Arianrhod, Cailleach, Blodeuwedd

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La Madre dell'Aria è Danu/Anu/Aine/Arianrhod, Madre del cielo sconfinato. Col nome di Danu viene ricordata come la Madre di tutti gli Dei e sorella di Grian, Dea del Sole. Come Aine, rimanda invece alla delizia, alla gioia, all'armonia, allo splendore.
Come Madre dell'Aria simboleggia il vento de nord, la calma al centro della tempesta, la Donna Uccello, ma anche la calma dopo la morte, e quindi la Donna delle Ossa, la Cailleach dell'inverno e la Dea della Morte.


La Cailleach o in irlandese la Caillighe, è la Vecchia o la Strega dell'Inverno.  https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/la-dea-della-morte-e-samhain.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-crone-laspetto-terrifico-e-saggio.html
Nel ciclo delle stagioni incomincia il suo regno a Samhain, quando riceve il bastone bianco del potere da Brigit, che l'ha tenuto per tutta la primavera e l'estate. Il bastone bianco al suo tocco viene trasformato nel freddo bastone nero dell'inverno e la Cailleach subito fa seccare la terra per il freddo e l'oscurità. Governa le lune invernali da Samhain a Imbolc, e le sue qualità vengono celebrate al Solstizio d'Inverno. La Cailleach governa la parte scura e legata al letargo dell'anno. è la Dea del grano a lutto per la perdita della figlia, Kernel la Fanciulla, che è discesa agli inferi per stare con la Nonna Keridwen. Tutta la Natura dorme. Tutta la vita viene sospesa dal tocco del freddo bastone della Cailleach. (Nota di Lunaria: anche gli slavi avevano una Dea dell'inverno: Morana;
comunque si potrebbe anche fare un qualche collegamento con la nota fiaba per bambini della "Regina della Nevi")


Nella tradizione irlandese la Cailleach o Caillighe è la Dea Anziana che è la Madre primigenia ed eterna dell'Ulster. Viene considerata la personificazione dell'inverno e la precorritrice della primavera. Vive al Nord ed è infinitamente vecchia, ma ha ancora molti amanti.
Esiste una storia in cui lei attira l'eroe solare, Finn McCool, nella sua casa:
"Entrò fresco e giovane, e ne uscì come un vecchio... Gli invitati al matrimonio andarono a Casa di Caille Berry (Cailleach Bheare) e furono tutti trasformati in pietra" ("Mythic Ireland" di M. Dames)

Nota di Lunaria: si noti il collegamento con Medusa, che aveva il potere di trasformare gli uomini in pietra. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/medusa.html

Altri aspetti di Cailleach

La Cailleach Bheare o Strega di Bheare, vive sulla penisola di Bheare nella contea di Kerry nel sud est dell'Irlanda, dove viene ricordata come la Modellatrice della Terra, la Costruttrice delle Montagne. Cailleach Bheare è considerata Madre della Dea Aine. Forma una Trinità con la Cailleach Bholais e la Cailleach Daingin. Il nome Bheare deriva dalle stesse radici della Dea Vacca Bo, Boi o Boand che in seguito divenne Brigit (Altre Dee Vacche sono Hathor e Kamadhenu; anche la norrena Audumla è una Vacca presente agli inizi della formazione del mondo)

Nella mitologia della regione si crede che la grande Cailleach si sia ora trasformata in una piccola roccia sporgente prospiciente il mare alla baia di Coulagh sulla parte nord ovest della penisola di Bheare. Questa roccia sporgente è ancora onorata, dato che anche oggi la roccia è ricoperta di piccole pietre e altre offerte, sistemate in ogni angolino. (Nota di Lunaria: in Cina, ad essere adorata era la Dea Sichun, un picco montuoso ginomorfo; anche nell'Induismo esistono Dee adorate sotto forma di rocce, grotte o persino tumuli, come Mata Hingraj e Shantadurga https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-discesa-agli-inferi-la-grotta-e-il.html)


Cailleach era legata anche alle montagne, come Cailleach na Mointeach o Cailleach na Montaigne, la Vecchia delle Montagne. Le montagne di Pairc che formano l'orizzonte a sud est delle pietre di Callanish mostrano il profilo di una donna dormiente, chiamata La Bella Addormentata. In gaelico è conosciuta come Cailleach na Mointeach, la Vecchia delle Brughiere. Per quanto riguarda la Cailleach na Montaigne, si pensava che vivesse sulla cima del monte Ben Nevis e che tenesse prigioniera Brigit durante i mesi invernali, con il suo martello argentato che trasforma il mondo in ghiaccio.

Nota di Lunaria: sul collegamento tra donna/Dea e martello vedi la figura dell'Accabadora.

I talismani di Cailleach sono quelli dell'Aria, elemento che corrisponde anche alla nosta natura spirituale: lo Scettro della Sovranità, la Spada della Luce, il Ventaglio di Piume. 
Lo Scettro è un simbolo reale del nostro impegno ad amare e servire la Dea. La Spada della Luce rappresenta la nostra capacità di aprirci un varco, il Ventaglio di Piume rappresenta la nostra capacità di volare.
In quanto Madre dell'Aria i suoi animali sono l'Aquila, la Poiana, il Gufo Bianco, il Falco, lo Scricciolo, il Re degli Uccelli, celebrato al Solstizio d'Inverno. La festività di Cailleach cade al Solstizio d'Inverno quando le ore di luce nell'emisfero settentrionale sono poche e regna l'oscurità. I suoi colori sono quelli dell'inverno: viola, argento, grigio, bianco. è collegata anche alla Mezzanotte, quando la maggior parte della vita dorme, è immobile, sta sognando il passato o il futuro. è associata alla Luna Nera, quando la Luna scompare dalla vista, il Tempo del Mondo di Sotto.


Arianrhod dalla Ruota d'Argento è un personaggio di primo piano nel "Romance di Math ap Mathonwy". Arianrhod è la figlia di Don cerchiata d'argento. Nel "Romance", Arianrhod è chiamata "Supporto del Piede" per Math ap Mathonwy. Quando entra nella sua corte egli decide di verificare se lei sia o meno vergine, e le chiede di scavalcare la sua bacchetta magica. Appena lei compie questa azione dà alla luce due gemelli, uno che è Dylan dell'Onda e uno che è un Bambino Pesce Divino. Più avanti nella storia Arianrhod prende la forma della Dea dell'amore Blodeuwedd e distrugge il figlio ormai cresciuto. La stessa Blodeuwedd si trasforma prima nella Civetta della Saggezza e poi in Keridwen, la Vecchia Scrofa che mangia la sua progenie, che divora la carne di Llew.
Arianrhod è una Dea trasformatrice che porta la morte nella Vita e la Vita nella Morte. Vive molto oltre il Vento del Nord nella Terra della Morte nel suo Castello di Caer Arianrhod, che corrisponde alla costellazione della Corona Boreale, la Corona del Vento del Nord. La Corona Boreale è anche chiamata Corona di Creta, Corona di Ariadne ed è sacra alla Dea Cretese Ariadne, la Grande Dea Madre Fertile dell'Orzo, la manifestazione Unica e Assoluta, la Vergine Saggia, la Signora della Prima Luce, la Regina del Sole e della Luna. è la Guardiana delle porte del Labirinto. Ariadne/Arianrhod è la Regina del Buio e della Luce nell'Oscurità. 


Nota di Lunaria: anche Jacques Brosse ne parla a fondo. L'uso delle statuine appese ai rami degli alberi da frutto era corrente in Grecia e a Creta. Nella maggior parte dei casi esse raffiguravano Arianna. Poiché questo appunto fu in origine la figlia di Minosse: una Dea minoica primitiva, uno spirito della vegetazione, dell'albero. Il suo nome, Arianna, o meglio Ariagne, tradotto di solito come "la più sacra" sarebbe reso molto meglio con "l'intatta", "l'intoccabile". La vergine Arianna pagò a caro prezzo il fatto di non essere più tale perché il volubile Teseo l'abbandonò a Nasso. Fu poi consolata da Dioniso (1) In seguito all'abbandono, pare che si sia impiccata. L'impiccagione di Arianna a Cipro ricorda quella di Erigone a Icaria, ma con l'impiccagione pose fine ai suoi giorni anche sua sorella Fedra, la "Brillante", dopo essere stata respinta dal figliastro Ippolito. E Fedra a volte viene rappresentata su un'altalena (Erigone, figlia di Icario, era nota come colei che apriva le Aiorie, durante le quali venivano appese bambole e maschere, agli alberi, per assicurare la fecondità, mentre fanciulle in piedi, su una stretta piattaforma appesa ai rami, si dondolavano. Così si dice sia nata l'altalena. La simulazione del dondolio dovrebbe rappresentare l'orgasmo femminile. Il dondolio è un atto rituale che viene praticato ancora in India) In Arcadia esisteva un culto di Artemide Apankoméne, o di Artemide Kondylits, "l'Impiccata", "la Strangolata" (Nota di Lunaria: vedi il collegamento con i Tarocchi: L'Appeso, il Dodicesimo Arcano, che rappresenta il sacrificio di sé, le Divinità incarnate che si sono immolate: il dono di se stessi https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/esoterismo-16.html)

Artemide, (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/artemide.html) la vergine che con le sue compagne frequenta le foreste selvagge, era anch'essa una divinità dell'albero, cui erano consacrati il noce, il cedro e l'abete rosso.
Che cosa possono significare tutte queste impiccagioni, di cui il dondolio rituale o le bambole appese ai rami non sono che surrogati? L'impiego dell'altalena era associato al rinnovamento della vegetazione, le bambole stimolavano l'accrescimento degli alberi, e molti Dei si sacrificano impiccandosi: Dioniso-Zagreo, Odino. Il sacrificio di sé è il dono totale, e, nei casi citati, si trattava di provocare l'avvio della vegetazione. Della fede arcaica negli effetti fecondatori e rigeneratori dell'impiccagione esiste un'antica traccia: si credeva che la mandragora crescesse sotto il patibolo, dal seme degli impiccati. Secondo il mito di Arianna, ella muore, impiccata a Cipro (o bruciata da Artemide, su istigazione di Dioniso, in certe versioni): era necessario che Arianna morisse per diventare immortale e potersi unire al Dio che a sua volta, come tutte le divinità della vegetazione, è un Dio che muore e resuscita.

(1) Ovidio: "Bacco e Arianna".

Arianna, figlia di Minosse, re di Creta, era partita dalla terra natale seguendo Teseo, ch'essa aveva aiutato a uscire dal labirinto, dopo aver ucciso il Minotauro; ma nell'isola di Nasso, l'eroe ateniese abbandonò la fanciulla mentre era immersa nel sonno. Il poeta descrive la sventurata eroina, appena desta dal sonno, che va stordita e pazza per quell'isola sconosciuta; e dallo stordimento, appena sente l'orribile realtà dell'abbandono e del tradimento, passa all'urlo, all'invettiva vana e disperata lanciata per i flutti impassabili e sordi. E finalmente viene il grido angoscioso e disperato: "Che ne sarà di me?" mentre intorno incombe un mostruoso silenzio di solitudine marina. "Che ne sarà di me?" ripete disperatamente Arianna. Ed ecco subitaneo, assordante, lo scoppio del corteo bacchico, che rimbomba frenetico per tutta la spiaggia. Arianna viene quindi portata via dal Dio e assunta in cielo tra le costellazioni boreali.
Sopra le ignote arene errava Arianna, impazzita, dove l'ondata batte la sponda dell'isola Dia.
Desta dal sonno, un velo di tunica intorno le svola: e nudi i piedi e sciolte le bionde chiome. "Teseo crudele!" ai flutti, che non udivano, urlava: e un gran pianto rigava le tenere guance innocenti. Gridava e piangeva: ma il grido e il pianto le davano grazia; il pianto non aveva alterato il volto suo bello. Battea, battea con le palme il morbidissimo seno. "Lo spergiuro è fuggito", diceva, "E di me che sarà?" Diceva "E di me che sarà?" Ah! Scoppia per tutta la spiaggia un suon di cembali e timpani percossi da mani furenti. Ella cade atterrita; né più profferisce parola. Esangue era il suo corpo come corpo di morta. Eccole, le Baccanti, cosparsi i capelli sul dorso: eccoli, i lievi Satiri, che in folla precedono il Dio. Oh sul curvo asinello ecco il vecchio ecco l'ebbro Sileno, che barcolla e si aggrappa alla criniera, e via dietro alle Baccanti: ed esse via scappano e tornano, e quello da' da' con la canna alla bestia, il cavaliere maldestro, finché fa un capitombolo giù dall'orecchiuto asinello. Gridano i satiri: "O Padre, su, levati levati, su!" Eccolo il Dio! Dal carro che avea coronato di grappoli, il dio le tigri aggiogate guidava con redini d'oro. Teseo, calore, voce, tutto perdè la fanciulla; tre volte ella tenta la fuga, tre volte il terrore la inchioda. Rabbrividì tremando, come al vento la sterile spiga, come le canne lievi nell'acquosa palude. Il Dio le parla: "Io vengo amore più fido al tuo amore. Non temere: di Bacco sarai, Arianna, la sposa. Io t'offro il cielo; dal cielo più volte alla nave smarrita, darà fulgente stella, la Gnosia Corona la via." Disse, e balzò dal cocchio, perchè non temesse le tigri, la sua fanciulla. E il lido cedeva di sotto ai suoi passi. La portò via serrata fra le sue braccia; era vano ogni contrasto. Un Dio facilmente può tutto. Si leva ora il canto: "Imeneo". Risuona ora il grido "Evoè!" 


Blodeuwedd è la deliziosa Dea dei fiori gallese, anch'essa celebrata a Beltane. Nel "Romance di Math ap Mathonwy" si dice che fosse stata creata dai boccioli e dai fiori.


Canzone di Blodeuwedd

"Lei si forma da nove fiori
nove boccioli di diversi tipi
dalla primula di montagna
ginestra, olmaria e gittaione
intrecciati insieme
lunghe e bianche sono le sue dita
come la nona onda del mare
dal fagiolo che reca nella sua ombra
una bianca armata di spettri
di terra, della specie terrestre
dai fiori dell'ortica
di quercia, di rovo e del timido castagno
lunghe e bianche sono le sue dita
come la nona onda del mare
nove poteri di nove fiori
nove poteri in lei combinati
nove germogli di piante e alberi
lunghe e bianche sono le sue dita
come la nona onda del mare."


Secondo Robert Graves, l'autore del "La Dea Bianca" https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/la-dea-bianca-gli-stralci-piu-belli.html, il nono fiore è il biancospino, dal momento che Blodeuwedd è un altro nome per Olwen dalla Bianca Traccia, la Regina del Biancospino, che al suo passaggio lascia una scia di trifoglio bianco in fiore. Lei è anche Elen, protettrice degli antichi sentieri della Britannia. (Nota di Lunaria: e quindi abbiamo una Trinità di Dee dei fiori e degli alberi)

Per quanto riguarda il biancospino, aggiungo questo approfondimento

Anche il biancospino, secondo la tradizione ariana, è sorto in origine dal fulmine. Veniva per questo considerato con grande venerazione e pregno di qualità sovrannaturali. Come il nocciolo, era anch'esso associato ai riti nuziali. Così la sposa greca veniva e viene tuttora adornata con i suoi fiori, mentre il suo legno veniva usato per le torce che illuminavano la coppia nuziale romana nella loro camera nuziale il giorno del matrimonio. E' dunque evidente che il biancospino era considerato un albero sacro molto tempo prima della tradizione cristiana che lo identificò come formante la Corona di Spine – una credenza medioevale che non fece altro che aumentare l'importanza ad esso attribuita. Non sorprende, quindi, che gli Irlandesi considerino apportatore di sfortuna l'abbattere questo albero sacro, in particolare perché si dice sia sotto la protezione delle Fate, che si offenderebbero per qualunque danno gli venisse arrecato. Una leggenda attuale nella contea di Donegal, per esempio, ci narra di come una Fata abbia cercato di rubare il figlio piccolo di un tale Joe McDonough, ma la povera madre disse che lei non aveva mai offeso, che sapesse, la tribù fatata.
La sola causa che poteva assegnare al fatto era che Joe “aveva aiutato il giardiniere di Mr. Todd ad abbattere il vecchio biancospino nella radura; e vi sono coloro che dicono che è una cosa molto brutta da fare;” aggiungendo come lei “lo avesse avvertito di non toccarlo, ma il padrone gli aveva offerto sei scellini per il suo aiuto in questo lavoro, in quanto gli altri uomini avevano rifiutato.” La stessa credenza è molto diffusa in Britannia, dove “viene considerato imprudente anche solo il raccogliere una foglia da certi rovi vecchi e solitari che crescono in buche nascoste della brughiera e sono i luoghi in cui le Fate si danno appuntamento.”


Olwen è la figlia di Yspaddaden Penkawr, il Biancospino Gigante. Nel "Romance di Kilhwych e Olwen", Yspaddaden Penkawr pone ogni tipo di ostacolo al matrimonio di Olwen e Kilhwych, tenendola chiusa in un castello sorvegliato da nove custodi e cani da guardia, oltre ad aver richiesto una dote di tredici tesori apparentemente impossibili da ottenere: ma alla fine vince l'amore. Qui la Dea dei Fiori viene controllata prima da suo padre, poi dal marito che la vince dal padre. Ma Olwen è la Dea dell'amore, libera e indomabile. è la natura selvaggia, i boccioli e i germogli. è la Regina del Maggio e la Dea celeste della Bianca Traccia delle Stelle nei cieli. (Nota di Lunaria: Olwen può anche essere considerata una Dea solare, perché il suo nome in gallese significa "Ruota d'Oro"; è quindi anche legata all'oro) è anche Elen o Helen della Bianca Traccia, la Protettrice di tutti i viaggiatori attraverso la campagna, un tempo pericolosa. 
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/sarn-helen-e-le-dee-dei-viandanti.html
Viene ancora ricordata con il nome di Sarn Helen, un'antica via per le mandrie che conduce attraverso le alte colline e la valli nascoste del Galles. (nota di Lunaria: i Romani avevano delle Dea simili: Abeona/Adeona, le Dee protettrici di quanti si mettevano in viaggio o tornavano in patria. è poi attestata la Dea Enodia, la corrispondente femminile di Ermes Enodios, la protettrice delle strade e di tutto ciò che si svolge sulla strada, quindi anche dei viandanti, sia di giorno che di notte. Secondo Pausania, a Colofone le si immolavano cani neri. A volte veniva indicata come Artemide Enodia, a volte veniva equiparata ad Ecate. Vibilia era invocata per ritrovare la strada, mentre la versione lettone di queste Dee era Zella Mate, che proteggeva le strade)
Per quanto riguarda Blodeuwedd, nel "Romance di Math ap Mathonwy" è la Dea dei fiori, che viene fatta apparire dal mago Gwydion come compagna per Llew. Per un certo periodo l'amore è reciproco, poi Blodeuwedd si innamora del cacciatore. Dopo alcuni tentativi di uccidere Llew, Blodeuwedd, come la Lilith ebraica (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/lilith.html), si ritira in montagna, ma viene raggiunta da Gwydion, che la trasforma in civetta per punirla del tradimento amoroso. Questa storia contiene i frammenti delle memorie dell'antica Dea dei Fiori che si auto-crea ad ogni primavera (nota di Lunaria: anche gli Aztechi avevano una Dea dei fiori: Xochiquetzal).
Secondo questa interpretazione, è la Dea che poteva scegliere i suoi innamorati, senza essere confinata al matrimonio e rinchiusa nelle mura del castello, come avrebbero voluto Llew e Gwydion: infatti la vegetazione è libera, spontanea, cresce e si diffonde ovunque.

Per quanto riguarda la civetta, essa appare anche in altre culture. La civetta è l'Uccello della Saggezza, che siede sulla spalla di Atena. Blodeuwedd è anche conosciuta come la Civetta di Cwmcawlyd, "la più vecchia di tutte le creature".
(Nota di Lunaria: questo renderebbe ancora più probabile l'interpretazione di Marija Gimbutas, sul fatto che la primissima Dea adorata probabilmente fin dal Paleolitico, fosse una Dea Uccello. E non dimentichiamoci che una delle Dee più antiche e temute, nel pantheon indù, è proprio Dhumavati, la Dea dei corvi e del caos https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/dhumavati-una-dea-molto-doom-metal.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/simbolismo-del-corvo.html).
Blodeuwedd rappresenta quindi la bellezza fiorente, non confinata ad etichette sociali prestabilite, ma libera e indipendente; è anche la Saggezza da Civetta.

Altro approfondimento

"In tempi moderni la civetta è diventata simbolo di saggezza a causa del suo legame con la divinità greca Atena e la corrispondente divinità romana, Minerva; ma il suo simbolismo antico, ancora conservato nelle tradizioni popolari, la associava alla morte e alla distruzione. Si credeva che il verso della civetta udito durante il giorno o per tre notti di seguito fosse annunciatore di morte. In Scozia la civetta era chiamata Cailleach, cioè "donna vecchia", ed era associata alla morte e all'inverno. La civetta aveva anche un forte simbolismo sessuale. Nel Galles si diceva che quando una civetta cantava voleva dire che una fanciulla aveva perso la verginità. Presso i Celti la civetta appariva nella storia di Lleu. Suo zio era un mago e creò per lui, con fiori e piante, una sposa magica di nome Blodeuwedd, che in gallese significa "viso di fiore". Blodeuwedd rimase fedele a Lleu solo finché i fiori conservarono il loro profumo e poi s'innamorò di un cacciatore. Quest'ultimo ferì gravemente Lleu con una lancia e questi stava per morire quando fu trovato da suo zio. Per punirla dal suo tradimento, l'infedele sposa fu tramutata in una civetta e anche oggi, in Galles, la civetta viene chiamata Blodeuwedd. Blodeuwedd era una donna sensuale che seguiva la propria natura; la colpa del tradimento non era sua ma delle aspettative irrealistiche degli uomini. La sua storia è simile a quella di Lilith (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/lilith.html), che fu creata, come Adamo, dalla terra. Essendo pari a lui si rifiutò di copulare sdraiata sulla schiena e fuggì dal Paradiso. Lilith venne associata al barbagianni e descritta come un essere demoniaco con artigli e ali d'uccello, e incarnava gli aspetti negativi della femminilità. Era la Regina del Mondo Sotterraneo, portatrice di morte per i bambini e seduttrice di uomini durante la notte. Come tale, era l'aspetto oscuro di Eva, la maledizione mestruale che Eva portò nel mondo attraverso il serpente. (nota di Lunaria: ovviamente questa è la versione ebraica di Lilith che in origine era una Dea sumera) Entrambe le storie mostrano la vera natura delle donne e del processo di crescita da fanciulle in streghe. La civetta simboleggia i poteri oscuri interiori, la saggezza del ciclo mestruale e la necessaria trasformazione e morte del vecchio sé per ottenere il rinnovamento."
 




Altro approfondimento: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/la-dea-madre-nelle-diverse-culture.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/artha-grainne-sulis-eostre.html
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