Taslima Nasreen

Diamo visibilità a questa attivista anti-islamica.
Qui trovate altre riflessioni: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/joumana-haddad.html

Info tratte da


Nel XX secolo le donne hanno continuato a impegnarsi in movimenti politici che si battevano per un radicale cambiamento della società: Clara Zetkin e Rosa Luxemburg in Germania, Aleksandra Kollontaj nella rivoluzione russa del 1917.



Nota di Lunaria: per un'analisi agli aspetti dittatoriali e sanguinari del comunismo, vedi qui:
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-del-comunismo.html

Esse hanno anche lottato contro i dittatori e le tirannie, fino a essere insignite in alcuni casi del premio Nobel per la pace, per il loro coraggio e la loro determinazione. 

è il caso della guatemalteca Rigoberta Menchù, che si batte per innalzare le sue compatriote a una condizione dignitosa e per il riconoscimento dei loro diritti, oppure di Aung San Suu Kyi, portabandiera del movimento democratico birmano, che oppone una ferma resistenza al regime militare che l'ha condannata all'isolamento totale per sei anni.



Nota di Lunaria: negli ultimi tempi Aung San Suu Kyi ha negato il genocidio dei Rohingya, la minoranza musulmana del Myanmar, massacrata e stuprata dai soldati birmani. 

Ribadiamo anche che il massacro dei Rohingya viene fomentato anche da certi religiosi buddhisti come Ashin Wirathu



Ne avevo già parlato;  https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/myanmar-spiriti-black-metal.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/persecuzioni-religiose-un-libro.html
comunque suggerisco di visionare questo libro


è triste constatare che di Aung San Suu Kyi, che venne lei stessa perseguitata dalla giunta militare del suo paese, adesso che è su al potere la difende.

Dal 1977 le madri di Plaza de Mayo si riuniscono ogni giovedì a Buenos Aires per chiedere la messa in stato d'accusa dei militari torturatori responsabili della morte o della scomparsa dei loro figli.


Per approfondimenti sui metodi di sequestro e tortura in voga nelle dittature militari sudamericane, vedi questi libri:



e questo link: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/i-crimini-del-dittatore-cattolico.html
 

Più di recente, Taslima Nasreen, condannata a morte dagli integralisti musulmani del Bangladesh per aver protestato contro la sorte toccata alle sue connazionali, è stata costretta a lasciare il suo Paese. (qui invece trovate la storia di Junaid, un uomo condannato a morte per aver "osato difendere i diritti delle donne" https://intervistemetal.blogspot.com/2020/01/junaid-hafeez-condannato-morte-perche-e.html)

Perseguitata, ha vissuto nella clandestinità, poi in esilio, prima di tornare nel suo paese per affrontare il processo.

Medico diventata scrittrice, Taslima Nasreen conduce una battaglia solitaria e coraggiosa contro l'integralismo islamico e l'oppressione di cui sono vittime le donne del Bangladesh.
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/arte-letteratura-e-musica-in-bangladesh.html
Nel 1993 il Consiglio dei soldati dell'islam ha emesso contro di lei una fatwa (taglia) di 1250 dollari per chi la uccide, perché colpevole di aver pubblicato il romanzo "La vergogna", nel quale descrive le persecuzioni di una famiglia indù da parte dei musulmani. Un anno dopo, sotto la pressione degli integralisti islamici, il governo spicca un mandato di arresto nei suoi confronti, per bestemmia contro l'islam.
Costretta a vivere in clandestinità, Taslima fugge in Svezia nel 1994, avvia una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica occidentale e in seguito ritorna nel proprio Paese per subire il processo.


In "Donne, fatevi vedere", porta questa testimonianza:

"Nella folla, mille mani invisibili palpano i seni e i sederi delle donne, e non si tratta di certo di mani di illetterati. Io non protesto mai contro queste aggressioni, perché mi dico che ho avuto fortuna se ancora nessuno mi ha sfigurato gettandomi addosso del vetriolo. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/bangladeshpakistan-donne-sfigurate-con.html)
Ho avuto fortuna a non essere stata violentata da un gruppo di uomini. Fortuna a essere ancora viva. E io temo queste violenze, perché ho commesso un reato, quello di essere nata donna. Nonostante i miei titoli di studio, la mia cultura, la mia professione, non sono un essere umano, sono meno di niente. Una donna può ben avere tutte le qualità, ma in questo Paese non viene considerata come un essere umano [https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/riforme-progressiste-e-integralismo.html] Come me, le donne che passeggiano per la strada non reagiscono ai commenti indecenti che ricevono quando passano. Tutte le adolescenti sanno che nessun ragazzetto sconosciuto si sentirà in colpa perché sputa loro in faccia la sua saliva mischiata a resti di betel. Rapine, vetriolo, rapimenti, omicidi, esse possono aspettarsi qualsiasi atto di violenza."

In Bangladesh, il Primo ministro e il leader dell'opposizione sono donne. Questa, che potrebbe sembrare una conquista femminile, non lo è, perché è solo grazie al padre o al marito che queste donne hanno raggiunto le più alte cariche dello Stato. Ecco cosa scrive Taslima:

"A che serve esser là se non fate niente per cambiare le leggi inique e il nefasto calamitoso sistema sociale di questo Paese, quando avete entrambe i mezzi per farlo? [...] Dal momento del vostro ingresso in politica, vi siete affrettate a mettervi il velo.
I vostri colleghi politici non portano né la barba né il copricapo che l'islam impone agli uomini. [...] Se oggi vi comportate così è perché gli uomini che vi stanno intorno ve l'hanno suggerito per compiacere il popolo. Volete sedurre nascondendo il vostro cervello sotto il tessuto. State commettendo un grave errore. Non avete dimenticato quante siano le proibizioni che vi minacciano da destra, da sinistra, da nord-est, da sud-ovest. Nessuna di noi può dimenticarlo [...] Perché allora non protestate contro l'oppressione che subiamo?"


Leggiamo un'intervista a Taslima Nasreen, apparsa nel 2003, tradotta in italiano su "Il libro nero della donna": 908 pagine di orrori contro le donne.

Riporto qualche stralcio.

Perché è importante per Lei occuparsi di nuovo della condizione delle donne musulmane?

Ovunque nel mondo le donne sono oppresse dalle religioni, dalle usanze e dalle tradizioni. Ma dove attualmente soffrono di più è nei paesi islamici. L'Occidente ha instaurato la laicità, la separazione fra Chiesa e Stato, mentre nella maggior parte dei paesi musulmani le donne sono sempre sotto il giogo di 700 anni di shari'a.
Milioni di donne patiscono terribili sofferenze.
Vengono segregate, bruciate, lapidate a morte. [...] Per secoli è stato loro inculcato che erano schiave dell'uomo, che dovevano adeguarsi al sistema creato dagli uomini o da Dio. Sotto la shari'a le donne sono considerate non più come esseri umani, ma come oggetti sessuali. Non abbiamo bisogno di questa legge, dobbiamo combatterla!

[...] Vivevo in una società musulmana, in una famiglia musulmana, ed ero abituata a vedere le donne, avvolte dalla testa ai piedi nel burqa, farsi picchiare dai mariti che potevano essere poligami o divorziare quando volevano.

Fu la lettura del Corano a farle vedere le cose in maniera diversa?

Sì, fu mia madre a insegnarmi il Corano [...] non lo capivo veramente. Spesso le donne non sanno che cosa dice il Corano perché è scritto in arabo, e in molti paesi non arabofoni si decifra il testo senza comprendere il significato dei versetti.
Ma a 14 anni mi è capitato tra le mani un Corano tradotto in bengali [...] Capii che era proprio Allah a dichiarare inferiori le donne [...] a dare al marito il diritto di picchiare la moglie, a imporre il velo... sì, tutto ciò lo autorizzava Allah [...] una legge terrificante, o più precisamente dalla legge creata da Maometto in nome di Allah.





PRECISAMENTE AL VERSETTO 34



"Gli uomini hanno sulle donne autorità per la preferenza che il dio ha concesso al maschio sulla femmina e a causa di ciò che essi hanno speso per loro delle sostanze proprie. Le femmine che si rispettano sono sottomesse, gelosamente custodiscono l'onore in assenza del marito in cambio della protezione che il dio ha concesso loro. Temete l'infedeltà di alcune di esse? Ammonitele, relegatele sui loro giacigli in disparte, picchiatele: ma se tornano a miti sentimenti di obbedienza, allora basta, va bene così. Il dio è altissimo e grande in verità"

Specifichiamo che mostrare questo non significa dire che "allora tutti i musulmani picchiano le donne". Certo che no, visto che la violenza è trasversale e riguarda tutti ed essere "cristiani" non significa essere "non violenti" rispetto ai "musulmani" (come si spacciano gli integralisti cristiani, quando vogliono parlare male dei musulmani... guardandosi bene dal fare autocritica, ovviamente... che strano, per i cristiani "maschilismo e violenza contro le donne" sono sempre "roba degli altri"...).

Mostrare la sura IV significa solo mostrare che l'ideologia islamica, al pari di altre ideologie patriarcali, permette la violenza contro le donne come "concessione che il dio in questione ha permesso di poter fare".
Che poi non tutti i musulmani commettano violenza è chiaro.

Torniamo a Taslima.

Quando ho cercato di criticare l'Islam in nome delle donne e della giustizia, i fondamentalisti [...] hanno solo voluto farmi tacere e uccidermi. [...] Sono stata costretta a nascondermi e ad abbandonare il mio paese.

E che dice il Corano della vita sessuale delle donne?

L'islam considera la donna unicamente come oggetto sessuale, un oggetto sporco come gli escrementi: "O voi che credete! Se siete malati o in viaggio, o se uscite da una latrina o avete avuto rapporto con le donne, e non trovate acqua, fate allora la lustrazione pulverale" (cioè, strofinarsi con sabbia).
E dice anche: "Le vostre donne sono un campo da arare per voi, andateci a vostro piacimento". Dunque, quando e come agli uomini aggrada! Che la donna sia o meno consenziente è una questione che non si pone mai!


(Nota di Lunaria: idem per il cristianesimo e l'ebraismo. Che le mogli di cristiani integralisti o ebrei ortodossi "abbiano voglia o meno di accoppiarsi e restare incinte" è un problema che non si è mai posto, difatti si chiamava "debito coniugale" e oggigiorno lo si chiama anche "stupro coniugale" perché un marito che obbliga la moglie ad avere un rapporto sessuale quando lei non vuole, facendole male o ricattandola e intimorendola e magari pure per obbligarla a restare incinta a forza si chiama stupratore coniugale ed è diventato reato, per fortuna.)

QUI DI SEGUITO METTIAMO LE PROVE, PRIMA CHE QUALCUNO DICA CHE "NON è VERO NIENTE!!!! NON HAI MAI LETTO UN LIBRO!" Si vedano i versetti 222 e 223



PER APPROFONDIMENTI SULLO STUPRO CONIUGALE IN AMBITO CRISTIANO, VEDI QUESTO LIBRO:



Non c'è dunque niente da salvare nel Corano?

No, perché adesso conosciamo la modernità e i diritti dell'uomo. [...] Ciò di cui abbiamo bisogno è un'educazione illuminata. Secoli fa, gli uomini hanno creato l'islam. Il Corano può essere considerato un documento storico. [...] Il Corano va preso come un elemento della nostra storia passata, senza cercare di applicarlo al presente.

Che cosa vorrebbe dire a tutte quelle donne?

Vorrei far loro comprendere che devono leggere il Corano con perspicacia per rintracciarvi una qualche giustizia. Se non la trovano nel testo (e non ce la trovano di sicuro) devono smetterla di seguire quelle regole e cominciare a lottare. Ognuna troverà il suo modo di lottare. [...] Vorrei prendessero coscienza che, se non cominciano a liberarsi, anche le loro figlie continueranno a soffrire. Forse le donne della nostra epoca non riusciranno a vedere l'avvento di una società laica, ma spetta a loro prepararla per le generazioni future. A chi non si batte per far cessare l'oppressione di questo sistema patriarcale e religioso dico: vergognatevi! Vergognatevi di non protestare, vergognatevi di rafforzare il sistema! [...] Adesso abbiamo bisogno di un'educazione laica, abbiamo bisogno dell'Illuminismo.

Nota: per approfondimenti, vedi anche questo libro: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/blog-post.html
e questo: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/mona-eltahawy-perche-ci-odiano-gli.html



E questo link, che riassume la situazione delle donne islamiche dagli Anni Venti ai primi anni Novanta https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/riforme-progressiste-e-integralismo.html

Anche nel quadro di società democratiche sono molte coloro che hanno lottato per far progredire la causa delle donne.
Dalla fine dell'800, esse hanno dovuto affrontare l'ironia, l'ostilità, talvolta perfino l'odio, di quanti volevano costringerle nel loro ruolo di donne di casa; ciò soprattutto nei paesi latini, dove la Chiesa Cattolica ha fatto sentire a lungo la propria influenza

(ma anche oggi; basti sfogliare un sito cristiano a caso, dove ogni 2x3 ci "si batte" affinchè la donna possa scegliere "il lavoro di casalinga" e a favore delle famiglie numerose! Nota di Lunaria).
Alcuni paesi anglosassoni, di religione protestante, si sono dimostrati più inclini a riconoscere la legittimità delle rivendicazioni femminili, senza dubbio a causa di una visione più egualitaria del ruolo della donna: i pastori per esempio si sposano e anche le donne possono esercitare le funzioni di pastore.  

Nota di Lunaria: smontiamo un po' questo clichè del "ma i protestanti sono più progressisti dei cattolici".
Non è così.
Tanto per iniziare, c'è sempre l'idea che "gesù cristo, maschio e dio" sia redentore e salvatore ANCHE DELLE DONNE e quindi ANCHE LE DONNE devono considerarlo come tale e adorarlo;
e questa è idolatria della virilità rivista come "fonte di salvezza" e "divina", il che fomenta la superiorità concettuale maschile, con le donne stesse che "si sentono bisognose" del redentore e del salvatore maschile gesù e che non ritengono sia un controsenso "parlare di parità uomo e donna", quando la figura simbolica di riferimento, che si adora e di cui si necessita, è un dio maschile che rivela che dio è padre; men che meno le suddette signorine si chiedono cosa stia a significare che un supposto dio di amore e misericordia scegli di presentarsi e di incarnarsi solo ed unicamente in una forma maschile, lasciando intendere che "non era da dio farsi donna, solo il sesso maschile è degno di rappresentarlo" - vedi Tommaso d'Aquino e la Summa Theologiae, ma si può citare anche il Malleus Maleficarum o teologi del Novecento come Guitton o Galot che trovano "edificante e conforme al bene, a quello che andava fatto" che il loro dio si facesse solo e unicamente maschio. L'idea di una parità nel concetto di ipostasi, quel concetto che proclama che "gesù è vero uomo e vero dio", ma che non proclama che "nacque anche una forma femminile di gesù, vera Dea e vera donna" per rappresentare ENTRAMBI I SESSI nella sfera del divino,  
e quanto sia SESSISTA il concetto di ipostasi, così come è stato ideato dall'ideologia cristiana,
non sfiora minimamente le teste bacate dei suddetti personaggi, ma neppure quella delle donne, talmente abituate al potere simbolicamente maschile da ritenere "normale e legittimo" che un dio si presenti su questa terra proprio assumendo la forma di quel potere che ha sottomesso le donne.

Per ulteriori approfondimenti su questo tema, che io ho sintetizzato, vedi i due libri di Mary Daly


"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."

"L'ideologia cristiana presenta una distorsione prodotta dalla gerarchia sessuale e che la convalida, palese non solo nelle dottrine relative a Dio e alla Caduta ma anche in quelle relative a Gesù [...] Una logica conseguenza della liberazione della donna sarà la perdita di credibilità delle formule cristologiche che riflettono ed incoraggiano l'idolatria verso la persona di Gesù [...] Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni. Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")


"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."

"Io ritengo che un altro ribaltamento sia l'idea dell'incarnazione redentrice unica nella forma di un salvatore maschio perché questo è precisamente impossibile. Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."

Mi pare significativo concludere con questo commento:

"è ovvio che tutte queste ideologie hanno non solo la funzione di conciliare le donne con il loro ruolo subordinato sostenendo che è inalterabile, ma anche di far credere che esso rappresenti l'appagamento dei loro desideri, o un ideale che è lodevole cercare di raggiungere" (Horney)

A questo aggiungiamo che dio è sempre e solo padre, non esiste alcun simbolismo femminile per parlare di "dio" (men che meno di gesù, essendo maschio); per quanto riguarda lo spirito santo, presentato come "amore, consolatore" non stiamo di certo parlando di una Dea, e difatti nell'arte non è raffigurato come "femmina" ma come "colomba"; la colomba non è una donna.
è vero che i protestanti non idolatrano l'imene sempre intatto di maria (ci risparmiano questo abominio mercificante e oggettificante di una donna giudicata degna perché "semprevergine"), ma non stanno di certo glorificando il piacere sessuale femminile (scisso dalla procreazione) men che meno riconoscono a maria chissà quale autorità, essendo "la serva del signore" e quindi l'utero da fecondarsi dal dio-padre in questione (padre, perché fecondatore, e quindi con valenze spermatiche) "per far nascere il grande redentore maschile".
Che i cattolici ritengano maria "regina del cielo, corredentrice" e simili sciocchezze non bibliche e scopiazzate dal paganesimo, non tragga in inganno: maria non è ritenuta "superiore o paritaria a gesù", è a lui subordinata e sottomessa in quanto serva. 
La chiesa cattolica non l'ha mai riconosciuta superiore o paritaria a gesù. Che poi esistano singoli sciroccati e sciroccate che pensano "che maria è la dea, che maria è potentissima perché quando pregano sentono così nel cuore\hanno visto così nelle loro allucinazioni" è IRRILEVANTE.

Non studio il cristianesimo sui deliri di singoli sciroccati, studio il cristianesimo basandomi sulla bibbia e sui teologi storici che hanno fatto la storia del cristianesimo.
Che una tizia su qualche sito internet sia convinta che "maria fa parte della trinità, anzi, della quadrità: me lo ha detto la madonna stessa, mentre l'ho sognata!" è un SUO DELIRIO e non è cristianesimo vero, ma una religione che si è inventata la suddetta.

Tutto il cristianesimo, nelle sue varie forme e sette, è cristo-centrico, perciò andro-centrico per definizione, visto che gesù, da tutti i cristiani (cattolici e non cattolici) preso come punto di riferimento, è maschio.
Un simbolo maschile (per di più, ritenuto divino) non può liberare in alcun modo le donne, anzi, contribuisce all'idea di supremazia maschile proprio perché il sesso di dio coincide col sesso maschile terreno, e lo eleva alla sfera divina; non succede in ugual modo per le femmine, visto che non esiste "la gesù crista donna, vera Dea e vera donna".
L'Ipostasi magnifica un solo sesso, e tutta la storia teologica cristiana lo dimostra.
E NO, non saranno quattro sciroccati di eretici che credevano "che gesù non aveva un corpo maschile" (docetisti) o che "maria era la grande Dea" (colliridiani), o "lo spirito santo è femmina" (guglielmiti) spazzati via dalla chiesa, a dimostrare che "è stato il cristianesimo a dare importanza alla dignità femminile!"
La storia cristiana l'hanno fatta Tommaso d'Aquino e simili.
NON L'HANNO FATTA gli sciroccati eretici che nei loro deliri erano convinti che gesù fosse "androgino", "senza corpo maschile" e simili cretinate esilaranti.


Per quanto riguarda la donna "pastoressa" in voga negli ambiti protestanti ed evangelici, la "pastoressa" NON è LA SACERDOTESSA, non incarna in sé NESSUNA IDEA DI DIVINITà FEMMINILE, ma si limita a bofonchiare quello che gesù o personaggi biblici vari e avariati hanno detto o fatto.
Non vedo quale emancipazione femminile ci sia nel parlare e nel trovare edificanti vicende come "mosè che fa sgozzare donne non vergini e bambini, dicendo ai suoi soldati di portarsi via le vergini", nel parlare di come dio sia padre o nel citare vicende evangeliche di orrido masochismo femminile come "la peccatrice che lava i piedi di gesù con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli".

Per giunta facciamo notare che evangelici particolarmente integralisti sono contrari alle donne pastore, E A RAGION VEDUTA, visto che l'apostolo paolo non ha permesso alla donna di insegnare o fare qualcosa, a Corinzi ed Efesini.