Amaterasu e l'Imperatore

Info tratte da


Quando alla fine del XIII secolo Marco Polo apprese dai cinesi l'esistenza del Giappone, Jihpen-kuo, il Paese del Sol Levante, già da 1000 anni la Cina aveva contatti con l'arcipelago. 
https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/cina-antica-e-black-metal.html
è difficile riassumere la lunga fase della storia giapponese che precede le prime figure imperiali. 

Numerosi racconti mitologici mescolano divinità, uomini, avvenimenti fino a che la Dea del Sole Amaterasu Omikami, nell'atto di consegnare i simboli della regalità (Spada, Specchio, Collana) a suo nipote Ninigi, che scendeva per conquistare l'arcipelago, disse: "La terra dove tu andrai sarà governata ereditariamente dai miei discendenti. Va' e che la prosperità della dinastia imperiale sia eterna, come sono eterni il cielo e la terra"

Da allora fino ad oggi il Giappone è stato governato dal Tenno (l'imperatore) che ha organizzato lo Stato sintetizzando in sé il potere religioso e politico.
La più completa delle antiche descrizioni del Giappone si trova nel Wei zhi, una cronaca cinese compilata prima del 297 d.c che contiene varie informazioni; viene menzionato il paese di Yamayai, retto da una regina nubile di nome Himiko o Himeko, "Principessa del Sole", titolo usato più tardi dai membri della famiglia regnante.

Fu poi la volta delle divinità della "Pianura dell'alto cielo" (Takamagahara) fra cui Amaterasu Omikami e suo fratello Susa-no-O- no-mikoto, Dio delle tempeste e della violenza. Queste due divinità generano a loro volta la serie di Dei che diventano poi gli antenati delle più importanti famiglie che in seguito saranno protagoniste delle lotte per il potere in Giappone. Amaterasu generò la più importante della stirpe ("La stirpe del Sole") mentre suo fratello diventò l'antenato del lignaggio dei sovrani di Izumo. Dopo alcune battaglie mitologiche, da qui in poi compaiono gli "Uji" o clan, grandi gruppi di famiglie imparentati da vincoli di sangue, tenuti insieme dall'autorità patriarcale del capo della stirpe. L'imperatore governava sempre affiancato da importanti famiglie che di fatto detenevano il reale potere e lo conservarono nei secoli fino a che non saranno soppientate dalla classe militare.Già verso il 500 d.c il Giappone aveva raggiunto l'unità politica, conosceva i metalli, e aveva codificato un sistema religioso: lo Shintoismo. La mancanza di documenti scritti prima del 400 d.c. rende difficile ancora oggi trattare dell'antica religiosità giapponese, quale deve essere stata nelle sue forme primitive; quando essa venne fissata per iscritto, aveva già in parte subito influssi esterni.

Lo Shintoismo non ha un fondatore storico, né una dottrina precisa circa le divinità, l'oltretomba o il senso morale. 
Il termine con cui viene indicato si riferisce all'insieme delle credenze e dei rituali rivolti alle divinità del cielo (amatsukami) e della terra (kunitsukami). Queste credenze autoctone giapponesi non avevano un loro nome finché il buddhismo per distinguerle dai suoi culti, le chiamò "shinto" o "kami no michi" (via degli Dei). "Kami" è composto da "ka" ("nascosto, indistinto") e "mi" ("visibile, tangibile"), quindi kami è tutto l'universo nell'accezione di spazio e spirito. La Shintoismo è quindi una religione naturalistica, non rivelata. Dai due testi storici più antichi, "Kojiki" e "Nihongi" si può in parte ricostruire la religiosità del Giappone prima dell'introduzione del buddhismo e della cultura cinese; si trattava di una combinazione di animismo e culto della natura, senza alcun sistema di dottrina morale. Il dato fondamentale era il culto delle forze della natura alle quali veniva attribuito uno spirito, kami. Lo Shintoismo prevede quindi un profondo rispetto e culto per  la natura concepita come un insieme di forze o entità, i kami, che circolano nel mondo animale, vegetale, minerale. Alberi, fiori, animali, fiumi, vento, pioggia, uomini, tutto è kami.

Sembra che lo Shintoismo credesse che gli spiriti dei morti si radunassero sui monti e tornassero di tanto in tanto a visitare i loro cari. Dopo la morte il corpo tornava alla natura e durante la primavera, stagione in cui sbocciano i fiori di ciliegio, i defunti ricomparivano tra gli esseri viventi. Lo spirito del defunto, però, andava collocato in un santuario, altrimenti si sarebbe arrabbiato e avrebbe danneggiato i vivi. In questo santuario il defunto si univa ad una sorta di spirito collettivo diventando un protettore del luogo. Nello Shintoismo non esiste la trascendenza: la natura è al tempo stesso reale apparente e apparenza del reale, ed è sempre sacra.

Altri approfondimenti: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/qualche-concetto-di-filosofia-orientale.html


APPROFONDIMENTO

Kami, "Superiori", "Dei", è la parola con cui i Giapponesi hanno indicato tutti gli esseri che si presentavano alla loro adorazione. La religione giapponese è essenzialmente naturistica: l'epiteto Kami è applicato a tutte le grandi divinità della Natura: il Sole, la Luna, il mare, la terra, il fuoco, la pioggia. Accanto a queste Divinità naturalistiche vanno collocate quelle sorte dalla venerazione degli antenati (Nota di Lunaria: come nella religione africana).

Tra le Divinità  del pantheon il posto più eminente è occupato da Amaterasu, Dea del Sole, regolatrice dei cieli, simboleggiata da un uccello sacro, lo Jatagarasu, rappresentata nel templi dal suo Jatakagami (Yata no Kagami)  o specchio di bronzo.


Secondo una leggenda, lo specchio venne appeso ad un albero insieme alla gemma Yasakani no Magatama dalla dea Ama-no-Uzume per stanare Amaterasu, rifugiatasi in una grotta per sfuggire al fratello Susanoo e aveva così gettato il mondo nell'oscurità. Amaterasu vide la sua immagine riflessa nello specchio e ne rimase così stupita che gli altri Dei poterono portarla fuori dalla caverna.
Amaterasu è la più importante divinità del Pantheon giapponese. Dea del sole, venerata come capostipite della famiglia reale. Secondo il "Kojiki" di Yasumaro, Amaterasu è "la grande Dea che risplende nel cielo, nata dall'occhio sinistro del dio Izanagi". Nel "Kojiki" si legge ancora che Amaterasu per sfuggire all'insolente persecuzione del fratello Susanowo, dio della Tempesta, si nascose dentro una grotta "portandosi appresso il sole", privando in tal modo la terra del suo benefico splendore.
(Nota di Lunaria: forse si può fare un parallelo col mito greco di Demetra: 

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/demetra-e-persefone.html
Dea della vegetazione, dei campi e dell'agricoltura, figlia di Crono e Cibele, Demetra ebbe da Zeus una figlia, Persefone. Quando Persefone fu rapita da Ades - sovrano assoluto dell'Ade, di aspetto orribile; quando si innamorò di Persefone, per paura di un rifiuto, la rapì; seduto sul trono, con lei accanto, giudicava le anime dei morti, attorniato da Arpie, Erinni e il cane Cerbero - Demetra, disperata, fece in modo che la terra non germogliasse più; allora Zeus, per placarne l'ira, ottenne che Persefone vivesse quattro mesi all'anno con Ades e otto mesi con la madre. I Romani chiamarono Persefone, Proserpina.)

La Dea si decise ad abbandonare il rifugio solo quando la divina Ama no-Uzume, Dea della Danza e del Sorriso, la persuase ad uscire dall'antro per riportare sulla terra la sua benefica luce vivificatrice.
Il fratello Susanowo fu punito con l'esilio a Izumo, dove salvò una fanciulla che doveva essere sacrificata a un drago e la sposò. I loro discendenti regnarono sul Giappone fintantoché non furono sottomessi da Ninigi, figlio di Oshi-Ho-mi-mi e nipote di Amaterasu. Dal mito di Amaterasu traspare la descrizione dell'eclissi solare in relazione ai riti agricoli dell'antico Giappone; le divinità venivano adorate non già astrattamente, bensì come spiriti incorporati in alberi e pietre; ancora oggi, infatti, nel sito più antico del grande santuario naikù di Ise si può vedere un simulacro di divinità formato da tre sassi e un alberello.


Nota di Lunaria: il simbolismo femminile della grotta era presente anche in altre culture, vedi qui:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-discesa-agli-inferi-la-grotta-e-il.html
non a caso, i cattolici scopiazzano questo simbolismo mettendo "maria" nella grotta a "Lourdes".
Un'altra divinità è Ama no Uzume, la Dea della persuasione che convinse Amaterasu ad uscire dalla grotta in cui si era rifugiata dopo che il Dio della tempesta l'aveva offesa; l'abbondanza agricola era simboleggiata da Ukemochi, la Cerere nipponica, molto venerata dai contadini; Sengen era la Dea protettrice del monte Fusijama.

***

ALTRO APPROFONDIMENTO

Nella mitologia giapponese, tra le centinaia di migliaia di divinità nazionali, Amaterasu, la Dea del Sole, è quella principale: la famiglia imperiale proclama la sua discendenza da Lei. La storia più conosciuta di Amaterasu è quella del giorno in cui si scontrò col suo fratello più giovane, il dio della tempesta. In collera, lei si ritirò in una caverna, facendo diventare il mondo buio e inabitale. Solo la Dea della Gaiezza riuscì a rallegrarla con danze e canti licenziosi - secondo alcuni alzandosi le sottane per mostrare le parti intime. Quando Amaterasu, incuriosita dalle risate, si sporse per vedere cosa stava succedendo, gli Dei e le Dee appesero uno specchio a un albero, in cui lei si vide riflessa per la prima volta. Impressionata dalla sua stessa bellezza, uscì dalla caverna e cominciò di nuovo a risplendere. La rinascita di questa Dea è riflessa nella felicità della carta del Sole nei Tarocchi.
Amaterasu porta, come simboli della sovranità, la Spada, lo Specchio, la Collana.

Anche gli Aborigeni credono che il Sole sia femminile (Wuriupranili) e che sia la prima creatrice di vita sulla terra.
La maggior parte delle culture che considera il Sole femminile, vede la Luna come maschile. Nella cultura occidentale siamo abituate all'idea che il Sole sia maschile e la Luna femminile, un concetto abbastanza antico che si riflette nelle culture della Dea del Mediterraneo, delle Isole Britanniche e nel Nord Europa.
In Occidente, il Sole maschile inizia come figlio della Grande Madre - il bambino, che una volta cresciuto diventerà il suo consorte.
è la Grande Madre che ha dato alla luce il Sole come sua controparte maschile che prima era contenuta dentro di Lei.

Fin dai tempi antichi, ogni anno la sua nascita e morte venivano celebrate nei misteri agricoli, simboleggiati dalla nascita di un seme e in seguito dal raccolto di una pannocchia di granoturco o dalla mietitura del grano.
I momenti di nascita e morte del Sole erano i solstizi (21 giugno e 21 dicembre), il giorno più corto e quello più lungo dell'anno solare.

Nota: la Dea della città di Arinna era una Dea-Sole: la grande aura dorata corona la Dea che tiene in grembo un bambino.
Anche Cibele porta il disco solare: non più in testa, ma nella mano.

I più tardi Dei patriarcali del Sole usurparono il ruolo della Madre come creatrice e generatrice della forza vitale, e la loro comparsa fu accompagnata dai pregiudizi in favore della luce sull'oscurità, dal bianco sul nero, e ovviamente, dell'uomo sulla donna. (nota di Lunaria: tutte caratteristiche presenti anche nel cristianesimo)

Per approfondimenti vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/05/giappone-1-shintoismo-miko-e-black-metal.html




Per altri simbolismi femminili: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/arianrhod-cailleach-blodeuwedd.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/la-dea-madre-nelle-diverse-culture.html