Per il momento, iniziamo dal 1840. Via via proseguirò fino ad arrivare al Novecento. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/rivoluzionarie-del-novecento-rosa.html) (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/08/lo-sfruttamento-lavorativo-femminile-e.html)
Qui trovate la condizione operaia e il primo movimento sindacalista:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/la-condizione-operaia-sul-finire.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/la-condizione-delle-donne-operaie.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/sindacaliste-e-attiviste-nellottocento.html
Qui una Storia dei Contadini: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/10/i-contadini-e-le-contadine-che-hanno.html
Arte Ottocentesca: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/breve-introduzione-allarte-dellottocento.html
L'Ottocento è il mio periodo storico preferito. I miei scrittori e poeti preferiti sono soprattutto ottocenteschi, Shelley e Tarchetti su tutti (che, indubbiamente, si sarebbero innamorati di me all'istante)
Per chi volesse approfondire la poesia e la letteratura dell'Ottocento, a questi link trovate commenti introduttivi oltre ovviamente ai miei versi preferiti ^_^
https://poesiamondiale.blogspot.com/2015/08/la-scapigliatura.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/introduzione-al-racconto-fantastico.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/vincenzo-monti-i-miei-versi-preferiti.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/ceccardo-roccatagliata-ceccardi.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/01/ugo-foscolo-due-lettere.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/07/george-byron-i-versi-piu-belli-e-i.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/08/commenti-e-analisi-allendymion-di-john.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/la-bellezza-dellorrido-nel-romanticismo.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/08/introduzione-al-romanticismo-inglese-in.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/alle-origini-dei-cradle-of-filth-la.html
Date un'occhiata anche all' (mio) Alfieri (anche se muore nel 1803, anticipa molte atmosfere che troveremo successivamente) https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/07/vittorio-alfieri-vita-e-commento-alla.html
Info tratte da
Nel 1840 la lotta per ottenere l'uguaglianza dei diritti politici, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Francia, ha prodotto all'inizio del XX secolo manifestazioni guidate dalle Women's Social and Political Union di Emmeline Pankhurst (1858-1928): le suffragette britanniche non esitarono a sfidare le forze dell'ordine, un fatto che costò loro numerosi arresti.
Durante la rivoluzione del 1848, il movimento femminista si risveglia, dando vita a vari giornali - "La Voce delle Donne" diretto da Jeanne Derouin, polemica contro l'antifemminismo di Proudhon, per il quale la donna non può che essere casalinga o cortigiana (1) - ma anche con una pleiade di associazioni in gran parte seguaci del saintsimonismo (come "Il Diritto delle Donne", "La Lega per il diritto delle Donne"), che creano organizzazioni educative, laboratori cooperativi, asili infantili, club: le loro militanti redigono testi e progetti nei quali chiedono diritti e istituzioni.
Esse diventano oggetto di ironia da parte di scrittori come Flaubert, che le mette alla berlina con cattiveria nel romanzo "L'educazione sentimentale".
(1) Nota di Lunaria: sul web si può leggere qualche frasucola misogina di tale signor proudhon: per chi volesse dare un'occhiata, è questo qui il suo libro sessista: "La pornocrazia o le donne nei tempi moderni"
Lo stesso fenomeno si verifica durante la Comune di Parigi del 1871, che vede una spettacolare partecipazione delle donne: esse attivano asili, mense, organizzazioni di solidarietà, e inoltre partecipano alle lotte, finendo vittime della terribile repressione dell'esercito di Versailles.
La più famosa, Louise Michel, pagherà con nove anni di deportazione in Nuova Caledonia (dove crea una scuola per bambini indigeni).
Nelle sue memorie, scriverà: "La donna, questa presunta debole di cuore, è più capace dell'uomo di dire: bisogna farlo. Essa si sente lacerare fino nelle viscere, ma resta impassibile. Senza odio né collera, senza pietà per se stessa, né per gli altri, bisogna, che il cuore sanguini o no, Così furono le donne della Comune..."
(Riporto le ingiurie che il cancelliere Duplan, nell'atto di accusa, rivolge a Louise Michel nel 1871: "Qual'è il movente che ha spinto Louise Michel sulla strada fatale della politica e della rivoluzione? Con tutta evidenza, è l'orgoglio. Figlia illegittima, allevata dalla carità, invece di ringraziare la Provvidenza per averle dato un'istruzione superiore e i mezzi per vivere felice con sua madre, si lascia prendere dalla sua immaginazione esaltata, dal suo carattere irascibile [...] gli atti commessi da questa energumena [...] Essa ha eccitato le passioni della folla, predicato la guerra senza tregua, e come una lupa assetata di sangue..." )
Nella sua requisitoria contro le "incendiarie" - Elisabeth Rétiffe, Léontine Suétens, Joséphine Marchais, Eulalie Papavoine e Lucie Marie, donna Bocquin (le prime tre vennero condannate a morte) - il capitano Jouenne conclude con queste parole: "L'orribile campagna cominciata il 18 marzo scorso contro la civiltà [...] doveva portare davanti a voi non solo gli uomini dimentichi dei loro doveri più sacri, ma anche, ahimè!, delle creature indegne che sembrano aver assunto l'impegno di essere l'obbrobrio del proprio sesso e di ripudiare il ruolo immenso e magnifico della donna [...] Ecco dove conducono tutte le pericolose utopie! [...] Non si è fatto di tutto per tentare queste miserabili creature, facendo scintillare dinanzi ai loro occhi le più incredibili chimere? Delle donne avvocato! Magistrato! Membro del foro! Sì, deputata forse!
E chi sa? Comandanti! Generali d'armata!"
LE SUFFRAGETTE
Dopo la prima guerra mondiale la Germania e gli Stati Uniti hanno accordato il diritto di voto alle donne. Queste ultime, infatti, dopo essere entrate nel mercato del lavoro durante la guerra, occupando posti sia nell'industria che nell'amministrazione, non intendono più essere tenute ai margini delle decisioni politiche.
E così che l'11 agosto 1919, le tedesche votano per la prima volta per eleggere deputati all'Assemblea costituente della Repubblica di Weimar, che in seguito riconoscerà l'uguaglianza civile fra uomini e donne.
Negli Stati Uniti le donne hanno una lunga esperienza d'intervento nella vita pubblica, iniziata con la loro partecipazione attiva alle associazioni di lotta contro la schiavitù dei neri.
In anticipo nel campo dell'istruzione (alla fine del XIX secolo il 32% della popolazione studentesca è composto da donne), indipendenti, sportive, le donne sono sostenute da club femminili, leghe di consumatrici, associazioni di vario tipo.
Nel 1890 creano la National American Women Suffrage Association (NAWSA), partendo dal principio secondo cui le donne hanno le capacità necessarie per gestire i problemi sociali di cui lo Stato si sta occupando sempre più (assistenza, insegnamento, ecc.)
Le femministe appartengono in genere alla classe media, relativamente istruita e benestante, mentre le donne nere non si riconoscono nel movimento e creano proprie organizzazioni. Facendo valere l'argomento che i neri hanno il diritto di voto e le donne no, Alice Paul e Lucy Burns fondano la Congressional Union, che insieme alla NAWSA e in collegamento con le donne artiste e intellettuali, promuove una campagna per introdurre un emendamento costituzionale per la concessione del diritto di voto alle donne.
Vengono organizzate manifestazioni, talvolta anche violente.
Si può comunque citare il caso del Wyoming, che nel 1869 aveva accordato il diritto di voto alle donne.
Durante la prima guerra mondiale, la questione del diritto di voto fa parte integrante del dibattito politico negli Stati Uniti.
Le femministe assalgono i partiti repubblicano e democratico, manifestano in silenzio per sei mesi intorno alla Casa Bianca, organizzano conferenze e riunioni, inondano i giornali con articoli, sensibilizzano l'opinione pubblica sulla questione.
Il diritto di voto per le elezioni presidenziali viene accordato in alcuni Stati dell'Ovest con referendum, mentre viene negato nel Sud e negli stati della costa orientale. Nel 1915 viene fondato il Women's Peace Party: una delle aderenti, Jeannette Rankin, viene eletta per la prima volta al Congresso come rappresentante del Montana; nel 1917 voterà contro l'entrata in guerra degli Stati Uniti.
è soprattutto l'apporto delle donne alla produzione bellica che fa pendere il corso delle cose a loro favore; sostituendosi agli uomini impegnati nella guerra, le donne svolgono funzioni decisionali e di responsabilità in tutti i settori; per il governo diventa così difficile negare la loro capacità di avere voce in capitolo negli affari pubblici. Inoltre, l'opinione pubblica è progredita; dal sarcasmo ironico si è decisamente passati al rispetto, o forse alla rassegnazione.
Nel 1918 la Camera dei rappresentanti vota l'emendamento costituzionale con cui concede alle donne il diritto di voto, che viene però bocciato dal Senato. Finalmente, il 26 agosto 1920, il XIX emendamento viene ratificato da 36 Stati e diventa parte integrante della Costituzione. Questa data segna l'entrata ufficiale delle donne americane nella sfera politica.
Deputate, ministre, giudici della Corte Suprema, ambasciatrici, da allora le donne svolgono un ruolo importante nella vita politica del Paese.
In Gran Bretagna le suffragette hanno a loro volta condotto una lotta molto dura all'inizio del secolo, senza esitare a intraprendere azioni spettacolari; Emily Wilding Davidson si getta davanti al cavallo del re durante il Derby di Epsom nel 1913,
un gruppo di donne si incatena alle inferriate del Westminster, altre fanno scioperi della fame, infrangono vetrine, incendiano chiese. Le suffragette diventano le vittime predilette dai caricaturisti, che non mancano di metterle in ridicolo mentre brandiscono aggressivamente un ombrello. Ciò non impedisce a queste militanti di affermare con decisione le proprie convinzioni, come nel caso di Emmeline Pankhurst o di Millicent Fawcett, e di dar vita a efficaci organizzazioni, come la National Union o la Women's Social and Political Union (WSPU), che non danno tregua agli uomini politici e promuovono numerose riunioni pubbliche con lo slogan "Fatti, non parole".
La loro azione avrà i suoi frutti: il diritto di voto alle donne con più di trenta anni è concesso il 6 febbraio 1918, poco prima che la guerra finisca.
Nel 1867 Millicent Garrett, 22 anni, aveva sposato Henry Fawcett, deputato liberale e professore di economia, a favore del diritto di voto alle donne. Millicent divenne una delle suffragette più famose: alla morte del marito, nel 1884, guidò per 35 anni la National Union of Women's Suffrage: solo nel 1918 le donne ebbero il diritto di voto in Inghilterra.
Nel dipinto, si vede Millicent che aiuta il marito, diventato cieco in seguito ad un incidente di caccia.
In Francia, il dibattito sul ruolo politico delle donne viene sviluppato da associazioni e giornali, come "La Voce delle Donne", "La Francese oggi", e "La Lotta Femminista".
Nel 1906 si scatena una vera e propria mobilitazione in favore del suffragio femminile, accompagnata da manifestazioni violente: Madeleine Pelletier invade con altre femministe la Camera dei deputati.
Cécile Brunschvicg fonda l'Union française pour le suffrage des femmes (UFSF). A questa lotta si affiancano anche uomini politici come Albert Crémieux, che propone l'uguaglianza fra i sessi, e Ferdinand Buisson, che fonda la Ligue des électeurs pour le suffrage des femmes.
Ma con la guerra, la questione passa in secondo piano.
Nel 1916 Maurice Barrès propone il "suffragio dei morti", cioè il diritto delle vedove di votare in luogo del marito morto in guerra, mentre altri esponenti politici propongono il voto per tutte le donne, eccetto le prostitute, oppure per le vedove con più di ventiquattro anni. Un primo successo sembra delinearsi nel 1919, quando la Camera approva il voto alle donne, ma la decisione contraria del Senato blocca il processo legislativo.
Da quel momento il movimento subisce una battuta d'arresto, nonostante il sostegno di donne famose come la giornalista Louise Weiss e le aviatrici Maryse Bastié, Adrienne Bolland e Hélène Boucher.
Negli anni successivi ci sono altre azioni eclatanti: nel 1936 Louise Weiss non esita a impedire la partenza del Grand Prix di Parigi, all'ippodromo di Longchamp, alla presenza del presidente della Repubblica; altre donne si incatenano in piazza della Bastiglia; oppure organizzano una votazione simbolica per le elezioni comunali a Montmartre. L'attrice francese Françoise Rosay e la cantante Lucienne Boyer non lesinano la loro partecipazione a numerose associazioni come il Conseil National des Femmes Françaises (CNFF), l'Association pour l'amélioration du sort de la femme et la revendication de ses droits (AASFERD), l'Union des femmes françaises (UFF), la Ligue Française pour le droits des femmes (LFDF).
Quanto al mondo del lavoro, è difficile far accettare al movimento operaio le specificità della lotta per il diritto di voto femminile.
Al Congresso di Tours del 1920, la SFIO (Section Française de l'Internationale Ouvrière) proclama l'uguaglianza dei sessi, precisando però che solo il socialismo può attuare l'emancipazione delle donne e che il femminismo come movimento autonomo è da considerarsi un atteggiamento borghese.
Nel 1936 la vittoria del Fronte popolare consente per la prima volta l'ingresso delle donne nel governo, anche se non con incarichi ministeriali: Irène Joliot-Curie viene infatti nominata sottosegretaria alla Ricerca scientifica, Cécile Brunschvicg all'Istruzione, Suzanne Lacore alla Protezione dell'Infanzia.
Solo dopo la guerra, il 21 aprile 1944, il generale De Gaulle firmerà ad Algeri il provvedimento che accorda il diritto di voto alle francesi, mettendo così il Paese in linea con la Germania, gli Stati Uniti e i Paesi Scandinavi.
La battaglia per il diritto di voto fu la condizione necessaria per l'ingresso delle donne nell'arena politica, ma ben presto ci si rese conto che questo non bastava. Il fatto che le donne siano elettrici ed eleggibili, non significa affatto che esse possano partecipare alla vita politica in misura corrispondente al loro peso sul complesso della popolazione. Le donne sono ovunque sotto-rappresentate, seppure con qualche sfumatura. Bisogna forse credere ai sondaggi che dicono che le donne si interessano poco alla politica?
In Gran Bretagna la battaglia è stata assai significativa. A partire dalla legge del 16 febbraio 1918 che accorda loro il diritto di voto, le donne decidono di avanzare la propria candidatura alla Camera dei Comuni: su 16 candidate, ne viene eletta una, la contessa Markiewicz, rappresentante del Sinn Fein, che rifiuta di assumere l'incarico, in accordo con gli altri membri del suo partito. Nel Partito Conservatore la prima donna a essere eletta è Lady Astor, nelle elezioni del 1919. Nel 1923 le donne in Parlamento non sono che 8, nel 1935 nove;
nel 1929 Margareth Bondfield viene nominata Ministro del Lavoro, carica che manterrà per due anni, per poi continuare una brillante carriera alla Società delle Nazioni. Bisognerà aspettare il 1958 prima che le donne facciano il loro ingresso alla Camera dei Lord. All'inizio le deputate sono tali per "diritto ereditario" in quanto prendono il posto del padre o del marito deceduto (Lady Astor, Lady Inveagle, Mrs Dalton). Dopo Marghereth Bondfield, altre donne diventano ministro: Ellen Wilkinson, Ministro dell'Istruzione nel 1945; Barbara Castle, Ministro della Sviluppo e dei Trasporti del Lavoro; infine il 5 maggio 1979 è Margharet Thatcher ad assumere le funzioni di Primo Ministro.
L'Ottocento è il mio periodo storico preferito. I miei scrittori e poeti preferiti sono soprattutto ottocenteschi, Shelley e Tarchetti su tutti (che, indubbiamente, si sarebbero innamorati di me all'istante)
Per chi volesse approfondire la poesia e la letteratura dell'Ottocento, a questi link trovate commenti introduttivi oltre ovviamente ai miei versi preferiti ^_^
https://poesiamondiale.blogspot.com/2015/08/la-scapigliatura.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/introduzione-al-racconto-fantastico.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/vincenzo-monti-i-miei-versi-preferiti.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/ceccardo-roccatagliata-ceccardi.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/01/ugo-foscolo-due-lettere.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/07/george-byron-i-versi-piu-belli-e-i.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/08/commenti-e-analisi-allendymion-di-john.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/la-bellezza-dellorrido-nel-romanticismo.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/08/introduzione-al-romanticismo-inglese-in.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/alle-origini-dei-cradle-of-filth-la.html
Date un'occhiata anche all' (mio) Alfieri (anche se muore nel 1803, anticipa molte atmosfere che troveremo successivamente) https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/07/vittorio-alfieri-vita-e-commento-alla.html
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Info tratte da
Nel 1840 la lotta per ottenere l'uguaglianza dei diritti politici, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Francia, ha prodotto all'inizio del XX secolo manifestazioni guidate dalle Women's Social and Political Union di Emmeline Pankhurst (1858-1928): le suffragette britanniche non esitarono a sfidare le forze dell'ordine, un fatto che costò loro numerosi arresti.
Durante la rivoluzione del 1848, il movimento femminista si risveglia, dando vita a vari giornali - "La Voce delle Donne" diretto da Jeanne Derouin, polemica contro l'antifemminismo di Proudhon, per il quale la donna non può che essere casalinga o cortigiana (1) - ma anche con una pleiade di associazioni in gran parte seguaci del saintsimonismo (come "Il Diritto delle Donne", "La Lega per il diritto delle Donne"), che creano organizzazioni educative, laboratori cooperativi, asili infantili, club: le loro militanti redigono testi e progetti nei quali chiedono diritti e istituzioni.
Esse diventano oggetto di ironia da parte di scrittori come Flaubert, che le mette alla berlina con cattiveria nel romanzo "L'educazione sentimentale".
(1) Nota di Lunaria: sul web si può leggere qualche frasucola misogina di tale signor proudhon: per chi volesse dare un'occhiata, è questo qui il suo libro sessista: "La pornocrazia o le donne nei tempi moderni"
Lo stesso fenomeno si verifica durante la Comune di Parigi del 1871, che vede una spettacolare partecipazione delle donne: esse attivano asili, mense, organizzazioni di solidarietà, e inoltre partecipano alle lotte, finendo vittime della terribile repressione dell'esercito di Versailles.
La più famosa, Louise Michel, pagherà con nove anni di deportazione in Nuova Caledonia (dove crea una scuola per bambini indigeni).
Nelle sue memorie, scriverà: "La donna, questa presunta debole di cuore, è più capace dell'uomo di dire: bisogna farlo. Essa si sente lacerare fino nelle viscere, ma resta impassibile. Senza odio né collera, senza pietà per se stessa, né per gli altri, bisogna, che il cuore sanguini o no, Così furono le donne della Comune..."
(Riporto le ingiurie che il cancelliere Duplan, nell'atto di accusa, rivolge a Louise Michel nel 1871: "Qual'è il movente che ha spinto Louise Michel sulla strada fatale della politica e della rivoluzione? Con tutta evidenza, è l'orgoglio. Figlia illegittima, allevata dalla carità, invece di ringraziare la Provvidenza per averle dato un'istruzione superiore e i mezzi per vivere felice con sua madre, si lascia prendere dalla sua immaginazione esaltata, dal suo carattere irascibile [...] gli atti commessi da questa energumena [...] Essa ha eccitato le passioni della folla, predicato la guerra senza tregua, e come una lupa assetata di sangue..." )
Nella sua requisitoria contro le "incendiarie" - Elisabeth Rétiffe, Léontine Suétens, Joséphine Marchais, Eulalie Papavoine e Lucie Marie, donna Bocquin (le prime tre vennero condannate a morte) - il capitano Jouenne conclude con queste parole: "L'orribile campagna cominciata il 18 marzo scorso contro la civiltà [...] doveva portare davanti a voi non solo gli uomini dimentichi dei loro doveri più sacri, ma anche, ahimè!, delle creature indegne che sembrano aver assunto l'impegno di essere l'obbrobrio del proprio sesso e di ripudiare il ruolo immenso e magnifico della donna [...] Ecco dove conducono tutte le pericolose utopie! [...] Non si è fatto di tutto per tentare queste miserabili creature, facendo scintillare dinanzi ai loro occhi le più incredibili chimere? Delle donne avvocato! Magistrato! Membro del foro! Sì, deputata forse!
E chi sa? Comandanti! Generali d'armata!"
LE SUFFRAGETTE
Dopo la prima guerra mondiale la Germania e gli Stati Uniti hanno accordato il diritto di voto alle donne. Queste ultime, infatti, dopo essere entrate nel mercato del lavoro durante la guerra, occupando posti sia nell'industria che nell'amministrazione, non intendono più essere tenute ai margini delle decisioni politiche.
E così che l'11 agosto 1919, le tedesche votano per la prima volta per eleggere deputati all'Assemblea costituente della Repubblica di Weimar, che in seguito riconoscerà l'uguaglianza civile fra uomini e donne.
Negli Stati Uniti le donne hanno una lunga esperienza d'intervento nella vita pubblica, iniziata con la loro partecipazione attiva alle associazioni di lotta contro la schiavitù dei neri.
In anticipo nel campo dell'istruzione (alla fine del XIX secolo il 32% della popolazione studentesca è composto da donne), indipendenti, sportive, le donne sono sostenute da club femminili, leghe di consumatrici, associazioni di vario tipo.
Nel 1890 creano la National American Women Suffrage Association (NAWSA), partendo dal principio secondo cui le donne hanno le capacità necessarie per gestire i problemi sociali di cui lo Stato si sta occupando sempre più (assistenza, insegnamento, ecc.)
Le femministe appartengono in genere alla classe media, relativamente istruita e benestante, mentre le donne nere non si riconoscono nel movimento e creano proprie organizzazioni. Facendo valere l'argomento che i neri hanno il diritto di voto e le donne no, Alice Paul e Lucy Burns fondano la Congressional Union, che insieme alla NAWSA e in collegamento con le donne artiste e intellettuali, promuove una campagna per introdurre un emendamento costituzionale per la concessione del diritto di voto alle donne.
Vengono organizzate manifestazioni, talvolta anche violente.
Si può comunque citare il caso del Wyoming, che nel 1869 aveva accordato il diritto di voto alle donne.
Durante la prima guerra mondiale, la questione del diritto di voto fa parte integrante del dibattito politico negli Stati Uniti.
Le femministe assalgono i partiti repubblicano e democratico, manifestano in silenzio per sei mesi intorno alla Casa Bianca, organizzano conferenze e riunioni, inondano i giornali con articoli, sensibilizzano l'opinione pubblica sulla questione.
Il diritto di voto per le elezioni presidenziali viene accordato in alcuni Stati dell'Ovest con referendum, mentre viene negato nel Sud e negli stati della costa orientale. Nel 1915 viene fondato il Women's Peace Party: una delle aderenti, Jeannette Rankin, viene eletta per la prima volta al Congresso come rappresentante del Montana; nel 1917 voterà contro l'entrata in guerra degli Stati Uniti.
è soprattutto l'apporto delle donne alla produzione bellica che fa pendere il corso delle cose a loro favore; sostituendosi agli uomini impegnati nella guerra, le donne svolgono funzioni decisionali e di responsabilità in tutti i settori; per il governo diventa così difficile negare la loro capacità di avere voce in capitolo negli affari pubblici. Inoltre, l'opinione pubblica è progredita; dal sarcasmo ironico si è decisamente passati al rispetto, o forse alla rassegnazione.
Nel 1918 la Camera dei rappresentanti vota l'emendamento costituzionale con cui concede alle donne il diritto di voto, che viene però bocciato dal Senato. Finalmente, il 26 agosto 1920, il XIX emendamento viene ratificato da 36 Stati e diventa parte integrante della Costituzione. Questa data segna l'entrata ufficiale delle donne americane nella sfera politica.
Deputate, ministre, giudici della Corte Suprema, ambasciatrici, da allora le donne svolgono un ruolo importante nella vita politica del Paese.
In Gran Bretagna le suffragette hanno a loro volta condotto una lotta molto dura all'inizio del secolo, senza esitare a intraprendere azioni spettacolari; Emily Wilding Davidson si getta davanti al cavallo del re durante il Derby di Epsom nel 1913,
un gruppo di donne si incatena alle inferriate del Westminster, altre fanno scioperi della fame, infrangono vetrine, incendiano chiese. Le suffragette diventano le vittime predilette dai caricaturisti, che non mancano di metterle in ridicolo mentre brandiscono aggressivamente un ombrello. Ciò non impedisce a queste militanti di affermare con decisione le proprie convinzioni, come nel caso di Emmeline Pankhurst o di Millicent Fawcett, e di dar vita a efficaci organizzazioni, come la National Union o la Women's Social and Political Union (WSPU), che non danno tregua agli uomini politici e promuovono numerose riunioni pubbliche con lo slogan "Fatti, non parole".
La loro azione avrà i suoi frutti: il diritto di voto alle donne con più di trenta anni è concesso il 6 febbraio 1918, poco prima che la guerra finisca.
Nel 1867 Millicent Garrett, 22 anni, aveva sposato Henry Fawcett, deputato liberale e professore di economia, a favore del diritto di voto alle donne. Millicent divenne una delle suffragette più famose: alla morte del marito, nel 1884, guidò per 35 anni la National Union of Women's Suffrage: solo nel 1918 le donne ebbero il diritto di voto in Inghilterra.
Nel dipinto, si vede Millicent che aiuta il marito, diventato cieco in seguito ad un incidente di caccia.
In Francia, il dibattito sul ruolo politico delle donne viene sviluppato da associazioni e giornali, come "La Voce delle Donne", "La Francese oggi", e "La Lotta Femminista".
Nel 1906 si scatena una vera e propria mobilitazione in favore del suffragio femminile, accompagnata da manifestazioni violente: Madeleine Pelletier invade con altre femministe la Camera dei deputati.
Cécile Brunschvicg fonda l'Union française pour le suffrage des femmes (UFSF). A questa lotta si affiancano anche uomini politici come Albert Crémieux, che propone l'uguaglianza fra i sessi, e Ferdinand Buisson, che fonda la Ligue des électeurs pour le suffrage des femmes.
Ma con la guerra, la questione passa in secondo piano.
Nel 1916 Maurice Barrès propone il "suffragio dei morti", cioè il diritto delle vedove di votare in luogo del marito morto in guerra, mentre altri esponenti politici propongono il voto per tutte le donne, eccetto le prostitute, oppure per le vedove con più di ventiquattro anni. Un primo successo sembra delinearsi nel 1919, quando la Camera approva il voto alle donne, ma la decisione contraria del Senato blocca il processo legislativo.
Da quel momento il movimento subisce una battuta d'arresto, nonostante il sostegno di donne famose come la giornalista Louise Weiss e le aviatrici Maryse Bastié, Adrienne Bolland e Hélène Boucher.
Negli anni successivi ci sono altre azioni eclatanti: nel 1936 Louise Weiss non esita a impedire la partenza del Grand Prix di Parigi, all'ippodromo di Longchamp, alla presenza del presidente della Repubblica; altre donne si incatenano in piazza della Bastiglia; oppure organizzano una votazione simbolica per le elezioni comunali a Montmartre. L'attrice francese Françoise Rosay e la cantante Lucienne Boyer non lesinano la loro partecipazione a numerose associazioni come il Conseil National des Femmes Françaises (CNFF), l'Association pour l'amélioration du sort de la femme et la revendication de ses droits (AASFERD), l'Union des femmes françaises (UFF), la Ligue Française pour le droits des femmes (LFDF).
Quanto al mondo del lavoro, è difficile far accettare al movimento operaio le specificità della lotta per il diritto di voto femminile.
Al Congresso di Tours del 1920, la SFIO (Section Française de l'Internationale Ouvrière) proclama l'uguaglianza dei sessi, precisando però che solo il socialismo può attuare l'emancipazione delle donne e che il femminismo come movimento autonomo è da considerarsi un atteggiamento borghese.
Nel 1936 la vittoria del Fronte popolare consente per la prima volta l'ingresso delle donne nel governo, anche se non con incarichi ministeriali: Irène Joliot-Curie viene infatti nominata sottosegretaria alla Ricerca scientifica, Cécile Brunschvicg all'Istruzione, Suzanne Lacore alla Protezione dell'Infanzia.
Solo dopo la guerra, il 21 aprile 1944, il generale De Gaulle firmerà ad Algeri il provvedimento che accorda il diritto di voto alle francesi, mettendo così il Paese in linea con la Germania, gli Stati Uniti e i Paesi Scandinavi.
La battaglia per il diritto di voto fu la condizione necessaria per l'ingresso delle donne nell'arena politica, ma ben presto ci si rese conto che questo non bastava. Il fatto che le donne siano elettrici ed eleggibili, non significa affatto che esse possano partecipare alla vita politica in misura corrispondente al loro peso sul complesso della popolazione. Le donne sono ovunque sotto-rappresentate, seppure con qualche sfumatura. Bisogna forse credere ai sondaggi che dicono che le donne si interessano poco alla politica?
In Gran Bretagna la battaglia è stata assai significativa. A partire dalla legge del 16 febbraio 1918 che accorda loro il diritto di voto, le donne decidono di avanzare la propria candidatura alla Camera dei Comuni: su 16 candidate, ne viene eletta una, la contessa Markiewicz, rappresentante del Sinn Fein, che rifiuta di assumere l'incarico, in accordo con gli altri membri del suo partito. Nel Partito Conservatore la prima donna a essere eletta è Lady Astor, nelle elezioni del 1919. Nel 1923 le donne in Parlamento non sono che 8, nel 1935 nove;
nel 1929 Margareth Bondfield viene nominata Ministro del Lavoro, carica che manterrà per due anni, per poi continuare una brillante carriera alla Società delle Nazioni. Bisognerà aspettare il 1958 prima che le donne facciano il loro ingresso alla Camera dei Lord. All'inizio le deputate sono tali per "diritto ereditario" in quanto prendono il posto del padre o del marito deceduto (Lady Astor, Lady Inveagle, Mrs Dalton). Dopo Marghereth Bondfield, altre donne diventano ministro: Ellen Wilkinson, Ministro dell'Istruzione nel 1945; Barbara Castle, Ministro della Sviluppo e dei Trasporti del Lavoro; infine il 5 maggio 1979 è Margharet Thatcher ad assumere le funzioni di Primo Ministro.
La Thatcher è un esempio negativo di "donna arrivata al potere": non solo si è opposta alle femministe, ma ha anche rifiutato di prendere in considerazione i problemi da esse sollevati. (Nota di Lunaria: ho già parlato della Thatcher,
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-dittatura-classista-thatcheriana.html; qui riporto in sintesi che la signora in questione era filo-cristiana, ferocemente classista, ha fatto bastonare i minatori e i manifestanti che scioperavano e ha approvato la guerra delle Falklands. Non ha versato manco un centesimo per aiutare senzatetto, madri single o donne vittime di violenza, disoccupati o precari, persone con disabilità o altre categorie di persone ostracizzate socialmente)
In Germania invece, la rappresentanza femminile nei partiti politici è raddoppiata fra il 1971 e il 1981; una donna, Dorothée Piermont, è stata capolista dei Verdi (Grünen) alle elezioni europee.
Per quanto riguarda le spagnole, esse hanno dovuto recuperare il ritardo che il franchismo ha imposto per quarant'anni, con l'aiuto della Chiesa Cattolica, al miglioramento della condizione femminile. (Nota di Lunaria: idem, ho parlato a fondo della dittatura ultracattolica spagnola di Francisco Franco.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-dittatura-cattolica-di-francisco.html
Qui, in sintesi, riporto che mentre gli spagnoli crepavano in miseria il signorino cattolico Franco, perennemente genuflesso alla chiesa, faceva edificare un crocione di 150 metri!)
In Italia, nel 1972, Tullia Carettoni diventa Vicepresidente del Senato. Tina Anselmi è stata la prima donna a essere Ministro del Lavoro. Nilde Iotti è stata eletta Presidente della Camera.
Non suscita più stupore una donna ministro. In Francia, dopo il Fronte Popolare e le sue tre donne sottosegretarie di Stato, con la Liberazione si sono avuti i casi di Andrée Viénot (sottosegretaria di Stato alla Gioventù e allo Sport) e di Germaine Poinso-Chapuis (ministro della Sanità e della Popolazione).
Alcune sono riuscite ad arrivare all'incarico più importante, quello di primo ministro: Margaret Thatcher in Gran Bretagna, Golda Meir in Israele, Maria de Lourde Pintasilgo in Portogallo e infine Edith Cresson in Francia.
Anche la Turchia ha avuto il suo primo ministro donna.
Nel 1974 in Francia, è stato creato un apposito dicastero della Condizione Femminile, che è stato assegnato a Françoise Giroud, la quale ha proposto diverse misure a favore dele donne; il ministero è rimasto in vita sotto la guida di Yvette Roudy, nel 1981, ma col passare degli anni si è progressivamente ridotto.
Il mondo politico è rimasto l'ultimo baluardo della mascolinità
(no, è quello religioso, e davvero pochissime donne ne sono consapevoli, nota di Lunaria).
D'altra parte, non si può dire che ci sia molta solidarietà fra le donne attive in politica: la differenza politica rimane molto netta e l'affinità di sesso scompare di fronte all'appartenenza ideologica.
Si può inoltre aggiungere che il Movimento Femminista è quasi sempre malvisto dalle stesse donne che fanno politica.
Nota di Lunaria: appunto. Una Thatcher che starnazzava ai congressi dei cristiani presbiteriani che utilità poteva avere,
per le donne????!!!!
Infine, aggiungo questo approfondimento:
Qui trovate le prime attiviste per i diritti civili nel Settecento: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/le-prime-attiviste-nel-settecento-le.html
I primi Illuministi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/per-la-liberta-la-ragione-e-il.html
Lucy Stone ed Ernestine Rose https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/la-donna-moglie-e-madre.html
Per quanto riguarda le spagnole, esse hanno dovuto recuperare il ritardo che il franchismo ha imposto per quarant'anni, con l'aiuto della Chiesa Cattolica, al miglioramento della condizione femminile. (Nota di Lunaria: idem, ho parlato a fondo della dittatura ultracattolica spagnola di Francisco Franco.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-dittatura-cattolica-di-francisco.html
Qui, in sintesi, riporto che mentre gli spagnoli crepavano in miseria il signorino cattolico Franco, perennemente genuflesso alla chiesa, faceva edificare un crocione di 150 metri!)
In Italia, nel 1972, Tullia Carettoni diventa Vicepresidente del Senato. Tina Anselmi è stata la prima donna a essere Ministro del Lavoro. Nilde Iotti è stata eletta Presidente della Camera.
Non suscita più stupore una donna ministro. In Francia, dopo il Fronte Popolare e le sue tre donne sottosegretarie di Stato, con la Liberazione si sono avuti i casi di Andrée Viénot (sottosegretaria di Stato alla Gioventù e allo Sport) e di Germaine Poinso-Chapuis (ministro della Sanità e della Popolazione).
Alcune sono riuscite ad arrivare all'incarico più importante, quello di primo ministro: Margaret Thatcher in Gran Bretagna, Golda Meir in Israele, Maria de Lourde Pintasilgo in Portogallo e infine Edith Cresson in Francia.
Anche la Turchia ha avuto il suo primo ministro donna.
Nel 1974 in Francia, è stato creato un apposito dicastero della Condizione Femminile, che è stato assegnato a Françoise Giroud, la quale ha proposto diverse misure a favore dele donne; il ministero è rimasto in vita sotto la guida di Yvette Roudy, nel 1981, ma col passare degli anni si è progressivamente ridotto.
Il mondo politico è rimasto l'ultimo baluardo della mascolinità
(no, è quello religioso, e davvero pochissime donne ne sono consapevoli, nota di Lunaria).
D'altra parte, non si può dire che ci sia molta solidarietà fra le donne attive in politica: la differenza politica rimane molto netta e l'affinità di sesso scompare di fronte all'appartenenza ideologica.
Si può inoltre aggiungere che il Movimento Femminista è quasi sempre malvisto dalle stesse donne che fanno politica.
Nota di Lunaria: appunto. Una Thatcher che starnazzava ai congressi dei cristiani presbiteriani che utilità poteva avere,
per le donne????!!!!
Infine, aggiungo questo approfondimento:
Qui trovate le prime attiviste per i diritti civili nel Settecento: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/le-prime-attiviste-nel-settecento-le.html
I primi Illuministi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/per-la-liberta-la-ragione-e-il.html
Lucy Stone ed Ernestine Rose https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/la-donna-moglie-e-madre.html