Come si viveva in un castello?

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BREVE INTRODUZIONE AI CASTELLI

Il Medioevo è spesso considerato un periodo della Storia povero di avvenimenti, una successione di secoli compresi tra gli anni turbolenti delle incursioni vichinghe e gli splendori del sedicesimo secolo.
Invece, i secoli compresi tra il 1200 e il 1500 furono un periodo affascinante, ricco di innovazioni politiche, artistiche, di profondi mutamenti sociali.
I sovrani di tutta Europa combattevano per sottomettere i potenti baroni feudali; le grandi cattedrali venivano costruite, le prime università fondate.

All'espansione dell'agricoltura e alla crescita demografica fecero seguito le catastrofiche epidemie della pestilenza, la "Morte Nera", e i profondi mutamenti delle fondamenta economiche su cui si basava la società feudale, che portarono al suo successivo decadimento.
Il castello è l'abitazione medioevale per eccellenza, e rimanda al signore, al feudatario, al nobile.
Inizialmente, però, il castello era destinato ad essere una costruzione difensiva e militare e veniva eretto in un luogo alto (le vedette potevano controllare a vista d'occhio tutta l'area circostante): guadi, valichi di montagna, passaggi particolari ospitavano castelli.

L'edilizia militare progettava torri, bastioni, fossati, macchine da guerra, terrapieni, ponti levatoi, saracinesche e anche trabochetti. Tutto questo serviva a rendere il castello inespugnabile.
Fra il IX e X secolo i castelli più antichi erano costruiti in legno (su modello dei castra romani) e solo più tardi si usò la pietra, praticamente inattaccabile dal fuoco, a differenza del legno.

I castelli divennero quindi autosufficienti, e i signori vi trascorrevano la vita: all'interno del castello, a loro servizio, stavano servi, maniscalchi, fabbri, falegnami, macellai, cuochi, muratori, giullari e menestrelli che componevano poesie e canzoni...

I servi della gleba del contado consegnavano al signore del castello i prodotti della terra che venivano immagazzinati. Erano poi scavate cisterne per la raccolta dell'acqua.
I signori potevano uscire dal castello per i loro divertimenti, come per esempio andare a caccia col falcone, partecipare a tornei cavallereschi, ma anche per rubare terre e mettere a ferro e fuoco altri villaggi di rivali feudatari.

Soprattutto nel Rinascimento, i signori furono anche mecenati, accogliendo letterati che scrivevano odi e liriche.

Infine, anche i monasteri e le chiese "copiarono" gli elementi architettonici del castelli, introducendo torri difensive e cammini di ronda.  

Castello concentrico, mastio e rocca

Verso la metà del XIII secolo cominciò a diffondersi la tecnica di costruire castelli costituiti da una serie successiva di recinti ognuno avvolgente quello più interno. Queste fortificazioni vennero chiamate "castelli concentrici". Il muro esterno era a ridosso di quello più interno, e molto più basso di questo.
Questa disposizione permetteva agli arcieri appostati sulle cortine interne di tirare sugli avversari scavalcando con i loro dardi le teste dei difensori sistemati sulla cortina esterna: il nemico veniva così sottoposto a un tiro di sbarramento di intensità doppia (sempre a patto di disporre di sufficienti soldati per guarnire tutte le mura)
E se gli attaccanti espugnavano il primo giro di mura, si trovavano di fronte a un secondo, più alto e solido ostacolo, e completamente esposti al tiro dei difensori.
Talvolta le stesse torri delle cortine venivano costruite prive di lato interno ("torri scudate") così da non poter essere utilizzate come riparo una volta espugnate. In alcuni castelli, si ricorse talvolta all'espediente di racchiudere il recinto e il mastio con un giro di mura, così da dar vita a una triplice linea di difesa.
Edoardo I d'Inghilterra fu un grande costruttore di castelli concentrici nel Galles settentrionale.

A partire dal X secolo i grandi signori feudali cominciarono a erigere fortificazioni in muratura. Una solida torre di pietra (il mastio) assunse il ruolo di perno difensivo e di abitazione principale del castello. Talvolta il mastio si allargava fino a diventare un vero e proprio castello: un caratteristico castello-torre cui veniva dato il nome di "dongione".
Tuttavia progettare ed erigere simili costruzioni richiedeva l'impiego di capomastri e di maestranze addestrate, nonché di tecniche costruttive lunghe e costose, e ciò ne limitò fortemente la diffusione ancora per tutto il XI secolo anche se i Normanni che amavano queste grandi torri di pietra, ne costruirono parecchie nell'Inghilterra conquistata.
Esse divennero frequenti nel secolo sucessivo. Masti e dongioni erano assai più resistenti dei torrioni in legno, e non aggredibili dal fuoco. Per distruggerli gli attacanti dovevano ricorrere a tecniche assai più difficili, come svellere le pietre angolari a colpi di piccone o praticare una "mina": scavare cioè sotto la fondazione gallerie che le indebolissero, così da far crollare le mura soprastanti. Più tardi si diffusero anche masti tondi e poligonali, praticamente senza angoli morti, così che gli attaccanti dovessero avvicinarsi sempre sotto il tiro dei difensori.

I costruttori di castelli sfruttarono i vantaggi offerti dal terreno montuoso o collinare: l'accentuata pendenza rendeva difficoltoso o impossibile l'avvicinamento di armati o delle macchine d'assedio, mentre le fondazioni rocciose impedivano l'utilizzo delle mine.
Al muro venivano poi aggiunte torri a protezione degli spigoli e per garantire un tiro di fiancheggiamento.
Se si voleva creare un perno difensivo si innalzava un mastio al centro del complesso, altrimenti bastava fortificare le costruzioni residenziali e di servizio disposte intorno a un cortile centrale.
Questo tipo di castello era detto "Randhausburg", casaforte elevata; in italiano venne chiamata rocca.



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I numerosi e bellissimi castelli che decorano la valle della Loira vennero edificati tra il 1418 e il 1528. I territori privilegiati furono attorno a Blois, Turenne, Berry, Anjou;
si possono trovare canoni tipici del Rinascimento italiano.
Presso la piccola città di Amboise, circondata da una foresta con piante d'alto fusto, sorge un castello eretto sulle rovine di un oppidum romano, abbattuto e ricostruito nell'anno Mille, e rifatto poi da Carlo  VIII e successivamente da Luigi XII e Francesco I.
In questo castello vi soggiornò anche Leonardo da Vinci e nelle stanze sono ancora conservate le macchine che costruì.
A sud di Amboise c'è il castello rinascimentale di Chenonceaux, opera degli architetti della scuola di Tours, che lo costruirono tra il 1513 e 1521.
Francesco I lo donò a Diana di Poitiers, favorita del figlio, ma alla morte di Enrico, Caterina de' Medici la scacciò e si riprese il castello.
Il castello di Chaumont fu fatto edificare da Carlo I d'Amboise nel 1465, e ospitò sia Diana di Poitiers sia Caterina de' Medici, rivali per ottenere l'amore di Enrico.
Furono proprio le due donne a curare l'arredamento del castello.


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Il palazzo dei papi di Avignone (Francia meridionale) è una fortezza immensa, con un giro di mura e torri e cortili.
La città si trova presso la contea del Venassino, proprietà del papato dal 1229 e qui si stabilì papa Clemente V subito dopo l'incoronazione.
Avignone fu la sede anche dei suoi successori: Benedetto XII e Clemente VI. I papi esercitarono ad Avignone un mecenatismo culturale che favorì la nascita dei grandi capolavori che decorano il palazzo papale e segnarono il Rinascimento.
La residenza papale ad Avignone si concluse nel 1377 quando papa Gregorio XI tornò a Roma, ed ebbe inizio lo Scisma d'Occidente che portò all'elezione di due papi in contemporanea.
(già, perché un solo patriarca a capo di una religione misogina non bastava. Nota di Lunaria)



APPROFONDIMENTO: COME SI VIVEVA, IN UN CASTELLO?
IL SIGNORE E LA DAMA DEL CASTELLO

Per tutto il Medioevo la guerra fu una minaccia costante.
I castelli in origine vennero costruiti a scopo di difesa, ma col tempo divennero più sforzosi e confortevoli.
Invece di una sola grande sala, dove tutti gli abitanti del castello si riunivano per essere al sicuro dietro le mura di pietra, furono costruite sale separate, dove si poteva banchettare, dormire, lavarsi, fare conversazione.
Erano molte le persone che lavoravano e vivevano nel castello: oltre al signore feudale e ai suoi familiari, gli amici e i parenti che facevano visite, si aggiungevano servitori e soldati. I mendicanti sedevano davanti ai cancelli, chiedendo l'elemosina.
L'organizzazione del castello non era facile; spesso la castellana si occupava di tutti i particolari con l'aiuto dei servitori.
Il cortile del castello ospitava le stalle e i cavalli, oltre che i canili per i cani da caccia. La caccia era una passione di signori e dame e dopo la caccia tutti si riunivano nella sala principale per il grande banchetto della giornata; più tardi c'erano danze e canti alla luce del focolare.



Il signore feudale dedicava il suo tempo a discutere di amministrazione delle sue proprietà o si occupava di politica locale.
Le dame si occupavano dei magazzini, o leggevano, ascoltavano musica o ricamavano. Quando il signore era lontano per affari o guerra, era la castellana che si occupava di gestire tutta la proprietà.


Nota di Lunaria: dato l'andazzo negazionista e revisionista dei social network, meglio mettere la prova che "non è un mio delirio che le donne, nel medioevo, gestivano i castelli"


I castelli erano in genere arredati con mobili, tavoli e panche di legno. Le sedie comode erano riservate al signore feudale e alla dama del castello.
Quando il signore riceveva visite, le mura del castello venivano addobate con ricchi arazzi variopinti, che rappresentavano scene di caccia o d'amore.
Giunchi ed erbe venivano sparse sul pavimento a mo' di tappeto. 


La Leggenda del Castello Malaspina (Sardegna)

Si narra che anticamente il castello Malaspina fosse abitato da un re sposato ad una bellissima fanciulla.
La regina, però, non ricambiava l'amore del re, anche se lui faceva il possibile per accontentarla; era innamorata di un cortigiano molto più giovane del re.
Quando il re lo scoprì, il suo amore si tramutò in odio e rinchiuse la donna nei sotterranei della torre, che confinava con un precipizio.
Il giovane, invece, riuscì a scappare.
La regina, prigioniera, si abbandonava alla disperazione e piangeva in continuazione guardando la finestrella verso il mare, sperando che il suo amante venisse a liberarla.
Il giovane era tormentato dal pensiero della sua amata in prigione e un giorno decise di tornare a Bosa per liberarla, ma il re lo scoprì, lo fece catturare e imprigionare nella torre vicino la regina in modo che entrambi potessero sentire i lamenti e i pianti l'uno dell'altra, ma senza potersi vedere e toccare.
Dopo qualche tempo, il re, ormai stanco di sentire i gemiti dei due sfortunati amanti, li fece gettare nel precipizio sottostante la torre.
La leggenda vuole che ancora oggi, di notte, si possano sentire i lamenti dei due infelici innamorati.


Per approfondire: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/hildegarda-di-bingen-e-trotula.html