Nemmeno quelli che commettono un genocidio si dimenticano che, per distruggere un popolo, si devono distruggere le donne
(Andrea Dworkin)
Per distruggere un popolo dovrebbe bastare un eccidio di massa. Di fatto i genocidi dimostrano il contrario. Lo sterminio distrugge i popoli, ma i popoli sono distrutti anche da atti diversi dall'uccidere. Le violenze sessuali sono divenute facilmente riconoscibili come connesse al genocidio, per la prima volta, in Croazia e in Bosnia-Erzegovina tra il 1991 e il 1994: insieme a un eccidio di massa, i serbi che intendevano distruggere i non-serbi hanno abusato sessualmente su vasta scala delle donne e di alcuni uomini.
Perché la sessualità può diventare uno strumento di genocidio e come funziona nella distruzione di un popolo in quanto popolo?
La Bosnia-Erzegovina
Le violenze sono emerse durante il genocidio bosniaco; durante la primavera del 1992 gli uomini serbi stuprarono le loro vicine musulmane in nome della Grande Serbia; quando le forze militari serbe si raggrupparono e presero il controllo di città in città, le donne musulmane e croate furono prima stuprate e poi massacrate come animali, sgozzate con coltelli, sulle colline, nei campi, spesso internate in improvvisati bordelli. Alcune donne furono tenute prigioniere in campi di concentramento, ingravidate e fu impedito loro di abortire. Anche alcuni uomini venivano torturati sessualmente, con violenze sui loro genitali.
Per approfondimenti, vedi qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/bosnia-herzegovina-le-stele-il-pantheon.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/croazia-il-poklad-thana-poesia-e-tanto.html
Qui trovate l'approfondimento sul Kosovo:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/kosovo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/i-crimini-della-chiesa-serbo-ortodossa.html
Il genocidio ebraico
I campi di concentramento sono ulteriori resoconti. Una sopravvissuta riferì che suo zio disse di aver assistito a uno stupro di massa di ragazze ebree poi sepolte vive nelle fosse comuni che loro stesse erano state costrette a scavare. Altre donne venivano violentate dai cani dei nazisti, cani addestrati specificamente per lo stupro.
Le donne ebree venivano imprigionate nei bordelli speciali riservati alle guardie delle SS. Una sopravvissuta ricorda: "alle donne attraenti si ordinava di uscire dalla fila [...] Malgrado le teorie naziste sulla contaminazione razziale, sapevamo che alcune delle detenute più attraenti erano selezionate per questi bordelli". Spesso le donne erano costrette a prostituirsi in cambio di cibo: "Il cibo era la moneta che consentiva di pagare il privilegio di rimanere vivi"
Spesso le SS palpavano le donne che stavano per entrare nelle camere a gas, oppure venivano perquisite dopo la morte, per verificare che non avessero nascosto della gioielleria nelle loro parti intime: "Non solo si abusò di loro mentre erano vive, ma furono violentate anche da morte" (Myrna Goldenberg)
La de-umanizzazione e l'umiliazione di queste donne ebree era chiaramente sessuale [...] La tortura che implicava anche il sesso era consentita ed era sessuale proprio perché era inflitta dai tedeschi, considerati superiori, agli ebrei, considerati inferiori.
Il Ruanda
Se si può rintracciare a posteriori uno schema nell'uso del sesso per distruggere un popolo sotto il Terzo Reich, non c'è bisogno di nessuna ricostruzione per vederlo nel genocidio ruandese avvenuto tra l'aprile e il giugno del 1994.
Gli Hutu stuprarono in massa delle donne Tutsi. Soprattutto nel genocidio ruandese, le donne venivano stuprate anche con bastoni o bottiglie, e i cadaveri fatti a pezzi. Anche lo smembramento del cadavere, il sadismo post-mortem, è funzionale al discorso di umiliazione sessuale.
Nota di Lunaria: attualmente in Africa sono una piaga le milizie religiose cristiane e islamiche che si combattono coinvolgendo anche i civili (stuprati e smembrati). Vedi gli islamici Boko Haram e al-Shabaab e i cristiani (spesso con simpatie animiste) Anti Balaka. Tutti questi gruppi terroristici sono responsabili di eccidi e di conversioni forzate.
Per approfondire vedi:
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/persecuzioni-religiose-un-libro.html
Sul piano descrittivo, lo stupro in tempo di guerra mira a terrorizzare e a degradare. Serve anche ad umiliare gli uomini "dell'altra parte" facendo notare che non sono in grado, in termini virili, di difendere "le loro donne". Oltre ad affermare la virilità, cosa che lo stupro fa sempre, lo stupro di guerra serve così da specifica tecnica di guerra psicologica: significa supremazia, "Noi siamo meglio di voi". E possesso: "Noi vi possediamo".
Anche quando le vittime sono maschi, stuprati da altri maschi, "il messaggio" è quello: "Noi siamo i veri maschi. Voi le femmine, perché noi vi stiamo facendo ciò che si fa alle femmine".
Negli stupri commessi durante i genocidi, la sessualità maschile viene messa al servizio della distruzione. Dato che il sesso dovrebbe essere relazione, le atrocità sessuali distruggono le relazioni e violano la persona.
Gli stupri di guerra servono anche a distruggere l'immagine che un gruppo umano ha di sé e a svilirlo. Li si lascia in vita, apparentemente intatti, ma subordinati come esseri umani inferiori attraverso atrocità sessuali che svolgono chiaramente questa funzione.
Le persone si identificano strettamente con la propria identità sessuale, e quando tale identità è vista come violata, il proprio sé è visto come esperito, guastato, depredato, rovinato.
Lo stupro è quindi il codice umano per il dominio, l'essere resi inferiori, per l'assoggettamento di sé, l'inferiorità in quanto tale. Si può dire che lo stupro nel genocidio fa al concetto di etnia quello che lo stupro "comune, fatto per libidine" fa al sesso.
Infine ricordiamo che è anche possibile parlare di "Ginocidio", ovvero tutto ciò che distrugge l'identità psico-fisica femminile, la distruzione delle donne in quanto tali. Ottimo esempio di ginocidio (in parte messo in pratica) resta il manuale cristiano del Malleus Maleficarum.
Rendendo concreto ed esprimendo il dominio, l'abuso sessuale fa nel genocidio ciò che fa nella misoginia: mette in campo la misoginia contro i gruppi etnici. L'abuso sessuale è un perfetto strumento di genocidio (e non si dimentichi che il concetto di patria è un concetto femminile. Invadere, prendere con la forza i terreni di qualcuno significa "stuprarli")
Fa a gruppi etnici ciò che è stato fatto alle donne in quanto tali da tempo immemore.
AGGIORNAMENTO DEL 4 FEBBRAIO 2021: A questo link
potete sentire un articolo audio dedicato agli stupri nei campi di detenzione cinese, che le donne musulmane recluse subiscono.
Andate al minuto 9:42
https://pod.radiopopolare.it/esteri_04_02_2021.mp3
ALTRO APPROFONDIMENTO tratto da
Da uno stupro agreste ai codici di amore e di onore delle prostitute romane, sino a Jack lo Squartatore, sei casi di violenza sessuale raccontati da studiosi con il sapore della cronaca, ma nello stesso tempo collocati nei rispettivi scenari storici e nella vita sotterranea delle più misteriose pulsioni psicologiche.
(...) I settori situati al margine sono teatro privilegiato dell'aggressione, come se l'opportunità dei luoghi presagisse la disponibilità dei corpi; come se il terreno incolto, i campi periferici, i depositi di merci e le sponde dei fiumi la notte stimolassero il desiderio di aggredire.
L'infelice Mary Rogers, seduttrice e vittima, viveva al punto di incontro di parecchie città; cresceva in un'epoca di fluidità degli spazi sociali.
Lo Squartatore di Whitechapel ha perpetrato le sue orribili mutilazioni al margine dell'East End, in un luogo di confusione sociale, ossessionato dalle perversioni del West End, alla ricerca della supposta animalità del sesso popolare.
La lettura di questi testi suggerisce anche alla fantasia la vicinanza dello stupro alla bestialità, ma nell'ambito dell'abominevole, ai limiti dell'umano, al punto d'incontro con l'animale. E l'assillo trova alimento nella dissacrazione della gente.
Più banale, ma onnipresente, il rapporto tra violenza sessuale e rapporto d'autorità.
Il corpo violentato è spesso già al servizio dell'aggressore e dei suoi simili: schiave, domestiche, impiegate, apprendisti sono altrettante vittime designate.
Nel quartiere del mercato, a Valenza, nel Cinquecento, domestici e garzoni sono alla mercé dei sodomiti.
Nel sud del Massiccio centrale, trecento anni dopo, le bambine e le minorate mentali calmano i bollori dei cadetti squattrinati, dei lavoratori celibi. Come il rapporto di prostituzione, a cui spesso prelude, lo stupro si presenta solo come un'estensione dell'autorità.
In entrambi i casi il sospetto che pesa sulla vittima spinge a discolpare l'aggressore.
La contemplazione del corpo violentato suggerisce il compiacimento sessuale, evoca la liberazione della sessualità minacciosa della donna.
La vittima praticava l'onanismo? Non aveva forse già perso la verginità? Non ha, con le sue reazioni vivaci, dato prova di essere esperta in materia d'amore?
L'esame delle tracce dell'attentato va in cerca del segno di corruzione, e la riprovazione si volge contro la vittima ingannevole; a conti fatti, la colpa potrebbe incombere specialmente sull'Eva tentatrice.
Il racconto dello stupro, quanto e anche più dell'atto stesso, testimonia le rappresentazioni maschili della sessualità.
Comunque, il terrore suscitato dal misfatto dell'uomo consolida nella donna il senso della sua vulnerabilità accentuandone la passività.
La traduzione narrativa dei delitti di Jack Lo Squartatore, eroe anonimo dotato di misterioso potere, contribuisce a tratteggiare la condizione femminile in seno alla grandi metropoli.
In fatto di onore femminile le trattative, l'accomodamento, il risarcimento spesso prevalgono sull'istruttoria giudiziaria, e questo, dal Medioevo in poi. (1)
Le strategie, in effetti, mutano a seconda delle strutture antropologiche e in questo campo si dovrebbero condurre indagini più accurate; l'aspetto essenziale di questo libro riguarda l'erotizzazione della sofferenza e della morte.
Infine, si può fare una riflessione anche sulle malattie veneree, in particolare la sifilide (che fece la sua comparsa nel 1495) che a causa della sua trasmissione (nei rapporti sessuali) faceva morire due volte il contagiato: la morte fisica, e molto prima, la condanna sociale. (2)
Note:
(1) Come fatto di cronaca si potrebbe citare lo stupro di una minorenne di 12 anni, Margot Simmonet, avvenuto nel 1466, che fece scalpore perché vedeva coinvolti ben tre esponenti dell'elite mercantile e dei merciai.
(2) Allo stigma della sifilide come "castigo che colpiva i fornicatori" possiamo aggiungere quello dell'AIDS, che soprattutto negli anni Ottanta (ma anche oggi) da certi cristiani integralisti è considerato "una malattia che colpisce solo gli omosessuali" ed è, ovviamente, vista come "castigo di Dio".
N.B: di questa autrice, che pure ha scritto riflessioni molto interessanti sulla guerra e la violenza, non condivido la sua battaglia anti-pornografia, per questi motivi che ora espongo in sintesi:
1) Proporre la censura, anche di argomenti scabrosi, osceni, violenti, blasfemi è un atteggiamento tipico delle dittature di destra e di sinistra e delle ideologie totalitarie (cristianesimo, islam ecc.), quindi non condivido neppure una censura "a fin di bene", cioè con lo scopo di "prevenire" la violenza.
2) Musica, videogames, film, libri, arte e porno non fomentano la violenza. La violenza è connaturata all'indole umana e ci sarebbe anche se non ci fossero prodotti cartacei o cinematografici che la mostrano. è vero che esistono gruppi terroristici che fomentano la violenza (KKK, isis ecc.) ma il fatto che si rifacciano a questo o quel libro, film ecc. non sta a significare "che la colpa" sia del libro, del film. Nel caso del porno, non si può dire che fomenti gli stupri, così come i film horror non fomentano gli omicidi perché una persona equilibrata sa benissimo che differenza ci sia tra fantasia (anche sessuale) e realtà; il porno poi è tutto basato su fantasie sessuali difficilmente realizzabili nella realtà (e comunque, non a quel modo) come potrebbe essere "l'orgia" (g*ng bang), travestimenti vari ecc. ed è chiaro che sono tutte situazioni fittizie che si esauriscono in quel contesto e servono unicamente a provocare un orgasmo. Non hanno altri fini, scopi o pretesi.
3) Molto più responsabili di far perdere il senno, di far perdere il contatto con la realtà e far compiere azioni criminali sono gli psicofarmaci come lo zoloft che causa allucinazioni e sblocca l'aggressività. Anche alcool e droghe alterano la percezione della realtà.
4) Non esiste un'unica pornografia, ma diversi sottogeneri della pornografia, anche agli antipodi, quindi il termine andrebbe usato al plurale.
Come esistono i porno violenti che mostrano stupri fittizi, il genere forced s*x (e tutti gli attori e attrici coinvolti recitano una parte) o persino a tinte sanguinolente e grottesche (porno horror) esistono anche porno che mostrano attori maschili che subiscono umiliazioni da parte delle donne (Femd*m), attori e attrici travestiti da pupazzi (furry f*tish), attori e attrici travestiti da preti e suore (nun f*tish), da soldati e ufficiali (martial f*tish), infermieri e dottori (clinical f*tish) e molto altro (esiste anche un tipo di pornografia che dipinge le persone di pelle bianca come schiavi e sottomessi alle persone di pelle scura).
Se poi si crede che il "forced s*x" istighi e promuova gli stupri sulle donne, sarebbe logico e consequenziale credere anche che il Femd*m istiga alla violenza contro gli uomini o il furry f*tish istiga alla violenza contro gli orsacchiotti o qualsiasi porno dove un'attrice afro fustiga un attore bianco stia promuovendo il "suprematismo nero con genocidio della razza bianca" ...
5) Per lo stesso motivo non esiste neanche un'unica figura di "modello estetico femminile", perché nei porno a seconda del genere, si vedono donne di tutti i tipi, dalle donne particolarmente obese (BBW) a quelle anziane (granny), dalle donne mulatte a quelle bionde ecc.
6) Sfatiamo anche il mito che vorrebbe che "solo gli uomini guardano porno". Esiste anche un porno per donne (pornografia rosa) a tinte soft e anche esplicite, però questa viene percepita come più "lecita" rispetto a quella pensata per il pubblico maschile, e questa è una contraddizione perché se si afferma che tutta la pornografia va vietata perché "promuove la violenza contro le donne", allora per coerenza andrebbe vietata anche quella per donne perché "promuove la violenza contro gli uomini". Eppure, un uomo subisce lo stigma della riprovazione se afferma chiaramente di amare il porno; una donna può affermare di trovare eccitanti prodotti che vanno a titillare le fantasie femminili sessuali e romantiche ("Titanic", "Twilight" ecc.) senza che costei subisca più di tanto lo stigma. Eppure sia "Titanic" sia un video porno pensato per un pubblico maschile, soddisfano entrambi fantasie sessuali, anche se con rappresentazioni diverse.
Per approfondimenti sul porno rosa vedi: https://www.stile.it/2016/08/17/pornografia-in-rosa-id-121722/
Vedi anche libri come questi:
Idem parlando di sex toys: se si criticano le bambole gonfiabili o i robot femminili, si dovrebbero anche criticare i sex toys pensati per donne (vibratori).
Inoltre, va accettato che ci siano donne che amano vedere pornografia violenta (forced s*x). Tali donne non "fomentano gli stupri contro le donne" e non è neanche lecito pensare che "siano donne che vogliono essere stuprate". LA FANTASIA è UNA COSA, LA REALTà UN'ALTRA. Per questo motivo, nessun uomo è autorizzato a stuprare una donna, che anche abbia tale fantasia sessuale, se tale fantasia non è stata concordata prima.
Idem per un uomo: il fatto che un uomo, nella sua fantasia, possa eccitarsi pensando di venir calpestato da una donna NON AUTORIZZA alcuna donna a mettergli addosso le mani senza il suo consenso e nell'ambito del gioco sessuale concordato.
E per evitare ricatti, ricriminazioni, false accuse, è meglio che anche quegli uomini che si eccitano impersonando la parte del rapinatore (con relativa pistola giocattolo) o ruoli simili che giocano con l'ibristrofilia (eccitazione per i criminali e il contesto della galera), facciano firmare una dichiarazione di consenso alla donna con la quale organizzano la situazione sessuale: questo per dimostrare che da entrambi le parti ci sia il CONSENSO.
Ovviamente il gioco erotico va interrotto se una delle due persone ad un certo punto dice NO.
Un'altra cosa: il Femd*m è lecito laddove sia consenziente per entrambi e senza che degeneri in sfruttamento economico con un uomo obbligato con minacce o ricatti a versare soldi alla Mistress. è vero che ci sono uomini che si eccitano a pagare le donne ("money slave") e da questo ne traggono piacere sessuale; questo non sta a significare che si debba passare certi limiti abusando di una persona e manipolandola. https://www.vice.com/it/article/5gnvjx/dominazione-finanziaria-dipendenza-482
7) Più in generale, un femminismo che critica il porno (o la pubblicità, i videogames, i film ecc.) va poi a braccetto (nolente o volente) con la destra conservatrice teocon che ha gli stessi obiettivi (https://news.mrwebmaster.it/uk-verso-crociata-anti-porno_4767.html), e questo è un cortocircuito ideologico, un controsenso, perché non ci si può spacciare per donne emancipate se poi ci si allea con ideologie religiose (https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/102003523) che ritengono la donna inferiore e propongono un ideale femminile di frigidità e\o lasciano intendere che "solo la donna vergine è stimabile" o che solo "l'uomo che fa sesso per la procreazione sia degno".
8) Sfatiamo anche il mito che dipinge chi guarda porno (e\o ascolta musica metal estrema) come un "degenerato stupratore pericoloso". è vero che alcuni serial killers erano dipendenti dalla pornografia (e\o alcuni tra loro ascoltavano metal) ma ci sono centinaia di assassini seriali che la pornografia neanche la guardavano e neanche sapessero cosa fosse il Black Metal; inoltre, come ho già detto, una persona equilibrata e razionale sa benissimo che differenza ci sia tra realtà e fantasia, conosce la distinzione tra reale e fittizio (recitato). Idem parlando di musica metal estrema: ascoltarsi i Cannibal Corpse non significa essere "dei cannibali serial killer"; ascoltare Black Metal non sta a significare che si darà fuoco ad una chiesa o si uccideranno i cristiani.
9) è vero che, come tutte le cose, anche la pornografia ha i suoi difetti: attori e attrici possono subire dei danni fisici o psicologici o lavorano in condizioni igieniche pessime contraendo malattie; chi visiona la pornografia può diventarne dipendente (https://www.stateofmind.it/2015/06/conseguenze-pornografia/), perdendo interesse alla vita reale e vera e rifiutando ogni rapporto con le persone reali (o per incapacità relazionali varie che vengono peggiorate dalla dipendenza pornografica o per altri motivi che rendono difficoltoso il rapporto con il prossimo).
Questi sono problemi reali su cui è possibile intervenire perché, come tutte le cose, anche la pornografia può essere deleteria se se ne abusa, ma non hanno niente a che vedere con il chiedere di "proibirla" o stigmatizzare chi la guarda (o ama recitarla). Si può diventare dipendenti da qualsiasi cosa, senza che la cosa in sé sia deleteria; è l'abuso che se ne fa, senza limiti, che la rende pericolosa.
Inoltre la pornografia potrebbe essere usata a scopo terapeutico per persone con fantasie sessuali difficilmente realizzabili nella realtà che potrebbero trovare più facile viverle nella propria mente, nella propria intimità (che è sacrosanta) davanti ad un video porno, piuttosto che "reprimersi" causando una grave forma di astinenza sessuale e sofferenza.
Trattare come "pervertito" chi ha certe fantasie sessuali "non così diffuse" o "difficili da mettere in pratica nella realtà" è ingiusto, sessuofobico e stigmatizzante, considerato anche il fatto che, contrariamente a quanto millanta la psichiatria, NON SI PUò GUARIRE dalle fantasie sessuali. La sessualità è un bisogno umano e chi per vari motivi non può soddisfarla nella realtà (non trova un o una partner, ha difficoltà relazionali, una fantasia sessuale particolare ecc.) ha tutto il diritto di trovare del materiale erotico di suo gradimento da usare per la sua gratificazione sessuale, in tutta sicurezza e senza "venir inquisito" dai pregiudizi della gente.
10) Infine, penso che nelle pornografie sia lecito mostrare ciò che eccita un certo tipo di target di persone, e sia lecito recitare ciò che eccita, a patto che:
a) Attori e attrici siano tutelati e consenzienti, nonché informati molto bene su ciò che si dovrà recitare
b) Non siano coinvolti minorenni (pedopornografia)
c) Non siano eseguiti atti di violenza sugli animali (zoofilia)
ALTRO APPROFONDIMENTO tratto da
Da uno stupro agreste ai codici di amore e di onore delle prostitute romane, sino a Jack lo Squartatore, sei casi di violenza sessuale raccontati da studiosi con il sapore della cronaca, ma nello stesso tempo collocati nei rispettivi scenari storici e nella vita sotterranea delle più misteriose pulsioni psicologiche.
(...) I settori situati al margine sono teatro privilegiato dell'aggressione, come se l'opportunità dei luoghi presagisse la disponibilità dei corpi; come se il terreno incolto, i campi periferici, i depositi di merci e le sponde dei fiumi la notte stimolassero il desiderio di aggredire.
L'infelice Mary Rogers, seduttrice e vittima, viveva al punto di incontro di parecchie città; cresceva in un'epoca di fluidità degli spazi sociali.
Lo Squartatore di Whitechapel ha perpetrato le sue orribili mutilazioni al margine dell'East End, in un luogo di confusione sociale, ossessionato dalle perversioni del West End, alla ricerca della supposta animalità del sesso popolare.
La lettura di questi testi suggerisce anche alla fantasia la vicinanza dello stupro alla bestialità, ma nell'ambito dell'abominevole, ai limiti dell'umano, al punto d'incontro con l'animale. E l'assillo trova alimento nella dissacrazione della gente.
Più banale, ma onnipresente, il rapporto tra violenza sessuale e rapporto d'autorità.
Il corpo violentato è spesso già al servizio dell'aggressore e dei suoi simili: schiave, domestiche, impiegate, apprendisti sono altrettante vittime designate.
Nel quartiere del mercato, a Valenza, nel Cinquecento, domestici e garzoni sono alla mercé dei sodomiti.
Nel sud del Massiccio centrale, trecento anni dopo, le bambine e le minorate mentali calmano i bollori dei cadetti squattrinati, dei lavoratori celibi. Come il rapporto di prostituzione, a cui spesso prelude, lo stupro si presenta solo come un'estensione dell'autorità.
In entrambi i casi il sospetto che pesa sulla vittima spinge a discolpare l'aggressore.
La contemplazione del corpo violentato suggerisce il compiacimento sessuale, evoca la liberazione della sessualità minacciosa della donna.
La vittima praticava l'onanismo? Non aveva forse già perso la verginità? Non ha, con le sue reazioni vivaci, dato prova di essere esperta in materia d'amore?
L'esame delle tracce dell'attentato va in cerca del segno di corruzione, e la riprovazione si volge contro la vittima ingannevole; a conti fatti, la colpa potrebbe incombere specialmente sull'Eva tentatrice.
Il racconto dello stupro, quanto e anche più dell'atto stesso, testimonia le rappresentazioni maschili della sessualità.
Comunque, il terrore suscitato dal misfatto dell'uomo consolida nella donna il senso della sua vulnerabilità accentuandone la passività.
La traduzione narrativa dei delitti di Jack Lo Squartatore, eroe anonimo dotato di misterioso potere, contribuisce a tratteggiare la condizione femminile in seno alla grandi metropoli.
In fatto di onore femminile le trattative, l'accomodamento, il risarcimento spesso prevalgono sull'istruttoria giudiziaria, e questo, dal Medioevo in poi. (1)
Le strategie, in effetti, mutano a seconda delle strutture antropologiche e in questo campo si dovrebbero condurre indagini più accurate; l'aspetto essenziale di questo libro riguarda l'erotizzazione della sofferenza e della morte.
Infine, si può fare una riflessione anche sulle malattie veneree, in particolare la sifilide (che fece la sua comparsa nel 1495) che a causa della sua trasmissione (nei rapporti sessuali) faceva morire due volte il contagiato: la morte fisica, e molto prima, la condanna sociale. (2)
Note:
(1) Come fatto di cronaca si potrebbe citare lo stupro di una minorenne di 12 anni, Margot Simmonet, avvenuto nel 1466, che fece scalpore perché vedeva coinvolti ben tre esponenti dell'elite mercantile e dei merciai.
(2) Allo stigma della sifilide come "castigo che colpiva i fornicatori" possiamo aggiungere quello dell'AIDS, che soprattutto negli anni Ottanta (ma anche oggi) da certi cristiani integralisti è considerato "una malattia che colpisce solo gli omosessuali" ed è, ovviamente, vista come "castigo di Dio".
N.B: di questa autrice, che pure ha scritto riflessioni molto interessanti sulla guerra e la violenza, non condivido la sua battaglia anti-pornografia, per questi motivi che ora espongo in sintesi:
1) Proporre la censura, anche di argomenti scabrosi, osceni, violenti, blasfemi è un atteggiamento tipico delle dittature di destra e di sinistra e delle ideologie totalitarie (cristianesimo, islam ecc.), quindi non condivido neppure una censura "a fin di bene", cioè con lo scopo di "prevenire" la violenza.
2) Musica, videogames, film, libri, arte e porno non fomentano la violenza. La violenza è connaturata all'indole umana e ci sarebbe anche se non ci fossero prodotti cartacei o cinematografici che la mostrano. è vero che esistono gruppi terroristici che fomentano la violenza (KKK, isis ecc.) ma il fatto che si rifacciano a questo o quel libro, film ecc. non sta a significare "che la colpa" sia del libro, del film. Nel caso del porno, non si può dire che fomenti gli stupri, così come i film horror non fomentano gli omicidi perché una persona equilibrata sa benissimo che differenza ci sia tra fantasia (anche sessuale) e realtà; il porno poi è tutto basato su fantasie sessuali difficilmente realizzabili nella realtà (e comunque, non a quel modo) come potrebbe essere "l'orgia" (g*ng bang), travestimenti vari ecc. ed è chiaro che sono tutte situazioni fittizie che si esauriscono in quel contesto e servono unicamente a provocare un orgasmo. Non hanno altri fini, scopi o pretesi.
3) Molto più responsabili di far perdere il senno, di far perdere il contatto con la realtà e far compiere azioni criminali sono gli psicofarmaci come lo zoloft che causa allucinazioni e sblocca l'aggressività. Anche alcool e droghe alterano la percezione della realtà.
4) Non esiste un'unica pornografia, ma diversi sottogeneri della pornografia, anche agli antipodi, quindi il termine andrebbe usato al plurale.
Come esistono i porno violenti che mostrano stupri fittizi, il genere forced s*x (e tutti gli attori e attrici coinvolti recitano una parte) o persino a tinte sanguinolente e grottesche (porno horror) esistono anche porno che mostrano attori maschili che subiscono umiliazioni da parte delle donne (Femd*m), attori e attrici travestiti da pupazzi (furry f*tish), attori e attrici travestiti da preti e suore (nun f*tish), da soldati e ufficiali (martial f*tish), infermieri e dottori (clinical f*tish) e molto altro (esiste anche un tipo di pornografia che dipinge le persone di pelle bianca come schiavi e sottomessi alle persone di pelle scura).
Se poi si crede che il "forced s*x" istighi e promuova gli stupri sulle donne, sarebbe logico e consequenziale credere anche che il Femd*m istiga alla violenza contro gli uomini o il furry f*tish istiga alla violenza contro gli orsacchiotti o qualsiasi porno dove un'attrice afro fustiga un attore bianco stia promuovendo il "suprematismo nero con genocidio della razza bianca" ...
5) Per lo stesso motivo non esiste neanche un'unica figura di "modello estetico femminile", perché nei porno a seconda del genere, si vedono donne di tutti i tipi, dalle donne particolarmente obese (BBW) a quelle anziane (granny), dalle donne mulatte a quelle bionde ecc.
6) Sfatiamo anche il mito che vorrebbe che "solo gli uomini guardano porno". Esiste anche un porno per donne (pornografia rosa) a tinte soft e anche esplicite, però questa viene percepita come più "lecita" rispetto a quella pensata per il pubblico maschile, e questa è una contraddizione perché se si afferma che tutta la pornografia va vietata perché "promuove la violenza contro le donne", allora per coerenza andrebbe vietata anche quella per donne perché "promuove la violenza contro gli uomini". Eppure, un uomo subisce lo stigma della riprovazione se afferma chiaramente di amare il porno; una donna può affermare di trovare eccitanti prodotti che vanno a titillare le fantasie femminili sessuali e romantiche ("Titanic", "Twilight" ecc.) senza che costei subisca più di tanto lo stigma. Eppure sia "Titanic" sia un video porno pensato per un pubblico maschile, soddisfano entrambi fantasie sessuali, anche se con rappresentazioni diverse.
Per approfondimenti sul porno rosa vedi: https://www.stile.it/2016/08/17/pornografia-in-rosa-id-121722/
Vedi anche libri come questi:
Idem parlando di sex toys: se si criticano le bambole gonfiabili o i robot femminili, si dovrebbero anche criticare i sex toys pensati per donne (vibratori).
Inoltre, va accettato che ci siano donne che amano vedere pornografia violenta (forced s*x). Tali donne non "fomentano gli stupri contro le donne" e non è neanche lecito pensare che "siano donne che vogliono essere stuprate". LA FANTASIA è UNA COSA, LA REALTà UN'ALTRA. Per questo motivo, nessun uomo è autorizzato a stuprare una donna, che anche abbia tale fantasia sessuale, se tale fantasia non è stata concordata prima.
Idem per un uomo: il fatto che un uomo, nella sua fantasia, possa eccitarsi pensando di venir calpestato da una donna NON AUTORIZZA alcuna donna a mettergli addosso le mani senza il suo consenso e nell'ambito del gioco sessuale concordato.
E per evitare ricatti, ricriminazioni, false accuse, è meglio che anche quegli uomini che si eccitano impersonando la parte del rapinatore (con relativa pistola giocattolo) o ruoli simili che giocano con l'ibristrofilia (eccitazione per i criminali e il contesto della galera), facciano firmare una dichiarazione di consenso alla donna con la quale organizzano la situazione sessuale: questo per dimostrare che da entrambi le parti ci sia il CONSENSO.
Ovviamente il gioco erotico va interrotto se una delle due persone ad un certo punto dice NO.
Un'altra cosa: il Femd*m è lecito laddove sia consenziente per entrambi e senza che degeneri in sfruttamento economico con un uomo obbligato con minacce o ricatti a versare soldi alla Mistress. è vero che ci sono uomini che si eccitano a pagare le donne ("money slave") e da questo ne traggono piacere sessuale; questo non sta a significare che si debba passare certi limiti abusando di una persona e manipolandola. https://www.vice.com/it/article/5gnvjx/dominazione-finanziaria-dipendenza-482
7) Più in generale, un femminismo che critica il porno (o la pubblicità, i videogames, i film ecc.) va poi a braccetto (nolente o volente) con la destra conservatrice teocon che ha gli stessi obiettivi (https://news.mrwebmaster.it/uk-verso-crociata-anti-porno_4767.html), e questo è un cortocircuito ideologico, un controsenso, perché non ci si può spacciare per donne emancipate se poi ci si allea con ideologie religiose (https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/102003523) che ritengono la donna inferiore e propongono un ideale femminile di frigidità e\o lasciano intendere che "solo la donna vergine è stimabile" o che solo "l'uomo che fa sesso per la procreazione sia degno".
8) Sfatiamo anche il mito che dipinge chi guarda porno (e\o ascolta musica metal estrema) come un "degenerato stupratore pericoloso". è vero che alcuni serial killers erano dipendenti dalla pornografia (e\o alcuni tra loro ascoltavano metal) ma ci sono centinaia di assassini seriali che la pornografia neanche la guardavano e neanche sapessero cosa fosse il Black Metal; inoltre, come ho già detto, una persona equilibrata e razionale sa benissimo che differenza ci sia tra realtà e fantasia, conosce la distinzione tra reale e fittizio (recitato). Idem parlando di musica metal estrema: ascoltarsi i Cannibal Corpse non significa essere "dei cannibali serial killer"; ascoltare Black Metal non sta a significare che si darà fuoco ad una chiesa o si uccideranno i cristiani.
9) è vero che, come tutte le cose, anche la pornografia ha i suoi difetti: attori e attrici possono subire dei danni fisici o psicologici o lavorano in condizioni igieniche pessime contraendo malattie; chi visiona la pornografia può diventarne dipendente (https://www.stateofmind.it/2015/06/conseguenze-pornografia/), perdendo interesse alla vita reale e vera e rifiutando ogni rapporto con le persone reali (o per incapacità relazionali varie che vengono peggiorate dalla dipendenza pornografica o per altri motivi che rendono difficoltoso il rapporto con il prossimo).
Questi sono problemi reali su cui è possibile intervenire perché, come tutte le cose, anche la pornografia può essere deleteria se se ne abusa, ma non hanno niente a che vedere con il chiedere di "proibirla" o stigmatizzare chi la guarda (o ama recitarla). Si può diventare dipendenti da qualsiasi cosa, senza che la cosa in sé sia deleteria; è l'abuso che se ne fa, senza limiti, che la rende pericolosa.
Inoltre la pornografia potrebbe essere usata a scopo terapeutico per persone con fantasie sessuali difficilmente realizzabili nella realtà che potrebbero trovare più facile viverle nella propria mente, nella propria intimità (che è sacrosanta) davanti ad un video porno, piuttosto che "reprimersi" causando una grave forma di astinenza sessuale e sofferenza.
Trattare come "pervertito" chi ha certe fantasie sessuali "non così diffuse" o "difficili da mettere in pratica nella realtà" è ingiusto, sessuofobico e stigmatizzante, considerato anche il fatto che, contrariamente a quanto millanta la psichiatria, NON SI PUò GUARIRE dalle fantasie sessuali. La sessualità è un bisogno umano e chi per vari motivi non può soddisfarla nella realtà (non trova un o una partner, ha difficoltà relazionali, una fantasia sessuale particolare ecc.) ha tutto il diritto di trovare del materiale erotico di suo gradimento da usare per la sua gratificazione sessuale, in tutta sicurezza e senza "venir inquisito" dai pregiudizi della gente.
10) Infine, penso che nelle pornografie sia lecito mostrare ciò che eccita un certo tipo di target di persone, e sia lecito recitare ciò che eccita, a patto che:
a) Attori e attrici siano tutelati e consenzienti, nonché informati molto bene su ciò che si dovrà recitare
b) Non siano coinvolti minorenni (pedopornografia)
c) Non siano eseguiti atti di violenza sugli animali (zoofilia)