Effettivamente devo ammettere che c'è veramente un sacco di disinformazione storica su questo periodo… e più leggo i libri di storia del Medioevo più me ne rendo conto...
Un po' perché "Medioevo" è sinonimo di "regresso, superstizione", molto spesso la gente lo usa (a sproposito) per commentare i paesi islamici… "sono rimasti al Medioevo!\vogliono riportarci al Medioevo!"
bah, è vero il contrario, il nostro Medioevo era decisamente più avanti dei paesi islamici… anche per la condizione della donna.
Qui trovate i link precedenti: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/lavoratrici-imprenditrici-spie-le-donne.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/manoscritti-e-miniature.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/medioevo-1-musiciste-e-danzatrici.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/medioevo-2-bellezza-e-moda-nel-medioevo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/poesia-del-medioevo-duecento-e-trecento.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/dottoresse-nellantichita.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-1-commenti.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-2-il-lago-di-diana.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-3-ginevra.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-4-morgana.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-5-artu-tristano.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-6-avalon-afallach-e.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/il-mito-degli-eroi-nel-ciclo-carolingio.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/introduzione-al-ciclo-di-re-artu.html
Letteratura inglese medioevale (che ancora non ho finito come argomento, ovviamente...)
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/storia-della-letteratura-inglese-2.html
Alchimia: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/alchimia-3-alchimia-e-scienze-occulte.html
Castelli: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/come-si-viveva-in-un-castello.html
Grandi regine, scrittrici e condizione femminile: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/hildegarda-di-bingen-e-trotula.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/una-patriota-del-medioevo-eleonora.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/sapienti-come-la-sibilla-donne.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/la-donna-al-tempo-delle-cattedrali-un.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/i-longobardi.html
Qui il sottofondo adeguato ^_^ https://intervistemetal.blogspot.com/2017/05/recensione-ai-blind-guardian-e-al-power.html
P.s mi piace l'idea di dedicare il post ai contadini e artigiani medioevali che pur restando anonimi e vivendo vite umili (se non grame e miserabili) vennero immortalati nelle miniature che vedrete più sotto. Quello che siamo oggi lo dobbiamo anche al gran lavoro che fecero queste persone nei campi e nelle città!
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/la-donna-al-tempo-delle-cattedrali-un.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/i-longobardi.html
Qui il sottofondo adeguato ^_^ https://intervistemetal.blogspot.com/2017/05/recensione-ai-blind-guardian-e-al-power.html
P.s mi piace l'idea di dedicare il post ai contadini e artigiani medioevali che pur restando anonimi e vivendo vite umili (se non grame e miserabili) vennero immortalati nelle miniature che vedrete più sotto. Quello che siamo oggi lo dobbiamo anche al gran lavoro che fecero queste persone nei campi e nelle città!
Qui ho parlato di una Storia dei Contadini: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/10/i-contadini-e-le-contadine-che-hanno.html
Info tratte da
La società medioevale si divideva in tre grandi gruppi, chiamati "ordini": i contadini, i soldati e il clero.
Questi ordini dovevano cooperare per il bene comune.
I contadini mantenevano la società con il loro lavoro, duro e faticoso, e simboleggevano "i piedi" della società medioevale, paragonata al corpo umano.
I contadini lavoravano la terra per produrre il cibo non solo per sé ma anche per i loro signori feudali (a cui appartenevano le terre)
Il lavoro nei campi era fatto solo con la forza delle braccia e degli animali e l'economia agro-alimentare nel Medioevo era molto precaria perché il raccolto di un'intera stagione poteva essere rovinato dalla grandine o dal sole. La minaccia della carestia era continuamente dietro l'angolo.
I soldati, che difendevano la società, erano le braccia.
I religiosi, erano la testa, insieme ai nobili e al re, che controllava tutte le azioni del "corpo" della società medioevale.
I nobili (baroni, conti...) erano i discendenti dei guerrieri che avevano combattuto in tutta Europa durante le invasioni vichinghe del IX e XI secolo; vivevano in grandi proprietà terriere ereditate dai loro antenati.
Avevano servitori alle loro dipendenze e persino un esercito privato. Alcuni di loro combattevano insieme al sovrano in guerra, ma già intorno al 1200 le battaglie venivano combattute dai mercenari, cioè soldati di professione.
Oltre a questi ordini, vi erano anche altri gruppi: bottegai, artigiani, mercanti, banchieri, avvocati, amministratori, taglialegna, vasai, muratori, fabbri, ferrai, osti.
Anche le donne partecipavano attivamente ai lavori.
Lungo le coste, marinai e pescatori si occupavano della pesca e dei commerci.
E c'erano anche studiosi, artisti, musicisti, scrittori.
Ai margini della società c'erano fuorilegge e briganti, spesso organizzati in bande che infestavano le lande più sperdute e selvagge.
Infine, al di sotto di tutti, i mendicanti.
Per la gente del Medio Evo la parola "patria" indicava il villaggio in cui abitavano 500 persone o anche meno.
Le case dei contadini erano raggruppate intorno alla chiesa, e nelle regioni boscose, erano sparse in piccoli borghi.
Ogni villaggio aveva una locanda e un pozzo in comune, talvolta anche il mulino per macinare il grano e un forno di mattoni per cuocere il pane. Questi beni erano di proprietà del signore locale e ai contadini era imposta una tassa per il loro uso.
I campi non erano cintati e circondavano le case e gli orti dei contadini. Il terreno agricolo era spesso diviso in strisce e qualche contadino facoltoso poteva possedere parecchie strisce in ogni campo. Alcune volte i contadini si aiutavano l'un con l'altro, acquistando in comune le attrezzature più costose, come carri e aratri, oltre che buoi e cavalli. Quando veniva il tempo del raccolto, era indispensabile che tutti i contadini lavorassero insieme per raccogliere in tempo le messi prima che la pioggia le rovinasse: la perdita del raccolto voleva dire "fame e carestia" per tutti, con l'inverno alle porte.
Inoltre, ci si ricordi che la manodopera femminile e infantile veniva usata in maniera massiccia nei vari cantieri delle cattedrali durante il Medioevo, ma anche nel latifondo ottocentesco.
(Nota di Lunaria: basta leggere qualche racconto di Verga, per esempio "Nedda" o "Rosso Malpelo"; "La roba" invece è un racconto dedicato ad un contadino che riesce via via ad arricchirsi investendo ogni "tarì" duramente guadagnato per l'acquisto della terra https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/giovanni-verga-1-i-romanzi-e-vita-dei.html)
Curiosamente, molte di queste storie ci sono state tramandate nei registri e nei libri paga del periodo.
"Nell’edilizia, le donne venivano impiegate come manovali, nella preparazione della malta, nelle coperture e nella lavorazione del vetro... Ma anche come stuccatrici, scalpelline e carpentiere... Venivano retribuite a giornata, rappresentavano la forza lavoro a più buon mercato, rispetto ai lavoratori maschi. Così per esempio, nei cantieri di Wurzburg, verso la fine del XV secolo, la paga giornaliera di una donna era 7 Pfennig contro i 12 corrisposti agli uomini. Di conseguenza, alto era il numero della manovalanza femminile nei cantieri, nello stesso cantiere di Wurzburg, che durarono dal 1428 al 1525, vi lavorarono oltre 2.500 donne, contro 750 lavoratori maschi.. Le donne non potevano essere iscritte ad una corporazione o fondare aziende autonome, escluso in rari casi che erano in compartecipazione con il marito o il padre... Non in maniera dettagliata come a Wurzburg, ma documentata la presenza di manodopera femminile nei cantieri di Colonia, Norimberga e Strasburgo, e pure a Firenze nel cantiere di Santa Maria del Fiore."
Nota di Lunaria: sempre meglio mettere delle PROVE che dimostrino che la donna nel Medioevo faceva di tutto, dal fare la birra al lavorare in miniera, dal giocare agli scacchi al partecipare alla caccia col falcone, lavorava come muratrice nei cantieri delle cattedrali, pescava, faceva la mercante, l'artista itinerante... abbiamo anche casi di donne che disquisivano di matematica e oratoria (come Santa Geltrude la Grande), di erbe e medicina (Hildegarda di Bingen, Gabrina degli Albeti, Trotula) visto che al giorno d'oggi i soliti negazionisti patriarcal-cristiani sui social network fanno passare la donna come "la donna non ha mai fatto niente nella storia! solo l'uomo ha fatto!"
"Nel Medioevo le donne erano presenti in quasi tutte le attività artigianali ed erano particolarmente numerose nel settore tessile e delle confezioni. I filati e i tessuti di seta erano di competenza esclusivamente femminile. (...) Anche l'industria alimentare si avvaleva di una nutrita schiera di lavoratrici, in Inghilterra, per esempio, erano principalmente le donne a occuparsi della produzione di birra. Inoltre, in tutte le regioni d'Europa, le donne si incaricavano della vendita di alimenti, addirittura in alcune città il commercio del pane era un'attività specificamente femminile. Talvolta le donne svolgevano anche alcuni mestieri che, soprattutto a causa della loro durezza, nessuna società ha mai considerato femminili. Esistevano infatti donne fabbro, pellettiere, donne che lavoravano in miniera, dove erano addette al trasporto dei materiali. E, benchè non fosse molto comune, vi erano persino donne che svolgevano il mestiere di "barbiere" - come usava dire al tempo -, ovvero praticavano salassi (rimedio diffusissimo in età antica e medievale), curavano fratture e ferite."
Infine, per curiosità: ci sono dei romanzi ottocenteschi (ma spesso ambientati nei secoli precedenti) che parlano di briganti: vedi, per esempio, "Romanzo Siciliano" e "I Misteri di Udolpho" di Ann Radcliffe, https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/ann-radcliffe.html
o il dramma di Schiller "I Masnadieri" https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/01/commento-i-masnadieri-di-schiller.html
Inoltre, vedi anche il collegamento con il fenomeno del brigantaggio e la nascita della mafia in Sud Italia, nella seconda metà dell'Ottocento. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/le-origini-della-mafia-dal-1861-ad-oggi.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/litalia-meridionale-nel-1861-e-lunita.html
Per quanto riguarda l'inverno e la carestia, specie in epoca pre-cristiana nei pantheon celto-scozzese e slavo, erano personificati da una Dea terrifica e tremenda, spesso anziana, la Crone (Cailleach, Morana... ma anche Dhumavati, ancora adorata nella religione indù) contrapposta alla Dea radiosa e floreale della primavera (Vesna, Flora, Brigid...)
ALTRI LIBRI DA LEGGERE (TUTTI, E DA INIZIO A FINE) PRIMA DI PARLARE DI "CRISTIANESIMO E DIRITTI DELLA DONNA"
Per curiosità: nell'immaginario comune le streghe sono immaginate vestite di nero, con il naso adunco e vicino al calderone; tutto questo è preso da Dee come (le) Morrigan, Morana e Cailleach, personificazioni dell'Inverno e spesso associate al corvo (il naso adunco della strega è il becco del corvo, animale di Morrigan https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/simbolismo-del-corvo.html, il calderone era il simbolo di Cerridwen https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/cerridwen-henwen-baubo-e-il-maiale.html)
Per approfondimenti sugli archetipi pagani e come sono sopravvissuti nelle fiabe, vedi questo libro:
IL FEUDALESIMO
"Ogni uomo ha un signore: a lui deve lealtà e obbedienza e da lui riceve protezione". Su questa convinzione si basava il feudalesimo, un sistema di vita diffuso nella maggior parte d'Europa durante il Medio Evo.
La legge feudale era applicata anche alla terra. Il principio fondamentale era che ognuno doveva rendere al suo signore vari servizi detti corvée, in cambio della terra che occupava.
Questi servizi dipendevano dal rango di ciascuno, e dalla quantità di terra che aveva. Quando un uomo moriva, ricco o povero che fosse, poteva trasmettere la sua terra ai figli, fin tanto che ciascuna generazione rimaneva fedele al suo signore feudale e rispettava le consuetudini ereditarie locali.
In gran parte dell'Europa medioevale, la terra era divisa in feudi. Ogni feudo era formato da tre parti essenziali: un grande castello, in cui abitava il nobile o il cavaliere, una tenuta riservata alle necessità del signore chiamata "demanio" o dominio; e intorno campi, boschi, pascoli. La proprietà di un nobile facoltoso poteva consistere in parecchi feudi, anche 20 o 30.
Colui che aveva ricevuto il feudo direttamente dal sovrano era riconosciuto signore di quelle terre. In cambio del feudo ricevuto, molti nobili cavalieri avevano in origine il dovere di servire il loro sovrano combattendo per lui. Verso il 1200 però i nobili preferivano pagare altri uomini che combattevano al loro posto.
Il terreno agricolo di ciascun feudo era diviso tra i contadini, ma non tutti ne avevano la stessa quantità. Alcuni di essi riuscivano ad aumentare le loro terre per eredità, oppure affittandole da altri contadini. In cambio della terra, i contadini dovevano compiere vari servizi per il signore del feudo in cui vivevano e a volte gli pagavano anche un affitto in denaro. I servizi comprendevano l'aratura e il raccolto nel "dominio" del signore.
Verso il 1200, questi servizi erano regolati da leggi e da consuetudini locali. Se un signore chiedeva a un contadino di compiere qualche servizio non previsto o di pagare un affitto più alto, questi poteva appellarsi ad altri fittavoli e alle consuetudini locali che testimoniavano i suoi passati servizi.
Molti contadini erano vincolati anche in altro modo al loro signore. I contadini erano nati "non liberi", cioè non potevano lasciare il feudo del loro signore, né sposarsi, né ereditare la terra senza la sua autorizzazione.
Molti contadini si ribellavano a queste imposizioni, così come al diritto del signore di controllare la loro vita personale, e verso la fine del Medio Evo cominciarono a rivendicare maggiori libertà.
La tipica città medioevale era indipendente e retta da un governo di un consiglio di mercanti (riuniti in corporazioni, che proteggevano il commercio e gli interessi di chi ne faceva parte).
Esistevano moltissime corporazioni, una per ogni lavoro (fornai, macellai, tessitori ecc.); le corporazioni formavano e controllavano anche gli apprendisti, stabilivano il prezzo delle merci, aiutavano i membri appartenenti o le loro vedove; esisteva persino un "santo patrono" per ogni corporazione.
Tipiche del Medioevo erano anche le bande di briganti e di pirati.
In Italia, l'esempio di Comune più famoso era la Firenze dell'anno 1000.
Si è calcolato che alla fine del 1100 abitavano 90000 persone + 80000 che vivevano nei borghi circostanti.
Mercanti e merciai crebbero dal punto di vista numerico nella Firenze del 1200; dalle fonti risulta che la forza economica delle città proveniva dalla mercatura, che permetteva un'esistenza in equilibrio fra il Sacro Romano Impero e la Chiesa di Roma, che ricorrevano ai mercanti e ai banchieri privati per chiedere finanziamenti.
In effetti, l'imperatore era preoccupato dall'affermarsi della borghesia ricca ed indipendente. Neanche il sorgere delle città libere e delle repubbliche marinare (che erano autonome dal punto di vista politico) era ben visto dalle gerarchie ecclesiastiche; alcuni cristiani, pur di accumulare ricchezze, si alleavano con i musulmani. L'imperatore era sostenuto soprattutto dalla nobiltà, rinchiusa nei castelli sulle montagne o in campagna.
Agli inizi del Duecento, tuttavia, anche la nobiltà venne colpita da difficoltà finanziarie.
Piano piano, l'esodo dei "servi della gleba" verso le città (per offrirsi come lavoratori e manovali) contribuì a dare "nobiltà" al lavoro manuale; nelle città si riunivano tutti i lavoratori: medici, speziali, carpentieri, fabbri, vasai, idraulici, muratori…
L'AMOR CORTESE E LE FIERE
Arte e musica erano molto popolari tra i nobili del Medioevo. Alcuni signori avevano le proprie orchestre private che suonavano durante le feste o mentre passeggiavano per i giardini circostanti il castello.
Altri signori feudali avevano alla loro corto buffoni e giocolieri (Nota di Lunaria: professione esercitata anche dalle donne);
tutti amavano ascoltare poesie e le canzoni dei menestrelli.
RICORDIAMO AI NEGAZIONISTI MISOGINI, ALLERGICI AI LIBRI, CHE NEL MEDIOEVO LA DONNA SUONAVA: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/medioevo-1-musiciste-e-danzatrici.html
OLTRE A FARE MOLTE ALTRE COSE…
Gli artigiani producevano dipinti, paramenti e gioielli per le dame. Argomento prediletto nelle canzoni, nelle poesie e nei quadri erano l'amore e la guerra.
"La guerra è divertimento", scriveva un poeta francese del XIV secolo. Anche se la guerra, in realtà, era crudele e brutale, i signori feudali e le loro dama amavano ascoltare canzoni che parlavano delle "cavalleresche imprese" dei cavalieri in battaglia.
Il cavaliere ideale era coraggioso e combatteva soltanto per proteggere gli innocenti e gli indifesi
(Nota di Lunaria: ovviamente questa è la versione romanzata del concetto di cavaliere, non il fatto che tutti i cavalieri fossero così)
Per meritare il titolo di cavaliere, doveva aver prestato servizio per molti anni come paggio e poi come scudiere, imparando a combattere e dimostrando di essere degno di fiducia. Ben pochi tra loro erano all'altezza di questo ideale.
Le donne rappresentate nelle romantiche canzoni medioevali dell'Amor Cortese erano diverse dalle persone reali quanto la cavalleria lo era dalla guerra vera e propria.
Nella vita quotidiana le donne, ricche e povere, dovevano lavorare duramente, nei campi o nelle loro case, e i loro mariti e padri erano solitamente padroni della loro vita.
Nelle canzoni, però, le donne erano sempre creature meravigliose e fragili, che esistevano solo per essere adorate.
Molte di queste canzoni narravano la storia di un giovane che aveva il cuore spezzato dalla crudeltà di una donna che non contraccambiava il suo amore. I nobili e le loro dame che ascoltavano queste tristi canzoni, ne avevano già udite molte altre analoghe, ma si commuovevano sempre e apprezzavano l'abilità del cantante.
Le fiere erano grandi raduni di mercanti.
Nel XIII e XIV secolo le fiere più importanti erano quelle che si svolgevano nel distretto di Champagne, in Francia.
Molti mercanti e banchieri percorrevano questa regione attraverso le strade che dal Nord Europa scendevano ai porti meridionali, dove le merci giungevano fin dalla Cina.
I conti che governavano allora lo Champagne volevano incoraggiare il commercio e quindi in cambio di un "pedaggio" sulle merci assicuravano ai mercanti protezione dai briganti, li ospitavano in edifici appositamente costruiti, e nominavano dei giudici (i balivi) incaricati di mettere sotto processo chi veniva sorpreso a imbrogliare.
Ogni fiera si protraeva per circa tre settimane. La prima settimana era dedicato allo scarico delle merci e dell'allestimento dei banchi di vendita. Durante la seconda settimana, tutti avevano la possibilità di vedere ciò che era messo in vendita.
La varietà delle merci era sorprendente: si poteva acquistare di tutto, dai macchinari agricoli costruiti col ferro della Scandinavia alle mantelle confezionate con seta proveniente dalla Cina e le pellicce dalla Russia. La lana inglese e spagnola era così pregiata che se la disputavano i tessitori di tutta Europa.
Per i pagamenti, venivano utilizzate monete di tanti paesi diversi e i mercanti dovevano stabilire equi tassi di scambio; per questo alle fiere si trovavano anche notai e banchieri.
Infine, cuochi e fornai allestivano forni mobili per assicurare cibi caldi e vino alla folla.
SCRITTRICI E POETESSE NEL MEDIOEVO: DHUODA E COMPIUTA DONZELLA
Nel Medioevo, le donne dell'alta società dedicavano parte del loro tempo libero alla lettura. Dhuoda, moglie di Bernardo di Settimania, tra l'841 e l'843, scriveva il "Liber Manualis" per il figlio maggiore di 16 anni che entrava al servizio di Carlo il Calvo.
è lei l'autrice di questa opera, e non un chierico.
Dhuoda appartiene ad una famiglia aristocratica, ed è lì che ha acquisito le sue conoscenza; non indica gli autori che l'hanno influenzata, ma cita, con allusioni, le sue letture, dicendo che ha composto la sua opera a partire dai libri che aveva a disposizione; menziona un autore, Donato, e due opere "Synonymorum" di Isidoro di Siviglia e la "Regula Pastoralis" di Gregorio Magno; cita anche il "Liber Cathemerinon" di Prudenzio e altri poeti precarolingi.
Conosce anche l'opera di sant'Agostino, oltre che Gregorio Magno.
Altri passi, provengono da glossari e manuali sconosciuti.
Dhuoda ha letto testi agiografici, opere di morale, libri di preghiere; ha letto anche la Bibbia, che cita di frequente, soprattutto i libri sapienziali, il libro di Giobbe, il vangelo di Matteo, le lettere di san Paolo.
(Nota di Lunaria: e chissà che pensava nel leggere le infami schifosate misogine di paolo a "corinzi" ed "efesini"... Comunque, è curioso far notare che anche questo demente aveva, con tutta probabilità, visto o sentito dire che le donne "leggevano e scrivevano"; difatti, se le donne non avessero letto e scritto anche allora, perché il cialtrone ordina alle donne di non insegnare?
è evidente che per ordinarlo, doveva sapere fin troppo bene che le donne insegnavano eccome... Altrimenti che senso avrebbe avuto vietare "alle donne di insegnare"?
Se nessuna donna insegnava, non c'era neanche motivo di ordinarlo così esplicitamente di non insegnare...)
Compiuta Donzella: con questo nome si indica una rimatrice fiorentina del Duecento di cui si è messa in dubbio l'esistenza storica. I sonetti da lei scritti sono tre, conservati nei codici.
A la stagion che 'l mondo foglia e fiora
acrese (1) gioia a tutti fin'amanti:
vanno insieme a li giardini alora
che gli auscelletti fanno dolzi canti;
la franca (2) gente tutta s'inamora,
e di servir ciascun tragges'inanti (3);
ed ogni damigella in gioia dimora;
e me, n'abondan marrimenti (4) e pianti.
Ca lo mio padre m'ha messa 'n errore (5),
e tenemi sovente in forte doglia:
donar mi vole a mia forza (6) segnore,
ed io di ciò non ho disio né voglia,
e 'n gran tormento vivo a tutte l'ore;
però non mi ralegra fior né foglia.
(1) Accresce
(2) La gente di cuor gentile e semplice
(3) E ciascuno si fa avanti, spinto dall'amore
(4) Smarrimenti
(5) In condizione di turbamento
(6) Contro il mio volere
GALLERIA DI IMMAGINI
Meglio mettere la prova, prima che qualcuno dica che "te lo sei inventata tu che nel Medioevo le donne giocavano a scacchi con gli uomini! Non è vero niente! è una perfida menzogna!"
Infatti contrariamente a quello che si crede (se non si leggono libri...) la donna nel Medioevo faceva praticamente di tutto, dalla contadina alla musicista, preparava la birra, le tinture, pescava, faceva la mercante (anche nell'Arabia pre-islamica... la prima moglie di maometto era infatti una commerciante che guidava la carovana...), la miniaturista, la poetessa, l'erborista… abbiamo persino menzione di donne che disquisivano di matematica e retorica (santa Gertrude la Grande, per esempio) e di donne cacciatrici (ci sono moltissime miniature che raffigurano le donne intente a fare queste cose da sole o in compagnia degli uomini) Diciamo che più una donna era ricca e nobile e più poteva ampliare il giro delle attività a cui poteva dedicarsi. Ci sono state persino donne teologhe (pure bruciate sul rogo come eretiche, tipo Margherita Porete o i Guglielmiti che erano i discepoli di santa Guglielma e suor Maifreda) anche se ovviamente all'epoca non se le considerò nessuno (se non per bruciarle...) perché la Scolastica era dominata dagli uomini tipo Tommaso d'Aquino
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/breve-introduzione-allarte-gotica.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/la-torre-di-londra-tradimenti-condanne.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/i-vespri-siciliani.html
Mettiamo le solite prove, prima che qualcuno "dubiti" insultando la sottoscritta, dicendo che "non ho mai letto un libro, sono tutti i miei deliri...", sì perché "la confutazione brillante" che certa gente avanzava per "confutare" il mio lavoro, fatto su centinaia di libri letti&consultati era proprio questa qui…
P.s chi volesse leggere romantiche storie d'amore medioevali… sugli sfondi degli intrighi politici del tempo...
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Info tratte da
La società medioevale si divideva in tre grandi gruppi, chiamati "ordini": i contadini, i soldati e il clero.
Questi ordini dovevano cooperare per il bene comune.
I contadini mantenevano la società con il loro lavoro, duro e faticoso, e simboleggevano "i piedi" della società medioevale, paragonata al corpo umano.
I contadini lavoravano la terra per produrre il cibo non solo per sé ma anche per i loro signori feudali (a cui appartenevano le terre)
Il lavoro nei campi era fatto solo con la forza delle braccia e degli animali e l'economia agro-alimentare nel Medioevo era molto precaria perché il raccolto di un'intera stagione poteva essere rovinato dalla grandine o dal sole. La minaccia della carestia era continuamente dietro l'angolo.
I soldati, che difendevano la società, erano le braccia.
I religiosi, erano la testa, insieme ai nobili e al re, che controllava tutte le azioni del "corpo" della società medioevale.
I nobili (baroni, conti...) erano i discendenti dei guerrieri che avevano combattuto in tutta Europa durante le invasioni vichinghe del IX e XI secolo; vivevano in grandi proprietà terriere ereditate dai loro antenati.
Avevano servitori alle loro dipendenze e persino un esercito privato. Alcuni di loro combattevano insieme al sovrano in guerra, ma già intorno al 1200 le battaglie venivano combattute dai mercenari, cioè soldati di professione.
Oltre a questi ordini, vi erano anche altri gruppi: bottegai, artigiani, mercanti, banchieri, avvocati, amministratori, taglialegna, vasai, muratori, fabbri, ferrai, osti.
Anche le donne partecipavano attivamente ai lavori.
Lungo le coste, marinai e pescatori si occupavano della pesca e dei commerci.
E c'erano anche studiosi, artisti, musicisti, scrittori.
Ai margini della società c'erano fuorilegge e briganti, spesso organizzati in bande che infestavano le lande più sperdute e selvagge.
Infine, al di sotto di tutti, i mendicanti.
Per la gente del Medio Evo la parola "patria" indicava il villaggio in cui abitavano 500 persone o anche meno.
Le case dei contadini erano raggruppate intorno alla chiesa, e nelle regioni boscose, erano sparse in piccoli borghi.
Ogni villaggio aveva una locanda e un pozzo in comune, talvolta anche il mulino per macinare il grano e un forno di mattoni per cuocere il pane. Questi beni erano di proprietà del signore locale e ai contadini era imposta una tassa per il loro uso.
I campi non erano cintati e circondavano le case e gli orti dei contadini. Il terreno agricolo era spesso diviso in strisce e qualche contadino facoltoso poteva possedere parecchie strisce in ogni campo. Alcune volte i contadini si aiutavano l'un con l'altro, acquistando in comune le attrezzature più costose, come carri e aratri, oltre che buoi e cavalli. Quando veniva il tempo del raccolto, era indispensabile che tutti i contadini lavorassero insieme per raccogliere in tempo le messi prima che la pioggia le rovinasse: la perdita del raccolto voleva dire "fame e carestia" per tutti, con l'inverno alle porte.
Inoltre, ci si ricordi che la manodopera femminile e infantile veniva usata in maniera massiccia nei vari cantieri delle cattedrali durante il Medioevo, ma anche nel latifondo ottocentesco.
(Nota di Lunaria: basta leggere qualche racconto di Verga, per esempio "Nedda" o "Rosso Malpelo"; "La roba" invece è un racconto dedicato ad un contadino che riesce via via ad arricchirsi investendo ogni "tarì" duramente guadagnato per l'acquisto della terra https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/giovanni-verga-1-i-romanzi-e-vita-dei.html)
Curiosamente, molte di queste storie ci sono state tramandate nei registri e nei libri paga del periodo.
"Nell’edilizia, le donne venivano impiegate come manovali, nella preparazione della malta, nelle coperture e nella lavorazione del vetro... Ma anche come stuccatrici, scalpelline e carpentiere... Venivano retribuite a giornata, rappresentavano la forza lavoro a più buon mercato, rispetto ai lavoratori maschi. Così per esempio, nei cantieri di Wurzburg, verso la fine del XV secolo, la paga giornaliera di una donna era 7 Pfennig contro i 12 corrisposti agli uomini. Di conseguenza, alto era il numero della manovalanza femminile nei cantieri, nello stesso cantiere di Wurzburg, che durarono dal 1428 al 1525, vi lavorarono oltre 2.500 donne, contro 750 lavoratori maschi.. Le donne non potevano essere iscritte ad una corporazione o fondare aziende autonome, escluso in rari casi che erano in compartecipazione con il marito o il padre... Non in maniera dettagliata come a Wurzburg, ma documentata la presenza di manodopera femminile nei cantieri di Colonia, Norimberga e Strasburgo, e pure a Firenze nel cantiere di Santa Maria del Fiore."
Nota di Lunaria: sempre meglio mettere delle PROVE che dimostrino che la donna nel Medioevo faceva di tutto, dal fare la birra al lavorare in miniera, dal giocare agli scacchi al partecipare alla caccia col falcone, lavorava come muratrice nei cantieri delle cattedrali, pescava, faceva la mercante, l'artista itinerante... abbiamo anche casi di donne che disquisivano di matematica e oratoria (come Santa Geltrude la Grande), di erbe e medicina (Hildegarda di Bingen, Gabrina degli Albeti, Trotula) visto che al giorno d'oggi i soliti negazionisti patriarcal-cristiani sui social network fanno passare la donna come "la donna non ha mai fatto niente nella storia! solo l'uomo ha fatto!"
"Nel Medioevo le donne erano presenti in quasi tutte le attività artigianali ed erano particolarmente numerose nel settore tessile e delle confezioni. I filati e i tessuti di seta erano di competenza esclusivamente femminile. (...) Anche l'industria alimentare si avvaleva di una nutrita schiera di lavoratrici, in Inghilterra, per esempio, erano principalmente le donne a occuparsi della produzione di birra. Inoltre, in tutte le regioni d'Europa, le donne si incaricavano della vendita di alimenti, addirittura in alcune città il commercio del pane era un'attività specificamente femminile. Talvolta le donne svolgevano anche alcuni mestieri che, soprattutto a causa della loro durezza, nessuna società ha mai considerato femminili. Esistevano infatti donne fabbro, pellettiere, donne che lavoravano in miniera, dove erano addette al trasporto dei materiali. E, benchè non fosse molto comune, vi erano persino donne che svolgevano il mestiere di "barbiere" - come usava dire al tempo -, ovvero praticavano salassi (rimedio diffusissimo in età antica e medievale), curavano fratture e ferite."
Nota di Lunaria: si faccia un confronto tra la nostra società medioevale e la società castale indù, che avevo già trattato.
Infine, per curiosità: ci sono dei romanzi ottocenteschi (ma spesso ambientati nei secoli precedenti) che parlano di briganti: vedi, per esempio, "Romanzo Siciliano" e "I Misteri di Udolpho" di Ann Radcliffe, https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/ann-radcliffe.html
o il dramma di Schiller "I Masnadieri" https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/01/commento-i-masnadieri-di-schiller.html
Inoltre, vedi anche il collegamento con il fenomeno del brigantaggio e la nascita della mafia in Sud Italia, nella seconda metà dell'Ottocento. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/le-origini-della-mafia-dal-1861-ad-oggi.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/litalia-meridionale-nel-1861-e-lunita.html
Per quanto riguarda l'inverno e la carestia, specie in epoca pre-cristiana nei pantheon celto-scozzese e slavo, erano personificati da una Dea terrifica e tremenda, spesso anziana, la Crone (Cailleach, Morana... ma anche Dhumavati, ancora adorata nella religione indù) contrapposta alla Dea radiosa e floreale della primavera (Vesna, Flora, Brigid...)
Per approfondimenti su questo argomenti, vedi questi post:
Con l'arrivo del cristianesimo, l'idea della Carestia personificata e allegorizzata resta, ma viene "trasferita" sulla donna: la strega, appunto, immaginata come vecchia e maligna, sempre pronta ad usare la magia nera (i poteri concessi da Satana) a devastare i campi e gli animali da allevamento con la grandine e altre sciagure; basta leggere il Malleus Maleficarum per vedere che questo pensiero ossessionava i cristiani del tempo…
"Le donne sono più superstiziose degli uomini, più inclini a credere, il che fa sì che il Diavolo, il quale cerca sempre di corrompere la fede, trovi più facilmente accesso presso di loro. Causa il loro carattere debole, ricevono le sue impressioni con minore resistenza e vi si abbandonano più facilmente. Poi, le donne hanno la lingua intemperante: lubricam habent linguam. Tra di loro nulla si nascondono, sono poi portate più degli uomini a vendicarsi di nascosto con le malie... E perché, al tempo nostro, questa perfidia s'incontra assai di più nelle donne che non negli uomini, così l'esperienza ci fa sapere, studiando i fatti, che molte di loro si danno con gioia ai perfidi incantesimi."
"La donna è più carnale dell'uomo e ciò risulta dalla creazione stessa della prima femmina: essa è stata formata da una costa ricurva dell'uomo, vale a dire ritorta. Ciò fa si che, essendo un animale imperfetto, è sempre mentitrice."
"Femmina viene da Fe e Minus: ora poiché in lei la fede è minore ne deriva che può essere facilmente preda di sortilegi; e può, del pari, resistere assai meno al Demonio"
"La donna è più carnale dell'uomo e ciò risulta dalla creazione stessa della prima femmina: essa è stata formata da una costa ricurva dell'uomo, vale a dire ritorta. Ciò fa si che, essendo un animale imperfetto, è sempre mentitrice."
"Femmina viene da Fe e Minus: ora poiché in lei la fede è minore ne deriva che può essere facilmente preda di sortilegi; e può, del pari, resistere assai meno al Demonio"
Il motivo per cui le streghe sono di solito donne è che
"tutta la stregoneria proviene da lussuria carnale, insaziabile nelle donne".
E la ragione per cui gli uomini sono protetti da questo crimine nefando è che gesù era un uomo: "sia benedetto l'Altissimo che ha sino ad ora preservato il sesso maschile da così grande crimine, poiché siccome egli fu pronto a nascere e a soffrire per noi, egli ha quindi elargito agli uomini questo privilegio".
In breve, il Malleus è un tipo di teoria scientifico-religiosa della superiorità maschile, che giustifica, anzi invoca la persecuzione delle donne ["Ginocidio"] quali membri di una classe inferiore, peccaminosa e pericolosa.
"tutta la stregoneria proviene da lussuria carnale, insaziabile nelle donne".
E la ragione per cui gli uomini sono protetti da questo crimine nefando è che gesù era un uomo: "sia benedetto l'Altissimo che ha sino ad ora preservato il sesso maschile da così grande crimine, poiché siccome egli fu pronto a nascere e a soffrire per noi, egli ha quindi elargito agli uomini questo privilegio".
In breve, il Malleus è un tipo di teoria scientifico-religiosa della superiorità maschile, che giustifica, anzi invoca la persecuzione delle donne ["Ginocidio"] quali membri di una classe inferiore, peccaminosa e pericolosa.
ALTRI LIBRI DA LEGGERE (TUTTI, E DA INIZIO A FINE) PRIMA DI PARLARE DI "CRISTIANESIMO E DIRITTI DELLA DONNA"
Per curiosità: nell'immaginario comune le streghe sono immaginate vestite di nero, con il naso adunco e vicino al calderone; tutto questo è preso da Dee come (le) Morrigan, Morana e Cailleach, personificazioni dell'Inverno e spesso associate al corvo (il naso adunco della strega è il becco del corvo, animale di Morrigan https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/simbolismo-del-corvo.html, il calderone era il simbolo di Cerridwen https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/cerridwen-henwen-baubo-e-il-maiale.html)
Per approfondimenti sugli archetipi pagani e come sono sopravvissuti nelle fiabe, vedi questo libro:
IL FEUDALESIMO
"Ogni uomo ha un signore: a lui deve lealtà e obbedienza e da lui riceve protezione". Su questa convinzione si basava il feudalesimo, un sistema di vita diffuso nella maggior parte d'Europa durante il Medio Evo.
La legge feudale era applicata anche alla terra. Il principio fondamentale era che ognuno doveva rendere al suo signore vari servizi detti corvée, in cambio della terra che occupava.
Questi servizi dipendevano dal rango di ciascuno, e dalla quantità di terra che aveva. Quando un uomo moriva, ricco o povero che fosse, poteva trasmettere la sua terra ai figli, fin tanto che ciascuna generazione rimaneva fedele al suo signore feudale e rispettava le consuetudini ereditarie locali.
In gran parte dell'Europa medioevale, la terra era divisa in feudi. Ogni feudo era formato da tre parti essenziali: un grande castello, in cui abitava il nobile o il cavaliere, una tenuta riservata alle necessità del signore chiamata "demanio" o dominio; e intorno campi, boschi, pascoli. La proprietà di un nobile facoltoso poteva consistere in parecchi feudi, anche 20 o 30.
Colui che aveva ricevuto il feudo direttamente dal sovrano era riconosciuto signore di quelle terre. In cambio del feudo ricevuto, molti nobili cavalieri avevano in origine il dovere di servire il loro sovrano combattendo per lui. Verso il 1200 però i nobili preferivano pagare altri uomini che combattevano al loro posto.
Il terreno agricolo di ciascun feudo era diviso tra i contadini, ma non tutti ne avevano la stessa quantità. Alcuni di essi riuscivano ad aumentare le loro terre per eredità, oppure affittandole da altri contadini. In cambio della terra, i contadini dovevano compiere vari servizi per il signore del feudo in cui vivevano e a volte gli pagavano anche un affitto in denaro. I servizi comprendevano l'aratura e il raccolto nel "dominio" del signore.
Verso il 1200, questi servizi erano regolati da leggi e da consuetudini locali. Se un signore chiedeva a un contadino di compiere qualche servizio non previsto o di pagare un affitto più alto, questi poteva appellarsi ad altri fittavoli e alle consuetudini locali che testimoniavano i suoi passati servizi.
Molti contadini erano vincolati anche in altro modo al loro signore. I contadini erano nati "non liberi", cioè non potevano lasciare il feudo del loro signore, né sposarsi, né ereditare la terra senza la sua autorizzazione.
Molti contadini si ribellavano a queste imposizioni, così come al diritto del signore di controllare la loro vita personale, e verso la fine del Medio Evo cominciarono a rivendicare maggiori libertà.
La tipica città medioevale era indipendente e retta da un governo di un consiglio di mercanti (riuniti in corporazioni, che proteggevano il commercio e gli interessi di chi ne faceva parte).
Tipiche del Medioevo erano anche le bande di briganti e di pirati.
In Italia, l'esempio di Comune più famoso era la Firenze dell'anno 1000.
Si è calcolato che alla fine del 1100 abitavano 90000 persone + 80000 che vivevano nei borghi circostanti.
Mercanti e merciai crebbero dal punto di vista numerico nella Firenze del 1200; dalle fonti risulta che la forza economica delle città proveniva dalla mercatura, che permetteva un'esistenza in equilibrio fra il Sacro Romano Impero e la Chiesa di Roma, che ricorrevano ai mercanti e ai banchieri privati per chiedere finanziamenti.
In effetti, l'imperatore era preoccupato dall'affermarsi della borghesia ricca ed indipendente. Neanche il sorgere delle città libere e delle repubbliche marinare (che erano autonome dal punto di vista politico) era ben visto dalle gerarchie ecclesiastiche; alcuni cristiani, pur di accumulare ricchezze, si alleavano con i musulmani. L'imperatore era sostenuto soprattutto dalla nobiltà, rinchiusa nei castelli sulle montagne o in campagna.
Agli inizi del Duecento, tuttavia, anche la nobiltà venne colpita da difficoltà finanziarie.
Piano piano, l'esodo dei "servi della gleba" verso le città (per offrirsi come lavoratori e manovali) contribuì a dare "nobiltà" al lavoro manuale; nelle città si riunivano tutti i lavoratori: medici, speziali, carpentieri, fabbri, vasai, idraulici, muratori…
L'AMOR CORTESE E LE FIERE
Arte e musica erano molto popolari tra i nobili del Medioevo. Alcuni signori avevano le proprie orchestre private che suonavano durante le feste o mentre passeggiavano per i giardini circostanti il castello.
Altri signori feudali avevano alla loro corto buffoni e giocolieri (Nota di Lunaria: professione esercitata anche dalle donne);
tutti amavano ascoltare poesie e le canzoni dei menestrelli.
RICORDIAMO AI NEGAZIONISTI MISOGINI, ALLERGICI AI LIBRI, CHE NEL MEDIOEVO LA DONNA SUONAVA: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/medioevo-1-musiciste-e-danzatrici.html
OLTRE A FARE MOLTE ALTRE COSE…
Gli artigiani producevano dipinti, paramenti e gioielli per le dame. Argomento prediletto nelle canzoni, nelle poesie e nei quadri erano l'amore e la guerra.
"La guerra è divertimento", scriveva un poeta francese del XIV secolo. Anche se la guerra, in realtà, era crudele e brutale, i signori feudali e le loro dama amavano ascoltare canzoni che parlavano delle "cavalleresche imprese" dei cavalieri in battaglia.
Il cavaliere ideale era coraggioso e combatteva soltanto per proteggere gli innocenti e gli indifesi
(Nota di Lunaria: ovviamente questa è la versione romanzata del concetto di cavaliere, non il fatto che tutti i cavalieri fossero così)
Per meritare il titolo di cavaliere, doveva aver prestato servizio per molti anni come paggio e poi come scudiere, imparando a combattere e dimostrando di essere degno di fiducia. Ben pochi tra loro erano all'altezza di questo ideale.
Le donne rappresentate nelle romantiche canzoni medioevali dell'Amor Cortese erano diverse dalle persone reali quanto la cavalleria lo era dalla guerra vera e propria.
Nella vita quotidiana le donne, ricche e povere, dovevano lavorare duramente, nei campi o nelle loro case, e i loro mariti e padri erano solitamente padroni della loro vita.
Nelle canzoni, però, le donne erano sempre creature meravigliose e fragili, che esistevano solo per essere adorate.
Molte di queste canzoni narravano la storia di un giovane che aveva il cuore spezzato dalla crudeltà di una donna che non contraccambiava il suo amore. I nobili e le loro dame che ascoltavano queste tristi canzoni, ne avevano già udite molte altre analoghe, ma si commuovevano sempre e apprezzavano l'abilità del cantante.
Le fiere erano grandi raduni di mercanti.
Nel XIII e XIV secolo le fiere più importanti erano quelle che si svolgevano nel distretto di Champagne, in Francia.
Molti mercanti e banchieri percorrevano questa regione attraverso le strade che dal Nord Europa scendevano ai porti meridionali, dove le merci giungevano fin dalla Cina.
I conti che governavano allora lo Champagne volevano incoraggiare il commercio e quindi in cambio di un "pedaggio" sulle merci assicuravano ai mercanti protezione dai briganti, li ospitavano in edifici appositamente costruiti, e nominavano dei giudici (i balivi) incaricati di mettere sotto processo chi veniva sorpreso a imbrogliare.
Ogni fiera si protraeva per circa tre settimane. La prima settimana era dedicato allo scarico delle merci e dell'allestimento dei banchi di vendita. Durante la seconda settimana, tutti avevano la possibilità di vedere ciò che era messo in vendita.
La varietà delle merci era sorprendente: si poteva acquistare di tutto, dai macchinari agricoli costruiti col ferro della Scandinavia alle mantelle confezionate con seta proveniente dalla Cina e le pellicce dalla Russia. La lana inglese e spagnola era così pregiata che se la disputavano i tessitori di tutta Europa.
Per i pagamenti, venivano utilizzate monete di tanti paesi diversi e i mercanti dovevano stabilire equi tassi di scambio; per questo alle fiere si trovavano anche notai e banchieri.
Infine, cuochi e fornai allestivano forni mobili per assicurare cibi caldi e vino alla folla.
SCRITTRICI E POETESSE NEL MEDIOEVO: DHUODA E COMPIUTA DONZELLA
Nel Medioevo, le donne dell'alta società dedicavano parte del loro tempo libero alla lettura. Dhuoda, moglie di Bernardo di Settimania, tra l'841 e l'843, scriveva il "Liber Manualis" per il figlio maggiore di 16 anni che entrava al servizio di Carlo il Calvo.
è lei l'autrice di questa opera, e non un chierico.
Dhuoda appartiene ad una famiglia aristocratica, ed è lì che ha acquisito le sue conoscenza; non indica gli autori che l'hanno influenzata, ma cita, con allusioni, le sue letture, dicendo che ha composto la sua opera a partire dai libri che aveva a disposizione; menziona un autore, Donato, e due opere "Synonymorum" di Isidoro di Siviglia e la "Regula Pastoralis" di Gregorio Magno; cita anche il "Liber Cathemerinon" di Prudenzio e altri poeti precarolingi.
Conosce anche l'opera di sant'Agostino, oltre che Gregorio Magno.
Altri passi, provengono da glossari e manuali sconosciuti.
Dhuoda ha letto testi agiografici, opere di morale, libri di preghiere; ha letto anche la Bibbia, che cita di frequente, soprattutto i libri sapienziali, il libro di Giobbe, il vangelo di Matteo, le lettere di san Paolo.
(Nota di Lunaria: e chissà che pensava nel leggere le infami schifosate misogine di paolo a "corinzi" ed "efesini"... Comunque, è curioso far notare che anche questo demente aveva, con tutta probabilità, visto o sentito dire che le donne "leggevano e scrivevano"; difatti, se le donne non avessero letto e scritto anche allora, perché il cialtrone ordina alle donne di non insegnare?
è evidente che per ordinarlo, doveva sapere fin troppo bene che le donne insegnavano eccome... Altrimenti che senso avrebbe avuto vietare "alle donne di insegnare"?
Se nessuna donna insegnava, non c'era neanche motivo di ordinarlo così esplicitamente di non insegnare...)
Compiuta Donzella: con questo nome si indica una rimatrice fiorentina del Duecento di cui si è messa in dubbio l'esistenza storica. I sonetti da lei scritti sono tre, conservati nei codici.
A la stagion che 'l mondo foglia e fiora
acrese (1) gioia a tutti fin'amanti:
vanno insieme a li giardini alora
che gli auscelletti fanno dolzi canti;
la franca (2) gente tutta s'inamora,
e di servir ciascun tragges'inanti (3);
ed ogni damigella in gioia dimora;
e me, n'abondan marrimenti (4) e pianti.
Ca lo mio padre m'ha messa 'n errore (5),
e tenemi sovente in forte doglia:
donar mi vole a mia forza (6) segnore,
ed io di ciò non ho disio né voglia,
e 'n gran tormento vivo a tutte l'ore;
però non mi ralegra fior né foglia.
(1) Accresce
(2) La gente di cuor gentile e semplice
(3) E ciascuno si fa avanti, spinto dall'amore
(4) Smarrimenti
(5) In condizione di turbamento
(6) Contro il mio volere
GALLERIA DI IMMAGINI
Meglio mettere la prova, prima che qualcuno dica che "te lo sei inventata tu che nel Medioevo le donne giocavano a scacchi con gli uomini! Non è vero niente! è una perfida menzogna!"
Infatti contrariamente a quello che si crede (se non si leggono libri...) la donna nel Medioevo faceva praticamente di tutto, dalla contadina alla musicista, preparava la birra, le tinture, pescava, faceva la mercante (anche nell'Arabia pre-islamica... la prima moglie di maometto era infatti una commerciante che guidava la carovana...), la miniaturista, la poetessa, l'erborista… abbiamo persino menzione di donne che disquisivano di matematica e retorica (santa Gertrude la Grande, per esempio) e di donne cacciatrici (ci sono moltissime miniature che raffigurano le donne intente a fare queste cose da sole o in compagnia degli uomini) Diciamo che più una donna era ricca e nobile e più poteva ampliare il giro delle attività a cui poteva dedicarsi. Ci sono state persino donne teologhe (pure bruciate sul rogo come eretiche, tipo Margherita Porete o i Guglielmiti che erano i discepoli di santa Guglielma e suor Maifreda) anche se ovviamente all'epoca non se le considerò nessuno (se non per bruciarle...) perché la Scolastica era dominata dagli uomini tipo Tommaso d'Aquino
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/breve-introduzione-allarte-gotica.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/la-torre-di-londra-tradimenti-condanne.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/i-vespri-siciliani.html
Mettiamo le solite prove, prima che qualcuno "dubiti" insultando la sottoscritta, dicendo che "non ho mai letto un libro, sono tutti i miei deliri...", sì perché "la confutazione brillante" che certa gente avanzava per "confutare" il mio lavoro, fatto su centinaia di libri letti&consultati era proprio questa qui…
NOTATE CHE LE DONNE SARACENE DEL XII SECOLO PORTAVANO I PANTALONI xD |