I Capolavori di Mary Daly


Nota di Lunaria: sono stata tra le prime italiane ad interessarmi a Mary Daly, più o meno nel 2014; la conobbi (in versione riassunta) su certe antologie teologiche un po' prima del 2014 e successivamente nelle biblioteche a Milano riuscii a reperire i suoi due libri fondamentali: "La chiesa e il secondo sesso" e "Al di là di dio padre"; con la pubblicazione di "Quintessenza" (2018) si è parlato di Mary Daly su diversi siti anche non teologici.
Attualmente (2020) non mi aspetto più niente dalla condizione femminile (che, a parte qualche eccezione, trovo pessima) e tuttavia ripubblico in versione aggiornata i primi due scritti che realizzai nel 2015 perché la condizione femminile può anche fare schifo, ma Mary Daly resta la mia filosofa preferita e una delle pochissime donne anticristiane che non solo ha demolito il cristianesimo ma ha persino gettato le basi del Ginocentrismo spirituale.
Mary Daly mi ha profondamente influenzata e mi piacerebbe che tutte le donne, prima di dichiararsi cristiane (o monoteiste) leggessero questi due libri di Mary Daly, per aprire gli occhi su certe questioni legate al cristianesimo... purtroppo, in Italia sono pochissime le donne che fanno Anticristianesimo Ginocentrico, (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/carla-lonzi-pensiero-della-differenza.html) quindi spero che il post verrà letto da tante, tante donne che, a fine lettura, avranno aperto gli occhi sulla propaganda cristiana mortifera...


LA CHIESA E IL SECONDO SESSO  Dall'Introduzione

"La chiesa e il secondo sesso" fu pubblicato nel 1968, prima che la seconda grande ondata del femminismo toccasse il culmine. Cominciai a scriverlo nel 1965 a Friburgo, una cittadina medioevale della Svizzera dove vissi per sette anni e lo completai a Boston nel 1967. A parte le tesi dottorali, si è trattato del mio primo libro.
Lo scrissi con un grande senso di orgoglio, di collera e di speranza.
Nel 1971, dopo una storia breve e turbolenta, "La chiesa e il secondo sesso" si esaurì e formalmente morì. Io cercai di "ragionare" con l'editore perché lo ristampasse facendo notare che molte persone lo richiedevano, e che io stessa avevo ricevuto parecchie lettere e telefonate, specialmente di donne che studiavano o insegnavano materie attinenti al femminismo e che mi domandavano come mai il libro non fosse più disponibile. Ma la "ragione", nel senso che ho sempre dato a questa parola, non ebbe alcun effetto sui patriarchi della casa editrice, che rifiutarono di alzare un dito. E così io procedetti a fare altre cose, tra le quali ci fu un'evoluzione drammatica/traumatica dalla posizione di cattolica progressista a quella di femminista postcristiana. La mia promozione di addio alla chiesa fu formalizzata con un diploma autoconferitomi, il mio secondo libro femminista "Al di là di dio padre: verso una filosofia di liberazione della donna", apparso nel 1973.
Il viaggio nel tempo/spazio avvenuto tra le date di pubblicazione di questi due libri non potrebbe venir descritto adeguatamente con calendari e carte geografiche terrestri.
Nella mia esperienza non si trattò neppure di un semplice viaggio sulla luna, ma piuttosto fu un lanciarsi da una galassia all'altra, in un viaggio mentale verso nuovi orizzonti sempre più lontani.
Già parecchi anni donna/luce mi avevano separata da "La chiesa e il secondo sesso", di cui talvolta faticavo a ricordare l'autrice, quando nel 1974, con la logica imperscrutabile che caratterizza le divinità del mondo imprenditoriale, l'editore mi informò del suo celeste desiderio che il libro apparisse nuovamente sulla terra.
O Dea: un Secondo Avvento? Con un sussulto contemplai questa nuova rivelazione. La Parola divina era stata pronunciata, e che risposta potevo dare io a proposito di questo strano libro e della sua strana autrice, esistiti in un mondo lontano? Naturalmente c'era sempre la risposta biblica: "Mi avvenga secondo la tua parola" [frase pronunciata da maria all'angelo], ma non mi pareva molto adatta a una femminista postcristiana: perciò pensai che avrei dovuto escogitare qualche geniale soluzione al problema imbarazzante postomi da questi Dei Padri/Padrini. Quali erano le alternative? 
Forse un'edizione riveduta e corretta? Andai nel mio studio e presi il libro dallo scaffale. Aprendolo con riluttanza, ebbi l'impressione che si trattasse del diario di un'antenata ormai pressoché dimenticata, un diario la cui eccentricità doveva essere vista nel suo contesto storico e trattata con il dovuto rispetto.
Aprendo a caso il libro mi trovai nel capitolo VII "Verso una collaborazione paritaria: qualche modesta proposta".
Lessi alcune pagine e vidi che l'autrice proponeva che si arrivasse alla parità tra uomini e donne nella Chiesa (sic, con la C maiuscola). E mi domandai perché mai qualcuno potesse desiderare la parità nella chiesa. In una dichiarazione che avevo rilasciata alla stampa solo tre o quattro anni donna/luce prima, avevo spiegato che una donna che chiedesse la parità nella chiesa avrebbe potuto essere paragonata ad un nero che chiedesse la parità nel Ku Klux Klan. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ku-klux-klan-tutta-la-storia-nei.html) Come aveva potuto essere tanto ottusa, l'autrice di quel libro? Ma già, la data di pubblicazione era il 1968 A.D.
Scorrendo rapidamente alcune pagine, notai che l'autrice aveva usato il pomposo pronome "noi" anziché "io", e aveva scritto "esse" riferendosi alle donne, anziché "noi". Ma perché diceva "noi" quando intendeva dire "io", ed "esse" quando voleva dire "noi"? Notai poi, con un senso di imbarazzo per lei, che usava la parola "uomo" come se fosse un termine generico. Mi resi anche conto che aveva sperato di riformare il cristianesimo. Ovviamente sarebbe stata un'impresa impossibile fare una revisione di questo libro nell'anno 1975 del tempo/spazio femminista post cristiano (d'ora in poi citato come A.F, cioè Anno Feminarum).
Che fare, allora? Poiché il modello cristiano di rassegnazione alla volontà del Padrone del mondo non era più funzionale nell'anno 1975 A.F., presi in considerazione la possibilità di rifiutare l'autorizzazione a questo Secondo Avvento de "La chiesa e il secondo sesso". Tuttavia la prospettiva di un drastico rifiuto mi lasciava perplessa, in parte perché le donne continuavano a cercare questo libro. Poi mi venne in mente un'altra possibilità: lasciare che esso si incarnasse nuovamente, con una mia nuova introduzione postcristiana. Anzitutto, poiché il libro è frutto di un'accurata ricerca storica e il materiale in esso contenuto non è facilmente reperibile altrove, questo Secondo Avvento avrebbe messo questi dati di nuovo a disposizione delle studiose di questioni femminile; in secondo luogo il libro stesso è ormai parte della storia delle donne (1), e in quanto tale è rivelatore perché rappresenta uno stadio del pensiero, delle sensazioni, della speranza, della politica su cui ora si può riflettere dalla prospettiva del nuovo tempo/spazio femminile. E giacché in una precedente incarnazione fui l'autrice di questo libro, mi trovo oggi in una posizione unica per darlo nuovamente alla luce, una luce nuova, e per diventarne in una nuova prefazione la critica e la recensitrice.
Così sorse l'alba della seconda Daly (del secondo giorno) (2).
E vidi che l'idea era buona.

(1) Mary Daly è stata la più incisiva teologa femminista radicale del '900; ha inciso anche sulla nuova spiritualità femminile della Wicca Dianica Ginocentrica.
(2) Gioco di parole tra "Daly" e "Day", giorno.


Capitolo Primo: il processo alla Chiesa

Chi è impegnato nella lotta per la parità dei sessi ha spesso visto nella Chiesa cattolica una nemica, giacché l'insegnamento della Chiesa ha perpetuato una concezione tradizionale della donna che la esalta e la umilia al tempo stesso. è appunto questa ambivalenza, tipica di tante affermazioni cattoliche sulla donna, che appare deplorevole a chi si batte per migliorare la condizione legale, professionale ed economica delle donne.
I fautori della parità del sesso accusano di imperdonabile ipocrisia un certo tipo di propaganda ecclesiastica, che mentre finge di collocare la donna su un piedistallo, in realtà le impedisce di realizzarsi pienamente e di partecipare attivamente, da persona adulta, alla vita sociale. E osservano che quest'idealizzazione simbolica tende a gabbare le donne, inducendole ad accontentarsi del ruolo limitato loro imposto. Innumerevoli donne, indotte a provare sensi di colpa o a credersi anormali, non femminili, se si ribellavano ai ruoli tradizionali, sono così state condannate a un'esistenza tarpata e subalterna in nome della religione (...) La Chiesa opera come "un gruppo di pressione", esercitando un'influenza attraverso i mezzi di comunicazione e le strutture politiche, religiose e sociali da essa controllate, al fine di ostacolare quei cambiamenti che migliorerebbero la condizione femminile. E così si è affermato, documentando questa tesi, che:
"dovunque la Chiesa è saldamente radicata, nei paesi dove è religione di stato o semplicemente la religione dominante, la gerarchia ha sempre persistito nel mantenere la donna nella sua tradizionale condizione di inferiorità, opponendosi a qualsiasi riforma liberale tendente a migliorarne la condizione nella famiglia o nella società" (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/06/schifezze-misogine-cristiane-nei-secoli.html)
Secondo Simone de Beauvoir, (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/simone-de-beauvoir-con-contorno-di.html) il ruolo passivo coatto è mutilante, e le donne sono state incoraggiate ad accettarlo per la mentalità, inculcata dalla Chiesa, dell'attesa di un premio ultraterreno.
"Alla donna si chiede non tanto di accettare in nome di Dio la sua inferiorità, quanto di credersi, grazie a lui, uguale al maschio dominatore; (*)  si sopprime anche la tentazione di una ribellione, pretendendo di superare l'ingiustizia. La donna non è più privata della sua trascendenza, perché consacra a Dio la sua immanenza; i meriti delle anime si misurano soltanto in cielo e non secondo i risultati terreni."
In realtà questa "parità" che le donne avrebbero raggiunto mediante il cristianesimo è inconsistente. Da un lato è ampiamente dimostrato che si disprezza la donna in quanto essere sessuale, dall'altro poi, nel contempo la si esalta in modo non realistico (**)

(*) Si veda a tal riguardo l'abominevole  testo paolino che proclama "in Cristo non c'è né maschio né femmina".  E il commento che ne fa la Daly in "Al di là di Dio Padre":
"Viene spontaneo rispondere che anche se fosse vero, di fatto altrove maschio e femmina sicuramente ci sono. Per di più, i fatti concreti della realtà sociale e dato il fatto che l'immagine di Cristo è maschile, ci si deve chiedere quale significato-contenuto questa frase possa mai avere"
(Nota di Lunaria: la dissoluzione della femminilità, visto che cristo mantiene su di sé i soli tratti maschili E NON ASSUME quelli femminili)


(**) Infatti la donna è temuta perché "turba" la castità dei maschi santi e pii (gli Agostino, gli Aquino), e viene esaltata in maria, la femminilità della gravidanza del figlio maschio, a discapito del godimento sessuale: maria è l'eternamente frigida, alienata dalla sua stessa clitoride.

Un secondo tema attinente al nostro argomento nell'opera della de Beauvoir è quello che la Chiesa, con la sua dottrina, dà implicitamente l'idea che le donne siano inferiori per natura (1).

Nelle antiche religioni pagane si venerava la Dea Madre; (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/la-dea-madre-nelle-diverse-culture.html)
il giudaismo e il cristianesimo rappresentano una reazione a ciò:
"L'aspetto più terribile della donna consisteva nel suo volto di Madre; perciò appunto nella maternità va trasfigurata e asservita"
Quest'asservimento fu compiuto simbolicamente nel culto della Vergine Madre di Dio, che viene glorificata solo in quanto accetta il ruolo subordinato assegnatole:
"Per la prima volta nella storia dell'umanità, la Madre si inginocchia davanti al figlio; riconosce liberamente la propria inferiorità. Nel culto di Maria si avvera la suprema vittoria del maschio; la femmina acquista una riabilitazione nel compimento della propria disfatta"
Ciò che conta è che le donne vengono incoraggiate a identificarsi con quest'immagine di Maria, con risultati disastrosi (2). Parlando della condizione servile delle donne nei paesi cattolici, Simone de Beauvoir dice che "ciò deriva in gran parte dal loro stesso atteggiamento: il culto della Vergine, la confessione ecc., le invitano al masochismo".
Nel dogma cattolico essa vede qualcosa che contribuisce a condizionare le donne perché adorino e servano l'uomo (3)

(1) Per la Scolastica, l'inferiorità è triplice: corporalmente, intellettualmente, spiritualmente.
(2) Si vedano questa pagine di un volume di mariologia:





 

(3) Perché maria è "l'ancilla Domini", la serva del Signore (che ha un simbolismo da "maschio fecondatore", in rapporto a maria, visto che la feconda) a lui sottomessa e subordinata.  





"I maschi non avrebbero fruito pienamente di questo privilegio se non l'avessero concepito come fondato nell'assoluto e nell'eternità: hanno cercato di trasformare in diritto il fatto della loro supremazia. Le religioni foggiate dagli uomini riflettono tale volontà di dominio: nei miti di Eva, di Pandora, gli uomini hanno trovato armi. Hanno messo la filosofia, la teologia al loro servizio... (*)"

(*) Si veda a tal proposito il concetto più evidente, e più abominevole della teologia cristiana: Dio che si fa esclusivamente maschio in terra...

Secondo la nostra autrice, due sono le fonti principali dell'impronta misogina della teologia morale cattolica: la tradizione ebraica (Paolo) e la filosofia greca, che fornì uno speciale supporto all'idea dell'inferiorità femminile. Il concetto aristotelico di nature fisse, come pure l'idea che nella procreazione la donna svolgesse la funzione secondaria di fornire la materia prima e che l'uomo fornisse invece la forma, furono fatte proprie da san Tommaso d'Aquino. In tal modo il posto della donna veniva determinato dalla sua "natura". Quest'idea servì agli scopi delle istituzioni patriarcali che la Chiesa perpetua e rispecchia (...) l'idea di una speciale peccaminosità della donna, che si fondava su interpretazioni bibliche allora correnti, combinandosi con l'idea della natura inferiore di lei affermata dalla filosofia aristotelica, faceva credere che il fatto sociologico della subordinazione femminile fosse scritto nei cieli. (*)

(*) Per Tommaso d'Aquino: "Poichè Dio, secondo il piano della sua provvidenza, governa gli esseri inferiori mediante quelli superiori"; "Rispetto alla natura particolare la femmina è un essere difettoso e manchevole. Infatti la virtù attiva racchiusa nel seme del maschio tende a produrre un essere perfetto simile a sé di sesso maschile e il fatto che ne derivi una femmina può dipendere dalla debolezza della virtù attiva o da una indisposizione della materia, o da una trasmutazione causata dal di fuori, per esempio dai venti australi";
"ci sono due specie di sudditanza (...)  economica o politica, in forza della quale chi è a capo si serve dei sottoposti per il loro interesse e per il loro bene. E tale sudditanza ci sarebbe stata anche prima del peccato, poichè senza il governo dei più saggi sarebbe mancato il bene dell'ordine nella società umana. E in questa sudditanza la donna è naturalmente soggetta all'uomo poichè l'uomo ha per natura un più vigoroso discernimento razionale." 


ADESSO DI QUESTA PORCHERIA AQUINIANA METTERò ANCHE LE FOTOGRAFIE DELLE PAGINE, PRIMA CHE QUALCUNO STARNAZZI DICENDO CHE NON è VERO NIENTE E CHE SONO TUTTE CATTIVERIE CHE MI SONO INVENTATA IO:










QUESTE INVECE SONO LE PAGINE DOVE TOMMASO D'AQUINO NEGA L'IMAGO DEI, CIOè L'IMMAGINE DI DIO, NELLA FEMMINA:






La de Beauvoir sostiene che l'antifemminismo cristiano è sempre stato legato a un atteggiamento ostile alla sessualità. In effetti "in una religione che maledice la carne, la donna diventa la più temibile tentazione del demonio (...) la carne che per il cristiano è Altro, è il nemico, non si discrimina dalla donna. In lei si incarnano le tentazioni della terra, del sesso, del demonio. Tutti i padri della Chiesa mettono l'accento sul fatto che fu lei a indurre Adamo in peccato. Inoltre, dal Medioevo in poi, il fatto di avere un corpo è stato additato nella donna come un'ignominia." (1)

(1) La donna terrena è la ianua diaboli, la porta che permette al male (lussuria!) di entrare nel mondo. Al contrario la coperta, docile e sottomessa maria è la ianua coeli, la porta del Paradiso, proprio perché "depurata da ogni piacere sessuale, non provoca il maschio a lussuria"

La de Beauvoir rileva poi un'ipocrisia e perfino un inconscio sadismo nell'atteggiamento cristiano verso l'aborto:
"Bisogna notare che la Chiesa autorizza in certe occasioni l'uccisione di uomini fatti: nelle guerre, o quando si tratta di condannati a morte; ma riserva per il feto un umanitarismo intransigente."
Le donne, ridotte a una condizione di asservimento alla specie, come strumenti di riproduzione, esse non possono elevarsi al di sopra della loro condizione, "asservimento alla funzione generatrice" (...) ciò che intende dire la de Beauvoir è che la Chiesa contribuisce a mantenere tale asservimento anche dopo che la scienza ha reso possibile una liberazione (anticoncezionali, preservativi...) e lo fa appunto vietando alla donna i mezzi più efficaci per prevenire successive maternità non volute.
Un'analisi dell'opera della de Beauvoir fa emergere un quarto punto importante di critica alla Chiesa: escludendo le donne dalla gerarchia, contribuisce a inculcare in loro un senso di inferiorità:
"Gli emissari di Dio sulla terra: il papa, i vescovi di cui si bacia l'anello, il prete che dice messa... sono tutti uomini"
L'esclusione della donna dalla gerarchia ha un significato psicologico diverso da quello della sua esclusione da altri gruppi autorevoli, perché si collega con l'idea della divinità come entità maschile; quest'idea è rafforzata dal fatto che Dio viene chiamato Padre, che Cristo è maschio, che gli angeli puri spiriti hanno nomi maschili. E così si incoraggia la tendenza a stabilire un'equazione tra il sesso maschile e il divino (...) L'unica possibilità concessa alle donne è la docilità verso il maschio, unico intermediario tra loro e un Dio Maschio.

La storia: una serie di contraddizioni

La Bibbia ci mostra la condizione molto insoddisfacente e spesso infelice delle donne nei tempi antichi. Gli autori dell'Antico Testamento e del Nuovo Testamento erano uomini del loro tempo, e sarebbe ingenuo supporre che fossero esenti dai pregiudizi di allora. Quindi è un procedimento assai dubbio quello di costruirsi un'idea della "natura femminile" e del "piano di Dio" sulla donna partendo dai testi biblici. Come ha ammonito un teologo, "stiamo attenti a non tradurre in termini di natura ciò che è stato scritto in termini di storia" (Louis Marie Orrieux, 1963)

Nota di Lunaria: Ovviamente per i cristiani TUTTA la Bibbia è ispirata da Dio. Di fronte all'evidenza che la Bibbia è un testo misogino, violento, opprimente, scritto da maschi secoli fa, ha senso per le donne far parte di questo culto?

Gli autori cristiani lungo i secoli hanno sfruttato al massimo il racconto della creazione di Eva contenuto nel Genesi, nonché l'ubicazione della costola. Tutto ciò, unitamente al ruolo di tentatrice svolto da Eva nel peccato originale, è stato interpretato come una dimostrazione inequivocabile dell'immutabile inferiorità della donna, un'inferiorità non solo fisica ma anche intellettuale e morale (...) Il fondamento sul quale costruire tutta l'argomentazione per asservire la donna viene trovato nel più antico dei due racconti della creazione, il documento "jahvista" del capitolo II del Genesi, che si è voluto utilizzare come base del pensiero cristiano, mentre non si è prestata molta attenzione al racconto del documento "sacerdotale" che si trova nel capitolo I del Genesi.

Nota di Lunaria: Infatti il racconto in Genesi è DUPLICE. Nel primo racconto (gli) Elohim crea(no) un "maschiofemmina", quindi androgino o uno strano essere "maschiofemmina" (con due teste, una di Adamo, l'altra di Eva? quattro braccia? Due organi genitali? Non è dato saperlo).
Nel secondo racconto Jahvè crea prima Adamo e poi Eva.
è pure degno di nota che anche il tema della "divisione dei ruoli" viene collocato nel contesto delle conseguenze del peccato: e qui è l'uomo che svolge il compito di dominare la natura, mentre la donna viene vista soltanto nel contesto delle fatiche connesse con la riproduzione della specie. (Nota di Lunaria: infatti secondo quest'ottica, la donna è creata per permettere ad Adamo di riprodursi, mentre è il solo Adamo ad aver dato un nome alle cose e agli animali, come "signore assoluto della conoscenza, della scienza, del dominio sulle cose")

I passi più pesantemente antifemministi si trovano, come è noto, nei testi paolini.
Per le usanze di quel tempo, come quella che le donne andassero velate, Paolo cercò una giustificazione teologica e ciò spiega in parte il riferimento da lui fatto a Genesi 2 in Corinzi 11,7 che egli interpreta nel senso che la donna sia destinata all'uomo, non viceversa. Ed è qui che troviamo l'idea che "L'uomo sia immagine e gloria di Dio", mentre la donna sarebbe "La gloria dell'uomo";
"E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo"(*)

(*) E infatti Tommaso d'Aquino aggiunge: "Dimostrazione: Era giusto che nella prima costituzione delle cose la donna fosse tratta dall‘uomo, a differenza di quanto fu fatto per gli altri animali. Primo, perché da ciò risultasse una particolare dignità per il primo uomo, il quale a somiglianza di Dio doveva essere il principio di tutta la sua specie, come Dio è il principio di tutto l‘universo. Per cui anche S. Paolo [At 17, 26] afferma che Dio «creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini»."

Uno dei passi più spesso citati è "Le mogli stiano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto" (Efesini 5,22-24)
I testi in questione sono stati usati lungo i secoli come garanzia dell'approvazione divina per trasformare la condizione subalterna della donna da fatto storico contingente in norma immutabile; sono stati citati per corroborare le tesi di chi faceva di tutto per impedere l'accesso delle donne all'istruzione, alla parità economica e giuridica e alle professioni. E purtroppo quest'uso irresponsabile continua ancor oggi.

Nota di Lunaria: e mettiamo anche le pagine bibliche di san paolo prima che qualcuno starnazzi che non è vero niente e che è tutta una menzogna:












IL PERIODO PATRISTICO
 

L'esame degli scritti dei Padri della Chiesa mette chiaramente in luce il fatto che esiste realmente un problema della donna nella Chiesa. La seguente affermazione di Gerolamo:
"Finchè la donna è per la generazione e per la prole, essa differisce dall'uomo come il corpo differisce dall'anima; ma quando vuol servire Cristo più che il mondo, allora cesserà di essere donna, e sarà chiamata uomo, vir"
("Quandiu mulier partui servit et liberis, hanc habet ad virum differentiam, quam corpus ad animam. Sin autem Christo magis voluerit servire quam saeculo, mulier esse cessabit, et dicetur vir" Comm. in Epist. and Ephes. III, 5)

Nota di Lunaria: parole affermate dallo stesso Gesù, nel vangelo apocrifo degli Egiziani: "Sono venuto a distruggere le opere della femmina", mentre nel "Vangelo di Tommaso", Gesù dichiara: "Io la guiderò in modo da farne un maschio, cosicché anch'essa possa diventare uno spirito vivente che somigli a voi maschi. Infatti ogni donna che diventa maschio entrerà nel Regno dei Cieli."

Caratteristiche tipicamente femminili sono, secondo i Padri della Chiesa, la superficialità e l'incostanza (1), la loquacità e la debolezza (2), la durezza di comprendonio (3)
e l'instabilità mentale (4)

1) Giovanni Crisostomo: "Perciò la donna è una cosa debole di mente e corpo, e incostante e leggera" ("Propter quod mulier res imbecilla et mobilis et levis", Epist. I ad Cor. cap. 14, v 35, Homilia XXXVII)

2) Giovanni Crisostomo: "Questo sesso infatti è ciarliero", "Il sesso infatti è debole o incostante, leggero" ("Loquax enim est hic sexus"; "Sexus enim est infirmus et levis" In Epist. I ad Tim., cap. 2, v. 11, Homilia IX)

3) Cirillo d'Alessandria: "Infatti in massima parte la mente delle femmine è più rozza, né può facilmente capire cose difficili"
("Rudiores enim sunt ut plurimum feminarum mentes, nec ardua facile possunt assequi", Joannis evan. liber XII, XX, 15)

4) Gregorio Magno: "Perciò io non parlo alle femmine, bensì agli uomini, perché chi è di mente instabile non è assolutamente in grado di capire le mie parole" ("Ergo non feminis, sed viris loquor, quia hi qui fluxa mente sunt mea verba percipere nequaquam possunt", Moral. Liber XXVIII, cap. )

Per lo più essi sembrano perplessi per il fatto dell'esistenza stessa della donna. Agostino ha bene espresso tale punto di vista dicendo che non capiva come si possa dire che la donna sia stata creata per essere di aiuto all'uomo, se si esclude l'opera della generazione:
De Genesi ad litteram IX, cap. 5
"Perciò non trovo per che cosa la donna sia stata creata come aiuto all'uomo, se si toglie la causa del partorire" ("Quapropter non invenio ad quod adjutorium facta sit muliere viro, si pariendi causa subtrahitur")

E ancora, Clemente d'Alessandria: Stromatum, liber IV, cap. 8

"Capo è ciò che gode di preminenza; se è vero che il Signore è capo dell'uomo, e l'uomo della donna, ne consegue che l'uomo è il signore della moglie" ("Caput ergo est id, quod principatum obtinet: si est autem Dominus viri caput, mulieris autem vir")

Nel Genesi, i Padri trovarono una spiegazione dell'inferiorità della donna, che servì da garanzia del beneplacito divino per perpetuare una situazione che di fatto rendeva la donna inferiore.
Giovanni Crisostomo pensava che dalla creazione successiva di Eva si potesse dedurre che Dio aveva assegnato all'uomo il ruolo più necessario e più onorevole, alla donna quello di minor conto e meno onorevole: "Perciò Dio assegnò a ciascun sesso le sue funzioni, cosicché la parte più utile e più necessaria toccasse all'uomo, e la minore e inferiore alla femmina" ("Ita Deus ordine suas cuique functiones distribuit, ut utilior ac magis necessaria pars viro obtingeret, minor autem et inferior feminae", Quales ducendae sint uxores, 4)
L'Ambrosiaster poi osserva che la donna è inferiore all'uomo perché non è che una porzione di lui:
"La donna è quindi inferiore all'uomo, perché non è che una porzione di lui" ("Inferior ergo mulier viro est, portio enim ejust est", Comment. in Epist. ad Cor. primam, PL 17, 253)
E: "L'uomo infatti fu fatto a immagine di Dio, non la donna" ("Vir enim ad imaginem Dei factus est, non mulier")

Agostino scrive che solo l'uomo è immagine e gloria di Dio; e poichè la donna credente, pur coerede della grazia, non può spogliarsi del suo sesso, viene reintegrata nell'immagine di Dio solamente là dove non esiste sesso, ovvero nello spirito:

"La donna insieme con il suo uomo è l'immagine di Dio (...) L'uomo invece per quanto riguarda lui solo, è immmagine di Dio così piena e integra come quando la donna è a lui unita (...) Le femmine credenti sono rinnovate a immagine di Dio là dove non c'è alcun sesso, cioè nella loro mente che è spirituale" (De Trinitate XII, 7)

Così Agostino insegnava che l'ordine delle cose sottomette la donna all'uomo: "Ad esempio di tal cosa fu creata la femmina, che l'ordine delle cose sottomette all'uomo... E come è compito dell'uomo governare la femmina" ("Ad hujus rei exemplum femina facta est, quam rerum ordo subjugat viro... Sicut vir debet feminam regere", De Genesi contra Manichaeos, II, 11)

e per Origene: "Le nostre azioni sono femmine o maschi (...) Se seminiamo nella carne, il frutto del concepimento della nostra anima non è maschio, bensì femmina, e quindi fiacco, molle, greve di materia. Se invece contempliamo le cose eterne e abbiamo l'animo attento alle cose migliori, allora sì che produciamo i frutti dello spirito, tutti maschi. Perché ciò che è presentato al cospetto di Dio, tutto ciò che appare agli occhi del Creatore è maschio, non femminile e Dio non si degna di guardare ciò che è femminile e corporeo" ("Quod agimus, aut femina aut mas est. Seminantes enim in carne non marem sed feminam edimus animae fetum, nempe enervem, mollem aut materia crassum. Si vero aeterna spectantes et ad meliora attentum habentes animum, fructus spiritus edimus, omnes fetus nostri mares sunt. Quae igitur offeruntur in cospectu Dei, quaeque Creatoris oculis apparent, haec mascula, non feminea sunt. Neque enim feminea aut corporea dignatur Deus respicere", Comm. in Lucam, Homilia VIII)

Scriveva Tertulliano per l'edificazione delle sue contemporanee:

"Non sai che sei Eva? Tu sei la porta del diavolo... tu sei colei che per prima ha violato la legge divina; tu sei colei che ha persuaso a peccare colui che il diavolo non fu capace di attaccare; con quanta facilità hai fatto cadere l'uomo, l'immagine di Dio; per la pena da te meritata, cioè la morte, perfino il figlio di Dio dovette morire"

"Et Evam te esse nescis? Tu es diaboli ianua, tu es divinae legis pria desertrix; tu es quae eum suasisti, quem diabolus aggredi non valuit; tu imaginem Dei, hominem, tam facile elisisti; propter tuum meritum, id est mortem, etiam filius Dei mori habuit"
(De Cultu feminarum, l'abbigliamento delle femmine)

Ciliegina sulla torta: per Tertulliano ogni femmina dovrebbe andare in giro coperta di stracci, come un'Eva piangente e penitente, per meglio espiare ciò che le deriva da Eva: l'ignominia della prima colpa, la perdizione del genere umano.

Clemente d'Alessandria nel "Paedagogi" (II, 2) insegnava che per la donna è già sufficiente motivo di vergogna il pensare che essa sia donna:
"Per la donna, per la quale è motivo di vergogna il pensiero stesso di chi essa sia."

Nella mentalità dei Padri, donna e sessualità si identificavano, e quindi l'orrore da loro provato per il sesso diventava orrore per la donna (...) Il senso di colpa maschile per il sesso, un'ipersensibilità agli stimoli sessuali, veniva così trasferito sull'"Altra", alla donna. (Nota di Lunaria: ricordiamoci che il cristianesimo, sempre per bocca dei Padri della Chiesa, esaltava la castità e considerava l'orgasmo il sommo male, negando addirittura il piacere tramite autoerotismo o pensieri sessuali; si consulti a tal proposito il "Manuale dei Confessori" di Jean Baptiste Bouvier)

IN QUESTO LIBRO SI TROVANO DOZZINE DI ALTRE SCHIFOSATE MISOGINE (NON SOLO CRISTIANE)


è INUTILE CHE CONTINUATE A NEGARE LA MISOGINIA DELLA VOSTRA RELIGIONE! CHI HA CERVELLO LEGGE I LIBRI GIUSTI E LE COSE LE SCOPRE!!!!!!

Altra misoginia cristiana del 2020: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/branco-di-scrofe-altra-misoginia.html

Osservazione di Lunaria a queste galanterie cristiane:
Che altro ci dovevamo aspettare da maschi che hanno fondato una religione che adora un Dio Padre fecondatore e un Dio nato esclusivamente maschio in terra, se non queste belle frasi galanti sulle donne, pronunciate mentre si magnificava la virilità di Cristo, il Dio che si fa maschio in terra, maschio, come questi Padri della Chiesa, un Dio Maschio che permetteva al meglio che la loro virilità fosse elevata a sesso dello stesso Dio?
Il loro stesso riferirsi alle donne col termine spregiativo di "femmine", "femina" (mentre non chiamano gli uomini "maschi", "mas, masculus") e non "mulier" ("donna"), lascia intendere come considerassero la donna un semplice animale sessuato.
Da notare come questi cafoni petanti non lesinavano lodi a Maria, la non-donna per eccellenza, la priva di clitoride, la priva di autonomia, la priva di cervello.

IL MEDIOEVO

Pier Lombardo, il teologo del XII secolo le cui Sentenze divennero il testo usato dai docenti di teologia, scrive che: "La donna è la sessualità stessa" ("Mulier est ipsa sensualitas", Collectanea in epist. D. Pauli ad Cor., Cap. XI, 8-10); anche Graziano, il principe dei canonisti della Chiesa d'Occidente, autore del Decretum (XII secolo), scrive che la parola "vir" (uomo) deriva da "virtus animi" (virtù, fortezza d'animo); la parola "mulier" (donna) deriva da "mollities mentis" (mollezza della mente).
Bonaventura in Comm. in sec. librum Sententiarum Petri Lombardi, dist. XVI, art 2., q.2, annota: "L'immagine di Dio si trova in maniera più eccellente nel sesso maschile che in quello femminile"
("Excellentiori modo reperitur imago Dei in sexu masculino quam feminino") e "Infatti l'uomo, poichè è forte e presiede alla donna, rappresenta la parte più elevata della ragione, invece la donna rappresenta quella inferiore e ciò a motivo della virilità da un lato, e dell'infermità e fragilità dall'altro" ("Vir enim, quia fortis est et praesidet mulieri, superiorem portionem rationis significat, mulier vero inferiorem, hoc autem est ratione virilitatis ex parte una, et infirmitatis et fragilitatis ex altera", XVIIII, art. 1, q.1)
A questo quadro venne ad aggiungersi un elemento nuovo, cioè l'assimilazione nella teologia della filosofia aristotelica, la quale fornì gli strumenti concettuali che furono utilizzati per cristallizzare il posto subalterno della donna nell'universo. Nell'opera di Tommaso d'Aquino, che in seguito avrebbe conquistato una posizione di assoluta preminenza nella Chiesa (Nota di Lunaria: anche oggi: basta farsi un giretto su certi siti cristiani...) il pensiero aristotelico si sposò alle interpretazioni bibliche allora correnti, cosicché al peso dell'"autorità" venne ad aggiungersi il peso della "scienza".
E così, seguendo Aristotele, l'Aquinate credette che la femmina fosse difettosa nella sua natura individuale, e scrisse che altro non è che un maschio mal riuscito ("mas occasionatus") giacchè la forza attiva del seme maschile tende a riprodurre un'immagine perfetta di sesso maschile; e perciò l'esistenza della donna non può derivare che da qualche difetto della forza attiva (quella del padre) oppure da qualche indisposizione materiale, o da qualche influsso negativo esterno, per esempio da quello del vento del Sud, che è umido (Summa Theologiae I, 92, I ad 1).
Tommaso aggiunge che per quanto riguarda la natura umana in generale la donna non può essere considerata un semplice incidente, ma è inclusa nelle intenzioni della natura, in quanto destinata alla riproduzione della specie.
E sembra non sia capace di fare altro, perché:
"Per qualsiasi altra funzione l'uomo può essere aiutato meglio da un altro uomo." (Summa Theologiae, I,92 1 c.)
E ancora: "Il padre è il principio attivo, mentre la madre si comporta come principio passivo e materiale. Ecco perché formalmente parlando, il padre deve essere amato di più (...) La madre somministra la materia informe del corpo, organizzata nella virtù formativa che è nel seme paterno" (Summa Theologiae  II- II, 26, 10 ad 1)
(Nota di Lunaria: tra l'altro l'Aquino applica questo concetto anche a Maria, quando discetta sul suo ruolo di somministratrice passiva alla materia del Divino Feto Masculo di Cristo...)
"E in questa sudditanza la donna è naturalmente soggetta all'uomo, perché l'uomo ha per natura un più vigoroso discernimento di ragione"
A suo parere questo stato di cose non era conseguenza del peccato originale, ma sussisteva ancor prima della caduta. Infatti:
"Ci sono due specie di sudditanza (...) economica o politica, in forza della quale chi è a capo si serve dei sottoposti per il loro interesse e per il loro bene. E tale sudditanza ci sarebbe stata anche prima del peccato, poichè senza il governo dei più saggi sarebbe mancato il bene dell'ordine nella società umana. E in questa sudditanza la donna è naturalmente soggetta all'uomo poichè l'uomo ha per natura un più vigoroso discernimento razionale." (Summa Theologiae I, 92, 1 ad 2)
E ancora, in riferimento al sacerdozio, vietato alle donne:
"Ora, poichè il sesso femminile non può esprimere nessuna eminenza di grado, essendo la donna in stato di sudditanza, è chiaro che non può ricevere il sacramento dell'ordine" (Summa Theologiae Suppl. 39, 1 c.) e per l'origine della donna:
"L'immagine di Dio che è nell'uomo non è nella donna; l'uomo per esempio è principio e fine della donna, come Dio è principio e fine di tutte le creature"  (Summa Theologiae I, 93, 4 ad I)
"Dimostrazione: Era giusto che nella prima costituzione delle cose la donna fosse tratta dall'uomo, a differenza di quanto fu fatto per gli altri animali. Primo, perché da ciò risultasse una particolare dignità per il primo uomo, il quale a somiglianza di Dio doveva essere il principio di tutta la sua specie, come Dio è il principio di tutto l‘universo. Per cui anche S. Paolo [At 17, 26] afferma che Dio «creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini»."
L'idea degradante che "l'uomo è principio e fine della donna" viene rafforzata dal parallelo uomo/donna e Dio/creatura.
Da notare come Tommaso d'Aquino, il "Santo Dottore della Chiesa Cattolica", si chieda "se c'era bisogno di produrre la donna nella prima costituzione del mondo"...

A PROPOSITO: IL "DOTTORE ANGELICO" HA QUASI COMMESSO UN FEMMINICIDIO VISTO CHE HA GETTATO DEI TIZZONI ARDENTI CONTRO UNA DONNA, UNA PROSTITUTA, CHE GLI ERA STATA CONDOTTA IN CAMERA DAI FRATELLI DI TOMMASO:


Qui invece trovate le porcate di Lutero: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/lutero-e-calvino-misogini-e-assassini.html
non solo andava a prostitute, ma aveva pure pensato di "regalarle" ai suoi amici. E per lui le donne erano "p*ttane del demonio" e quindi andavano sterminate!!!

Particolarmente rivelatrici erano (e sono tuttora) le ragioni addotte per escludere le donne dagli ordini sacri.
Domenico Soto (1494-1560), dopo aver citato le solite motivazioni fondate sui testi di Paolo aggiungeva che anche il lume naturale mostra che sarebbe un'assurdità promuovere le donne alla facoltà di consacrare e di ascoltare confessioni poichè "il sesso femminile manifesta una certa povertà della ragione e debolezza mentale"
Francesco di Sales (1567-1622), rivolgendosi ai mariti, li ammoniva: "poichè Dio ha creato le donne tali affinchè, da voi dipendendo, a voi ne venisse più onore e rispetto, e le teneste per compagne in maniera da essere insieme i capi e i superiori"
Non è stata l'ideologia cattolica, ma la rivoluzione industriale, che ha portato all'emancipazione delle donne. I teologi del XVIII, XIX e XX secolo continuarono a giustificare la condizione tradizionale di subordinazione e di incapacità legale delle donne sposate.
La reazione degli ambienti cattolici ufficiali nel XIX e XX secolo contro il movimento per l'emancipazione femminile mise in luce il perdurante conflitto tra la concezione cristiana della donna come persona creata a immagine di Dio e l'idea che si aveva di lei come essere inferiore, derivato.
Papa Leone XIII scriveva: "Come Cristo è il capo della Chiesa, così il marito è il capo della sposa; e siccome la Chiesa si tiene soggetta a Cristo che nutre per lei un amore castissimo ed eterno, così conviene che le spose siano soggette ai loro mariti, i quali a vicenda le debbono amare di affetto fedele e costante"
Una delle più grandi battaglie per ottenere alla donna il diritto di diventare pienamente adulta è stata quella per un'istruzione uguale a quella dell'uomo.
Pio XI, nel 1939, così si esprimeva, sull'educazione scolastica delle donne: "Non vi è nella natura stessa, che li fa diversi nell'organismo, nelle inclinazioni e nelle attitudini, nessun argomento che vi possa o debba esser promiscuità e molto meno eguaglianza di formazione dei due sessi (e citando dall'enciclica sul matrimonio cristiano) "Il quale ordine richiede la superiorità del marito sopra la moglie e i figli, e dall'altra la pronta soggezione e ubbidienza della moglie..."
e qui, il papa si rivolge a chi cerca di emancipare le donne:
"Maestri di errori che scalzano la fedele e onesta soggezione della moglie al marito, e dicono i diritti tra i coniugi essere uguali (...) La vera emancipazione della donna non implicherà una falsa libertà e innaturale uguaglianza con l'uomo."
perché, per Pio XI, la donna è:
"Destinata ad essere madre (...) A questo fine il Creatore ha ordinato tutto l'essere proprio della donna, il suo organismo, ma anche più il suo spirito e soprattutto la sua squisita sensibilità (...) Una culla consacra la madre di famiglia, e più culle la santificano e glorificano innanzi al marito e ai figli, innanzi alla Chiesa e alla patria. Stolte, ignare di sé e infelici quelle madri che si rammaricano, se un nuovo bambino si stringe al loro petto e chiede alimento alla fonte del loro seno!"
(Nota di Lunaria: ovviamente per il papa ad essere stolti non sono quei maschi che devono sempre e comunque eiaculare nelle donne, assolutamente. Solo la donna che non accetti di essere una mucca a comando è stolta!)
Qui Pio XI raggiunge il suo capolavoro, andando a postulare Ex Cathedra, che le donne siano tutte masochiste:
"Anche i dolori che, dopo la colpa originale, la madre deve soffrire per dare alla luce il suo bambino, non fanno che stringere maggiormente il vincolo che li unisce; ella lo ama tanto più, quanto più le è costato dolore"

Come fa notare Mary Daly, in commento a queste frasucole di Pio XI: "Se la subordinazione della donna fosse davvero così naturale, non sarebbe necessario insistervi tanto: e non occorerebbe dire alla gente, con tanto sfoggio di autorità, come 'comportarsi in modo naturale'."

Vediamo come la chiesa sia contradditoria: da una parte, nel '900, ha riconosciuto la parità uomo/donna, dall'altra, continua a negare alle donne l'accesso alla gerarchia ecclesiastica.

Soffia un vento nuovo

Dopo la morte di Pio XII la Chiesa cattolica si trovò ad avere come pontefice un uomo del tutto diverso, per temperamento e mentalità, dai suoi predecessori. Con Giovanni XXIII si spalancarono le finestre e venne un vento impetuoso di aggiornamento che durò per tutto il suo breve pontificato.
La prima sorprendente apertura a livello ideologico venne dallo stesso papa Giovanni che nell'enciclica Pacem in Terris del 1963 scriveva:
"Nella donna infatti diviene sempre più chiara e operante la coscienza della propria dignità (...) Esige di essere considerata come persona, tanto nell'ambito della vita domestica che in quello della vita pubblica (...) In moltissimi esseri umani si va così dissolvendo il complesso di inferiorità protrattosi per secoli e millenni (*)"

(*) Complesso di inferiorità CAUSATO dalla stessa chiesa e da lei mantenuto in vigore per secoli. Da notare che queste frasette si limitano ad "evidenziare un dato di fatto accaduto nella società laica", e non tanto ad ammettere felicemente che "era ora che la donna avesse la parità"! (nota di Lunaria)

Manca la solita denigrazione dell'emancipazione femminile, alla quale i documenti dei papi ci avevano abituati; e non c'è più il solito linguaggio ambiguo.
Meno incoraggiante, invece, è stata l'allocuzione di Paolo VI, molto pubblicizzata, ai delegati dell'Associazione Italiana di Ostetricia e Ginecologia nel 1966. Il papa sottolineava il simbolismo della donna: "Per Noi è la creatura più docile a ogni formazione, idonea perciò a tutte le funzioni culturali e sociali, a quelle specialmente più congeniali alla sua sensibilità morale e spirituale"
Tra l'altro Paolo VI prese proprio l'occasione di quest'allocuzione per annunciare il pensiero e le norme della Chiesa sulla regolazione delle nascite non erano cambiati.
 
Nondimeno dai testi sopra citati risulta evidente che c'è stata un'evoluzione nell'ideologia ufficiale. è pure evidente però che gli antichi pregiudizi sono tutt'altro che scomparsi dal pensiero cattolico ufficiale dalla prassi.

Discriminazioni contro le donne in pieno '900

1) Durante una messa conciliare, a una giornalista venne impedito l'accesso alla balaustra per ricevere la comunione, a motivo del suo sesso (nella prima sessione dopo l'apertura del Concilio alle giornaliste non era neanche stato consentito di assistere alle messe conciliari, una proibizione che indusse i loro colleghi a inoltrare una petizione in loro favore)

2) La dottoressa Gertrud Heinzelmann, un'avvocata svizzera, dimostrava come gli insegnamenti di Tommaso d'Aquino sulle donne, che costituiscono tuttora implicitamente la dottrina ufficiale della Chiesa, siano ormai del tutto superati; e metteva in luce quanto c'è di offensivo e degradante in questi insegnamenti tomistici, fondati su una teoria biologica della generazione che risale ad Aristotele (...) La dottoressa Heinzelmann faceva notare che il tomismo aveva in sé principi che avrebbero potuto portare a conclusiono diverse, favorevoli alle donne, ma che Tommaso non era abbastanza coerente da applicarli. E concludeva che le teorie di Tommaso hanno contribuito a ostacolare lo sviluppo, l'attività, e l'espressione di metà dell'umanità.
(Nota di Lunaria: le idee di Tommaso d'Aquino, "Il Dottore Angelico", CONTRIBUIRONO alla caccia alle streghe: il Malleus Maleficarum, scritto da altri due domenicani, Sprenger e Kramer, è PIENO ZEPPO delle frasi di Tommaso d'Aquino e di Agostino, a dimostrazione che FURONO QUELLE FRASI AD ESSERE CITATE nella caccia alle streghe, agli eretici, ai liberi pensatori, che FURONO QUELLE FRASI a infiammare il sadismo di Sprenger e Kramer. Tommaso d'Aquino e Agostino andrebbero PROCESSATI post mortem per il gino-cidio che hanno causato con i loro libri. è UNA VERGOGNA che invece ambedue siano "santi", per di più "dottori dell chiesa" e "luminari dell'intera umanità", come vengono chiamati dai loro idolatri)
Anche tre teologhe tedesche presentarono petizioni al Concilio.
Iris Müller, convertita al cattolicesimo, si trovava nell'impossibilità di svolgere il ministero evangelico, intrapreso prima della conversione cattolica. La sua petizione scritta in collaborazione con Ida Raming, analizza i vari argomenti tradizionali per escludere le donne dal sacerdozio.
Un'altra teologa, Josefa Münch, inoltrò una petizione per una modifica del diritto canonico. La Münch citava un episodio di discriminazione sessuale da lei avuta con uno dei padri conciliari. Al suo suggerimento di modificare le parole "Orate fratres" (pregate fratelli) pronunciate dal sacerdote nella messa subito prima dell'offertorio, in "Orate fratres et sorores" (pregate fratelli e sorelle), il vescovo si era detto assolutamente contrario; sosteneva che la ragione fondamentale per rivolgersi al popolo con il termine "fratelli" è che in linea di principio una donna non può offrire un sacrificio a Dio, e insisteva che una laica ha una parte molto minore nella messa di un laico (...) Nell'omissione di ogni riferimento verbale alle donne presenti si vedeva riflessa simbolicamente l'incapacità della gerarchia ecclesiastica di tener conto, sia a livello di pensiero che di azione, dell'esistenza e dell'importanza delle donne in Chiesa.

3) Nell'autunno del 1964 le prime donne uditrici presero posto in san Pietro per la terza sessione concilare. All'opinione pubblica mondiale parve un fatto rivoluzionario, benché osservatori scettici facessero notare che dopotutto un'uditrice non era niente di più di una semplice ascoltatrice, senza alcuna possibilità di far udire la propria voce negli affari conciliari, e si osservò anche che le donne prescelte come uditrici erano più note per il loro tatto e la loro prudenza, che non per un'attitudine a pensare in modo autonomo o progressista o a svolgere una funzione di leadership. Fu poi piuttosto sconcertante apprendere che i Padri si aspettavano che esse presenziassero unicamente a quelle riunioni in cui fossero all'ordine del giorno questioni riguardanti le donne. 

4) Tuttavia nella terza sessione avvenne uno sgradevole incidente, che chiarì come la posizione di queste donne nel Concilio non fosse nulla più di quella di ascoltatrici mute.
La famosa economista Barbara Ward sottopose al Concilio lo schema di un piano per lottare su scala mondiale contro la povertà; tale piano fu accolto con molto favore da alcuni membri della gerarchia, e allora un laico, James L. Norris, suggerì che la signora Ward fosse invitata a parlare all'assemblea dei vescovi. Questa proposta fu giudicata "prematura" e fu respinta cosicché toccò allo stesso Norris di tenere il discorso.
Ci fu un incidente analogo quando gli uditori laici proposero che parlasse ai padri conciliari la signora Pilar Bellosillo, presidente dell'Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche. Anche questa proposta fu respinta.

I problemi della donna cattolica sposata

Particolarmente eloquente è stata la protesta della dottoressa  Anne Biezanek, laureata in medicina e direttrice di una clinica per la pianificazione familiare, frequentata in maggioranza da donne cattoliche, e lei stessa madre di sette figli.
La Biezanek, che si era convertita al cattolicesimo, si è apertamente ribellata contro l'atteggiamento della Chiesa sulla questione della pillola. Non avendo avuto direttive univoche sull'uso della pillola aveva cominciato a prenderla, constatando un notevole miglioramento delle sue condizioni di salute; ma sentendo qualche scrupolo di coscienza si era poi rivolta a un sacerdote, il quale le rifiutò i sacramenti.
Intervistata dalla stampa, Anne Biezanek con i suoi spontanei commenti ha chiarito i motivi di fondo di questo disaccordo con l'autorità:
"A loro non è mai importato niente di quanto soffrivano le donne. è questo che mi fa ribellare. Se un prete dice che questa è la legge di Dio, impone alle donne il martirio"  
   
(Parere di Lunaria: non si capisce perché una donna che voglia vivere liberamente il sesso, resti ancorata ad un culto anti-donna e anti-piacere, ma soprattutto non si capisce perché una donna chieda consiglio ad un maschio-prete in merito a cosa dover fare con e del suo proprio utero...!)

Altre teologhe hanno posto questa problematica sul piano personale, affermando che non se la sentivano di rinunciare ai loro studi e ai loro interessi per avere un numero illimitato di figli.

Altri incidenti di vario genere negli anni dopo il Concilio:

1) Nel 1966 a due giornaliste fu impedito l'ingresso a una cerimonia nella Cappella Sistina.
2) Nel 1966 una donna dottoressa in teologia si recò a Providence per partecipare all'assemblea annuale della Società Teologica Cattolica d'America. Un prete le impedì l'accesso, minacciando di chiamare la polizia; al che la donna ribadì che, in tal caso, si sarebbe trovata nella necessità di convocare la stampa. Dopo una scena lunga e mortificante le fu permesso di entrare.

Gli spacciatori di piedistalli

Nonostante i continui progressi verso il riconoscimento dei diritti personali e dell'autonomia della donna, nel pensiero moderno e contemporaneo hanno continuato a fare capolino gli stereotipi riguardanti la sua presunta "natura".
Così il teologo domenicano francese A.M. Henry, scriveva negli anni '50:
"In quel secolo equilibrato (il 1300) san Tommaso d'Aquino aveva un concetto della rispettiva posizione dei coniugi nella femiglia, che nonostante alcune esagerazioni, ci appare valida ancor oggi."

Gertrud von Le Fort (una baronessa) pubblicava "La donna eterna" (1934), un concentrato di misoginia auto-dispensata.
"Della Donna Eterna si dice che "ha la vocazione alla resa e al nascondimento; di qui il simbolo del velo (...) l'opera femminile non può pretendere di primeggiare ed è subordinata all'originale attività dell'uomo"
Totalmente staccata da sé, e anzi priva di un proprio io, essa non raggiunge una realizzazione personale, ma semplicemente un generico appagamento nella maternità, fisica o spirituale.
Secondo la von Le Fort il movimento femminista ha una motivazione "tragica" perché "è il risultato di una dissonanza intervenuta nella natura femminile" mentre si lamenta che: "è difficile indurre le donne a compiere il lavoro di domestiche, che è così appagante e così consono alla naturale vocazione femminile"; (ricordiamo che l'Autrice era una baronessa, quindi servita da domestiche e cameriere) e al riguardo del "sacerdozio femminile": "La Chiesa non poteva affidare alla donna il sacerdozio... perché avrebbe distrutto lo specifico significato di lei nella Chiesa"
Alcuni pensatori come Berdjaev (*) affermavano che il moderno movimento per l'emancipazione delle donne "cerca di condurle su una via maschile" e "mascolinizzasse la donna" (Teilhard de Chardin)
 
(*) Il quale aveva già dichiarato che: "Il culto della Madre di Dio, della Santissima Vergine, è sostanzialmente distinto dall'adorazione pagana del principio femminile; è l'adorazione di una femminilità completamente illuminata e serena, che ha conseguito la vittoria sull'elemento vile presente nella femminilità (...) Nell'elemento femminile c'è qualcosa di basso e sinistro"

Come osserva la traduttrice dell'opera della Daly non si capisce allora perché Berdjaev tema che la donna emancipata si "mascolizzi", visto che per lui la femminilità contiene già un elemento vile, basso e sinistro da esorcizzare!, e al contrario, avrebbe dovuto approvare la "mascolinizzazione della donna nel Femminismo" come un miglioramento!

Ma la logica non appartiene ai pensatori cristiani.

Louis Bouyer nel 1962 scriveva una frase che avrebbe eccitato lo stesso Tommaso d'Aquino: "La femminilità è un segno dell'essenziale incompletezza della creatura"
Francis Arnold concordava in pieno con Nietzsche: "La felicità dell'uomo, come ha detto Nietzsche, è la mia volontà. La felicità della donna, invece, è la volontà di lui.", per poi affermare che: "il padre è il capo, il re, il rappresentante designato dell'autorità nella famiglia e l'episcopus della sua casa (...) quella gerarchia tra l'uomo e la donna che è stata voluta da Dio nel matrimonio, nella famiglia e nella società"
Danniel e Oliver, dopo aver affermato che "ai bambini si regalino solo trenini, per mostrare loro fin dai primi anni l'inclinazione al potere, mentre le bambine giochino con la bambola", postulano:
"Il cervello della donna è generalmente più leggero e più semplice di quello dell'uomo, e ciò può spiegare la sua minore capacità deduttiva"
Monsignor Giacomo Alberione, fondatore della Compagnia di San Paolo e di varie congregazioni religiose femminili:
"La donna in primo luogo ha come campo delle proprie fatiche la famiglia sua. E chi vuol darle come primaria occupazione un lavoro fuori di essa, dovrà violentare i suoi gusti, dovrà opporsi ai disegni provvidenziali di Dio, dovrà creare delle spostate, delle infelici, delle inutili, e peggio, delle rivoluzionarie"
e padre Jean Galot in un libro che rappresenta una vera e propria miniera di perle clerico-maschiliste scriveva:
"Nei privilegi di Maria, pur sublimi che siano (1) si rivelano le intenzioni del piano divino relative a tutto il genere femminile"

(1) I "sublimi privilegi di Maria" sarebbero: l'essere fecondata in modo asettico, servire da utero pregno per il divino feto maschile di Cristo, servirlo, annullarsi in docilità e frigidità. E questi sarebbero i "privilegi sublimi"!

"Così come Cristo, principio attivo perché maschio, ha operato, Maria, come creatura dipendente (*) ha soltanto cooperato (**), così per analogia deve avvenire anche nei ruoli dell'uomo e della donna nella Chiesa"
"Cooperazione della donna in termini di ricettività: l'uomo ha la missione di predicare, la donna ha quella di ascoltare"
Ruolo che Jean Galot considera nobile e degno, perché:
"Con la sua volontà di ascoltare e assimilare, la donna rende un servizio all'uomo che parla" 
"Disposta per natura a subordinare la propria volontà a un altro, è docile e meno atta al ragionamento"
E, vetta sublime cristiana nell'idolatria del Cristo/sacerdote maschi, Galot conclude che "La scelta divina si appoggia sulle doti maschili"

(*) "L'incarnazione redentrice si è realizzata sotto la livrea maschile [...] Il piano divino pur attribuendo a Cristo, nuovo Adamo, il posto eminente e unico che conviene al figlio di Dio, gli ha messo accanto una nuova eva, a lui sottomessa e sotto la sua dipendenza.", pagina 80 e successive, del manuale per l'educazione delle vere femmine cristiane  "C'è donna e donna".
Tra l'altro come fa notare la Daly: "L'idea che Maria debba essere un modello per tutte le donne si fonda su presupposti più che discutibili; si dà per scontato che si sappiano molte cose sul personaggio storico della Madonna, mentre al contrario si sa ben poco; si è arrivati ad argomentare che siccome la Madonna non ha fatto determinate cose, non le possono fare neppure le donne del nostro tempo"
(**) Ovvero, per citare l'Aquinate, ha somministrato in modo passivo la materia del suo utero per accogliere il feto di Cristo.  

Ovviamente, la donna non può che essere vergine/sposa/madre; mai e poi mai ai teologi/papi è venuto in mente di codificare il ruolo maschile nei soli vergini/sposi/padri.
Il demone del pregiudizio sessuale: un esercizio d'esorcismo
Quel che più conta è il fatto che, in grande maggioranza, le donne non hanno mai protestato per essere state relegate nella teoria e nella prassi sociale, in una categoria sub-umana. La massa delle donne africane non si è mai ribellata contro nefandezze come le mutilazioni genitali rituali o l'acquisto delle mogli.
(Nota di Lunaria: in realtà è stato dimostrato che le donne africane che vivono negli Stati pro-infibulazione non conoscevano a priori cosa fosse la clitoride, a cosa servisse;
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/infibulazione-e-clitoridectomia.html
plagiate da una cultura ancestrale che vede in quel lembo di pelle un organo sporco e diabolico, sono convinte che estirparselo sia persino un atto salutare, un qualcosa che le migliorerà; ad ogni modo, se comunque non era possibile che quelle donne avessero coscienza della clitoride, forse avrebbero dovuto comunque ribellarsi perché la mutilazione genitale spesso porta alla morte.)
La maggioranza delle donne musulmane non ha reagito contro l'istituzione dell'harem. La maggioranza delle donne europee e americane non si è battuta per conquistare il diritto di voto, di avere un'istruzione pari a quella degli uomini e un pari accesso a tutte le professioni. E la stragrande maggioranza delle donne cattoliche non ha mai contestato il proprio ruolo passivo nella chiesa e l'impossibilità di far sentire la propria voce.
Ciò sembrerebbe confermare lo stereotipo dell'Eterno Femminino, che vede nella donna un essere passivo e sottomesso per natura.
Questa non-resistenza all'oppressione si può spiegare in parte con la mancanza di occasioni concrete per organizzarsi e lottare, e con la paura che è tipica di coloro che vivono in una condizione di assoggettamento; e in parte con l'ignoranza dei fatti.
è poi assai probabile che il guardare soltanto ai propri interessi personali renda difficile percepire il problema per molte donne, le quali hanno una vaga impressione che il sistema funzioni abbastanza bene per ciò che le riguarda: e, stando bene, non si prendono il disturbo di prescindere dalla propria condizione personale e guardare invece alla situazione delle donne nel suo complesso. Spesso le antifemministe appartengono alle classi privilegiate e si mostrano cieche di fronte ai problemi delle loro sorelle meno fortunate. Così la baronessa von Le Fort (vedi capitolo 4) poteva ben scrivere di quanto fosse "appagante" il lavoro di domestica, proprio perché lei stessa non aveva mai dovuto sperimentare personalmente gli "appagamenti" di un'esistenza del genere.
Inoltre ci sono anche le abitudini, le usanze, che hanno un effetto soporifero: l'idea che "tutti fanno così", che "le cose sono sempre andate così" ha impedito a molte menti logiche di trarre certe conclusioni.
La teoria psicanalitica della repressione e della proiezione ci aiuta a capire come possa svilupparsi un meccanismo del genere.
Questo processo di una "psicologia dei ruoli" ovvero di una "profezia che si autorealizza" implica un circolo vizioso: infatti i membri del gruppo oppresso o minoritario non hanno altra immagine con cui identificarsi se non quella imposta loro dal gruppo dominante, e pian piano imparano a comportarsi secondo ciò che ci si aspetta da loro; e poichè così facendo diventano di fatto inferiori, appunto come vuole la società, contribuiscono a rafforzare il pregiudizio.
Spesso la donna ha la sensazione di non esistere, un'impressione che le deriva dal fatto che i compiti di moglie e di madre annullano la sua identità di persona. La terapia rivela che ci sono molto uomini per i quali la moglie non esiste come persona, ma solo come cosa di loro proprietà e come madre dei loro figli.
Molti scritti clericali ("Il manuale del matrimonio cattolico" di Monsignor Kelly, per esempio) arrivano a proclamare che la moglie è "la ricompensa" che il marito ha dopo una giornata di duro lavoro.    

La soluzione

La risposta è stata suggerita da Simone de Beauvoir: non si tratta di rimpiazzare il vecchio stereotipo creandone uno nuovo, bensì di far vedere quanto poco valgano tutti gli stereotipi, mettendo in luce l'immensa varietà del potenziale che c'è nelle donne.
Le radici teologiche del problema: è necessaria una chirurgia radicale
Dopo aver preso nota delle idee misogine più ovvie che si sono infiltrate nella tradizione cristiana, si comincia a vedere quanto siano profonde le loro radici e come siano collegate tra loro. La teologia può essere paragonata a un organismo: la malattia che ne colpisce una parte subito si diffonde in altre parti; Inoltre non basta curare i sintomi; anzi, la sparizione istantanea di manifestazioni superficiali può nascondere il fatto che la malattia rimane a livello più profondo, pronta a riapparire in altre forme.

Idee su Dio

Nella teologia alla radice di distorsioni come l'antifemminismo c'è il problema dei concetti e delle immagini riguardanti la divinità.
(...) Non mancano indizi che l'assurda idea della maschilità di Dio indugi nella mente dei teologi, dei predicatori e dei semplici fedeli. Se un predicatore dovesse pubblicamente riferirsi a Dio usando un pronome femminile "Lei, Essa", sicuramente molti troverebbero del tutto anomalo e fuori luogo un tale riferimento a Dio, e dovendo scegliere tra un pronome femminile e uno neutro ("It", solitamente riservato alle cose) preferirebbero quest'ultimo, che sembrerebbe loro meno blasfemo di quello femminile.
Persino le migliori opere teologiche possono occasionalmente rispecchiare la confusione esistente su Dio e il sesso; il seguente passo tratto da "La spada a doppio taglio", di John L. Mackenzie, è un esempio interessante:
"Abbiamo già fatto notare che nei miti mesopotamici il sesso era un fatto primigenio come la natura stessa. Gli ebrei non potevano accettare questo concetto, perché non c'era sesso nel Dio che adoravano. Dio è, naturalmente, maschile, però non nel senso di distinzione sessuale; e gli ebrei trovarono necessario stabilire esplicitamente, in forma di racconto, che il sesso fu introdotto nel mondo della divinità creatrice, la quale è al di sopra di ogni sesso, come come è superiore a tutte le cose da essa create."
L'aspetto più affascinante è che in un passo che intende spiegare che il Dio dell'Antico Testamento non ha sesso, e nel quale l'autore si dà da fare per chiarire questo concetto si trovi poi la blanda asserzione che "Dio è, naturalmente, maschile"
Cosa può voler dire l'aggettivo "maschile" attribuito a un Essere che non ha sesso?
Quest'affermazione riguarda Dio o non riguarda piuttosto l'opinione del sesso maschile che ha l'autore e/o avevano gli ebrei?
In ogni caso il condizionamento creato dalla diffusa convinzione che Dio è maschio - checché ciò significhi - non è certo tale da generare una grande stima di sé nelle donne o molta stima per le donne:
(Nota di Lunaria: non parliamo poi del concetto che Dio si fa maschio in Gesù Cristo...)
Tra le idee su Dio, nocive e atte a indurre in errore ci sono concetti solitamente messi in relazione con "la divina onnipotenza", "L'immutabilità di Dio", "la divina provvidenza", (...) perché implicano l'idea che Dio è immutabile. Il quadro che se ne ricava è quello di un Dio onnipotente, supremamente giusto, il quale vuole o permette che esistano certe condizioni oppressive. Si dice che Dio non è soggetto ad alcun cambiamento. Di fronte a un Dio di questo tipo l'uomo dispera: perché mai dovrebbe impegnarsi per migliorare la propria sorte o darsi da fare per instaurare la giustizia sociale, se c'è un Dio così?
La caratteristica centrale della visione del mondo che ne deriva è l'immutabilità. Tale visione del mondo produce una mente tutt'altro che aperta agli sviluppi teologici e ai mutamenti sociali; una mentalità condizionata da simili idee si mostrerà istintivamente ostile ad ogni sforzo radicale per dominare e trascendere i limiti imposti dalla natura biologica. Quei teologi conservatori che si sono opposti a un'evoluzione nell'atteggiamento della Chiesa sulla regolazione delle nascite hanno appunto questo quadro di riferimento.
Per guarire l'antifemminismo cristiano occorreranno però altri sviluppi teologici. Occorrerà superare la concezione istituzionalista della Chiesa, che è stata la radice di molti mali. Una teologia che dà troppa importanza al carattere istituzionale della Chiesa tende a difendere le prese di posizione della gerarchia nel passato e a chiudere gli occhi davanti alla realtà di oggi. 

Anche la teologia del sacramento dell'ordine ha risentito di una mancanza di equilibrio: si è insistito in modo sproporzionato sull'eccellenza della condizione sacerdotale, anzichè dare spazio alla dimensione di servizio. Si è tentati di concludere che in questa accentuazione esagerata della dignità del sacerdote ci sia una specie di simbolismo fallico.
Tommaso d'Aquino scriveva che le donne non possono ricevere gli ordini sacri perché "il sesso femminile non può esprimere nessuna eminenza di grado, essendo la donna in stato di sudditanza"
Alcuni discepoli di Tommaso sono andati oltre. Un teologo domenicano statunitense, Edmund Manchak, nel 1965 scriveva che una donna non può essere ordinata, perché "ai fedeli riuniti in assemblea nella Chiesa la natura femminile di lei non può rappresentare quella caratterizzazine maschile che è appunto la distinzione sacramentale simbolica che Cristo possiede in relazione alla sua chiesa"
(guardate che lungaggine grammaticale per esprimere il concetto che la donna non può essere sacerdotessa perché le manca il pene  che è, appunto, il tratto principale del dio cristiano... Nota di Lunaria)
Un altro punto da chiarire è questo: ci deve essere un radicale ripensamento della teologia sulla questione femminile, ma occorre respingere il modo di affrontare la questione che traspare dall'espressione "teologia della donna" perché essa dà implicitamente per scontato che le donne appartengano di fatto a una specie diversa; per far apparire chiaro il pregiudizio inerente in questa formula basta tentare di esprimere la corrispondente formula della "teologia dell'uomo maschio"; ciò dipende dal fatto che non si è mai pensato che gli uomini pongano problemi speciali, perché li si è sempre considerati pienamente umani.

Verso una collaborazione paritaria: qualche modesta proposta

La classe dominante proietta quelle caratteristiche che non vuole riconoscere in sé (cioè il suo "io" più basso) sulla classe oppressa, che a sua volta interiorizza le caratteristiche disprezzate. E in questo senso la storia della creazione dice la verità quando afferma che Eva deriva da Adamo.
(Nota di Lunaria: per forza! Le donne sono educate a cercare di corrispondere sempre e comunque, con tutte le loro forze, agli ideali maschili!)
Inoltre anche il mito dell'eterno mascolino è alienante, ostacola lo sviluppo della personalità dell'uomo (...) La nostra società non ammette che il maschio possa esprimere emozioni, sensibilità.

La questione del sacerdozio femminile

Un'autrice tedesca, Ida Frederika Görres (1965), scrive:
"Immaginate i rapporti tra le sacerdotesse e gli uomini. Che caleidoscopio di situazioni imbarazzanti, grottesche, ridicole e intollerabili! (...) Non vedrei nessuna ragione logica per gettare a mare l'esperienza logica e religiosa di millenni, solo per gratificare la smania di riconoscimenti e di potere di alcune donne..."
A quanto pare, all'autrice non viene neanche in mente di pensare ai rapporti tra "sacerdoti e donne" che anch'essi possono essere una miniera di "situazioni imbarazzanti, grottesche, ridicole e intollerabili", che non occorre neppure fare lo sforzo di immaginare perché già esistono nella realtà.
Un tipo di obiezione frequente è che Gesù ha chiamato soltanto uomini ad essere suoi apostoli; ma come possiamo sapere che la scelta di Cristo sia stata determinata proprio dal sesso? Dopotutto è altrettanto vero che Cristo ha scelto solo ebrei, ma ciò non può essere interpretato nel senso che solo gli ebrei possono essere sacerdoti.
(Si tenga presente che nel libro successivo, "Al di là di Dio Padre" l'Autrice rivede in parte questi concetti)

Abbiamo trattato qui il discorso della Sacerdotessa e del perché il cristianesimo la detesti:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-sacerdotessa-che-e-un-concetto.html

AL DI Là DI DIO PADRE


Introduzione

"Nonostante i molti e duraturi risultati conseguiti negli ultimi anni, i colpi inflitti alla psiche delle donne in questo periodo di reazione violenta ne hanno scoraggiate parecchie distogliendole dal processo di analisi della fallocrazia e dalla ricerca di strada per uscirne.
Il terrorismo contro le donne le spinge all'amnesia e nella paura di arrivare a conoscere tutte le implicazioni del potere patriarcale; perché molte ne sanno abbastanza da rendersi conto che la vera conoscenza implica la partecipazione nell'Arte/Sapienza delle Streghe (Stregoneria) e che tale conoscenza è un crimine punibile con la morte."

"Bandite/sopite nel sonno di morte che è la condizione assegnata alle donne nel patriarcato, "dimentiche" della realtà del ginocidio, le donne reagiscono l'una contro l'altra come se fossero la causa originaria della propria oppressione.
I meccanismi da lungo tempo interiorizzati del disprezzo di sé e della violenta orizzontale vengono sfruttati dagli ingannatori, e le donne sono intrappolate/dissanguate."

"Le donne spintesi al di là di dio padre scoprono che il misticismo delle parole si intreccia col misticismo della creazione. Creare parole è un modo fondamentale di Ammaliare - Accendere le donne alle intuizioni e alle azioni che cambiano la nostra vita. Creare parole è espressione dei poteri di trasformare, di tessere significati e ritmi, di scatenare le forze/fonti Originarie. Arrangiando le parole affinché comunichino i loro significati Arcaici, le Tessitrici le liberano dalle celle dei sensi convenzionali. Lasciando le parole libere di correre insieme, le Tessitrici divengono Muse. Noi non usiamo parole; noi meditiamo parole. Le donne e le parole metaformanti hanno poteri magici, aprono vie alle memorie, trasformano spazio e tempo."

"In primo luogo c'è Negare. Come Negatrici, le Tessitrici che tessono al di là del veto di dio padre proibiscono e [...] In secondo luogo c'è Stregare. Come Streghe, le Tessitrici gettano incantesimi, pronunciando il Giudizio dei giudici. In terzo luogo c'è X-are. X è il simbolo dell'ignoto o di una quantità/qualità variabile [...] X-are significa predire l'arrivo del fattore X.

"Desidero una rivoluzione delle donne come si desidera
un amante.
Desidero così ardentemente questa libertà,
questo fine della lotta e della paura e delle bugie
che tutti esaliamo, che potrei anche morire
per la passione con cui lo desidero" (Robin Morgan)

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L'unione delle donne nella sorellanza per la liberazione sta diventando una caratteristica molto diffusa della cultura americana, e il movimento va rapidamente assumendo dimensioni mondiali.
L'unione si regge sul condiviso riconoscimento che in tutto il mondo esistono caste sessuali e che il fenomeno è sostanzialmente uguale sia in Arabia Saudita sia in Svezia. Questo sistema planetario di caste sessuali comporta l'attribuzione degli individui sin dalla nascita a gruppi gerarchicamente ordinati i cui membri hanno diseguale accesso a beni, servizi e prestigio. [...] Il sistema di casta dello sfruttamento sessuale non potrebbe perpetrarsi senza il consenso sia del sesso dominante che delle vittime, e tale consenso viene ottenuto mediante la socializzazione nei ruoli sessuali: un processo di condizionamento che inizia ad operare dal momento della nascita e che è imposto dalla maggior parte delle istituzioni [...] La religione patriarcale ha servito a perpetuare tutte queste dinamiche fraudolente definendole "naturali" e conferendo loro le proprie soprannaturali benedizioni. Il sistema è stato reclamizzato come "conforme al progetto divino" (Nota di Lunaria: si veda a Genesi il famoso anatema del creatore maschio contro la donna: "Verso tuo marito sarà il tuo istinto ed egli ti dominerà"; si veda anche San Paolo: "Il marito è capo della moglie", e poi Agostino e San Tommaso d'Aquino, con i loro commenti sulla genesi e su cosa sia la donna in rapporto all'uomo; e ancora, come cita Mary Daly, Karl Barth, nel '900, che ancora giudicava la donna ontologicamente inferiore all'uomo, come Jean Guitton, e Kilmer Myers che insisteva sul divieto del sacerdozio femminile perché "Gesù era maschio")

"Teologie ed etiche apertamente ed esplicitamente oppressive nei confronti delle donne non sono affatto confinate al passato. Il simbolismo esclusivamente mascolino per Dio, per la nozione di divina incarnazione in natura umana e per il rapporto tra gli esseri umani e Dio rafforza la gerarchia sessuale."

"è alquanto osceno preoccuparsi di giustificare un autore morto da un pezzo (Paolo) e rimproverare alle donne una pretesa mancanza di erudizione invece di occuparsi della profonda ingiustizia che la religione continua a perpetrare. La critica della donna non riguarda solo pochi brani bensì un intero universo di supposizioni sessiste. [...] Gli aspiranti pacificatori delle donne amano molto citare il testo paolino che proclama "in Cristo non c'è né maschio né femmina". Viene spontaneo rispondere che anche se fosse vero, di fatto altrove maschio e femmina sicuramente ci sono. Per di più, i fatti concreti della realtà sociale e dato il fatto che l'immagine di Cristo è maschile, ci si deve chiedere quale significato-contenuto questa frase possa mai avere" (Nota di Lunaria: la dissoluzione della femminilità, visto che cristo mantiene su di sé i soli tratti maschili E NON ASSUME quelli femminili)

"In un contesto sessista, i sistemi simbolici e gli apparati concettuali sono stati creati dai maschi; non rispecchiano l'esperienza delle donne, ma piuttosto operano nel senso di falsificare la nostra immagine di noi stesse e del nostro vissuto."

"Il metodo di liberazione comporta quindi la castrazione del linguaggio e delle immagini che perpetuano e rispecchiano le strutture di un mondo sessista. Esso castra precisamente nel senso che taglia via il sistema fallocentrico di valori imposti come patriarcato, nelle sue espressioni più sottili come in quelle più manifeste. [...] Le femministe sono abituate a sentirsi etichettare come "femmine castratrici". Alcune hanno giustamente ribattuto che se "castrare" significa sostanzialmente privare di potere, potenza, creatività, capacità di comunicare, sono proprio le donne che vengono castrate dalla società sessista"
Questo libro è stato scritto con speranza; io spero che esso rappresenti non soltanto una continuazione ma un nuovo inizio. Sicuramente non è l'Ultima Parola; ma in quanto genera la parola giusta, qualcuno lo ascolterà, perché la parola giusta ha in sé il potere della realtà."

I. Dopo la morte di Dio Padre

"L'immagine biblica e popolare di un Dio simile ad un grande patriarca celeste che ricompensa o punisce secondo la propria misteriosa e apparentemente arbitraria volontà ha dominato l'immaginario collettivo per migliaia di anni. Il simbolo del Dio Padre, moltiplicatosi nell'immaginazione e ritenuto credibile dal patriarcato, ha, di conseguenza, reso un servigio a questo tipo di società, facendo apparire giusti ed adeguati i suoi meccanismi per l'oppressione delle donne. Se Dio nel "suo" Cielo è un padre che governa la "sua" gente allora nella "natura" delle cose è conforme al piano divino e all'ordine dell'universo che la società sia dominata dal maschio.
In questo ambito si verifica una mistificazione dei ruoli: il marito che domina la moglie rappresenta lo "stesso" Dio.
Le immagini e i valori di una data società sono stati proiettati nel reame dei dogmi e degli "articoli di fede" e questi a loro volta giustificano le strutture sociali che li hanno generati e li rendono credibili."
"La figura del Padre divino che sta nei cieli non ha sempre incoraggiato comportamenti umanitari; il comportamento spesso crudele dei cristiani verso i non credenti e i dissidenti fornisce molte indicazioni non solo circa i valori di una società dominata da questa immagine ma anche circa il funzionamento dell'immagine stessa rispetto ai comportamenti."
"Ho già suggerito che se Dio è maschio, allora il maschio è Dio.
Il divino patriarca castra le donne finquando riesce a continuare a vivere nell'immaginazione umana. Il processo di recisione del Supremo Fallo difficilmente può essere una questione meramente razionale. Il problema è quello della trasformazione dell'immaginario collettivo affinché questo travisamento dell'ispirazione umana alla trascendenza perda la sua credibilità.
Alcune leaders religiose, soprattutto Mary Baker Eddy e Ann Lee, fino ad un certo punto riuscirono a vedere il problema e sottolinearono l'aspetto "materno" di quello che chiamavano "Dio". Alcune femministe si sono riferite a "Dio" con "Lei".
Il tutto sicuramente costituisce un argomento, ma l'analisi deve farsi più profonda, deve avvenire all'interno della donna, nel nostro essere e nell'immagine che abbiamo di noi stesse, altrimenti si corre il pericolo di accontentarsi di semplici riforme, riflessa nel fenomeno del "crossing" cioè nel tentativo di usare le armi dell'oppressore contro di lui. L'immagine del Dio Nero della Teologia Nera lo illustra. Si potrebbe legittimamente dimostrare che un'operazione transessuale su "Dio" cambiando il "lui" con il "lei", sarebbe un'alterazione di gran lunga più profonda di un mero cambiamento cromatico" (nota di Lunaria: qui Mary Daly si riferisce alle immagine dei "Black Jesus", dove Gesù appare con tratti africani; questo perché non solo la Teologia ufficiale "dipinge" Dio/Gesù con tratti virili, ma persino "bianco-centrici";
anche le immagini di Maria - sempre bellissima, perfettissima, giovanissima - sono una sorta di messaggio discriminatorio nei confronti di tutte le donne comuni; il significato è questo: "la madre di Dio" è bellissima; non così voi altre donne - tutte - destinate a invecchiare e a imputridire... ammirate, nel dipinto di una Maria bellissima, la vostra inferiorità a lei").
"Le varie teologie che ipostatizzano la trascendenza, cioè quelle che, in un modo o nell'altro, oggettivano "Dio" in quanto essere, tentano con ciò, in modo autocontraddittorio, di immaginare la realtà trascendente come finita. "Dio" quindi adempie alla funzione di legittimare lo status quo sociale, economico e politico, al quale sono subordinate la donna e altri gruppi vittimizzati.
"Dio" può essere usato in modo oppressivo contro le donne in vari modi. Primo: ciò accade in maniera evidente quando i teologi dichiarano la subordinazione delle donne alla volontà di Dio. Questo, ovviamente, è accaduto per secoli e ci sono dei residui, a diversi livelli di sottigliezza e chiarezza, negli scritti dei pensatori del ventesimo secolo, quali Barth, Bonhoeffer, Niebihr e de Chardin (Nota di Lunaria: a questi aggiungo anche Jean Guitton, che dedica un'intera pagina del suo orribile "La Vergine Maria" a dimostrare come la donna manchi di intelletto e "che nessuna scoperta scientifica si può ascrivere a una donna")
Secondo: anche se non c'è questa giustificazione esplicitamente oppressiva, il fenomeno è presente quando si usa un simbolismo unisessuale per Dio e per la relazione umana a Dio. Il seguente passo illustra questo punto:
"Credere in Dio Padre è divenire consapevoli di sé non come un estraneo, un profano o una persona alienata, ma come un figlio che appartiene, o una persona designata, a un destino meraviglioso, che condivide con l'intera comunità. Credere in Dio Padre significa riuscire a dire "noi" in relazione a tutti gli uomini"
Una donna dalla coscienza critica può dire che un simile linguaggio la rende consapevole come estranea, profana e persona alienata, non in quanto figlia che appartiene, o che è destinata, ad un destino meraviglioso. Lei non può appartenergli, a meno che non acconsenta alla sua lobotomia.
Terzo: anche quando gli assunti fondamentali del linguaggio di Dio sembrano asessuati e quando il linguaggio è alquanto purificato dall'ossessione della mascolinità, è nocivo, ed implicitamente coerente con il sessismo, se incoraggia l'allontanamento dalla realtà della lotta umana contro l'oppressione nelle sue manifestazioni concrete. Cioè: la mancanza della relazione esplicita tra l'intellezione e il fatto dell'oppressione nelle sue forme specifiche, quale la gerarchia sessuale, è essa stessa oppressiva. è questo il caso dei teologi che scrivono lunghi trattati sulla speranza creativa, sulla teologia politica o sulla rivoluzione senza una conoscenza specifica del, o senza un'applicazione del problema del sessismo, o di altre forme di ingiustizia. [...] Forse un'ovvia ragione di ciò sta nel fatto che quei teologi non hanno condiviso l'esperienza dell'oppressione e, quindi, scrivono dalla distanza privilegiata di chi, tutto al più, ha una "conoscenza approssimativa" dell'argomento."
"Ho già detto che sarebbe irrealistico mettere da parte il fatto che gli strumenti simbolici e linguistici della comunicazione - che comprendono essenzialmente tutta la tradizione teologica nelle religioni del mondo - sono stati formulati dai maschi nelle condizioni del patriarcato. è quindi intrinseco a queste strutture simboliche e linguistiche che esse servano agli scopi degli ordinamenti sociali patriarcali."   
"Gli studiosi pur essendo consapevoli che i testi di teologi e "autorità religiose" (da Agostino a Tommaso d'Aquino, a Lutero, a Knox, a Barth) disumanizzano la donna nella maniera più grossolana hanno contemporaneamente potuto trattare con la massima reverenza e il massimo rispetto le indimostrate opinioni dei suddetti autori su argomenti di gran lunga più imponderabili. Vale a dire, la flagrante misoginia di costoro non ha fornito l'occasione di metterne in dubbio la credibilità." (Nota di Lunaria: si ricordi che Tommaso d'Aquino è PERSINO DIFESO DA DONNE  e che per l'Aquino esiste ANCORA UNA FORMA DI IDOLATRIA CATTOLICA PER TUTTI I SUOI CONCETTI, ANCHE QUELLI PIù ABOMINEVOLI!!!)
"Un altro idolo è il Dio dell'Aldilà. In passato il volto più comune assunto da questa divinità era quella del Giudice la cui principale occupazione consiste nel ricompensare e punire dopo la morte. Come ha osservato Simone de Beauvoir, le maggiori consumatrici di questo prodotto della religione sono state le donne. Poiché il sesso femminile ha sempre avuto così poche possibilità di realizzarsi in "questa vita", è naturale che abbia focalizzato l'attenzione sull'altra. Essendo consumatrici di massa di questa immagine le donne hanno il potere di farla sparire dal mercato, soprattutto vivendo un'esistenza piena qui ed ora."
"Un terzo idolo è il Dio Giudice del "peccato" che conferma la correttezza delle norme e dei ruoli del sistema dominante provvedendo a mantenere in vita una falsa coscienza e sensi di colpa autodistruttivi. Le donne hanno patito sofferenze sia fisiche che mentali per opera di questa divinità, in nome della quale è stato detto loro che il controllo delle nascite e l'aborto sono inequivocabilmente illeciti, che devono restare soggette ai loro mariti, che devono presenziare a rituali e funzioni nei quali gli uomini ricoprono tutti i ruoli di comando mentre esse vengono umiliate non solo per mezzo della passività loro imposta ma anche verbalmente e simbolicamente (...) La crescita della donna nel rispetto di se stessa darà il colpo di grazia a questo e agli altri demoni travestiti da dei."
"Perché Dio deve essere proprio un sostantivo? Perché non un verbo, il più attivo e dinamico dei verbi? Dare per nome a "Dio" un sostantivo che non è stato un assassinio di quel dinamico Verbo? E non è il Verbo infinitamente più personale di un semplice, statico, sostantivo? Può darsi che i simboli antropomorfici per Dio si prefiggano di renderlo personale, ma non riescono a comunicare che Dio è Divenire. Le donne che ora vivono lo shock del non essere e l'impeto di autoaffermazione contro di esso sono propense ad intendere la trascendenza come il Verbo nel quale partecipiamo, viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro essere."

II. Esorcizzare Eva dal male: la caduta nella libertà: Il mito di Adamo ed Eva

"Questo mito ha proiettato un'immagine maligna del rapporto uomo-donna e della "natura" femminile, immagine tuttora fortemente impressa nella psiche moderna. Nella tradizione cristiana esso continua a influenzare il funzionamento dell'immaginazione teologica. Berdjaev ha potuto scrivere lo sbalorditivo commento che "c'è qualcosa di basso e sinistro nell'elemento femminile".
"Il mito introduce schemi distruttivi nel tessuto della nostra cultura. La letteratura e i mass media ripetono in tutta serietà il motivo di "Eva tentatrice", e così fanno le motivazioni razionalizzate per costumi sociali e leggi civili, che, come la legislazione sull'aborto, incorporano atteggiamenti punitivi contro la sessualità della donna"
"La storia della Caduta è un tentativo di far fronte alla confusione provata dagli esseri umani che cercavano di dare un senso alla tragedia e all'assurdità della condizione umana. Disgraziatamente, trattandosi di un tentativo esclusivamente maschile nel contesto di una società dominata dai maschi, è riuscito soprattutto a rispecchiare l'imperfetta struttura sociale dell'epoca. Il mito è stato sia sintomo che strumento di un ulteriore contagio. Il suo maggior risultato fu di consolidare l'oppressione sessuale nella società, di modo che la posizione di inferiorità della donna nell'universo divenne doppiamente giustificata. Essa non solo traeva origine dall'uomo, ma era anche la causa della sua caduta e di tutte le sue sventure."
"La proiezione del senso di colpa sulla donna è, in senso proprio, la Caduta del patriarcato, la menzogna primaria. Insieme con la sua progenie - la teologia del peccato originale - il mito rivela la "Caduta" della religione nel ruolo di prostituta del patriarcato (...)
Il messaggio che esso involontariamente comunica è che nel patriarcato, con l'aiuto della religione, la donna è stato il caprio espiatorio primordiale."
"Il mito della Caduta può essere considerato un prototipo di falso nominare. Elizabeth Cady Stanton mise correttamente in evidenza il ruolo chiave ricoperto dal mito del male femminile, su cui si fonda tutta la struttura dell'ideologia fallica cristiana. Come ho già accennato, il mito assume proporzioni cosmiche poichè il punto di vista maschile viene trasformato nel punto di vista di Dio."
"Come ha detto un autore (H.R. Hays "The Dangerous Sex: The Myth of Feminine Evil", 1964), "La caduta dell'uomo dovrebbe venire correttamente denominata caduta della donna, perché una volta di più si imputano al secondo sesso tutti i guai del mondo".
L'atteggiamento negativo del maschio è diretto contro la donna: questo è chiaramente il clima psicologico prevalente che diede origine al mito e ne sostenne la credibilità. Il mito ha legittimato non solo l'indirizzamento del disprezzo di sé del maschio contro la donna, ma anche l'indirizzamento del disprezzo di sé della donna contro se stessa, verso l'interno. Finchè si permette al mito del male femminile di dominare la coscienza umana e le strutture sociali, esso fornisce lo scenario per l'oppressione delle donne, sia da parte degli uomini che delle donne stesse.
Oggi è comunemente noto che i membri di un qualsivoglia gruppo oppresso soffrono di una coscienza divisa. Freire ha descritto questo fenomeno: "Gli oppressi soffrono del dualismo che si è instaurato nel più profondo del loro essere (...) Essi sono contemporaneamente se stessi e l'oppressore, del quale hanno interiorizzato la coscienza."
(Nota di Lunaria: si vedano gli scritti dei maschi neri, Césaire e Senghor, che parlavano di dinamiche di senso di inferiorità interiorizzato, nel loro caso, nei confronti del "grande padrone bianco")
In quanto esseri contraddittori e divisi, gli oppressi non afferrano completamente il fatto paralizzante che l'oppressore, avendo invaso la psiche delle sue vittime, ora esiste dentro di loro; si ritrovano presi in una rete di comportamenti perdenti (...) La religione patriarcale contribuisce alla questione intensificando il processo mediante il quale le donne interiorizzano la coscienza dell'oppressore. Poichè i giudizi dei maschi sono stati trasformati nel giudizio di Dio, per la donna accettare il fardello del senso di colpa, vedendo se stessa con gli occhi del maschio sciovinista, diventa un dovere religioso. La religione esige che le donne interiorizzino queste immagini."

Guarigione

"Per le donne ciò significa esorcizzare la presenza interiorizzata del patriarca che porta con sé sensi di colpa, di inferiorità e di autodisprezzo che si estendono alle altre donne. Significa riconoscere che le donne sono realmente possedute da un potere diabolico residente all'interno della psiche - il soggetto maschile interiore - che riduce il sé a un oggetto. Espellere questa presenza aliena significa affermare che "donna è bello" non nel senso di accogliere modelli patriarcali e standard imposti per valutare le donne, bensì nel senso che le donne scoprono e definiscono se stesse."

Sorellanza

"Una minoranza formata da una sola persona ha poche probabilità di sopravvivere. Il fenomeno dell'unione fra donne, espressa dal termine "sorellanza" è quindi essenziale per condurre la battaglia contro la falsa coscienza. Solo le donne che si ascoltano reciprocamente possono creare un mondo alternativo al senso della realtà prevalente."
"Un altro effetto collaterale della complicità femminile è, naturalmente l'antifemminismo femminile. Esso, a differenza dell'antifemminismo maschile, assume raramente forme violente in senso fisico. Quella parte della donna antifemminista che si identifica con la struttura di potere considera una donna che minaccia tale struttura come una minaccia rivolta verso a se stessa; esprime quindi disapprovazione e ostilità."
"Un terzo effetto del peccato originale della donna è la falsa umiltà, che è un'interiorizzazione dell'opinione maschile in una società androcentrica (...) Un esempio eclatante di organizzazione di questo tipo è Il Consiglio Nazionale delle Donne Cattoliche" che si è opposto all'emendamento sulla parità dei diritti. Alcune sue portavoce espressero il timore che questo emendamento costituisse "una minaccia alla natura della donna".
"In definitiva, solo le donne possono sradicare la violenza psicologica fatta dalle e mediante le donne ai membri del nostro sesso, aiutandosi a vicenda e rendendosi reciprocamente consapevoli di una duplicità che è in larga misura inconscia."
"Le donne sono state condizionate a considerare riprovevole ogni atto che affermi il valore dell'ego femminile. L'ambizione femminile può "passare" solo quando viene diluita nell'ambizione vicaria tramite il maschio o per conto dei valori patriarcali. Per controbattere questa autosvalutazione di massa le donne dovranno costruire l'orgoglio femminile, alzando i nostri standard relativi a quanto è bello essere donna. Il nostro fallimento è consistito nel non aver affermato attivamente l'ego femminile. Se dobbiamo vergognarci di qualcosa, è di questo."
Sorellanza significa rivoluzione
"La sorellanza è per definizione l'unione di coloro che sono oppresse (...) Il termine "sorellanza" puntualizza direttamente il fenomeno rivoluzionario dell'unione tra coloro che sono state condizionate a rimanere divise e poste l'una contro l'altra."

La sindrome del capro espiatorio

"Eva fu un risultato di tale esigenza. Essa rappresenta la categoria in cui la tradizione cristiana ha mirato a collocare tutte le donne che non sono riuscite a imitare il modello alquanto imbarazzante della vergine madre. Si può intuire come la creazione di donne "cattive" e la loro trasformazione in capri espiatori sia servita alla società sessista ascoltando ciò che i teologi hanno detto sull'argomento della prostituzione. Agostino scrisse:
"Che cosa può essere chiamato più sordido, più spudorato, più ignominioso delle prostitute, dei bordelli, e di ogni altro male di questo genere? Tuttavia, eliminate le prostitute dalle cose del mondo e contaminerete tutto con la lussuria; ponetele fra le matrone oneste, e disonorerete tutto con la vergogna e la turpitudine." ("De ordine", Liber secundus, caput IV, 12)
Ricamando su questo squarcio di saggezza maschile, Tommaso d'Aquino rilevò che:
"La prostituzione nel mondo è come la melma nel mare o la cloaca in un palazzo. Togliete la cloaca e riempirete il palazzo di inquinamenti; e analogamente con la melma nel mare. Togliete le prostitute dal mondo, e lo riempirete di sodomia... Perciò Agostino dice che la città terrena ha fatto dell'uso di prostitute un'immoralità lecita." (Opuscola, 14)
Il fatto è che alle prostitute è stato assegnato il privilegio di servire da valvola di sicurezza venerea per gli uomini. 
Sorgono alcuni interessanti quesiti: la lussuria di chi contaminerebbe tutte le cose, senza di loro? E la virtù di chi viene salvaguardata? Certo non la virtù delle prostitute o degli uomini che le usano; verosimilmente è la "virtù" delle oneste matrone, che naturalmente non hanno tale sfogo venereo e la cui "virtù" sembra consista nel non servire da cloaca ad altri che ai loro mariti, evitando di conseguenza nascite illegittime. Esse cioè rimangono incontaminata proprietà privata del marito (o del padre, se vergini). La società per come è strutturata ha bisogno di questa miserabile casta (...) Nel caso dell'ideale di virtù inflitto alle donne, esiste una speciale aura di glorificazione dell'ideale stesso: ne vediamo l'esempio in colei che lo simboleggia: maria. Questo ideale impossibile ha, in definitiva, una funzione punitiva perché naturalmente nessuna donna reale può esserne all'altezza (si consideri l'impossibilità di essere vergine madre). Esso rigetta tutte le donne nella condizione di Eva e quindi sostanzialmente rinforza l'universalità dello status inferiore della donna nel sistema di caste."

La distruzione della vittima: Malleus Maleficarum

"Un esempio ancora più interessante di distruzione totale selettiva [gino-cidio] di un gran numero di donne fu la tortura e la messa al rogo di coloro che la Chiesa condannò come streghe.
La più importante opera medioevale su questo soggetto, il Malleus Maleficarum, scritto da due domenicani, Sprenger e Kramer, nel quindicesimo secolo, proclama che "le donne soprattutto sono dedite alle superstizioni del male (...) ogni stregoneria deriva dalla lussuria carnale, che nelle donne è insaziabile." Secondo gli autori, gli uomini sono protetti da questo orrendo crimine perché Gesù era un uomo (*). A differenza della mitica Eva, le streghe furono persone realmente esistenti condannate dalla gerarchia ecclesiastica che si sentiva minacciata dal loro potere (...) Come evidenzia Michelet, c'è motivo di credere che le levatrici e le guaritrici fossero grandemente temute dalla Chiesa perché il loro potere minacciava la supremazia del clero"

(*) "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato"

"Alcuni studiosi osservano che esaminando le registrazioni dei processi alle streghe ci troviamo di fronte ai residui di una religione pagana che il cristianesimo era deciso ad annientare (...) quelle individuate come streghe erano frequentemente caratterizzate dal fatto di essere (o di essere ritenute) in possesso del potere che nasce da un particolare tipo di conoscenza, come nel caso delle "savie" che conoscevano i poteri curativi delle erbe e da cui la gente si recava per aiuto e consiglio. Definite malvage, esse divennero il capo espiatorio della società."

Al di là del bene e del male

"La liberazione inizia quando le donne rifiutano di essere "buone" e/o "sane" secondo gli standard prevalenti. Essere donna è essere deviante per definizione nella cultura dominante (Nota di Lunaria: "maschio mancato, privo di pene", secondo San Tommaso d'Aquino; la femminilità non è che un errore della natura, che crea un maschio malriuscito) essere donna e ribelle significa essere intollerabilmente deviante. Significa andare al di là delle definizioni imposte di "buona" e "cattiva", al di là delle categorie di prostituta e moglie: equivale ad assumere il ruolo di strega e pazza (...) la parola "Witch", strega", è imparentata con "Wit" ("Spirito"), che fondamentalmente significa conoscere. La conoscenza della strega è sempre consistita nel saper predire il futuro."
"I simboli della religione patriarcale meritano effettivamente di "morire". Il significato dell'evoluzione della donna è al di là della loro morte e della loro rinascita. Non è in gioco un semplice ritorno ciclico o una resurrezione del sacro nella coscienza profana; l'evoluzione della donna piuttosto è più simile ad una nuova creazione."

III. Al di là della cristolatria: un mondo senza modelli

"L'ideologia cristiana presenta una distorsione prodotta dalla gerarchia sessuale e che la convalida, palese non solo nelle dottrine relative a Dio e alla Caduta ma anche in quelle relative a Gesù.
Gran parte della dottrina cristiana è docetica, cioè non accetta seriamente il fatto che Gesù fosse un limitato essere umano.
(nota di Lunaria: infatti affermare che Gesù avesse una parvenza di corpo, fosse "fantasma" senza carne, è cadere nell'eresia)
Una logica conseguenza della liberazione della donna sarà la perdita di credibilità delle formule cristologiche che riflettono ed incoraggiano l'idolatria verso la persona di Gesù."
"Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile.
Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.

(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")
"Io ritengo che l'idolatria cristiana nei confronti della persona Gesù non verrà probabilmente superata se non per mezzo della rivoluzione in corso nella coscienza femminile. Diviene sempre più evidente che i simboli esclusivamente mascolini per l'ideale della "incarnazione" o per quello della realizzazione umana non vanno bene (...) Forse assisteremo ad una rimitizzazione della religione. Può darsi che anche in futuro continui a rendersi necessario un qualche simbolismo per l'incarnazione del divino negli esseri umani, ma è assai improbabile che donne e uomini continuino a trovare plausibile un simbolismo epitomizzato dall'immagine della Vergine che adora in ginocchio il suo proprio figlio; forse esso verrà sostituito da un'iconografia non gerarchica" (Nota di Lunaria: Il libro è del 1973. Mary Daly era fin troppo ottimista. Sappiamo tutti che le donne sono ancora cristiane, nel 2020!)
"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."
"Le qualità che il cristianesimo idealizza, specialmente nelle donne, sono anch'esse quelle di una vittima: amore sacrificale, passiva accettazione della sofferenza, umiltà, mansuetudine. Poichè queste sono le qualità idealizzate in Gesù "che è morto per i nostri peccati", il fatto che egli funga da modello rafforza nelle donne la sindrome del capro espiatorio. Data la condizione di oppressione della donna nella società sessista, queste virtù non sembrano proprio qualità da incoraggiare nelle donne stesse. Inoltre poichè le donne non possono essere abbastanza buone da vivere all'altezza di questo ideale e poichè sono tutte, per definizione sessuale, diverse dal salvatore maschio, questo è un modello impossibile (...) Le donne non sono le vittime "innocenti" che offrono se stesse immolandosi per i peccati degli altri, come la teologia cristiana raffigura Gesù; in realtà il sesso femminile non è mai stato sollevato dalla colpa.
Chi è ufficialmente investito dal sacerdozio condivide l'innocenza e la dignità attiva del Cristo. Le donne, benchè incoraggiate a imitare l'amore sacrificale di Gesù e quindi ad accettare di buon grado il ruolo di vittima, rimangono essenzialmente identificate con Eva e col male. La salvazione giunge esclusivamente tramite il maschio."
"Si è obiettato che oltre a non essere donna, Gesù non era nero, né anziano, né cinese, ecc. Questo sembra implicare che le donne non siano gli unici "outsiders". Il problema non sta nel fatto che il Gesù dei Vangeli era maschio, giovane e semita, bensì nell'identificazione esclusiva di questa persona con Dio in modo tale che le concezioni cristiane della divinità e dell'immagine di Dio sono tutte oggettificate in Gesù. La premessa basilare di questo tipo di ortodossia è che "Dio venne" nell'uomo (maschio) Gesù, e solo in Gesù - donde l'ostacolo che viene descritto dai suoi difensori come lo "scandalo della particolarità".
(Nota di Lunaria: affermare che "Dio non si è fatto femmina, ma non si è fatto neppure nero o cinese" è comunque facilmente confutabile: nero, cinese, semita condividono tutti, comunque, la virilità. Quindi a cambiare sono gli "accidenti" - i capelli, la pelle, la statura ecc. - non il tratto fondamentale: la virilità è uguale in un nero, in un cinese, in un semita, in un europeo. Il Cristo maschio ebreo non discrimina, nella sua maschilità, né neri né cinesi, proprio perché col maschio ebreo condividono la condizione virile. Si legga, sempre in Mary Daly, questa assurdità che l'Autrice riporta: "Posti davanti al problema della donna rispetto a Cristo, i teologi a volte affermano che quando le donne conseguiranno finalmente l'uguaglianza "Non avrà importanza che Dio sia venuto in forma d'uomo"... accidenti! Che fulgido esempio di democrazia e pari opportunità! Considerato che il Dio Maschio HA GIUSTIFICATO la stessa OPPRESSIONE delle donne, si veda l'esempio dell'Aquino, di von Balthasar e teologi simili che magnificano la virilità di Cristo, affermando che è proprio perché Dio si fece solo maschio, che logicamente ne deriva che la femmina è inferiore!)
"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."

La gloria compensativa: l'immagine di Maria come modello


"Il cattolicesimo ha offerto alle donne una gloria riflessa e comprensiva mediante l'identificazione con maria. L'inimitabilità del modello della Vergine Madre (nota di Lunaria: priva di piacere sessuale) ha fatto sì che tutte le donne restassero sostanzialmente identificate con Eva; e al tempo stesso è servita a separare l'ideale femminile del bene dal ruolo attivo attribuito a gesù."

(Nota di Lunaria: ci si ricordi che maria non è una Dea: è la serva sottomessa al dio maschile)
"L'Immacolata Concezione "avvenne" in anticipazione della divinità di cristo. Si dice, cioè, che maria fu "concepita senza peccato" affinché fosse degna di divenire la madre di gesù che era divino. Ancora una volta la dottrina mariana consolida il sistema delle caste sessuali."
(Nota di Lunaria: ovvero, non serve a lei, questo dogma, ma serve alla dignità del feto divino di Cristo che non poteva albergare in un immondo utero di donna biologicamente sana, ma necessitava di dimorare, in quanto Dio, nell'utero asettico dignitoso, ovvero PRIVO di tutto ciò che fosse una donna a cominciare dal PIACERE CLITORIDEO, lasciando passare per di più che Dio predilige la femmina vergine, perché una "già aperta prima" era immonda.
Si potrebbe aggiungere oltre al "Dio non si degnò di nascere femmina" anche un "Dio non si degnò di nascere da una donna non vergine")
"Anche nella dottrina dell'Assunzione si può riscontrare un contenuto profetico intrecciato al contenuto sessista. Questa dottrina venne ufficialmente proclamata da Pio XII nella costituzione apostolica "Munificentissims", il 1° Novembre 1950.
Esso dice che la Vergine fu assunta, corpo ed anima, nella gloria celeste al termine del suo soggiorno in terra."
(Nota di Lunaria: ovviamente è fantasia papale, e non c'è traccia di questo evento nei vangeli)
I teologi cattolici sostengono che l'uso del termine "Assunzione" per maria, contrapposto al termine "Ascensione" impiegato per gesù, è significativo, perché "l'ascensione" è attiva e suggerisce l'idea che gesù salì per potere proprio, mentre l'"assunzione" è passiva: maria venne "tirata su". Il gergo supporta la gerarchia sessuale."
(Nota di Lunaria: ancora una volta, la femmina è passiva e accetta in piena docilità l'agire maschile! Prima la feconda, poi "la tira su"...)
"Berdjaev scrisse: "Il culto della Madre di Dio, della Santissima Vergine, è sostanzialmente distinto dall'adorazione pagana del principio femminile; è l'adorazione di una femminilità completamente illuminata e serena, che ha conseguito la vittoria sull'elemento vile presente nella femminilità."
Il testo è ovviamente interessante per la sua franca affermazione che c'è un elemento vile presente nella femminilità. La "serena femminilità" di maria ha conseguito la vittoria su di esso. Ci si può chiedere che razza di vittoria rappresenti il ruolo subordinato di maria nel cristianesimo. La logica conclusione è che la "serenità" del simbolo di maria, la quale nel cristianesimo ha sempre avuto ufficialmente un'importanza minore, trae origine proprio da questa subordinazione, che è necessaria per purificare l'elemento femminile (...) Ancora più interessante è l'indimostrato presupposto di Berdjaev (e di altri) che il culto della "Madre di Dio" sia "sostanzialmente" distinto dalla "pagana" adorazione della Grande Madre, la quale presumibilmente contiene un elemento vile e sinistro, peculiare della femminilità, che viene purificato nel cristianesimo." 
(Nota di Lunaria: le Dee Pagane erano e sono Dee sessuali, legate anche al godimento: Venere, Ishtar, Astarte, Lilith, Pomba Gira, Erzulie)
"Dobbiamo anche prendere in esame la possibilità che l'affermazione secondo cui il cristianesimo "ha elevato la condizione della donna" e affermato "la nostra dignità" sia un prodotto del ribaltamento. Le donne che hanno tentato di essere contemporaneamente femministe e cristiane condividono generalmente tale affermazione, e credono che il cristianesimo abbia in passato promosso la causa delle donne ma che oggi sia (chissà perché) rimasto indietro. Tuttavia la storia della barbara crudeltà contro le donne nel mondo cristiano non si presta molto a convalidare apologie di questo tipo. La teologia cristiana ha abbondantemente affermato che le donne sono inferiori, deboli, depravate e viziose. Le conseguenze logiche di tale opinione si sono concretizzate in un crudele complesso di norme sociali che hanno abbreviato e schiacciato la vita delle donne.
Io ritengo che un altro ribaltamento sia l'idea dell'incarnazione redentrice unica nella forma di un salvatore maschio perché questo è precisamente impossibile.
Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."

Conclusione di Lunaria: Proprio PERCHé cristo GIUSTIFICA che Dio sia maschio, che Dio abbia elevato il solo maschio e che la femmina sia inferiore, cristo stesso GIUSTIFICA QUINDI IL PATRIARCATO proprio perché non si è fatto anche femmina.


IV. Il cambiamento dei valori: la fine della morale fallica


"Buona parte della morale tradizionalmente in vigore insiste in modo unilaterale e teorico, sulla carità, la mitezza, l'obbedienza, l'umiltà, l'abnegazione, lo spirito di sacrificio, la disponibilità.
Uno dei problemi di questa ideologia morale è che non l'hanno abbracciata gli uomini bensì le donne, le quali non vengono molto aiutate da un'etica che ne rende ancora più abietta la condizione."
"Tuttavia prima che possa cominciare a sorgere un mondo androgino (un mondo in cui persino lo stesso termine "androgino" verrebbe svuotato di significato, perché tale parola rispecchia l'eredità arcaica del dualismo psicosessuale) le donne dovranno assumersi il compito di castrare l'etica fallica (che "sembra" un'etica femminile o passiva) facendo sgorgare dalla nostra esperienza un nuovo nominare nel campo della morale."
"In convegni e dibattiti sul tema "religione e aborto" ho spesso citato le seguenti statistiche: il 100% dei vescovi che si oppongono all'abrogazione delle leggi antiaborto sono uomini, e il 100% delle persone che abortiscono sono donne."
"L'etica femminista che sta nascendo ha come punto centrale non già il sacrificio ma la realizzazione del sé, nella e con la comunità.
Il genere di sofferenza a cui riconosce un valore è quella che si prova nella lotta contro l'oppressione, e non quella che accompagna un'abietta sottomissione."
 
La Sacrilega Trinità: stupro, genocidio, guerra

"Un recente esempio è l'orribile trattamento inflitto alle donne del Bangladesh. Al tempo della guerra civile tra Pakistan orientale e occidentale si venne a conoscenza di molti orrendi episodi, ma non ebbero grande diffusione i dolorosi resoconti rivelati da circa 200mila donne bengalesi, violentate dai soldati del Pakistan occidentale, che sono state abbandonate dai rispettivi mariti perché nessun musulmano vivrebbe con una donna che "è stata toccata da un altro uomo". Nella città di Camilla, presso Dacca, le donne furono violentate e poi gettate giù dai tetti come immondizia. "Una bambina di otto anni, che era troppo stretta per gli scopi del soldati, fu tagliata per loro comodità e violentata a morte." Le vittime furono poi abbandonate dai mariti perché immonde, che è il naturale corollario del considerare le donne oggetti e possedimenti che devono avere un unico possessore."  
"Mentre migliaia di antinazisti tedeschi venivano torturati a morte nei campi di concentramento hitleriani, mentre l'intellighentzia polacca veniva massacrata, mentre centinaia di migliaia di russi morivano perché considerati Untermenschen slavi, e mentre sei milioni di esseri umani venivano assassinati perché non ariani, i prelati della Chiesa cattolica in Germania appoggiavano il regime che perpetrava tali crimini" (Guenther Lewy)
Come rivela lo stesso Lewy, teologi quali Michael Schmaus e Joseph Lortz hanno scoperto delle somiglianze di base tra la Weltanschaung nazista e quella cattolica. (Nota di Lunaria: io stessa l'ho fatto notare, in particolar modo, per quanto riguarda la Scolastica e il concetto teologico di predestinazione parlando di teologia non cattolica)
In ogni caso, sia che questa affinità venga chiamata un'infezione sia che la si riconosca come una dimensione di segreta identità, l'alleanza della gerarchia cattolica con le forze diaboliche è uno schema familiare. Negli anni '60 e '70 i vescovi cattolici americani, invece di occuparsi della politica genocida degli Usa nel Sudest asiatico, diressero tutta la loro attenzione sulla difesa dei feti."
"La terza dimensione della Sacrilega Trinità è la guerra. Theodore Roszak descrive "l'orribile rigoglio della politica del predominio maschile" che dalla fine del 19° secolo fino a metà del 20° secolo divenne più esplicita che mai. Personaggi diversi quali Teddy Roosevelt, il generale Homer Lea, Patrick Pearse e il filosofo politico spagnolo Juan Donoso-Cortes concordarono nell'associare la guerra alle "virtù virili e avventurose" e l'orrore delle persone civili per la guerra alla mancanza di virilità. Questa metafisica follia maschile trovò espressione nel nazismo e nel fascismo."
"La Sacrilega Trinità di Stupro, Genocidio e Guerra è una logica espressione del potere fallocentrico. Stupro, genocidio e guerra sono strutture di alienazione che si autoperpetuano, generando per l'eternità ulteriore estraniamento. Il circolo chiuso di distruzione generato dalla Sacrilega Trinità e riflesso nel simbolo trinitario incompleto del cristianesimo verrà spezzato quando le donne, che sono per definizione patriarcale oggetto di stupro, esprimeranno ed interiorizzeranno una nuova definizione di sé il cui irresistibile potere sia radicato nel potere dell'essere. Sbarazzarsi delle trinità diaboliche è evoluzione femminile."

DITTATORI APPROVATI DALLA CHIESA CATTOLICA O ORTODOSSA:

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/i-crimini-del-dittatore-cattolico.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-dittatura-cattolica-di-ante-pavelic.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/le-croci-frecciate-ungheresi.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-dittatura-cattolica-nazista-in.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-dittatura-cattolica-di-francisco.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/nazismo-e-chiese.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/per-unanalisi-alla-spagna-pre.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/i-crimini-della-chiesa-serbo-ortodossa.html

V. Unite per la Libertà: la Sorellanza come Antichiesa

"Vittime di un sistema planetario di caste la cui esistenza stessa ci è stata resa invisibile, le donne sono state divise l'una dall'altra mediante una pseudoidentificazione con gruppi androcentrici e androcratici. Tra di essi troviamo le svariate religioni la cui ideologia degrada ed inganna le donne al punto che esse nemmeno si accorgono di essere così degradate. La Sorellanza quindi, essendo un'unica unione nel suo genere delle donne contro la nostra riduzione a casta inferiore, è Antichiesa."

"Un altro esempio di questo fenomeno di "cancellazione" a livello diverso, è rappresentato da quello che fu per decenni il segreto meglio conservato della storia della biologia: il fatto che nella fase iniziale dello sviluppo tutti gli embrioni dei mammiferi sono di sesso femminile. Non vi fu alcuno sforzo cosciente di nascondere questa scoperta, e tuttavia essa venne caparbiamente ignorata. Poiché la teoria androcentrica dell'origine della donna dal maschio domina la coscienza popolare, nessun dato in realtà può fare la differenza. I dati e le loro implicazioni sono in effetti cancellati cosicché, come disse Lester Frank Ward, un qualsiasi numero di fatti che contraddicano una simile visione el mondo non può realmente scuoterla."
"L'immagine della Chiesa come sposa di Cristo è un altro modo per dire che essa è "l'estensione dell'incarnazione" perché nel patriarcato una sposa è soltanto un'estensione di suo marito.
La potenza di questa immagine deriva dalla nozione di divinità di Gesù, perché la credibilità dell'autorità dipende dalla convizione che esse rappresentino il Dio Uomo. Il papa, che viene chiamato il vicario di Cristo in terra, e la gerarchia ecclesiastica del cattolicesimo, distinta dai laici, partecipano di questa identificazione (...) La pretesa "volontarietà" della sottomissione imposta dal patriarcato cristiano, dissimulando e rinforzando il processo di interiorizzazione, ha fatto sì che le donne si ponessero contro se stesse più profondamente che mai. Come avrebbe detto la Vergine Madre Maria: "Sia fatto di me secondo la Tua (del Dio Padre) parola" (...) Rettificando le parole di Nietzsche: "Ora, cosa sono queste chiese se non i sepolcri delle donne?".
Nietzsche, avendo le idee confuse, scrisse "sepolcri di Dio", ma il problema vero è che le chiese sono state gli uccisori della donna.
"Il cadavere di Dio" che esse contengono è l'essere umano non realizzato."
"La religione maschile seppellisce le donne in sepolcri di silenzio per poter salmodiare il proprio eterno e cupo lamento funebre di un passato che non è mai esistito. Il silenzio imposto alle donne riecheggia le strutture della gerarchia maschile. è importante ascoltare le strutture del silenzio imposto per poter udire il flusso dei nuovi suono di libero silenzio che sono la voce della Sorellanza come Antichiesa."

VI. La Sorellanza come convenzione cosmica


"Il centro in movimento, che è la fonte di energia della nuova sorellanza come comunità dell'esodo, è la promessa in noi stesse. è la promessa delle nostre mani, di cui stiamo cominciando a riscoprire la storia, e nelle nostre sorelle, a cui è stata rubata la voce. Il nostro viaggio è frutto di questa premessa - un viaggio nell'individualità e nella partecipazione, lasciandoci dietro le spalle la falsa identità e la società sessista."
"L'azione delle donne per ottenere il risarcimento dei danni comincia con una dichiarazione. Le donne che hanno affermato: "Tutto ciò che devi fare per divenire una strega è dire per tre volte a te stessa: Io sono una Strega, Io sono una Strega, Io sono una Strega", non stavano scherzando. è come pronunciare una parola che non può essere pronunciata. è un esorcismo contro il demone interiorizzato che divide il sé da se stesso. è un modo di dire "Io sono, Io sono, Io sono". Con questa dichiarazione ci si unisce alla nuova congrega e si scopre la convenzione."
"Quasi tutti i profeti ufficiali sono maschi e non hanno mai criticato il patriarcato in quanto tale [...] Il simbolismo dei profeti del Vecchio Testamento è molto maschilista. Essi sono fastidiosamente inclini a paragonare Israele a una prostituta. Isaia parla di Gerusalemme come di una meretrice (1,21) [...] Ezechiele (36:16-18) aggiunge: "Quando abitava la sua terra, la rese immonda con la sua condotta e le sue azioni. Come l'impurità della mestruata fu la loro condotta davanti a me. Perciò ho riversato su di loro la mia collera per il sangue che avevano sparso nella terra e per gli idoli con i quali l'avevano contaminata."
Ai profeti non è venuto in mente di condannare Israele come stupratore, che sarebbe stata una descrizione più esatta del suo comportamento.
Yahweh ha "riversato" la sua collera, e il senso di sporco suscitato dal violento spargimento di sangue viene proiettato sulle mestruazioni femminili."
"Per gli uomini del passato - e la maggior parte degli uomini vivono nel passato anziché nel presente - vivere significa cibarsi dei corpi e delle menti delle donne, svuotarle di ogni energia, a costo di ucciderle. Simile a Dracula, il maschio ha vissuto del sangue delle donne. è forse questa la ragione per cui nella tradizione patriarcale si riscontra un tale orrore del sangue femminile (...) L'insaziabile sete maschile di sangue femminile ha provocato nell'arco dei millenni una perpetua trasfusione - un'effusione di sangue a senso unico nelle arterie e nelle vene del mostro assettato di sangue, la Macchina Maschile, che ora può continuare la sua oscena esistenza solo per mezzo del genocidio."

VII. La Causa Ultima - La Causa delle cause

La causa ultima è la causa delle cause, perché è la causa della causalità di tutte le altre cause. (Assioma Scolastico)
La vera liberazione non è soltanto libera attività genitale ("La rivoluzione sessuale") ma pensiero, volontà, immaginazione, parola, creazione, azione, liberi e ribelli. è Essere. (Mary Daly)
Sei una Strega se dici ad alta voce, per tre volte, "Io sono una Strega" e lo pensi. Sei una Strega se sei femmina, indomita, arrabbiata, gioiosa e immortale. (Congreghe di New York)

"In un attimo di illuminazione una femminista radicale esclamò: "Noi siamo la causa ultima". Io credo che avesse ragione, da qui è scaturita la presente analisi filosofica."
"Quando Aristotele scriveva della causa ultima, intendeva per causa ciò che produce un effetto. I filosofi scolastici seguono la teoria aristotelica delle "quattro cause" per spiegare il cambiamento. Secondo questa teoria la causa materiale è ciò di cui è fatta una certa cosa (esempio: il legno di un tavolo).
La causa formale è ciò che ne determina la natura (come la forma del legno che ne fa un tavolo e non una sedia).
La causa efficiente è l'agente che produce il cambiamento per mezzo della sua azione (come il falegname che produce il tavolo).
La causa ultima è lo scopo che mette in moto l'intero processo (come il fine di avere un oggetto su cui mettere carte, libri).
La causa ultima è quindi la causa prima, perché muove l'agente ad agire sulla materia producendo una nuova forma."
 
Infine Mary Daly riepiloga il cristianesimo in una breve satira dello stesso:

"Quel linguaggio ha affermato per millenni che Eva era nata da Adamo, il primo fra i maschi nubili incinti che coraggiosamente preferì il parto in anestesia all'aborto, ottenendo di conseguenza una figlia-sposa. Un attento studio dei documenti che riportavano le imprese di Adamo e dei suoi figli preparò la strada all'arrivo della somma tra le somme religioni, i cui preti presero Adamo per maestro e modello. Escogitarono un sistema sacramentale che funzionò splendidamente all'interno della santa Casa degli Specchi. Benignamente sollevarono le donne dall'oneroso potere del parto, dandogli il nome di "battesimo". In questo modo innalzarono la funzione bassamente materiale della nascita, svolta dalle femmine con incompetenza e persino controvoglia, ad un livello più elevato e più spirituale. Riconoscendo che le femmine erano incapaci di svolgere persino gli umili compiti "femminili" loro assegnati dal Progetto Divino, i preti dello Specchio innalzarono tali funzioni a quel livello soprannaturale di cui essi soltanto erano competenti.
La nutrizione fu elevata al rango di Sacra Comunione. Il bagnetto acquistò dignità nel Battesimo e nella Confessione.
L'irrobustimento prese il nome di Cresima e la funzione consolatoria, che per l'instabilità della loro natura le femmine non erano in grado di svolgere soddisfacentemente, fu innalzata sul piano spirituale e chiamata Estrema Unzione. Per sottolineare il fatto già ovvio che tutte le femmine sono costituzionalmente escluse dal Club degli Uomini Consacrati, i preti dello Specchio emanarono la legge che i membri del club dovevano portare la sottana.
Per chiarire ulteriormente la questione, stabilirono che in certe occasioni speciali si facessero delle aggiunte all'abbigliamento: calze di seta, cappelli a punta, abiti di velluto e cappe di ermellino, sottolineando in tal modo il distacco dalle cose bassamente materiali e la consacrazione all'esercizio delle doti spirituali. Essi divennero così venerabili modelli di transessualismo spirituale.
Queste Madri Maschili consacrate, che naturalmente sono chiamate Padri, provavano un interesse materno per le donne affidate alle loro cure pastorali. Benché le donne siano per natura incompetenti e inclini alla confusione mentale ed emotiva, sono necessarie al Progetto Divino come ricettacoli del seme degli uomini, di modo che gli uomini possano nascere e quindi soprannaturalmente rinascere (nel modo giusto) come cittadini del Regno dei Cieli. Pertanto in puro spirito di carità i preti esortarono le donne a buttarsi anima e corpo nell'insostituibile ruolo di contenitori dei figli dei figli del Figlio di Dio. Sinceramente commossi dal fervore delle loro stesse parole, i preti educarono le donne ad accettare questo privilegio con atterrita umiltà."

QUINTESSENZA


Alcuni stralci presi da "Quintessenza" di Mary Daly.

Devo dire che in questo libro Mary Daly sfodera uno stile grammaticale e una sintassi molto particolari (anche di difficile comprensione, se non si sono letti i libri precedenti, perché Mary li cita spesso come "collante" e alcuni dei suoi libri non sono stati tradotti in italiano) infarcito di neologismi (parole nuove) inventati per descrivere finalmente la realtà femminile, svincolandola dal linguaggio patriarcale. Uno sforzo notevole, per andare oltre la solita e banale realtà patriarcale di tutti i giorni, che tutte abbiamo assorbito e che tendiamo comunque a riflettere con l'uso di parole patriarcali. è anche interessante che Mary Daly qui e lì abbia fatto riferimenti ad un ipotetico futuro non più patriarcale (1), prendendo un po' a prestito una certa attitudine fantascientifica nell'immaginare mondi futuri.
Certi passaggi, poi, sono intrisi di un lirismo che l'avvicina quasi alla poesia.
Mary Daly aveva davvero una mente straordinaria. Provo enorme tristezza al pensare che una donna così geniale sia morta. Certo, mi rendo conto che fa parte della vita umana, accettare la finitudine. Eppure è triste vedere che la morte ci porta via persone che hanno reso questo mondo un posto migliore.
è anche evidente che sono poche le donne, tra le scrittrici attuali, ad aver raccolto l'eredità di Mary Daly. Purtroppo, rischia di restare un unico e singolo caso di donna geniale che aveva smantellato concettualmente tutto il patriarcato.
Per cui, riporterò tutti gli stralci che riterrò interessanti.
In fondo tra parentesi trovate qualche mia osservazione e stralci presi dai suoi libri precedenti; il mio preferito resta "Al di là di dio padre".

Prima di vedere gli stralci più utili, tenete presente che Mary Daly modifica certe parole patriarcali o inventa neologismi, in inglese, di difficile traduzione in italiano (la traduttrice dovrà aver fatto i salti mortali per comprendere il testo originale e tradurlo in maniera più fedele possibile!). Qui metto i principali, che servono per capire il testo e il contesto. Vi esorto ad usarli facendoli entrare nel linguaggio, usandoli come alternativa alle parole patriarcali.

"Vegliarda-mente" = nell'originale inglese, "Crone-logically", da "crone" cioè "vegliarda, vecchia saggia", che Daly identifica con le sapienti Vegliarde del passato, Presente, Futuro, eliminando così il tempo crono-logico (Crono, dio greco del tempo) e nominando una nuova categoria del Tempo legata alla trans-temporalità tipica delle Donne Selvagge.
Ci si ricordi che in ambito Wicca (pensate a "Luna Rossa") il tempo non è concepito come una "linea retta" (questo è il modo patriarcale di vederlo) ma come un cerchio, quindi un alternarsi di fasi.
"Ginergia" = "Energia femminile che comprende e crea chi noi siamo; quell'impulso in noi stesse che non è mai stato posseduto dal patriarcato". La parola è stata inventata da Emily Culpepper e anche Mary Daly la usa.

I CONCETTI PIù BELLI TRATTI DALL'INTRODUZIONE

"Sgargianti Gorgoni, felici di sapere che non siamo fatte a immagine del dio maschile, non sentiamo nessun bisogno o desiderio di diventare tutt'uno con quella entità fittizia (una non-entità, la "nostra società"). Sottolineiamo anzi il fatto che siamo il Bersaglio Principale del suo livore e del suo macabro intento, che è fedelmente portato a compimento dai suoi adepti."
"Il cuore delle Donne Sincere continua a spezzarsi. I condizionamenti patriarcali sulle nostra intelligenza iniziano ad allentarsi. Stiamo strappando le bende che ci hanno mummificato l'anima. Il Dolore e la Disperazione ci spronano. L'Ardente Desiderio di partecipare alla trascendenza, all'armonia, allo splendore e alla bellezza della vita continua ad attirarci, apre i nostri occhi al cielo e come sempre alla Terra, l'Amata Terra. Ignorando le false promesse di un "futuro migliore", le Donne Ribelli vogliono trovare e creare un Vero Futuro. Viaggiamo nel Tempo-Spazio oltre l'archetipo del tempo-morto per raggiungere le zone più profonde dei nostri Ricordi, del nostro Profondo Passato e S-coprire le radici di un Futuro Arcaico, oltre i limiti del tempo lineare patriarcale. Per questo motivo ho intitolato il libro "Quintessenza...Realizzare il Futuro Arcaico". Guardare nel pozzo degli orrori creato dall'uomo può costringerci a vincere i condizionamenti mortali che soffocano la nostra intelligenza e anima. Costrette a far fronte all'estremo orrore di tutto ciò che le circonda, le Donne Fiammeggianti possono sentirsi libere di sfidare il pericolo e Balzare in avanti, pronte finalmente per la più grande avventura della vita. è veramente il caso di dire Ora o Mai più."
"La ricerca della Quintessenza è la mia risposta Estrema al Richiamo della Foresta. Significa lanciare la propria vita il più lontano possibile."
"In tutta la storia patriarcale, le donne hanno attraversato ondate di Ricordi del Passato Arcaico. Gli uomini del patriarcato hanno fatto tutto quanto era in loro potere per evitare che le donne Ri-membrassero. Lo stanno facendo anche oggi (...) Cercano di uccidere la nostra Memoria Profonda (...) è Tempo, Ora, di avere una visione d'insieme e di Portare a termine il disegno. Poiché i patriarchi hanno interrotto la nostra tradizione - anche perché hanno continuato ad ucciderci nei modi più svariati (...) La macchina patriarcale continua a lavorare con grande impegno per ri-coprire il nostro Passato (...) Possiamo credere che il Flusso Vulcanico ereditato dalle nostre Antenate del Passato, Presente, Futuro ci guiderà e ci proteggerà. Ci aiuterà a trovare la Strada per Realizzare il Futuro Arcaico. Ma dobbiamo muoverci e Costruire la nostra Strada Qui. E Parlando Metaforicamente cioè Parlando in Profondità, la Dea è con noi. "
"Sto così affermando che i motivi delle Femministe Elementali Radicali si concentrano su un'unica emergenza centrale: l'odiosa espansione ed intensificazione dello stupro su questo pianeta. Per stupro intendo l'ideologia fondamentale e la pratica del patriarcato caratterizzata dall'invasione, violazione, degradazione, riduzione delle donne a oggetto, distruzione delle stesse e della natura; il paradigma fondamentale del sessismo, razzismo, specismo e di tutti gli altri opprimenti -ismi.
Il comportamento dei necrofili\stupratori dominanti nei confronti delle donne è stato descritto da innumerevoli Donne Selvagge.
Jane Caputi ha scritto: "In tutte le società a supremazia maschile, tutte le donne (perfino quelle più esibite, privilegiate e\o intontite tra noi) sono state variamente picchiate, plagiate, offese, rese oggetto, sottoposte a rapporti incestuosi, molestate, mutilate, battute, stuprate, ammutolite, infamate, rese schiave o sistematicamente assassinate dagli uomini a causa della nostra femminilità" (2)
Nel 1870 Susan B. Anthony prese in considerazione la questione se fosse il caso di costringere le donne a vedere la miserabile degradazione della loro reale posizione: "Il fatto è che le donne sono in catene e la loro soggezione è ancora più umiliante perché non se ne rendono conto. Se si potesse costringerle a vedere e sentire, e dare loro il coraggio e la coscienza di parlare e di agire per la loro libertà, pur dovendo affrontare il disprezzo e lo sdegno di tutto il mondo per averlo fatto!"
Quando una donna diventa più Radicale, Riscopre la Realtà Elementale. La sua ragione è radicata nell'istinto, nell'intuizione e nella passione. Sbarazzandosi dei pensieri e dei sentimenti condizionati e inculcati dal patriarcato, la donna fa ritorno alle esperienze e alle domande dell'infanzia e ascolta i suggerimenti della Memoria ancestrale.
La stessa parola "filosofia" (3) terrorizza molte donne. In "Quintessenza" faccio di tutto per esorcizzare questa paura inculcata dal patriarcato che indebolisce la nostra intelligenza e passione. Eravamo tutte filosofe all'età di cinque anni. Ri-chiamando il nostro rapporto con la natura a quell'età, molte donne possono Ri-membrare il nostro senso di meraviglia e l'urgente bisogno di sapere. Chiedevamo sempre "perché?". Questo stato della mente può essere definito Brama irrefrenabile, che significa desiderio irrefrenabile per l'avventura e la conoscenza Elementale.
Che cosa è accaduto alla nostra Brama irrefrenabile? Le nostre visioni, sogni, domande bizzarre sono state bloccate dalla società fallocratica e dalle sue istituzioni. Quando entriamo in contatto con la nostra profonda e appassionata intellettualità, diventiamo intollerabilmente minacciose per il patriarcato. Questo è il motivo per cui esiste un tabù opprimente contro le donne che diventano filosofe, ossia cercatrici di saggezza nei nostri termini/terreni. La filosofia - del nostro genere, per il nostro genere - è una fonte d'integrità e potere che giustamente appartiene alle donne. (4) Distruggendo il tabù patriarcale contro questa filosofia - contro di noi - apriamo un cancello dopo l'altro e ci avviciniamo sempre più all'Altro Mondo, il nostro vero Mondo.

(1) Per Mary Daly il patriarcato è morte e distruzione, quindi necrofilia, "amore per la morte".
Di contrapposizione, andare contro il patriarcato è "biofilia", amore per la vita.
L'Autrice ne parla così: "L'espansione della Biofilia, che significa la Brama Originale per la Vita, che è alla base della Passione Elementale; una Pura Brama, che è la Nemesi del patriarcato, lo stato necrofilo. In breve Biofilia significa amore per la vita."
(2) è utile precisare, a scanso di equivoci, che essere misogini\aderire alla violenza e alle ideologie patriarcali non è una cosa che "possono fare solo gli uomini". Infatti tali ideologie (fondate dagli uomini, nella storia) vengono seguite e applicate anche dalle donne, nella realtà.
Se l'uomo Tommaso d'Aquino parla di inferiorità femminile e di servizio della donna, la donna Edith Stein tale visione la convalida pienamente. Per cui con "patriarcato, androcentrismo" non si intendono i singoli individui maschi, ma tutti quelli, maschi o femmine, eterosessuali, omosessuali ecc., di questa o quella etnia, che seguono tale ideologia, e credono nella disuguaglianza delle donne e nelle gerarchie. Una donna come Margaret Thatcher che seguiva l'ideologia economica gerarchica di Milton Friedman era patriarcale-androcentrica tanto quanto Milton Friedman.
(3) è vero, la filosofia "come viene studiata nelle scuole" è un mondo tutto al maschile, dai greci fino al Novecento. Eppure pochi sanno che prima che effettivamente "filosofia" diventasse sinonimo di "aristotele"\tributare un culto della personalità ad aristotele", sono esistite donne filosofe e dottoresse nella Grecia Antica.
Che poi con l'arrivo del cristianesimo sia stato distrutto praticamente tutto quello che queste donne scrissero, la cui esistenza resta testimoniata solo dagli autori loro contemporanei che le citarono, è l'ulteriore dimostrazione della violenza misogina monoteista. Fermo restando che la filosofia è "amore per il sapere" e che tributare culto ad aristotele, Kant, Hegel e compagnia considerandoli "semidei intoccabili" non è filosofia, è dogmatismo religioso al pari del monoteismo che considera intoccabili i loro profeti e teologi.
(4) Proprio qualche giorno fa, uscendo dal supermercato, ho sentito una bambina che giocava con un'amichetta (più alta di lei, quindi penso di qualche anno maggiore) sul piazzale davanti al supermercato. Ridendo, disse "Ti dimostro che non ho paura" e si mise a correre accanto ai piccioni. Probabilmente l'amica doveva averle detto qualcosa al riguardo dei piccioni. Sono rimasta colpita dalla pura energia dinamica, esorbitante, di questa bambina, che in maniera istintiva, per dimostrare che non aveva paura, ha subito agito. Penso che le donne adulte molto spesso non abbiano questa forza istintiva, del re\agire subito, e stiano in balia degli eventi e delle loro paure, vegetando e restando passive.
In tal senso, bisognerebbe "ritornare bambine" riappropriandoci della fantasia e dell'istintività che avevamo allora, prima che l'educazione ci plasmasse, rendendoci "docili" (ovvero controllabili).

PRIMO CAPITOLO, parte A

Le Donne Bramose d'Avventura sono sempre in movimento. I nostri viaggi di Esorcismo ed Estasi comprendono Momenti di partecipazione all'Essere in divenire che trasportano le Viaggiatrici oltre la prigionia della terra dei padri. Questi Momenti sono Atti di Coraggio. Ogni Momento conduce\balza verso un altro perché produce mutamenti nel mondo che ci spingono ad andare avanti (...) In certi punti di questa progressione Rotatoria, la Ginergia [1] accumulata nei Nuovi Momenti fa fare alle Viaggiatrici dei grandissimi Balzi Qualitativi, dando così inizio a Nuove Galassie. Buttandoci a capofitto in una Galassia dopo l'altra, Realizziamo Altre dimensioni. (...) Dobbiamo sconfiggere la diabolica distruzione che è inflitta alle donne e alla natura dagli inganni e dai demoni che governano la terra del padre.
 
LO STATO DI ATROCITà: LO STATO DI TERRORE

I distruttori patriarcali del mondo incedono impettiti nel loro "tempo millenario" e lavorano per minare la Presenza in Espansione delle Donne Elementali. Testimoni e vittime di un onnipotente terrorismo, le Donne Selvagge cercano di crescere superando i crescenti orrori dello stato delle atrocità in cui le abominazioni sono normalizzate, ritualizzate, ripetute, legittimate, sacralizzate.

Lo stato delle atrocità è caratterizzato dalla violenza sessuale che del patriarcato è l'ideologia e la pratica fondamentale.
L'analogo fondamentale per il concetto più ampio di violenza sessuale è, naturalmente, lo stupro. Nel suo libro "Contro la nostra volontà: uomini, donne e lo stupro", Susan Brownmiller ipotizza che una delle prime forme di cooperazione maschile deve essere stato lo stupro di una donna da parte di una banda di predoni:
"Fatto ciò, lo stupro divenne non solo una prerogativa maschile, ma il fondamentale strumento di forza contro le donne, il principale agente della volontà maschile e della paura femminile. Entrare con forza dentro il corpo di lei, a dispetto delle sue reazioni e proteste fisiche, divenne il mezzo per dimostrare la conquista vittoriosa su di lei, il test finale della sua forza superiore, il trionfo del maschilismo" [2]
In tutta la storia del patriarcato, in tempo di "pace" o di "guerra", lo stupro è stata una minaccia e una realtà costante. Gli stupri di massa sulle donne avvengono nei paesi lacerati dalla guerra. Per esempio, nella guerra del 1992 che lacerò la ex- Jugoslavia, 20.000 o più donne e ragazze sono state violentate.
(...) Ai serbo-croati fu ordinato di violentare le donne musulmane e croate perché questo faceva parte di una campagna di pulizia etnica e di fecondazione forzata per far nascere "bambini serbi". Molte di queste donne stuprate venivano mutilate ai seni [3]
I soldati serbi, esattamente come i nazisti, fotografarono spesso le donne stuprate e brutalizzate, e addirittura girarono dei film pornografici con le vittime (la pornografia veniva anche utilizzata per "eccitare  i soldati" prima degli eccidi)
Lo stesso Giovanni Paolo II, come al solito, si mostrò dalla parte degli aguzzini (non è una novità, essendo un grande amico del dittatore Pinochet...): commentando gli stupri e i massacri avvenuti nella ex-Jugoslavia consigliò alle donne di "trasformare l'atto di violenza in atto d'amore, accettando il nemico dentro di loro", ovverossia, non abortendo. [4]
Ma si potrebbero citare anche altri contesti: la Sierra Leone o il Ruanda, dove le donne venivano stuprate con bottiglie scheggiate o bastoni, oppure la Cambogia sotto il regime comunista dei khmer rossi.

Lo stupro e l'assassinio di donne fanno parte di tutte le guerre, di tutti i genocidi. [5] Gli autori androcratici dello stato di atrocità fanno in modo di dividere le donne, di dividerci da noi Stesse e dalle altre donne.
Le donne, così divise, sono trasformate in conflittuali visioni del mondo.
Dale Spender ha scritto: "Abbiamo bisogno di sapere come funziona il patriarcato. Abbiamo bisogno di sapere come scompaiono le donne (...) Dobbiamo sapere come rompere il ciclo vizioso del potere maschile"
 Noi Donne Impudenti rompiamo il circolo vizioso del potere fallocentrico e della pseudo conoscenza osando Realizzare Noi Stesse Qui. (...) Ignorando riti e cerimonie patriarcali che puzzano di maschio patriarcale, noi celebriamo Nuove Scintille di Genio Femminista Elementale nelle nostre festività.  

[1] Ginergia: Energia femminile che comprende e crea chi noi siamo; quell'impulso in noi stesse che non è mai stato posseduto dal patriarcato". La parola è stata inventata da Emily Culpepper e anche Mary Daly la usa.
[2] Si tenga presente che anche gli uomini possono essere vittime di stupro; vedi per esempio le carceri maschili o i contesti di guerra. Quasi sempre l'uomo che viene stuprato viene "femminilizzato" dal suo carnefice che infierisce su di lui umiliandolo con nomignoli femminili; questo è funzionale a farlo sentire "femmina", "maschio debole, non vero maschio virile", quindi sottomesso. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/guerra-e-stupro.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/la-violenza-sessuale-su-uomini-e-donne.html
[3] Già gli Ustascia, i nazisti croati ultracattolici, guidati da Ante Pavelic, avevano stuprato e smembrato le donne. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-dittatura-cattolica-di-ante-pavelic.html
 Un massacro di donne può essere definito "Ginocidio". Anche la chiesa cattolica con l'inquisizione mise in atto dei ginocidi.
[4] Niente di nuovo, il cristianesimo infatti applicando le direttive di san paolo alla lettera sull'obbedienza che una donna deve a suo marito, "perché dio ha deciso così", è a favore degli stupri coniugali (è tutto OK se è il marito a stuprare la moglie, diventa peccato solo se tale marito stupra una donna che non è sua moglie..), ma ovviamente non è neanche più di tanto contrario agli stupri commessi da sconosciuti. Tanto è la donna che deve "porgere l'altra guancia" e "perdonare settanta volte sette". Vedi questi stralci tratti da "Lacrime amare: cristianesimo e violenza contro le donne"


pagina 42: "Porre resistenza agli abusi sessuali è ribellarsi contro Dio stesso/così donne vittime di ogni tipo di violenza domestica spesso interpretano la loro sofferenza come la punizione di un Dio Padre che si identifica col marito. Le studiose concordano che l'immagine di Dio Padre legittima una serie di rapporti di potere che sfociano nella violenza contro le donne: l'effetto del linguaggio del Dio Padre, date le nostre strutture sia della società sia della famiglia, è di legittimare il dominio e le violenze maschili e di inibire la rabbia e protesta legittime delle donne contro tale aggressione. Dio Padre funge da garante dell'autorità paterna nella famiglia patriarcale."
e pagina 47: "L'esempio di Maria Goretti non fa altro che aumentare il senso di colpa della donna vittima di abusi. Commentano Imbens e Jonker: "La religione obbliga le donne a perdonare i loro stupratori, anche se gli stupratori non hanno mai chiesto perdono". Il messaggio di amore e perdono diventa un altro tassello del mosaico dei dettami cristiani che mantiene le donne in una posizione subordinata, vulnerabile alla violenza maschile [...] le viene detto di "amare" e di perdonare il nemico aggressore."
[5] Esattamente come affermare l'inferiorità femminile fa parte di tutte le religioni maschiliste fondate da profeti e apostoli maschi che rivelano un dio maschile.

PRIMO CAPITOLO, Parte B


Le Donne Elementali, che sopravvivono all'apparente isolamento inflittoci nello stato di diaspora, scoprono che più si entra in contatto con le nostre Radici più ci sentiamo profondamente Presenti tra noi. Molte donne esprimono un senso di identità e\o di comunicazione con gli alberi. Gli alberi comunicano tra loro attraverso le radici. Così anche le donne comunicano tra loro radicalmente.
Un altro importante aspetto di Radicalità si manifesta in certi alberi le cui radici, anche dopo essere stati abbattuti, continuano a crescere\germogliare. Da queste radici viaggianti possono continuare a nascere nuovi alberi. Allo stesso modo le Antenate Femministe che sono state distrutte dai patriarchi continuano ad essere Radicalmente Qui con noi - negli scritti, negli esempi registrati dei loro Atti Femministi politici e personali.
Allo stesso modo ogni Donna Viaggiatrice che si Espande Qui produce radici le cui complesse ramificazioni laterali si estendono attraverso una considerevole area di terreno. Così facendo, supera gli ostacoli posti sulla sua via dai patriarchi, riuscendo non solo a riprendere il percorso precedente ma anche ad ampliarlo e approfondirlo.
La più profonda Speranza sta nell'espandersi delle nostre Radici.
è di estrema importanza prendere in considerazione altre caratteristiche che le Donne Radicali Elementali condividono con gli alberi e le piante. Attraverso le radici, nella ricca tradizione Ginocentrica trasmessaci dalle nostre Antenate, assorbiamo le sostanze di cui abbiamo bisogno per diventare più forti e più creative. Le nostre radici, come quelle degli alberi, sono serbatoi che conservano tutti gli strumenti materiali per ricominciare sempre nel futuro.
Non è possibile parlare realisticamente della comunicazione tra donne e alberi senza affrontare l'orrore di ciò che è stato fatto loro in questi tempi. Gli alberi, come le donne, sono massacrati.
Durante il decennio scorso, la maggior parte della deforestazione si è concentrata nelle foreste tropicali, incluse quelle amazzoniche. La foresta amazzonica in Brasile è distrutta per il 18%.
I necrofili amanti del niente stanno perversamente uccidendo le foreste.
Ciò che gli uomini fanno agli alberi rispecchia quanto fanno alle donne. Proprio come la violenza maschile è a caccia delle donne in tutto il mondo, allo stesso modo perseguita gli alberi.
"In quante siamo rimaste?" è amara la domanda posta in questo modo. Per introdurre un altro modo di fare le domande, le Streghe Audaci possono cominciare a Ri-Chiamare il fatto che Noi Siamo Qui. Ognuna dovrebbe Urlare questa affermazione almeno cinque volte, per espandere la nostra Presenza\Qui.
Virginia Woolf ha Urlato: "in quanto donna non ho patria (*), in quanto donna non voglio una patria. In quanto donna, la mia patria è il mondo intero"
Queste suggestive parole indicano alle Donne Selvagge la via per trasformare e superare la diaspora inflitta. Non andiamo da nessuna parte all'interno del patriarcato. Né vogliamo andare da qualche parte - lì.
La Nostra Appartenenza Eelementale trascende il bisogno inculcato dagli uomini di appartenere alle istituzioni del patriarcato.
Il magnetismo sempre più intenso di Viaggiatrici apparentemente "isolate" può attrarre insieme altre stelle, formando nuove Galassie di Sagge Stellari (...) Possiamo Realizzare Scintille di Genio Femminista Elementale in noi Stesse. Mentre le Scintille si attirano a vicenda noi partecipiamo alla creazione dell'Essere in divenire. Noi siamo Fuoco. (...) Le Donne Drago Sollevano Tempeste che sono elettriche. Produciamo Luce. Le donne Avventurose sono come le nuvole e come la Terra.
Il Respiro Profondo delle Ricercatrici\Conquistatrici diventa il Respiro della Creazione. Respirando in armonia con gli Elementi, diventiamo Con-creatrici della Presenza in Espansione dell'Essere in divenire. Espirando, espelliamo gli indemoniati necrofili soffocatori della vita.
La consapevolezza di essere riuscite a sopravvivere alla caccia alle streghe e alle altre atrocità patriarcali progettate per uccidere le donne ci unisce Transtemporalmente a tutte le Antenate.

(*) Patria, Terra dei Padri, è inevitabilmente legata all'idea di dominio e gerarchia militaresca (è l'esercito che difende o espande i confini della patria) e quindi di guerra. Nella storia, insieme alle guerre compiute in nome del dio patriarcale, ci sono state anche guerre e massacri compiuti nel nome della patria, ovvero della "propria superiorità etnica"
"Dio, Patria, Famiglia" è il motto di tutti i maschilisti religiosi e politici.

SECONDO CAPITOLO: IL FONDAMENTALISMO MASCHILISTA

Nell'ultimo decennio del ventesimo secolo, i fondamentalismi religiosi sono messi in movimento e ciò è sotto gli occhi di tutti. L'estremismo islamico si è diffuso in molti paesi.
Una delle attiviste egiziane più celebri è Nawal El Saadawi, impegnata a mettere fine alla pratica delle mutilazioni genitali femminili (la stessa Nawal l'ha subita). Il suo nome è stato inserito dai fondamentalisti islamici nella loro lista nera.
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/mona-eltahawy-perche-ci-odiano-gli.html
Sadawi è molto chiara nel mostrare i diversi fondamentalismi:
"Le donne soffrono a causa del fondamentalismo creato dallo stato sia in Egitto sia negli Stati Uniti... anche il governo americano ha incoraggiato i fondamentalisti ad opprimere le donne americane. I fondamentalisti cristiani vogliono che sia la legge biblica a governare negli Stati Uniti"

Nel 1997 il National Now Times pubblicò un'inchiesta riguardante i "Custodi della Promessa" (Promise Keepers), un gruppo di cristiani di estrema destra, fondato nel 1990, razzisti e misogini.



Tra le loro priorità, affermano di voler riprendersi l'autorità maschile perché "le donne devono sottomettersi." Altri gruppi di maschilisti cristiani sono quelli guidati da Jerry Falwell e da Pat Robertson.
"Il gruppo incoraggia la disuguaglianza all'interno del matrimonio e insegna la dottrina della superiorità maschile"
"I Promise Keepers richiedono un'attiva guida cristiana maschile per mettere le cose a posto". I loro raduni riempiono gli stadi da calcio e si conta che siano dai quaranta ai cinquantamila uomini. Oltre alla sottomissione delle donne (che loro chiamano "Recupera la tua virilità"), sono contrari all'aborto, metodi anticoncezionali, omosessualità.
(Nota di Lunaria: si tenga presente che in America è diffuso il terrorismo cristiano, oltre che il Ku Klux Klan; entrambi sono di matrice suprematista bianca, oltre che protestante-evangelica e non disdegnano di commettere atti violenti come pestaggi, sparatorie, attentati dinamitardi)

METTIAMO LE PROVE, PRIMA CHE QUALCUNO STARNAZZI DICENDO CHE "NON è VERO NIENTE! NOI CRISTIANI ABBIAMO SEMPRE STIMATO LA DONNA!"






IL CORAGGIO MAGNETICO

(splendido stralcio che magnifica la capacità creativa di pensare e di reagire, quando si riesce ad andare oltre la propaganda monoteista)
Il Coraggio Ontologico e Oltraggioso spinge la donna verso il Qui in Espansione. Le dà Ali, la fa Volare Qui. Inoltre tale Coraggio è contagioso. è magnetico.
Il Coraggio Magnetico e Ontologico delle Vegliarde Creative provoca il coraggio delle altre. Come disse Millicent Garrett Fawcett nel 1920: "Il Coraggio richiama coraggio ovunque, e la sua voce non può non essere ascoltata"
Realizzare il Coraggio Magnetico rende più facile scoprire i molteplici sforzi di chi tenta di bloccare i sentieri naturali delle nostre radici. Così la pratica di questa virtù implica anche l'acquisizione del Coraggio di Vedere, cioè di Dis-illudersi, di vedere attraverso i misteri maschilisti, di diventare veggenti pre-vedendo un Futuro Arcaico. Questo è il vero Futuro, che trascende l'immobilità dell'archetipo del tempo morto. è la realtà creata dalla successione d'Atti\Azioni Originali.
Attraverso questi Atti creiamo un Nuovo\Arcaico Futuro, poiché ogni Atto di Coraggio Magnetico di Vedere ci spinge più avanti nella direzione di diventare Veggenti. Vediamo più lontano nel passato e quindi nel futuro che ha le sue radici nel passato. In verità, Magnetizziamo non solo il Passato Arcaico, ma anche il Futuro Arcaico, che diventa Concreto e raggiungibile per quelle che osano Ri-scoprire le nostre Radici.
Inoltre le Veggenti\Cercatrici Concreano un campo Magnetico in cui diventiamo visibili e attiriamo le une alle altre. Essendo ogni veggente un magnete, i nostri campi Magnetici uniti ingrandiscono il nostro campo di forza in modo esponenziale, mettendoci in grado di attirare altre visionarie che imparano a loro volta a non dimenticare il Futuro Arcaico. Diventiamo Profetesse, Preveggenti, Parlanti, parlando di ciò che sarà, parlando nell'Essere in divenire.
Inevitabilmente, man mano che la nostra visione si rafforza, viviamo una crescente Rabbia Elementale Femminile verso i perpetratori delle atrocità contro le donne e la natura. Questa ci sprona ad andare avanti. Le Donne Visionarie\Vulcaniche sono in Ebollizione e piene di Rabbia Creativa. Per questo il nostro Coraggio Magnetico alimenta i fuochi della Nemesi. E siamo Burrasche che alimentano le Tempeste Magnetiche.
Siamo disordinatamente amanti del Viaggio senza regole, che richiede capacità di resistere alle responsabilità obbligatoriamente ordinate del mondo patriarcale, progettate per tenerci vincolate. E della vasta Respons-abilità di muoverci secondo le Maree del Viaggio multidimensionale.
Il Coraggio di Creare Elementale spazza via i modelli del pensare, parlare e agire del padre. Crea Metamodelli - vincendo i modelli patriarcali e Tessendo la nostra via di fuga dagli ordinati labirinti maschili.
Siamo consapevoli che gli dei del patriarcato sono pallidi succedanei e rovesciamenti dell'antica e tuttavia sempre presente Dea(e)
Dal punto di vista ontologico, è in corso una vera battaglia contro l'Essere in divenire. Se dovessero vincere i patriarchi, sarebbe il trionfo del Niente, che è ontologicamente impossibile.
Il patriarcato è ancora lì, naturalmente, a piagnucolare per richiamare la nostra attenzione, a pregare per la nostra sottomissione (1) alle sue leggi ridicole, a implorarci di stare al suo gioco (2), a supplicarci di provare a rovesciarlo.

(1) Mi succede sempre, dopo aver parlato con un cristiano, che ovviamente non sa confutare niente di quanto dico su dio, cristo, maria, di sentire che alla fine lui conclude il tutto con l'immancabile "pregherò per te". Come a dire che spera che il suo dio fallico mi faccia cambiare idea...
(2) Ricordatevi che il monoteismo si serve anche dell'etichetta "femminista" o "dignità delle donne", per travestirsi da "movimento buono e amorevole". Dal momento che non possono più appellarci "sacchi di escrementi\animali mestruati" senza generare lo sdegno della maggioranza delle donne (anche delle loro fedeli servitrici...) allora accettano qualche spunto femminista, travestendolo da monoteismo "a favore delle donne": vedi i vari "femminismo cristiano", "femminismo islamico", "femminismo confuciano" et similia, che criticano "solo un po' di misoginia" (peraltro aspetti marginali ormai caduti nel dimenticatoio collettivo, come possono essere i teologi del medioevo), ma di fatto stanno ben ancorati ai loro simboli patriarcali, che non mettono in discussione e non criticano (il dio maschio padre, il redentore maschio, il profeta e l'apostolo messi come guide). Difatti nessuna femminista islamica si permette di fiatare contro maometto o di sostenere che il profeta maschio non va bene per le donne, e nessuna femminista cristiana si permette di dire che gesù ha semplicemente sbagliato a rivelare che dio è solo padre e\o che essersi incarnato una volta sola nel corpo maschile è un'ingiustizia.

VIOLENZA PSICHIATRICA: LA LOBOTOMIA

Riesaminiamo la difficile situazione delle donne sotto il patriarcato. Primo, c'erano più donne di Genio Coraggiose di quanto io e te possiamo immaginare, perché gli uomini hanno cancellato e capovolto la nostra storia. [1] Inoltre, il potenziale in molte donne era schiacciato dalla prima infanzia. Perché non ha combattuto un maggior numero di donne?
Hai letto dello storpiamento dei piedi che praticavano i cinesi, del sacrificio volontario delle vedove indiane [bruciate] alla morte del marito [il sati https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/il-sati.html], delle mutilazioni genitali nei paesi africani, della caccia alle streghe in Europa, delle atrocità ginecologiche [la psichiatria giustificava la mutilazione della clitoride], della schiavitù sessuale femminile... la lista potrebbe andare avanti all'infinito accompagnata dalle atrocità contro gli animali e la natura.
Perché non tutte le donne reagiscono?
Potrebbe essere che molte donne sono psichicamente lobotomizzate?
Del resto, la lobotomia stessa venne usata per sottomettere le donne [oltre che gli uomini: si veda il film "Qualcuno volò sul nido del cuculo"].
La procedura, cioè la mutilazione, che comportava il taglio delle connessioni nervose nel lobo frontale del cervello può essere vista come paradigmatica di ciò che i patriarchi hanno fatto alle donne. Un famoso neurochirurgo, Walter Freeman, il "decano dei lobotomisti" (si dice abbia fatto cinquemila di queste operazioni) ha affermato che le donne lobotomizzate diventavano delle buone casalinghe. La lobotomia distruggeva la capacità creativa, l'immaginazione, la ribellione. L'intento di distruggere la Libertà Femminile è di massima importanza nel patriarcato.
Rimanemmo in silenzio per qualche momento, addolorate che la creatività e la vita intellettuale delle nostre Sorelle fossero state così mutilate.

[1] Un esempio lampante è la denigrazione monoteista degli antichi simboli della Dea, come il serpente, dai monoteisti giudicato "il male" cioè "il diavolo", nemico del loro Dio...

APPROFONDIMENTO: COME LA PSICHIATRIA MUTILAVA LE DONNE, tratto da


Le mutilazioni genitali femminili (clitoridectomia) venivano già realizzate nel 1863. Il medico viennese Gustav Braun la sostiene nel suo "Compendio delle malattie delle donne". Anche Isaac Baker-Brown la raccomanda come rimedio "per debellare la masturbazione", uno dei sommi peccati nella rigida morale cattolica (per una volta, par condicio: sia per gli uomini, che per le donne). Brown era così convinto dell'utilità di questa pratica, che fonda addirittura un istituto, il London Surgical Home.
1882: il medico Demetrius Zambaco scrive nel suo trattato "Onanismo e disturbi psichici di due giovani ragazze": "è ragionevole ammettere che la cauterizzazione con un ferro incandescente elimina la sensibilità del clitoride e con bruciature ripetute si è anzi in grado di rimuoverlo completamente... si comprende facilmente che le ragazze, dopo che hanno perso con la cauterizzazione la sensibilità, sono meno eccitabili e meno inclini a toccarsi."
Padre Debreyne si pronuncia favorevole a questo modo nei confronti della mutilazione al clitoride "Non necessario alla procreazione e utile solo per il piacere femminile".

Qui abbiamo visto i crimini della psichiatria: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-della-psichiatria-raccolta-di.html

TERZO CAPITOLO: LA DISPERAZIONE E IL MARCIUME DEL MATERIALISMO MASCHILISTA

è quasi normale che i suoi tentativi di Nominare la situazione siano accolti con rabbiosi rifiuti e coperti di ridicolo. I tentativi di sfuggire alla condizione imposta di paralisi patriarcale aumentano la consapevolezza del suo isolamento.
Negli anni Novanta, come negli anni Cinquanta, molte donne impararono a rimanere in silenzio dopo simili esperienze opprimenti. Come animali tenuti in gabbia e torturati nei laboratori della "scienza" patriarcale, le donne nello stato di tortura che è la diaspora diventano sensibili alle imbeccate subliminali così come alle aperte minacce. Esiste una specie di conoscenza condivisa che porta le donne a pensare che punizioni ancora più severe seguiranno se continueremo a denunciare le cose per quello che sono. Così le donne si autocensurano e si censurano fra loro.
Siccome la condizione di disperazione è di norma per le donne sotto il patriarcato, può anche sembrare normale.
Quando le Donne Altramente Sagge hanno il coraggio di Nominare la realtà della condizione sotto il patriarcato come stato di disperazione, si apre la strada per Vedere e Nominare la Via d'Uscita.
Attraverso Atti Coraggiosi di Concentrata Disperazione, le Donne Selvagge possono disperdere i demoni che bloccano i Passaggi del nostro viaggio verso il mondo Altro.
Molte femministe radicali sono rimaste entusiaste ed influenzate da "The First Sex" di Elizabeth Gould Davis. In questo libro, la criminale acquisizione del potere operata dal patriarcato sulla società ginocratica è descritta chiaramente:
"Egli, l'uomo patriarcale, ha riscritto la storia con la consapevolezza di ignorare, sminuire e ridicolizzare le grandi donne del passato, proprio come gli storici e i giornalisti moderni cercano di ignorare, sminuire e ridicolizzare le conquiste delle donne moderne. Ha svalutato la donna ad oggetto per soddisfare i suoi spregevoli desideri fisici [si vedano aristotele, maometto e san paolo, per esempio, e la loro concezione della donna come moglie sottomessa, utile solo per fare figli, e "concubina dell'harem"] e ha rifatto Dio a sua immagine... La cosa peggiore è che ha tentato di trasformare la donna stessa in un simulacro senza cervello, un robot che con il passare del tempo ha finito per credere alla propria inferiorità [...] Il marciume del materialismo maschilista ha permeato tutte le sfere della vita."
Dopo questa critica al patriarcato, l'Autrice conclude la sua riflessione immaginando l'arrivo di una nuova era, dove non sarà più la forza fisica il metro di paragone (e di oppressione di un genere sull'altro), ma le doti mentali, la percezione extrasensoriale.
Nota: il titolo "The first sex" si riferisce al fatto che gli uomini patriarcali (che hanno ideato divinità maschili) si credono "il primo sesso", mentre le donne sarebbero "il secondo sesso" (e in stato di sudditanza). L'autrice quindi rifiuta di sentirsi "una donna di secondo sesso", "derivata dalla costola maschile", "creata per seconda da un dio padre".

IL POSTMODERNISMO, OVVERO IL PATRIARCATO ACCADEMICO CHE COLONIZZA LA MENTE DELLE DONNE

Renate Klein ha scritto in maniere eloquente sull'invasione del pensiero maschile "introiettato" nelle femministe moderne che si dichiarano "postmoderniste" e usano i pensieri e i giudizi maschili per "parlare di donne".
Da Freud a Foucalt, da Nietzsche a Merleau-Ponty, da Deleuze a Derrida, da Lacan a Lyotard, da Barthes a de Man e molti altri ancora, sono gli UOMINI che riempiono le pagine di scrittrici apparentemente femministe. "La loro onnipresenza cerca di invadere l'io della lettrice, il mio IO, mi sento stuprata", commenta Renate Klein.
Qualcuna potrebbe obiettare: ma sono le donne che stanno promuovendo questa teoria.
Al che rispondo: e qual'è la novità? Sotto il patriarcato il compito di farsi portatrici di ideologie che negano la donna, è sempre stato affidato alle donne. Le donne che si fanno promotrici dei valori patriarcali cercano di ottenere l'approvazione e la ricompensa di quelli che hanno potere, ovverossia gli uomini patriarcali che siedono nei posti importanti delle accademie.
Molte donne nelle università si sono letteralmente tagliate la lingua nel tentativo di non nominare gli agenti della loro oppressione (che negano) e persino il fenomeno stesso dell'oppressione e della violenza sessuale [si veda Camille Paglia, che si dichiara "femminista atea lesbica" ma che ha negato il fenomeno delle molestie, ha colpevolizzato le vittime di stupro e afferma che il cristianesimo è la più alta forma di cultura e di arte e che ha ragione nel suo considerare l'omosessualità una malattia! Scontato dire che Camille Paglia è amatissima dai cristiani in questione, che la postano sui loro siti battendole le mani]
La domanda è: per quale motivo i testi scritti da uomini postmodernisti e strutturalisti sono stati accolti con tale rispetto in certe aree dell'università? Una "teorica femminista postmoderna" ha dato la risposta: il pensiero femminile, fatto dalle donne, viene giudicato "sciatteria concettuale" mentre il pensiero filosofico maschile sarebbe "rigore intellettuale". Ecco convalidata di nuovo la convinzione dell'inferiorità intellettuale delle donne, tanto che "le femministe postmoderne" disprezzano tutto quanto è scritto dalle donne e celebrano i filosofi maschi! Difficile non etichettare queste donne, all'apparenza "emancipate e di successo", come "vallette del patriarcato" e "pappagalli degli uomini"!
Questo "postmodernismo femminismo da accademia" non è femminismo e convalida, ammirandola, l'egemonia maschile. Insomma, è sessismo filosofico!
Mentre il femminismo è politica, è manifestazione, è agire concreto contro le discriminazioni, il "femminismo postmodernista da accademie" non promuove l'impegno sociale, rifiuta il concetto stesso di oppressione, avvalora la gerarchia, si schiera dalla parte dei più ricchi e dei potenti, mette le donne le une contro le altre (si veda la già citata Camille Paglia, che giustifica gli stupratori!!!)

Nota di Lunaria: si può considerare questo falso femminismo postmodernista come la solita invasione fallocratica e patriarcale nella mente della donna, per citare la frase di Mary Daly,
una donna che si prostituisce simbolicamente all'aristotele, all'aquino, al nietzsche di turno, tributando "un culto religioso" al filosofo maschio, senza mai confutarlo e criticarlo, anzi ripetendo a pappagallo i suoi concetti e giustificando la sua misoginia.
Donne che si vergognano delle donne e che emulano, come scimmie ammaestrate, i filosofi maschi, convinte di "essere più intelligenti" e di essere ammirate e approvate dagli uomini se ripetono come dei robot il Lacan o il teologo di turno.
Non ci può essere Futuro in questo scenario postmoderno perché non c'è Vita - nessun Presente e nessuna Presenza.
Le Donne identificandosi con la Fenice danno fuoco al corpo\cadavere e si Librano in alto. Rifiutandoci di essere mortalmente intrappolate dalla teoria pseudofemminista con le sue infinite bugie e capovolgimenti, ci appelliamo al Coraggio di Ri-scoprire il nostro Genio Femminista Elementale e Realizzare il Futuro Arcaico.
La consapevolezza che stiamo creando grandi Memorie del Futuro diventa più consistente, più reale, quando riconosciamo chi siamo e l'importanza di ciò che stiamo facendo. Mentre realizziamo il nostro Genio e facciamo crescere la fiducia in noi Stesse, possiamo conoscere il valore del nostro lavoro per le Antenate Future ed essere quindi rinvigorite e spronate Ora verso il lavoro Creativo, Coraggioso e pieno di Speranza.
Più riusciamo a Ri-membrare la nostra storia, più possiamo dare alle nostre Antenate del Futuro. E la nostra Anticipazione del loro Rigoglioso Futuro ci attira in avanti.

QUARTO CAPITOLO: LA TRINITà TUTTA MASCHILE E LA SFINGE


Nel mito cristiano, la seconda persona dell'eterna trinità pre-esisteva alla sua incarnazione come cristo. Lo spirito santo, la terza persona che era consustanziale a lui, fecondò maria spiritualmente. Il rapporto sessuale fu così spirituale che, secondo i teologi cristiani, maria rimase vergine, prima, durante e dopo la nascita del cristo.
Helen Diler ha fatto notare che il mito cristiano della nascita verginale del cristo non è altro che l'opposto della partenogenesi poiché in questo mito maria non fa niente, laddove nella partenogenesi la donna fa tutto da sola.
(Nota di Lunaria: infatti le wiccan mariolatre non hanno ancora capito che maria non è una Dea ed è in dipendenza del dio maschile. Quindi è assurdo "abbellirla" con i simboli delle Dee o considerarla "esempio di partenogenesi" sul modello delle Dee pagane che restavano incinte "senza unirsi col dio maschile")
La vergine maria, per il cristianesimo, è solo il contenitore che aspetta "in purezza" di generare il salvatore (maschile)
I miti funzionano come profezie auto-adempienti. è chiaro che i maschi patriarcali stanno tentando di impersonare il mito del maschio divino pre-esistente capace di autogenerarsi, lavorando all'eliminazione del Potere Creativo e Procreativo della Divino Femminile. (*)
Nella processione delle "persone divine" (padre, figlio, spirito santo) abbiamo l'epitome del legame maschile, mito "omosessuale" erotico maschile, il matrimonio perfetto tutto maschile, la famiglia ideale tutta maschile, l'accoppiamento monogenere maschile (il padre genera il figlio)
Possiamo Balzare via. Romperemo il tabù fallocentrico che ci impedisce di Utilizzare i nostri poteri Elementali. Parlando e Cercando il nostro Sé, possiamo acquisire il Coraggio di Vedere e Toccare il Retroscena senza l'aiuto delle maschere della religione fallocratica.
Tutta la religione patriarcale si basa, per definizione, sull'odio per le donne oltre che sui capovolgimenti e sulle menzogne che hanno lo scopo di legittimare il patriarcato.
Proprio come il Parlare certe Parole e gruppi di Parole hanno un potere straordinario, così Ri-membrare e decodificare certi miti e immagini può evocare vortici di forza. In questo processo le Donne Sagge rivendicano antiche forme di energia. La Sfinge è l'incarnazione di questa forma di energia. Secondo Barbara G. Walker la Sfinge sarebbe una derivazione della Dea Leonessa-distruttrice Hathor. Ella aveva corpo di leonessa, ali e busto di donna. Il corpo da leonessa della sfinge rappresenta la profonda connessione delle Donne Elementali con gli animali (**). Le ali suggeriscono la connessione con gli uccelli e con la Dea-Uccello. (***)

(*) Nel testo è usato proprio "Della", non è un errore grammaticale. è stato usato per evitare di sessualizzare al maschile la frase ("del divino femminile", sarebbe rendere grammaticalmente maschile un concetto femminile)
(**) Il simbolismo è rimasto nell'induismo: molte Dee cavalcano tigri o leoni. Vedi Durga.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/durga.html
(***) Molte Dee erano alate o accompagnate da uccelli: Morrigan e Dhumavati dal corvo, Iside dal falco, Nekhbet dall'avvoltoio, Kupaba\Afrodite\Atargatis dalla colomba. Anche Lilith è una Dea alata, anche se forse le sue ali sono ali da cavalletta; comunque si accompagnava ai leoni e alle civette. https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/uccelli.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/lilith.html
Probabilmente anche l'arpia è una Dea denigrata e demonizzata

QUINTO CAPITOLO (CONCLUSIVO)

Un altro ingrediente degno di nota nella brodaglia di simboli cristiani è la dottrina del "corpo mistico di cristo", (1) cui partecipano, si dice, tutti i membri maschi e femmine della chiesa. Da quando fu istituito, duemila anni fa, questo modello dell'incorporazione delle donne in un corpo "formalmente" maschile, il peccato capitale dell'incorporazione a livello mitico è già stato commesso su larga scala. (...) Rappresenta il massimo vampirismo\cannibalismo che si nutre della carne viva, del sangue e dello spirito delle donne.
A contatto con la Quintessenza, le Donne Elementali diventano più che mai simili agli alberi e agli angeli (spiriti elementali). Estendendo le nostre radici più in profondità siamo libere di espanderci e partecipare alla creazione dell'universo. (...) Possiamo comunicare le nostre esperienze e possiamio invitare e avvertire. E potete dare speranza ed energia, e suggerire di unirci ad agire in Sorellanza! (2)

(1) Nota: Mary Daly aveva già parlato di questa assurdità del "il maschio cristo rappresenta anche le donne" in "Al di là di dio padre". Riporto qui gli stralci.
"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."
"L'ideologia cristiana presenta una distorsione prodotta dalla gerarchia sessuale e che la convalida, palese non solo nelle dottrine relative a Dio e alla Caduta ma anche in quelle relative a Gesù (...) Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare."
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")
"Io ritengo che l'idolatria cristiana nei confronti della persona Gesù non verrà probabilmente superata se non per mezzo della rivoluzione in corso nella coscienza femminile. Diviene sempre più evidente che i simboli esclusivamente mascolini per l'ideale della "incarnazione" o per quello della realizzazione umana non vanno bene (...) L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."

(2) Per Mary Daly, la Sorellanza è l'unione di coloro che sono oppresse. Vedi "Al di là di dio padre"
Sorellanza significa rivoluzione
"La sorellanza è per definizione l'unione di coloro che sono oppresse (...) Il termine "sorellanza" puntualizza direttamente il fenomeno rivoluzionario dell'unione tra coloro che sono state condizionate a rimanere divise e poste l'una contro l'altra."
"Vittime di un sistema planetario di caste la cui esistenza stessa ci è stata resa invisibile, le donne sono state divise l'una dall'altra mediante una pseudoidentificazione con gruppi androcentrici e androcratici. Tra di essi troviamo le svariate religioni la cui ideologia degrada ed inganna le donne al punto che esse nemmeno si accorgono di essere così degradate. La Sorellanza quindi, essendo un'unica unione nel suo genere delle donne contro la nostra riduzione a casta inferiore, è Antichiesa."
"La religione maschile seppellisce le donne in sepolcri di silenzio per poter salmodiare il proprio eterno e cupo lamento funebre di un passato che non è mai esistito. Il silenzio imposto alle donne riecheggia le strutture della gerarchia maschile. è importante ascoltare le strutture del silenzio imposto per poter udire il flusso dei nuovi suono di libero silenzio che sono la voce della Sorellanza come Antichiesa."
"Il centro in movimento, che è la fonte di energia della nuova sorellanza come comunità dell'esodo, è la promessa in noi stesse. è la promessa delle nostre mani, di cui stiamo cominciando a riscoprire la storia, e nelle nostre sorelle, a cui è stata rubata la voce. Il nostro viaggio è frutto di questa premessa - un viaggio nell'individualità e nella partecipazione, lasciandoci dietro le spalle la falsa identità e la società sessista."
"L'azione delle donne per ottenere il risarcimento dei danni comincia con una dichiarazione. Le donne che hanno affermato: "Tutto ciò che devi fare per divenire una strega è dire per tre volte a te stessa: Io sono una Strega, Io sono una Strega, Io sono una Strega", non stavano scherzando. è come pronunciare una parola che non può essere pronunciata. è un esorcismo contro il demone interiorizzato che divide il sé da se stesso. è un modo di dire "Io sono, Io sono, Io sono". Con questa dichiarazione ci si unisce alla nuova congrega e si scopre la convenzione."

Aggiungo anche Rosemary Radford Ruether 


LA MORTE DEL DIO PADRE E LA REDENZIONE DELL'UMANITA'

Rosemary Radford Ruether è tra le esponenti più colte del pensiero teologico femminile. I suoi studi patristici sono culminati con "Gregory of Nazzianus" (1969). Pubblica studi che affrontano il problema della liberazione dei neri, delle donne, del sesso, della salvaguardia dell'ambiente. 

Tra i suoi libri: "Mary. The feminine face of the Church" (1977), "To change the world. Christology and cultural criticism" (1981), Sexism and God-Talk toward a Feminist Theology (1983).

Rosemary Ruether chiama in causa Mary Daly, nelle sue analisi, in particolare quella del "Cristo androgino" e della mariologia, ovvero il settore della Teologia che si occupa di Maria (e che purtroppo per le donne, si occupa anche delle donne, partendo proprio dalla loro idea di Maria da estendersi a tutte perché la chimera mariana viene vista come "tipo eminente della condizione femminile").

Un estratto del suo pensiero: "Finché la mariologia costituisce l'esaltazione del principio della sottomissione e della ricettività purificato da qualsiasi relazione con la femminilità sessuale, liberazione della donna non c'è e non può esserci" (la mancanza di piacere sessuale e corpo fisiologico, in Maria, ha portato l'ondata dogmatica di negazione del Femminile vero e concreto nel cristianesimo).

Nota di Lunaria: contrariamente a quello che credono le femministucole cristiane e le wiccan madonnare, MARIA NON è UNA DEA ED è SUBORDINATA AL CRISTO-MASCHIO DIVINO:  https://intervistemetal.blogspot.com/2020/09/contro-la-wiccastregoneria-cristiana.html

Il problema della liberazione è molto arduo. Per risolverlo, occorre superare la polarizzazione sessista della psiche umana in maschilità di potenza e femminilità di ricezione. [...] Teologicamente, questa visione si chiama redenzione, come concilazione dell'umanità con se stessa, riconciliazione della natura con se stessa, riconciliazione dell'umanità con Dio.
Resta ad ogni modo, che quest'ultima riconciliazione non può avvenire con un "Dio maschile", con un "Dio Padre". Giacché questo Dio non è altro che il segno della maschilità di potenza dell'egoismo maschile. 
 
Le chiese cristiane hanno appena cominciato a riconoscere la serietà delle critiche rivolte dalle femministe al linguaggio religioso patriarcale. (si ricordi che se sessualizziamo Dio con linguaggio maschile, allora sembra che in cielo domini "un grande maschio") Non basta affermare che Dio è Spirito, e che quindi non è letteralmente di genere maschile, e far finta poi che tutto possa continuare come prima. Vi è coinvolta infatti addirittura una proiezione idolatrica sulla natura del divino, dovuta alle caratteristiche del gruppo sessuale predominante nella società. Si tratta dunque più che di una semplice questione di linguaggio e d'iconografia, perché vi è coinvolto il modo fondamentale in cui si crede che il divino agisca in relazione al mondo secondo il modello fondamentale della rivelazione biblica. [...] Le femministe sono impegnate in un esame delle possibilità di ampliare le fonti delle immagini religiose, in modo da includervi le tradizioni soppresse. Forse dovremo riconsiderare le religioni della Madre e della Natura, (Wicca, Neo Paganesimo) condannate dal patriarcato biblico. Forse la vittoria del Dio patriarcale monoteistico va rivalutata nel suo significato per lo sviluppo culturale. Occorre riscoprire le esperienze rigettate dalla tradizione ufficiale della Chiesa - religione popolare femminile, sette carismatiche, donne eretiche, indovine e streghe - per scoprire i valori perduti." (Nota di Lunaria: meglio ancora, la Wicca Dianica)

La critica femminista pone in questione l'autorità dei fondamenti biblici e postula un riesame delle sue tradizioni [...] Esige inoltre un approfondimento ulteriore, forse anche una nuova figura rivelatrice, per riparare l'ingiustizia di una salvezza dovuta a un Dio esclusivamente maschile ed a suo Figlio. Noi femministe cerchiamo non solo una continua realizzazione, ma anche un nuovo sistema religioso per correggere un passato che non ci dà sufficiente garanzia di grazia e speranza. In questo senso il femminismo, pur conservando legami con le tradizioni bibliche, non può essere che un cristianesimo eretico o gioachimita. 
(il riferimento ai Guglielmiti è evidente; non gli unici, ma sicuramente tra i gruppi "eretici" cristiani che più hanno valorizzato la donna e la femminilità in Dio. La loro fondatrice Gugliema era ritenuta incarnazione dello Spirito Santo. Inoltre i Guglielmiti facevano dire messa alle donne)

In questo mio saggio vorrei esaminare alcuni problemi essenziali sollevati dalla critica femminista della religione patriarcale.

1) Cristologia: in che senso il fatto che Gesù è un maschio limita la sua missione redentrice?
2) Simboli femminili nella teologia biblica: la Madre chiesa e la Madonna sono simboli positivi o negativi per le donne?
3) Esiste una metodologia per la critica femminista della religione patriarcale?

Nel Nuovo Testamento il Cristo-Logos è specificatamente identificato col principio divino maschile, che rispetto alla chiesa femminile, è come il capo che domina il corpo. Questo diventa pure il modello del predominio maschile e della subordinazione femminile nel matrimonio.
Implica infatti che le donne possono rappresentare soltanto la parte sottomessa del dualismo, non la parte dominante della Chiesa (che corrisponde al Cristo-maschio e poi all'Uomo-Gloria di Dio, come dice san Paolo).

La visione esplicitamente maschile dell'Incarnazione trionfa con l'adozione dell'aristotelismo nella scolastica medioevale. 
(Tommaso d'Aquino segue Aristotele nell'identificare la ragione con la virilità e nel definire le donne come esseri difettosi o maschi mal formati che mancano della piena perfezione umana dal punto di vista biologico, morale, intellettuale)
Questa visione la si trova anche nei domenicani Institoris e Sprenger che affermano che le donne appartengono al mondo demoniaco proprio perché Cristo ha scelto il corpo maschile; basandosi su questo, ecco che il corpo femminile è visto come indegno, inadeguato. 
Si consideri che il Malleus Maleficarum è servito per torturare e perseguitare milioni di donne in quanto donne.

La tradizione mistica e quella androgina gnostica sono chiaramente androcentriche. Le donne si salvano sopprimendosi in quanto donne.
Secondo il Vangelo degli Egiziani, Gesù dichiara: "Sono venuto a distruggere le opere delle femmina" e nel Vangelo di Tommaso "Io la guiderò in modo da farne un maschio, cosicché anch'essa possa diventare uno spirito vivente che somigli a voi maschi. Infatti, ogni donna che diventa maschio entrerà nel Regno dei Cieli."  

La tradizione gioachimita del medioevo [...] costituisce la base di un messianismo in cui è ridimensionato il carattere messianico di Gesù. Alcuni gruppi di eretiche gioachimite osarono perfino affermare che lo Spirito deve incarnarsi in una donna o che le donne saranno a capo della Chiesa nella terza epoca. [...] Il fatto che Gesù sia maschio è per loro un limite alla sua efficacia redentrice.
Bisogna quindi che venga un secondo messia in forma femminile per rivelare ciò che era rimasto nascosto nel Cristo Maschile. Solo allora l'umanità androgina, fatta ad immagine del Dio Androgino, si manifesterà definitivamente nella sua pienezza e la redenzione dell'umanità sarà completa. Gli Shakers ("Tremanti, Agitati") della Società Unita dei Credenti, svilupparono questa teologia del Messia Femminile, che credevano incarnato nella loro fondatrice, Madre Ann Lee. [...] Questi movimenti sostengono che il Cristo maschile, identificato con l'idea del cristianesimo ufficiale, è insufficiente e ricercano quel di più che è necessario per la completa visione dell'umanità.

La mariologia è l'esaltazione del principio della sottomissione e della ricettività, purificato da qualsiasi relazione con la femminilità sessuale [...] Nel patriarcato c'è una buona e una cattiva femminilità. La cattiva femminilità rappresenta la volontà della creatura [...] nel suo stato naturale, la femminilità rappresenta il peccato e tutto ciò che deve essere sottomesso o rigettato. La buona femminilità invece rappresenta la creatura in quanto veicolo passivo della volontà maschile di Dio.[...] La mariologia esalta il femminile verginale, obbediente e spirituale, ma teme tutte le vere donne di carne.

L'umanità può essere riconciliata con Dio, solo se Dio cessa di essere un Dio maschile e diventa fondamento di reciprocità nella creazione. La morte del Dio-Padre diventa allora la distruzione dell'immagine alienata dell'egoismo maschile nel cielo, che santifica tutti i rapporti di dominio e sottomissione nel mondo.