Alle origini dell'antisemitismo

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Nota di Lunaria: il fatto che faccio uscire un post che fa la corretta informazione sulla persecuzione razzista che hanno subito gli Ebrei nella Storia, NON STA A SIGNIFICARE che io sia d'accordo con la loro religione, che è androcentrica e maschilista al pari di islam e cristianesimo. 
Tutte queste religioni patriarcali sono inconciliabili con i diritti della donna.

PARTE I: ALLE ORIGINI DELL'ANTISEMITISMO

Gli Ebrei avevano, da sempre, alcuni usi o consuetudini religiose che li rendevano invisi o sospetti in diverse società: per esempio, non accettavano di prestare culto all'imperatore oppure non violavano la regola di riposo assoluto durante la giornata di sabato o non mangiavano cibi proibiti o carni di animali non macellati secondo il rituale; ma c'erano anche motivi economici di ostilità più profonda.
Man mano che si affermavano nelle società di paesi ospitanti, svolgevano funzioni economiche insostituibili.
L'antisemitismo (1) in realtà era già diffuso nel mondo greco-romano.
Tacito li definiva "despectissima pars serventium, taeterrima gens" (spregiatissima raccolta di schiavi, gente pessima)
e Seneca non sopportava la loro consuetudine del riposo festivo del sabato perché faceva perdere una settima parte del lavoro umano.
Giovenale era convinto che gli Ebrei esistessero solo per fare del male agli altri popoli.
In generale, le condizioni degli Ebrei sotto i Romani non furono cattive fino a quando, a tempo di Costantino, non si affermò la religione cristiana.

Con l'affermarsi del cristianesimo, all'antisemitismo fondato sui motivi precedenti si aggiunse quello religioso, contro coloro che vennero ritenuti responsabili della morte di cristo.
I primi imperatori cristiani furono antisemiti: Giustiniano impose restrizioni alla vita spirituale ebraica e nel 721 Leone Isaurico cercò di costringere gli Ebrei ad una conversione di massa.
Gli Ebrei furono posti davanti a questa alternativa: o accettavano il battesimo, o erano perseguitati con vessazioni economiche, espulsi, uccisi.
Gli Ebrei non convertiti emigrarono in paesi o città più tolleranti, costretti a lunghe peregrinazioni in tutta Europa; espulsi nel 1290 dall'Inghilterra, si diressero in Francia , Germania, Spagna (2) ma poi vennero espulsi nel 1394, trovando asilo in Germania, Italia, Polonia.
Durante il XIV e XV secolo gli Ebrei esercitarono il prestito, attività preclusa ai cristiani; quando scoppiavano epidemie e pestilenze, erano accusati di diffonderle "avvelenando pozzi e cisterne"
(come successe durante la terribile peste del 1348-1350).
L'attività dell'Inquisizione fu tale che alla fine del XV secolo nella penisola iberica non ci fossero più Ebrei.
L'accusa di deicidio, cioè di aver ucciso gesù cristo (per i cristiani, dio), fu abolita solo dal Concilio Vaticano II nel Novecento.
Culti fondati su presunti martiri uccisi dagli Ebrei (san Simonino, san Lorenzino e san Domenichino) sono stati privati dell'onore degli altari proprio perché si sono dimostrati infondati. (Nota di Lunaria: va da sé che esistono ancora cattolici integralisti che sostengono l'accusa di deicidio, parlando di ebrei. La chiesa cattolica, comunque, ha cambiato idea, quindi è corretto dire che l'antisemitismo di matrice cattolica oggigiorno è presente solo in certi gruppi di cattolici integralisti che rifiutano "il progressismo e certe innovazioni" che la chiesa cattolica ha dovuto, volente o nolente, introdurre nella sua dottrina, a partire dagli anni Settanta-Ottanta del Novecento)

A partire dal diciassettesimo secolo i paesi dell'Europa occidentale e centrale, che avevano espulso gli Ebrei, cominciarono ad accoglierli di nuovo.
Gli Ebrei rimasti in Russia e in Polonia continuavano a essere esposti all'antisemitismo fondato su motivi religiosi e socio-economici.
In Germania, poi, si andava sviluppando un antisemitismo sviluppato sull'affermazione del nazionalismo tedesco; durante gli anni delle guerre napoleoniche in Germania videro la luce numerosi libri contro gli Ebrei, visti come elementi inadatti a partecipare alla vita dello Stato.
Si teorizzò anche una loro inferiorità rispetto alla razza indo-germanica.
I seguaci dell'antisemitismo "scientifico" tedesco furono incoraggiati dalla pubblicazione nel 1855 di un libro sulla disuguaglianza delle razze umane di Joseph Arthur de Gobineau.
Questo libro influenzò molti autori dell'epoca, come Dühring e Nietzsche.
Quando, nel 1873, la Germania fu colpita da una grave crisi economica, molti furono pronti a sostenere che fosse stata causata da un "complotto giudaico".
Nel 1921 i nazisti fecero uscire il documento falso "I Protocolli degli Anziani di Sion", in cui era descritta la preparazione di un complotto ebraico per la conquista del potere.
Un'altra diceria in voga contro gli Ebrei era la credenza che usassero il sangue dei fanciulli cristiani per preparare il pane azzimo, credenza che contribuì a scatenare massacri sia in Russia, sia in Polonia, sia altrove. 


(1) Termine improprio, visto che gli Ebrei non sono gli unici semiti; anche gli Arabi lo sono.
(2) In Spagna esistevano comunità ebraiche fin dal II secolo d.c.
La loro condizione fu buona fino a quando, nel VII secolo, i re visigoti si fecero cristiani e imposero il battesimo con la forza.


METTIAMO ANCHE LE PROVE, SIA MAI CHE QUALCUNO STRILLI CHE "NON è VERO NIENTE! TE LO SEI INVENTATA TU!"









PARTE II: MARIOLATRIA, MISOGINIA E ANTISEMITISMO

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"In Sicilia, nel 1474, centinaia di Ebrei furono ammazzati al grido di "Viva Maria e morte agli Ebrei", e uno dei pogroms più violenti che si siano avuti nell'Europa occidentale
ebbe inizio nel 1506 in un convento di Lisbona, quando un presunto miracolo operato da un lucente crocifisso venne messo in ridicolo da un "neocristiano" che si era convertito a forza; ne seguì un massacro durato 3 giorni, durante i quali perirono più di 1000 Ebrei, e 2 domenicani furono strangolati e arsi per aver fomentato i disordini.
Se possiamo correlare l'antisemitismo alla mariolatra (culto a maria) nella sua crescita accelerata rispetto alle prime apparizioni del fenomeno, possiamo anche correlare la credenza nella stregoneria a quella nel purgatorio, proprio perché la caccia alle streghe fu, fondamentalmente, un'invenzione della religiosità popolare del tardo Medioevo (...) Inoltre, la religiosità popolare tardo-medievale era una religiosità intollerante. I papi provarono con ben scarso successo a limitare i suoi eccessi antisemitici. Ed era poi una religiosità intrisa di paura: paura del purgatorio, ma anche paura delle streghe (...) Purtroppo, anche dopo il 1500 continuò l'intolleranza popolare per chi non era cristiano e, anzi, l'intolleranza giunse ad abbracciare gli adepti di confessioni cristiane in dissidio tra loro [vedi i massacri di Ugonotti. Nota di Lunaria], oltre ai soliti Ebrei e Musulmani.



La paura dell'inferno e delle streghe, le angosce e le incertezze col passar del tempo conobbero ben pochi mutamenti di rilievo"
"Furono i domenicani a farsi vigorosi promotori di tale devozione [a maria] e così le confraternite del rosario nella seconda metà del Quattrocento si moltiplicarono senza posa.
Colui che in Germania ne fu il promotore più importante
(Jacob Sprenger) fu anche colui che scrisse il principale manuale sulla caccia alle streghe, il Malleus Maleficarum.
In Spagna le ermitas dedicate al rosario si moltiplicarono rapidamente lungo il corso del Cinquecento e nel terz'ultimo decennio di quel secolo superarono in numero tutte quelle dedicate ai santi, fatta eccezione per san Sebastiano.
Tale forma di pietà mariana riusciva particolarmente congeniale alle donne, che potevano con maggior agio manifestare la loro devozione recitando delle preghiere piuttosto che edificando altari e cappelle per cui occorrevano esborsi cospicui."


ADESSO METTIAMO LE PROVE, PRIMA CHE QUALCUNO STARNAZZI DICENDO CHE NON è VERO NIENTE, CHE è UN MIO DELIRIO, CHE SONO IO CHE CALUNNIO IL CRISTIANESIMO, CHE NON HO MAI LETTO UN LIBRO…






Nota di Lunaria: Quindi nel periodo di maggiore crudescenza della caccia alle streghe "la vergine maria" era osannata.
Per le donne VERE, i toni erano questi qui:

"Le streghe sono innumerevoli, come i demoni.
Diceva un giudice francese dell'epoca di Luigi XIII:  "Per uno stregone ci sono diecimila streghe".
L'avversione alla strega nasce dall'avversione alla donna e alla sessualità, considerate strumenti di perdizione. L'uomo che si dedica alla ricerca della verità, o si tortura nella conquista di una sovrumana purezza, vede nell'istinto sessuale una necessità miserabile, da cui vorrebbe riscattarsi; in quell'istinto rintraccia la tentazione di Satana, ogni ora inteso ad allontanare le anime dal Bene e dal Vero. E la donna è il suo naturale strumento.
Della donna si serve il serpente, simbolo dell'impudicizia, per corrompere il primo uomo; se il primo evento della storia dei cieli è il gesto ribelle di Lucifero contro Dio, il secondo evento sulla  terra è la tentazione di Eva: essa è la mediatrice fra il demonio e gli uomini.
C'è un ordine naturale nella trasmissione della sapienza: da Dio essa discende in Cristo, da Cristo nell'uomo, dall'uomo nella donna (Paolo, I Cor. II);
è un ordine di valori e di entità che deve essere mantenuto e rispettato.
Ben diverso è l'ordine di trasmissione della dottrina diabolica: da Satana essa trapassa direttamente alla donna e dalla donna all'uomo: qui la gerarchia dei valori è capovolta. Il Maligno, che conosce l'inferiorità del sesso femminile,
su di esso esercita le sue arti di seduzione: sulla donna riversano il loro fiero risentimento gli eremiti, ai quali l'istinto represso popola di lubriche immagini la squallida solitudine, i teologi, intesi a celebrare la castità di una scienza che esige la purezza interiore, i filosofi, che riconoscono soltanto a se stessi il vanto di una conoscenza superiore, tutti costoro additano nella donna il vivente ostacolo alla loro ansia spirituale, la testimonianza incessante della loro debolezza, il rimprovero alla loro umanità ancora imperfetta.
La donna è lo specchio vivente di tutte le impudicizie, che si agitano nella zona oscura del loro essere e che essi volentieri rinnegherebbero. L'alienazione del Male umano nella figura di Satana si completa nella persona della strega, in quanto femmina.
Il conflitto fra il Divino e il Diabolico diventa lotta aperta fra l'uomo, geloso delle sue virili prerogative, e la donna, degradata a strumento di perdizione.
I persecutori delle streghe hanno sempre insistito sull'inferiorità intellettuale e morale della donna e con essa hanno spiegato la ragione del loro grande numero."


"Non potendo dunque il sesso femminile esprimere alcuna eminenza di grado, essendo la donna in stato di sudditanza, è chiaro che essa non può ricevere il sacramento dell'ordine"
"Il sesso maschile è più nobile di quello femminile, e perciò cristo assunse la natura umana nel sesso maschile" (Tommaso d'Aquino)


E RICORDIAMO A TUTTI CHE IO L'HO VISIONATO PER INTEGRALE TOMMASO D'AQUINO


Il nome stesso della donna rivela la sua natura.
Scrive lo Sprenger: "Foemina" deriva da "fe" e "minus", [minor fede], "quia semper minorem habet et servat fidem"; essa non sa, per la sua ingenita debolezza, conservarsi fedele a Dio e agli uomini e rompe facilmente qualsiasi patto; essendo stata formata con la costola di Adamo, che era storta e ricurva, essa è un animale imperfetto e come tale, sempre pronta all'inganno.
Ma non si chiede il pio domenicano perché proprio il Creatore l'abbia plasmata in questo modo. Le caratteristiche fisiologiche e psicologiche della sua natura, lungi da costituire delle attenuanti in suo favore, diventano altrettanti capi d'accusa, che, trasfigurati da argomentazioni teologiche, aggravano le sue colpe, reali o presunte:
essa è credulona e spergiura, maligna e sleale, vanitosa e libidinosa; è più amara della morte; è l'ostacolo più grave che impedisce all'uomo di ritornare a Dio; se il mondo potesse essere senza di lei, noi potremmo conversare con la stessa Divinità.


TUTTE COSE CHE TROVATE ANCHE QUI:


Ma nel cristianesimo era proprio la donna, maria vergine, che veniva elevata alla dignità suprema: se il Verbo ha assunto in cristo un corpo maschile, il Verbo però è Dio stesso.
Dei due sessi umani è il femminile che gode il più alto privilegio
(* VEDI COMMENTO CRITICO SOTTOSTANTE)

Poiché la donna è colei che "riceve" essa diventa il paradigma dell'anima umana nella sua condizione essenziale. L'anima non può generare frutti di opere buone se prima non accolga in sé, con umiltà e dedizione, il seme della grazia. Solo così la Vergine può diventare donna e partorire il Figlio di Dio. L'ecce ancilla domini ("ecco la serva del signore") di maria è il ristabilimento dell'ordine cosmico turbato dalla ribellione di Satana e dal peccato di Eva.
(Nota di Lunaria: in pratica è l'affermazione che la sottomissione e l'obbedienza sono "qualità" che riconciliano dio al mondo; già! peccato che sono virate solo al femminile, eh?!)
L'ave dell'arcangelo a maria è il rovesciamento del nome di Eva, che ha accolto il messaggio diabolico.


(*) Nota di Lunaria: ovviamente questa è un'idiozia, visto che è il sesso maschile che è stato elevato alla dignità di essere il sesso di dio; in particolare, il dio dei cristiani è un dio che magnifica ed eleva la virilità, nella sua incarnazione terrena e non a caso autori come l'Aquino, Galot e Guitton hanno posto l'accento su questo, quando dovevano "dimostrare" la superiorità del sesso maschile su quello femminile; nel Malleus stesso si affermava che il fatto che dio venne nel mondo sotto forma di maschio, questo evebto aveva elevato il sesso maschile ED è QUESTO CHE PENSANO I CRISTIANI, DA SEMPRE.

Se la biografia di Satana è stata scritta dai teologi contrapponendo punto per punto l'Angelo delle tenebre al redentore del mondo, la figura della strega sarà delineata in opposizione e in contraddizione al modello della vergine madre: perciò, se il sesso femminile è il paradigma della condizione umana di fronte a Dio [concepito al maschile. Nota di Lunaria] la strega ne è la più impura degenerazione.
Ecco perché la strega, e soltanto la strega, diventa, appunto perché donna, il paradigma dell'iniquità e attira su di sé l'odio più ostinato. Anche la strega "accoglie" in sé l'azione di una potenza e "riceve" il seme del Maligno ma il suo donarsi è un contatto sessuale abominevole, che non dà frutti né corporei né spirituali. Lo Spirito immondo, che vive nell'odio, si consuma nella sua squallida sterilità, gareggiando in una contesa sacrilega con lo spirito santo che è amore fecondo.
All'unione spirituale di maria e dello spirito divino, che si compie una volta sola nella storia dell'umanità e porta all'irripetibile prodigio dell'incarnazione [e ne avremmo fatto volentieri a meno... nota di Lunaria], fa riscontro la coppia "demonio-strega"; le loro pratiche oscene si moltiplicano e si ripetono nel tempo con la voracità insaziabile che accompagna tutti i desideri condannati alla sterilità perpetua."


E gli ingenui non dicano "ma in cristo non c'è né maschio né femmina! siamo tutti uguali!" perché, come dimostra Mary Daly:


"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."

"L'ideologia cristiana presenta una distorsione prodotta dalla gerarchia sessuale e che la convalida, palese non solo nelle dottrine relative a Dio e alla Caduta ma anche in quelle relative a Gesù [...] Una logica conseguenza della liberazione della donna sarà la perdita di credibilità delle formule cristologiche che riflettono ed incoraggiano l'idolatria verso la persona di Gesù [...] Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")


"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità [...] La premessa basilare di questo tipo di ortodossia è che "Dio venne" nell'uomo (maschio) Gesù, e solo in Gesù - donde l'ostacolo che viene descritto dai suoi difensori come lo "scandalo della particolarità".

"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."

"Io ritengo che un altro ribaltamento sia l'idea dell'incarnazione redentrice unica nella forma di un  salvatore maschio perché questo è precisamente impossibile. Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."

Tra l'altro si ricordi che maria è il simbolo stesso della sottomissione e dell'obbedienza femminile, usata a scopo riproduttivo, ingravidata da una "dio maschile" che si rivela come "redentore" e "dio padre".

E viene "celebrata e stimata" per un imene sempre intatto e la sua funzione di "utero riproduttivo"; vedi queste analisi tratte da 


"Non horruisti Virginis uterum", canta esplicitamente il Te Deum. Sarebbe sufficiente quell'espressione così forte, quel "non horruisti", "non hai avuto timore dell'utero, non ti sei ritratto con orrore di fronte all'utero" a far comprendere cose non dette.
Gli inni alla madonna ripetono sempre gli stessi termini e gli stessi concetti:
"La dimora verginale è ormai pronta/la vergine maria, il sacrario delle nozze del Verbo con la carne, l'animato roveto che il fuoco di un parto divino non consumò/la sola che senza il piacere dei sensi è divenuta gravida e senza dolore ha partorito/cresce il grembo della Vergine ma resta intatto il chiostro del pudore/dal grembo casto e regale avanza come dal suo talamo l'eccelso Dio-Uomo..."

Vergine, vergine, vergine: questa parola che ha ossessionato le donne testimonia unicamente dell'esperienza che il maschio fa attraverso il pene della conformazione interna del corpo femminile. Nessuna donna, altrimenti, avrebbe saputo dell'esistenza dell'imene (termine che soltanto i maschi possono aver inventato).
La stessa idea di "imene che si rompe con fuoriuscita di sangue" ma anche di "ciclo mestruale" non si applica a maria proprio perché "la renderebbe impura, immonda, inquinata"...
"La prova più convincente la si trova, come sempre, nel cristianesimo dato che il cristianesimo ha tentato di portare a compimento, di condurre alla realizzazione perfetta, servendosi della trascendenza, ogni desiderio, ogni aspirazione degli uomini. La madonna incarna non soltanto quell'ideale di donna senza mestruazioni, totalmente chiusa, prima durante e dopo il parto, vergine madre, che i maschi inseguono ovunque (...) gli innumerevoli santuari mariani, le infinite statue della madonna (...) per quanto sia falsa e ingannevole, le donne non si sentono sole perché vedono ovunque la propria immagine e credono che questa le rispecchi, attesti la loro presenza nel mondo."
"La teologia cattolica ha costruito a poco a poco, con la "madonna", quello che gli uomini di tutti i tempi e di tutti i paesi hanno desiderato e tentato di costruire con le donne.
La verginità prima, durante, dopo il parto, garantisce la chiusura nel momento più drammatico di comunicazione con il trascendente: l'apparizione del figlio.
Ma non basta: la necessità che questo corpo sia privo di qualsiasi contaminazione sessuale ha guidato i teologi fino al dogma dell'immacolata concezione: la madonna perde qualsiasi concretezza biologica e diviene ciò che gli uomini desiderano: un corpo femminile perfettamente chiuso.
Pertanto la madonna, priva del peccato di origine, non ha le mestruazioni, viene fecondata senza la rottura dell'imene e partorisce senza doglie e senza puerperio." (e senza aver avuto del piacere sessuale. Nota di Lunaria)

è noto che i più grandi mariologi e mariolatri sono stati anche i più feroci misogini. Elevando lei, che donna non è, abbassavano tutte quelle donne vere, concrete e materiali che non sono maria.
Tutta la riflessione su maria, che verte su un imene che resta perennemente intatto e una donna priva di piacere sessuale, sottomessa ad un dio padre e fecondatore, è stata postulata dai maschi.
Non esiste un dogma mariano postulato da menti femminili.

La mariologia (culto a maria) propone e santifica l'immagine della femmina come principio passivo e ne esalta il ruolo sottomesso: maria è simbolo della creatura-donna nella sua totale abnegazione e passività nei confronti di una divinità maschile.

"Se diamo un rapidissimo sguardo a ciò che hanno detto e scritto della madonna alcuni dei più importanti uomini della chiesa, ci rendiamo conto di trovarci di fronte a una costruzione che (...) di fatto è agita da due bisogni fondamentali (...) il rifiuto, l'odio, la ripugnanza nei confronti della donna."

Comunque qui il problema non è neanche che "la madonna vergine maria" sia la proiezione dei deliri maschili patriarcali.
Il problema sono le donne che non si rendono conto di tutto questo!!! Onde poi magari scandalizzarsi della clitoridectomia... ma la loro madonna tanto celebrata rappresenta la stessa, identica, cosa!!!


"Ci si può domandare: ha influito la devozione mariana sulla condizione concreta delle donne? Sebbene non vi siano molti studi in proposito, si può affermare che, se ha influito, è stato in maniera negativa. Gli uomini di chiesa, per tanti secoli unici portatori e divulgatori dei valori, innamorati di un ideale di donna inesistente, hanno oppresso e calpestato la già terribile realtà di vita delle donne, mettendole continuamente a confronto con virtù impraticabili ed esortandole a vedere in se stesse la causa di tutte le colpe degli uomini. Ma anche se lasciamo da parte la condizione delle donne, su che cosa ha influito la devozione mariana?
I suoi più famosi innamorati sono stati uomini durissimi e violenti che hanno predicato crociate e guerre di sterminio. San Bernardo, San Vincenzo Ferrer, San Domenico, San Bernardino, diventano, lodando Maria, e recitando innumerevoli rosari, implacabili inquisitori."


E RIPETIAMO CHE ANCHE LA FIGURA DI GESù è PROBLEMATICA DAL PUNTO DI VISTA DI DIGNITà FEMMINILE, VISTO CHE è LA DIVINIZZAZIONE DEL SESSO MASCHILE!

Mary Daly, "Al di là di Dio Padre": "Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni. Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile."
"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."

"Finché la mariologia costituisce l'esaltazione del principio della sottomissione e della ricettività purificato da qualsiasi relazione con la femminilità sessuale, liberazione della donna non c'è e non può esserci.
La mariologia è l'esaltazione del principio della sottomissione e della ricettività, purificato da qualsiasi relazione con la femminilità sessuale [...] Nel patriarcato c'è una buona e una cattiva femminilità. La cattiva femminilità rappresenta la volontà della creatura [...] nel suo stato naturale, la femminilità rappresenta il peccato e tutto ciò che deve essere sottomesso o rigettato. La buona femminilità invece rappresenta la creatura in quanto veicolo passivo della volontà maschile di Dio.[...] La mariologia esalta il femminile verginale, obbediente e spirituale, ma teme tutte le vere donne di carne."


Infine uno stralcio tratto da  "La croce della Chiesa. Storia del sesso nel Cristianesimo"

Il Cristianesimo, che portò alla perfezione più perfida il suo antifemminismo, quasi fino a un limite intollerabile,
assai più di qualsiasi altra religione pur ostile alle donne, come ammettono spesso i teologi protestanti, mentre i cattolici lo hanno negato e continuano tuttora a negarlo.
Tutte e tre le divinità del Cristianesimo sono considerate maschi, e il loro simbolismo teologico è dominato dall'idea del maschio; solo talune sette gli attribuiscono una natura femminile [nota di Lunaria: i Guglielmiti o gli Shakers].
Per la Chiesa la donna è creatura particolarmente legata alla terra, l'essere tellurico per eccellenza, ciò che ingoia, ciò che ha natura vampiresca, in cui si incarnano in modo specificamente malefico le seduzioni terrene e le tentazioni al peccato. Anche l'inferno venne concepito come profondamente localizzato nelle viscere della terra, caldissimo, limaccioso e orroroso; al contrario, esattamente contrapposto, ben al di sopra delle nuvole, igienicamente asettico, assolutamente asessuato, il cielo eternamente e incantevolmente casto, riecheggiante di alleluja, quel giardino paradisiaco, ombreggiato dalle cespugliose sopracciglia padreternali, dal quale gli uomini furono strappati dalla malvagia Eva (come non si stancarono mai di ricordare tutti i padri della chiesa). 


L'esaltazione di Maria: espressione della demonizzazione della donna. La Maria della Bibbia e l'idolo della Chiesa

«In nessuna religione o visione del mondo la donna è tanto rispettata e onorata quanto nel Cristianesimo», sostiene un difensore d'ufficio delle donne; e aggiunge:
«Nella Chiesa cattolica ciò trova la propria espressione specifica nella Mariologia e nella concreta venerazione di Maria, la donna che anche il figlio di Dio dovette rispettare come propria madre. Dio non avrebbe potuto onorare in modo più elevato la donna e la madre» (Haring, Das gesetz, III 289).
In realtà però l'assurdità di questa religione non si è concentrata in alcuna figura più che nella Madonna, alla fine volata in ciclo in carne ed ossa, in questo arcaico prodotto mitologico altamente fornito di pie leggende e di grossolane menzogne. L'idolo così ottenuto non ha più niente a che vedere con l'immagine biblica originale, tanto più con le versioni più antiche della tradizione. L'arte imbonitrice clericale ha fatto dimenticare che Maria nel Nuovo Testamento non svolge pressoché alcun ruolo; che il Libro dei Libri parla di lei assai raramente e senza particolare venerazione; che Paolo, l'autore cristiano più antico, non la menziona quasi mai,
come il vangelo più antico; che viene ignorata dal vangelo di Giovanni, dalla Lettera agli Ebrei e dagli Atti degli apostoli; che poi gli scritti che la nominano rigurgitano di contraddizioni; che lo stesso Gesù passa del tutto sotto silenzio la propria generazione attraverso lo Spirito Santo e la sua nascita dalla Vergine; non la chiama mai madre, non parla mai d'amore materno, anzi sgrida aspramente Maria, mentre costei lo considera un pazzo; che prima del III secolo nessun padre della chiesa conosce una permanente verginità di Maria; fino al VI secolo nessuno sa nulla della sua assunzione in cielo in carne ed ossa; la fede, poi diventata dogma, nella sua immacolata concezione è stata combattuta come superstiziosa dai più grandi luminari della Chiesa, i dottori Bernardo, Bonaventura, Alberto Magno e Tommaso d'Aquino, assieme a molte altre cose simili concernenti aspetti rilevanti della mariologia.
[Infatti: sono tutti scopiazzamenti di Iside, Anahita, Artemide di Efeso; lo stesso Aquino le nega l'intelletto]
Fu già importante anche solo il fatto che attraverso tutto questo generoso stravedere e le ancor più generose invenzioni successive, alla fine si ebbe a che fare con una creatura del tutto asessuata, che venne presentata al mondo intero come un ideale, un'incarnazione non della quintessenza di ogni donna, bensì della sua caricatura. 


Più bianca del bianco, ovvero: la defemminilizzazione di una madonna

Con meravigliosa consequenzialità vennero rimossi i più lievi segni di femminilità già a partire dall'aura seminalis; già prima della nascita, proprio quando il seme del padre penetrò nella madre Anna, Maria fu del tutto pura dal peccato originale, per così dire più bianca del bianco, libera dalla terribile colpa, da cui sono affetti tutti gli altri uomini: è l'immacolata concezione di Maria, invero proclamata dogmaticamente al mondo solo circa 1900 anni dopo,
il 10 dicembre 1854.
Era dunque logico che una creatura generata in modo così mirabile dovesse condurre una vita del pari estremamente mirabile; e in effetti quando Maria concepisce un bambino e partorisce, resta tuttavia vergine, nessun piacere la macchia, nessun pene e sperma volgare la insudiciano, bensì Dio ottiene tutto questo molto discretamente e senza ledere il suo grembo materno.
Il figlio di un falegname della Bibbia non è affatto figlio di un falegname, e i fratelli e le sorelle così ben attestati nella Scrittura non sono suoi fratelli e sorelle.
Invece tutto fu meraviglioso, come, per altro, in una dozzina di altri figli divini, nati in precedenza da altrettante vergini. Ma soltanto Maria, l'Immacolata, la Pura, la Vergine Maria, l'Immacolata, la Pura, la Vergine ante partum, in partu, post partum, divenne alla fine in tutto e per tutto la gloriosa antagonista di Eva, la Peccatrice, la Colpevole, la Partner del serpente e cioè proprio del fallo, vale a dire, in sostanza, della donna.
E quanto più s'innalzava la celebrazione della Vergine, tanto più profondamente veniva degradata ogni donna (che vivesse naturalmente); là iperdulia senza pari, qui sconfinata diffamazione. Ciò fu il frutto di un solido effetto di reciprocità.

Nota di Lunaria: a tutto questo, c'è da aggiungere anche l'idolatria della virilità di dio, la cui testimonianza più infame è presente nel Malleus Maleficarum, un libro che arriva vicino a postulare un genocidio di femmine... mentre il sesso maschile è elevato in quanto sesso di dio!

Maria contro Eva

Nel VII secolo il clero gallico e germanico metteva in contrasto nel modo più reciso, secondo una tradizione già antica, la rappresentazione di Eva come immagine primigenia della donna e Maria, la «Vergine madre di Dio».
Durante la messa il vescovo diceva: «La sua vita non derivò dalla voluttà, il suo cadavere non venne [deturpato] dalla violenza della natura... I meriti di questa fanciulla vengono esaltati nel modo migliore (!) se li confrontiamo con gli altri dell'antica Eva: la prima ha recato la vita al mondo, la seconda ha procurato la legge della morte; così ci ha corrotto con i suoi peccati, quella ci ha salvato con la sua maternità. Eva con la mela dell'albero ci ha ferito nel profondo... ha generato la maledizione del dolore... La sua infedeltà assentì alla serpe, ingannò l'uomo, corruppe la creatura; l'obbedienza di Maria riconciliò il padre, meritò il figlio, redense la posterità. Quella porge amarezza nel succo della mela, questa porge perpetua dolcezza, che scaturisce dalla fronte del figlio. Quella...» e così via (cit. da Beissel 17).
Questo era il tenore di una ininterrotta umiliazione della donna; e mentre nel Medioevo l'esaltazione di Maria andava vieppiù fiorendo e pullulava di inni a Maria, di devozioni mariane, di chiese dedicate alla Madonna e di confraternite mariane, la donna veniva disprezzata, umiliata e oppressa.
E mentre Maria (come prodotto di una ideologia patriarcale, invero e nonostante tutto «ancella del Signore», serva di Dio, cioè del prete) poteva diventare «ianua coeli», ogni altra donna, tanto più se non era una suora o strumento diretto del clero, diventava la «porta sempre aperta dell'inferno» (Ianua Diaboli).
Appare molto consequenziale il fatto che la svalutazione di Maria presso certi eretici non abbia recato con sé alcuna svalutazione della donna, bensì, al contrario, sia stata collegata a una parità ecclesiale. Anche nei culti adamitici essa non veniva screditata. Il libero rapporto sessuale, in uso talvolta presso Catari o Valdesi, fra perfecti e perfectae, figli e figlie di Dio, non creava alcuna forma di discriminazione del partner femminile; il che, del resto, è del tutto naturale.
Per contro, alla successiva inclinazione di questi ambienti verso la concezione cattolica di Maria significativamente seguì poi una svalutazione della donna.