Il Ciclo Arturiano (6) Avalon, Afallach e l'Isola delle Mele


Il nostro viaggio alla scoperta di Avalon prende le mosse dagli accadimenti relativi agli ultimi momenti di vita di Artù, perché è proprio solo dopo la fatale battaglia di Camlan che veniamo introdotti a questa nuova realtà geografica che il tempo ed errate interpretazioni nella traduzione dei testi originali gallesi hanno avvolto in un alone di mistero. Goffredo di Monmouth nella sua "Historia" racconta che quando Artù venne mortalmente ferito fu trasferito nell'Isola di Avalon per essere curato.
Al contrario, nel Brut e in altri testi della tradizione gallese, quella che Goffredo chiama Isola di Avallonis è resa con la forma gallese di Ynys Afallach, che molti ritengono comparisse anche nella versione originale dell'opera proposta in traduzione da Goffredo; la maggior parte dei testi che sono giunti fino a noi non sono affatto copie fedele della "Historia", in quanto pur contenendo materiale narrativo e storico certamente utilizzato da Goffredo, presentano anche una buona parte di informazioni che nulla hanno a che vedere con il suo lavoro (Nota di Lunaria: oltre che la cristianizzazione forzata di questo o quell'elemento pagano).
Comunque, l'antica dizione di Ynys Afallach indica l'Insula Avallonisa, l'Isola di Avalon. Ma cosa significa esattamente Ynys Afallach?


La confusione iniziale nasce dalla traduzione sbagliata della parola "Ynys", che significa "isola" ma anche "regno", "reame". Un'altra interpretazione ritiene Afallach "il posto delle mele", dalla parola "Afall" arricchita dalla desinenza del plurale "-sach" identificando per questo Avalon con le Isole delle Mele. (*)


Nell'opera di Goffredo dal titolo "Vita di Merlino", la Insula Avallonis diventa Insula Pomorum (Isola delle Mele), cosa che induce a pensare che Goffredo ritenesse il vocabolo Afallach derivato dal gallese "mela" o "albero di mela".


Sempre Goffredo compie un altro collegamento fra l'Insula Avallonis dell'"Historia" e l'Insula Pomorum della "Vita di Merlino", associandola alla figura di Morgana la Fata e delle sue sorelle, queste ultime in veste di assistenti del re morente.

Nota di Lunaria: Morgana l'ho trattata a fondo qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-4-morgana.html

Per la morte di Artù: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-5-artu-tristano.html
per inciso, il "re morente" potrebbe essere figurato e la riproposizione dell'idea pagana di Dio che muore e resuscita (es: Dumuzi, Tammuz, Osiride ecc.)

Nella "Vita" Goffredo chiama l'Insula Avallonis col nome di Isola Fortunata e annota: "L'isola assume questo nome poiché vi attecchiscono e crescono tutte le erbe in modo spontaneo e generoso. Sull'isola non esiste alcuno che le coltivi, ma esse sbocciano lo stesso con rigoglio per la sola benefica azione delle forze della Natura. Vi cresce il grano e l'uva e i meli scaturiscono dall'erba tenera dando origine a grandi boschi profumati. Sull'isola fiorisce in modo spontaneo ogni tipo di pianta e gli uomini che le abitano vivono fino a 100 anni e anche oltre".
L'immagine di una mitica Isola Fortunata risale allo storico Pomponio Mela (45 d.c) quando si riferisce all'Isola di Senna al largo della costa britannica, rinomata per la presenza di "un celebre oracolo di una divinità gallica, le cui Sacerdotesse, che vivevano nella santità di una perenne verginità si diceva fossero in numero di nove"


Nota di Lunaria: il collegamento con le Vestali mi sembra evidente; comunque anche Jan de Vries


ipotizzava dell'esistenza di qualche comunità religiosa esclusivamente femminile nel contesto celtico.
Poiché Goffredo di Monmouth era nativo delle terre gallesi di confine, era certamente al corrente di tutte quelle saghe che parlavano dell'Aldilà celtico e amalgamandole con la sua cultura classica non è da escludere che abbia combinato una qualche confusione fra l'originale Ynys Afallach gallese e la latina Insula Avallonis.
Nell'opera "De antiquitate Glastoniensis Ecclesiae", 1125, lo storico medievale Guglielmo di Malmesbury offre due spiegazioni a proposito dell'origine del nome "Avalon": (Glastonbury) è anche nota come Isola di Avalon e questa è l'origine del nome: si dice infatti che un giorno Glasteing trovò la sua scrofa [nota di Lunaria: la scrofa è un animale legato alle Dee come Cerridwen] sotto l'albero di mele che stava accanto all'antica chiesa e poiché le mele sono frutti rari da queste parti, egli decise di chiamare nella sua lingua quel posto "Insula Avaloniae", che significa "Isola delle Mele"; la spiegazione di Guglielmo viene corroborata da Giraldo Cambrense, che scrive: "Avallonia è così chiamata sia per la radice aval che in inglese significa mela, perché in questo luogo abbondano le mele, sia per un certo [A]vallo, che era un signore di questa terra". Afallach sarebbe (potrebbe) essere il nome di un signore, un antenato mitico, da cui discendono i parenti e  famigliari che costellano la vita e le vicende di Artù, figlio di Uther Pendragon e di Igraine (Eigyr). Igraine, inizialmente, non era moglie di Uther, ma di Gwrlois (Gorlois), duca di Kernyw; la donna era stata ingannata perché Merlino aveva mutato le sembianze di Uther, incapricciatosi di Igraine, trasformandolo in Gorlois, di modo che potesse sedurre Igraine, puntualmente rimasta incinta con l'inganno: è così che nacque Artù.


(*) La parola gallese che sta per "frutteto" è "perllan" che compare a partire dal XVI secolo. La lingua gallese ha sia la forma "afal" (mela) che "afallen" (albero di mela) consacrati sia in letteratura che in molti toponimi. Peraltro, da molti toponimi e anche da certi elementi negli stemmi è possibile risalire agli elementi pagani locali (Nota di Lunaria)



Approfondimento sulla Mela tratto da


Non è un caso che la mela sia stata demonizzata dal monoteismo. La tradizione cristiana ritiene la mela un frutto nefasto, collegato a quello che loro ritengono il "diavolo". è per questo che associano la mela ad Eva, per demonizzare la donna e collegarla al "diavolo".
In verità, la mela è il frutto della Conoscenza.

Per la VERA analisi del Serpente in Genesi, vedi: http://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-3-il-serpente-dagon-e.html

"Prese il pugnale sacro e tagliò la mela in due, non dall'alto verso il basso come siamo abituati a fare, ma orizzontalmente. Quindi prese le due metà. "C'è un segreto che coloro che onorano la Dea conoscono: dentro la mela c'è una stella, simbolo delle Antiche Vie. è un simbolo della Dea e del suo sacro dono della vita."
Al centro della mela, i semi formavano una stella. "Noi siamo Sacerdotesse dell'Antica Madre, dell'Arte della Conoscenza, anche se alcuni, per paura e ignoranza, ci chiamano figlie di Eva. Noi onoriamo la Conoscenza, non la temiamo. Dando un morso a questa mela, accettiamo la responsabilità della Conoscenza, ci impegniamo a usarla saggiamente nel mondo e a condividerla con gli altri.
Reclamiamo il potere e la sacra saggezza della meravigliosa Dea che risiede in tutte le cose."


Avalon è stata citata molte volte anche in musica. Secondo me una delle band migliori, nel genere, sono le Artesia




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