Nemesi e la Carta della Giustizia




Nemesi è la personificazione dell'aiuto che interviene in favore di chi abbia subito un'ingiustizia (il termine greco significa letteralmente "collera"); è al tempo stesso la vendetta che punisce in modo implacabile chi si sia macchiato di delitti contro la comunità. Nemesi è rappresentata di solito con un metro, una bilancia e una spada.
Ma Nemesi è anche la potenza incaricata di abbattere ogni "dismisura", per esempio l'eccesso di felicità in un mortale oppure l'orgoglio di un re: in generale il suo compito è quello di riequilibrare il destino di coloro che hanno subito una sorte immeritata.
Il mito greco vede in lei la figlia della Notte (Nyx).
Si narra anche che Zeus se ne innamorò e che ella, attraverso varie metamorfosi, riuscì a sottrarsi alle brame del Dio, che, essendosi lei tramutata in oca, la possedette dopo essersi tramutato in cigno. Secondo un'altra versione del mito, Zeus, sempre sotto le sembianze di un cigno, sfuggì ad un'aquila trovando protezione nel grembo di Nemesi, e ciò ebbe come conseguenza la produzione di un uovo covato da Leda (regina di Sparta) dal quale nacque poi la bella Elena, il cui ratto causò, com'è noto, la guerra di Troia. Il cigno e l'aquila vennero poi trasformati da Zeus in costellazioni. Piccoli altari dedicati al culto di Nemesi erano spesso collocati nelle vicinanze delle entrate alle arene romane: qui i gladiatori offrivano sacrifici. In alcune raffigurazioni antiche Nemesi viene rappresentata con le ali.


Nota di Lunaria: la carta della Giustizia, nei Tarocchi, è proprio rappresentata da una figura femminile:



L'ottava carta (VIII) è La Giustizia.

Vediamo una figura femminile incoronata, che siede su un trono, guardandoci fissamente; il volto è distaccato, segno che in lei non vi sono passioni o turbamenti. In una mano tiene la bilancia (con il quale pesa il valore delle azioni dell'uomo), nell'altra, la spada a doppio taglio (punisce e ristabilisce l'ordine). Questa carta unisce il castigo (spada) alla ricompensa (i piatti della bilancia).
Notiamo che il trono è formato da due colonne-pilastri (uno è coperto dalla lama della spada), simbolo delle forze negative e positive. Le colonne erano già apparse in altri Tarocchi: il Carro e il Papa. Hanno un significato anche massonico, o legato al Tempio di Salomone. Ma la spada non si limita solo a punire, serve anche a dividere, a discernere il giusto dall'ingiusto, a penetrare acutamente nel bene o nel male una situazione. Nel Tarocco di Papus, d'ambientazione egizia, non si vede lo schienale del trono, ma solo due altissime colonne. Nel Tarocco di Rider-Waite ci sono le colonne, e un drappo al posto delle schienale del trono.

Significato Divinatorio: ragionevolezza, giustizia, equilibrio, imparzialità. Armonia, equità, onore, virtù. Rettitudine, giusta ricompensa. L'esito, sia favorevole che sfavorevole, sarà comunque giusto. Può rappresentare anche la verginità.
Se la carta capita capovolta (da valutare con quelle che vengono dopo, dritte o capovolte): pregiudizio, false accuse, severità nel giudizio, scorrettezza, abuso, ingratitudine, ingiustizia. 
In alcune versioni di Tarocchi, si può osservare che l'intera carta è strutturata in modo asimmetrico: la collana della Giustizia sale più verso la destra; i piatti non sono perfettamente allineati; una delle colonne del trono ha la sfera, l'altra no; la spada non è perfettamente parallela alla colonna. In realtà, si potrebbe pensare che la Giustizia muova i piatti della bilancia non con la mano, ma col ginocchio. A livello di colori, la spada, sulla lama è azzurra, (un colore spirituale, ricettivo, simbolo del Verbo); l'impugnatura è rossa. Sotto il gomito, ha una macchia viola: la saggezza (il viola è anche il colore dello spirito, della meditazione). Il manto è foderato di ermellino: un simbolo di regalità. Sulla fronte, a volte, è cinta con un nastro bianco: la purezza dei suoi pensieri. Inoltre, la corona è simile a un terzo occhio, così come la mano potrebbe essere simbolo del mudra orientale: le quattro dita si congiungono nel pollice.
A livello mitologico, è stata avvicinata a Temi (la Dea Greca del Diritto) o Astrea.

è la Potenza Cosmica che amministra il mondo. Potrebbe avere un rimando al Karma; ricorda anche l'Arcangelo Michele (anche nel cartone Sailor Moon, nell'ultimo ciclo della saga, abbiamo Bunny alata e armata di spada!). Questa carta ricorda anche la pesa e la punizione dell'anima dopo la morte tipica dell'iconografia egizia. 

Corrisponde alla Lettera Ebraica Heth.

A livello professionale, indica un matrimonio equilibrato, un avvocato, un giudice, un poliziotto; in senso negativo, un terrorista.

Abbinamenti positivi:

La Giustizia + L'Innamorato = coronamento di un amore contrastato/matrimonio equilibrato.
La Giustizia + Il Mondo = problema risolto.
L'Imperatrice + La Giustizia = intesa perfetta.
La Giustizia + Il Carro = le azioni vengono riequilibrate.
La Giustizia + Il Sole = giudizi giusti.


Abbinamenti negativi: 

Il Carro + La Giustizia = potrebbe essere giustificato tutto, in modo poco obiettivo.
La Torre + La Giustizia = punizione esemplare.
L'Eremita + La Giustizia = è irremovibile, non accetta scusanti caritatevoli.

Altre Dee legate alla Giustizia sono l'egiziana Ma'at
e la norrena Sygin, la Guardiana delle porte della sala di Wingolf



Sui Tarocchi vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/i-tarocchi-nel-commento-di-oswald-wirth.html

APPROFONDIMENTO tratto da


[...] La resistenza dell'indomita e giovane natura femminile, il comportamento nello spirito di Artemis, della femminilità primordiale di fronte all'irresistibile volontà maschile. La figura della Dea Nemesi, come la concepivano i Greci del periodo classico, sarebbe perfettamente incomprensibile se volessimo avvicinarla partendo per esempio dal concetto della rappreseglia e non da questa realtà femminile primordiale. Gli attributi della celebre statua di Nemesi a Rhamnus alludono alla discendenza della Dea, alla sua stretta relazione con le primordiali potenze pre-olimpiche: la coppa nella sua destra, con le raffigurazioni degli Etiopi, era, per gli antichi, un'allusione a suo padre Okeanos, l'Acqua Primordiale, e nello stesso tempo ai margini del mondo, dimora degli Etiopi, da dove anche Nemesi, rappresentante dell'ultimo ed estremo ordinamento, quasi spia nel mondo. Nella sinistra Ella regge un ramo di mela, evidentemente quale sorella delle Esperidi, per alludere alla loro madre comune, la Notte.
Nemesi e Artemis hanno tra i loro attributi il cervo o il cerbiatto: una connessione col mondo animalesco che, nel caso di Artemis, rivela la profonda unità ed identità tra la purezza femminile e l'indomita natura degli animali. Anche nel caso di Nemesi si osserva la stessa connessione.
Questa tenace connessione tra la Dea della vendetta e la natura selvaggia senza legge del mondo animalesco è un fatto che dà da pensare. Essa fa intuire la femminilità di un mondo primordiale e, nello stesso tempo, definisce il posto ideale della Dea ai margini spaziali e temporali del mondo. Gli animali selvaggi e non soltanto il grifo, altro compagno di Nemesi, ma anche il cervo e il cerbiatto, indicano, per le epoche civili, i limiti oltre ai quali comincia la natura selvaggia, o sul piano temporale, il mondo primordiale. La figura di Nemesi è stata paragonata anche a quella forma di apparizione di Artemis che era venerata in uno dei santuari più nascosti tra foreste vergini dell'antichità: la Diana del Lago di Nemi. Come la Notte, anche Nemesi è alata.
La celebre statua di Rhamnus alludeva, per quanto ciò era possibile nell'arte classica (...) la Dea Nemesi in forma afroditica, le conferiva tuttavia il segno del suo contatto col mondo di Artemis, nella corona che la Dea portava sul capo: una corona formata da cervi e da esseri alati femminili, considerati come Dee della Vittoria.


Nota di Lunaria: si osservi la "Nike Persiana"









https://intervistemetal.blogspot.com/2018/02/iran-parte-2-anahita.html

Spesso la Dea Alata non è solo Signora delle Belve, ma anche Signora degli Uccelli Palustri, "La Dame aux Cygnes", che spesso tiene e conduce i cigni presi per il collo. 






Il cigno ritorna anche nel mito di Leda, di Krasopani (Dea slava dell'amore venerata in Moravia, "La Bella Signora" rappresentata su un cocchio trainato da cigni o colombe) oltre che in Sarasvati e Brahmani Mata.



APPROFONDIMENTO SU NIKE

Info tratte da





Per i Greci, la Vittoria aveva le sembianze di una donna giovane e bella provvista di ali.



Proveniente dall'isola di Samotracia, la statua era stata innalzata per celebrare una vittoria navale, quindi come ex-voto connesso ai successi militari dei rodii all'inizio del II secolo a.c
La Dea è posta sulla prua di un'imbarcazione, protesa a sfidare i venti, e la sua mano destra, mancante, doveva essere senza dubbio sollevata.


Il panneggio mosso e vibrato sembra rifarsi al cosiddetto "panneggio bagnato" dello stile postfidiaco, ma l'andamento delle pieghe, più vero e più barocco, unitamente alla torsione del corpo che prelude ai rilievi dell'altare di Pergamo, induce ad accettare la datazione più tarda.
Protesa in avanti come se il suo incedere dipendesse più dalle ali che dalla pur animosa falcata del passo, la Nike è investita in pieno dal vento marino: il chitone leggero le aderisce al petto così come il panneggio.
Il mantello, cadutole dalle spalle, le si attorce davanti alle gambe, mentre dietro si spiegano i lembi, svolazzanti.