Cime Tempestose: un breve riassunto della trama

Nota di Lunaria: pur avendo tutti e tre i capolavori delle sorelle Bronte, non li ho mai letti. Mi riprometto di farlo nei prossimi mesi. Intanto, un breve riassunto della trama di "Cime Tempestose".


N.B  Anche di fronte all'evidenza che esistono centinaia di scrittrici, c'è ancora gente, su internet, che sostiene che "le donne non hanno mai scritto niente, non hanno mai fatto cultura"... https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/louisa-may-alcott-e-qualche-precisazione.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/un-lungo-fatale-inseguimento-damore-di.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/ann-radcliffe.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/le-donne-non-hanno-mai-fatto-niente.html


Ambientato nello splendido paesaggio del North Yorkshire, una contea dell'Inghilterra, "Cime Tempestose" è l'unico romanzo scritto da Emily Bronte. Pubblicato per la prima volta nel 1847, il volume ebbe una seconda edizione postuma curata dalla sorella di Emily, Charlotte. 


Vi si narra la storia dell'amore passionale e contorto che lega i due protagonisti: Catherine Earnshaw e il trovatello Heathcliff, suo fratello adottivo. Cresciuti insieme nella tenuta di famiglia degli Earnshaw, finiscono per condividere esperienze drammatiche che ne formeranno il carattere: la ragazza è figlia di un uomo distrutto dalla morte della moglie e dedito all'alcool mentre il giovane, umiliato e maltrattato, è costretto a lavorare nei campi come un servo. Catherine, attratta dalla vita aristocratica, ben presto si fidanzerà con Edgar Linton, figlio dei vicini, Heathcliff, invece, parte per cercare fortuna altrove. Tuttavia, il suo ritorno nei luoghi dove è cresciuto, dopo tre anni, rappresenta al tempo stesso la sua rivincita e vendetta. Non potendo avere Catherine, sposa la sorella di Edgar, senza amarla davvero, con il solo scopo di rovinare la vita al cognato. E mette in atto il suo folle proposito quando l'amata Catherine muore di parto non senza avergli rivelato tutto il suo amore.

Qualche curiosità sull'Autrice...

Fu un amore segreto, che certo non avrebbe potuto essere raccontato nei suoi romanzi dove l'adulterio è bandito. Charlotte Bronte, mentre si trovava a Bruxelles nel 1844 per frequentare una scuola, inviò lettere appassionate ad un suo insegnante molto più anziano, sposato e con figli. Il breve epistolario, scoperto di recente negli archivi della British Library, è ora incluso nella raccolta "Love Letters: 2000 years of romance" appena uscito a Londra. Il docente belga si chiamava Constantin Heger e resistette alla corte insistente della futura scrittrice, che all'epoca aveva 28 anni. Afferma: "Se il mio maestro dovesse negarmi affetto e amicizia resterò senza speranza alcuna di sopravvivere alla delusione". Dopo aver compreso che Heger non l'avrebbe in alcun modo incoraggiata, gli confessò: "Sono disperata, traggo conforto solo dalla lettura della Bibbia e mi auguro che lei possa continuare a rivolgermi la parola". Dalla vicenda Charlotte trasse ispirazione per "Villette", un romanzo nel quale narra la passione infelice di una ragazza per un maturo professore.

Per saperne di più: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/05/le-poesie-piu-belle-delle-sorelle.html




Altre scrittrici dell'Ottocento (metto solo qualche romanziera, e non le tante donne che scrissero manifesti politici, come Flora Tristan o Anna Maria Mozzoni, delle quali ho già parlato qui
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/sindacaliste-e-attiviste-nellottocento.html)

Restate connessi perché appena possibile trascrivo almeno le tre pagine con la descrizione del castello di Udolpho, che dire che sono sublimi è dire poco. Il libro poi è mastodontico: 1025 pagine! Ma tanta fatica nel leggerlo è ben spesa, perché lo stile narrativo della Radcliffe è eccezionale… e io mi sono letta centinaia di romanzi a tinte horror
ma veramente pochi scritti con lo stile della Radcliffe! https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/ann-radcliffe.html




Studiando un commento critico al "Pamela" di Richardson, ho trovato questa nota, molto importante, perché serve ad inquadrare meglio come nacquero i primi romanzi ottocenteschi scritti da donne. Tenete presente che "Pamela" (un gran successo all'epoca, 1741) oggigiorno a noi sembra deprimente (trattasi della storia di una cameriera che riesce a sposare un uomo altolocato solo perché "si è mantenuta integra di imene") ma può servire come "documento storico" per dimostrare come a quel tempo una donna effettivamente valesse semplicemente "per l'imene intatto". Scontato ribadire che questa porcheria misogina, che era presente anche in diversi contesti pagani, è stata ulteriormente potenziata dall'ideologia monoteista (che ci ha costruito persino "la sua donna perfetta: la madonna").
Nella cerchia di amicizie femminili che Richardson raccoglieva intorno a sé (l'autore di "Pamela" era infatti ricercatissimo dalle signore e del resto lui ne preferiva la compagnia) molte divennero scrittrici. In particolare va ricordato che tra il 1760 e il 1800 compaiono ben 200 romanzi scritti, in grande maggioranza, da donne: il mercato, secondo la Monthly Review del dicembre 1790 è quasi interamente monopolizzato dalle signore e questo è un fenomeno così massiccio che parecchi autori maschi non ci pensano su due volte ad assumere nomi d'arte femminili.
Il successo e lo sviluppo del genere sono da mettere in relazione con la stima della quale si usa alla fine del secolo circondare le donne che hanno conquistato il diritto di parlare e di mettersi in mostra e, naturalmente, quello di scrivere.
Il "Gentlemen' Magazine" nel marzo del 1791 affermava: "Oggi il sesso gentile ha ottenuto il suo posto al sole e ha decisamente richiesto il riconoscimento di quella naturale eguaglianza di intelligenza che è sempre stata una realtà di tutta evidenza e che solo il peso delle istituzioni umane aveva potuto offuscare."

Ce ne sono molte altre, non tradotte in italiano e che io ho trovato su un'antologia dedicata a E.A.Poe



Ricordiamo tre romanziere che già nella loro epoca riuscirono ad avere un enorme successo e poterono vivere dei proventi della vendita dei loro libri: Ann Radcliffe, Jane Austen e Fanny Burney. Ann Radcliffe per il suo capolavoro "L'Italiano o il confessionale dei penitenti neri", che anticipa il romanzo horror, ricevette ben 800 sterline, una cifra incredibile per quell'epoca. Altri due romanzi (pietre miliari del genere) sono il colossale "I misteri di Udolpho" e "Romanzo Siciliano"

Tra le poetesse (che ebbero un enorme successo anche all'epoca, vennero citate da altri autori, intrattenevano corrispondenze con altri intellettuali):



Infine, aggiungo anche queste due scrittrici:

Louise Victorine Ackermann Choquet





"Raramente il matrimonio è l'unione armoniosa di due individui che si trovano nella medesima condizione di cuore. Di solito non è che un bisogno di finire e un desiderio di cominciare che s'incontrano."

"Se Dio esistesse non vorrei davvero essere al suo posto. Non poter cessare d'essere: quale supplizio!"


"Tutto si liquida in perdita nella vita: morire è depositare il proprio bilancio. La morte, in realtà, non è che una definitiva bancarotta."

"La cosa migliore da fare per l'uomo, sarebbe di prendere alla lettera questa logora metafora: "La vita è un sogno". Dare importanza a questo sogno è volere che degeneri in un incubo."

"La vita è come la giornata: ha le sue ore morte."

"Tutto è per il peggio nel più malvagio dei mondi possibili. Non è alle porte dell'inferno, ma a quelle della vita che bisognerebbe scrivere: "Lasciate ogni speranza".

"Di alcuni punti culminanti della nostra vita è come per le alte montagne: quale che sia la distanza che ce ne separa, ci sembrano sempre vicini."


George Sand


cioè Amandine-Lucie-Aurore Dupin



Già all'inizio del secolo, Charles Fourier aveva detto: "è sulle donne che pesa la civiltà, sta alle donne demolirla.... La loro indole è una delle cause che hanno accresciuto il disprezzo dell'uomo. La schiavitù è tanto più disprezzabile, se è unita a una cieca sottomissione, tala da persuadere l'oppressore che la sua vittima è nata per essa."

La convinzione che era tempo per le donne di uscire dal letargo e dalla rassegnazione è stata efficacemente espressa anche dalla scrittrice Amandine-Lucie-Aurore Dupin, in arte George Sand.
"Mi duole che le donne si struggano in lacrime. Esse dicono di essere vittima! Ma vittime di che? Della loro ignoranza che le rende cieche, del loro ozio che le abbandona alla noia, della loro debolezza d'animo che le fa schiave, della frivolezza che fa accettare loro tutte le umiliazioni per paura, e soprattutto della miseria di spirito che limita la loro attività agli intrighi galanti e alle faccende domestiche. Piangete meno, o mie care contemporanee. La virtù non si nutre di lacrime. Lasciate i gesti, gli atteggiamenti e gli accenti supplichevoli: levatevi e marciate, marciate con passo fermo verso la verità, osate almeno una volta guardarla in faccia e avrete vergogna dei vostri gemiti; comprenderete che la natura non vuole il vostro sterile sacrificio, ma che essa affida tutti i suoi figli alla libera espansione della vita, e che si serve del dolore solo come pungolo del progresso. La vostra inerte malinconia, i vani sospiri, i futili dolori sono contrari all'energia dei suoi disegni"

Cosa direbbe oggi George Sand, a vedere le donne ancora intontite e imbonite dalla propaganda monoteista?!
Approfondimenti sulle attiviste dell'Ottocento: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/ottocento-le-grandi-rivolte-per-i.html