Sud e Magia


La bassa magia cerimoniale che ancora sopravvive nel Sud, le accentuazioni magiche del cattolicesimo meridionale, la funzione egemonica dei Porta, dei Bruno, dei Campanella nella elaborazione della magia naturale della Rinascenza e d'altra parte la non partecipazione dell'illuminismo napoletano alla polemica esplicita e impegnata contro i tratti magici e ritualistici della religione confessionale, e la elaborazione dell'ideologia della jettatura da parte di alcuni illuministi napoletani alla fine del '700 stanno fra di loro in un rapporto storico e definito [...] La magia del Sud non è soltanto costituita dai relitti di arcaici rituali che cadono in desuetudine ogni giorno che passa ma anche, come si è detto, dalla particolare accentuazione magica del cattolicesimo meridionale (*)
Nel nostro caso l'immediato collegarsi della rozza magia lucana con i vari momenti critici dell'esistenza, e il suo inserirsi a livello più basso in una serie di gradi e di raccordi che mette capo al culto cattolico, costituiscono una preziosa opportunità per studiare in concreto la dinamica magico-religiosa di una società determinata.


(*) Nota di Lunaria: che ovviamente non è il cattolicesimo teologicamente lecito, ma piuttosto il sentire "popolare" del cattolicesimo.

Il materiale documentario relativo alle sopravvivenze lucane delle forme più rozze di bassa magia cerimoniale è stato direttamente raccolto dall'autore nel corso di una serie di esplorazioni etnografiche condotte da 1950 al 1957.


Magia Lucana: la Fascinazione

Il tema fondamentale della bassa magia cerimoniale lucana è la fascinazione (in dialetto: fascinatura o affascino). Con questo termine si indica una condizione psichica di impedimento e di inibizione, e al tempo stesso un senso di dominazione, un essere agito da una forza altrettanto potente quanto occulta, che lascia senza margine l'autonomia della persona, la sua capacità di decisione e di scelta. Col termine affascino si designa anche la forza ostile che circola nell'aria e che si insidia inibendo o costringendo. L'immagine del legamento, e del fascinato come "legato", si riflette nel termine sinonimo di "attaccatura" talora impiegato per designare la fascinazione: in particolare "l'attaccatura di sangue" è un legame rappresentato simbolicamente come sangue che non fluisce liberamente nelle vene. Cefalgia, sonnolenza, spossatezza, rilassamento, ipocondria accompagnano spesso la fascinazione: ma l'esperienza di una forza indomabile e funesta resta il tratto caratteristico. La fascinazione comporta un agente fascinatore e una vittima e quando l'agente è configurato in forma umana, la fascinazione si determina come malocchio, cioè come influenza maligna che procede dallo sguardo invidioso (onde il malocchio è anche chiamato invidia) con varie sfumature che vanno dall'influenza  più o meno involontaria alla fattura deliberatamente ordita con un cerimoniale definito e che può essere - ed è allora particolarmente temibile - fattura a morte.
Il trattamento della fascinatura (o affascino o attaccamento o malocchio o invidia o fattura) si fonda sull'esecuzione di un particolare cerimoniale da parte di operatori magici specializzati. A Gròttole la donna che è afflitta da malditesta di sospetta natura magica può, in dati casi, operare da sé: verserà una goccia d'olio in un recipiente d'acqua e osserverà se l'olio si spande o meno: se si spande si tratta di fascinatura, se non si spande è un comune mal di testa. Se la fascinatura è accertata, la donna si preoccuperà di gettare l'acqua per la strada, proprio davanti a persona che si trovi a passare, nella persuasione che il passante calpestando il bagnato prenda su di sé la fascinatura e ne liberi la vittima. In genere per mal di testa sospetti ci si reca dalla rimediante: e anche qui valgono particolari "segni per decidere" la magicità o meno dello stato morboso. La rimediante comincia col tracciare col pollice un piccolo segno della croce sulla fronte della paziente, e quindi recita la seguente formula:
"Padre, figlio e spirito santo, fascinatura va' da là via, va' da affascinare N.N ca è carne battezzata. Padre, figlio e spirito santo, fascinatura non sci più nante"
(Padre, figlio e spirito santo, fascinazione va via di là, non affascinare N.N. che è carne battezzata. Padre, figlio e spirito santo, fascinazione non andare più avanti)
La fattucchiera si immerge nel corso della recitazione in una condizione psichica oniroide controllata, e in tale condizione si immedesima nello stato di fascinazione del cliente e lo patisce: il prodursi dello stato oniroide fa sbadigliare la fattucchiera, la immedesimazione e il patire le fanno versare lacrime: quando la fattucchiera non sbadiglia e non lacrima significa che essa non è stata resa sensibile da nessuna fascinazione in atto e che quindi il cliente non è fascinato, il suo malditesta dipende da altro. Lo sbadigliare e il lacrimare della fattucchiera sono pertanto assunti come "segni" di fascinazione. A Colobraro si ammette però che la fattucchiera possa non sbadigliare e non versare lacrime anche perché il fascinatore è più potente di lei e quindi le impedisce la sua esplorazione magica.


Nota di Lunaria: curiosamente, i cacciatori di streghe e gli inquisitori ritenevano che le streghe non piangessero e che avessero alcuni punti del corpo insensibili al dolore: è il famoso "sigillum diaboli", ovvero una parte del corpo, toccata dal Diavolo al momento dell'iniziazione diabolica, che è stata resa invulnerabile al dolore.
Nel Malleus si trovano interessanti disgressioni su "stregonerie cucite sulla pelle", sui peli usati come amuleti e su come sia necessario rasare le donne da testa a piedi:






Eh sì, il Malleus Maleficarum... l'amore cristiano al suo apice! 



A Colobraro la fattucchiera, chiamata per la circostanza, va a prendere in silenzio dalla dispensa nove pizzichi di sale e tre tizzoni accesi dal focolare, versa tutto in un bacile colmo d'acqua, immerge la mano sinistra nell'acqua e opera quindi sulla fronte della paziente dei messaggi a forma di croce, pronunziando lo scongiuro.




Alcune formule contro la fascinatura hanno un'altra struttura: nella prima parte si indicano i tre mezzi attraverso cui la fascinatura è stata esercitata: l'occhio (e quindi lo sguardo), la mente (il pensiero malevolo), la mala volontà (l'intenzione invidiosa); nella seconda parte a queste tre forze nemiche si contrappone la potenza magica della Trinità, col compito di "sfascinare" la vittima. Tipica è la seguenze lezione di Viggiano:
"Chi t'ave affascinate? L'uocchie, la mente e la mala volontà. Chi t'adda sfascinà? Lu Padre, lu figlio, e lu spirito santo"
(Chi ti ha fascinato? L'occhio, il pensiero e la cattiva volontà. Chi ti deve togliere il fascino? Il Padre, il figlio e lo spirito santo)


Nota di Lunaria: un film famoso che trattava il tema della stregoneria meridionale è "Non si sevizia un paperino" di Lucio Fulci



In questo film, alcuni abitanti del villaggio di Accendura (Basilicata) trucidano una povera donna, la "maciara" (la strega), ritenuta colpevole di una serie di omicidi di bambini. Fa niente che a fine film si scopri che il vero omicida è una persona cattolicissima... e il movente che ha scatenato gli omicidi sia altrettanto cattolico... 

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C.P., contadina di Roccanova, ci ha reso la seguente narrazione: una sera del 1915 non riusciva a prendere sonno. Il marito era in guerra, ed essa ora pativa la miseria, con due figli piccoli. Ebbe l'idea di alzarsi e di fare qualche servizio per ingannare la smania e la fame. Prese la brocca e si recò alla fontana ad attingere l'acqua. Era notte alta. Passando vicino a un cimitero scorse una figura vestita di bianco che le veniva incontro, e che riconobbe per la madre morta. Non provò paura, le sembrò quasi di sognare. La figura in bianco le si mise accanto e la accompagnò sino alla fontana in silenzio. Sulla via del ritorno verso casa, ecco un'altra figura in bianco: era Vincenzo Cervino, un contadino morto da poco. Le raccomandò di portare sue notizie alla moglie, che era ancora viva e abitava al paese. In compagnia delle due figure, C.P. continuò il cammino verso casa ma ad un crocevia gli spettri si dileguarono nella notte.
Esperienze del genere sono frequenti fra le contadine lucane. "Sono cose che accadono a noi contadine", ci disse una volta con rassegnazione un'informatrice di Roccanova. Ciò che è caratteristico di tali esperienze è il loro insorgere in un momento di stanchezza fisica o di prostrazione per scarsezza di cibo (Nota di Lunaria: infatti gli sciamani digiunano prima dei "viaggi"...)
M.T., di anni 70, contadina di Roccanova, una volta mentre era in campagna all'alba, vide un serpe che attraversava la strada. Lo uccise e lo appese ad un albero. La sera, dopo una giornata di lavoro nei campi sulla via del ritorno ripassò per lo stesso posto: il serpe era sempre appeso all'albero. Come colta da un presentimento, decise di seppellire il serpe e si avvicinò all'albero per farlo. Ma proprio mentre stendeva le mani, il serpe drizzò il capo e disse: "Non sei contenta di avermi ammazzato, vuoi farmi ancora del male sotterrandomi?" Da queste parole, M.T. capì che il serpe era l'anima di un morto.
Un'allucinazione ricorrente nei villaggi lucani è la "Messa dei morti".
A.T., di anni 80, contadina di Rotondella, una notte, mentre si recava in campagna, passò dopo alcune ore di cammino davanti alla chiesa di un convento. La porta della chiesa era aperta e l'interno illuminato. Appena entrata si rese subito conto di trovarsi alla messa dei morti e scappò via. Un'altra contadina fu avvertita così: "Vattene, non è posto per te, se non te ne vai, ci rimarrai."
Sembra che in particolare si assista a questa messa dei morti quando ci si reca di notte ad attingere l'acqua dalla fontana.

Nota di Lunaria: comunque, storie di fantasmi sono diffuse anche al Nord. Per esempio, a Varazze, Liguria, ricordo un posto "infestato", per la precisione, il giardino nel retro di un hotel; ad Agra, in Lombardia, spesso i santuari sono sfregiati e anche lì ricordo che la gente evitava alcuni posti (ero molto piccola, ero andata in vacanza con la mia famiglia, ma ricordo che la gente ci dissuadeva dall'andare in questo o quel luogo, quando chiedavamo informazioni) Ricordo soprattutto un albergo in rovina, forse ora demolito, che mi mise i brividi, per quanto fossi piccola, lo ricordo ancora. Nella mia zona, almeno fino agli anni '50 o '60, si credeva a una "Gamba Rossa" che infestava i tetti delle case e dei soffitti, e tormentava le persone malvage o i bambini che avessero fatto i capricci. In dialetto, le streghe erano chiamate "scalfirie" e ricordo che i miei genitori mi raccontarono che da piccoli dovevano stare alla larga da alcune cascine, "infestate dalle streghe" che ora non esistono più.


Purtroppo non so se uno studio specialistico, sul folklore spettrale del Nord, esista... qui comunque trovate un approfondimento sui fantasmi d'Italia: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/infestazioni.html

e sulle fate: https://intervistemetal.blogspot.com/2017/12/le-fate-malvage-nel-folklore.html

Band consigliate: La Pietra Lunare & Inchiuvatu





Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2015/11/la-janara.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2016/02/frentrum.html

Approfondimento su Verga: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/giovanni-verga-1-i-romanzi-e-vita-dei.html



Sulla Sicilia: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/sicilia-storia-curiosita-letteratura.html

Sulla Basilicata: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/basilicata-origini-pagane-e-curiosita.html


Sulla Calabria: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/calabria-le-origini-pagane.html