questo rinnovato percorso è la presenza di Loah chitarrista insuperabile e maestro nel creare le giuste atmosfere e di Emiliano alla voce che con la sua teatrale personalità catalizza l'attenzione del pubblico coinvolgendolo nel nostro spettacolo, ricco di sorprese che non voglio svelarti.

  
2) Non credo di sbagliare se affermo che siete stati tra i primi a proporre certe sonorità oscure e Doom/Occulte in Italia. Siete anche molto longevi perché prima eravate attivi ancor prima di fondare gli Epitaph.
Potete riepilogarci la vostra carriera? Che effetto vi fa sapere che la vostra musica ha resistito all'usura del tempo? Qual è stata la molla iniziale che vi ha spinto a formare queste band?

Per quanto riguarda la nostra carriera, direi che la risposta precedente è abbastanza esaustiva. Come progenitori della scena dark italiana, è giusto citare Jacula ed Antonius Rex, progetti di Antonio Bartoncetti, un autentico sciamano della musica dark italiana e non solo. Personalmente ho un gran ricordo dei Biglietto per l'inferno. La nostra musica ha resistito benissimo al passare del tempo, mi meraviglia vedere gente apprezzare così tanto della musica di decenni fa, questo vale sia come Epitaph che come Black Hole anzi, trovo che l'interesse nei nostri confronti sia in crescita costante e questo ci da una carica davvero speciale, apprezziamo fino in fondo tutto ciò che fa parte della vita on the road, personalmente mi godo tantissimo il rapporto live con il pubblico, ogni singolo applauso mi ripaga di tante rinunce e mi fa sempre pensare: ecco perchè sono qui. La carriera mia e di Mauro è iniziata tanti anni fa nei Black Hole, spinti solo da una enorme irrefrenabile passione per la musica, probabilmente per Robert era diverso, per lui ogni cosa sul palco aveva un significato preciso, il numero delle croci, di certi versi, l'abbigliamento, lui aveva un quadro d'insieme che a noi giovani adepti sfuggiva e lui del resto ci faceva presente solo una parte di ciò. Con il tempo tanti episodi strani, il contatto con maghe e sensitive ci hanno messo in guardia dal non osare troppo in terreni a noi pericolosi. Adesso come allora rinneghiamo ogni forma di satanismo, le croci rovesciate non fanno per noi, ma adoriamo trattare certe tematiche tipiche del Doom per esprimerci attraverso metafore ed archetipi prestabiliti che diano modo di affrontare le angosce primordiali di ognuno di noi.
 

3) Vorrei che ci parlaste dei vostri album (anche quelli pre-Epitaph se vi fa piacere, a nome Black Hole) con dovizia di particolari anche sul concept e sui testi... Da cosa siete ispirati, come letture?

 I Black Hole erano un progetto nato dalla mente di Robert Measless, noi  altri due eravamo giovanissimi e interessati più all'aspetto musicale e scenografico che al vero significato di tutto ciò, curavamo quindi molto lo show con l'incoscienza della giovane età, si capiva che c'era in ballo qualcosa d'altro che spaventava chi ci stava intorno ma che a noi per i primi anni non imbarazzava. Per quanto riguarda gli Epitaph, ti ripeto,  nei testi affrontiamo le paure e le angosce di ognuno di noi con un linguaggio fatto di metafore e riferimenti alla letteratura gotica anglo americana, ci piace pensare che ognuno deve trovarci le domande che vuole, per le risposte ognuno deve fare da se.
 

4) Vi è capitato o vi capita tuttora di esibirvi live? Che ricordi avete legati a questa esperienza?

Personalmente  suono dal vivo da metà anni 80, ho macinato migliaia di kilometri per tutta l'Italia e all'estero e ricordi ne avrei da scrivere un libro. Per tutti noi avere un pubblico davanti è sempre una cosa eccezionale, direi che l'entusiasmo non è mai calato e forse mai come ora ci sentiamo la band definitiva, e non cambierei nessuno di noi  . Nell'ultimo anno ci siamo esibiti con un sacco di band, molte straniere. e questo fa parte dei ricordi da portare sempre con sé, da poco per esempio abbiamo suonato al Hammer of Doom in Germania e  credo proprio che questo resterà un ulteriore indelebile tassello nella nostra memoria. Noi comunque siamo sempre on the road, quindi basta seguire la nostra pagina Facebook per restare sempre aggiornati. Ti dico solo che anche quest'anno porteremo il nostro spettacolo ancora fuori dai confini nazionali, dove finora abbiamo sempre trovato una organizzazione invidiabile.

5) Avete qualche nuovo progetto che realizzerete nei prossimi tempi? State lavorando a qualcosa di nuovo? Potete anticiparci qualcosa?

Abbiamo molto di materiale da cui attingere, tra vecchi pezzi mai pubblicati su disco e tutti i nuovi che nascono con incredibile spontaneità non possiamo lamentarci, certo tanti gruppi ci chiedono collaborazioni per split o quant’altro e cercheremo di fare queste collaborazioni che accettiamo sempre con piacere. Ovviamente abbiamo già le idee per il nuovo album ma adesso è troppo presto per parlarne visto che abbiamo appena pubblicato un mese fa.

6) Negli ultimi tempi la scena Doom italiana si è arricchita di nuovi nomi: Homo Herectus, Confraternita del Vuoto Immenso, Black Capricorn, L'Impero delle Ombre, Doomraiser, Sonata Sinistra (intervistato proprio poco tempo fa...)... gli Abysmal Grief, anche loro caratterizzati da un forte rimando oscuro e "spiritico"... E non dimentichiamo che siamo conosciuti all'estero anche per Jacula/Antonius Rex, Paul Chain e ancora prima per il Progressive...! Che ne pensate? Tempo fa c'è stato anche un po' il dilagare del connubio Doom+Stoner... anche se personalmente io sono legata alle sonorità classiche Saint Vitus/Count Raven.
Cosa vi piace ascoltare? Come vedete il Doom nella sua essenza?

L'Italia ha una storia così importante che diventa naturale per qualsiasi forma d'arte (letteratura, musica, cinema, pittura, scultura...), attingere da essa. Per quanto riguarda le preferenze  musicali, posso dirti che i componenti degli Epitaph hanno gusti ampi e variegati, e naturalmente il doom non manca nelle nostre discografie, anche se ti confesso che suonando, diventa complicato stare al passo con le novità. Ci capita di scoprire ottime band condividendo il palco in occasione dei festival a cui siamo invitati.
 

7) Sempre in riferimento all'Italia... pochi giorni fa intervistavo la band Black Metal Ierru, che ha un concept molto interessante sulle tradizioni occulte, mitologiche, ancestrali della Sardegna... L'Italia ha sempre avuto una tradizione esoterica, e un fascino che ha sempre affascinato persone come Crowley o Charles Godfrey Leland o persino de Sade e Goethe... Pensiamo poi ad eventi storici e a fenomeni come i Benandanti, trattati da Carlo Ginzburg... Che ne pensate?

L'Italia ha una marcia in più e questo ci viene riconosciuto credimi  da tutto il movimento Doom mondiale, in nord Europa non hanno una storia come la nostra, qui trattiamo certe tematiche da diversi decenni, per noi il Doom, come lo intendo io, ha solide basi che vengono dal primissimo progressive, lo mescoliamo con sonorità primi Pink Floyd e Black Sabbath, un orecchio a tutto ciò che arriva anche da lontano anche negli anni recenti e ne nasce una musica nuova e "storicizzata" insieme, con un gusto tutto particolare. Non a caso Paul Chain, Requiem nascono in Italia, numeri  uno assoluti e chissenefrega se il successo "commerciale" bussa altrove.
 

8) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!

Tante parole non servono, c'è già tutto nella nostra musica, trovateci un messaggio nei testi, un brivido nell'ascolto e avremo raggiunto il nostro scopo, regalateci un applauso e dormiremo il nostro sonno eterno col sorriso sulla bocca.