Recensione a "Catherine" (Gaia Junior)


Trama: Non è facile, per una quattordicenne con la testa piena di sogni, vivere nell'Inghilterra del 1290: sua madre vorrebbe farne una dama perfetta e prepararla ad essere una moglie gentile e paziente, suo padre vuole combinarle un matrimonio vantaggioso per aumentare le proprie ricchezze. Ma Catherine... Catherine sogna di diventare un'artista, un crociato, un'acrobata, un venditore ambulante, un menestrello, un monaco o addirittura, un'incantaverruche. E, poco ma sicuro, non ha la minima intenzione di essere venduta come un cavallo al miglior offerente. Sullo sfondo di un'Inghilterra medioevale descritta con straordinaria vivacità, il diario di Catherine è il divertentissimo resoconto delle mille difficoltà incontrate da una ragazza decisa a non accettare passivamente il proprio destino.

Commento di Lunaria: L'Autrice ha scelto di scrivere il romanzo come se fosse il diario di Catherine; pertanto, i singoli capitoli coincidono con l'ordine cronologico dei mesi, e vi si alternano, giorno per giorno, brevi paragrafi di poche righe a stralci più consistenti. La storia è piacevole e scorrevole, per quanto qui e lì ci siano passaggi ripetuti, data la monotonia della vita medioevale, con le sue attività manuali come il fare la birra o il filare. I passaggi più belli, per una lettrice moderna, sono le riflessioni di Catherine sul matrimonio (è il padre a sceglierle i pretendenti, e viene obbligata a sposarne uno decisamente brutto e rozzo) e la sua aspirazione alla libertà e all'emancipazione; in più passaggi, si chiede perché mai le donne debbano solo sposarsi e fare figli.

Qualche stralcio del libro, per dare un'idea dello stile:
12 settembre: mi è stato ordinato di scrivere un resoconto delle mie giornate: sono pizzicata dalle pulci e tormentata dalla mia famiglia. Non ho altro da dire.
15 settembre: oggi splendeva il sole e i villici hanno seminato il fieno, raccolto le mele e pescato nel ruscello. Io, imprigionata in casa, ho passato due ore a ricamare una tovaglia d'altare e, dopo che mia madre l'ha vista, tre ore a disfare i punti. Vorrei essere una ragazza del villaggio.
24 settembre: gli astri e la mia famiglia congiurano per rendermi infelice l'esistenza. Mia madre vuole fare di me una dama elegante - muta, docile e beneducata - così devo prendere lezioni di signorilità e tenere la bocca chiusa. Mio fratello Edward, convinto che persino le ragazze debbano essere istruite, mi ha insegnato a leggere i libri sacri e a scrivere, anche se preferirei stare seduta su un melo a guardarmi attorno. E adesso quel rospo di mio padre progetta di vendermi come un formaggio a qualche imbecille in cerca di moglie.
8 maggio: altre lezioni di comportamento. è impossibile fare ed essere tutto quello che una donna deve essere e fare. Una dama deve camminare eretta e dignitosa, guardare dritto davanti a sé con gli occhi bassi, non trotterellare né correre né guardarsi intorno né ridere né fermarsi a chiacchierare. Deve tenere le mani incrociate sotto il mantello e sollevare la veste dal suolo e nascondersi la bocca se ha un brutto sorriso o i denti gialli. Una dama dovrebbe avere sei mani! 


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