Kosovo


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BREVE INTRODUZIONE ALLA STORIA DEL KOSOVO

Nota bene: gli Albanesi chiamano il Kosovo come "Kosòva". 
Il nome ufficiale fu "Kosovo-Metohija" (Kosmet) fino al 1968.
Il termine derivava dal termine greco "metoh", "bene ecclesiastico", con riferimento ai conventi e alle chiese disseminate nella regione ed edificate a partire dal 1200-1300.
Ma gli Albanesi rifiutano questa definizione.
Il termine "Kòsovo" è quello usato in italiano, invece che "Kosòva", trascrizione dell'albanese "Kosòv
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Kosovo, in serbo, significa "Paese dei merli". Un nome poetico, ma che sembra poco adatto ad una terra che vide guerra e pulizia etnica, nel conflitto tra Albanesi e Serbi.
Il Kosovo era (è?) considerato dai Serbi come la culla della loro identità etnica e religiosa: ci sono luoghi storici come la sede del patriarcato, chiese, monasteri. Questa area fu serba fino alla battaglia di "Kosovo Polje", del 1389, combattuta contro i Turchi: in questa battaglia,
i Serbi vennero sconfitti (1)
Questo evento portò alla disgregazione del regno serbo che per tre secoli aveva cristianizzato quelle aree e aveva raggiunto il massimo splendore sotto il monarca Stevan Dusan (1331-1355)
Dal 1389 fino al 1912 il Kosovo rimase nei confini dell'Impero Ottomano.
I Serbi furono obbligati a lasciare la regione o vennero massacrati dalla repressione turca che islamizzò il Kosovo.
I villaggi lasciati dai Serbi furono occupati dai Turchi ma anche dagli Albanesi provenienti dall'Epiro, che erano di fede musulmana.
Nell'Ottocento, l'Impero Turco iniziò a decadere e il nazionalismo serbo incluse il Kosovo nel mito di "identità nazionale serba".
Con il Congresso di Berlino (1878) la Serbia e il Montenegro divennero indipendenti.
Nel Kosovo venne organizzato il movimento di rinascita della nazione albanese: la Lega di Prizren.
Secondo i nazionalisti albanesi, la regione del Kosovo era abitata dalla tribù illirica dei Dardani, antenati dei moderni albanesi: per questo il Kosovo doveva essere albanese e tutti gli Albanesi avrebbero dovuto essere unificati in un'unica identità, lingua e Stato.
Il dominio turco nei Balcani finì nel 1913, dopo la prima guerra balcanica.

Si creò lo Stato dell'Albania, ma il Kosovo non venne inglobato nello Stato albanese per non infierire sulla Serbia: il desiderio di una "Grande Albania" che comprendesse tutta la zona che va dal Kosovo alle acque dello Ionio, inglobando anche territori macedoni e parte del nord della Grecia, venne frenato. 


Fu Mussolini, nel 1939, ad annettere il Kosovo ai territori albanesi, creando "una grande Albania" anche se soggetta all'Italia fascista.
Successivamente, Tito riconobbe il Kosovo come una regione autonoma.
La revisione della Costituzione Jugoslava riconobbe, nel 1974, l'esistenza di sei repubbliche e due province autonome: il Kosovo e la Voivodina, che avevano libertà quali l'uso della lingua albanese nelle scuole, giornali e radio, libertà in campo economico, amministrativo e di ordine pubblico.
Questa concessione non piacque ai Serbi, perché si era creato "Uno Stato nello Stato".
La forte crisi economica degli Anni Ottanta peggiorò la situazione, perché Belgrado aumentò gli interventi economici a favore delle zone depresse del Paese e fomentò la divisione fra gli abitanti delle repubbliche ricche (Slovenia e Croazia) verso la Macedonia e il Kosovo.
I primi scontri iniziarono nel 1989 e 20 persone vennero uccise.
L'Assemblea della Repubblica Serba approvò le modifiche costituzionali delle due province autonome e offrì aiuti economici ai Serbi che desideravano ritornare in Kosovo.
Le nuove costituzioni del 1990 e 1992 fondavano la Federazione Serbo-Montenegrina sospendendo l'attività del Parlamento e del Consiglio del Kosovo.
Nel 1990 con un referendum plebiscitario il 99,87% dei Kosovari proclamò la propria repubblica.
Vennero create delle istituzioni parallele: scuole e servizi sanitari, finanziate da un sistema clandestino di imposizione fiscale, e si iniziò a boicottare tutte le iniziative di Belgrado.
I Serbi esclusero gli Albanesi da ogni incarico amministrativo, reprimendo il dissenso e proibendo la lingua albanese.
L'UÇK, cioè l'esercito di liberazione del Kosovo, (Ushtria Çlirimtare e Kosovës)

è nato proprio a seguito di questi eventi.



(1) La Piana dei Merli (o Campo dei Merli), "Gazimesdan" in albanese, "Kosovo Polje" in serbo. Durante la primavera, i tratti della collina si tingono di rosso: sono i fiori bozur, simili alle rose. Secondo la mitologia serba, questi fiori crescono in questo posto perché vennero nutriti dal sangue dei cavalieri serbi caduti nella battaglia di 600 anni fa.



LA CONDIZIONE DELLA DONNA IN KOSOVO

Nota di Lunaria: ora riporto un'analisi sulla donna in Kosovo, scritta nel 1999. Attualmente (2020) è probabile che qualcosa sia migliorato (almeno, voglio sperarlo).
L'articolo, comunque, riconferma che nei contesti religiosi non esiste minimamente la parità uomo-donna.


La donna kosovara tradizionale è di fede musulmana (appartenente alla religione islamica lo è oltre il 95% della popolazione del Kosovo)
La donna musulmana vive totalmente sottomessa al marito. La dipendenza della donna all'uomo impedisce alla femmina di elaborare un proprio percorso; la donna si appoggia totalmente al marito tanto che è incapace di progettare la sua esistenza senza di lui.
Questa è la realtà dei ceti rurali, ma anche delle donne di città (all'apparenza più evolute) perché l'appartenenza religiosa è trasversale alle condizioni di ceto e di ricchezza.
Si sono avuti casi di donne senza marito che non desideravano più vivere, chiedendo di morire piuttosto che di continuare a vivere.
Se il marito non c'è più, neanche la presenza di figli può portare la donna a voler vivere. In genere, in presenza di un figlio maschio adulto, la donna musulmana kosovara ha più possibilità di riorganizzare la propria vita, perché il figlio fa le veci del marito, assumendosi la responsabilità della "gestione sociale della famiglia" cioè la capacità di difendere l'onore della famiglia.
Nei casi di ricongiungimento familiare col marito rimasto in Kosovo, anche se vi sono dei figli morti, la donna riesce a riprendersi l'esistenza, perché è desiderio della donna tradizionalista kosovara essere sottomessa al marito.

è ovvio che questo contesto culturale non collima con le aspettative delle donne occidentali.
Negli ultimi tempi però ci sono state giovani donne kosovare che aspirano ad avere un ruolo simile a quello delle donne occidentali, ma la pressione all'interno del contesto familiare (clan) è ancora molto forte (è un dato strutturante anche la psiche femminile) e la donna non può sfuggirne.
(Nei riti matrimoniali tradizionali la ragazza deve dimostrare sottomissione al marito non solo esteriormente)


STUPRI E SUICIDI DELLE DONNE VIOLENTATE 

(...) La signora era profondamente addolorata perché durante il terribile viaggio verso l'Albania aveva perso le tracce della figlia Martilde; (...) "Che ne sarà di lei?", si chiede con angoscia la madre.
"Sarà ancora viva? L'avranno violentata?" (...) Nonostante abbia vissuto situazioni sconvolgenti, la ragazza non era stata violata. (...) Spesso abbiamo sentito parlare di violenza sessuale nei confronti delle donne, anzi scorrendo i dati del censimento effettuato nel campo si nota che le giovani dai 18 ai 25 anni sono numericamente ridotte rispetto alle altre fasce di età!
Lumnie nel raccontare queste forme di violenza commenta
"Meglio morire che essere violentate. Milosevic ci ha lacerato l'anima!"
(...) In Kosovo c'è una cittadina chiamata Roavez dove al tempo dell'invasione turca alcune donne erano state violentate e si erano buttate giù dalla roccia. Anche adesso le nostre tradizioni sono scritte nel profondo dell'anima; anche se viviamo in tempi moderni, di fronte a queste situazioni ci vengono incontro i tempi passati. Due sono i tipi di suicidio ammessi dalla nostra cultura e che sono ritornati in questa guerra: le donne che hanno subito stupri e gli uomini che hanno perso l'onore (per onore si intende la difesa e la protezione sociale delle donne e dei figli del clan, in quanto famiglia allargata e dei propri beni)
Una sposa sui 25 anni, Lirika, racconta di due giovani donne violentate dai serbi che si erano buttate dalla roccia.
"E hanno fatto bene!", aggiunge convinta.
(...) Gli uomini del campo sono numericamente inferiori rispetto alle donne, in quanto molti erano coinvolti nei combattimenti tra le file dell'UÇK (...) si è evidenziato che le persone più a rischio erano gli uomini. Nella cultura kosovara è il maschio che prende decisioni e la famiglia le esegue. 


LA DEMONIZZAZIONE DEGLI ALBANESI IN SERBIA:
"LO STUPRO ETNICO"


La propaganda anti-albanese (basata su cose come l'emigrazione o l'espulsione dei Serbi e Montenegrini dal Kosovo, o persino di un genocidio dei Serbi) inizia a partire al 1981 sui mass media serbi.
I giornali, tv, radio annunciano che gli Albanesi violentano le donne serbe, che picchiano i Serbi, danno fuoco ai loro campi e bruciano il loro bestiame.
Si diffonde anche la notizia che alcune suore serbe siano state stuprate nel convento di Peja: la notizia non viene smentita neppure quando la badessa del convento nega il fatto, nel 1991.

Si racconta anche gli Albanesi profanino tombe, cimiteri e chiese: mancano prove, ma la chiesa ortodossa getta benzina sul fuoco.
Insomma, vengono attribuiti agli Albanesi ogni scempio e crimine possibile.

Il pregiudizio e lo stereotipo serbo più diffuso, contro gli Albanesi, è quello che li dipinge come lavoratori che trasportano il carbone nelle cantine di Belgrado, come lavoratori che puliscono le strade e che vivono in abitazioni sporche e degradate.
L'atteggiamento razzista e megalomane dei Serbi ortodossi nazionalisti contro gli Albanesi musulmani deriva dalle due diverse culture: i Serbi si consideravano "cittadini urbani moderni" rispetto agli Albanesi, giudicati retrogradi e legati alla cultura del clan, con una famiglia numerosa ma chiusa col resto del mondo non albanese. (Nota di Lunaria: indubbiamente il codice di leggi patriarcali albanese, il Kanun, influenzava moltissimo gli usi e i costumi albanesi anche in rapporto "a chi non era albanese")

Alcuni sondaggi (nota di Lunaria: suppongo precedenti il 1999) hanno rivelato che i giovani Serbi mettono gli Albanesi all'ultimo posto come scelta di eventuali partner per il matrimonio; le proteste albanesi contro la politica serba nel Kosovo vengono considerate "antiserbe": chi li difende viene considerato sviato e plagiato dalla propaganda musulmana, cattolica\ustascia croata o bolscevica.
Per l'opinione pubblica serba, c'è un "diritto sacro" a comandare nel Kosovo.
Un tema che veniva gettato in pasto ai Serbi era quello della "violenza sulle donne serbe e lo stupro etnico", ma non c'erano prove che confermassero questo fenomeno in maniera così estesa, anche se i mass media serbi parlavano di "genocidio dei serbi nel Kosovo", per gettare benzina sul fuoco e aumentare le discordie e le rappresaglie.

Riporto qualche dato (ripeto che mi sto basando su una fonte che è stata scritta nel 1999)

Fra il 1979 e il 1987 vi era un totale di 9,6% di stupri registrati in Kosovo, che aveva avuto come vittime donne serbe.
Nel 1987 e 1989 non venne denunciato nessun caso; tuttavia venne introdotto un nuovo delitto: la violenza carnale fra persone appartenenti a nazionalità differenti (1)
I mass media, intanto, gettavano benzina sul fuoco, raccontando di presunti stupri in Kosovo, per descrivere il maschio albanese come mostro e contribuire alla demonizzazione di un intero popolo.
Nella propaganda serba nazionalista, questo è stato un elemento micidiale per promuovere e fomentare l'odio etnico e la vendetta.
La violenza contro la donna serba, fatta da "stupratori che erano sempre e comunque albanesi e kosovari" era allegorica: serviva a rappresentare "la violazione della terra santa del Kosovo" che doveva essere serba, e proprietà dei Serbi, e non degli Albanesi.


(1) Nota di Lunaria: ecco, la solita ipocrisia e falsità monoteista, fatta passare come "Noi monoteisti siamo sempre stati dalla parte delle donne, siamo i loro difensori!"
Al signore cristiano Milošević, che quando c'era da fare il comizio anti-albanese e anti-musulmano si spacciava tanto per femminista e dalla parte delle donne, non fregava proprio una mazza delle donne stuprate.
Per lui era grave solo se la donna stuprata era serba ed era stata stuprata dal musulmano kosovaro.
Se la donna era kosovara, non serba e NON CRISTIANA ORTODOSSA e veniva stuprata da un serbo CRISTIANO ORTODOSSO, allora era tutto OK, non c'era niente per cui gridare allo scandalo.


E DIFATTI I NAZIONALISTI SERBI CRISTIANI ORTODOSSI LE STUPRARONO ECCOME, LE DONNE KOSOVARE E NON CRISTIANE.

Per quelle donne non valeva il "Ma noi maschi cristiani ortodossi siamo sempre stati dalla parte delle donne! W la dignità delle donne, W il cristianesimo che ha dato alle donne tutti i diritti!
Noi cristiani sì che rispettiamo e difendiamo le donne! Non come i nostri nemici kosovari musulmani, maschilisti che odiano le donne!"

I
l signor Milošević e simili, che si spacciavano per "paladini difensori delle donne" solo se a stuprarle era il loro nemico musulmano (se lo faceva il serbo cristiano ortodosso era tutto OK, anzi, era suo diritto riconosciutogli da dio padre e dall'apostolo paolo) mi ricordano certi personaggi di casa nostra legati all'estrema destra CRISTIANA CATTOLICA, che tuonano di "a morte gli stupratori che violano le nostre donne! Noi siamo per la dignità della donna! E ci mobilitiamo in sua difesa! è stato il cristianesimo a dare tutti i diritti, per le donne!"
Sì, tuonano contro la violenza sulle donne, ma solo se lo stupratore è straniero e NON CRISTIANO.
Perché se è italiano e cristiano, è tutto OK e nessuno ha niente da dire.
Anzi, colpa della sporca peccatrice che andava in giro mezza nuda, a tentare il bravo padre di famiglia che va a messa tutte le domeniche!!!


Avevo fatto notare la stessa cosa parlando di Ku Klux Klan (che è cristianesimo americano ultra-protestante): tutti dalla parte delle loro donne, tutti a gridare di  "A morte gli stupratori! Difendiamo le nostre donne, difendiamo il pudore e la dignità della donna!", se avevano voglia di linciare qualcuno che "non fosse bianco e non fosse protestante come Noi del Klan, eletti da Dio e predestinati a salvezza, a Noi spetta il dominio, come insegna l'Apostolo Paolo! Così Dio ha deciso, e così si fa! A Cristo Gesù sia la lode e la gloria. Amen!".
Se però la voglia di fornicare ce l'avevano loro, i signorini cristiani protestanti  del Klan, allora il "dalla parte delle donne! in difesa delle donne!" non valeva più: si organizzava uno stupro di massa ai danni di qualche donna o ragazzina afroamericana o di qualche donna americana atea o di qualche prostituta raccattata per strada, di qualche immigrata italiana o di qualche irlandese cattolica, eh?!?!
Per quelle donne non c'era il "Ma noi del Klan americano WASP siamo sempre stati dalla parte delle donne e della loro dignità!"
"La dignità della donna" valeva solo per la moglie, la madre, la sorella, la figlia dei membri del Klan.
Tutte le altre che non erano "moglie\madre\sorella\figlia" dei membri del KKK, le si poteva pestare, stuprare, fustigare e ammazzare a piacimento, eh?!?!


E CHE I CRISTIANI DEL KKK STUPRASSERO E AMMAZZASSERO LO SA CHIUNQUE ABBIA LETTO DEI LIBRI SU DI LORO: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ku-klux-klan-tutta-la-storia-nei.html
  
La solita falsità monoteista che si traveste da femminismo solo quando conviene a loro!!! E la cosa grave è che ce ne sono tante, che si dichiarano femministe, che cadono nel tranello e abboccano alla propaganda mistificatoria monoteista!!!!
Chissà, magari ci sarà pure, da qualche parte, una qualche "femminista" cristiana REALMENTE CONVINTA che
Milošević fosse "un paladino, un difensore delle donne!
A favore dell'emancipazione delle donne! Il cristianesimo è sempre stato femminista! Milošević dalla nostra parte, contro i maschilisti misogini! W Milošević!"


I CRIMINI DELLA CHIESA SERBO ORTODOSSA SONO STATI TRATTATI QUI: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/i-crimini-della-chiesa-serbo-ortodossa.html

E ADESSO METTIAMO LE PROVE, PRIMA CHE QUALCUNO STARNAZZI CHE "NON è VERO NIENTE! TE LO SEI INVENTATA TU! SONO TUTTE CALUNNIE INFAMANTI CONTRO I CRISTIANI ORTODOSSI! SEI STATA PAGATA DALL' UCK!!"












Per altri approfondimenti: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/culture-orali-clan-vendetta.html

Qui trovate l'analisi all'Albania:
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/albania-1-illiri-regine-skanderbeg.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/albania-2-donne-patriore-antichi-dei-e.html

Qui la Serbia: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/serbia-archeologia-torre-dei-teschi-e.html

Qui trovate Milošević :
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/slobodan-milosevic-mirko-jovic-genocidi.html