Pianta che adoro!
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Pianta al tempo stesso velenosa e curativa, soggetta nella nostra cultura a molteplici interpretazioni simboliche; come sempreverde è simbolo dell'immortalità; inoltre, in un altro contesto possiede anche un valore simbolico demoniaco. I tirsi che ornavano Dioniso, Dio dell'estasi, non erano solo intrecciati con foglie di vite, ma anche con viticci d'edera. Il suo effetto, sotto forma di decotto, veniva descritto come rinfrescante ed eccitante, capace di neutralizzare i postumi dell'ubriacatura. Anche Talia, la musa della commedia, era descritta come inghirlandata da una corona d'edera.
In virtù della solidità dei suoi viticci, l'edera divenne infine il simbolo della fedeltà in amore e nell'amicizia. La sua forza vitale l'ha inoltre resa immagine della gioia, ornamento di satiri e sileni. è presente anche nell'antico culto egizio della Resurrezione di Osiride. Ghirlande d'edera erano solite rinfrescare la fronte dei convitati durante i banchetti.
Viticci di edera fissati ad alberi secchi davano l'illusione che essi fossero ancora vivi. Nell'iconografia cristiana medievale l'edera assurge a simbolo dell'immortalità dell'anima dopo la morte del corpo. Così recita una pia massima di Hohberg (1675) a proposito del significato allegorico dell'edera: "L'edera si avvinghia a una quercia con veemenza, non la si può tagliare. Quando Dio è davvero nell'anima di un uomo egli si volge subito verso l'alto e nessun male lo può più toccare"
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Edera e vite, benché lignee hanno bisogno di un supporto. Si innalzano sugli alberi intorno ai quali avvolgono i loro sarmenti volubili. L'edera cresce in un primo tempo sulla terra, la Madre Terra, della quale sembra l'emanazione e che copre anche d'inverno con le sue foglie coriacee, fino a quando incontra il tronco di un albero lungo il quale s'innalza a spirale. Può compromettere la vita del suo sostegno, che essa soffoca poco a poco, fino a farlo morire. L'edera è la pianta prediletta da Dioniso (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/dioniso-arianna-e-il-culto-del-vino.html). Il dio veniva spesso chiamato "l'Incoronato di edera" o anche Kissòs, "l'edera". Questa liana l'aveva salvato due volte a Cadmo. Poco dopo la sua nascita le ninfe lo immersero nella fonte Kissusa, "dell'edera", ed è sul monte Elicona (hélix, è un altro nome dell'edera) che venne allevato. L'edera dà i frutti proprio all'inizio della primavera, molto prima che appaiano i primi germogli della vite, e quei frutti sono cibo per gli uccelli. Agli antichi, l'edera ricordava il serpente, potenza ctonia per eccellenza. Nel culto dionisiaco c'era perfino l'equivalenza tra pianta e i serpenti che ornavano la capigliatura delle Menadi, e che queste tenevano con le mani come è attestato dall'aneddoto riferito da Nonno di Panopoli: "I serpenti gettati da alcune Menadi contro un ceppo lo avvolsero e si trasformarono in sarmenti di edera". Alle compagne del dio essi non servivano solo per decorazione: li strappavano per cibarsene. In epoca classica si contrapponeva la freschezza umida dell'edera al carattere igneo del vino, del quale si riteneva che potesse dissipare i vapori. è questo il motivo per cui a Dioniso stesso si attribuiva il merito di aver insegnato a coloro che sono soggetti ai "furori bacchici" di farsene delle corone durante i banchetti.
Nelle mitologie europee esistono ancora tracce di uno stretto legame tra l'edera e il fulmine divino. I Lituani chiamavano l'edera "Perkunas", dal nome del dio del fulmine, che le antiche cronache paragonano a Zeus. Anche i Germani consideravano l'edera consacrata a Donar, dio del tuono e figlio della Dea Jord, la Terra.
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Il noto rampicante ha spesso una vita assai lunga e raggiunge notevoli dimensioni, ricoprendo a volte le facciate di interi palazzi, capace com'è di abbarbicarsi tenacemente ad ogni appiglio per proseguire la sua corsa verso l'alto. Proprio per questo è da secoli simbolo di longevità, di amore tenace, di fedeltà. Nel campo della magia, alcune popolazioni ritenevano che tra le sue foglie si nascondessero folletti maligni, mentre altre erano convinte, di contro, che una casa protetta dall'edera tenesse lontano le forze del male. Nella notte di san Silvestro si poneva una foglia in un recipiente colmo di acqua, lasciandovela per dodici notti. Se restava fresca (cosa assai facile), l'anno a venire sarebbe stato fortunato: se appassiva, era il caso di non attendersi mesi troppo favorevoli.
Contro l'emicrania la strega-scrittrice anglo-americana Sybil Leek consiglia: "Tagliate il ramo di un'edera che cresca accanto a una statua, fatevene una coroncina e mettetevela sul capo. Se la cefalea è persistente, sarà meglio effettuare l'operazione in tempo di Luna calante. Applicata anche ad altre piante, questa pratica si riferisce a un'antica superstizione, secondo cui - per dirla con le fattucchiere - quando la Luna si trova in questa fase, "tutti i mali porta via". La credenza è diffusa in moltissimi paesi europei, tanto che viene anche applicata a serie prescrizioni mediche. Ancora oggi, in numerosissimi villaggi bavaresi e austriaci, i farmacisti fanno affari soprattutto in questo periodo, essendo i malati convinti che i medicinali siano più efficaci. All'edera vennero attribuite altre doti terapeutiche di cui è lecito dubitare: consigliata per combattere le ulcere, l'itterizia, i calcoli, si ritenne addirittura che un "aceto" preparato con le sue bacche fosse in grado di debellare la peste: proprio a questo scopo venne largamente usata durante una terribile epidemia scoppiata a Londra nel 1665. Si è comunque accertato che le sue foglie contengono principi tali da curare la pertosse e la bronchite. Se ne servivano già i nostri antenati, mentre oggi disponiamo, ovviamente, di preparati ben più efficaci e meno dannosi.
Secondo una tradizione della Cornovaglia, la bella Iseult, incapace di sopportare la perdita del suo amato – il coraggioso Tristran –, morì di crepacuore e venne sepolta nella stessa chiesa ma, per ordine del Re, le due tombe furono poste distanti l'una dall'altra. Tuttavia, ben presto crebbe dalla tomba di Tristran un rametto di edera ed un altro dalla tomba di Iseult; questi germogli crebbero gradualmente verso l'alto fin quando gli innamorati, rappresentati dall'edera arrampicata, furono nuovamente uniti sotto il tetto a volte del cielo.
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/i-segreti-occulti-delle-erbe-e-delle.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/alberi-sacri-femminili-nellantico.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/erbe-e-piante-le-mie-preferite.html
Per il fascino oscuro che l'edera esercita, non sono mancate riproposte "ederiane" nella moda gothic
ma anche citazioni nei monicker o nelle canzoni o persino come nome d'arte
La singer dei Domina Noctis si chiama proprio Edera ^_^
Devo ammettere che anch'io amo molto l'edera, mi sento naturalmente attratta da essa e in sintonia (e sì, sono anche l'unica che nel bel mezzo della strada si ferma ad osservare l'edera sui muri e il più delle volte pure ad accarezzarla... eh lo so, sono stramba :P potrebbero arrestarmi per "molestia sessuale ai danni delle piante di edera" visto che metto le mani addosso alle loro foglioline. Il massimo poi è quando posso ammirare le tele di ragno nascoste tra le fronde... sì vabbè poi in automatico mi viene in mente Shelley, e la brughiera e le rovine e vabbè... xD LOL)
Di tanto in tanto sfoggio un make up " total green" con ombretto verde scuro + rossetto verde scuro + collarino e orecchini con strass "smeraldo" a goccia
Fa comunque molto "alla Cradle of Filth" perché "Dusk..." ha la copertina proprio in "total green"...
Poi era anche il colore prediletto dei Type O Negative, che lo usavano proprio a scopo depressivo (https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/i-significati-dei-colori-e-la-musica.html)
Per chi si domandasse dove cavolo ho trovato il rossetto verde, colore non di certo consueto, bhè l'ho preso dalla Wycon, che ha fatto uscire una miriade di rossetti di tutti i colori, soprattutto questi della Liperfidious sono stupendi *_*