Qualche concetto di Filosofia Orientale...

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N.B: alcuni termini sono scritti senza accenti, questo perché sulla tastiera del pc non ho quei particolari segni tipici dell'induismo che andrebbero messi sulle "S", "A" e "U"

Qui trovate il confucianesimo: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/breve-introduzione-al-confucianesimo.html
La condizione della donna: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/04/la-condizione-delle-donne-nel-myanmar-e.html

ADVAITA: dottrina indiana della "non dualità". L'Advaita nella sua forma più estrema è stata enunciata dal grande maestro del Vedanta, Sankara (fine VIII, inizio IX sec.) Secondo costui, l'Assoluto, il Brahman e il Sé (Atman) sono della stessa natura e costituiscono la sola realtà.  Il mondo esterno non è che illusione, apparenza della realtà: maya. La liberazione consiste nel riconoscere l'identità e l'unicità dell'anima universale e di quella individuale, che sono Essere, Coscienza, Beatitudine. I riti e le pratiche devote non sono che gradini preparatori perché fanno parte del mondo dell'illusione. Questa dottrina della non-dualità assoluta si ispira alla dottrina buddista assertrice del Vuoto (Sunyata) reinterpretata in termini induisti e ha potentemente contribuito a suo tempo al risveglio filosofico dell'Induismo.
Qualche secolo dopo (XI-XII sec.) un altro maestro del Vedanta, Ramanugia, si allontana da questo severo modo di intendere l'Advaita ed elabora quello che viene definito il non dualismo qualificato o mitigato (Visistadvaita). Mentre conferma il principio monistico dell'unicità dell'Assoluto, egli ammette la realtà relativa della creazione nella quale si incarnano le manifestazioni divine (Avatar). Questa posizione gli permette di integrare le pratiche religiose della Bakhti (devozione) nel sistema del vedanta. In questo modo ha dato una base filosofica alla corrente vishnuita.


ANATMA: è nozione fondamentale nel buddismo, che lo distingue dalla maggior parte delle altre religioni. Anatma è la negazione (An) dell'Atman, cioè del Sé, di un'anima individuale, di una sostanza che sarebbe un elemento permanente e assoluto esistente nel fondo di ciascun essere. Questa dottrina del non-Sé, della insustanzialità è comune a tutte le corrente del buddhismo ed è una delle tre caratteristiche fondamentali dell'esistenza. Le altre due sono l'Anitya ("tutte le creazioni sono impermanenti") e la Duhkha ("tutte le creazioni sono sofferenza").
Per il buddhismo dunque non vi è nell'individuo un'entità durevole o un'anima eterna che sia responsabile delle azioni e che sopravviva dopo la morte fisica. Ciò che chiamiamo Io viene creato ad ogni istante mediante la combinazione di cinque Skhandha (fenomeni fisici e mentali). La legge del karma agisce in continuazione e dunque tutti i fenomeni (compresi gli esseri viventi) si sviluppano senza soluzione di continuità.
L'Anatma non è una concezione nichilista o pessimista. Per i buddhisti riuscire a capire che siamo senza sostanza vuol dire semplicemente comprendere la realtà, comprendere che non siamo differenti dal resto dell'universo: vuol dire insomma raggiungere la pace.


CHEN: termine tradotto impropriamente dai missionari come Dio, ma che designa l'anima umana o meglio, l'irradiamento dello spirito celesto nell'uomo. Nel corpo umano lo Chen corrisponde allo spirito del cuore, che nella Cina antica era l'organo del pensiero cosciente. Tra le diverse "anime" che un individuo possiede - e che corrispondono nel corpo allo spirito dei vari organi - lo Chen è quella che può essere divinizzata dopo la morte e divenire oggetto di culto, per esempio nel culto degli antenati. Il Taoismo antico rifiutava il culto alle anime umane divinizzate e ammetteva solo le forze naturali che sono manifestazioni del Tao. Ma nella religione statale e popolare, i culti degli Chen erano frequentissimi. Fu solo verso la fine del IX secolo, quando ebbe inizio il periodo moderno della Cina, che anche il Taoismo adottò questi culti politeisti, pur collegando gli Dei popolari con le forze cosmiche. Tra gli Chen popolari più conosciuti ci sono Kuan-kong e Ma-tsu\Mazhu (aggiungo anche Kuan Yin. Nota di Lunaria)

HUEN-TUEN: il Caos Primordiale; il suo senso evoca lo stato caotico, la confusione, la baraonda. Simboleggia l'altra forma della vita, quello stadio in cui tutti i fenomeni si confondono in uno stato di entropia totale. è la matrice originaria nella quale le energie che dovevano più tardi costituire l'universo si trovavano ancora in uno stato indifferenziato. Nella filosofia cinese questo stato indifferenziato è, come il mondo creato, sottomesso all'influenza del tempo. Dopo un lungo processo di maturazione il caos primordiale si apre per lasciare fuggire le energie in esso contenute. Poi le energie (ki) si differenziano e creano l'universo (Yin Yang). Uno dei punti di partenza nella pratica del Taoismo consiste nel ritrovare questo stato indifferenziato nel quale le energie possono essere rigenerate.

MA ZHU (MA-TSU): Madre Antica; grande divinità popolare della Cina moderna, chiamata anche "La Regina Celeste" (T'ien-hau\Tin-Hau). Secondo la leggenda, Ma Zhu nacque nel IX secolo della nostra era da una famiglia di poveri pescatori, nell'isola di Mei-ceu, al largo della provincia marittima del Fu Kien. Ella cominciò a parlare sin dalla nascita e in giovane età si dedicò alle pratiche religiose. Un giorno durante il quale suo padre e i suoi fratelli erano usciti in mare, scoppiò un terribile uragano. La giovane Ma Zhu entrò in estasi e risvegliando tutte le energie vitali inviò il suo corpo spirituale in aiuto della famiglia in pericolo. Aveva già salvato i due fratelli, quando la madre, irritata di vedere sua figlia in estasi, la scosse bruscamente per farla tornare in sé. La ragazza, colta di sorpresa e impaurita, lasciò cadere il padre in mare, dove morì. Poco tempo dopo, Ma Zhu salì in cielo in pieno giorno. Nel luogo dove era nata, sorse un culto a lei dedicato, e divenne la Dea del Mare. L'espansione marittima dell'impero cinese facilitò la diffusione del suo culto in tutta l'Asia sud-orientale. I grandi santuari a lei dedicati vennero distrutti nel corso della rivoluzione culturale ma ora sono in via di ricostruzione.

Nell'immagine, Cheng'O la Dea cinese della luna





Ma Zhu, Dea del Mare, e Kuan Yin, la Dea della compassione e della misericordia.





Come si vede, entrambe cavalcano il drago. https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/draghi.html
 

TAO-SCE (TAO SHIH): Maestro taoista; alla lettera "dignitario del Tao". è il nome dato agli iniziati (uomini o donne) che sono stati co-optati nella gerarchia taoista e che sono considerati i rappresentanti dell'ordine cosmico. I Tao-Sce vengono reclutati in seno alla comunità dei fedeli e devvono seguire un lungo apprendistato che comincia all'età della conoscenza, i sei anni. In pratica il loro ufficio è stato da sempre ereditario e trasmesso nelle famiglie cui sono stati affidati i registri. Questo sacerdozio ereditario, così come la pratica dei registri, richiede la cooperazione delle persone dei due sessi; per essere Tao-Sce bisogna dunque essere sposati. In questo caso i Tao-Sce vivono nel mondo, in seno alle comunità urbane o rurali, hanno un'attività sociale e nulla li distingue dal resto della popolazione. Tuttavia a partire dal IV secolo, negli alti gradi della gerarchia si è praticato il celibato o il cosiddetto matrimonio celeste (sposo o sposa celeste).
Il monachesimo taoista fu tuttavia uno sviluppo tardivo, ispirato al buddhismo ma che, in fin dei conti, ha fatto pochi adepti. è vivo soprattutto nella scuola ts'iuan-tchen.


Meglio mettere una prova, prima che qualcuno dica che "non è vero niente!"



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Nota di Lunaria: diciamo che alle nostre orecchie la lingua cinese nel Metal suona... stramba, comunque se si fa lo sforzo di andare oltre la prima stralunata impressione che inevitabilmente fanno ad ascoltatori occidentali, secondo me i Black Kirin (黒麒)  sono geniali...




https://www.youtube.com/watch?v=x0eA77tzj1Q

https://www.youtube.com/watch?v=ZAqT7oEjGwA

Sentite pezzi come "Yellow River", "Death Contract" (投名状) o "Wushuang" (无双)...Certo, ripeto, la vocina femminile vi farà storcere il naso, come anche il ritmo del sound "folkloristico cinese" davvero troppo distante dal nostro modo di concepire la musica folk (eppure, ha la sua bellezza malinconica e struggente e il tutto suona amalgamato bene con le classiche sfuriate melodic Death\Black di matrice europea)


E a tema indù, non so se suoni ancora, comunque Purvaja, tra tutte le band Black Metal dall'India, è quello che ha reso in maniera fighissima questi concetti di induismo mischiandoli al Black Metal :D
https://intervistemetal.blogspot.com/2014/03/purvaja-vedic-black-metal-from-india.html







Sentite soprattutto "Ghor Tapasya"!

Qualche anno fa avevo anche imparato a scrivere qualche lettera dell'alfabeto Hindi :D che è uno dei più belli del mondo



 https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/induismo-e-symphonic-black-metal.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/induismo.html