Il pavone è un uccello particolarmente apprezzato per la sua bellezza. è originario dell'India, dove, per il pomposo dispiegarsi a forma di ruota delle penne della sua coda, era ritenuto un simbolo del Sole.
Nota di Lunaria: vedi il dio Murugan
Anche Krishna qualche volta si accompagna al pavone
Attraverso Babilonia, la Persia e l'Asia Minore, giunse a Samo, dove diventò l'uccello sacro del santuario di Era:
Nota di Lunaria: Era è una figura piuttosto complessa. Ci porterebbe via parecchio tempo parlare di lei nel dettaglio. Suggerisco di leggere l'ottima analisi che trovate qui:
Nell'Atene del V sec. a.c si pagava un biglietto per vedere i pavoni, considerati rarità esotiche. A Roma nel II sec. a.c divennero gli animali sacri a Giunone, Dea legata al serpente e alla capra.
Nel mondo occidentale il pavone era innanzi tutto il distruttore dei serpenti e si spiegavano i colori cangianti delle penne della coda con la sua capacità di tramutare il veleno dei serpenti in sostanza solare.
Il vero significato del Serpente: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/nu-wa-e-il-serpente.html
Nota di Lunaria: in effetti si potrebbe associare il Sole al Serpente, almeno all'Ouroboros
Se in Oriente e in special modo per la setta curda degli Yezidi, il pavone Melek Taus (Re Pavone) era ritenuto un messaggero divino, nel mondo islamico esso simboleggia invece il cosmo o i grandi corpi celesti del Sole e della Luna.
Nota di Lunaria: ricordiamo che nell'islam ci sono tracce di totemismo animale, oltre che di litolatria: il culto alla cammella e degli uccelli e della Pietra Nera. Certo, ovviamente a loro può dare fastidio leggere queste analisi alla loro religione, ma è un dato di fatto... basta leggere le sure giuste...
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arabia-saudita-no-per-davvero-parli-di.html
Anche nel cristianesimo delle origini prevalevano le interpretazioni positive:
la sua carne era considerata incorruttibile e quindi simbolo di Cristo nel sepolcro; il fatto che perdi le penne e le riacquisti a primavera appariva simbolo del rinnovamento e della resurrezione. Gli occhi del pavone erano considerati un segno di onniscienza divina.
Per trovare un'interpretazione negativa al pavone bisogna ricorrere al testo protocristiano Physiologos dove si dice che il pavone "gironzola", prova piacere nel guardarsi e si esibisce con superbia. Quando però osserva le proprie zampe non può fare a meno che lanciare un grido di rabbia, perché esse non corrispondono affatto al resto del suo aspetto. Secondo l'interpretazione simbolica, quando il cristiano vede i propri meriti può esultare; "se però guardi i tuoi piedi cioè i tuoi difetti, allora piangendo invochi dio e detesti l'ingiustizia, così come il pavone detesta le sue zampe"; emerge così il significato simbolico oggi usuale: il pavone simboleggia la boria, il lusso, l'alterigia, la superbia, tutte caratteristiche che possono riguardare anche il predicatore: "Quando si loda il pavone, esso rizza la sua coda, quando viene elogiato dagli adulatori, si eleva col proprio animo nell'empireo della vanità"; sollevando la propria coda lascia però scoperto il sedere e nel darsi vanitosamente delle arie diventa lo zimbello degli altri; per i trovatori il pavone era la quintessenza e la personificazione della superbia, dell'orgoglio arrogante.
L'influenza positiva che l'uccello aveva in Cina era dovuta all'influenza esercitata dalla cultura indiana (la Dea Sarasvati cavalca un pavone; Indra siede sul trono del pavone)
In Cina, il pavone (k'ung-ch'iao) incarna la bellezza e la dignità, scaccia le forze maligne e danza quando vede belle donne. Le penne del pavone erano distintivi onorifici dell'imperatore manciù. C'erano pavoni anche nei giardini cinesi.
Nel contesto iconografico dell'Alchimia la coda del pavone (cauda pavonis), dotata di colori cangianti, è, in alcuni testi e immagini, il segno visibile del processo per cui le sostanze vili si tramutano in sostanze superiori, in altre invece simboleggiano il fallimento di un processo che lascia dietro di sé solo scorie (caput mortuum, il "teschio")
Di rado il pavone è presente nell'arte araldica e in questi casi a prevalere non è il significato di superbia, ma quello positivo della resurrezione o dello splendore.
Per quanto riguarda gli Yezidi (Yazidi), riporto l'analisi presa da
"Adoratori del Diavolo", shaitan-perest, servi del Demonio, 'abede-i Iblis, furono chiamati, in senso diffamatorio, i Yezidi o Yazida, un gruppo tribale curdo, che pratica una religione considerata eretica dal punto di vista islamico.
Resta non risolto l'origine del loro nome che, secondo l'opinione meglio documentata, dovrebbe risalire al persiano moderno "ized", "angelo, divinità" e in conseguenza dovrebbe significare "adoratori della divinità o degli angeli", (*) con un sicuro rapporto fra la loro religione e l'area iranica dello Zoroastrismo.
Si tratta di un sistema teologico-mitologico che presenta, accanto ad altre tematiche, il motivo del dualismo di origine gnostica e manichea, e quindi quello della conflittualità fra una potenza positiva e una demoniaca e negativa.
All'inizio, vi è un conflitto mitico tra Dio e l'Angelo Pavone o il Re Pavone. Dio crea il mondo e resta poi inattivo, e a lui si sostituisce il preservatore del mondo ossia l'Angelo Pavone. Egli, con il nome di Malak Ta'us, è l'angelo decaduto per la sua ribellione e poi ricostituito nella sua dignità e posto da Dio al governo del mondo. Con le sue lacrime di pentimento, che riempirono sette giare in settemila anni, ha definitivamente vinto e distrutto il male, così che per i Yezidi non esiste né l'inferno né il male.
Quale sia l'origine di questa rappresentazione teriomorfica di Dio è un problema non risolto: secondo l'ipotesi di G. Furlani, in alcune interpretazioni tarde del mito della caduta di Adamo, il pavone fu intermediario tra Iblis-Satana e il serpente tentatore. Infatti Iblis si rivolse a tutti gli animali per essere aiutato, ma il pavone, pur rifiutando di intervenire, mandò un serpente presso il Diavolo. Dopo il peccato - che nell'esegesi coranica è di natura sessuale (*) - Dio precipitò i responsabili sulla terra.
(*) Nota di Lunaria: questa è un'inesattezza, perché
"Una delle aree pià fastidiose dell’esistenza umana è il problema del peccato o del male nel mondo. Si crede comunemente che il peccato abbia cominciato ad esistere con Adamo ed Eva, nel corso della loro dimora nel Giardino dell’Eden. Quell’evento portò alla Caduta e impresse nella specie umana il marchio della colpa, dell’infamia, della confusione mentale. L’Islam ha assunto una posizione unica in ordine a tale questione, una posizione che non è condivisa da nessuna altra religione conosciuta. Il Qur’an afferma che Adamo ed Eva ebbero da Dio l’ordine di risiedere nel Giardino dell’Eden e di godere dei suoi frutti come loro piacesse, usufruendo di tutto ciò che il Giardino offriva. Furono però ammoniti a non avvicinarsi a un determinato albero, se non volevano commettere un’ingiustizia e incorrere nel danno. Ma Satana li indusse in tentazioni e fece sì che essi perdessero quella condizione felice. Furono espulsi dal Giardino e fatti scendere sulla terra, a vivere, a morire e a presentarsi al Giudizio Finale. Resesi conto di quel che avevano fatto, ne provarono vergogna, si sentirono colpevoli ed ebbero rimorso. Pregarono Dio che avesse misericordia di loro e furono perdonati. (Qur’an, 2, 35-38; 7, 19-25; 20, 117123) [...] Assai più importante e il fatto che DIO è sempre pronto a rispondere all’appello sincero di chi richiede il Suo aiuto. Egli e cosi Clemente e Misericorde che la Sua Indulgenza e Onnicomprensiva e la Sua Misericordia e inclusiva di tutto. (Qur’an, 7, 156). Un corollario della lettura di questo episodio è che la discriminazione sulla base del sesso e della colpa o peccato d’origine è estranea allo spirito dell’Islam. L’idea di peccato originale o di crimine ereditario non ha alcuno spazio nella dottrina dell’Islam. secondo il Qur’an (30, 30) e secondo il Profeta, l’uomo nasce in uno stato naturale di purezza, o fitrah, che e l’Islam ovvero la sottomissione alla volontà e alla legge di DIO. Tutto ciò che avviene dell’uomo dopo la nascita e il risultato di un’influenza esterna e di fattori che intervengono dal di fuori. se vogliamo presentare l’argomento in termini accessibili all’uomo contemporaneo, dobbiamo dire che la natura umana è malleabile." (tratto dal pdf "islamic bullettin" di Abdalati)
Come si vede, nel corano non si parla di sesso, solo del divieto di avvicinarsi ad un albero! Non è da escludere che forse qualche teologo islamico particolarmente misogino abbia fatto sua l'interpretazione cattolica della vicenda... ma è decisamente errato affermare, come riporta di Nola, che l'islam creda nel peccato originale come conseguenza del sesso; questa è l'interpretazione cattolica classica, e lo è stata per secoli, ma non è l'interpretazione islamica.
Il serpente cadde su Isfahan, il Pavone sopra Kabul, Satana sopra l'Ararat e Adamo nell'isola di Ceylon. I Yezidi hanno ripreso questo complesso leggendario sviluppatosi nell'esegesi coranica e lo hanno arricchito, identificando, in ultimo, l'angelo caduto ed espulso dal Paradiso con il Pavone.
Dall'avere i Yezidi riscattato l'angelo caduto dalla sua carica negativa e malefica e dall'averlo sollevato alla funzione di Dio, deriva l'accusa loro fatta di adorare il Diavolo; per questo motivo gli Yezidi sono stati perseguitati; negli ultimi tempi è stato l'Isis ha commettere un vero e proprio genocidio degli Yezidi; le donne yezide sono state stuprate e ridotte in schiavitù sessuale.
In effetti la rielaborazione mitologica giustifica l'accusa, anche se il Dio dei Yezidi nulla ha di satanico ed anzi la loro religione esclude l'esistenza del demonio e del male cosmico.
Nota di Lunaria: come poi, molti culti africani, in cui si crede che il sommo Dio Creatore sia disinteressato al mondo; quindi ci si rivolge agli spiriti o agli Orixas che fanno le veci di questo grande Dio trascendente e disinteressato al mondo e sono più propensi ad ascoltare gli esseri umani!
Nella narrazione cosmogonica Dio vive sopra l'albero del mondo in forma di uccello. Emana dal suo splendore l'angelo Gabriele, sempre in forma di uccello, ma proprio Gabriele assume gli aspetti del Satana Biblico, che poi si redime, annullando così nel mondo il male. Gabriele, infatti, cade nel peccato di superbia; poiché volle riconoscersi eguale a Dio. Dio lo scacciò dall'albero, dandogli un colpo di becco, e l'angelo, dopo aver volato per molti secoli, tornò a Dio e gli si sottomise, espiando così, la sua colpa.
Del resto, anche presso i cristiani erano importanti i simbolismi degli uccelli: la colomba, il pellicano, il pettirosso...
(*) Nota di Lunaria: perché nel periodo preislamico erano adorati gli angeli, o meglio "le figlie di Allah", come si ricorda, con scandalo, nello stesso corano! https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/magia-nera-iblis-e-black-metalla-scena.html
Concetto, che, comunque, c'era anche presso gli ebrei (non sempre e non per tutti gli ebrei): gli angeli non erano che "i figli di Dio" e quindi, "semidei", vedi anche tutta la speculazione ebraica dell'Enochianesimo...
Concetto, che, comunque, c'era anche presso gli ebrei (non sempre e non per tutti gli ebrei): gli angeli non erano che "i figli di Dio" e quindi, "semidei", vedi anche tutta la speculazione ebraica dell'Enochianesimo...
Nel corano la storia è simile, solo che gli angeli di Allah sono attestate come femmine, come sue figlie: sura XVI An-Nahl, Le api, versetto 51 e 57:
"Allah dice: non adottate due divinità/Attribuiscono figlie ad Allah Gloria a Lui! - e a loro stessi quello che più desiderano"
"Allah dice: non adottate due divinità/Attribuiscono figlie ad Allah Gloria a Lui! - e a loro stessi quello che più desiderano"
e il commento: "Per quello che riguarda in particolare il fatto delle "Figlie di Allah", i commentatori affermano che sia un'allusione a due tribù arabe, i Khuza'a e i Kinama, i quali ritenevano che gli angeli fossero appunto figlie di Allah"
Qui trovate il simbolismo del cigno:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/il-cigno-e-la-dea-brigit.html