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P.S non so che darei per farmi autografare la trilogia di "Storia della Letteratura Inglese" da Dani Filth... Ve lo immaginate come deve essere eccitante passare un pomeriggio con lui a parlare di Letteratura Inglese antica, sentendolo leggere in Old e Middle English??? In mezzo alle rovine o nei cimiteri? E se facesse una canzone usando l'antico inglese?? Dedicata a me... la sua fan italiana che fa questi post con sottofondo di COF...
P.s 2 ovviamente proseguirò fino a Milton, eh!, facendo uscire un secondo maxi commento, nei mesi a venire xD
SASSONI, ANGLI, JUTI
Le popolazioni anglosassoni che invasero la Britannia negli ultimi anni del V secolo d.c., stabilendovi i loro regni, gettarono anche le basi di quella cultura e letteratura che oggi chiamiamo, appropriatamente, inglese. Da esse l'Inghilterra ricevette il nome e la lingua e attraverso di esse strinse precisi legami con i "germani", cioè con quella grande massa di popolazioni teutoniche le cui migrazioni provocarono lo smembramento dell'Impero Romano. Dopo la conversione dell'Impero Romano al cristianesimo, il contrasto fra barbari e romani si fece ancora più forte, in quanto i barbari restarono pagani, e la loro vita e organizzazione sociale riflettevano ideali eroici molto lontani da quelli predicati dai cristiani in Roma. Eppure la storia di gran parte dell'Europa durante l'alto medioevo è proprio la storia della fusione graduale di quei due modi di vita e di pensiero, il barbaro e il cristiano.
Sapere con precisione chi fossero gli invasori che abbiamo chiamato "anglosassoni" non è di fondamentale importanza: appartenevano a quel gruppo di popolazioni teutoniche che possono venir indicate col nome di "germani". Beda il Venerabile, nella sua storia ecclesiastica d'Inghilterra, scritta duecento e più anni dopo l'arrivo degli anglosassoni, sostiene che venivano da tre tribù dei germani: sassoni, angli, juti.
L'Inghilterra anglosassone era divisa in vari regni: il sassone (nel sud e nel sud-ovest), l'anglico (nell'est, nel nord, nell'Inghilterra centrale), lo juta del Kent nel sud-est; la lingua era fondamentalmente la stessa, nonostante alcune importanti differenze dialettali e si consideravano parte della "Germania", cioè di quell'insieme di popoli che comprendeva anche goti, burgundi, longobardi.
La parte della letteratura anglosassone a noi pervenuta che si porta in uno stretto contatto con l'origine germanica degli invasori è la poesia epica, che mostra ancora le tracce non solo della società eroica precristiana dei sassoni e degli altri popoli vissuti sul continente, ma anche di quella comunanza di soggetti epici che lega questi primi inglesi alla più vasta civiltà della "Germania".
La lingua usata è l'anglosassone o old-english, cioè l'inglese in una fase primitiva del suo sviluppo con desinenze che sono successivamente scomparse e un vocabolario relativamente ridotto, molte voci cadute poi in disuso (e tuttavia molte di quelle voci sopravvivono in forma alterata nello scozzese o nei dialetti regionali inglesi).
A uno sguardo superficiale questa lingua può apparire molto lontana dall'inglese moderno, e in un certo senso lo è (*)
Ma se confrontiamo alcuni versi in anglosassone con la traduzione in inglese moderno, il rapporto tra le due lingue è evidente:
We geascodon Eormenrices wylfenne geþoht; ahte wide folc - Gotena rices; þæs grim cyning. Sæt secg monig sorgum gebunden - wean on wenan, wyscte geneahhe þæt þæs cynerices ofercumen wære.
We have learned of Eormanric's wolfish disposition; he held wide dominion in the realm of the Goths. That was a cruel king. Many a man sat bound in sorrows, anticipating woe, often wishing that his kingdom were overcome.
Abbiamo sentito dell'animo da lupo, di Eormanrico. Vasto dominio egli ebbe sul popolo dei Goti. Era un re crudele. Uomini molti giacquero in lacci di dolore prevedendo sventura, non di rado sperando che in altre mani cadesse il suo regno.
Dalla poesia anglosassone rimangono circa trentamila versi quasi tutti contenuti in quattro manoscritti e ci sono tutti i motivi per ritenere che l'antica poesia non religiosa a noi pervenuta sia solamente una piccola parte, casualmente preservata, di quella effettivamente scritta. è legittimo pensare che la poesia d'argomento religioso venne trattata con rispetto dagli ecclesiastici e sia stata da essi conservata, ma non si può pensare lo stesso per la poesia epica, visto che conteneva "sentimenti pagani".
La conversione delle popolazioni inglesi iniziò nel 597 con l'arrivo nel Kent del monaco Agostino, mandato da Gregorio Magno. Comunque, l'instaurazione del cristianesimo non cancellò del tutto il paganesimo, che sopravvisse in tracce variamente mescolate con il cristianesimo.
(*) Si badi che la lettera þ, detta "thorn", ha lo stesso suono del moderno "th".
BEOWULF, WIDSITH, DEOR
Tuttavia, senza la conoscenza di una maggiore quantità di particolari sulle primitive credenze degli anglosassoni è impossibile stabilire in quale misura "Beowulf" abbia subito gli influssi di una cultura latina abbastanza raffinata. Tutto considerato però sembra plausibile più che probabile che "Beowulf" e gli altri frammenti della poesia epica inglese che ci rimangono siano più vicini alle loro origini pagane nello spirito e nel fine di quanto talvolta si creda.
"Beowulf" occupa un posto di particolare rilievo nella letteratura anglosassone in quanto è l'unico poema completo di questo genere, scritto in un'antica lingua germanica, che sia giunto fino a noi in un unico manoscritto che fu danneggiato dal fuoco prima di essere studiato e trascritto. è probabile che la vicenda narrata tragga origine dall'antico folklore di quegli antichi popoli e che quindi vi sia stata, probabilmente, dietro questo poema, una serie di canti leggendari; alcuni studiosi hanno sostenuto che il poema fu composto oralmente molto tempo prima da un pagano e che solo più tardi furono inseriti sotto forma di aggiunte e correzioni i passi di ispirazione cristiana, che sono una settantina.
Beowulf si divide in due grandi parti: argomento della prima parte è la visita di Beowulf, nipote di Hygelac re dei Geati, popolazione che probabilmente abitava l'odierna Svezia meridionale, alla corte di Hrothgar, re di Danimarca. Il vecchio re è da tempo afflitto per la presenza, nel suo regno, di un mostro divoratore di uomini, di nome Grendel, che si presenta regolarmente al palazzo del re per far strage dei suoi guerrieri; ed è proprio per uccidere il mostro che Beowulf è giunto in Danimarca: lotta contro Grendel e lo ferisce mortalmente e quando la madre di Grendel arriva per vendicare la morte del figlio, Beowulf la segue nella sua caverna sottomarina e uccide anche lei. Beowulf e i suoi compagni fanno quindi ritorno in patria, coperti di onori e carichi di doni del re danese. La seconda parte si svolge cinquanta anni dopo, quando Beowulf è ormai da tempo re dei Geati. Un drago, custode di un ricco tesoro, è stato disturbato e ha intrapreso una serie di incursioni compiendo stragi in tutto il paese. Beowulf per salvare la sua terra dalle devastazioni del drago si misura con lui in combattimento, ma sebbene riesca ad ucciderlo riporta egli stesso ferite mortali. Il poema termina con il racconto dei funerali di Beowulf: il suo corpo viene bruciato su un grande rogo funebre, tra i lamenti dei guerrieri.
Numerose disgressioni o allusioni provano che l'autore del "Beowulf" dava per scontato tra i suoi lettori-ascoltatori la conoscenza di un intero ciclo di leggende i cui i protagonisti sono i più antichi eroi germanici. Infatti, pur essendo un'opera composta in Inghilterra, il poema idealmente si rifà al periodo di storia germanica che precede l'invasione anglosassone e non mostra nessuna particolare preferenza per i personaggi inglesi: Geati, Danesi e Svedesi hanno ruoli di primo piano.
"Beowulf" si presenta come un poema epico in cui sono celebrate le imprese di un grande guerriero il cui carattere e le gesta sono offerti come modelli di aristocratico valore; riflette gli ideali di quel momento della civiltà che chiamiamo "età eroica" ed è stata spesso notata la sua somiglianza all'"Odissea". Gli elementi cristiani introdotti, tuttavia, non compromettono l'atmosfera pagana del poema, anche perché si riducono a grandi fatti fondamentali come la creazione e il governo del mondo da parte di Dio e ad alcune storie dell'antico testamento, come l'assassinio di Abele perpetrato da Caino.
La splendida solennità del dettato è tra le qualità di "Beowulf"che maggiormente colpiscono l'orecchio moderno. Questo ne è un estratto:
Came on the dark night, gliding, the shadowy prowler. The warriors slept, who were to hold the antlered hall, all but one... Then from the moor under the misty cliffs came Grendel marching; he bore God's anger...
... La buia notte venne scivolando, predone tenebroso. Dormivano i guerrieri che la sala ornata di corna di cervi dovevan custodire, tutti tranne uno... Poi dalla palude sotto le annuvolate rocce Grendel venne a gran passi; su di lui l'ira del Signore...
Il "Beowulf" ci fa penetrare con grande efficacia nel mondo fantastico della prima civiltà anglosassone mettendone in evidenza alcuni tratti essenziali, soprattutto la convinzione che la vita è breve e che tutto è destinato a perire tranne la fama che l'uomo lascia dietro di sé.
La poesia epica anglosassone è la più vicina, fra quelle da noi conosciute, all'antica letteratura orale pagana, dell'età eroica della Germania: il verso allitterativo accentato in essa usato è chiaramente il prodotto della tradizione poetica orale dei menestrelli di corte; era fatto per essere recitato da un bardo, lo scop, cioè da un menestrello errante.
Una delle primissime poesie anglosassoni a noi pervenute è il canto autobiografico di uno scop intitolato "Widsith", "Il viaggiatore verso terre lontane"; il testo che possediamo di "Widsith" proviene dall'Exeter Book, risale al X secolo ed è scritto in dialetto sassone-occidentale; il testo originale doveva essere della fine del VII secolo e alcune parti erano ancora più antiche. Widsith, "Viaggiatore verso terre lontane", racconta i suoi vagabondaggi attraverso l'intero mondo germanico e ricorda i molti capitribù a cui ha fatto visita. Molti dei personaggi da lui ricordati appaiono anche in altri poemi, in "Beowulf", per esempio. Egli sostiene di aver conosciuto quasi tutti i principi della "Germania", vissuti in un periodo di oltre duecento anni: non può quindi trattarsi di un componimento autenticamente autobiografico.
Widsith, in effetti, come opera poetica, può sembrare assai rozza - il catalogo di re che apre il componimento ha la struttura tipica delle più antiche genealogie - ma è proprio la sua qualità primitiva che gli conferisce un grande interesse. Non ci sono, nella letteratura anglosassone a noi pervenuta, molte altre opere che esprimano con immediatezza gli ideali di vita di quest'epoca eroica. "Deor", un'interessante poesia di 42 versi, è il lamento di un menestrello che, dopo molti anni di servizio presso il suo signore, è stato soppiantato da un rivale, Heorrenda. Egli si consola raccontando le prove affrontate dagli eroi germanici, tutte superate dopo lunga fatica. Al termine di ogni rievocazione delle prove affrontate da un personaggio famoso, il poeta ripete il ritornello: "Quella volta riuscimmo; così sia anche ora" (þæs ofereode, þisses swa mæg / that was surmounted; so may this be)
CæDMON, GENESIS, EXODUS
Una prima fioritura di poesia religiosa si ebbe per tutto il corso del VIII secolo, nell'Inghilterra settentrionale, Northumbria; gran parte di quella produzione è giunta a noi in trascrizioni del tardo X secolo in sassone occidentale. Beda, il grande erudito e storico della chiesa d'Inghiterra, vissuto fra il 673 e il 735 racconta nella "Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum" come nel monastero della badessa Hilda a Whitby, un converso di nome Cædmon miracolosamente ricevette il dono del canto e "subito cominciò a cantare in lode di Dio creatore versi che non aveva mai udito prima."
La sola composizione a noi giunta che sia attribuibile con certezza a Cædmon è una poesia di nove versi che Beda cita quando parla del momento in cui il poeta sentì per la prima volta l'ispirazione. La storia di Beda è scritta in latino (una traduzione in anglosassone fu fatta sotto re Alfredo) ma fortunatamente uno dei manoscritti conserva il testo originale della poesia di Cædmon, in dialetto nella Northumbria:
Nu Scylun hergan hefænricæs Uard,
Metudæs mæcti end his modgidanc,
uerc uuldurfadur, sue he uundra gihuæs,
ecu Dryctin, or astelidæ....
Now let us praise the guardian of Heaven's kingdom, the Creator's might and his purpose, the work of the Father of glory as he of all wonders, Eternal Lord, established the beginning...
Cantiamo ora le lodi di chi il Regno dei cieli custodisce, del Creatore la potenza e il Suo volere, e l'opera del Padre di gloria quando d'ogni bellezza, Signore eterno, decretò l'inizio....
Secondo Beda, Cædmon proseguì cantando "la creazione del mondo, la genesi, l'esodo degli ebrei dall'Egitto" e molte altre storie dalle sacre scritture.
Il manoscritto "Junius" contiene quattro poemi "cædmoniani", di cui i primi tre sono basati su storie dell'Antico Testamento. Il primo è "Genesis", un poema di quasi tremila versi che comincia descrivendo la ribellione di Satana, lo scoppio della collera divina, la cacciata di Satana dal paradiso e la decisione di Dio di "ristabilire la gloriosa creazione... poi che i suoi superbi nemici erano stati cacciati dal cielo" (Nota di Lunaria: insomma, l'antenato del "Paradiso Perduto" di Milton...)
(Sì, in abbinamento con "Dusk and Her Embrace" dei COF! ^_^)
Il primo discorso di Satana, "Perché devo dipendere dai suoi favori, inchinarmi davanti a lui con tanta riverenza? Anch'io posso essere Dio come lui", ha una potenza straordinaria, anche se primitiva; l'altro discorso che egli pronuncia ha un accento che oggi definiremmo miltoniano:
"Ah, had I but the strenght of my hands, and could for one hour win out of here, for one winter hour, then I with this host! But around me lie iron bonds, the fetter's chain rides on me... I look not to behold that light again which he thinks long to enjoy. That happiness with his host of angels; we shall never gain softening of Almighty God's anger. Let us take it from the sons of men, that heavenly kingdom, now that we may not have it, lead them to forsake his allegiance, to transgress what he bade them with his word..."
"Ah, della forza delle mie mani fossi io il padrone, e per un'ora potessi un varco aprirmi via da qui, per un'ora d'inverno - ah, con questo esercito io, allora...! Ma intorno a me lacci di ferro, su me pesa dei ceppi la catena... Più non m'aspetto di veder quella luce che a lungo egli si crede di godere, quella felicità con la sua schiera d'angeli; mai potremo ottenere che dell'Onnipotente s'addolcisca la sua ira. Su, ai figli dell'uomo portiamolo via quel celeste Regno poiché averlo non possiamo - spingiamoli a spezzare la fedeltà al Suo nome, a trasgredire ciò ch'Egli ingiunse con la Sua parola..."
La tendenza a trattare temi della poesia religiosa secondo i modi e lo stile tradizionali della poesia epica appare ancora più evidente nel poema anglosassone "Exodus". La narrazione delle Scritture non è ricalcata fedelmente come in "Genesis". La descrizione delle schiere egiziane sommerse dai flutti del mar Rosso è condotta con particolare vivezza:
Streamas stodon, storm up gewat / heah to heofonum, herewopa mæst; laðe cyrmdon, lyft up geswearc, fægum stefnum; flod blod gewod / Randbyrig wæron rofene, rodo swipode / meredeaða mæst. Modige swulton / cyningas on corðre, cyre swiðrode / sæa æt ende...
The Seas reared up, the storm uprose / high to the heavens, the great clamor of an army / The foe cried out (the air above grew dark) / with doomed voices; blood spread through the waters / the wall of shields was pulled down; scourged the sky / the greatest of water-deaths; brave men perished / kings in their pride, their chance of return vanished / at the sea's end...
"S'impennarono i mari, la tempesta si levò fino ai cieli, d'esercito alto clamore; gridò il nemico (più su l'aria si fece scura) con perdute voci; il sangue si sparse sopra l'acque. Il muro degli scudi fu abbattuto; frustò il cielo la più grande delle morti per acqua; perirono uomini prodi, re nella loro gloria - per essi ogni speranza di ritorno svanì al confine ultimo del mare..."
Le caratteristiche della lingua inducono a pensare che "Exodus" sia il più antico dei poemi anglosassoni e forse risalga agli inizi del VIII secolo.
Lo stesso manoscritto che contiene i poemi "Genesis", "Exodus", e "Daniel" (opera minore) contiene anche un altro poema religioso senza titolo, a cui è stato dato il nome di "Christ and Satan". Il poema contiene una descrizione di Satana all'inferno, non più in atto di sfida, ma come un'anima perduta che lamenta amaramente la sua esclusione dal paradiso. "Christ and Satan" è un'opera nella quale sembra avvertire l'influsso della scuola di Cynewulf, un poeta probabilmente del IX secolo, primo fra gli scrittori anglosassoni a firmare le sue opere. Di Cynewulf ci rimangono quattro opere: "Christ", "Juliana", "Elene", "The fates of the apostles".
CYNEWULF, WANDERER, SEAFARER, POESIA AMOROSA
Lo stesso manoscritto che contiene i poemi "Genesis", "Exodus", e "Daniel" (opera minore) contiene anche un altro poema religioso senza titolo, a cui è stato dato il nome di "Christ and Satan". Il poema contiene una descrizione di Satana all'inferno, non più in atto di sfida, ma come un'anima perduta che lamenta amaramente la sua esclusione dal paradiso. "Christ and Satan" è un'opera nella quale sembra avvertire l'influsso della scuola di Cynewulf, un poeta probabilmente del IX secolo, primo fra gli scrittori anglosassoni a firmare le sue opere. Di Cynewulf ci rimangono quattro opere: "Christ", "Juliana", "Elene", "The fates of the apostles". Con Cynewulf la poesia anglosassone abbandona la pura e semplice parafrasi biblica e affronta temi nuovi, di carattere didattico, devoto e mistico. Lo stesso atteggiamento è avvertibile in molti altri poemi religiosi che furono composti sotto l'influsso di Cynewulf: il più notevole è "The Dream of the Rood", "Il sogno della croce", del quale si sono trovati alcuni frammenti incisi in caratteri runici sulla Ruthwell Cross nel Dumfriesshire, in Scozia: è il più antico poema inglese a noi pervenuto avente la forma di un sogno o visione; il narratore racconta di aver avuto in sogno la visione di una croce luminosa adorna di gemme lucenti e riferisce il discorso in cui la croce, in prima persona, rievoca le sue origini nella foresta, da come fu strappata dalle radici per divenire la croce del "signore dell'umanità", esprime il suo orrore per questo ruolo a cui fu destinata e la sua determinazione nel non venir meno alla volontà di Dio. Questo discorso termina con un'esortazione perché ogni anima "cerchi attraverso la croce il regno che è lontano dalla terra".
Altre opere collegate alla scuola di Cynewulf sono "Andreas", il poema "The Phoenix", la cui prima parte deriva dal "De ave phoenice" di Lattanzio; nel poema si parla di un paradiso terrestre dell'oriente, della bellezza della fenice (*), del suo volo in Siria dopo aver vissuto mille anni per farsi un nido, della sua morte e della sua rinascita; mentre nella seconda parte la fenice è presentata come allegoria della vita dell'uomo virtuoso nel mondo terreno e in quello ultraterreno, e come simbolo del Cristo; un poema, infine, intitolato "Physiologus" o "Bestiary" e che rientra nel genere, popolarissimo nel medioevo, delle allegorie animali, e in cui le caratteristiche vere o immaginarie degli animali vengono usate a fine di esemplificazione morale.
Resta da ricordare anche il frammentario "Judith", "Giuditta", di cui ci è giunta solo la parte finale, nello stesso manoscritto che contiene Beowulf.
Esiste anche un gruppo di poesie anglosassoni nelle quali predomina un'ispirazione lirico-elegiaca e che si staccano dalle opere fin qui considerate. "The Wanderer", "L'Errante" e "The Seafarer" "Il Navigatore" sono molto simili tra loro.
"The Wanderer" è il lamento di un esule solitario che ha conosciuto la felicità quando era al servizio di un signore amato, e che ora, molti anni dopo la morte del suo signore e la fine di quell'antico tempo di felicità e amicizia, erra da un luogo all'altro attraverso le acque gelide del mare. Il componimento si chiude con alcune considerazioni di moralità convenzionale ma la parte principale dell'elegia è un commovente rimpianto delle gioie passate, notevole per il tono lamentoso del ricordo e per l'efficace uso del topos dell'"ubi sunt?", destinato a grande fortuna nella poesia medioevale.
"The Seafarer", caratterizzato da un tono melanconico, è il monologo di un vecchio marinaio che ricorda la solitudine e le difficoltà della vita sul mare senza tuttavia riuscire a sottrarsi al fascino che essa esercita ancora su di lui. Alcuni critici ritengono invece che si tratti di un dialogo fra un vecchio marinaio, che insiste sull'asprezza della vita sul mare, e un giovane, avido di nuove esperienze e desideroso di prendere il mare e affrontarne le difficoltà, che ribatte alle sue argomentazioni ed effettivamente si può leggere il componimento in questo modo, ma il tono della poesia, nel continuo oscillare da uno stato d'animo all'altro, sembra ancor più efficace se lo si considera espressione del prevalere, nell'anima di una stessa persona, ora di un senso di stanchezza, ora di un'affascinata nostalgia. Comunque lo si legga "The Seafarer" è notevole soprattutto per il tono elegiaco che prevale nella talvolta oscura serie di stati d'animo attraverso cui passa il poeta.
A questo gruppo di monologhi elegiaci possiamo citare anche "The Wife's Lament", "Il lamento di una moglie". è difficile capire esattamente quale sia la situazione di cui parla il narratore, ma sembra di intuire che si tratta di una moglie separata dal marito o costretta a vivere in una grotta nella foresta delle trame dei parenti di lui. Simile a questa è un'altra poesia, "The Husband's message", "Il messaggio del marito": è il pezzo di legno su cui è intagliato il messaggio che parla, raccontando alla moglie la propria storia e il messaggio che reca intagliato: il marito ricorda alla moglie i suoi voti di un tempo, le dice di essere stato allontanato da lei da una faida familiare e le chiede di raggiungerlo oltremare.
"Wulf and Eadwacer" è un altro monologo drammatico di cui esiste solo un frammento di diciannove versi: la nota caratteristica è un'intensa passione romantica, espressa in modi niente affatto consueti nella poesia anglosassone che è pervenuta fino a noi. Wulf è il nome dell'amante della donna che è stato esiliato e Eadwacer è il nome dell'odiato marito con cui è obbligata a vivere. Questa è l'appassionata invocazione della donna:
Wulf, min Wulf, wena me þine / seoce gedydon, þine seldcymas / murnende mod, nales meteliste...
Wulf, my Wulf, my longings for thee / have made me sick, they rare visits, / It was my sorrowful heart, not want of food...
Wulf, o mio Wulf, è il mio desiderio di te che mi ha fatto ammalare, e il tuo venir di rado; è il mio cuore afflitto, non mancanza di cibo...
"The wife's lament", "The husband's message" e "Wulf and Eadwacer" sono tutto quanto è rimasto della poesia amorosa anglosassone e non sono stati manomessi da clerici.
(*) Approfondimento sulla Fenice https://intervistemetal.blogspot.com/2017/01/cd-rossometile-analisi-alla-fenice.html
THE RUIN, RIDDLES, GNOMIC VERSES
Ci è giunta anche un'altra interessante poesia anglosassone di tono elegiaco; si tratta della descrizione, in cinquanta versi, di una città distrutta, forse Bath, e si legge nell'Exeter Book. è un triste quadro di desolazione e di rovina a cui si contrappone la descrizione dell'antica prosperità del luogo, e benché il testo sia imperfetto, colpisce in modo eloquente in cui viene espresso l'appassionato rimpianto per la transitorietà di ciò che una volta era vivo e bello; l'atmosfera dominante resta cupamente fatalistica. Per questo sentimento "The Ruin", "La città distrutta", può essere affiancata a gran parte di "Beowulf", dove pure c'è un'austera concezione del fato; risulta anzi bene da questa composizione come nella poesia anglosassone un particolare spirito elegiaco fosse il rovescio di una medaglia la cui faccia era rappresentata dallo spirito epico.
L'Exeter Book contiene quasi cento Riddles anglosassoni, alcuni dei quali sembrano la traduzione di originali latini composti in Inghilterra dai chierici del VII-VIII secolo, mentre altri sembrano desunti da Sinfosio, scrittore latino del IV-V secolo. Il principale interesse di questi Riddles, Enimmi anglosassoni, consiste nei quadri di vita quotidiana; così pure gli "Gnomic Verses", versi gnomici, anch'essi conservati nell'Exeter Book e in un manoscritto del British Museum, con le loro generalizzazioni sulla morale, riflettono le usanze e le opinioni dei contadini del tempo.
L'ANGLOFRANCESE
La data della conquista normanna dell'Inghilterra (1066) offre allo storico delle vicende politiche, della società e della cultura inglesi un comodo punto di riferimento, che lo induce a dividere anche troppo nettamente i due successivi momenti storici. E veramente non è facile resistere alla tentazione di prendere tale data come linea di separazione fra la vecchia Inghilterra anglosassone e la nuova Inghilterra anglonormanna, né d'altronde è necessario respingere del tutto una simile periodizzazione. In seguito alla conquista normanna l'Inghilterra si trovò governata da una classe dominante di lingua francese e in seguito a ciò la lingua letteraria delle classi sociali elevate divenne l'anglofrancese, mentre l'anglosassone (che si stava ormai rapidamente trasformando in quello che viene chiamato "Middle English") fu riservato per qualche tempo nelle sole classi inferiori. L'inglese, che restò la lingua della vasta maggioranza della popolazione, finì in seguito per avere la meglio sul francese e già all'inizio del XIV secolo risultò vittorioso; ma quando tornò ad essere la lingua letteraria e della cultura, non si presentò come lingua completamente nuova. L'inglese, quando finì per soppiantare il francese come lingua letteraria, era una lingua per molti aspetti trasformata: aveva perduto le desinenze dell'anglosassone e aveva arricchito il lessico assorbendo termini francese; si può affermare che fra l'anglosassone e il Middle English c'è uno stacco assai meno forte di quanto può risultare ad una lettura superficiale. Il fatto nuovo più rilevante, per la poesia inglese, è che il metro rimato francese sostituì il metro allitterativo della tradizione anglosassone anche se nel XIV secolo ci fu un ritorno alla poesia allitterativa. Per oltre duecento anni, però, la letteratura prodotta nei circoli di corte e dell'aristocrazia fu francese nel tono e nella lingua, mentre la letteratura in lingua inglese fu o grezzamente popolare (e trasmessa oralmente, e quindi perduta) o semplicemente didattica, prodotta cioè dai membri del clero per insegnare la storia biblica. La nuova società che si stava formando non era più una società eroica, ma feudale, nella quale vigevano precisi rapporti sociali, rappresentati dal concetto di omaggio, onore e dovere. La conquista normanna creò un rapporto più immediato, più attivo, più continuo con il continente e, imponendo all'Inghilterra una classe dominante di lingua francese, mise sotto gli occhi degli inglesi, con forza e immediatezza, le realizzazioni della nuova cultura francese.
La storia della letteratura inglese nei due secoli e mezzo che seguirono alla conquista normanna è la storia di quello che si potrebbe chiamare, mutuando l'espressione usata dai critici del tardo Seicento a proposito dei poeti fioriti in quel tempo: "The refinement of our numbers", l'affinamento del nostro linguaggio poetico. Costretta a regredire e a ritirarsi negli ambienti più popolari, la letteratura inglese cominciò a risalire lentamente la scala sociale e ad acquistare gradatamente una facilità, una perizia e un'eleganza che alla fine le permisero di gareggiare con quella francese.
I DIALETTI NEL PERIODO MIDDLE ENGLISH
Chi si accosta alla letteratura inglese del periodo Middle English può rimanere colpito dalla grande quantità di dialetti in cui si suddivide il Middle English: poiché solo alla fine del periodo un dialetto, quello della zona centro-orientale (East Midland) divenne la lingua letteraria comune. Il frazionamento del Middle English in diversi dialetti letterari si spiega con il fatto che dopo la conquista il Wessex perse l'importante posizione politica e culturale che aveva e il suo dialetto, il sassone occidentale, che si era imposto come lingua letteraria in tutto il paese, perse anch'esso la sua posizione di prestigio. I dialetti regionali in cui si divideva il Middle English derivavano tutti da matrici anglosassoni: il dialetto anglosassone della Northumbria si divise in due e diede origine allo scozzese e all'inglese settentrionale; la lingua della Mercia si divise nei dialetti centro-orientale (East midland) e centro occidentale (West midland); il sassone occidentale nei dialetti sud-occidentale e centro meridionale; la lingua del Kent divenne la base dei dialetti del sud-est.
L'unione delle corone d'Inghilterra e di Scozia nel 1603 e la fusione dei parlamenti delle due nazioni nel 1707 elevarono l'inglese a lingua letteraria della Scozia e portarono lo scozzese a smembrarsi in tanti dialetti locali che si sono conservati fino ai nostri tempi.
L'inglese letterario moderno deriva perciò da un dialetto centro-orientale e non, come avrebbe potuto predire chiunque avesse osservato la scena letteraria inglese intorno al 1050, dal sassone occidentale.
Grazie alla testimonianza di John de Trevisa, sappiamo che John Cornwall, un maestro di scuola, cambiò il metodo di insegnamento facendo tradurre agli scolari dal francese in inglese. Nel 1385 in tutte le scuole d'Inghilterra, i ragazzi avevano abbandonato il francese e traducevano e studiavano l'inglese. Nei decenni immediatamente seguenti al 1363 fu scritta l'opera di Chaucer.
Per curiosità, inserisco lo stralcio di de Trevisa, con relativa traduzione in inglese contemporaneo:
þys manere was moche y-vsed tofore þe furste moreyn, and ys seþthe somdel ychaunged. For Iohan Cornwal, a mayster of gramere, chayngede þe lore in gramerscole and construccion of Frensch into Englysch.
This was the general custom before the first plague, but things have changed now. For John Cornwall, a school teacher, changed the method of teaching in school and made his pupils translate from French into English.
Queste erano le usanze prima che la pestilenza [1349] facesse la sua comparsa ma le cose ora sono mutate. John Cornwall, un maestro di scuola, cambiò infatti il metodo di insegnamento facendo tradurre agli scolari dal francese in inglese.
Nota di Lunaria: e parlando di Letteratura Inglese non si può non parlare dei Cradle of Filth, specialmente quelli dei Tre Capolavori...
Maxi commento a Milton: https://intervistemetal.blogspot.com/2017/11/milton-satana-e-il-black-metal.html
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/alle-origini-dei-cradle-of-filth-la.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/inghilterra-i-luoghi-piu-belli-si-con.html
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/alle-origini-dei-cradle-of-filth-la.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/inghilterra-i-luoghi-piu-belli-si-con.html