Calabria: le origini pagane


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La storia della Calabria è un susseguirsi di invasioni: dai Romani ai Barbari, dagli Spagnoli ai Francesi, fino all'emigrazione del Novecento.
Non sappiamo moltissimo delle antiche popolazioni italiche.
Le origini dei Bruzi (1) che abitarono la Calabria, non sono certe: sembra che si siano staccati dai Lucani versi il IV secolo a.c; l'alleanza delle popolazioni con i Cartaginesi e poi le lotte antiaristocratiche e antiromane, a fianco di Spartaco (73-71 a.c) danno origine al mito dei Bruzi come ribelli e indomabili. La conclusione delle guerre puniche (2016 a.c) permette a Roma il controllo di tutta la penisola bruzia e la Calabria greca si trasforma in una regione greco-latina.
La presenza di esseri umani in Calabria è attestata fin dal Paleolitico: alcune selci ad amigdala rinvenute presso il confine con la Basilicata testimoniano che questa terra era già abitata; anche le grotte presso Scalea hanno conservato tracce di Homo Sapiens.
Tracce di esseri umani in età neolitica sono state ritrovate nella Sibaritide, nella Piana di Curinga, nella contrada Caria di Girifalco. I primi abitatori della Calabria erano nomadi e abitavano le grotte.
La testimonianza artistica più antica in Calabria è un graffito rappresentante un bovide, rinvenuto nella grotta del Romito di Papasìdero e risalente al Paleolitico Superiore.


In tutta la Calabria sono disseminati insediamenti preistorici, del Paleolitico o Neolitico. L'età del Bronzo testimonia i contatti della Calabria con le antiche culture italiche meridionali.
La particolarità della cultura calabrese neolitica è il rito funerario dell'incinerazione rinvenuto nella grotta della Pavolella (Cosenza), che rappresenta un'anomalia rispetto all'uso mediterraneo diffuso nell'Italia del Sud, di seppellire i morti col rito dell'inumazione nella fossa singola.

Infine, la Calabria diventa territorio greco, inglobata nella Magna Grecia.
L'arrivo dei Greci portò a un rinnovamento culturale: Sìbari, Crotone, Reggio e Locri hanno tutte origini greche.
Reggio fu fondata da coloni eubei nel VIII secolo a.c, col nome di "Rhegion"; presto estese la sua influenza commerciale anche ai territori locresi sullo Jonio e fino a Medma sul Tirreno.
Locri venne fondata nel VII secolo a.c: proprio in questa città fu redatto un codice antico di leggi scritte, dove sono evidenti la tradizione matriarcale, la filiazione matrilineare e la disponibilità e accoglienza verso gli stranieri.



Nel 710 a.c gli Achei fondarono Crotone, che intraprese una politica espansionistica e guerrafondaia, come la guerra contro Locri, che si concluse nel 549 a.c, e quella contro Sibari (510 a.c)
Oltre ai Bronzi di Riace, anche a Locri Epizephiri sono stati rinvenuti dei pinakes fittili ed ex voto per la Dea Persefone. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/demetra-e-persefone.html





A Crotone sorgeva lo splendido tempio di Hera Lacinia, di cui ora resta un'unica colonna.



A Casa Marafioti sorgeva il tempio dorico dedicato a Zeus. Importante anche il santuario di Afrodite, del VI secolo a.c, con la sua pianta aperta verso il mare e i suoi 37 pozzi sacri. In Contrada Marasà ci sono i resti del tempio ionico, sorto nel 480 a.c, dal quale provengono i Dioscuri, esposti al museo di Reggio.
In località Mannella sono ancora visibili i resti del santuario di Persefone (seconda metà del V secolo a.c) con migliaia di ceramiche e terracotte di pìnakes raffiguranti il mito di Ade e Persefone.
Il culto di Persefone era collegato al ciclo delle stagioni e impregnato di motivi orfici; i devoti portavano dei pìnakes per ringraziare la Dea o per propiziarsela.
Sibari fu fondata nel tardo VII secolo a.c: grazie alla fertilità delle sue terre ebbe un grande sviluppo economico; vennero poi fondate altre colonie sul versante tirrenico.
Anche i Romani fondarono colonie: Minervia Nervia Augusta Scolacium fu fondata nel 123 a.c sulle ceneri della città greca Skylletion; per questo la Calabria è disseminata di ville patrizie.


Una breve citazione anche per Gerace: sullo stemma del paese abbarbicato sulla rupe è raffigurato uno sparviero, il rapace (in greco "hierax", da qui il nome della cittadina) che mostrò agli abitanti dell'antica Locri il luogo in cui fondare una nuova colonia.
Nota di Lunaria: ci si ricordi che gli uccelli erano spesso associati alle divinità femminili: si pensi alla civetta di Atena, al cuculo e al pavone per Hera, alla colomba di Afrodite. (e in altre culture: il corvo, per Morrigan e Dhumavati; la civetta bianca per Lakshmi; il falco per Iside, l'avvoltoio per Nekhbet)
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/uccelli-ditalia-e-il-simbolismo-antico.html

Infine, una breve riflessione alla figura della "brigantessa", cioè della donna (moglie o amante) dei briganti, ovvero di tutti quei meridionali che si opposero fermamente all'Unità d'Italia, combattendo una vera e propria guerriglia sanguinaria che metterà a ferro e fuoco (nonché esposto alle rappresaglie dell'esercito) diverse città del Meridione. Qualcuno ha voluto vederci in queste donne che sceglievano di imbracciare le armi per combattere a fianco dei loro uomini, una sorta di rozzo protofemminismo contadino.
La brigantessa calabrese più famosa fu Marianna Oliverio detta "Ciccilla".




 https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/litalia-meridionale-nel-1861-e-lunita.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/il-brigantaggio.html
 

Dal punto di vista architettonico, la Calabria ha numerosi e splendidi castelli.
I ruderi del castello degli Alberti a Pentedàttilo, però, hanno una storia da raccontare.
Dentro quei ruderi si consumò la tragedia degli Alberti che è ricordata in tanti documenti scritti: esisteva, per ragioni di confine, un'ostilità tra i signori del feudo di Pentedàttilo e quelli del feudo di Montebello. Questo che segue è quanto avvenne.
Bernardino Abenevoli del Franco, barone di Montebello, si innamora di Antonia, figlia del marchese Francesco Alberti, che non approva il matrimonio.
Nell'aprile del 1685 muore il vecchio marchese e gli subentra il figlio Lorenzo, che incoraggia il fidanzamento tra la sorella e don Petrillo Cortez, fratello della sua promessa sposa. Bernardino medita vendetta per le nozze rifiutate: nella notte di Pasqua del 16 aprile 1686 entra nel castello con 40 uomini e uccide Lorenzo, la marchesa madre, Simone e Anna Alberti e altri.
Antonia viene violentata e rapita.
La notizia della strage si diffonde a Reggio e a Napoli: il vicerè invia reparti di fanteria spagnola, don Petrillo viene liberato e Antonia rinchiusa nel Conservatorio della Presentazione. Dell'Abenevoli, riuscito a fuggire, si ebbero solo notizie presunte: la memoria popolare non nasconde il dolore e di senso di colpa collettivi e avverte il sangue versato come origine della maledizione che colpisce Pentedàttilo fino a farlo diventare un paese morto: nel XVII secolo gli abitanti del borgo arroccato alle falde dell'Aspromonte si trasferiscono; il terremoto del 1783 distrugge la rocca di Pentedàttilo, la chiesa e molte abitazioni; le alluvioni e l'esodo migratorio degli anni '50 determinano lo spopolamento del paese.





 

















Nota di Lunaria: leggendo le guide turistiche, ho trovato un collegamento al "Culto della Yoni" (cioè il culto della fecondità rivisto nell'emblema dei genitali femminili) osservando i biscotti calabresi chiamati Mostaccioli:


sono biscotti fatti di farina, zucchero, cannella, miele e vino cotto, le cui forme (umane o animali, a volte decorati con confettini colorati) testimoniano un origine antica: ricordano gli ex voto in terracotta che i fedeli pagani portavano nei santuari della Magna Grecia; questi biscotti hanno spesso una forma a "pesce" o meglio,  "a mandorla", cioè a Yoni, ricordando la Vulva, esattamente come le immagini di Sheela-na-Gig. 



(1) Riporto un approfondimento trovato qui:
http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Italici/Bruzi.html

"La comparsa di questo Popolo nella Storia della Calabria Antica e il suo definitivo declino, e' ben fotografato dalle parole di Strabone(VI,255) e (VI,253-254):
"Poco oltre i Lucani ci sono i Bretti, che abitano una penisola, la quale a sua volta comprende un'altra penisola il cui istmo va da Skylletion fino al golfo di Hipponion. Il loro nome è stato dato dai Lucani: questi i ribelli li chiamano appunto "bretti". Secondo la tradizione, i Bretti che prima erano dei pastori al servizio dei Lucani e poi si affrancarono, si rivoltarono contro di essi esattamente allorché Dione portò guerra a Dionisio  e fece sollevare tutti questi popoli gli uni contro gli altri".
I Bruzi erano guidati da una donna, una certa Bruzia o donna Brettia, che nel 356 a.c ha condotto i Bruzi a liberarsi dalla schiavitù: i Romani diffamavano i Bruzi perché per tre secoli non vollero rassegnarsi al dominio romano.

Band consigliata: http://www.metalinitaly.com/metal-italy-vi-presenta-gli-orphean-melodic-death-metal-dalla-calabria/ 



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Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/puglia-le-origini-pagane.html