Razzismo e violenze nelle Hawaii degli anni '30: "Orchidee e Sangue"

Nota di Lunaria: no, non ho letto il libro. Mesi fa ero più di là che di qua e non mi è stato possibile dedicarmi a tutte le letture che avrei voluto fare. Vuol dire che l'argomento "Razzismo e violenze nelle Hawaii degli anni '30", trattato in "Orchidee e Sangue" ce lo faremo bastare in sintesi. Il libro l'avevo visto nel cestino dei libri messi lì gratuitamente ma non sono stata lì a prenderlo.

Una bellissima americana è violentata sulla spiaggia di Honolulu: quattro giovani indigeni vengono accusati e perseguitati in un clima di crescente odio razziale... un dramma ambientato negli anni '30 con una fine imprevedibile, esplosiva...

(per una storia delle Hawaii pre-cristiane, vedi https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/antiche-hawaii-storia-pele-danza-e.html)

Isole Hawaii, nel 1930, in piena epoca coloniale. Le tensioni sociali sono fortissime. Ed ecco che le isole-paradiso vengono sconvolte da un'ondata di feroce razzismo.  "Orchidee e sangue" racconta una storia che rispecchia fedelmente le condizioni di vita di quegli anni, prima che le Hawaii diventassero uno degli States e acquistassero dignità di nazione sotto la bandiera a stelle e strisce. L'inizio è drammatico. Una sera, quattro giovani hawaiani gironzolano in auto lungo la costa quando scoprono, abbandonata sulla spiaggia, una donna bianca, che è stata picchiata e violentata. I quattro giovani la soccorrono e la trasportano in ospedale: da quel momento ha inizio il loro calvario. La donna bianca è la signora Hester, moglie di un ufficiale della Marina USA. Ma Hester ha anche un amante, un uomo brutale che l'ha colpita a sangue in un raptus incontenibile. Perché allora la signora Hester accusa i quattro hawaiani di stupro e violenza? Ben presto si scatena la furia dei giustizieri bianchi che esigono un'impossibile confessione. Gli avvenimenti coinvolgono l'intera popolazione di Honolulu, bianchi e indigeni, in un clima di roventi passioni, dove tutto è possibile, anche la persecuzione, il linciaggio, il massacro. In nome della legge si battono pochi coraggiosi, fra i quali un onesto capitano di polizia, Curt Maddox, e il giovane Tom, un avvocato locale umiliato da un'infermità fisica. Farà la sua apparizione anche Luahine, l'ultima principessa hawaiana che pur vivendo in disparte conserva il rispetto della sua gente.  


Film horror consigliato:


Psicanalisi Cristiana

Nota di Lunaria: laggiù, nel vasto mondo, ci sarà sicuramente qualcuno che ricercherà "della psicanalisi cristiana". Perciò, eccovi accontentati! 

"Gesù trascina al desiderio e non a una morale".

è questa la suggestiva e per certi aspetti rivoluzionaria conclusione cui i due noti psicanalisti francesi giungono in questo libro, frutto di una seconda indagine in chiave psicanalitica della vicenda umana di Gesù, così come è espressa nei vangeli.

La ricerca è articolata, così come nel precedente "Psicanalisi del Vangelo", secondo una serie di domande e risposte nei ruoli di "istituzione psicanalitica" e "paziente", che con una sofferta autoanalisi indaga nelle inesauribili implicazioni del messaggio evangelico situando in campo antropologico la figura di Cristo e la sua missione salvatrice.

Missione che si esplica essenzialmente in un processo di liberazione del desiderio, ossia delle motivazioni profonde dell'animo umano, della sua aspirazione a comunicare, a ritrovarsi in comunione piena e gratificante con se stesso, con gli altri, con la vita.

"Gesù è venuto a liberare il desiderio da tutti i sentimenti di colpevolezza che lo opprimevano."

Colpevolezza derivante dalle leggi e convenzioni farisaiche, che tendono a bloccare ogni esigenza di mutamento, e quindi di ricerca, di libertà, di autenticità, continuando ad agitare lo spettro del peccato.

Al contrario: la predicazione di Gesù documenta che esiste una sola specie di peccato: il peccato contro il proprio desiderio.

Il quale è, fondamentalmente, desiderio d'amare, cioè di spezzare il circuito chiuso dell'individualismo, che è alienazione, per aprirsi e condividere con gli altri la propria vita, la propria ricchezza, la conoscenza, il potere, in questo si riassume l'insegnamento di Cristo: sciogliersi da ogni complesso e tabù per raggiungere la libertà d'amare con la pienezza e l'abbandono che l'animo umano per sua intrinseca natura ricerca.


P.S Qui trovate un'altra sciccheria cattolica che solo io potevo pensare di condividere su internet :D

https://intervistemetal.blogspot.com/2021/03/facciamo-un-altro-regalo-ai-cattolici.html



Maigret

Ecco la Parigi di Maigret, lo spettacolo quotidiano sotto le finestre della sua casa in Boulevard Richard-Lenoir, la pioggia che scroscia sui vetri del suo ufficio in Quai des Orfèvres, le passeggiate fatte sul lungo Senna per pensare,  i boccali di birra gelata alla Brasserie Dauphine, gli irresistibili richiami dei panini nelle vetrine di qualche bistrot sui Grand Boulevards.  Una città da affrontare sempre con la sciarpa al collo, come vuole la materna signora Maigret... Una Parigi di poveri diavoli, di portiere pettegole, di donnette perennemente in vestaglia, di sigarette notturne. Quel che guida Maigret è in fondo una morbosa curiosità che lo porta a voler conoscere le storie di ogni personaggio in cui si imbatte, fosse pure un modesto magazziniere apparentemente senza nemico come "Le due pipe di Maigret".


Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/i-classici-del-giallo.html


El Salvador: la dittatura e la scena Metal

Info tratte da

EL SALVADOR, DAGLI ANNI '20 AGLI ANNI '90

Il governo represse con forza i sindacati dell'industria del caffè negli anni '20. Nel 1932 Augustìn Farabundo Martì, leader del partito "Partido Comunista Centroamericano", esortò i contadini e i nativi a ribellarsi. Maximiliano Hernàndez Martìnez diede ordine ai militari di sparare sulla folla: furono uccisi tutti quelli coinvolti e anche persone che avessero i tratti estetici nativi. Questo massacro, con 30.000 vittime, passò alla storia come "La Matanza". L'esercito rivoluzionario del Frente Farabundo Martì para la Liberaciòn Nacional (FMLN) si ispirò proprio a Martì. Negli anni '70 la condizione dei contadini era pessima: non possedevano le terre che coltivavano, mentre al Governo si alternavano rappresaglie tra Destra e Sinistra. Nel 1972 José Napoleon Duarte, del partito "Partido Democràtico Cristiano" (PDC), vinse le elezioni ma quando la sua vittoria venne negata con l'accusa di frodi e brogli, le proteste divamparono. L'esercitò evitò un colpo di stato e la Destra creò gli "Squadroni della Morte": migliaia di salvadoregni furono rapiti e uccisi.

(Nota di Lunaria: mentre invece in Italia le persone obbedivano felicemente e non vi era nessuno Squadrone della Morte...)

Nel 1979 una giunta di militari rovesciò il presidente Carlos Humberto Romero e promise un cambiamento e riforme. Quando le promesse non si avverarono, i partiti di opposizione si unirono  nel Frente Democràtico Revolucionario (FDR) che si alleò con il FMNL; la rivoluzione in Nicaragua ispirò molti salvadoregni.

Quando quattro suore americane vennero stuprate e uccise nel 1980, vennero sospesi gli aiuti militari americani. Nel 1981 Reagan, preoccupato per la rivoluzione socialista in Nicaragua, finanziò l'esercito salvadoregno, che riprese a decimare tutte le persone che non obbedivano, nei villaggi.

Nel 1982 Roberto D'Aubisson Arrieta, fondatore del partito di estrema Destra ARENA ("Alianza Republicana Nacionalista") 

creò gli "Squadroni della Morte", dando ordine di uccidere gli oppositori, tra sindacalisti, riformatori agrari e religiosi.  In risposta, il FMLN fece saltare in aria i ponti, le linee dell'energia elettrica, le piantagioni di caffé e gli allevamenti, per affossare l'economia.

Il 16 gennaio 1992 si arrivò finalmente ad un accordo, vennero smantellati i gruppi paramilitari e gli Squadroni della Morte e la terra venne ridistribuita ai contadini.

Nel corso dei 12 anni di guerra civile furono uccise 75.000 persone.


EL MOZOTE

L'11 dicembre 1981 i soldati del battaglione Atlacatl (addestrato dagli americani), massacrarono gli abitanti del piccolo villaggio di El Mozote: vennero uccise 978 persone, tra cui 131 bambini. I responsabili dell'eccidio non sono neanche stati tutti processati. Nel 2017 oltre 30 sopravvissuti e testimoni del massacro si presentarono in tribunale per chiedere giustizia.


OSCAR ROMERO

Oscar Arnulfo Romero è stato il martire più famoso di El Salvador, trucidato dal regime. 

Difensore della giustizia e schieratosi con le vittime del regime, Romero fu ucciso il 24 marzo 1980 mentre celebrava la messa, da un sicario degli "Squadroni della Morte". Il suo omicidio fece scoppiare una rivolta armata che portò il paese alla guerra civile. Oscar Arnulfo Romero y Galdàmez, il pastore martire, divenne la voce libera in difesa del popolo salvadoregno, mantenuto in povertà, sfruttato dai ricchi latifondisti difesi dal regime. Le sue omelie e catechesi erano ascoltate anche all'estero, permettendo la diffusione di notizie sulla dittatura al di fuori di En Salvador. Venne perseguitato da regime militare di estrema destra, del quale denunciava le violenze (come la profanazione delle chiese e i massacri dei fedeli) ma venne anche ostacolato da altri vescovi che collaboravano volentieri alla dittatura; venne fucilato nel 1980 da un sicario degli "squadroni della morte", assoldato da Roberto d'Aubuisson Arrieta, leader del partito nazionalista ARENA, mentre celebrava la messa. Tempo prima aveva esortato gli uomini dell'esercito a non obbedire agli ordini iniqui contrari alla legge di Dio, denunciando le tremende violenze che subivano i bambini di El Salvador, uccisi dalle esplosioni delle mine. Durante il funerale di Oscar Romero, l'esercito sparò sui fedeli riuniti. 



LA SCENA METAL IN EL SALVADOR

Metal Archives elenca ben 177 band 

https://www.metal-archives.com/lists/SV

OK, non sono tantissime, però dando un'occhiata si vede che a El Salvador si suonano un po' tutti i sottogeneri, dal Black al Power con preferenza per il Brutal Death!

Ancient Forest (Depressive Black Metal, anche se non molto originale) https://www.youtube.com/watch?v=ape3WfBLsA0

Ancient Sanctuary (Sympho Black Metal, per niente male, dal tocco "primi Cradle of Filth")

https://www.youtube.com/watch?v=4kDGFekuGC0

Assfixia (Thrash Metal)  https://www.youtube.com/watch?v=a97llaO34o8


Eärendil (Symphonic Metal, e neanche così scontato come si potrebbe pensare di primo acchito)

https://www.youtube.com/watch?v=2OHnabT41v8

Lamentos Ancestrales (Black Metal) https://www.youtube.com/watch?v=Q0fCyYkmj-I


New Obscurantis Order (Sympho Black Metal, con vocals anche femminili, decisamente promettenti!)

https://www.youtube.com/watch?v=2wvcrAzhEnw

in versione live: https://www.youtube.com/watch?v=LWmZO0fmyX4

Pride is Murder (Brutal Death Metal)

https://www.youtube.com/watch?v=Va5eJyTwgFY



Repugnant Disorder (Brutal Death Metal)

https://www.youtube.com/watch?v=lxOihA6Q6kg

Zementerio (Death Metal) https://www.youtube.com/watch?v=lq_KpCqo674

Qui trovate un canale youtube tutto dedicato alla scena Metal di El Salvador!

https://www.youtube.com/user/SALVADOREANMETAL/videos


Il Mastino dei Baskerville


"Sappiate che al tempo della Grande Ribellione (...) la proprietà e il castello dei Baskerville erano di Hugo, uomo sfrenato, profano, senzadio (...) era scellerato e crudele al punto che il suo nome era proverbiale in tutta la zona. Accadde che questo Hugo si innamorasse (se così si può dire di un'oscura passione) della figlia di un piccolo proprietario terriero del vicinato. (...) Avvenne che un giorno Hugo insieme a cinque o sei dei suoi amici, oziosi e balordi come lui, piombò d'improvviso nella fattoria sapendo che suo padre e i suoi fratelli non c'erano e rapì la ragazza. Portarono la fanciulla al castello e la rinchiusero in una stanza al piano superiore (...) La sventurata, presa dal panico, fece quello che neppure il più coraggioso degli uomini avrebbe osato: afferrandosi all'edera che si arrampicava (e si arrampica tuttora) sulla parete a sud, si lasciò scivolare lungo la grondaia e fuggì verso la casa di suo padre, che era distante tre leghe dal castello, attraverso la brughiera. [Quando Hugo se ne accorse] gridò a tutta la compagnia che quella notte avrebbe reso anima e corpo al diavolo se non fosse riuscito a riprendersi quella sgualdrina. (...) Il più malvagio dei presenti, o forse il più ubriaco, gridò che si doveva sciogliere la muta di cani per darle la caccia. Allora Hugo (...) partì al galoppo verso la brughiera a quell'ora inondata dalla luna. (...) Dopo un paio di miglia, incontrarono uno dei pastori a guardia di notte nella brughiera (...) L'uomo, folle di paura, quasi non riusciva a spiccicar parola, ma alla fine balbettò che aveva visto la sciagurata giovane fuggire, inseguita dalla muta inferocita. "Ma ho visto dell'altro", aggiunse l'uomo, "Hugo Baskerville mi è passato vicino al galoppo e aveva alle calcagna una bestia orrenda, diabolica... che Dio mi perdoni!" I signorotti avvinazzati lo mandarono al diavolo e proseguirono la loro corsa bestemmiando, ma ben presto sbiancarono dal terrore: era apparso al galoppo il vecchio cavallo nero di Hugo, ricoperto di schiuma, le briglie sciolte e la sella vuota. (...) I più spavaldi, o forse ubriachi, scesero cavalcando in fondo alla scarpata. Qui la brughiera si apriva in uno slargo sassoso dove si ergevano due enormi pietre di epoca primitiva. La luna illuminava impietosa la povera infelice, che lì giaceva morta, stremata dalla fatica e dall'orrore. (...) Una mostruosa bestia nera, ritta sulle zampe, sovrastava Hugo, nell'atto di azzannarlo alla gola (...) Quando sollevò su di loro gli occhi infernali, la bocca grondante sangue, i tre urlarono terrorizzati e fuggirono come pazzi attraverso la brughiera. Quella notte stessa uno di loro morì di crepacuore e gli altri due camparono ma non furono più gli stessi per il resto della loro vita." 


"Adesso la carrozza era arrivata in cima alla salita e davanti a noi si stendeva, in tutta la sua vastità, la brughiera, disseminata da cumuli di pietre e spuntoni rocciosi, quasi ad accrescerne il tormento. La sferzata del vento freddo ci ha fatto rabbrividire. Pensare che, da qualche parte, in quella landa desolata, si nascondeva quell'uomo feroce, rintanato come una bestia selvaggia, pieno di odio verso l'umanità che l'aveva messo al bando! Mancava solo questo per completare la sinistra sensazione che dava quella terra desolata, battuta dal vento gelido e avvolta nelle tenebre della notte che avanzava. (...) Avevamo lasciato dietro, laggiù in fondo, la campagna fertile. Ci siamo voltati a guardarla: il sole al tramonto splendeva sui ruscelli scintillanti e sulla terra rossa che gli aratri e le grosse pale di legno robusto avevano rivoltato di fresco. La strada davanti a noi si faceva sempre più tortuosa, sospesa su immensi pendii ammantati di ruggine e verde, cosparsi di enormi macigni. Di tanto in tanto passavamo davanti ad una casetta di pietra, senza piante rampicanti che ne interrompessero la linea rigida, austera. Improvvisamente, davanti a noi, il paesaggio si è aperto in una grandiosa conca, chiazzata di querce e abeti contorti, curvati dalla furia delle intemperie. Sovrastano gli alberi due torri alte, snelle. Il conducente le ha indicate con la frusta. "Il castello dei Baskerville", ha annunciato. (...) Pochi minuti dopo eravamo dinnanzi ai cancelli in ferro battuto: intrecciati in un disegno fantastico, erano sorretti ai lati da due pilastri intaccati dal tempo, macchiati di licheni e sormontati dallo stemma dei Baskerville: la testa di verro. (...) Oltrepassati i cancelli, siamo entrati nel viale; a terra il rumore delle ruote era attutito dallo spesso strato di foglie morte, e sopra di noi gli alberi secolari stendevano i rami intrecciati formando un tunnel buio impenetrabile. Baskerville non ha potuto fare a meno di rabbrividire alla vista di quel luogo tenebroso, in fondo al quale sorgeva spettrale il castello. (...) Il viale si apriva su un ampio spiazzo erboso e lì si ergeva il castello. Nella pallida luce, ho intravisto la parte centrale, costituita da un blocco unico da cui sporgeva un portico. L'intera facciata era ricoperta di edera, tagliata qua e là per scoprire una finestra e uno stemma che parevano galleggiare in quell'oscuro mare di foglie. Ai lati s'innalzavano due antiche torri, merlate, bucate da innumerevoli feritoie. Un'ala più moderna, di granito nero, continuava a destra e un'altra a sinistra delle torri. Una luce smorta filtrava dalle finestre a bifora, mentre dai camini, che si levavano alti sopra il tetto aguzzo, sgorgava un'unica colonna di fumo."


"Una volta in camera, ho tirato indietro le tende per guardare fuori. La finestra dava sul vasto spiazzo erboso, davanti all'ingresso. Più oltre, si scorgevano due grandi macchie d'alberi che gemevano, sbattuti dal vento. Una mezza luna è sbucata tra le fessure delle nubi che si rincorrevano. Nella sua fredda luce ho visto al di là degli alberi il profilo tormentato delle rocce che orlavano la distesa malinconica della brughiera. (...) Quando d'improvviso, nel cuore della notte, ho sentito risuonare un rumore distinto, inconfondibile. Era un singhiozzare di donna, lo sfogo struggente, soffocato, di chi è tormentato da un'incontrollabile pena. (...) Nessun altro rumore mi è giunto, se non il rintoccare lento del campanile e il frusciare dell'edera sul muro."


"(...) Il bravo dottore, su richiesta di Sir Henry, ci ha condotto al viale dei tassi per mostrarci esattamente cos'è accaduto quella notte fatale. è un lungo viale tetro che corre fra due alte pareti di tassi, con in mezzo la ghiaia e ai lati una striscia d'erba. In fondo, un vecchio padiglione in rovina. A mezza strada c'è il cancello che dà sulla brughiera. (...) Mentre era lì, il vecchio Sir Charles ha visto qualcosa venire dalla brughiera, qualcosa di così terrificante che ha perso la testa e si è messo a correre, correre, tanto da morire dallo sforzo e dalla paura. Era quello il cupo, lungo tunnel che aveva percorso fuggendo. E da che cosa? Un cane-pastore della brughiera? O una bestia spettrale, nera, silenziosa e terribile?"


"Dopo cinque minuti eravamo già fuori, pronti per la spedizione. Camminavamo tra gli alberi immersi nella fitta oscurità, inseguiti dal mugolio del vento autunnale e dal fruscio delle foglie morte. L'aria della notte stagnava di umidità e di miasmi. Ogni tanto la luna faceva capolino, ma le nuvole si stavano addensando e proprio quando siamo arrivati nella brughiera è cominciata a cadere una pioggia fitta e sottile. (...) D'improvviso è risuonato nella cupa vastità della brughiera quello strano lamento che avevo già sentito nella palude di Grimpen. Trasportato dal vento, si levava nel silenzio della notte prima un mormorio basso, prolungato, che poi esplodeva in un ululato terribile, per ripiombare in un gemito triste che si perdeva in lontananza. E così più volte l'aria vibrava tutta di questo suono cupo, selvaggio, carico di sinistri presagi."


"Alla nostra destra splendeva bassa la luna e la cima frastagliata di un picco di granito spiccava contro la parte inferiore del suo disco argenteo. Lassù, scolpita come una statua di ebano sullo sfondo chiaro di luna si stagliava la figura di un uomo."


"Giornata grigia: nebbia e pioggia. Il castello è soffocato da una massa mobile di nubi, che di tanto in tanto si squarciano, mostrando il triste profilo della brughiera, con le venature sottili, argentee lungo il dorso delle colline e i grossi massi rilucenti sotto l'improvvisa sferzata di luce sulle superfici bagnate."


"Oggi non ha fatto che piovere tutto il giorno; si sentiva il fruscio dell'acqua sull'edera e lo sgocciolare delle grondaie. (...) Prima di sera, mi sono infilato l'impermeabile e mi sono avventurato fuori, camminando a lungo nella brughiera fradicia d'acqua, tormentato da oscuri pensieri, mentre la pioggia mi batteva in viso e il vento mi fischiava nelle orecchie. (...) Ho trovato il picco nero, in cima al quale avevo visto lo sconosciuto solitario, e anch'io ho guardato dall'alto la distesa malinconica. Ventate di pioggia sferzavano le dune rossastre; le nubi, rigonfie, nere, incombevano basse sul paesaggio, sfilacciandosi in grige spirali nebbiose intorno alle colline evanescenti. In basso, a sinistra, affioravano tra gli alberi, fasciate dalla nebbia, le due torri sottili del castello dei Baskerville."


"Sulla grande palude di Grimpen si era intanto addensata una nebbia fitta, bianca. Avanzava lentamente, come una parete sospesa su di noi: spessa, inesorabile. Illuminata dalla luna, pareva un enorme luccicante bianco di ghiaccio, con le cime lontane dai picchi che spuntavano come rocce cresciute in superficie. (...) Sopra di noi, le stelle splendevano fredde nel cielo terso e la mezza-luna spandeva tutt'intorno una luce tenera, vaga. La casa emergeva scura, con il tetto seghettato e i camini si stagliavano alti contro il cielo argenteo. Larghe strisce di luce dorata si proiettavano dalle finestre a pianterreno, allungandosi sul giardino e sulla brughiera. (...) La nebbia, strisciando, aveva già avvolto, sotto i nostri occhi, la parte inferiore della casa."


"Nello stesso momento, Lestrade ha gettato un grido d'orrore e si è buttato con la faccia a terra. Sono balzato in piedi, impugnando la pistola, ma sono rimasto paralizzato alla vista dell'essere mostruoso che era emerso dalla fitta oscurità. Era un cane, ma era enorme, nero come la pece. (...) Dalle fauci spalancate uscivano lingue di fuoco, gli occhi ardevano come la brace, il muso e il collo divampavano orribilmente."