Castelli Evitati: due storie di fantasmi in Lombardia e la canzone degli Evol...

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Là dove il ponte di San Giorgio divide il lago che attornia Mantova in due parti che prendono il nome di Mezzo e Inferiore, s'erge il castello dal quale, per lungo correr di secoli, i Gonzaga esercitarono il potere sui loro domini, e dove si svolsero in mezzo ai fasti e alle orge drammi che la storia rese eterni.
Io non starò qui a narrare né le bellezze artistiche di esso, né le nefandezze ivi esercitate, che troppo grave sarebbe il compito mio, mi limiterò a rammentare un fatto che dalla fantasia del popolino venne mutato in leggenda e sin a pochi anni orsono, raccontato con pauroso terrore.
Francesco Gonzaga, signore di Mantova, uomo di costumi corrotti, aveva condotto in moglie Agnese Visconti, figlia di Barnabò, che proditoriamente era stato ucciso da Gian Galeazzo, della stessa casa, allo scopo di impadronirsi del trono. Ella, vedendo che il marito aveva fatto lega con l'uccisore del padre, e indignata per i maltrattamenti che le faceva subire, si diede a un gentiluomo della Corte, un certo Antonio di Scandiano con il quale condusse la tresca sino a quando non venne denunciata dall'odio di una dama di compagnia al suo tiranno e fatta rinchiudere in carcere. Sottoposta a processo insieme all'amante, vennero condannati l'una alla pena del capo e l'altro a quella dell'impiccagione, pene che furono eseguite il 7 febbraio 1391 nell'orto vecchio del castello.
Ora si crede che nella notte della Vigilia di Natale, i due infelici così miseramente trucidati, sorgano dalle loro tombe avvolti nei bianchi sudari, e da porte opposte, con fiaccole accese in mano, vadano ad incontrarsi in una sala centrale del castello, dove si fermano in lungo e dolce amplesso a ricordare le avversità dei loro amori. 



Quando sta per scoccare la mezzanotte, ognuno ritorna per la parte donde era venuto, e gettando un grido che si spande per la valle insieme al canto dei gufi appollaiati sui tetti, rientrano nei loro avelli.
Il viandante che in quell'ora deve passare nelle vicinanze del castello, guarda sospettoso le brune muraglie e al più piccolo rumore allunga il passo e, rivolgendo una preghiera a Dio, invoca la pace per quelle anime tribolate.


La Mantide di Challant (il fantasma di Bianca)

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C'è nebbia. Lo scricchiolare dei tuoi passi sulla ghiaia è l'unico rumore che rompe la quiete della notte. Nei pressi del rivellino del Castello Sforzesco un urlo lancinante disintegra il silenzio. Accanto a te il corpo di una donna con indosso un elegante abito di broccato si accascia al suolo e la sua testa ti rotola tra le gambe. Si ferma proprio accanto ai tuoi piedi. Se riesci a guardare quella testa mozzata povresti accorgerti che si tratta di una donna di impareggiabile bellezza.
Bianca Maria Scappardone Visconti è solo una delle tante povere anime che nella notte dei morti è costretta a rivivere la sua tragedia fissata nell'eternità dei secoli.

Tanti hanno avuto la disgrazia di vedere il suo spettro senza testa aggirarsi nei pressi del Castello con ancora stretta al corpo l'anfora che contiene il sangue di Ardizzino Valperga, suo amante, fatto uccidere per ripicca.
Bianca Maria Scappardone non era né ricca né nobile. Era una delle tante figlie del popolo che vedeva i signori passare in carrozza e sognava un destino migliore. Ma Bianca aveva un'arma in più rispetto alle sue concittadine: una strabiliante bellezza. Questa, unita a un'assoluta mancanza di moralità, spinse la ragazza fino a dove nessuna altra donna poteva sperare di arrivare.
Il primo uomo ad aiutare Bianca nella sua scalata al successo fu il vecchio e inconsapevole Ermes Visconti. Soggiogato dalle doti ammaliatrici della bella popolana, Ermes la portò all'altare donandole un patrimonio immenso ma soprattutto un cognome, Visconti, che poteva aprire tutte le porte del mondo dorato della nobiltà.
I Visconti non erano più signori di Milano da molti anni, ma il nome della nobile famiglia era ancora tenuto in alta considerazione negli ambienti che contavano. Bianca cominciò subito a intessere i giusti rapporti per diventare una dama in vista della nobiltà milanese. Un aiuto insperato le arrivò dalla morte del vecchio Ermes, che la lasciò unica erede di tutto il patrimonio e libera di continuare ad accrescere la sua fama.
Come era consuetudine, Bianca osservò il periodo di lutto prescritto dall'etichetta per poi trovare un nuovo uomo da ammaliare e sposare: Renato di Challant. Bianca ora era anche contessa di Challant. Forte del nuovo titolo, abbandonato l'insulso marito per trasferirsi a Pavia dove divenne l'animatrice di salotti e di feste e dove presto fece una nuova conoscenza, Ardizzino Valperga, conte di Masino.
Forse il conte di Masino non era ricco e inserito come Bianca si aspettava, o forse era troppo furbo per cadere nella sua rete di seduttrice. Sta di fatto che in breve tempo la loro relazione si esaurì. Mentre la contessa era intenta a far capitolare un nuovo spasimante, Roberto Sanseverino, Ardizzino Valperga cominciò a pensare a propositi di vendetta nei confronti della giovane, rea di averlo usato e abbandonato.
Bianca teneva molto alla sua immagine pubblica e proprio lì il Valperga decise di colpire. Cominciò a mettere in giro maldicenze sul conto della contessa. Ardizzino era un uomo benvoluto e tenuto in alta considerazione. Pochi misero in dubbio le sue parole e Bianca si vide sbattere in faccia, una a una, tutte le porte dei nobili di Pavia. Unica carta che le restava da giocare era Sanseverino che continuava a venerarla come una Dea. Bianca ordinò al suo amante di uccidere Ardizzino Valperga per punirlo delle maldicenze.
Una volta tanto aveva fatto male i suoi conti. Roberto Sanseverino e Ardizzino Valperga erano ottimi amici. Il nuovo amante della Challant non impiegò molto a ritrovare la ragione perduta per quella donna e la abbandonò. 
Abbattuta e sola, Bianca non si perse d'animo. Tentò una mossa ancora più disperata: tornò con la coda tra le gambe da Valperga , si scusò e gli chiese in cambio la testa di Sanseverino. Ancora una volta la ragione e l'amicizia prevalsero sugli intenti della diabolica donna e Ardizzino decise di abbandonare la contessa al suo destino e di tornarsene a Milano con Sanseverino.
Bianca era furibonda. Era un'onta che andava lavata con il sangue.
Bianca si assicurò di scegliere don Pietro di Cardona, come fido aiutante. Totalmente ammaliato dalla bella contessa, non si fece ripetere due volte le sue volontà. Voleva il sangue di Valperga? L'avrebbe avuto.
In una notte di nebbia, Roberto di Cardona, aiutato da alcuni suoi fedelissimi, tese un agguato ad Ardizzino Valperga che stava rientrando nel suo castello. Per il conte e il fratello non ci furono speranze. I due uomini vennero trucidati. E Cardona, non contento, riempì un'anfora con il sangue dell'assassinato da portare in dono all'amante.
Fu Roberto Sanseverino a risolvere il caso. Insospettito dall'uccisione dell'amico, puntò un dito accusatore contro Bianca Maria e il suo nuovo amante. Pietro di Cardona cedette quasi subito ai violenti interrogatori e accusò la contessa di Challant come mandante dell'omicidio.
Era il 1526. Nel rivellino del Castello Sforzesco, davanti a centinaia di milanesi che avevano già ribatezzato Bianca "la Mantide di Challant", Bianca fu decapitata e la sua testa appesa nella chiesa di san Francesco a monito per tutte le donne di Milano. Chi era presente in quei giorni assicura che la donna, anche nell'inespressività della morte, aveva mantenuto intatta la sua stupefacente bellezza.

Per chi fosse curioso di conoscere quale fosse il volto della diabolica Mantide di Challant, ma non se la sentisse di compiere un giro di notte lungo il Castello Sforzesco e incontrare il fantasma, consigliamo una visita nella chiesa del Monastero Maggiore in corso Magenta. Qui nel 1530 Bernardino Luini affrescò la decapitazione di santa Caterina d'Alessandria. Secondo lo scrittore Matteo Bandello, Luini si ispirò al volto decapitato di Bianca, che aveva visto il giorno della sua morte.








E ovviamente, una delle più belle canzoni sui castelli, che siano mai state composte:




Uno dei testi più belli che siano mai stati scritti per una ballata. 

Leggete qui l'intervista: http://intervistemetal.blogspot.it/2014/01/evol-black-metal.html




 E questo è uno dei castelli più belli della Lombardia:





Ovviamente, in campo horror, non può mancare il precursore:




Vedi anche:  https://intervistemetal.blogspot.com/2020/01/castello-di-milano-le-foto-antiche-e-le.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/portici-cascine-castelli-e-parchi-nel.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/vacanze-nei-paesini-della-lombardia.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/case-in-rovina.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/poltergeist.html

Islanda: Paganesimo, Troll e Black Metal!


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 L'Islanda è letteralmente un paese in divenire: gli elementi naturali lavorano in armonia per alimentare il suo potente laboratorio vulcanico. I geyser spruzzano, le pozze di fango ribollono, i venti artici si insinuano tra i fiordi silenziosi, le torri di pietra si alzano dalle profondità blu del mare e i ghiacciai si fanno strada tra i campi di lava e una tundra impetuosa. 




"Regno mitico governato dagli elfi e dall'energia dell'Artico, l'Islanda è il luogo in cui il passato incontra il futuro in una sinfonia di vento, pietra, fuoco e ghiaccio" (Brandon Presser)


La Storia in breve


Geologicamente giovane, geograficamente indipendente e sconvolta da disastri naturali, l'Islanda si è formata 17 milioni di anni fa. Fu soltanto verso il 330 a.c quando il navigatore greco Pitea avvistò l'isola di Thule, che il resto d'Europa si accorse di questa terra.
I primi coloni temporanei della disabitata Islanda furono alcuni monaci irlandesi. Tra l'850 e il 930 altri coloni giunsero dalla Norvegia e dalla Svezia (il primo a sbarcare fu lo svedese Naddoddur), battezzando l'isola prima "Snaeland" (Terra delle Nevi) poi Garðarshòlmi ("Isola di Garðar") e infine Island ("Terra di Ghiaccio"). Nell'871 il vichingo norvegese Ingòlfur Arnarson salpa verso la costa sud-occidentale e si insedia in una baia accogliente, la futura Reykjavìk ("Baia fumosa"). è probabile che gli antichi scandinavi abbiano scoperto l'Islanda per caso, dopo essere stati spinti fuori rotta dal vento. Curiosamente, il norvegese Flòki Vilgerðarson si orientò grazie a uno stormo di corvi (l'insolito metodo di navigazione gli procurrò il soprannome di Hrafna-Flòki, "Flòki dei corvi"). Fu scelta Reykjavìk come sede ufficiale proprio basandosi su un rituale pagano, secondo il quale i coloni vichinghi, giunti in vista della terra, dovevano gettare in mare le colonne del loro trono ligneo, simbolo dell'autorità e parte del patrimonio personale del condottiero scandinavo. Gli Dei avrebbero sospinto le colonne sul tratto di litorale più adatto alla fondazione di un nuovo insediamento.
Purtroppo, l'Islanda si convertì al cristianesimo nell'anno 1000, ma le antiche usanze Pagane sopravvissero a lungo. Da lì in poi per l'Islanda iniziarono periodi di miseria, invasioni, razzie, persino rapimenti (da parte di danesi, pirati magrebini ecc.) e anche la caccia alle streghe (anche se colpì più gli uomini, che non le donne: dalla cronache che testimoniano 130 casi sappiamo che solo il 10% delle donne venne perseguitato).


La religione Pagana


La religione praticata in Islanda era l'Asatrù, che significa "Fede negli AEsirö" (le antiche Divinità Pagane). òðinn, Þòr (Thor) e Freyr erano le maggiori Divinità venerate in tutta la Scandinavia: òðinn, il Dio della guerra e della poesia, era una presenza forte e intimidatoria. L'Islanda era più devota a Þòr (moltissimi islandesi portano ancora nomi come  Þòrir, Þòrdis, Þòra), Dio che controllava tuoni, venti, tempeste e calamità naturali. Freyr e la sorella Freya rappresentano la fertilità e la sessualità. Freyr portava la primavera, con tutte le implicazioni romantiche del caso, al mondo umano e animale, ed era incaricato dalla perpetuazione della specie.




Gli Islandesi si convertirono pacificamente al cristianesimo ma gli antichi Dei sono tornati in auge presso i seguaci della moderna religione àsatrù. Il contadino, poeta e sommo sacerdote Sveinbjörn Beinteinsson era riuscito a far riconoscere dal governo islandese la legittimità dell'associazione religiosa  ìslenska àsatrùarfélagið già nel 1973.
I due riti principali dell'àsatrù sono il Blòt (sacrificio) e il Sumbl (brindisi, libagione). Al giorno d'oggi i "sacrifici" che hanno luogo durante i solstizi d'estate e d'inverno sono bevute collettive di idromele, birra, sidro

Il Sumbl è un brindisi ritualizzato suddiviso in 3 parti: la prima è dedicata al Dio òðinn (è saggio versare anche alcune gocce per Loki, il lestofante, per prevenire brutte sorprese); il secondo giro è per gli antenati e per i morti onorevoli; il terzo per qualsiasi persona si desideri onorare.

La Letteratura


Curiosamente l'Islanda potrà sembrare distante e brulla, ma la Letteratura islandese è stata fiorente fin dal XIII secolo, con alcune saghe come la saga di Egill, la saga di Ragnarr, la saga di Oddr l'Arciere e la saga di Hrafnkell. In Italia è uscita una raccolta di racconti magici islandesi (1988). Peccato che non l'ho mai visto nelle biblioteche, come libro!
Curiosamente, l'Islandese è rimasta immutata come lingua: vuol dire che un islandese sa leggere e comprendere il norreno di ben 800 anni fa! Le saghe più amate risalgono proprio all'età buia della dominazione norvegese e danese, quindi questi racconti formarono l'identità nazionale del popolo islandese.
Molto amata anche la poesia tipica, detta scaldica, da "Skàld", che presenta notevoli forme espressive, dette "Kenningar": il sangue, per esempio, era chiamato "rugiada dalla ferita". Anche qui, sembra che in Italia sia uscito nel 1984 un volume dedicato alla poesia islandese ("Gli scaldi: poesia cortese di epoca vichinga") oltre all'Edda.
Il motto degli islandesi è: "Meglio scalzi che senza libri"  ("Betra er berfaettum en bòkarlausum að vera")

 
Approfondimento tratto da Phyllis Curott



 Ancora più a nord, le donne erano grandi Sciamane. In Islanda, la Sacerdotessa era chiamata Spakona, dalla parola "spa" che significava "profetizzare". Compiva riti, conosceva le canzoni sacre e sedeva su una piattaforma sollevata che simboleggiava la sua capacità di vedere oltre la realtà. Si diceva che Odino stesso consultasse una veggente per conoscere il suo destino.

L'Islanda, allegoria della Patria


 

I Troll di Grìmsey


Secondo una leggenda locale, l'isola di Grìmsey fu creata da alcuni troll malvagi, ora pietrificati nei faraglioni rocciosi di Drangsnes.




Nota di Lunaria: queste strane rocce  che vengono credute dei troll pietrificati sono bellissime e suggestive!






Con l'intento di tagliare via i Fiordi Occidentali dal resto dell'Islanda, i troll decisero di scavare un fossato attraverso la penisola nel corso della notte. Sfortunatamente per loro, erano talmente impegnati nell'impresa da non accorgersi del sorgere del sole; così non appena i primi raggi apparvero all'orizzonte, i due troll che erano al lavoro all'estremità occidentale del fossato si trasformarono nelle pietre di Kollafjörður. 






La troll femmina che si trovava all'estremità orientale del fossato era quasi riuscita a mettersi in salvo, ma apprestandosi a fuggire si era resa conto di aver lasciato la sua mucca sull'isoletta di Grìmsey, appena creata dalla terra smossa dal fossato: non fece in tempo a tornare a riprendersela che rimase pietrificata in quella posizione, con lo sguardo per sempre rivolto verso la bestia perduta.



Roccia lavica: secondo le leggende popolari molti cumuli di sassi e le formazioni laviche più strane sarebbero in realtà troll che, sorpresi dalla luce dell'alba, si sono trasformati per sempre in pietre. Non penso neanche che sia da escludere una primitiva litolatria comune a tanti altri popoli...

I "pantaloni del morto"


Di tutti i bizzarri reperti in mostra al Museo Islandese della Magia e della Stregoneria, forse il più raccapricciante è la riproduzione in plastica dei leggendari "Nàbròkar", pantaloni fatti con la pelle delle gambe e dell'inguine di un morto. Si riteneva che, una volta indossati, questi pantaloni producessero magicamente del denaro se il "donatore" avesse stipulato un onesto accordo verbale consentendo di essere spellato dopo la morte. Una volta morto e sepolto, il cadavere del donatore doveva essere trafugato nel cuore della notte e nello scroto del morto si dovevano inserire una runa magica e una moneta rubata a una povera vedova. I "pantaloni del morto" portavano una ricchezza incalcolabile a chi li avesse indossati: ogni volta che si aveva bisogno di denaro, bastava infilare la mano nello scroto e... voilà! C'era un inghippo però: chi moriva indossando i pantaloni stregati si sarebbe dannato l'anima, condannata a vagare sulla terra senza meta fino alla fine dei tempi.

Il Piccolo Popolo


Molti Islandesi credono che il loro paese sia popolato da genìe occulte di piccole creature come "Jarðvergar" (gnomi)



 "àlfar" (elfi), "Ljòsàlfar" (fate),  "Dvergar" (nani), "Ljùflingar" (folletti), "Tìvar" (spiriti montani), "Englar" (angeli) e "Huldufòlk" ("Popolo nascosto"); quasi tutti i giardini islandesi ospitano piccole casupole di legno chiamate "àlfhòl" ("Case degli Elfi"). Si ritiene che Hafnarfjörður si trovi alla confluenza di alcune potenti linee di energie mistica e che per tale ragione sia popolata da un numero particolarmente elevato di queste creature misteriose. Hafnarfjörður, la "Città della lava" sorge su una colata lavica risalente a 7000 anni fa e secondo la gente del posto celerebbe un universo elfico parallelo. 
Come in Irlanda, circolano molte storie su come durante i lavori di costruzione di una strada che passava per una collina abitata dall'Huldufòlk il tempo sia improvvisamente peggiorato, i macchinari si siano misteriosamente guastati, gli operai si siano ammalati. Nel 2011 i lavori per lo scavo del tunnel di Bolungarvik sono stati minati da una situazione simile.
I fantasmi islandesi non sono le ombre evanescenti di cui si narra nel resto dell'Europa, sono piuttosto stranamente "concreti": per esempio "ìrafell-Mòri" ("Mòri" e "Skotta" indicano rispettivamente i fantasmi maschili e femminili) ha bisogno di cenare ogni sera;



uno degli spiriti più famosi del paese, Sel-Mòri, trovandosi per caso su un'imbarcazione ha sofferto il mal di mare. I fantasmi islandesi invecchiano: una tristissima Skotta sosteneva di essere talmente decrepita da doversi trascinare sulle ginocchia. 

Cucina


ehm... temo che i piatti tipicamente islandesi non siano di nostro gradimento... mangiare teste di pecore (occhi inclusi), testicoli di montone conservati in siero di latte e carne quasi putrescente di squalo groenlandese (che viene seppellita pure sottoterra per sei mesi, da tanto è immangiabile e indigeribile prima!) non credo ispiri nessuno di noi... la cucina islandese si basa moltissimo su avanzi e frattaglie proprio perché per secoli sono stati esposti a continue carestie e periodi di miseria.

 

Per quanto riguarda la musica, sono universalmente noti Björk e i Sigur Ròs, ma io ho scoperto anche queste due band, 




che usano l'islandese (lingua dura e spigolosa, rimasta praticamente immutata da  800 anni!) nei testi



che titoli, eh? se riuscite a pronunciarli vi meritate una medaglia in glottologia xD

Il genere di riferimento, per entrambi, è il Black Metal di matrice finnica, soprattutto, e qualche spruzzo di velocità svedese. Nulla di trascendentale, personale o geniale, ma ci accontentiamo e applaudiamo all'idea di usare l'islandese al posto del solito inglese.



Misþyrming




Naðra

Meno nota come cosa, e che vi sorprenderà, è che in Islanda il Country va fortissimo! xD

Altre band islandesi di Black Metal sono:


 Fortíð





Niðafjöll (autore di un Black Metal melodico)





e Váboði






I significati dei colori e la musica metal, grunge e gothic



Vi siete mai chiesti cosa simboleggiano i colori, che praticamente usiamo tutti i giorni? Ecco qui una guida utile, a cui aggiungo un'immagine di una band che per un qualche motivo, ha usato un colore ben specifico! Effettivamente, devo dire che alcuni di questi significati si adattano bene al contesto con cui tali band li hanno usati.
Il nero (che ha una simbologia parecchio estesa) lo tratterò per ultimo.



Nota bene: delle singole band metto i miei pezzi preferiti. Il che significa che sono pezzi anche moooooolto vecchi e probabilmente risalenti all'età della pietra. Non aspettatevi dei singoli nuovi fiammanti, insomma :P

Info tratte da




L'aura è il corpo etereo, matrice del nostro corpo fisico che riceve ed assimila l'energia dei colori attraverso i chakra siti all'interno dell'aura e punti chiave da cui viene elaborata l'energia cosmica. Ogni colore è associato ad un diverso livello del nostro essere.



Rosso: spirito della vita
Arancione: spirito della salute e purezza
Giallo: spirito della conoscenza e della saggezza
Verde: spirito dell'evoluzione
Blu: spirito della verità
Indaco: lo spirito del potere basato sulla conoscenza
Viola: lo spirito del sacrificio e degli alti ideali 




I colori entrano in relazione con noi anche attraverso i raggi colorati (cromoterapia) assorbiti dalla nostra pelle. Essi possono essere emessi anche dal nostro pensiero.
 

I COLORI DECISI: rafforzano la mente, potenziando le idee. Danno calore ed energia sul piano fisico.
 

I COLORI CHIARI: potenziano energeticamente la propria aura e riflettono la luce del sole.
Il suono non è altro che un colore intensificato!
 

Note alte: colori chiari (SOL - LA - SI)
Note basse: colori scuri (DO - RE - MI)
 

I ritmi veloci sono associati al rosso; quelli lenti al blu.


MARRONE: è il colore della Madre Terra, delle cose materiali. Esprime senso pratico e organizzazione. Ha anche il significato di rinuncia e penitenza.


Dark Sanctuary: https://www.youtube.com/watch?v=HbzvJy7TInM


Nirvana: https://www.youtube.com/watch?v=3rS6mZUo3fg

GRIGIO: associato all'abnegazione, alla paura. Associato ad altri colori, ne attenua il significato. è il colore del lutto, della depressione, delle ceneri, della penitenza, della tribolazione, della morte del corpo. 



Sopor Aeternus: https://www.youtube.com/watch?v=IER0WL65VFA


GIALLO: migliora l'intelletto, le capacità logiche.
Al positivo: con il bianco = mente lucida. Giallo acceso è il colore dell'intelletto, giallo oro della saggezza. è il colore della luce del sole, dell'intelletto.
Al negativo: presunzione, egoismo.
Il giallo ha in sé l'arancione della creatività e il verde dell'equilibrio.





Nightwish: https://www.youtube.com/watch?v=Z4A5HwMOfW8


ARANCIONE: vitalità, movimento, attività fisica. è il colore della danza, della famma, del fuoco, della lussuria.
Al positivo: fiducia in sé, indipendenza. Libera dai condizionamenti del passato e dalle paure.
Al negativo: troppa fiducia, esibizionismo.
Sfumature albicocca/pesca = creatività nel dipingere.
Sfumature scure = tendenze autodistruttive, bisogno degli altri.
Salmone = attività sociali.
L'arancione ha in sé il raggio rosso dell'amore e il raggio giallo della conoscenza e della saggezza.



Xandria: https://www.youtube.com/watch?v=azEYUncK1C8
https://www.youtube.com/watch?v=9QNQvYv7NT4 

Tiamat: https://www.youtube.com/watch?v=iB9YYC-8jwY
https://www.youtube.com/watch?v=rfM8YSOsnaE 


ROSSO: senso di attaccamento alla terra, superamento di pensieri e preoccupazioni. è simbolo della vita, volontà e successo, amore. Rappresenta anche il sole e tutti gli Dei della guerra, il fuoco, la fenice, il principio maschile, il sangue e la sete di sangue; può anche essere il colore dell'inferno e della calamità, del martirio e della crudeltà.
Al positivo: calore, desiderio di emozioni da manifestare liberamente.
Al negativo: violenza, crudeltà.
Sfumature rosa: affetto; allontana la rabbia.
Rosa dorato: guarigione miracolosa.





Gallhammer: https://www.youtube.com/watch?v=H8_1f3BV7_g
Fallen Christ: https://www.youtube.com/watch?v=Z6aURimODI0
 


VIOLA: è il colore che ha la maggiore frequenza vibratoria, formato dalla fusione del rosso e del blu: è la trasformazione dei desideri terreni in più alti ideali. Apporta molto potere e senso di sacrificio. è il colore dell'intelligenza, della penitenza e del dolore. Il lavanda è il colore dell'aspirazione spirituale; l'ametista accresce l'energia.  Il colore complementare del viola è il giallo. Il viola per il potere, il giallo per la saggezza. Tonalità troppo scure rimandano all'egoismo.


Theatry of Tragedy: https://www.youtube.com/watch?v=4O8lZ_5ZIP8
Faith and the Muse: https://www.youtube.com/watch?v=DJ64BIS3ooc

 
INDACO/BLU: è il raggio dell'Era dell'Acquario. è un blu molto intenso, purificatore: accresce la comprensione, la vera rivelazione di realtà e causa, è il colore dell'anima, la Verità, la saggezza, la fedeltà; è il colore delle grandi profondità, il principio femminile delle acque. Porta pace e serenità. Ha un effetto rilassante.
Al negativo: malinconia.
Sfumature celeste: purezza, protezione
Sfumature scure: ipocrisia, presunzione.



Him: https://www.youtube.com/watch?v=vwK_cCmRksc
Nightwish:  https://www.youtube.com/watch?v=NtEAh5xPvHU



VERDE: è il colore predominante sulla Terra. Porta benessere e speranza. è regolatore e stabilizzante, ma è ambivalente è può rappresentare non solo il verde primaverile ma anche il verde livido della morte. è un colore mistico; rappresenta Venere e Mercurio, coppia di amanti; il verde acerbo rappresenta l'inesperienza e la follia. è anche il colore delle fate. In Alchimia, è il Leone Verde. Nel Buddhismo, il verde pallido rappresenta la morte, un cadavere e tutto quanto riguarda la morte.
Al negativo: incomprensione degli eventi. Genera falsità.
Il verde e il blu formano il turchese: colore calmante e rinfrescante.



Trouble: https://www.youtube.com/watch?v=c2nJK_6idQM
Type O Negative: https://www.youtube.com/watch?v=vFwYJYl5GUQ
https://www.youtube.com/watch?v=3sMALbhJU6M 
 
BIANCO: l'indifferenziato, perfezione trascendente; innocenza, illuminazione, purezza, semplicità, santità, redenzione, il trionfo dello spirito sulla carne. In Oriente è il colore del lutto, ed è associato sia alla vita, sia all'amore, sia alla morte, sia alla sepoltura. 

Una donna vestita di bianco porta i connotati di amore-vita-morte; il bianco col rosso simboleggia la morte; per gli Egiziani, il bianco col verde simboleggiava la gioia. In Alchimia, la Femina Alba, il Giglio Bianco, è la Donna, il principio femminile, la luna, l'argento, il mercurio, la purezza della luce, la Tara Bianca, la più alta trasformazione spirituale nella femminilità, "colei che fa uscire dall'oscurità della schiavitù".

ll bianco, nella sua valenza di "purezza della luce" https://www.youtube.com/watch?v=5anLPw0Efmo
(canzone che io non ho mai sopportato :P)


e nel suo simbolismo di "colore del lutto", in questa foto dei Black Palace Symphony
https://www.youtube.com/watch?v=tvTZXkPBPMY



Tra l'altro, una delle Dee più temute, nel pantheon indù, è proprio vestita di bianco:



e il bianco di Dhumavati, è il bianco del sudario.

NERO: non è un colore vero e proprio, è la mescolanza di altri colori. Rappresenta il potere, l'occulto, la sensualità, l'Oscurità primordiale, il Vuoto, il male, le tenebre, la vergogna, la disperazione, la distruzione, la corruzione. Rappresenta anche il Tempo ed è associato all'aspetto oscuro della Grande Madre (Kali). è anche il colore di Crono/Saturno
Al positivo: raffigura la luce che non si è ancora manifestata, le tenebre... ma prima del giorno.
Al negativo: depressione, disperazione.
In natura: nulla muore, tutto si trasforma.




Darkthrone: https://www.youtube.com/watch?v=4iaj2w7Bp58



Approfondimento sul Nero


Colore che spesso ha assunto il valore simbolico dell'assoluto. Posto in naturale relazione col bianco, inteso come il suo opposto, il nero è, per la psicologia del profondo, il colore che esprime la completa assenza di coscienza, l'affondare nell'oscurità, nel lutto, nel buio. In Europa ha di solito un significato negativo: l'uomo nero, la casa buia, il serpente oscuro, tutti elementi cupi che esprimono l'assenza di speranze. Alle divinità ctonie venivano di solito offerti animali nerissimi e, analogamente, in età moderna al Diavolo e ai demoni veniva offerto in sacrificio un gallo nero o un caprone del medesimo colore. Il Diavolo stesso è più spesso nero che non rosso.

Lo spazzacamino, per il suo aspetto, è a prima vista interpretato come una figura sospetta e diabolica, ma, nel più complesso capovolgimento di senso, finisce anche per acquistare il valore simbolico di un portafortuna. Nel Medioevo gli uomini di pelle scura venivano visti con grande sospetto, ma successivamente, anche in conseguenza dell'attenuarsi del pregiudizio contro l'Africa e i suoi abitanti, uno dei Re Magi (Baldassarre) venne raffigurato con la pelle nera.

Il nero è stato anche inteso come simbolo della negazione della vanità terrena e dello sfarzo e anche per questo motivo il sacerdote indossa una cotta nera; il nero del lutto e della penitenza è contemporaneamente la promessa di una futura resurrezione, nel corso del quale si trasforma prima in grigio e poi in bianco. Nell'Alchimia Nigredo è il nome della Pietra Filosofale in grado di trasformare la materia primordiale, il presupposto della futura ascesa spirituale. 






Il nero è anche il colore di molte divinità terrifiche (Mahakala, la Grande Nera, Kali)



Nell'iconografia tradizionale dell'antica Cina il nero è legato all'elemento dell'acqua e del Nord. L'imperatore Shih Huang-ti, la cui ascesa segnò il crollo della dinastia Chou (simboleggiata dal colore rosso), scelse il nero (colore dell'onore e della morte) come propria tinta simbolica perché l'Acqua spegne il Fuoco.
Una figura di donna nera è anche Sarah (Sarah-la-Kali), patrona protettrice degli zingari, 



venerata nella Francia meridionale a Les Saintes Maries de la Mer, dove si narra che giunse la triade delle Marie partite dalla Terra Santa (Maria Giaconea, sorella della madre di cristo, Maria Salomè e Maria Magdalena); anche la Sarah Nera, la cui festa cade il 24 maggio, è riconducibile al culto arcaico delle madonne nere.

Nota di Lunaria: in realtà Sara la Kali non è una santa, bensì un'antica Dea dei gitani cristianizzata. 

Per approfondimenti vedi questo pdf: http://digilander.libero.it/zingaridisicilia/santamendicante.pdf


IL CRISTIANESIMO E LE MADONNE NERE

Ovviamente, il cattolicesimo copia in pieno la simbologia della Grande Madre Nera:




 questa oscenità cattolica copia, in pieno, Artemide:



e tutta la simbologia della Madre Ctonia, ancora diffusa nell'Induismo: