Sopra Finale Ligure, seguendo l'antico sentiero che attraversa Calvisio, il villaggio medioevale di Lacremà e la temuta zona di "basure" dove la leggenda ha posto un misterioso ritrovo di streghe, si cela il singolare sito di Campo Rotondo. Si tratta certamente di un luogo originale che conserva le tracce di una cultura antica, ma enigmatica, poiché risulta difficile da collocare in un preciso contesto storico. Apparentemente sembrerebbe di poter individuare nell'insieme le influenze della cultura megalitica, anche se è necessario essere cauti nelle affermazioni. Seguendo un sentiero passante all'interno di un fitto bosco, l'itinerario in salita si conclude all'interno di un ampio recinto litico di circa 350 metri di diametro.
Intorno alla costruzione di Campo Rotondo sono state avanzate numerose ipotesi, ma non esiste ancora un'interpretazione oggettiva, in grado di chiarire con precisione l'uso di questo complesso che, a prima vista, sembrerebbe ricordare un cromlech (un esempio è sul colle del Piccolo San Bernardo).
Ad est del grande recinto, si trova un complesso abitativo realizzato utilizzando dei ripari naturali sotto roccia e antropizzati con muretti a secco ed altri interventi interni. Nella zona sono state rinvenute ceramiche di epoca protostorica. Indubbiamente, nel suo insieme, il complesso di Campo Rotondo si presta a numerose puntualizzazioni, ma soprattutto risulta uno dei numerosi esempi in cui l'interpretazione definitiva appare difficile per l'assenza di una concreta base cronologica.
Va annotato che tutto il sito è segnato dalle forti tracce di sovrapposizioni avvenute in tempi diversi, pertanto la documentazione disponibile risulta sospesa all'interno di un dedalo cronologico particolarmente complicato da valutare.
Il complesso di Campo Rotondo potrebbe aver svolto un iniziale ruolo connesso al culto, però è innegabile la difficoltà di evidenziarne nitidamente l'evoluzione e la
posizione all'interno della cultura locale.
All'interno del complesso sono presenti delle rocce incise con coppelle (vedi spiegazione riportata più sotto nell'approfondimento) e canaletti di collegamento. Apparentemente la struttura sembrerebbe relazionabile all'uso agricolo, anche se senza dubbio colpisce molto l'esecuzione di tradizione "megalitica" effettuata con l'utilizzo di grandi lastroni di pietra, invece della più diffusa tecnica del muretto a secco. Il ruolo e la storia di Campo Rotondo risulta quindi un piccolo enigma per l'archeologia e l'etnografia: questa assenza di elementi storici certi ha ampiamente favorito l'affermazione di leggende e miti che continuano ad avvolgere la complessa struttura litica finalese.
Nota di Lunaria: si tenga sempre presente che la roccia, in questo contesto, non è semplice roccia, ma riveste un significato simbolico e religioso importantissimo. Vedi il culto delle rocce e la litolatria, trattata diffusamente da Mircea Eliade in "Trattato di Storia delle Religioni". Non solo la roccia ha valenza fallica - il palo piantato nel terreno feconda la terra, ma anche valenza uterina, di fecondità.
Scrive Mircea Eliade: "Per la coscienza religiosa del primitivo, la durezza, la ruvidità e la permanenza della materia sono una ierofania, una manifestazione sacra. Non v'è nulla di più immediato e di più autonomo nella pienezza della sua forza, e non v'è nulla di più nobile e di più terrificante della roccia maestosa, del blocco di granito audacemente eretto. IL SASSO, ANZITUTTO, E'. Rimane sempre se stesso e perdura; I sassi [...] rappresentavano la ‘casa’ di Dio, erano il suo segno, il suo emblema, il ricettacolo della sua forza o il testimonio incrollabile di un atto religioso compiuto in suo nome."
Tracce di litolatria, l'adorazione dei sassi, si ritrovano anche nel monoteismo:
Nell'ebraismo: "In viaggio per la Mesopotamia, Giacobbe attraversò Haran. ‘Giunto a un certo luogo, volendovi riposare dopo il tramonto del sole, prese delle pietre che vi si trovavano, e postele sotto il suo capo, ivi dormì. E vide in sogno una scala rizzata sulla terra, la cui cima toccava il cielo; gli angeli di Dio salivano e discendevano per essa; e il Signore, appoggiato alla scala, gli diceva: ‘Io sono il Signore Dio d'Abramo tuo padre e il Dio d'Isacco; la terra nella quale dormi, la darò a te e alla tua stirpe...’ ... Svegliatosi Giacobbe dal suo sogno disse: ‘Veramente, il Signore è in questo luogo, e io non lo sapevo!’ e intimorito così continuò: ‘Quanto è terribile questo luogo! altro non è che la casa di Dio e la porta del cielo’. Alzatosi dunque al mattino, Giacobbe prese la pietra sulla quale aveva posato il capo e la alzò in memoria, versandovi olio sopra. E mise nome Bethel a quel luogo."
Versare olio o liquido sulla pietra è una pratica fallica. Lo si fa anche nell'Induismo, nel culto a Shiva:
Il Lingam è il simulacro fallico del Dio.
La litolatria (e l'adorazione delle piante) era presente anche nel culto pre-islamico. Passa nell'islam con l'adorazione che si porta ancora alla "pietra nera", che altro non è che... un meteorite!
Scrive Mircea Eliade "La Ka'ba era considerata il ‘centro del mondo’, cioè non soltanto il centro della terra: sopra di essa, nel centro del cielo, doveva trovarsi la ‘Porta del Cielo’. Evidentemente, cadendo dal cielo, la Pietra Nera della Ka'ba bucò il firmamento, e attraverso quel foro può avvenire la comunicazione fra Terra e Cielo (vi passa l'‘Axis Mundi’) [...] ‘Gli Arabi adorano le pietre’, scriveva Clemente Alessandrino."
Nel cristianesimo invece la litolatria ha valenze ancora più falliche, legato alla fertilità: si credeva che appoggiandosi o strofinandosi contro la statua di pietra o una pietra toccata da questo o quel santo, si potesse restare incinte; sono famosi anche gli "scivoli", dove le donne si lasciavano scivolare:
"L'usanza detta ‘scivolata’ è nota: per avere figli le donne scivolano lungo una pietra consacrata. Altra usanza rituale ancora più diffusa è la ‘frizione’, praticata per ragioni di salute, ma specialmente dalle donne sterili. A Decines (Rodano), ancora in tempi recenti, queste donne si ponevano a sedere sopra un monolito che sta in un campo nella località Pierrefrite. A Saint-Renan (Finisterra) la donna che desiderava un figlio si coricava per tre notti consecutive sopra una grande roccia, ‘la cavalla di Pietra’. Parimenti i novelli sposi, nelle prime notti dopo le nozze, venivano a strofinare il ventre contro quella pietra. La pratica si ritrova in molte regioni. Altrove, ad esempio nel villaggio di Moedan, cantone di Pont-Aven, le donne che strofinavano il ventre contro la pietra erano sicure di avere figli maschi. Ancora nel 1923 le contadine che venivano a Londra abbracciavano le colonne della cattedrale di San Paolo per avere figli [...] In Atene le donne gravide andavano sulla collina delle ninfe e scivolavano sulla roccia invocando Apollo, per ottenere un parto felice. Questo è un buon esempio del cambiamento di significato di un rito: la pietra della fecondazione diventa pietra del parto. Le stesse credenze sulle pietre che, per semplice contatto, dànno un parto facile, si ritrovano in Portogallo [...] Oggi la credenza non è più basata su nessuna considerazione teorica, ma è giustificata da leggende recenti o da interpretazioni sacerdotali (un santo si è riposato su quella roccia; sopra il menhir c'è la croce, eccetera). Però talvolta si può distinguere una formula teorica intermedia: le pietre, le rocce, i menhir, sono frequentati dalle fate, e le offerte (olio, fiori, eccetera) sono destinate a loro."
APPROFONDIMENTO SULLA LITOLATRIA E IL MEGALITISMO
A partire dal III millennio a.C in Europa andò
affermandosi una scultura monumentale in pietra (indicata come "cultura delle statue-stele" ) che costituisce una traccia fondamentale dell'evoluzione culturale post neolitica. Opere che provengono da Francia, Austria, paesi dell'Est si sommano a quelle italiane rinvenute in alcune zone del centro nord: Valtellina, Valcamonica, Lunigiana, Valle d'Aosta; sono lastriformi: le loro dimensioni variano da 60 cm a oltre 3 metri. Si tratta di rappresentazioni schematiche, realizzate con maggior cura nella parte superiore (quella inferiore è meno articolata in quanto destinata ad essere infissa nel terreno).
Si pensa ad una funzione funeraria. (*)
Senza dubbio i significati di cui sono portatrici le statuestele permette un interessante confronto tra culture molto diverse e lontane, lasciando intravedere le possibilità che nel III millennio a.C, tra il Vicino Oriente e l'Europa, esistessero alcuni itinerari di fede, scanditi dalla presenza di sculture in pietra lastriforme in cui le innate istanze sacre dell'uomo cercavano la fisionomia per raffigurare una divinità o un antenato.
Nota di Lunaria: si confronti la litolatria europea con quella mongola https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/mongolia-soyombotengri-khoomii-sciamani.html
E quanto scrive Mircea Eliade:
"Ma, d'altra parte, la Ka'ba era considerata il ‘centro del mondo’, cioè non soltanto il centro della terra: sopra di essa, nel centro del cielo, doveva trovarsi la ‘Porta del Cielo’. Evidentemente, cadendo dal cielo, la Pietra Nera della Ka'ba bucò il firmamento, e attraverso quel foro può avvenire la comunicazione fra Terra e Cielo (vi passa l'‘Axis Mundi’) [...] ‘Gli Arabi adorano le pietre’, scriveva Clemente Alessandrino. Come i suoi predecessori monoteisti del Vecchio Testamento, l'apologeta cristiano era indotto dalla purità e dall'intensità della propria esperienza religiosa (fondata sulla rivelazione cristologica) a negare ogni valore spirituale alle antiche forme di culto. Considerando la tendenza strutturale dello spirito semitico a confondere la divinità col sostegno materiale che la rappresenta o manifesta la sua forza, si può supporre che al tempo di Clemente la maggioranza degli Arabi ‘adorassero’ i sassi. Ricerche recenti hanno dimostrato che gli Arabi preislamici veneravano certe pietre chiamate dai Greco-latini "baytili", parola di origine semitica che significa ‘casa di Dio’. Del resto tali pietre sacre non furono venerate soltanto nel mondo semitico, ma anche dalle popolazioni dell'Africa del nord, anche prima dei loro contatti con i Cartaginesi. Ma i betili non furono mai adorati in quanto SASSI, lo furono soltanto nella misura in cui manifestavano una PRESENZA DIVINA. Rappresentavano la ‘casa’ di Dio, erano il suo segno, il suo emblema, il ricettacolo della sua forza o il testimonio incrollabile di un atto religioso compiuto in suo nome."
Il fenomeno delle statue-stele si sviluppò in un periodo della preistoria in cui l'Europa Occidentale del Neolitico e dell'Età del Rame fu contrassegnata da un'importante serie di innovazioni che interessarono l'agricoltura,
l'allevamento e la metallurgia.
Osservando le statue-stele ci si rende conto di alcuni aspetti importanti:
1. presenza di oggetti e strumenti tra le decorazioni che possono essere importanti indicatori culturali e cronologici.
2. esistenza di un universo mitico-religioso.
3. culto dei morti.
4. continuità, in alcuni casi, di un culto protrattosi nel tempo
Megalitismo
Il termine megalito deriva dal greco mègas, grande e lithos, pietra, ed è un termine con il quale si designano i numerosi monumenti di pietra grezza o lavorata in genere risalenti al neolitico. La diffusione del megalitismo è vastissima, e non è possibile ascriverla all'interno di una sola cultura. Megaliti di diverso genere sono presenti ovunque: isole britanniche, Paesi Bassi, Scandinavia, Germania, Francia, penisola iberica e Baleari, Italia, Malta, Balcani, Africa del Nord, India, Giappone, Polinesia, Americhe.
Dal punto di vista lessicale, abbiamo diversi tipi di statue-steli:
• Menhir: dal bretone "men", pietra, e "hir", lunga. Indica un monolito infisso nel suolo, isolato o disposto in allineamenti o circoli. In alcuni casi sono segnate da tracce di decorazione, come fori o incisioni rupestri, ma si tratta di casi rari.
Oltre ai Menhir, abbiamo megaliti più complessi, come il Dolmen, costituito da una lastra di pietra orizzontale posta su altre pietre verticali, infisse nel terreno.
o ancora:
• Stele: simile al menhir, anche se rispetto al menhir la stele prevede quasi sempre le incisioni e hanno valenza commemorativa.
• Stele antropomorfa: un'opera litica caratterizzata da lavorazioni destinate a renderla riconoscibile nel suo legame con la figura antropomorfa che viene rappresentata (antenati mitici, eroi ecc.).
• Statua stele: un'evoluzione delle stele antropomorfa, un passaggio alla statua a tutto tondo.
• Masso inciso: quasi sempre si tratta di un masso erratico di piccole e medie dimensioni su quale figura una vasta e articolata rassegna di simboli.
• Cromlech: deriva da crom, curva, e lech, pietra, ed è costituito da una serie di pietre infisse nel terreno disposte a circolo; in Inghilterra troviamo la definizione di stone circles, cerchio di pietre.
• Tumulo: indica un monumento di terra o pietra, rotondo o ovale che in genere copre una o più sepolture. I tumuli fecero la loro comparsa nel V millennio a.C e in alcuni casi raggiunsero forme elaborate come nel caso di New Grange (Irlanda) o Silburyhill (Inghilterra), con ampiezza di 350.000 metri cubi.
(*) Uno studio accurato sugli "Dei di pietra" è stato fatto da Mircea Eliade in "Trattato di storia delle religioni". Vedi la litolatria.
Per uno studio sulla Lombardia "megalitica":
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/cromlech-megaliti-e-culto-astronomico.htmlPer un approfondimento su Stonehenge vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/05/stonehenge.html