https://intervistemetal.blogspot.com/2021/03/grecia-8-mitologia-al-femminile.html
Per un approfondimento sull'arte: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/01/grecia-3-larte.html
E tuttavia non si può studiare la condizione delle donne nella Grecia antica senza considerare la struttura sociale nelle quali queste donne sono vissute.
E si deve tenere presente che più che non "una società" si deve parlare di "società al plurale" perché la realtà sociale greca, nel corso di cinque secoli (VIII-IV secolo a.c) non ha avuto un carattere uniforme.
Per prima cosa, diciamo che la cellula fondamentale della società greca antica era l'"oikos", il patrimonio familiare.
Nei secoli V e IV si afferma "l'Atene democratica" con la "polis" come un "club di uomini", da quale erano escluse le donne ma anche gli uomini schiavi e stranieri
[Nota di Lunaria: infatti Aristotele riteneva inferiori non solo le donne, ma pure gli uomini non-greci, che, secondo lui, dovevano servire i greci… LE SCHIFOSE PAGINE ARISTOTELICHE SONO STATE MESSE QUI: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/e-io-bestemmio-il-dio-aristotele.html
Qui abbiamo parlato di società romana: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-misoginia-nel-contego-pagano-antico.html]
Ci si potrebbe chiedere: la donna, custode dell'oikos, nella Grecia arcaica, occupava un ruolo più importante rispetto a quello che ebbe nella società di epoca classica?
Per poter fare questo bisogna stabilire una certa realtà concreta, giuridica, sociale, quotidiana, basandosi sui documenti di cui lo storico dispone.
Nota di Lunaria: arrivate a questo punto dovremmo già porci delle domande, delle osservazioni e delle ipotesi.
1) Le donne ricche (per nascita o con ricchezza ottenuta tramite prostituzione o dopo essere diventate amanti di uomini influenti) avevano potere e influenza, nonostante la Legge vietasse alle donne "certi comportamenti"? Muovevano le redini "di nascosto"?
2) La condizione della donna greca come la descrive Aristotele nelle poche righe in cui menziona le donne (e lo fa con pessimi toni sessisti) era la condizione delle donne da sempre, pure quelle vissute prima e dopo Aristotele?
3) Aristotele era davvero così influente, quando era vivo?
Aristotele, quando parla della donna, parla di quello "che vedeva in giro" o di quello che "secondo lui avrebbe dovuto essere e fare la donna"?
La stessa cosa è stata fatta notare anche da Mary Daly, quando commenta l'apostolo Paolo e i "moniti che lui destina alle donne" a Corinzi ed Efesini.
Perché l'apostolo Paolo sottolinea con fermezza che "lui non concede" "alla donna di insegnare", se le donne, effettivamente, non avessero già "insegnato qualcosa alle adunanze cristiane"?
La ragione del divieto è che "qualcunA ha insegnato e ricoperto quel ruolo", e lui "sottolinea che non lo concede", DOPO che ha saputo che il fatto è avvenuto.
Se nessuna donna avesse "insegnato", lui non avrebbe neanche dovuto farlo presente quel divieto.
Più ci penso, e più noto che la stessa ipotesi potrebbe essere valida pure parlando di Aristotele;
tra l'altro dopo aver visionato quanto mi disse quel ragazzo che si è occupato della questione, (https://www.academia.edu/37328867/Donne_intellettuali_nellantichità_greco-romana.odt)
mi rendo conto che pure io ho fatto l'errore di considerare Aristotele... come lo videro i cristiani (e cioè l'autorità indiscussa senza se e senza ma), gonfiando a dismisura l'importanza di Aristotele stesso nel contesto pagano, quando la suddetta importanza non gliela diedero i pagani suoi contemporanei (e precedenti ai cristiani) ma... i cristiani stessi.
Bisogna vedere quanto i pagani idolatrassero per davvero Aristotele tanto da prendere per oro colato qualsiasi cosa costui sbofonchiasse...
"Il culto di Aristotele" ritenuto "maestro intoccabile" era tipico dell'epoca pagana o solo della rilettura cristiana-tomista di Aristotele?
Perché se Aristotele, quando lui era vivente, "era uno dei tanti filosofi", né più né meno che tutti gli altri e "autorevole" solo per qualcuno dei suoi discepoli (e non certamente per altri filosofi più celebri di lui o meno famosi e men che meno per l'uomo comune che "delle sentenze di Aristotele" ignorava tutto o quasi), è evidente che quanto lui dice sulle donne va preso come sua personale opinione (non è neanche detto che corrispondesse alla realtà effettiva o va vista come "quello che Aristotele avrebbe voluto per la donna") neanche creduta da tutti.
Vero, come mi venne fatto notare, "Aristotele non è il Gesù Cristo dei pagani".
In effetti... non ce la vedo un'intera società pagana che aveva dozzine di filosofi (quasi sempre in "guerra" l'uno contro l'altro e che costruivano il proprio "club di discepoli") a tessere lodi sperticate e di idolatria, tutti insieme prostrati e obbedienti, al solo Aristotele, considerandolo una sorta di "Redentore inviato da Dio, intoccabile e perfetto senza se e senza ma".
Vero, questa idea di Aristotele come intoccabile autorità e guai a contraddirlo, è roba che hanno tirato fuori dal cilindro i cristiani tomisti, non l'hanno tirata fuori i pagani.
4) Le donne erano segregate nel gineceo: d'accordo.
Ma in questo gineceo, cosa facevano tutto il giorno, a parte filare e tessere? Risulta un po' improbabile che NON parlassero anche di altro (tra cui anche "spettegolare" sui personaggi ed eventi del loro tempo) o che - perché no? - non facessero ginnastica.
5) Perché, nonostante Aristotele abbia detto così e cosà sulle donne, su certi vasi greci troviamo scene con donne che fanno cose che "Aristotele non dice"?
E CONTRARIAMENTE A CERTI BLOGGER\"ATTIVISTI", CHE FANNO UN MUCCHIO DI SOLDI CON QUESTI ARGOMENTI,
IO, PER MIA SCELTA, NON CI GUADAGNO MANCO UN CENTESIMO DA TUTTO CIò CHE FACCIO, NON AVENDO NESSUNO "SPONSOR", "IBAN", "BANNER PUBBLICITARIO", "SPOT PUBBLICITARIO SU YOUTUBE"
Né "AMICO CHE CONTA" (SINDACO, PREFETTO, MAGISTRATO, POLITICO...),
ESIGO CHE SE QUALCUNO VUOLE "CRITICARE I MIEI LAVORI CULTURALI",
DEVE TIRARE FUORI I
I LIBRI,
E NO, NESSUNO SI ILLUDA, IO ANCORA NON HO FINITO DI RIPORTARE ALTRI DETTAGLI SU QUESTA FACCENDA….
QUI AVEVO GIà PARLATO DI "DONNE IN LETTERATURA", citando Medioevo, Rinascimento, Ottocento e Novecento:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/le-donne-non-hanno-mai-fatto-niente.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/louisa-may-alcott-e-qualche-precisazione.html
Qui trovate la condizione delle donne operaie nell'Ottocento:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/la-condizione-delle-donne-operaie.html
E DEVO ANCORA RIPORTARE NEL DETTAGLIO LE DONNE SCRITTRICI DEL RISORGIMENTO ITALIANO (E SOLO PER LIMITARCI ALL'ITALIA, CHé SE MI GIRA IL CAPRICCIO MI METTO PURE A FARE LO STESSO LAVORO INERENTE LA GERMANIA, GLI STATI UNITI, LA FRANCIA E L'INGHILTERRA OTTOCENTESCA, E MAGARI PURE PAESI ANCHE MENO FAMOSI...)
Per giunta, a mettermi d'impegno nel ravanare in 3-4 biblioteche mi sa che trovo qualcosina pure sulle donne letterate del Seicento, che dal punto di vista letterario mi piace molto,
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/09/poesia-barocca-del-seicento.html
in particolar modo Marino, https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/11/i-versi-piu-belli-di-giovanni-battista.html
Girolamo Fontanella e Girolamo Preti https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/la-rosa-la-lucciola-e-la-perla-nella.html
ho qui anche delle belle antologie sulla Poesia del Seicento (ma purtroppo Marino non lo possiedo in un'edizione completa altrettanto bella!), PURTROPPO però le suddette antologie, pur completissime, non riportano manco mezzo nome di donna letterata del Seicento, e così "ho un enorme buco" parlando di "donna nel Seicento"... che prima o poi devo colmare.
Non che c'entri con l'argomento in questione di questo post, ma già che ho citato la poesia del Seicento, ammetto che il mio cuoricino batte anche per Federico della Valle (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/amore-e-morte-nella-tragedia-italiana.html)
e magari già che ci siamo anche per Carlo de' Dottori https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/01/carlo-de-dottori-i-versi-piu-belli.html
che, indubbiamente, si sarebbero innamorati all'istante di me e dei miei lunghi capelli corvini e mi avrebbero celebrato con versi tragici d'amore e tormento, gettando ai miei piedi rose rosse e purpuree,
possibilmente con sottofondo di primi Cradle of Filth, già che ci siamo, nella fantasticheria erotica poetica secentesca aggiungo pure loro...
Comunque niente, tutto questo inciso per dire che, tempo al tempo, e farò uscire pure lo speciale sulle donne letterate del Seicento (che comunque ci sono), devo solo ravanare nelle biblioteche qui in zona o chiedere i libri con prestito interbibliotecario e il gioco è fatto.
Tanto per far sapere a certi personaggini che NO, non è che mi sono dimenticata delle donne del Seicento, onestamente non ho ancora avuto il tempo…
BENE, E RICORDANDO AGLI IDOLATRI DI ARISTOTELE (PAGANI O CRISTIANI CHE SIANO) CHE SE VOGLIONO SFIDARMI O CONFUTARE QUANTO HO SCRITTO QUI, DOVRANNO CITARE LIBRI
E VOGLIO AUTORE, TITOLO DEL LIBRO, STRALCIO PRECISO E NUMERO DI PAGINA (PERCHE' ANDRò A CONTROLLARE SE AVETE RIPORTATO ESATTAMENTE QUANTO SOSTENETE DI AVER LETTO), CONCLUDO IL POST!
Della Grecia apprezziamo la poesia del Novecento (uff, ho qui un bel libro su Seferis ma ancora non ho trovato il tempo di trascrivere il commento critico… e riaggiornare per bene il mio vecchio lavoro sulla poesia greca del Novecento… e va bhè, leggetela da qui: https://poesiamondiale.blogspot.com/2015/08/poesia-greca-del-900.html
anche se il post è vecchio come il cucco e ripeto che andrebbe riaggiornato per bene)
e apprezziamo anche la scena Black Metal degli anni Novanta!
https://intervistemetal.blogspot.com/2015/07/un-po-di-ottimismo.html
e visto che qui si parla di donne, ricordiamo la leggendaria Tristessa delle Astarte!
https://intervistemetal.blogspot.com/2017/06/chuck-tristessa.html
Una delle mie eroine di sempre!
Ripensandoci… sta' a vedere che le donne nell'antica Grecia erano già come Tristessa :D
Altro che sottomesse e mentecatte minorate… xD
Qui trovate l'approfondimento sul Dio più odiato dai cristiani: Pan!
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-grande-dio-pan-che-e-un-dio-molto.html
qui altre cose sulle divinità greche, scopiazzate o pervertite dal cattolicesimo:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/grecia-1-le-origini-del-pantheon.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/demetra-e-persefone.html
Hera: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/blog-post_25.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/artemide.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/atena.html
Per un approfondimento sull'arte: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/01/grecia-3-larte.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/grecia-6-pittura-vascolare-e-quello-che.html
Sulla Letteratura: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/grecia-5-i-poemi-omerici.html
Per un'analisi alla schiavitù: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/grecia-4-la-schiavitu.html
Sulla Letteratura: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/grecia-5-i-poemi-omerici.html
Per un'analisi alla schiavitù: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/grecia-4-la-schiavitu.html
Per le Etere\Aspasia: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/le-etere.html
Sulla misoginia di esiodo: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/grecia-7-la-misoginia-di-esiodo.html
Nota di Lunaria: dato che il tema si porta sempre dietro una legione di deficienti, se non negazionisti, pronti a gettare m*rda su chiunque tratti l'argomento (specialmente se poi si evidenziano
LE COLPE DEL CRISTIANESIMO)
SARANNO RIPORTATE LE FOTO DELLE PAGINE, PER DIMOSTRARE CHE:
1) TANTO PER INIZIARE, IO LEGGO LIBRI. E QUELLI SO CITARE. NON MI FORMO "SULLE PAGINETTE WIKI E I BLOG SCRITTI DA CHISSà CHI E SENZA CHE SI POSSA VISIONARE LE FOTO DELLE PAGINE DEI LIBRI IN QUESTIONE"
2) IN SECONDO LUOGO "NON SONO I MIEI FANTASIOSI MIRAGGI E DELIRI", MA COSE CHE SONO STATE SCRITTE DA STUDIOSI E STUDIOSE, SPESSO IN DISACCORDO TRA LORO,
E QUESTO PERCHé RIPORTO TUTTI I PUNTI DI VISTA E NON SOLO QUELLI "CHE PIACCIONO A ME"
3) LE FOTO CON TANTO DI CONCETTI INQUADRATI IN ROSSO SERVIRANNO A DIMOSTRAZIONE CHE RIPORTO LE COSE COSì COME STANNO, E CON ESTREMA PRECISIONE.
SE QUALCUNO HA VOGLIA DI SFIDARMI SU QUESTI ARGOMENTI, DEVE, D-E-V-E, RIPORTARE LIBRI, CON LA STESSA ESTREMA PRECISIONE CON LA QUALE
LI RIPORTO IO.
ALTRIMENTI ANDATE A SBOFONCHIARE ALTROVE, CON LA GENTE ALLERGICA AI LIBRI, CHE LE VOSTRE STR*NZATE VE LE FA FLATULENTARE IN LIBERTà SENZA MANCO CHIEDERVI
"DA DOVE AVETE PRESE L'INFORMAZIONE",
IN QUESTO CICALEGGIO GOSSIPPARO DA SOCIAL NETWORK CRETINO DOVE HA PIù "VIEWS" CHI PIù è DEFICIENTE.
NON STA SCRITTO DA NESSUNA PARTE CHE MI DEVO SOPPORTARE (E PURE GRATIS) GENTE CHE NON SA LEGGERE MANCO LO SCONTRINO DELLA SPESA E HA LA SPOCCHIA E L'ARROGANZA DI VENIRE A IMPORTUNARMI "PRETENDENDO DI INSEGNARMI COSA SIA IL CRISTIANESIMO"
E FACENDOMI PERDERE UN MUCCHIO DI TEMPO
(E IN UN GIORNO NON RIESCO MANCO A STARE DIETRO A TUTTO QUELLO CHE VORREI E DOVREI FARE!
E PRIMA DI TIRARE LE CUOIA E SPARIRE DALLA FACCIA DI QUESTO MONDO, DEVO ANCORA FINIRE UN MUCCHIO DI ROBA CHE MI SONO PREFISSATA DI TRATTARE, PER FARLA A VOI MONOTEISTI!).
NON TOLLERO CHE DEFICIENTI E DEFICIENTESSE VARIE E ASSORTITI MI FACCIANO PERDERE TEMPO QUANDO NON SANNO MANCO CITARE MEZZA RIGA PRESA DALL'AQUINATE, MA NEPPURE DAL LIBRETTO DI CATECHISMO CHE DANNO AI BAMBINI DI 8 ANNI.
CHE VOIALTRI NEGAZIONISTI MANCO QUELLO LEGGETE!
NON TOLLERO CHI MI FA PERDERE TEMPO, INZIGANDOMI TRAMITE MESSAGGIO PRIVATO O PERSINO DISTURBANDOMI PER MAIL,
NON DOPO CHE MI SONO FATTA UNO SBATTIMENTO LEGGENDOMI UN MUCCHIO DI ROBA CRISTIANA E LE COSE CHE HO LETTO E RACCOLTO (E HO COMINCIATO NEL 1998 AD INTERESSARMI ALL'ANTICRISTIANESIMO) SONO TUTTE PUBBLICAMENTE ESPOSTE SUI SOCIAL NETWORK, SUI MIEI PROFILI.
L-I-B-R-I.
(*) NON è DATO SAPERE SE IN CAMBIO DI SOLDI, PER LA FAMA O PER FARE LA SFILATA ALL'ATENEO RETTO DAL MASCHIO CRISTIANO MOLTO IMPORTANTE E POTENTE ED ENTRARE NELLE GRAZIE DI COSTUI CHE LA APPLAUDE E LA LODA FACENDO IL CAVALIER SERVENTE CON TANTO DI INCHINO DI RIVERENZA, MAZZO DI ROSE ROSSE E SCATOLA DI CIOCCOLATINI CONSEGNATI ALLA DONZELLA FILOSOFESSA CHE CI FA SAPERE CHE "è STATO IL CRISTIANESIMO A DARE TUTTI I DIRITTI ALLE DONNE! I CRISTIANI HANNO SEMPRE INCENTIVATO IL GENIO FEMMINILE! Sì Sì, VE LO CONFERMO IO!".
la donna veniva relegata in casa nella semplice funzione di riproduttrice.
Ma c'erano delle eccezioni: curiosamente la cortigiana godeva di una grande libertà e le donne spartane avevano uno statuto tutto particolare.
Si sono utilizzate tutte le fonti utili, da Plutarco a Lisia, da Omero ad Aristofane, non trascurando la mitologia, per ricostruire la condizione e la vita della donna in quell'angolo di mondo che ha prodotto una delle più alte manifestazioni della civiltà occidentale."
Dall'introduzione:
Da qualche anno, le donne sono diventate oggetto di attenzione da parte di sociologi e storici.
Le ricerche imperniate sul ruolo e sulla condizione della donna furono avviate negli Stati Uniti, con il nascente Movimento di Liberazione della Donna.
Una nascente letteratura di indagine cercava di capire, spiegare, giustificare o combattere la posizione di inferiorità [biologica, giuridica, religiosa] che è sempre stata collegata e associata al "secondo sesso" [Nota di Lunaria: già partendo dall'idea monoteista dell' "eva creata dalla costola di adamo, come seconda e derivata dall'uomo"]
Tutto questo fa parte della società patriarcale, ma indizi di divinità femminili, di Amazzoni\guerriere donne, di filiazione matrilineare, sono fatti che mostrano una complessità di rapporti e di ipotesi non sempre facili da delineare.
Tuttavia, rimane un fatto: la civiltà greca si sviluppò nel quadro specifico della città e della famiglia patriarcale: da Omero a Menandro (epopea, poesia, teatro, filosofia, politica...) ci troviamo di fronte a una società dominata dagli uomini.
E all'interno di questa società le donne avevano un ruolo triplice:
1) riproduzione della specie
2) cura della casa e dei beni materiali
3) nonostante i rapporti omosessuali (A) la donna restava un oggetto erotico dal quale gli uomini erano attratti.
Da qui se deduce come parlando di "donna greca" si cada già nei luoghi comuni con i quali si bolla la Femminilità: c'è l'adultera (Elena), la moglie fedele e obbediente (Penelope),
la lesbica intellettuale (Saffo), la megera (la moglie di Socrate),
la cortigiana di gran classe (Aspasia)…
(A) Nota di Lunaria: in Grecia non si praticava una vera omosessualità come la intendiamo oggigiorno; piuttosto si era attratti dai giovinetti adolescenti ed inesperti, proprio per le loro forme "femminili",
visto che le donne erano recluse nel gineceo; che gli uomini greci non fossero veramente omosessuali è evidente anche dal fatto che, appena potevano andavano con le prostitute (specialmente le donne straniere, che rispetto alle donne greche erano più acculturate e smaliziate, provenendo da contesti diversi da quello greco)
Per maggiori approfondimenti, consultate questo libro:
Nota di Lunaria: dato che il tema si porta sempre dietro una legione di deficienti, se non negazionisti, pronti a gettare m*rda su chiunque tratti l'argomento (specialmente se poi si evidenziano
LE COLPE DEL CRISTIANESIMO)
SARANNO RIPORTATE LE FOTO DELLE PAGINE, PER DIMOSTRARE CHE:
1) TANTO PER INIZIARE, IO LEGGO LIBRI. E QUELLI SO CITARE. NON MI FORMO "SULLE PAGINETTE WIKI E I BLOG SCRITTI DA CHISSà CHI E SENZA CHE SI POSSA VISIONARE LE FOTO DELLE PAGINE DEI LIBRI IN QUESTIONE"
2) IN SECONDO LUOGO "NON SONO I MIEI FANTASIOSI MIRAGGI E DELIRI", MA COSE CHE SONO STATE SCRITTE DA STUDIOSI E STUDIOSE, SPESSO IN DISACCORDO TRA LORO,
E QUESTO PERCHé RIPORTO TUTTI I PUNTI DI VISTA E NON SOLO QUELLI "CHE PIACCIONO A ME"
3) LE FOTO CON TANTO DI CONCETTI INQUADRATI IN ROSSO SERVIRANNO A DIMOSTRAZIONE CHE RIPORTO LE COSE COSì COME STANNO, E CON ESTREMA PRECISIONE.
SE QUALCUNO HA VOGLIA DI SFIDARMI SU QUESTI ARGOMENTI, DEVE, D-E-V-E, RIPORTARE LIBRI, CON LA STESSA ESTREMA PRECISIONE CON LA QUALE
LI RIPORTO IO.
ALTRIMENTI ANDATE A SBOFONCHIARE ALTROVE, CON LA GENTE ALLERGICA AI LIBRI, CHE LE VOSTRE STR*NZATE VE LE FA FLATULENTARE IN LIBERTà SENZA MANCO CHIEDERVI
"DA DOVE AVETE PRESE L'INFORMAZIONE",
IN QUESTO CICALEGGIO GOSSIPPARO DA SOCIAL NETWORK CRETINO DOVE HA PIù "VIEWS" CHI PIù è DEFICIENTE.
NON STA SCRITTO DA NESSUNA PARTE CHE MI DEVO SOPPORTARE (E PURE GRATIS) GENTE CHE NON SA LEGGERE MANCO LO SCONTRINO DELLA SPESA E HA LA SPOCCHIA E L'ARROGANZA DI VENIRE A IMPORTUNARMI "PRETENDENDO DI INSEGNARMI COSA SIA IL CRISTIANESIMO"
E FACENDOMI PERDERE UN MUCCHIO DI TEMPO
(E IN UN GIORNO NON RIESCO MANCO A STARE DIETRO A TUTTO QUELLO CHE VORREI E DOVREI FARE!
E PRIMA DI TIRARE LE CUOIA E SPARIRE DALLA FACCIA DI QUESTO MONDO, DEVO ANCORA FINIRE UN MUCCHIO DI ROBA CHE MI SONO PREFISSATA DI TRATTARE, PER FARLA A VOI MONOTEISTI!).
NON TOLLERO CHE DEFICIENTI E DEFICIENTESSE VARIE E ASSORTITI MI FACCIANO PERDERE TEMPO QUANDO NON SANNO MANCO CITARE MEZZA RIGA PRESA DALL'AQUINATE, MA NEPPURE DAL LIBRETTO DI CATECHISMO CHE DANNO AI BAMBINI DI 8 ANNI.
CHE VOIALTRI NEGAZIONISTI MANCO QUELLO LEGGETE!
NON TOLLERO CHI MI FA PERDERE TEMPO, INZIGANDOMI TRAMITE MESSAGGIO PRIVATO O PERSINO DISTURBANDOMI PER MAIL,
NON DOPO CHE MI SONO FATTA UNO SBATTIMENTO LEGGENDOMI UN MUCCHIO DI ROBA CRISTIANA E LE COSE CHE HO LETTO E RACCOLTO (E HO COMINCIATO NEL 1998 AD INTERESSARMI ALL'ANTICRISTIANESIMO) SONO TUTTE PUBBLICAMENTE ESPOSTE SUI SOCIAL NETWORK, SUI MIEI PROFILI.
PER CUI, SE QUALCUNO HA VOGLIA DI CRITICARE\ESPORRE OBIEZIONI A QUESTO SCRITTO, DOVRà CITARE LIBRI.
LIBRI, LIBRI, LIBRI,
L-I-B-R-I.
VOGLIO AUTORE, TITOLO DEL LIBRO, STRALCIO PRECISO DA CUI TRAETE LA CONFUTAZIONE, NUMERO DELLA PAGINA.
PERCHé SE IO QUEL LIBRO CHE CITATE A SOSTEGNO DI QUELLO CHE VOLETE SOSTENERE, NON LO CONOSCO (COSA CHE PUò ANCHE ESSERE PROBABILE) IO ANDRò A CERCARLO IN BIBLIOTECA PER CONTROLLARE CHE LE COSE STANNO COME SOSTENETE.
E ANDRò A LEGGERMI LA PAGINA CHE CITATE.
E ANDRò A LEGGERMI LA PAGINA CHE CITATE.
NON IMPORTA CHI CITATE, VA BENE QUALSIASI CRISTIANUCOLO FAMOSO O NON FAMOSO,
VIVENTE O NON PIù VIVENTE, DA LATTANZIO A SPURGEON PASSANDO PER ARIO O FACCENDA, MA DOVETE CITARE AUTORE, TITOLO DEL LIBRO E PAGINA DA CUI TRAETE LO STRALCIO.
ALTRIMENTI SARETE BANNATI ALL'ISTANTE, SE MANCA ANCHE MEZZO RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO.
E SE MI ACCORGO CHE MANCA ANCHE UNA SOLA VIRGOLA ALLO STRALCIO DELL'AUTORE CRISTIANO CHE AVETE CITATO, SARETE BANNATI IN UGUAL MODO.
CHé CI POTETE CONTARE, CHE SE MI CITATE UN QUALSIASI AUTORE CRISTIANO "CHE NON CONOSCO" (COSA DIFFICILE, MA NON IMPOSSIBILE...) IO ANDRò A CONTROLLARE IN BIBLIOTECA SE LE COSE STANNO COME SOSTENETE.
IO NON SONO ACCOMODANTE, NON VI TRATTO CON I GUANTI DI VELLUTO COME FANNO LE ALTRE FEMMINISTUCOLE, NON USO TONI CONCILIANTI E GALANTI CON CHI SBOFONCHIA DI CRISTIANESIMO (E PIù IN GENERALE, DI RELIGIONI PATRIARCALI) SENZA CITARE MANCO MEZZO LIBRO.
IO I LIBRI VE LI SBATTO SOTTO IL GRUGNO, PERCHé DOVETE ESSERE TRATTATI A LIBRI IN FACCIA.
E SE MI PESTATE I PIEDI, METAFORICAMENTE IO VI FRACASSO LA MASCELLA, PRENDENDOVI A MAZZATE CON QUELLA SUMMA THEOLOGIAE CHE FORMA TUTTA LA VOSTRA BRODAGLIA CRISTIANA.
E TRANQUILLI, CHE SE NON SIETE CRISTIANI CATTOLICI,
LO TROVO COMUNQUE IL MODO DI BASTONARVI TIRANDO FUORI LUTERO, CALVINO, KKK E COMPAGNIA CRISTIANA AVARIATA E PUZZOLENTE DI SANGUE RAGGRUMATO VERSATO DAI SUDDETTI.
LO TROVO COMUNQUE IL MODO DI BASTONARVI TIRANDO FUORI LUTERO, CALVINO, KKK E COMPAGNIA CRISTIANA AVARIATA E PUZZOLENTE DI SANGUE RAGGRUMATO VERSATO DAI SUDDETTI.
CHI VUOLE SFIDARMI, SI ARMI DI SUMMA THEOLOGIAE E ALTRI CLASSICI DEL PENSIERO CRISTIANO, SUI QUALI IO CI HO SPUTATO SANGUE E SUDORE, PASSANDOCI MESI E MESI DI STUDIO.
E VEDIAMO QUANTO DURATE IN UNO SCONTRO E DUELLO TEOLOGICO DOVE GLI UNICI PROIETTILI DA SPARARE SONO LE CITAZIONI DI TIZIO E CAIO.
E RIPORTATE PER INTEGRALE, E NON MUTILATE COME FATE SUI VOSTRI SITI DA CRISTIANUCOLI ARROGANTI, PRESUNTUOSI E BUGIARDI CHE PUR DI FAR SEMBRARE VERO IL VOSTRO SOFISMA
"MA IL CRISTIANESIMO è SEMPRE STATO DALLA PARTE DELLE DONNE! è STATA LA PRIMA RELIGIONE A DARE ALLE DONNE TUTTI I DIRITTI!"
SIETE DISPOSTI A MUTILARE LE FRASI DI AGOSTINO E DELL'AQUINO E A FARE IL TAGLIA E CUCI FACENDOLI PASSARE COME "AMICI DELLE DONNE"!
"MA IL CRISTIANESIMO è SEMPRE STATO DALLA PARTE DELLE DONNE! è STATA LA PRIMA RELIGIONE A DARE ALLE DONNE TUTTI I DIRITTI!"
SIETE DISPOSTI A MUTILARE LE FRASI DI AGOSTINO E DELL'AQUINO E A FARE IL TAGLIA E CUCI FACENDOLI PASSARE COME "AMICI DELLE DONNE"!
MA IO QUELLE STESSE FRASI DA VOI MUTILATE (E CHE POSSONO INTORTARE I GONZI E LE GONZESSE CHE I SUDDETTI LIBRI NON VANNO A VISIONARLI PER INTEGRALE E CADONO NEI VOSTRI TRANELLI) VE LE SPIATTELLO SOTTO IL GRUGNO, TUTTE INTERE.
ALTRO CHE RIPORTARE LA QUAESTIO 92 MEZZA MUTILATA COME FATE DA SEMPRE SUI VOSTRI SITI INTERNET PRO-CRISTIANESIMO!
O PERSINO CORROMPERE QUALCHE "FEMMINISTA AUTOREVOLE\CON MILIARDI DI FOLLOWERS" BEN DISPOSTA A PROSTRARSI (*) PER SOSTENERE LA GRANDE MENZOGNA DEL
"IL CRISTIANESIMO, L'UNICA RELIGIONE CHE HA PORTATO TUTTI I DIRITTI ALLE DONNE!"
"IL CRISTIANESIMO, L'UNICA RELIGIONE CHE HA PORTATO TUTTI I DIRITTI ALLE DONNE!"
CHé SUL VOSTRO
"MA IO HO L'ATTESTATO DELL'ATENEO TAL-DEI-TALI\SONO STATO APPROVATO\RACCOMANDATO DA TIZIO, CAIO, SEMPRONIO"
CI SCATARRO SU, COME SCATARRO SU TUTTO IL PERBENISMO ACCADEMICO FEROCEMENTE CLASSISTA.
VEDIAMO SE QUEI F*TTUTI LIBRI DI TEOLOGIA CRISTIANA LI SAPETE TIRARE FUORI PER DAVVERO E CITARE RIGO PER RIGO SE VI VIENE IL CAPRICCIO DI SFIDARMI E DIRMI
"MA IO HO L'ATTESTATO DELL'ATENEO TAL-DEI-TALI\SONO STATO APPROVATO\RACCOMANDATO DA TIZIO, CAIO, SEMPRONIO"
CI SCATARRO SU, COME SCATARRO SU TUTTO IL PERBENISMO ACCADEMICO FEROCEMENTE CLASSISTA.
VEDIAMO SE QUEI F*TTUTI LIBRI DI TEOLOGIA CRISTIANA LI SAPETE TIRARE FUORI PER DAVVERO E CITARE RIGO PER RIGO SE VI VIENE IL CAPRICCIO DI SFIDARMI E DIRMI
"LUNARIA, PARLANDO DI CRISTIANESIMO LE COSE NON STANNO COME SOSTIENI TU, IL CRISTIANESIMO è SEMPRE STATO DALLA PARTE DELLE DONNE! MARIA è LA FIGURA DI DONNA VERAMENTE EMANCIPATA DAL DOMINIO PATRIARCALE! GESù, IL PRIMO FEMMINISTA!"
(*) NON è DATO SAPERE SE IN CAMBIO DI SOLDI, PER LA FAMA O PER FARE LA SFILATA ALL'ATENEO RETTO DAL MASCHIO CRISTIANO MOLTO IMPORTANTE E POTENTE ED ENTRARE NELLE GRAZIE DI COSTUI CHE LA APPLAUDE E LA LODA FACENDO IL CAVALIER SERVENTE CON TANTO DI INCHINO DI RIVERENZA, MAZZO DI ROSE ROSSE E SCATOLA DI CIOCCOLATINI CONSEGNATI ALLA DONZELLA FILOSOFESSA CHE CI FA SAPERE CHE "è STATO IL CRISTIANESIMO A DARE TUTTI I DIRITTI ALLE DONNE! I CRISTIANI HANNO SEMPRE INCENTIVATO IL GENIO FEMMINILE! Sì Sì, VE LO CONFERMO IO!".
***
Info tratte da
Dal retrocopertina: "Qual era la condizione della donna nella Grecia antica? La letteratura greca ci ha tramandato una serie di nomi di donne celebri: Elena l'adultera, Penelope la moglie fedele, Antigone la giovane ribelle, Saffo l'intellettuale che preferisce l'amore delle donne a quello degli uomini, Santippe la megera, Aspasia la cortigiana d'alto bordo (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/le-etere.html), Nicarete la padrona del bordello, Frine la modella.
Ma poi c'erano le donne comuni, le schiave, le straniere. In un mondo dominato da valori virili, quelli dell'eroe, come quelli del cittadino-soldato della polis e legato al celebre amore greco tra uomini,
Ma poi c'erano le donne comuni, le schiave, le straniere. In un mondo dominato da valori virili, quelli dell'eroe, come quelli del cittadino-soldato della polis e legato al celebre amore greco tra uomini,
la donna veniva relegata in casa nella semplice funzione di riproduttrice.
Ma c'erano delle eccezioni: curiosamente la cortigiana godeva di una grande libertà e le donne spartane avevano uno statuto tutto particolare.
Si sono utilizzate tutte le fonti utili, da Plutarco a Lisia, da Omero ad Aristofane, non trascurando la mitologia, per ricostruire la condizione e la vita della donna in quell'angolo di mondo che ha prodotto una delle più alte manifestazioni della civiltà occidentale."
Dall'introduzione:
Da qualche anno, le donne sono diventate oggetto di attenzione da parte di sociologi e storici.
Le ricerche imperniate sul ruolo e sulla condizione della donna furono avviate negli Stati Uniti, con il nascente Movimento di Liberazione della Donna.
Una nascente letteratura di indagine cercava di capire, spiegare, giustificare o combattere la posizione di inferiorità [biologica, giuridica, religiosa] che è sempre stata collegata e associata al "secondo sesso" [Nota di Lunaria: già partendo dall'idea monoteista dell' "eva creata dalla costola di adamo, come seconda e derivata dall'uomo"]
Tutto questo fa parte della società patriarcale, ma indizi di divinità femminili, di Amazzoni\guerriere donne, di filiazione matrilineare, sono fatti che mostrano una complessità di rapporti e di ipotesi non sempre facili da delineare.
Tuttavia, rimane un fatto: la civiltà greca si sviluppò nel quadro specifico della città e della famiglia patriarcale: da Omero a Menandro (epopea, poesia, teatro, filosofia, politica...) ci troviamo di fronte a una società dominata dagli uomini.
E all'interno di questa società le donne avevano un ruolo triplice:
1) riproduzione della specie
2) cura della casa e dei beni materiali
3) nonostante i rapporti omosessuali (A) la donna restava un oggetto erotico dal quale gli uomini erano attratti.
Da qui se deduce come parlando di "donna greca" si cada già nei luoghi comuni con i quali si bolla la Femminilità: c'è l'adultera (Elena), la moglie fedele e obbediente (Penelope),
la lesbica intellettuale (Saffo), la megera (la moglie di Socrate),
la cortigiana di gran classe (Aspasia)…
(A) Nota di Lunaria: in Grecia non si praticava una vera omosessualità come la intendiamo oggigiorno; piuttosto si era attratti dai giovinetti adolescenti ed inesperti, proprio per le loro forme "femminili",
visto che le donne erano recluse nel gineceo; che gli uomini greci non fossero veramente omosessuali è evidente anche dal fatto che, appena potevano andavano con le prostitute (specialmente le donne straniere, che rispetto alle donne greche erano più acculturate e smaliziate, provenendo da contesti diversi da quello greco)
Per maggiori approfondimenti, consultate questo libro:
E tuttavia non si può studiare la condizione delle donne nella Grecia antica senza considerare la struttura sociale nelle quali queste donne sono vissute.
E si deve tenere presente che più che non "una società" si deve parlare di "società al plurale" perché la realtà sociale greca, nel corso di cinque secoli (VIII-IV secolo a.c) non ha avuto un carattere uniforme.
Per prima cosa, diciamo che la cellula fondamentale della società greca antica era l'"oikos", il patrimonio familiare.
Nei secoli V e IV si afferma "l'Atene democratica" con la "polis" come un "club di uomini", da quale erano escluse le donne ma anche gli uomini schiavi e stranieri
[Nota di Lunaria: infatti Aristotele riteneva inferiori non solo le donne, ma pure gli uomini non-greci, che, secondo lui, dovevano servire i greci… LE SCHIFOSE PAGINE ARISTOTELICHE SONO STATE MESSE QUI: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/e-io-bestemmio-il-dio-aristotele.html
Qui abbiamo parlato di società romana: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-misoginia-nel-contego-pagano-antico.html]
Ci si potrebbe chiedere: la donna, custode dell'oikos, nella Grecia arcaica, occupava un ruolo più importante rispetto a quello che ebbe nella società di epoca classica?
Per poter fare questo bisogna stabilire una certa realtà concreta, giuridica, sociale, quotidiana, basandosi sui documenti di cui lo storico dispone.
Nota di Lunaria: arrivate a questo punto dovremmo già porci delle domande, delle osservazioni e delle ipotesi.
1) Le donne ricche (per nascita o con ricchezza ottenuta tramite prostituzione o dopo essere diventate amanti di uomini influenti) avevano potere e influenza, nonostante la Legge vietasse alle donne "certi comportamenti"? Muovevano le redini "di nascosto"?
2) La condizione della donna greca come la descrive Aristotele nelle poche righe in cui menziona le donne (e lo fa con pessimi toni sessisti) era la condizione delle donne da sempre, pure quelle vissute prima e dopo Aristotele?
3) Aristotele era davvero così influente, quando era vivo?
Aristotele, quando parla della donna, parla di quello "che vedeva in giro" o di quello che "secondo lui avrebbe dovuto essere e fare la donna"?
La stessa cosa è stata fatta notare anche da Mary Daly, quando commenta l'apostolo Paolo e i "moniti che lui destina alle donne" a Corinzi ed Efesini.
Perché l'apostolo Paolo sottolinea con fermezza che "lui non concede" "alla donna di insegnare", se le donne, effettivamente, non avessero già "insegnato qualcosa alle adunanze cristiane"?
La ragione del divieto è che "qualcunA ha insegnato e ricoperto quel ruolo", e lui "sottolinea che non lo concede", DOPO che ha saputo che il fatto è avvenuto.
Se nessuna donna avesse "insegnato", lui non avrebbe neanche dovuto farlo presente quel divieto.
Più ci penso, e più noto che la stessa ipotesi potrebbe essere valida pure parlando di Aristotele;
tra l'altro dopo aver visionato quanto mi disse quel ragazzo che si è occupato della questione, (https://www.academia.edu/37328867/Donne_intellettuali_nellantichità_greco-romana.odt)
mi rendo conto che pure io ho fatto l'errore di considerare Aristotele... come lo videro i cristiani (e cioè l'autorità indiscussa senza se e senza ma), gonfiando a dismisura l'importanza di Aristotele stesso nel contesto pagano, quando la suddetta importanza non gliela diedero i pagani suoi contemporanei (e precedenti ai cristiani) ma... i cristiani stessi.
Bisogna vedere quanto i pagani idolatrassero per davvero Aristotele tanto da prendere per oro colato qualsiasi cosa costui sbofonchiasse...
"Il culto di Aristotele" ritenuto "maestro intoccabile" era tipico dell'epoca pagana o solo della rilettura cristiana-tomista di Aristotele?
Perché se Aristotele, quando lui era vivente, "era uno dei tanti filosofi", né più né meno che tutti gli altri e "autorevole" solo per qualcuno dei suoi discepoli (e non certamente per altri filosofi più celebri di lui o meno famosi e men che meno per l'uomo comune che "delle sentenze di Aristotele" ignorava tutto o quasi), è evidente che quanto lui dice sulle donne va preso come sua personale opinione (non è neanche detto che corrispondesse alla realtà effettiva o va vista come "quello che Aristotele avrebbe voluto per la donna") neanche creduta da tutti.
Vero, come mi venne fatto notare, "Aristotele non è il Gesù Cristo dei pagani".
In effetti... non ce la vedo un'intera società pagana che aveva dozzine di filosofi (quasi sempre in "guerra" l'uno contro l'altro e che costruivano il proprio "club di discepoli") a tessere lodi sperticate e di idolatria, tutti insieme prostrati e obbedienti, al solo Aristotele, considerandolo una sorta di "Redentore inviato da Dio, intoccabile e perfetto senza se e senza ma".
Vero, questa idea di Aristotele come intoccabile autorità e guai a contraddirlo, è roba che hanno tirato fuori dal cilindro i cristiani tomisti, non l'hanno tirata fuori i pagani.
4) Le donne erano segregate nel gineceo: d'accordo.
Ma in questo gineceo, cosa facevano tutto il giorno, a parte filare e tessere? Risulta un po' improbabile che NON parlassero anche di altro (tra cui anche "spettegolare" sui personaggi ed eventi del loro tempo) o che - perché no? - non facessero ginnastica.
5) Perché, nonostante Aristotele abbia detto così e cosà sulle donne, su certi vasi greci troviamo scene con donne che fanno cose che "Aristotele non dice"?
(https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/grecia-6-pittura-vascolare-e-quello-che.html)
Perché un pittore (una pittrice?) ha voluto rappresentare, sui vasi, certe scene di vita quotidiana?
Perché dovremmo basarci, e considerare "unica fonte vera e attendibile senza se e senza ma, a prescindere" le frasucole di Aristotele,
e non ci basiamo anche su certi vasi che mostrano altro?
In certi vasi si vedono donne nude in pose quasi da ginnasta; in altri, si abbracciano l'un l'altra sorridendo; in altri vasi ancora leggono papiri o tengono sul palmo della mano degli uccellini; questo non è riportato da Aristotele.
Perché per farmi un'idea della vita quotidiana di una donna greca di millenni fa, dovrei dare importanza solo alle frasucole aristoteliche e non ai vasi affrescati che mostrano un aspetto della vita delle donne greche che Aristotele non riporta?
Vero, se avallo "l'autorità di Aristotele, il Perfetto", sto dando ragione ai cristiani e vado dietro al loro andazzo idolatrico.
Bisogna valutare Aristotele per quello che fu al suo tempo, e non con quello che i cristiani hanno ricamato su di lui.
6) Sappiamo che certe scuole filosofiche accettavano donne;
sono state tramandati dei nomi di filosofe antiche.
https://www.academia.edu/37328867/Donne_intellettuali_nellantichità_greco-romana.odt
Ora, noi cosa sappiamo con certezza di questo periodo e delle stesse donne menzionate?
Dal momento che della Grecia antica noi sappiamo solo quello che i cristiani si degnarono di non distruggere?
Quanto di quello che riguardava le donne, o alcune donne, oltre che gli stessi uomini greci (e non solo), è andato distrutto durante il rogo della biblioteca di Alessandria? Oltre ad Ipazia, i cristiani quante altre donne filosofe avranno ammazzato, riuscendo a cancellare le prove della loro esistenza? Credo che sia legittimo chiederselo, anche solo come ipotesi.
7) Ci basiamo su libri come l'"Iliade" e l'"Odissea" per ricostruire "usi e costumi greci": d'accordo, quelle sono le fonti "più note e più integrali", questo passa il convento e su questo dobbiamo basarci.
Ma come possiamo essere certi che in quei libri compaia "la vera condizione della donna greca" o non sia piuttosto "l'ideale di donna che aveva in testa chi scrisse quei testi"?
Del resto, l'ideale letterario dei poeti medioevali era "la donna bionda"; ma questo non significa che solo perché loro parlavano esclusivamente di donne bionde, nel Medioevo non nascessero donne dai capelli neri o rossi... Quanto c'è di reale e concreto nelle donne "omeriche", e quando di fittizio a fine narrativo, anche solo come semplice fantasia ideale maschile?
8) Infine: VERO, la donna nella Grecia antica era sottomessa, sminuita ecc. ecc.
Non rimpiango per niente "le antichità pagane" e sono ben felice di vivere in un contesto occidentale del 2019 dove alla donna, ormai, è concesso essere "anche altro" rispetto alla "moglie di...", "madre di...".
I diritti della donna vista come individuo autonomo dall'uomo sono una conquista recente e solo in questa "parte di mondo occidentale".
Se poi volessimo una data precisa, si può indicare il 1975: in Italia viene finalmente abolita la potestà maritale e moglie e marito sono equiparati, con pari diritti e doveri (almeno dal punto di vista costituzionale, poi vabbè, la realtà è un'altra cosa)
E tuttavia, c'è un'altra ipotesi che pongo: come mai le donne nell'antica Grecia si lamentano "poco" e si ribellano "poco" alla misoginia imperante, per esempio in campo letterario?
Forse perché non era così influente ed incisiva e "messa in pratica" come oggi supponiamo lo fosse (*) o perché, più probabilmente, nell'antica Grecia non c'era solo una letteratura maschile e misogina, ma era diffusa anche una letteratura più equilibrata e meno sessista, persino fatta dalle donne?
Letteratura spazzata via dalla distruzione operata dai cristiani, quando sono saliti al potere? Anche questo, è legittimo chiederselo.
Non è che noi, dell'antica Grecia, abbiamo "solo testi misogini" perché solo quelli sono stati salvati dai cristiani che hanno fatto sparire tutto il resto?
Voglio dire: ma voi ce lo vedete un misogino come Tertulliano o Cirillo preservare un testo pagano "non sessista" per farlo conoscere ai posteri?
Più probabile che se quei testi ancora circolavano quando Tertulliano e Cirillo erano vivi e vegeti, loro stessi si attivarono a distruggerli, se li trovavano sottomano.
(*) Essendo, appunto, mero sfogo letterario e fittizio, al pari del materiale pornografico dei giorni nostri che non riporta "la condizione della donna" (perché le donne pornostar siliconate sono la minoranza delle donne e non rappresentano "tutte le donne"), ma riporta "un certo sogno erotico maschile su quello che la donna dovrebbe essere e fare durante il coito" e che nella realtà non è neanche detto che si avveri e, se si avvera, non è neanche detto che sia in quelle modalità?
Perché non tutte le donne, "nella vita di tutti i giorni" emulano e incarnano prodezze e look delle celebri attrici porno, così come non tutti gli uomini "nella vita di tutti i giorni" emulano e incarnano prodezze e look di celebri attori porno.
Vediamo di tenere ben presente cos'è la realtà e cos'è la finzione narrativa e cinematografica fine a se stessa.
Per quanto riguarda la misoginia legislativa e giuridica (innegabile che il sistema giudiziario delle tante società antiche discriminasse la donna) la domanda che comunque sorge è: posto che leggi repressive e misogine fossero in vigore e colpissero suppergiù qualsiasi donna trasgredisse certi divieti e consuetudini
(vedi la faccenda della verginità obbligatoria per la sposa, della castità et similia) mi sembra strano che la maggioranza delle donne "non si ribellasse più di tanto" con l'arma che ha sempre avuto a disposizione: il veleno tratto dalle piante.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/introduzione-alla-tossicologia.html
Voglio dire, che ci voleva a cucinare al marito misogino un'insalata o una macedonia con foglie e bacche di Belladonna, Arum maculatum, Stramonio, Aconito, Cicuta, mescolate alla lattuga, al prezzemolo e ai mirtilli e a servigliela con un sorriso angelico?
Perché le donne greche, pur trattate legalmente come minorenni minorate bisognose di tutela e spadroneggiamento maschile, non provocarono un avvelenamento di massa?
La donna nei secoli antichi usava il veleno per uccidere, ma gli avvelenamenti non erano all'ordine del giorno; difatti "la moria di uomini" la si aveva durante le guerre, ma non in tempo di pace, quando i suddetti stavano con le mogli.
La mia ipotesi è che, seppur discriminate dalla Legge per quanto riguarda la partecipazione "alle assemblee cittadine" (predominio maschile), le donne, recluse nei ginecei, tra di loro, vedessero poco gli uomini in questione, sempre intenti "a stare fuori" o a guerreggiare chissà dove.
Il che era sopportabile, con tutto che i matrimoni erano combinati, ma vedere una volta al mese o all'anno "il marito che ti era stato imposto e neanche ti piaceva" era qualcosa che si poteva sopportare, considerato che il marito in questione era il primo "ad accoppiarsi al buio e velocemente" e poi lasciare in pace la sposa che gli era stata "consegnata", andando da donne "che gli piacevano di più" (le prostitute, che i greci frequentavano assiduamente) e interessandosi unicamente alla moglie in questione qualche mese dopo per vedere se effettivamente era rimasta incinta.
Penso che sia gli uomini sia le donne, sposati con matrimoni combinati e di interesse, si vedessero il meno possibile, entrambi, di comune accordo.
Almeno, la stragrandissima maggioranza di essi.
Anche perché, ripeto: non ci voleva niente a infilare qualche bacca di Belladonna in mezzo alla macedonia da servire al marito violento e manesco per toglierselo di mezzo e liberarsi di lui, in un periodo storico dove "analisi alla scena del crimine" manco si sapeva cosa fossero e si poteva gridare al "castigo degli Dei" per giustificare qualsiasi morte "sospetta".
è certo che donne realmente sposate a bruti del genere avessero a disposizione anche questo metodo per farsi giustizia da sé (se la Legge greca misogina non lo faceva al posto loro), ma pure donne "sposate a forza" che magari volevano sposarsi con l'amante (e con l'amante stesso che partecipava all'omicidio)
Vicende del genere succedono pure ai giorni nostri, e ovunque, non vedo perché non sarebbero dovute accadere anche nella Grecia "pre e post-Aristotele".
Che le donne conoscessero i "trucchi delle erbe" lo sappiamo anche perché le suddette erbe mischiate in intrugli più o meno fantasiosi venivano usate per abortire
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/storia-horror-dellaborto-parte-1.html
ma anche per curare certi malanni.
Per cui…
Inoltre, penso anche che all'interno di questi ginecei le donne in questione, specie quelle più ricche e nobili, facessero suppergiù tutto ciò che gli uomini facevano "alle assemblee cittadine in pubblico":
e cioè parlare di cose frivole ma anche culturali (difficile pensare che a quel tempo non ci fossero già filosofi ben disposti a insegnare a donne facoltose questo o quello, in cambio di un'offerta in monete o altri prodotti: pecunia non olet, no?), e suppongo pure dipingere, creare manufatti, suonare, danzare, scrivere poesie e narrare storie (mitologiche o meno).
Del resto, sono tutte cose che la donna faceva anche nel Medioevo (ma anche in culture antiche precedenti),
http://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/medioevo-1-musiciste-e-danzatrici.html
e questa volta abbiamo centinaia di miniature che lo testimoniano.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/lavori-e-divertimenti-nel-medioevo.html
Certo, di tutto quanto fatto, detto, scritto dalle suddette donne non c'è giunto quasi nulla (ammettendo che i testi anonimi e i vasi non firmati non siano già opere femminili...), ma il fatto che la maggioranza delle donne greche non trovasse granchè lo stimolo di rivendicare "questo o quello", lascia intendere che "questo o quello già lo avevano e lo facevano", semplicemente lo facevano in privato, tra le quattro mura del gineceo, mentre gli uomini lo potevano fare "in piazza".
Vero che il cristianesimo (e il monoteismo in generale) fu poi una mazzata tremenda per la condizione femminile, cancellando quel poco di positivo che magari si era già fatto in epoca tardo-pagana e inglobando nella sua già pestilenziale teologia il peggio del peggio che era lo scarto misogino della civiltà pagana...
Dico scarto della civiltà pagana, perché i cristianucoli hanno fatto il "questo sì, questo no" quando hanno dovuto inglobare questo o quest'altro nella loro "esegesi e teologia".
Del resto avevo già parlato di Sorano di Efeso, che suppergiù dice sulle donne quello che anche oggigiorno noi riconosciamo come diritto fondamentale delle donne...
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/dottoresse-nellantichita.html
Per cui è vero, Aristotele era un pessimo misogino (non a caso poi celebrato dai cristiani, che tra i tanti pagani ti vanno a beccare proprio quello peggiore...)
ma Sorano di Efeso è una prova di nome storico di uomo dell'antichità che si può tirare fuori a sostegno del "ma non è che tutti i maschi pagani la pensassero come Aristotele e gli tributavano un culto di idolatria".
Poi ovvio che Tommaso d'Aquino e il Malleus Maleficarum ti riportano, non a caso, le vaccate aristoteliche contro le donne, e se ne guardano bene dal citare Sorano di Efeso…
Ancora una volta devo dare ragione a quel ragazzo che mi commentò con "guarda che Aristotele non è il gesù cristo dei pagani".
Per cui, si legga quanto trascrivo qui sotto tenendo presente queste domande ed ipotesi, che io stessa mi sono posta dopo aver visionato sia Aristotele, sia i vasi, sia i commenti che mi vennero fatti da un ragazzo che aveva trattato la questione prima di me.
Rimandando "i ruoli della donna" e la misoginia greca in approfondimenti successivi SUGGERISCO alle persone che leggeranno questo mio post di scaricarsi questo pdf,
https://www.academia.edu/37328867/Donne_intellettuali_nellantichità_greco-romana.odt
fatto dal ragazzo in questione (con il quale ebbi uno scambio di commenti su youtube che giudico tra i più interessanti e utili mai avuti in tutti questi anni... fossero state tutte così le persone che mi hanno contattato in questi anni sui social network, sarei stata un po' meno misantropa...)
tra i pochi ad occuparsi di "filosofe donne nell'antichità" e a saper riportare prove e argomentazioni e a saper sostenere un dibattito con me, citando libri, e non le cretinate dei "ma io sento così!\me lo ha detto lo spirito santo! me lo ha detto la madonna!" che sono le "geniali argomentazioni" usate da certi cristiani di mia conoscenza... che vorrebbero confutare il mio lavoro anticristiano....
In questo modo, leggendo il suo pdf potete già avere altri dettagli alla questione, che io qua ho solo accennato.
LE DONNE NEI POEMI OMERICI
Di queste donne menzionate nei poemi greci epici noi conosciamo soltanto due gruppi sociali differenziati: le mogli e le figlie degli eroi da una parte, le serve dall'altra; inoltre, bisogna considerare il gruppo costituito dalle prigioniere di guerra (solitamente di origine regale e sangue nobile, cadute nelle mani dei nemici dei loro padri o sposi, e divenute parte del bottino, perciò stuprate, a meno che, effettivamente, tra i due non nasca vero amore)
Non abbiamo una parola sulle donne del popolo, come se non esistessero: è evidente che al poeta (e neppure ai suoi ascoltatori) interessasse parlare di loro. Soltanto alle donne "mogli degli eroi" spettava essere spose, regine e padrone di casa.
Da fanciulle come Nausicaa, apprendiamo che vi erano due aspetti del matrimonio: quello che riguardava l'aspetto sociale e quello affettivo.
è noto che l'adulterio della donna era condannato, quello maschile non era neppure preso in considerazione: l'uomo aveva le sue concubine, serve o prigioniere, che vivevano in casa e i cui figli erano inseriti nell'oikos, a volte appena distinti dai figli legittimi (si veda il caso di Megapente, il figlio che Menelao ha avuto da una concubina e che egli fa sposare ad una figlia di un nobile spartano)
[Nota di Lunaria: del resto anche nella bibbia le concubine sono usate per figliare, al posto delle mogli legittime, se erano sterili; vedi la vicenda di Agar]
Il termine "oikos" era la proprietà fondiaria, un'unità di produzione essenzialmente agricola e pastorale, in cui l'artigianato domestico occupava un posto importante; era un gruppo umano strutturato in modo più o meno complesso, di dimensioni più o meno estese, e nel quale il posto delle donne si inserisce in funzione della struttura stessa della società di cui l'oikos costituisce l'unità di base.
La parola oikos la si trova nei poemi omerici, specie l'Odissea. L'Iliade è più incentrata sui combattimenti e la vita "normale" è citata solo in brevi passaggi.
Di tanto in tanto troviamo qualche citazione in cui gli eroi, lontani dal focolare e dalla moglie, esprimono il desiderio di rivederla: "Colui che rimane per un solo mese lontano dalla sua consorte, con la sua nave dallo scafo robusto, soffre di essere trattenuto dalle burrasche invernali e dal mare in tumulto" (Ulisse, II libro dell'Iliade)
"Sono gli Atridi gli unici mortali che amano la loro donna? Ogni uomo buono e sensato ama la propria e la protegge. E io amavo costei dal profondo del cuore, sebbene fosse una prigioniera" (Achille, libro IX).
Si potrebbe citare ancora la più nota coppia Ettore-Andromaca o quella formata da Priamo-Ecuba, sebbene Priamo sia poligamo.
L'amore tra i coniugi è affermato maggiormente nell'Odissea, intorno alla coppia Ulisse-Penelope.
[Nota di Lunaria: ad onor del vero, devo ammettere pubblicamente che, nonostante io sia una bibliomane integralista, non riesco proprio a leggere, se non obbligandomi e di malavoglia, cose come l'Iliade e l'Odissea, che infatti ho sempre letto poco e male.
Il contesto "pseudo greco" riesce a piacermi solo in autori come Monti https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/07/vincenzo-monti-i-miei-versi-preferiti.html
e Alfieri, https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/search?q=alfieri
autori che mi mandano in visibilio e su cui sbavo non appena vedo una qualche edizione cartacea dedicata a loro.
Ma quanto a farmi piacere e spasimare sull'Iliade o Odissea...]
Ma se i re dell'Iliade e dell'Odissea, nonostante le loro ricchezze, sono prima di tutto guerrieri, padroni di un vasto oikos, detengono un potere essenzialmente religoso, che lo scettro simbolizza.
Ora, sembra che la loro sposa legittima partecipi, in certa misura, di questo potere: Ecuba nell'Iliade, Elena, Arete e Penelope nell'Odissea.
Per esempio, Ecuba: nel libro VI quando gli Achei sono passati all'attacco e minacciano di sfondare le linee troiane, Eleno, uno dei figli di Priamo, che è anche indovino, invita il fratello Ettore ad intervenire presso la madre: "Corri in città, e va' a parlare a nostra madre. Dille che convochi le matrone nel tempio consacrato ad Atena glaucopide, sull'acropoli e si faccia aprire le porte della sacra dimora con le chiavi; e che prenda il peplo più grande, più bello e a lei più caro tra tutti quelli del suo palazzo e lo deponga sulle ginocchia di Atena dalle belle chiome. E nello stesso tempo prometta d'immolarle, nel suo tempio, dodici giovenche non ancora domate, perché la Dea si degni di aver compassione della nostra città, delle spose dei Troiani e dei loro figli ancora bambini."
Quindi Ecuba, essendo la moglie del re ha il potere di convocare le donne di Troia, e sarà lei ad offrire una sacrificio alla Dea per la salvezza della città, delle donne e dei bambini. Non si tratta dunque soltanto della moglie del re, ma della regina [con funzione di Sacerdotessa e mediatrice con la Dea? Nota di Lunaria]
E regina è anche Elena, nel IV libro dell'Odissea. Il suo ingresso nella sala del banchetto, dove Menelao intrattiene gli ospiti, è quello di una regina, ammessa ad intrattenersi in mezzo agli uomini, al banchetto.
E regina è anche Arete, la moglie di Alcinoo. Ulisse consiglia a Nausicaa di rivolgersi a sua madre, come se da lei dipendesse l'accoglienza che lui avrebbe ricevuto.
Anche Arete, come Elena, siede nella sala del palazzo, dove stanno i capi dei Feaci, accanto al trono del marito, assiste al banchetto in mezzo agli uomini, come fece Elena a Sparta.
[Nota di Lunaria: certo, sono donne del mito, perciò inesistenti; qualcuna farà notare che non è un "gran potere di emancipazione femminile" essere "delle gran bonazze" e venire apprezzate esclusivamente per quello, come è Elena, e tuttavia se pure trattasi di donne inesistenti, al pari dei vari Achille ed Ettore, il poeta le avrà pure ricalcate su qualche modello realmente esistente di regina del suo tempo, con tutto che bisogna sempre tenere presente il discorso che facevo sopra, su quanto poi sia "ideale narrativo dell'autore" e "realtà concreta"]
Ma la regina più interessante è Penelope. Ad Itaca, nessuno sa che fine abbia fatto Ulisse.
Se i pretendenti ricercano Penelope, e la sollecitano a scegliersi uno sposo tra di loro è perché quest'ultimo, unendosi a lei, diventerebbe il padrone di Itaca
[Nota di Lunaria: per l'idea simbolica ancestrale che la Terra si identifichi con la Donna e per il fatto che le varie Dee del grano e della vegetazione erano immaginate con sembianze femminili, perciò
Terra = Donna\Dea. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/tellus-la-madre-terra.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/le-dee-del-riso-e-del-grano.html
Questo simbolismo lo si trova persino nel corano, quando è detto che "le vostre mogli sono per voi come un campo da arare\aratelo quando lo desiderate"... Ovviamente che "il suddetto campo femmina" lo VOGLIA O NO DI ESSERE "ARATA", NON è MINIMAMENTE PRESO IN CONSIDERAZIONE, DA QUESTO VERSETTO CORANICO…
METTIAMO LA PROVA, PRIMA CHE QUALCUNO DICA CHE "NON è VERO NIENTE!"
Per maggiori approfondimenti sul concetto di Sovranità e Madre Terra vedi "Trattato di Storia delle Religioni" di Mircea Eliade, che lo analizza in moltissime culture; per inciso, se la Terra era metafora della Donna, e viceversa, i semi erano assimilati ai morti e alla rinascita]
Del resto, Egisto sposando Clitemestra era divenuto il padrone di Micene, dopo Agamennone.
La regina, quindi, possiede nella sua persona parte del potere che distingue il re dagli altri nobili, ed è anche in grado di trasmetterlo. Tale potere è essenzialmente religioso, e nell'Odissea è anche "di buon governo"
[Nota di Lunaria: questo simbolismo lo troviamo, già comunque annacquato dal simbolismo cristiano, anche in figure come Artù, Ginevra, Merlino, Morgana e Viviana https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-1-commenti.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-2-il-lago-di-diana.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-3-ginevra.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-4-morgana.html]
Come dice Ulisse a Penelope, dopo il loro incontro, stabilendo i ruoli di sposo e sposa: "Ora che noi due ci siamo ritrovati in questo letto caro ai nostri cuori, toccherà a te di vegliare sui beni che ho in questa casa; e poiché le nostre mandrie sono state decimate dagli iniqui pretendenti, penserò io a dare una grande razzia di montoni, e gli Achei me ne daranno altri, sufficienti a riempire le mie stalle."
Da questo dialogo emerge che un altro aspetto delle "mogli degli eroi" era quello di essere "le padrone di casa": Ulisse, appunto, affida a Penelope la cura della propria casa, mentre lui è pronto a nuove avventure per ricostituire il suo patrimonio dilapidato dai pretendenti.
Anche Elena "tesseva una grande tela, un manto di porpora, su cui istoriava le fatiche dei Troiani domatori di giumenti e degli Achei dalle armature di bronzo"
Filare la lana, tessere stoffe, dirigere il lavoro delle ancelle, sembra essere l'attività essenziale e domestica della donna.
è lei che accoglie i visitatori stranieri e si cura del loro benessere, come fa Elena quando Telemaco arriva a Sparta o quando Arete accoglie Ulisse a Scheria.
La padrona di casa si occupa anche di fornire un bagno agli ospiti: così fa Policaste, la figlia di Nestore, quando prepara un bagno per Telemaco: "quando essa lo ebbe lavato e unto di morbido olio, lo ricoprì con una tunica e un bel manto fluttuante"
[Nota di Lunaria: una scena analoga la si trova anche nei vangeli con la "peccatrice" che unge gesù e poi ancora "gli lava i piedi con le sue lacrime e glieli asciuga con i suoi capelli, baciandoli."
Evito di commentare una schifosata di scena di masochismo femminile di una donna, che sta sotto un tavolo ad un banchetto, reificata a cagna piangente e puliscipiedi di un maschio "adorato come dio e salvatore"... del resto per certe femministucole questa sarebbe una bella scena di edificante emancipazione femminile...]
Ma la padrona di casa per eccellenza è Penelope: custode del focolare e della casa di Ulisse, rifiuta di cedere ai pretendenti ciò che le è stato affidato dal suo sposo.
Come Elena e come Arete, Penelope trascorre le giornate filando la lana e tessendo stoffe preziose.
[Nota di Lunaria: forse in questo passaggio chiunque avesse ideato la storiella e la raccontasse, qui aveva in mente anche il concetto di Dee filatrici, tipo le Parche, e le due figure, quella delle regine e quella delle Dee, si sovrappongono https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/le-dee-filatrici.html]
è anche divertente pensare a Penelope che si serve di questa attività femminile per farsi beffe dei pretendenti, visto che disfa di notte il lavoro compiuto di giorno.
E tuttavia, anche Penelope (e quindi la regina) era sottomessa: infatti Telemaco le ordina: "Va' nella tua camera, veglia alle opere del tuo sesso, telaio e conocchia, ordina alle tue ancelle di occuparsi dei loro compiti; il parlare riguarda gli uomini e me sopra tutto, perché il padrone di casa sono io".
E se il poeta osserva che a queste parole Penelope fu colta dallo stupore, è perché il discorso veniva da suo figlio, che lei vedeva ancora come un bambino.
Da Ulisse lo avrebbe accettato.
Anche la donna, nell'Atene di Senofonte, è destinata ai lavori domestici, dovendo dirigere il lavoro delle ancelle ma anche dei servitori.
[Nota di Lunaria: ripetiamo che la società greca era schiavista e classista anche nei confronti degli stessi maschi "non greci" ritenuti inferiori "ai greci"]
Senofonte, facendo parlare Iscomaco, paragona la funzione della donna all'interno dell'oikos alla regina delle api
[Nota di Lunaria: ancora una volta, l'ape era un simbolo della Dea. Vedi Melissa, Artemide e Demetra]
BENE, E ADESSO METTIAMO LE FOTO DELLE PAGINE CON I CONCETTI EVIDENZIATI NEL RETTANGOLO ROSSO:
Perché un pittore (una pittrice?) ha voluto rappresentare, sui vasi, certe scene di vita quotidiana?
Perché dovremmo basarci, e considerare "unica fonte vera e attendibile senza se e senza ma, a prescindere" le frasucole di Aristotele,
e non ci basiamo anche su certi vasi che mostrano altro?
In certi vasi si vedono donne nude in pose quasi da ginnasta; in altri, si abbracciano l'un l'altra sorridendo; in altri vasi ancora leggono papiri o tengono sul palmo della mano degli uccellini; questo non è riportato da Aristotele.
Perché per farmi un'idea della vita quotidiana di una donna greca di millenni fa, dovrei dare importanza solo alle frasucole aristoteliche e non ai vasi affrescati che mostrano un aspetto della vita delle donne greche che Aristotele non riporta?
Vero, se avallo "l'autorità di Aristotele, il Perfetto", sto dando ragione ai cristiani e vado dietro al loro andazzo idolatrico.
Bisogna valutare Aristotele per quello che fu al suo tempo, e non con quello che i cristiani hanno ricamato su di lui.
6) Sappiamo che certe scuole filosofiche accettavano donne;
sono state tramandati dei nomi di filosofe antiche.
https://www.academia.edu/37328867/Donne_intellettuali_nellantichità_greco-romana.odt
Ora, noi cosa sappiamo con certezza di questo periodo e delle stesse donne menzionate?
Dal momento che della Grecia antica noi sappiamo solo quello che i cristiani si degnarono di non distruggere?
Quanto di quello che riguardava le donne, o alcune donne, oltre che gli stessi uomini greci (e non solo), è andato distrutto durante il rogo della biblioteca di Alessandria? Oltre ad Ipazia, i cristiani quante altre donne filosofe avranno ammazzato, riuscendo a cancellare le prove della loro esistenza? Credo che sia legittimo chiederselo, anche solo come ipotesi.
7) Ci basiamo su libri come l'"Iliade" e l'"Odissea" per ricostruire "usi e costumi greci": d'accordo, quelle sono le fonti "più note e più integrali", questo passa il convento e su questo dobbiamo basarci.
Ma come possiamo essere certi che in quei libri compaia "la vera condizione della donna greca" o non sia piuttosto "l'ideale di donna che aveva in testa chi scrisse quei testi"?
Del resto, l'ideale letterario dei poeti medioevali era "la donna bionda"; ma questo non significa che solo perché loro parlavano esclusivamente di donne bionde, nel Medioevo non nascessero donne dai capelli neri o rossi... Quanto c'è di reale e concreto nelle donne "omeriche", e quando di fittizio a fine narrativo, anche solo come semplice fantasia ideale maschile?
8) Infine: VERO, la donna nella Grecia antica era sottomessa, sminuita ecc. ecc.
Non rimpiango per niente "le antichità pagane" e sono ben felice di vivere in un contesto occidentale del 2019 dove alla donna, ormai, è concesso essere "anche altro" rispetto alla "moglie di...", "madre di...".
I diritti della donna vista come individuo autonomo dall'uomo sono una conquista recente e solo in questa "parte di mondo occidentale".
Se poi volessimo una data precisa, si può indicare il 1975: in Italia viene finalmente abolita la potestà maritale e moglie e marito sono equiparati, con pari diritti e doveri (almeno dal punto di vista costituzionale, poi vabbè, la realtà è un'altra cosa)
E tuttavia, c'è un'altra ipotesi che pongo: come mai le donne nell'antica Grecia si lamentano "poco" e si ribellano "poco" alla misoginia imperante, per esempio in campo letterario?
Forse perché non era così influente ed incisiva e "messa in pratica" come oggi supponiamo lo fosse (*) o perché, più probabilmente, nell'antica Grecia non c'era solo una letteratura maschile e misogina, ma era diffusa anche una letteratura più equilibrata e meno sessista, persino fatta dalle donne?
Letteratura spazzata via dalla distruzione operata dai cristiani, quando sono saliti al potere? Anche questo, è legittimo chiederselo.
Non è che noi, dell'antica Grecia, abbiamo "solo testi misogini" perché solo quelli sono stati salvati dai cristiani che hanno fatto sparire tutto il resto?
Voglio dire: ma voi ce lo vedete un misogino come Tertulliano o Cirillo preservare un testo pagano "non sessista" per farlo conoscere ai posteri?
Più probabile che se quei testi ancora circolavano quando Tertulliano e Cirillo erano vivi e vegeti, loro stessi si attivarono a distruggerli, se li trovavano sottomano.
(*) Essendo, appunto, mero sfogo letterario e fittizio, al pari del materiale pornografico dei giorni nostri che non riporta "la condizione della donna" (perché le donne pornostar siliconate sono la minoranza delle donne e non rappresentano "tutte le donne"), ma riporta "un certo sogno erotico maschile su quello che la donna dovrebbe essere e fare durante il coito" e che nella realtà non è neanche detto che si avveri e, se si avvera, non è neanche detto che sia in quelle modalità?
Perché non tutte le donne, "nella vita di tutti i giorni" emulano e incarnano prodezze e look delle celebri attrici porno, così come non tutti gli uomini "nella vita di tutti i giorni" emulano e incarnano prodezze e look di celebri attori porno.
Vediamo di tenere ben presente cos'è la realtà e cos'è la finzione narrativa e cinematografica fine a se stessa.
Per quanto riguarda la misoginia legislativa e giuridica (innegabile che il sistema giudiziario delle tante società antiche discriminasse la donna) la domanda che comunque sorge è: posto che leggi repressive e misogine fossero in vigore e colpissero suppergiù qualsiasi donna trasgredisse certi divieti e consuetudini
(vedi la faccenda della verginità obbligatoria per la sposa, della castità et similia) mi sembra strano che la maggioranza delle donne "non si ribellasse più di tanto" con l'arma che ha sempre avuto a disposizione: il veleno tratto dalle piante.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/introduzione-alla-tossicologia.html
Voglio dire, che ci voleva a cucinare al marito misogino un'insalata o una macedonia con foglie e bacche di Belladonna, Arum maculatum, Stramonio, Aconito, Cicuta, mescolate alla lattuga, al prezzemolo e ai mirtilli e a servigliela con un sorriso angelico?
Perché le donne greche, pur trattate legalmente come minorenni minorate bisognose di tutela e spadroneggiamento maschile, non provocarono un avvelenamento di massa?
La donna nei secoli antichi usava il veleno per uccidere, ma gli avvelenamenti non erano all'ordine del giorno; difatti "la moria di uomini" la si aveva durante le guerre, ma non in tempo di pace, quando i suddetti stavano con le mogli.
La mia ipotesi è che, seppur discriminate dalla Legge per quanto riguarda la partecipazione "alle assemblee cittadine" (predominio maschile), le donne, recluse nei ginecei, tra di loro, vedessero poco gli uomini in questione, sempre intenti "a stare fuori" o a guerreggiare chissà dove.
Il che era sopportabile, con tutto che i matrimoni erano combinati, ma vedere una volta al mese o all'anno "il marito che ti era stato imposto e neanche ti piaceva" era qualcosa che si poteva sopportare, considerato che il marito in questione era il primo "ad accoppiarsi al buio e velocemente" e poi lasciare in pace la sposa che gli era stata "consegnata", andando da donne "che gli piacevano di più" (le prostitute, che i greci frequentavano assiduamente) e interessandosi unicamente alla moglie in questione qualche mese dopo per vedere se effettivamente era rimasta incinta.
Penso che sia gli uomini sia le donne, sposati con matrimoni combinati e di interesse, si vedessero il meno possibile, entrambi, di comune accordo.
Almeno, la stragrandissima maggioranza di essi.
Anche perché, ripeto: non ci voleva niente a infilare qualche bacca di Belladonna in mezzo alla macedonia da servire al marito violento e manesco per toglierselo di mezzo e liberarsi di lui, in un periodo storico dove "analisi alla scena del crimine" manco si sapeva cosa fossero e si poteva gridare al "castigo degli Dei" per giustificare qualsiasi morte "sospetta".
è certo che donne realmente sposate a bruti del genere avessero a disposizione anche questo metodo per farsi giustizia da sé (se la Legge greca misogina non lo faceva al posto loro), ma pure donne "sposate a forza" che magari volevano sposarsi con l'amante (e con l'amante stesso che partecipava all'omicidio)
Vicende del genere succedono pure ai giorni nostri, e ovunque, non vedo perché non sarebbero dovute accadere anche nella Grecia "pre e post-Aristotele".
Che le donne conoscessero i "trucchi delle erbe" lo sappiamo anche perché le suddette erbe mischiate in intrugli più o meno fantasiosi venivano usate per abortire
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/storia-horror-dellaborto-parte-1.html
ma anche per curare certi malanni.
Per cui…
Inoltre, penso anche che all'interno di questi ginecei le donne in questione, specie quelle più ricche e nobili, facessero suppergiù tutto ciò che gli uomini facevano "alle assemblee cittadine in pubblico":
e cioè parlare di cose frivole ma anche culturali (difficile pensare che a quel tempo non ci fossero già filosofi ben disposti a insegnare a donne facoltose questo o quello, in cambio di un'offerta in monete o altri prodotti: pecunia non olet, no?), e suppongo pure dipingere, creare manufatti, suonare, danzare, scrivere poesie e narrare storie (mitologiche o meno).
Del resto, sono tutte cose che la donna faceva anche nel Medioevo (ma anche in culture antiche precedenti),
http://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/medioevo-1-musiciste-e-danzatrici.html
e questa volta abbiamo centinaia di miniature che lo testimoniano.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/lavori-e-divertimenti-nel-medioevo.html
Certo, di tutto quanto fatto, detto, scritto dalle suddette donne non c'è giunto quasi nulla (ammettendo che i testi anonimi e i vasi non firmati non siano già opere femminili...), ma il fatto che la maggioranza delle donne greche non trovasse granchè lo stimolo di rivendicare "questo o quello", lascia intendere che "questo o quello già lo avevano e lo facevano", semplicemente lo facevano in privato, tra le quattro mura del gineceo, mentre gli uomini lo potevano fare "in piazza".
Vero che il cristianesimo (e il monoteismo in generale) fu poi una mazzata tremenda per la condizione femminile, cancellando quel poco di positivo che magari si era già fatto in epoca tardo-pagana e inglobando nella sua già pestilenziale teologia il peggio del peggio che era lo scarto misogino della civiltà pagana...
Dico scarto della civiltà pagana, perché i cristianucoli hanno fatto il "questo sì, questo no" quando hanno dovuto inglobare questo o quest'altro nella loro "esegesi e teologia".
Del resto avevo già parlato di Sorano di Efeso, che suppergiù dice sulle donne quello che anche oggigiorno noi riconosciamo come diritto fondamentale delle donne...
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/dottoresse-nellantichita.html
Per cui è vero, Aristotele era un pessimo misogino (non a caso poi celebrato dai cristiani, che tra i tanti pagani ti vanno a beccare proprio quello peggiore...)
ma Sorano di Efeso è una prova di nome storico di uomo dell'antichità che si può tirare fuori a sostegno del "ma non è che tutti i maschi pagani la pensassero come Aristotele e gli tributavano un culto di idolatria".
Poi ovvio che Tommaso d'Aquino e il Malleus Maleficarum ti riportano, non a caso, le vaccate aristoteliche contro le donne, e se ne guardano bene dal citare Sorano di Efeso…
Ancora una volta devo dare ragione a quel ragazzo che mi commentò con "guarda che Aristotele non è il gesù cristo dei pagani".
Per cui, si legga quanto trascrivo qui sotto tenendo presente queste domande ed ipotesi, che io stessa mi sono posta dopo aver visionato sia Aristotele, sia i vasi, sia i commenti che mi vennero fatti da un ragazzo che aveva trattato la questione prima di me.
Rimandando "i ruoli della donna" e la misoginia greca in approfondimenti successivi SUGGERISCO alle persone che leggeranno questo mio post di scaricarsi questo pdf,
https://www.academia.edu/37328867/Donne_intellettuali_nellantichità_greco-romana.odt
fatto dal ragazzo in questione (con il quale ebbi uno scambio di commenti su youtube che giudico tra i più interessanti e utili mai avuti in tutti questi anni... fossero state tutte così le persone che mi hanno contattato in questi anni sui social network, sarei stata un po' meno misantropa...)
tra i pochi ad occuparsi di "filosofe donne nell'antichità" e a saper riportare prove e argomentazioni e a saper sostenere un dibattito con me, citando libri, e non le cretinate dei "ma io sento così!\me lo ha detto lo spirito santo! me lo ha detto la madonna!" che sono le "geniali argomentazioni" usate da certi cristiani di mia conoscenza... che vorrebbero confutare il mio lavoro anticristiano....
In questo modo, leggendo il suo pdf potete già avere altri dettagli alla questione, che io qua ho solo accennato.
LE DONNE NEI POEMI OMERICI
Di queste donne menzionate nei poemi greci epici noi conosciamo soltanto due gruppi sociali differenziati: le mogli e le figlie degli eroi da una parte, le serve dall'altra; inoltre, bisogna considerare il gruppo costituito dalle prigioniere di guerra (solitamente di origine regale e sangue nobile, cadute nelle mani dei nemici dei loro padri o sposi, e divenute parte del bottino, perciò stuprate, a meno che, effettivamente, tra i due non nasca vero amore)
Non abbiamo una parola sulle donne del popolo, come se non esistessero: è evidente che al poeta (e neppure ai suoi ascoltatori) interessasse parlare di loro. Soltanto alle donne "mogli degli eroi" spettava essere spose, regine e padrone di casa.
Da fanciulle come Nausicaa, apprendiamo che vi erano due aspetti del matrimonio: quello che riguardava l'aspetto sociale e quello affettivo.
è noto che l'adulterio della donna era condannato, quello maschile non era neppure preso in considerazione: l'uomo aveva le sue concubine, serve o prigioniere, che vivevano in casa e i cui figli erano inseriti nell'oikos, a volte appena distinti dai figli legittimi (si veda il caso di Megapente, il figlio che Menelao ha avuto da una concubina e che egli fa sposare ad una figlia di un nobile spartano)
[Nota di Lunaria: del resto anche nella bibbia le concubine sono usate per figliare, al posto delle mogli legittime, se erano sterili; vedi la vicenda di Agar]
Il termine "oikos" era la proprietà fondiaria, un'unità di produzione essenzialmente agricola e pastorale, in cui l'artigianato domestico occupava un posto importante; era un gruppo umano strutturato in modo più o meno complesso, di dimensioni più o meno estese, e nel quale il posto delle donne si inserisce in funzione della struttura stessa della società di cui l'oikos costituisce l'unità di base.
La parola oikos la si trova nei poemi omerici, specie l'Odissea. L'Iliade è più incentrata sui combattimenti e la vita "normale" è citata solo in brevi passaggi.
Di tanto in tanto troviamo qualche citazione in cui gli eroi, lontani dal focolare e dalla moglie, esprimono il desiderio di rivederla: "Colui che rimane per un solo mese lontano dalla sua consorte, con la sua nave dallo scafo robusto, soffre di essere trattenuto dalle burrasche invernali e dal mare in tumulto" (Ulisse, II libro dell'Iliade)
"Sono gli Atridi gli unici mortali che amano la loro donna? Ogni uomo buono e sensato ama la propria e la protegge. E io amavo costei dal profondo del cuore, sebbene fosse una prigioniera" (Achille, libro IX).
Si potrebbe citare ancora la più nota coppia Ettore-Andromaca o quella formata da Priamo-Ecuba, sebbene Priamo sia poligamo.
L'amore tra i coniugi è affermato maggiormente nell'Odissea, intorno alla coppia Ulisse-Penelope.
[Nota di Lunaria: ad onor del vero, devo ammettere pubblicamente che, nonostante io sia una bibliomane integralista, non riesco proprio a leggere, se non obbligandomi e di malavoglia, cose come l'Iliade e l'Odissea, che infatti ho sempre letto poco e male.
Il contesto "pseudo greco" riesce a piacermi solo in autori come Monti https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/07/vincenzo-monti-i-miei-versi-preferiti.html
e Alfieri, https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/search?q=alfieri
autori che mi mandano in visibilio e su cui sbavo non appena vedo una qualche edizione cartacea dedicata a loro.
Ma quanto a farmi piacere e spasimare sull'Iliade o Odissea...]
Ma se i re dell'Iliade e dell'Odissea, nonostante le loro ricchezze, sono prima di tutto guerrieri, padroni di un vasto oikos, detengono un potere essenzialmente religoso, che lo scettro simbolizza.
Ora, sembra che la loro sposa legittima partecipi, in certa misura, di questo potere: Ecuba nell'Iliade, Elena, Arete e Penelope nell'Odissea.
Per esempio, Ecuba: nel libro VI quando gli Achei sono passati all'attacco e minacciano di sfondare le linee troiane, Eleno, uno dei figli di Priamo, che è anche indovino, invita il fratello Ettore ad intervenire presso la madre: "Corri in città, e va' a parlare a nostra madre. Dille che convochi le matrone nel tempio consacrato ad Atena glaucopide, sull'acropoli e si faccia aprire le porte della sacra dimora con le chiavi; e che prenda il peplo più grande, più bello e a lei più caro tra tutti quelli del suo palazzo e lo deponga sulle ginocchia di Atena dalle belle chiome. E nello stesso tempo prometta d'immolarle, nel suo tempio, dodici giovenche non ancora domate, perché la Dea si degni di aver compassione della nostra città, delle spose dei Troiani e dei loro figli ancora bambini."
Quindi Ecuba, essendo la moglie del re ha il potere di convocare le donne di Troia, e sarà lei ad offrire una sacrificio alla Dea per la salvezza della città, delle donne e dei bambini. Non si tratta dunque soltanto della moglie del re, ma della regina [con funzione di Sacerdotessa e mediatrice con la Dea? Nota di Lunaria]
E regina è anche Elena, nel IV libro dell'Odissea. Il suo ingresso nella sala del banchetto, dove Menelao intrattiene gli ospiti, è quello di una regina, ammessa ad intrattenersi in mezzo agli uomini, al banchetto.
E regina è anche Arete, la moglie di Alcinoo. Ulisse consiglia a Nausicaa di rivolgersi a sua madre, come se da lei dipendesse l'accoglienza che lui avrebbe ricevuto.
Anche Arete, come Elena, siede nella sala del palazzo, dove stanno i capi dei Feaci, accanto al trono del marito, assiste al banchetto in mezzo agli uomini, come fece Elena a Sparta.
[Nota di Lunaria: certo, sono donne del mito, perciò inesistenti; qualcuna farà notare che non è un "gran potere di emancipazione femminile" essere "delle gran bonazze" e venire apprezzate esclusivamente per quello, come è Elena, e tuttavia se pure trattasi di donne inesistenti, al pari dei vari Achille ed Ettore, il poeta le avrà pure ricalcate su qualche modello realmente esistente di regina del suo tempo, con tutto che bisogna sempre tenere presente il discorso che facevo sopra, su quanto poi sia "ideale narrativo dell'autore" e "realtà concreta"]
Ma la regina più interessante è Penelope. Ad Itaca, nessuno sa che fine abbia fatto Ulisse.
Se i pretendenti ricercano Penelope, e la sollecitano a scegliersi uno sposo tra di loro è perché quest'ultimo, unendosi a lei, diventerebbe il padrone di Itaca
[Nota di Lunaria: per l'idea simbolica ancestrale che la Terra si identifichi con la Donna e per il fatto che le varie Dee del grano e della vegetazione erano immaginate con sembianze femminili, perciò
Terra = Donna\Dea. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/tellus-la-madre-terra.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/le-dee-del-riso-e-del-grano.html
Questo simbolismo lo si trova persino nel corano, quando è detto che "le vostre mogli sono per voi come un campo da arare\aratelo quando lo desiderate"... Ovviamente che "il suddetto campo femmina" lo VOGLIA O NO DI ESSERE "ARATA", NON è MINIMAMENTE PRESO IN CONSIDERAZIONE, DA QUESTO VERSETTO CORANICO…
METTIAMO LA PROVA, PRIMA CHE QUALCUNO DICA CHE "NON è VERO NIENTE!"
Per maggiori approfondimenti sul concetto di Sovranità e Madre Terra vedi "Trattato di Storia delle Religioni" di Mircea Eliade, che lo analizza in moltissime culture; per inciso, se la Terra era metafora della Donna, e viceversa, i semi erano assimilati ai morti e alla rinascita]
Del resto, Egisto sposando Clitemestra era divenuto il padrone di Micene, dopo Agamennone.
La regina, quindi, possiede nella sua persona parte del potere che distingue il re dagli altri nobili, ed è anche in grado di trasmetterlo. Tale potere è essenzialmente religioso, e nell'Odissea è anche "di buon governo"
[Nota di Lunaria: questo simbolismo lo troviamo, già comunque annacquato dal simbolismo cristiano, anche in figure come Artù, Ginevra, Merlino, Morgana e Viviana https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-1-commenti.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-2-il-lago-di-diana.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-3-ginevra.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-4-morgana.html]
Come dice Ulisse a Penelope, dopo il loro incontro, stabilendo i ruoli di sposo e sposa: "Ora che noi due ci siamo ritrovati in questo letto caro ai nostri cuori, toccherà a te di vegliare sui beni che ho in questa casa; e poiché le nostre mandrie sono state decimate dagli iniqui pretendenti, penserò io a dare una grande razzia di montoni, e gli Achei me ne daranno altri, sufficienti a riempire le mie stalle."
Da questo dialogo emerge che un altro aspetto delle "mogli degli eroi" era quello di essere "le padrone di casa": Ulisse, appunto, affida a Penelope la cura della propria casa, mentre lui è pronto a nuove avventure per ricostituire il suo patrimonio dilapidato dai pretendenti.
Anche Elena "tesseva una grande tela, un manto di porpora, su cui istoriava le fatiche dei Troiani domatori di giumenti e degli Achei dalle armature di bronzo"
Filare la lana, tessere stoffe, dirigere il lavoro delle ancelle, sembra essere l'attività essenziale e domestica della donna.
è lei che accoglie i visitatori stranieri e si cura del loro benessere, come fa Elena quando Telemaco arriva a Sparta o quando Arete accoglie Ulisse a Scheria.
La padrona di casa si occupa anche di fornire un bagno agli ospiti: così fa Policaste, la figlia di Nestore, quando prepara un bagno per Telemaco: "quando essa lo ebbe lavato e unto di morbido olio, lo ricoprì con una tunica e un bel manto fluttuante"
[Nota di Lunaria: una scena analoga la si trova anche nei vangeli con la "peccatrice" che unge gesù e poi ancora "gli lava i piedi con le sue lacrime e glieli asciuga con i suoi capelli, baciandoli."
Evito di commentare una schifosata di scena di masochismo femminile di una donna, che sta sotto un tavolo ad un banchetto, reificata a cagna piangente e puliscipiedi di un maschio "adorato come dio e salvatore"... del resto per certe femministucole questa sarebbe una bella scena di edificante emancipazione femminile...]
Ma la padrona di casa per eccellenza è Penelope: custode del focolare e della casa di Ulisse, rifiuta di cedere ai pretendenti ciò che le è stato affidato dal suo sposo.
Come Elena e come Arete, Penelope trascorre le giornate filando la lana e tessendo stoffe preziose.
[Nota di Lunaria: forse in questo passaggio chiunque avesse ideato la storiella e la raccontasse, qui aveva in mente anche il concetto di Dee filatrici, tipo le Parche, e le due figure, quella delle regine e quella delle Dee, si sovrappongono https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/le-dee-filatrici.html]
è anche divertente pensare a Penelope che si serve di questa attività femminile per farsi beffe dei pretendenti, visto che disfa di notte il lavoro compiuto di giorno.
E tuttavia, anche Penelope (e quindi la regina) era sottomessa: infatti Telemaco le ordina: "Va' nella tua camera, veglia alle opere del tuo sesso, telaio e conocchia, ordina alle tue ancelle di occuparsi dei loro compiti; il parlare riguarda gli uomini e me sopra tutto, perché il padrone di casa sono io".
E se il poeta osserva che a queste parole Penelope fu colta dallo stupore, è perché il discorso veniva da suo figlio, che lei vedeva ancora come un bambino.
Da Ulisse lo avrebbe accettato.
Anche la donna, nell'Atene di Senofonte, è destinata ai lavori domestici, dovendo dirigere il lavoro delle ancelle ma anche dei servitori.
[Nota di Lunaria: ripetiamo che la società greca era schiavista e classista anche nei confronti degli stessi maschi "non greci" ritenuti inferiori "ai greci"]
Senofonte, facendo parlare Iscomaco, paragona la funzione della donna all'interno dell'oikos alla regina delle api
[Nota di Lunaria: ancora una volta, l'ape era un simbolo della Dea. Vedi Melissa, Artemide e Demetra]
BENE, E ADESSO METTIAMO LE FOTO DELLE PAGINE CON I CONCETTI EVIDENZIATI NEL RETTANGOLO ROSSO:
DONNE LAVORATRICI NELL'ANTICA GRECIA
Con "donna ateniese" si intende "chi è figlia e moglie di un cittadino ateniese" ma le donne non erano "cittadine" a tutti gli effetti visto che erano escluse dalle assemble, dalle sedute dei tribunali e dalle manifestazioni (tranne che in alcune cerimonie religiose)
Se si tenta di definire giuridicamente lo status della donna ateniese, la prima parola che viene in mente è minorenne: la donna ateniese era un'eterna minorenne, per tutta la vita doveva avere un tutore, un kyrios: prima il padre, poi il marito e se costui moriva prima di lei, il figlio o il parente più prossimo.
L'idea di una donna nubile ed indipendente era inconcepibile.
Il matrimonio era il fondamento stesso dello status della donna (Nota di Lunaria: idea tipica anche dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'islam, visto che "maria ha senso e scopo esistenziale solo in quanto madre del maschio divino gesù, a cui è sottoposta" e "la femmina islamica\ebraica si deve sposare obbligatoriamente e subire il sesso ogni volta che il marito decide di metterla incinta")
L'engye era l'unione tra uomo e donna, ovvero un contratto tra due casate: il padre o il tutore della ragazza la consegnava al futuro sposo.
Ma l'engye, da solo, non bastava: per rendere una fanciulla una gamete gyne, una sposa legittima, era necessaria la coabitazione, ovvero l'introduzione della fanciulla nella casa del marito.
A volte, anche le bambine venivano fidanzate, come la sorella dell'oratore Demostene, che venne "fidanzata" all'età di cinque anni: il matrimonio non era mai una libera scelta della ragazza, la sua sorte era decisa dai maschi: "Le cortigiane le abbiamo per il piacere, le concubine (pallakai) per le cure di tutti i giorni e le spose per avere una discendenza legittima e una fedele custode del focolare", come ebbe a dire un oratore greco.
Nota di Lunaria: eccola qui "la bella società" che viene tanto stimata e apprezzata dai grecoidi dei giorni nostri... e bisogna pure portare rispetto e reverenza ad una simile schifosata misogina, osannando Aristotele come il dio della filosofia!
Ma io ci sputo su, al vostro idolo AriSTERCOtelico.
La dote poteva consistere anche in terre; sappiamo che nell'Atene del V e del IV secolo si portava al mercato il superfluo dei legumi, della frutta, delle olive: la madre del poeta Euripide andava a vendere al mercato il prezzemolo raccolto nel suo orto; la presenza di donne al mercato è confermato dai comici e dagli oratori nelle loro arringhe.
Nel mercato si potevano vedere venditrici di nastri, di profumi, di aglio, ovvero le donne appartenenti ai ceti popolari, e la Commedia ci ha tramandato degli esempi. Era soprattutto la differenza di classe a fare la differenza: l'ateniese ricca stava segregata in casa attorniata dalle ancelle, la donna del popolo usciva di casa e andava al mercato e poteva lavorare come nutrice; potrebbe essere plausibile che queste donne tenessero per sé parte del denaro guadagnato dalla vendita dei prodotti al mercato.
Prove:
E VISTO CHE CI STO DIETRO DA OTTOBRE, A 'STO LAVORO
E CONTRARIAMENTE A CERTI BLOGGER\"ATTIVISTI", CHE FANNO UN MUCCHIO DI SOLDI CON QUESTI ARGOMENTI,
IO, PER MIA SCELTA, NON CI GUADAGNO MANCO UN CENTESIMO DA TUTTO CIò CHE FACCIO, NON AVENDO NESSUNO "SPONSOR", "IBAN", "BANNER PUBBLICITARIO", "SPOT PUBBLICITARIO SU YOUTUBE"
Né "AMICO CHE CONTA" (SINDACO, PREFETTO, MAGISTRATO, POLITICO...),
ESIGO CHE SE QUALCUNO VUOLE "CRITICARE I MIEI LAVORI CULTURALI",
DEVE TIRARE FUORI I
LIBRI,
I LIBRI.
ALTRIMENTI NON SARETE DEGNATI DI REPLICA.E NO, NESSUNO SI ILLUDA, IO ANCORA NON HO FINITO DI RIPORTARE ALTRI DETTAGLI SU QUESTA FACCENDA….
QUI AVEVO GIà PARLATO DI "DONNE IN LETTERATURA", citando Medioevo, Rinascimento, Ottocento e Novecento:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/le-donne-non-hanno-mai-fatto-niente.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/louisa-may-alcott-e-qualche-precisazione.html
Qui trovate la condizione delle donne operaie nell'Ottocento:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/la-condizione-delle-donne-operaie.html
E DEVO ANCORA RIPORTARE NEL DETTAGLIO LE DONNE SCRITTRICI DEL RISORGIMENTO ITALIANO (E SOLO PER LIMITARCI ALL'ITALIA, CHé SE MI GIRA IL CAPRICCIO MI METTO PURE A FARE LO STESSO LAVORO INERENTE LA GERMANIA, GLI STATI UNITI, LA FRANCIA E L'INGHILTERRA OTTOCENTESCA, E MAGARI PURE PAESI ANCHE MENO FAMOSI...)
Per giunta, a mettermi d'impegno nel ravanare in 3-4 biblioteche mi sa che trovo qualcosina pure sulle donne letterate del Seicento, che dal punto di vista letterario mi piace molto,
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/09/poesia-barocca-del-seicento.html
in particolar modo Marino, https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/11/i-versi-piu-belli-di-giovanni-battista.html
Girolamo Fontanella e Girolamo Preti https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/la-rosa-la-lucciola-e-la-perla-nella.html
ho qui anche delle belle antologie sulla Poesia del Seicento (ma purtroppo Marino non lo possiedo in un'edizione completa altrettanto bella!), PURTROPPO però le suddette antologie, pur completissime, non riportano manco mezzo nome di donna letterata del Seicento, e così "ho un enorme buco" parlando di "donna nel Seicento"... che prima o poi devo colmare.
Non che c'entri con l'argomento in questione di questo post, ma già che ho citato la poesia del Seicento, ammetto che il mio cuoricino batte anche per Federico della Valle (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/amore-e-morte-nella-tragedia-italiana.html)
e magari già che ci siamo anche per Carlo de' Dottori https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/01/carlo-de-dottori-i-versi-piu-belli.html
che, indubbiamente, si sarebbero innamorati all'istante di me e dei miei lunghi capelli corvini e mi avrebbero celebrato con versi tragici d'amore e tormento, gettando ai miei piedi rose rosse e purpuree,
possibilmente con sottofondo di primi Cradle of Filth, già che ci siamo, nella fantasticheria erotica poetica secentesca aggiungo pure loro...
Comunque niente, tutto questo inciso per dire che, tempo al tempo, e farò uscire pure lo speciale sulle donne letterate del Seicento (che comunque ci sono), devo solo ravanare nelle biblioteche qui in zona o chiedere i libri con prestito interbibliotecario e il gioco è fatto.
Tanto per far sapere a certi personaggini che NO, non è che mi sono dimenticata delle donne del Seicento, onestamente non ho ancora avuto il tempo…
BENE, E RICORDANDO AGLI IDOLATRI DI ARISTOTELE (PAGANI O CRISTIANI CHE SIANO) CHE SE VOGLIONO SFIDARMI O CONFUTARE QUANTO HO SCRITTO QUI, DOVRANNO CITARE LIBRI
E VOGLIO AUTORE, TITOLO DEL LIBRO, STRALCIO PRECISO E NUMERO DI PAGINA (PERCHE' ANDRò A CONTROLLARE SE AVETE RIPORTATO ESATTAMENTE QUANTO SOSTENETE DI AVER LETTO), CONCLUDO IL POST!
Della Grecia apprezziamo la poesia del Novecento (uff, ho qui un bel libro su Seferis ma ancora non ho trovato il tempo di trascrivere il commento critico… e riaggiornare per bene il mio vecchio lavoro sulla poesia greca del Novecento… e va bhè, leggetela da qui: https://poesiamondiale.blogspot.com/2015/08/poesia-greca-del-900.html
anche se il post è vecchio come il cucco e ripeto che andrebbe riaggiornato per bene)
e apprezziamo anche la scena Black Metal degli anni Novanta!
https://intervistemetal.blogspot.com/2015/07/un-po-di-ottimismo.html
e visto che qui si parla di donne, ricordiamo la leggendaria Tristessa delle Astarte!
https://intervistemetal.blogspot.com/2017/06/chuck-tristessa.html
Una delle mie eroine di sempre!
Ripensandoci… sta' a vedere che le donne nell'antica Grecia erano già come Tristessa :D
Altro che sottomesse e mentecatte minorate… xD
Qui trovate l'approfondimento sul Dio più odiato dai cristiani: Pan!
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-grande-dio-pan-che-e-un-dio-molto.html
qui altre cose sulle divinità greche, scopiazzate o pervertite dal cattolicesimo:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/grecia-1-le-origini-del-pantheon.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/demetra-e-persefone.html
Hera: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/blog-post_25.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/artemide.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/atena.html