1) Nell'Astrologia Cinese ogni anno è associato ad un animale; gli animali dello zodiaco cinese sono Topo, Cavallo, Bufalo, Capra, Tigre, Scimmia, Gatto, Gallo, Drago, Serpente, Cane, Cinghiale.
2) L'Astrologia Cinese è anteriore allo svilupparsi del buddhismo. Mentre l'Astrologia occidentale è solare, basata sugli spostamenti apparenti dell'astro diurno, l'Astrologia Cinese è lunare, basata sul ciclo annuale delle lunazioni.
Il Serpente corrisponde agli anni 1905-1917-1929-1941-1953-1965-1977-1989
Il Serpente, Signore dei Labirinti, silenzioso e strisciante, compare insistentemente, sin dai tempi più remoti, nei nostri sogni e nelle nostre leggende, suscitando in noi angoscia e desiderio, attrazione e repulsione. Acquattato sotto una pietra, acciambellato nel nostro cuore oppure ritto davanti ai nostri occhi sbarrati, il Serpente è sempre presente. Compagno di stregoni e di maghi, rappresenta uno dei più elevati simboli iniziatici, quello del cerchio, cioè dell'infinito e quindi della conoscenza esoterica per eccellenza. In Oriente, nello Yoga tantrico dell'India e nel Buddismo tantrico del Tibet, incarna la Kundalini, quel flusso di energie primordiali e sottili che fluiscono dalla radice della colonna vertebrale alla sommità del capo, collegando tra loro i piani mentali, vitali e soprapsichici. Il risveglio e la liberazione del Serpente Kundalini costituiscono infatti una delle tappe decisive della realizzazione spirituale e determinano il manifestarsi di temibili poteri paranormali quali la telepatia, la chiaroveggenza e la levitazione. Il Serpente ci rimanda di continuo ai suoi molteplici universi simbolici e mitici, non cessa mai di stupirci e ci sorprende persino nel sonno. Ci sono pochi animali al mondo tanto ricchi di significati simbolici come il Serpente. Dal Serpente che si morde la coda, simbolo dell'eterno ritorno, a quello del "Libro dei morti" tibetano ("Io sono il Serpente Sata che dimora nelle regioni più lontane della terra. Io muoio, io rinasco, mi rinnovo e ridivento giovane ogni giorno") fino al Serpente Cinese che rappresenta la Saggezza. Ofidio sacro o rappresentazione del male, Demonio e Dio della Terra Madre, abitante delle acque, delle paludi, del fango e della torba, strisciando da terre profonde, emergendo dal caos, sorge dalla notte dei tempi e dalle profondità più oscure del nostro inconscio dove alimenta sogni e fantasmi. La sua immagine è inscindibile dalla cultura e dalla società cinesi in quanto il Serpente è il padre mitico degli imperatori della Cina.
Al principio era il Caos, non si erano ancora formati né cielo né terra, esisteva soltanto la vita. Una vita piena di forme, di materia, di colori meravigliosi, di suoni divini e di profumi inebrianti, ma non vi era nessuna creatura che potesse percepire quei colori, sentire quei profumi, ascoltare quei suoni... "Il Caos abitava un uovo enorme. Il fuoco riscaldava il suo guscio, lo lambiva con le sue mille fiamme e, avvolgendolo nella potenza creatrice del proprio calore, vegliava sul suo focolare, il suo crogiuolo, la sua vita. Pan-Ku nacque. Tutto ciò che era leggero formò il cielo, tutto ciò che era pesante formò la terra. Il mondo si assestò, Pan-Ku crebbe... era il Grande Tutto: congiungeva il cielo e la terra, il suo capo toccava la sommità, la volta stellata, il suo corpo attraversava il cielo e i suoi piedi affondavano nella terra madre. Passarono gli anni, il cielo si fece sempre più alto, la terra sempre più pesante e compatta. Pan-Ku fu il primo, creò il vento, lo spazio, le nubi e ne fece scaturire il tuono e la folgore; per riscaldarla diede alla terra il Sole e, per ricordarle il freddo, le offrì la Luna... Infine, per completare la propria opera le diede tutto il suo sangue, i suoi umori, la sua pelle e i suoi capelli e, in un ultimo bacio, le lasciò persino i denti e le ossa che divennero le pietre e i metalli che la resero solida. Grazie a Pan-Ku il Sole riscaldava la terra, la Luna brillava nel cielo, erano nati i pianeti e le stelle. Ma non c'era ancora nessun essere umano, fino al giorno in cui comparve Nu-Wa. Era di incomparabile bellezza, possedeva le virtù del saggio, aveva un corpo da serpente e una testa con fattezze umane... Strisciando sulla terra, NuWa si inebriò dei mille profumi, che si sprigionavano dal suolo e comprese che erano i profumi della vita. Aiutandosi col muso, scavò la terra gialla, l'ammucchiò e la impastò a lungo... Un nuovo essere venne al mondo, scaturì dalla gola di Nu-Wa, possedeva una testa d'uomo e un corpo da scimmia..."
(da "Tradizione Astrologica Cinese" di Xavier Frigara e Hélène Li)
Infine, nell'Astrologia Cinese ogni anno è associato a uno dei cinque elementi, Acqua, Fuoco, Legno, Metallo, Terra.
Per determinare l'elemento corrispondente all'anno di nascita:
Anni che terminano per 1 e 6: Acqua Anni che terminano per 2 e 7: Fuoco Anni che terminano per 3 e 8: Legno Anni che terminano per 4 e 9: Metallo Anni che terminano per 5 e 0: Terra
Altri rimandi al Serpente:
1) La Dea dei serpenti di Creta
2) Medusa
3) Mami Wata
4) Nagneshwari
5) Mogal Mataji
6) Todi Ragini
7) Giunone
8) Manasa
APPROFONDIMENTO: ASCLEPIO E IL SERPENTE GUARITORE
Nota di Lunaria: prima di vedere il culto ad Asclepio, una breve introduzione alla Medicina Antica.
Aulo Cornelio Celso scriveva nella sua opera "La Medicina":
"Come l'agricoltura assicura gli alimenti ai corpi sani, così la medicina promette la guarigione ai corpi malati. Essa si trova ovunque, poiché anche i popoli più inesperti conobbero erbe e altri rimedi a sollievo delle ferite e delle malattie. Presso i Greci però è stata assai più coltivata che presso gli altri popoli e anche fra loro non dalle prime origini, ma da pochi secoli."
In questo brano, Celso riassume gli inizi della medicina antica: da una medicina primordiale, si sviluppò in Grecia un'arte medica che in pochi secoli doveva raggiungere l'eccellenza di disciplina scientifica fondata su basi filosofiche.
Durante il II millennio a.C, fiorì in Grecia una civiltà testimoniata da insediamenti situati sull'isola di Creta: la Grecia cretese-micenea ebbe molteplici rapporti con la civiltà egizia e mesopotamica (e probabilmente, anche africana. Nota di Lunaria). Nel vicino Oriente erano già nate, in epoche ancora più remote, le scienze fondamentali (astronomia, matematica, geometria e medicina). Nell'Odissea, a proposito degli Egiziani, si dice: "E ognuno vi è medico, esperto al di sopra di tutti/gli uomini, perché stirpe sono di Pèone".
Sempre da Celso, sappiamo che: "Esculapio vi è celebrato come il più antico maestro, che per aver coltivato con maggior sottigliezza questa scienza fino allora rozza e accessibile a chiunque, venne accolto fra gli Dei"
Già per Celso quindi la storia della medicina inizia con i poemi omerici. Nel mondo omerico, però, le sofferenze che richiedono una cura sono esclusivamente quelle di ferite riportate in battaglia o durante la caccia. Altri mali non sono concepiti come malattie che possono essere alleviate con intervento umano, ma sono piuttosto imposti dal destino e costituiscono una sorta di punizione inviata dagli Dei, come la pestilenza che infuria all'inizio dell'Iliade, dove cadono sotto i dardi di Apollo sia gli animali sia gli uomini. Solo quando la colpa di Agamennone nei confronti dei sacerdoti del Dio è stata espiata e Apollo stesso è stato placato con dei sacrifici, solo allora la pestilenza si estingue.
L'immagine di Asclepio si diffuse nel V e IV sec. a.c, quando iniziarono a diffondersi rapidamente i santuari del Dio guaritore e vennero prodotte le immagini di culto e devozione; tra gli artisti più famosi si annoverano Dionisio di Argo, Calamide, Alcamene e Colote.
Il Dio era rappresentato anche assiso su un trono, con una mano posata sulla testa del serpente e un cane accovacciato ai piedi: sia il serpente sia il cane erano animali sacri ad Asclepio. Un'altra raffigurazione del Dio lo rappresentava appoggiato al bastone cinto da un serpente. Soprattutto il serpente era il tratto caratteristico del Dio, che lo rendeva immediatamente riconoscibile.
Il serpente incarnava le divinità ctonie e lo stesso Asclepio si presentava sotto forma di serpente.
(Nota di Lunaria: il serpente si associa anche ad altre divinità, in diverse culture; frequente era anche pensare una divinità sotto forma di serpente stesso; posso citare Mami Wata e Shiva, con il serpente attorno al collo o alle spalle; Damballah, serpente egli stesso; Giunone Sospita col serpente ai piedi; Manasa, la Dea indù dei serpenti.
Il serpente di Asclepio era ritenuto un animale mansueto, che venendo a contatto col paziente o sfiorandolo con la lingua, portava alla guarigione operata da Asclepio. Il mitico colubro di Esculapio viene identificato con l'innocuo rettile arboricolo tipico dell'Europa sud orientale, il Coluber longissima, noto anche come Elaphe longissima. Il cane, poi, era connesso alle divinità degli inferi. L'omphalos coperto di bende di lana, che specialmente nelle raffigurazioni romane appare spesso accanto ad Asclepio, allude al rapporto tra il Dio e Apollo. La verga cinta dal serpente divenne un vero e proprio attributo del Dio. Il simbolo era talmente noto che è rimasto come simbolo della medicina e dell'ordine medico anche oggigiorno.
Al seguito di Asclepio, oltre alla figlia Igea, personificazione della Salute (*), Akeso, Iaso e Panacea, alla moglie Epione e ai figli Macaone e Podalirio, compare anche un piccolo personaggio, dalla statura di un bambino e le fattezze di uno gnomo, rivestito con mantello e cappuccio: Telesforo, "Colui che porta la buona fine"; si trattava di una personificazione delle forze ctonie, che prestavano un contributo alla guarigione.
I cristiani si scagliarono in modo particolarmente violento contro il culto di Asclepio perché Asclepio era guaritore esattamente come il loro "Dio Cristo" ed appariva evidente che Cristo era un plagio di Asclepio. I cristiani distrussero i santuari di Asclepio o si limitarono a sostituire la devozione al Dio Guaritore con il culto "dei santi Cosma e Damiano", ritenuti "santi medici. Anche il santuario di Iside a Canopo, presso Alessandria, celebre per le sue guarigioni, fu distrutto nel V secolo d.C. Cirillo cercò di sostituire il culto di Iside con la venerazione per "i santi Ciro e Giovanni".
(*) Approfondimento su Igea
Igea era figlia del Dio guaritore Asclepio, e personificazione della Salute. Era considerata di primo piano insieme al Dio, mentre la consorte di Asclepio, Epione, rimane piuttosto in secondo piano.
Asclepio aveva anche altre tre figlie, oltre ad Igea: Akeso, Iaso e Panacea, personificazioni delle qualità del padre. Panacea è "Colei che tutto sana" mentre gli altri nomi delle sorelle erano derivati dai verbi greci indicanti il guarire.
Igea si rivelò indissolubilmente legata ad Asclepio, sia nel culto che nelle raffigurazioni: le fu tributata fin dall'inizio una venerazione pari a quella del padre. Era l'immagine del perfetto stato di salute, ma il suo ruolo non rientrava nel processo di guarigione, e la relegava a testimone delle sorti del fedele.
A Igea era tributato anche un proprio culto: ad Epidauro e Pergamo si trovavano dei templi consacrati esclusivamente a Lei, mentre a Titane, sul Pelopponeso, dove pare si trovasse un importante santuario delle due divinità, le donne usavano offrire le chiome alla Dea, ornando con esse l'immagine sacra.
Molte delle importanti opere di scultura d'età classica rappresentano Igea con Asclepio; la scultura più importante è quella di Igea Hope, che dal punto di vista estetico si rifà a Kore-Persefone: Igea è raffigurata giovinetta, mentre si prende cura del serpente, che è attorcigliato sulla sua spalla e scende con la testa fino alla mano della Dea, che le sta offrendo del cibo o forse una bevanda.
DIANA ABNOBA, SIRONA, SULIS, SEQUANA, DAMONA
Nella Renania e zone limitrofe della Francia scaturiscono numerose sorgenti minerali sia calde che fredde, frequentate già in epoca preromana. Le sorgenti servivano come provvista gratuita di acqua calda ma anche come luogo di culto per le divinità; anche se le divinità germaniche erano designate con nomi latini e quindi assimilate alle Dee romane della salute, venivano chiamate anche con gli appellativi in cui sono riconoscibili i nomi originari delle divinità locali. Badenweiler, nella Foresta Nera, è una località ove affiora una sorgente calda di acqua oligominerale, ancora oggi impiegata nelle terapie delle affezioni reumatiche, articolari e vascolari. Nel 1784 si scoprì, in un'area poco distante dalla sorgente e coperta di rovine, un edificio balneare romano. Sul lato a settentrione delle terme era situata una sala rettangolare che si apriva su un portico dove venne trovato un altare dedicato alla Dea del luogo: Diana Abnoba, protettrice
delle terme. (e forse anche delle partorienti, e lo so perché mi è stata raccontata una testimonianza da chi ha visitato il luogo. Nota di Lunaria) Baden Baden nell'antichità non era semplicemente una località termale, ma era il capoluogo della Civitas Aquensis; come per la maggior parte delle località note per i bagni, il toponimo era semplicemente Aquae; in seguito sembra che il nome venisse mutato in Aquae Aureliae. Oggi le acque della sorgente di Baden Baden vengono prescritte per la cura della gotta, delle affezioni reumatiche e del catarro.
Nota di Lunaria: prima di vedere il culto ad Asclepio, una breve introduzione alla Medicina Antica.
Aulo Cornelio Celso scriveva nella sua opera "La Medicina":
"Come l'agricoltura assicura gli alimenti ai corpi sani, così la medicina promette la guarigione ai corpi malati. Essa si trova ovunque, poiché anche i popoli più inesperti conobbero erbe e altri rimedi a sollievo delle ferite e delle malattie. Presso i Greci però è stata assai più coltivata che presso gli altri popoli e anche fra loro non dalle prime origini, ma da pochi secoli."
In questo brano, Celso riassume gli inizi della medicina antica: da una medicina primordiale, si sviluppò in Grecia un'arte medica che in pochi secoli doveva raggiungere l'eccellenza di disciplina scientifica fondata su basi filosofiche.
Durante il II millennio a.C, fiorì in Grecia una civiltà testimoniata da insediamenti situati sull'isola di Creta: la Grecia cretese-micenea ebbe molteplici rapporti con la civiltà egizia e mesopotamica (e probabilmente, anche africana. Nota di Lunaria). Nel vicino Oriente erano già nate, in epoche ancora più remote, le scienze fondamentali (astronomia, matematica, geometria e medicina). Nell'Odissea, a proposito degli Egiziani, si dice: "E ognuno vi è medico, esperto al di sopra di tutti/gli uomini, perché stirpe sono di Pèone".
Sempre da Celso, sappiamo che: "Esculapio vi è celebrato come il più antico maestro, che per aver coltivato con maggior sottigliezza questa scienza fino allora rozza e accessibile a chiunque, venne accolto fra gli Dei"
Già per Celso quindi la storia della medicina inizia con i poemi omerici. Nel mondo omerico, però, le sofferenze che richiedono una cura sono esclusivamente quelle di ferite riportate in battaglia o durante la caccia. Altri mali non sono concepiti come malattie che possono essere alleviate con intervento umano, ma sono piuttosto imposti dal destino e costituiscono una sorta di punizione inviata dagli Dei, come la pestilenza che infuria all'inizio dell'Iliade, dove cadono sotto i dardi di Apollo sia gli animali sia gli uomini. Solo quando la colpa di Agamennone nei confronti dei sacerdoti del Dio è stata espiata e Apollo stesso è stato placato con dei sacrifici, solo allora la pestilenza si estingue.
L'immagine di Asclepio si diffuse nel V e IV sec. a.c, quando iniziarono a diffondersi rapidamente i santuari del Dio guaritore e vennero prodotte le immagini di culto e devozione; tra gli artisti più famosi si annoverano Dionisio di Argo, Calamide, Alcamene e Colote.
Il Dio era rappresentato anche assiso su un trono, con una mano posata sulla testa del serpente e un cane accovacciato ai piedi: sia il serpente sia il cane erano animali sacri ad Asclepio. Un'altra raffigurazione del Dio lo rappresentava appoggiato al bastone cinto da un serpente. Soprattutto il serpente era il tratto caratteristico del Dio, che lo rendeva immediatamente riconoscibile.
Il serpente incarnava le divinità ctonie e lo stesso Asclepio si presentava sotto forma di serpente.
(Nota di Lunaria: il serpente si associa anche ad altre divinità, in diverse culture; frequente era anche pensare una divinità sotto forma di serpente stesso; posso citare Mami Wata e Shiva, con il serpente attorno al collo o alle spalle; Damballah, serpente egli stesso; Giunone Sospita col serpente ai piedi; Manasa, la Dea indù dei serpenti.
Il serpente di Asclepio era ritenuto un animale mansueto, che venendo a contatto col paziente o sfiorandolo con la lingua, portava alla guarigione operata da Asclepio. Il mitico colubro di Esculapio viene identificato con l'innocuo rettile arboricolo tipico dell'Europa sud orientale, il Coluber longissima, noto anche come Elaphe longissima. Il cane, poi, era connesso alle divinità degli inferi. L'omphalos coperto di bende di lana, che specialmente nelle raffigurazioni romane appare spesso accanto ad Asclepio, allude al rapporto tra il Dio e Apollo. La verga cinta dal serpente divenne un vero e proprio attributo del Dio. Il simbolo era talmente noto che è rimasto come simbolo della medicina e dell'ordine medico anche oggigiorno.
Al seguito di Asclepio, oltre alla figlia Igea, personificazione della Salute (*), Akeso, Iaso e Panacea, alla moglie Epione e ai figli Macaone e Podalirio, compare anche un piccolo personaggio, dalla statura di un bambino e le fattezze di uno gnomo, rivestito con mantello e cappuccio: Telesforo, "Colui che porta la buona fine"; si trattava di una personificazione delle forze ctonie, che prestavano un contributo alla guarigione.
I cristiani si scagliarono in modo particolarmente violento contro il culto di Asclepio perché Asclepio era guaritore esattamente come il loro "Dio Cristo" ed appariva evidente che Cristo era un plagio di Asclepio. I cristiani distrussero i santuari di Asclepio o si limitarono a sostituire la devozione al Dio Guaritore con il culto "dei santi Cosma e Damiano", ritenuti "santi medici. Anche il santuario di Iside a Canopo, presso Alessandria, celebre per le sue guarigioni, fu distrutto nel V secolo d.C. Cirillo cercò di sostituire il culto di Iside con la venerazione per "i santi Ciro e Giovanni".
(*) Approfondimento su Igea
Igea era figlia del Dio guaritore Asclepio, e personificazione della Salute. Era considerata di primo piano insieme al Dio, mentre la consorte di Asclepio, Epione, rimane piuttosto in secondo piano.
Asclepio aveva anche altre tre figlie, oltre ad Igea: Akeso, Iaso e Panacea, personificazioni delle qualità del padre. Panacea è "Colei che tutto sana" mentre gli altri nomi delle sorelle erano derivati dai verbi greci indicanti il guarire.
Igea si rivelò indissolubilmente legata ad Asclepio, sia nel culto che nelle raffigurazioni: le fu tributata fin dall'inizio una venerazione pari a quella del padre. Era l'immagine del perfetto stato di salute, ma il suo ruolo non rientrava nel processo di guarigione, e la relegava a testimone delle sorti del fedele.
A Igea era tributato anche un proprio culto: ad Epidauro e Pergamo si trovavano dei templi consacrati esclusivamente a Lei, mentre a Titane, sul Pelopponeso, dove pare si trovasse un importante santuario delle due divinità, le donne usavano offrire le chiome alla Dea, ornando con esse l'immagine sacra.
Molte delle importanti opere di scultura d'età classica rappresentano Igea con Asclepio; la scultura più importante è quella di Igea Hope, che dal punto di vista estetico si rifà a Kore-Persefone: Igea è raffigurata giovinetta, mentre si prende cura del serpente, che è attorcigliato sulla sua spalla e scende con la testa fino alla mano della Dea, che le sta offrendo del cibo o forse una bevanda.
DIANA ABNOBA, SIRONA, SULIS, SEQUANA, DAMONA
Nella Renania e zone limitrofe della Francia scaturiscono numerose sorgenti minerali sia calde che fredde, frequentate già in epoca preromana. Le sorgenti servivano come provvista gratuita di acqua calda ma anche come luogo di culto per le divinità; anche se le divinità germaniche erano designate con nomi latini e quindi assimilate alle Dee romane della salute, venivano chiamate anche con gli appellativi in cui sono riconoscibili i nomi originari delle divinità locali. Badenweiler, nella Foresta Nera, è una località ove affiora una sorgente calda di acqua oligominerale, ancora oggi impiegata nelle terapie delle affezioni reumatiche, articolari e vascolari. Nel 1784 si scoprì, in un'area poco distante dalla sorgente e coperta di rovine, un edificio balneare romano. Sul lato a settentrione delle terme era situata una sala rettangolare che si apriva su un portico dove venne trovato un altare dedicato alla Dea del luogo: Diana Abnoba, protettrice
delle terme. (e forse anche delle partorienti, e lo so perché mi è stata raccontata una testimonianza da chi ha visitato il luogo. Nota di Lunaria) Baden Baden nell'antichità non era semplicemente una località termale, ma era il capoluogo della Civitas Aquensis; come per la maggior parte delle località note per i bagni, il toponimo era semplicemente Aquae; in seguito sembra che il nome venisse mutato in Aquae Aureliae. Oggi le acque della sorgente di Baden Baden vengono prescritte per la cura della gotta, delle affezioni reumatiche e del catarro.
Il culto delle fonti salutari e delle sorgenti era diffuso in tutto il mondo antico ma assumeva una particolare importanza nell'ambiente galloromano. In una radura paludosa sul margine settentrionale dell'Idarwald, tra Hinzerath e Stipshausen, vi è una sorgente dove erano venerati Apollo Granno, la divinità celtica corrispondente all'Apollo medico romano, e la Dea Sirona. Sirona era adorata anche in altre località termali, nella valli della Mosella e del Reno. La Dea era rappresentata con il serpente attorno al braccio (come la Dea indù Manasa. Nota di Lunaria) e la phiàle, ovvero nelle sembianze di Igea.
Nota di Lunaria: riporto anche questo approfondimento tratto da
Per quanto riguarda il Dio Guaritore Grannus (ce ne parla Cassio Dione), talvolta è stato associato alla Dea Sirona o Dirona, venerata nella regione della Mosella superiore e a Magonza, Nierstein, Luxeuil, Roma.
Veniva rappresentata con della frutta o delle spighe in mano. L'interpretazione del nome presenta delle difficoltà: si è supposta una connessione con i termini latini "Stella" e l'altotedesco "Stern" e questa Dea, in un'immagine, appare con la falce lunare sopra il capo;
comunque la Luna non è ancora una stella. La parola "Grannus" la si è collegata all'irlandese "Grian", "Sole" oppure a "Guhrena", "bollente, caldo", e sarebbe da collegarsi molto più alle sorgenti termali. Anche un Dio chiamato Adsmerius/Atesmerius è congiunto con una Dea, Rosmerta. Ambedue i nomi derivano dalla radice -smer, che si ricollega al concetto di "Fato" o "Provvidenza". C'è anche un'altra interpretazione: smeru potrebbe essere "grasso" e in questo caso Rosmerta potrebbe essere stata una Dea della fertilità (tiene in mano una cornucopia e spesso un caduceo); ma studiosi come Even e La Roux propendono per il significato di "risparmiare" e quindi Rosmerta sarebbe stata la Dea della sovrabbondanza materiale, caratteristica che la legherebbe a Mercurio (Dio dei commerci) secondo anche quanto scrive Cesare parlando degli Dei dei Celti (Cesare ne cita solo 5, assimilandoli tutti agli Dei romani e chiamandoli come tali). Non sappiamo molto altro su questa Dea; comunque il prefisso "Ro" dovrebbe indicare una forza divina a cui vengono attribuiti grandi poteri, dunque è probabile che fosse stata una Dea molto importante, un tempo. Per quanto riguarda Diana, veniva designata con i nomi gallici di Arduinna e Abnoba.
Talvolta appariva come una divinità delle fonti o della salute per esempio a Wiesbaden dove porta il nome di Mattiaca. Un legato della I. Legione
ha dedicato un tempio, nelle vicinanze di Godesberg alla "Sanctissima Dea Diana". Nell'altare quadrilatero di Magonza Diana Venatrix compare associato al Dio del Martello Sucellos, associato, in certi altari alla Dea Nantosuelta, portante una cornucopia in mano. Per curiosità: il martello era associato anche all'aldilà. Un'altra Dea della quale possediamo una statua di bronzo, è Artio, che tiene una ciotola nella mano destra e nella sinistra fiori e frutta. Presso i Voconzii c'era una certa Dea Andarta, forse una Dea degli orsi o guerriera assimilabile alla Dea Andraste venerata dalla regina britannica Boudicca.
Dal punto di vista etimologico, il nome potrebbe derivare da "ar", "suolo coltivato" e forse sarebbe una Dea del terreno arativo, o "art", pietra. Il collegamento con l'orso lo si avrebbe nei termini "artos" (orso) e "arta" (orsa). Forse era invocata dai cacciatori come la Dea protettrice degli orsi. Possiamo accostarle Arduinna, la Dea del cinghiale. è interessante notare come all'attività della Caccia fossero connesse diffusamente Dee: Diana cacciatrice, la slava Devana, Arduinna, forse con un'origine che risale all'età della pietra.
Nota di Lunaria: la scrittrice Fantasy Morgan Fairy nel suo libro "La Pietra di Moor"
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/la-pietra-di-moor-di-morgan-fairy.html
citava una Dea simile ad Arduinna
In Inghilterra la tradizione delle fonti salutari britanno-romane si è conservata nella città balneare di Bath, sul fiume Avon. La fonte era sacra alla Dea Sulis, che portando un elmo, era assimilata a Minerva.
I romani chiamarono il luogo Aquae Sulis. Qui sorgeva un grandioso tempio con colonne corinzie dedicato a Sulis. Nella fonte stessa sono stati trovati doni votivi come monete, gemme, tavolette scritte con formule di maledizione che però non presentano alcun rapporto diretto con le guarigioni che si sperava venissero operate dall'acqua. (Forse perché Sulis aveva anche un aspetto distruttivo, oltre che guaritivo; l'elmo lascerebbe intendere che fosse anche una Dea della guerra. Nota di Lunaria)
Infine una breve citazione per Damona, simile a Sirona-Igea, rappresentata col serpente e la testa coronata di spighe, adorata in un piccolo tempio quadrato, poco più lontano del santuario di Hochscheid, e per Sequana, venerata alle sorgenti della Senna, a cui venivano donati ex voto, iscrizioni, monete, statuette, anche di particolari anatomici come occhi, organi genitali, mammelle.
Nota di Lunaria: aggiungo anche queste Dee fluviali, Tamesisaddas, Dea celta del fiume Tamigi e Verbeia, la Dea Celtica del fiume Wharfe
Per il serpente in genesi, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-3-il-serpente-dagon-e.html
Per il serpente in Cambogia: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/cambogia-arte-culto-shiva-spiriti-e.html
Arte nell'Antica Cina: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/01/larte-nellantica-cina.html
Chi se lo ricorda questo cd, recensito su Metal Hammer nel '98 o giù di lì???