Il culto dei pozzi in Sardegna


Monumento fondamentale per comprendere la civiltà sarda è il Pozzo Sacro (*); ne sono giunti a noi una 30ina, sparsi nell'Isola, fra i quali i più interessanti sono Santa Vittoria a Serri (Nuoro), Santa Cristina a Paulilàtino (Oristano), Funtana Cuperta a Ballao (Cagliari). Era certamente un pozzo sacro anche quello che si trova sotto la chiesetta di San Salvatore nel Sinis presso Oristano, ma nulla resta ormai delle strutture nuragiche.

(*) Nota di Lunaria: tra l'altro presente anche nel contesto arabo/semita.

I pozzi sacri nacquero come luoghi di culto tra il XII e il X secolo ac., quindi nel Nuragico medio, anche se all'acqua fu dedicata una particolare devozione fino all'epoca neolitica.
Avvenne comunque che dopo l'avvento del principio maschile nella concezione della vita il riconoscere nell'acqua il seme fecondatore e generatore: ogni patto poteva essere benedetto e stimolato, ogni malattia poteva essere guarita. Il Pozzo Sacro veniva scelto e costruito là dove una vena d'acqua emergeva con particolari caratteristiche individuabili da parte dei sacerdoti; In alcuni casi il culto si trasmise di età in età fino ad essere recepito e assunto dal cristianesimo del I millennio ac.; il principio fecondatore passò infatti in quello purificatore e salvifico del battesimo nella religiosità cristiana.


Per i Nuragici il Pozzo Sacro era il luogo in cui il Dio Toro fecondava la Terra Madre. L'acqua era il seme fecondatore e insieme il latte della terra fecondata.
Perciò la struttura architettonica dei pozzi è costituita da un tholos di nuraghe che penetra nel terreno emergendone solo in parte, e in un canale verticale che, dalla base del tholos, scende a imbrigliare la sorgente. L'acqua affiorava alla base, alla quale si accendeva dall'esterno mediante una ripida scala coperta da un tetto parallelo, i cui blocchi di pietra riproducevano specularmente la scala capovolta.
Probabilmente, i fedeli sostavano tutti intorno al pozzo, nell'attesa del loro turno per scendere nel pozzo e durante i riti di offerta e purificazione che si svolgevano sul fondo, a livello dell'acqua.


Nota di Lunaria: curiosamente, l'idea del pozzo è ripresa nel film horror "La setta" di Michele Soavi (non il suo film migliore, a mio parere).


in cui una donna si trova vittima di questa setta diabolica. La donna viene gettata in questa specie di pozzo, per dare alla luce l'anticristo.


Però il film è davvero troppo lento e soporifero, a tratti, e ha diverse scene confuse. C'è poi il pozzo di The Ring, ricordo che il primo film non era male.

La natura ipogeica di tali luoghi sacri aveva certamente connessioni con il culto di divinità infere: la scala che scende, con il richiamo speculare della scala ascendente, l'associazione intuitiva vita-morte, è una costante delle religioni mediterranee ed è presente anche nella contemporanea civiltà fenicia con la Dea Tanit, che nelle tombe compare a testa in giù.
Per comprendere bene la funzione dei pozzi e dei villaggi sacri che intorno ad essi sorgevano, occorre richiamarsi ai significati simbolici fin qui messi in luce: l'acqua principio di vita, con riferimento alla sacralità di ogni patto e contratto, la fecondazione sentita anche come rituale orgiastico-sessuale, la comunità garantita dai primi due valori.

Pdf consigliato per approfondire: http://www.metabasis.it/articoli/14/14_Cattaneo.pdf


Nota di Lunaria: i pozzi sono davvero affascinanti; ricordo che da piccina mi piaceva giocare all'interno di un pozzo vuoto, non profondo, presente in un albergo a Varazze. Noi, i bambini dell'hotel, che passavamo qualche settimana (o mese) in vacanza, ci davamo appuntamento al pozzo, e ci arrampicavamo sui bordi di pietra, sedendoci sopra. 


Nel vangelo è nota la vicenda di Gesù che chiede acqua alla donna vicino al pozzo


Splendidi abiti della Sardegna:


Abbiamo parlato di Sardegna anche qui:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/sardegna-le-origini-pagane.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2014/11/ierru-black-metal.html

Vedi anche:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/il-culto-dei-fiumi.html