Vittorio Emanuele II fu proclamato re d'Italia a Torino davanti al nuovo parlamento italiano nel 1861, ma all'Italia, come "unità", mancavano ancora il Veneto e il Lazio. Il re tramite il parlamento governava un paese povero, dove i contadini erano i tre quarti dell'intera forza lavoro, l'analfabetismo era una piaga (con l'80\90% di persone che non sapeva né leggere né scrivere)
Il Piemonte e la Lombardia erano le zone più avanzate, ma non si trattava più di stare al passo con le potenze europee del nord, ma di estendere i benefici a tutto il paese; cosa ancora impossibile, con un Sud Italia che era funestato dal problema del brigantaggio (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/il-brigantaggio.html) e da un'instabilità politica, non sapendo a chi si doveva obbedienza (ai Borbone o a re Vittorio?)
Occorreva, però, che tutto il paese fosse governato dalle stessi leggi, dalla stessa moneta, dalla stessa lingua (in Sud Italia non parlavano l'italiano, ma il dialetto). Tutti avrebbero dovuto sentirsi cittadini di uno Stato che non facesse distinzioni; occorreva che i paesi fossero collegati da strade e ferrovie, in un paese dove, specialmente al Sud, esistevano ancora sentieri da percorrersi con i muli!
Al tempo di Massimo d'Azeglio e della sua celebre frase "L'Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani", la Calabria era un paese sconosciuto; https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/calabria-le-origini-pagane.html
la Basilicata aveva persino delle zone dove si parlavano il greco, l'albanese e il dialetto, senza ospedali e scuole! Gli abitanti di Rionero in Vulture, di Atella, di Monticchio, non sapevano neanche cosa fossero il Piemonte o la Liguria; la metà dei loro uomini erano nascosti nei boschi di Lagopesole, armati e vendicativi.
Probabilmente Cavour avrebbe cercato soluzioni se non fosse morto nel giugno del 1861. Il parlamento, diviso tra Sinistra (ex mazziniani, garibaldini...) e Destra (moderati, liberali cavouriani) diede il compito di continuare l'opera di Cavour al suo partito, la Destra storica, composta da uomini che erano ottimi amministratori, ma tutti di provenienza aristocratica, che nulla sapevano dei problemi dell'Italia meridionale.
Per esempio, tipico del Sud Italia era il problema del lavoro minorile: bambini e ragazzi dagli 8 ai 14 anni lavoravano 12 ore al giorno nelle solfatare siciliane; il lavoro sottoterra arrivava fino a 10 ore. Molto spesso venivano pagati in farina.
In seguito alla guerra combattuta da Italia e Prussia contro l'Austria (1866), il Regno d'Italia poté annettersi il Veneto, ma anche il delta padano, come il Meridione, era estremamente sottosviluppato: le famiglie vivevano in "casoni" umidi e col tetto di paglia, col pavimento in terra battuta.
Malaria, tifo, tubercolosi erano dei flagelli.
Cavour si era dichiarato favorevole alla concessione di autonomie locali: i singoli problemi potevano essere studiati e risolti da persone che li conoscevano; anche altri politici del tempo condividevano questa idea ma prevalse il concetto che fosse meglio una sola amministrazione accentrata, con controlli imposti da Torino.
Lo Statuto di Carlo Alberto divenne lo Statuto del Regno d'Italia: le province furono rette da un prefetto che rappresentava il governo centrale.
Questo governo non fu mai amato dal popolo, né ebbe mai il consenso (specie dalla Sicilia e dalla Sardegna, che vivevano un periodo di particolare difficoltà https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/il-banditismo-sardo.html). I problemi sociali vennero trascurati proprio mentre il pagamento delle tasse veniva esteso a tutte le classi lavoratrici, con ripercussioni tragiche su contadini e operai.
Tra le numerose rivolte dei tumulti popolari, ricordiamo quella successa in Emilia-Romagna, con contadini che protestavano contro l'imposta sulla farina ("del macinato"): 20 persone furono uccise dai soldati a San Giovanni in Persiceto, presso Bologna.
Proprio in questo periodo, in Sud Italia, nascono mafia e camorra. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/le-origini-della-mafia-dal-1861-ad-oggi.html
Le condizioni in Italia meridionale non cambiarono con l'unità d'Italia conseguita nel 1860. I contadini si alzavano prima del sole per recarsi con i muli ai campetti delimitati dai sassi, le condizioni igieniche e i servizi pubblici erano rarissimi o inesistenti.
D'altraparte, anche l'estrema varietà di terreni tra una regione e l'altra non aiutava: si passava dal latifondo di tipo medievale alle coltivazioni intensive, dalle pianure alle zone vulcaniche, dai terreni fertili alle zone malariche, aride, sassose.
La vita in un paese di montagna "nell'estremo nord"... sì, prossimamente riporto anche le condizioni della vita dei contadini nei paesi del Nord |
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/case-in-rovina.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/portici-cascine-castelli-e-parchi-nel.html
Le zone agrarie più impervie, con la totale assenza di macchine "moderne" per l'agricoltura, erano la Sardegna, la Basilicata, la Sicilia, ma esistevano zone inaccessibili anche sulle Alpi e sugli Appennini.
Quando nel 1915 furono affissi i manifesti per la chiamata alle armi, tutti dovettero presentarsi. Era lontano il 1861, il tempo della rivolta e del brigantaggio. La gente del Sud diede un contributo "di sangue" di quella che fu l'ultima guerra di indipendenza e lasciò i suoi morti nei cimiteri alpini.
Eboli è un villaggio sonnacchioso sotto il sole; un mare di fango, d'inverno, quando piove. Una strada bianca e polverosa sale ondulando da Battipaglia, dove l'afrore del letame lasciato sulle rive degli stagni dalle bufale è come la nebbia che vela d'antico le zolle che ancora nascondono il santuario di Hera Argiva e appannano le colonne dei templi di Paestum. (...) Al viaggiatore, forse diretto a Potenza, forse a Muro Lucano, forse a Sala Consilina, che si guarda attorno curioso, non s'affacciano che calanchi, sassi, campetti guadagnati al bosco spinoso; c'è qualche capannuccia, c'è una piscinella a cui si avvicinano bestie mansuete. In alto c'è lo stridio dei corvi, il volo maestoso di poiane e falchi; da un dirupo viene l'urlo di un animale preso nella tagliola. Non si vedono uomini, se non presso i paesi: "seduti" sul dorso dell'asinello (...) vestiti di panno grigiastro, le barbe lunghe, gli occhi infossati e le guance di fame. Quando zoccolano sul lastrico del paese incontrano donne misteriose nei loro scialli neri frangiati, calze nere di lane, volti spenti. I bambini, quando ci sono, giocano nella spazzatura, che qui chiamano con l'antico nome latino, immondezza; i vecchi prendono il sole contro i muri e aspettano la morte. (...) Il manifesto che il lacero attacchino affigge alla Villa Comunale dice che c'è la guerra in Europa e che molti uomini partiranno; dice che lasceranno le pecore a Monte Ogna e a Monte Saracino e vestiranno la divisa; dice che è suonata l'ora della riscossa. I pecorai di quassù non sanno leggere, parlano fra loro e decidono di chiamare il farmacista. "Leggete voi", gli dicono. Quando l'hanno saputo, poi, non hanno un moto, né una parola in più. Rimarranno a faccia in giù sui monti del Trentino.
Per approfondimenti sulla condizione contadina e il lavoro minorile in Sicilia, vedi le novelle di Verga (in particolar modo "Rosso Malpelo"): https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/giovanni-verga-1-i-romanzi-e-vita-dei.html
Per approfondimenti sulla realtà contadina, pastorale e dei pescatori della Sardegna, vedi i romanzi di Grazia Deledda (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/grazia-deledda.html)
Un film consigliato:
Infine, ricordiamo un proprietario terriero che appoggiò le rivolte dei contadini:
Per un approfondimento sulla brutale repressione subita dai contadini scozzesi nell'Ottocento e sul fenomeno (attuale) del Land Grabbing, vedi:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/highland-clearances-e-land-grabbing.html
Per il banditismo in Sardegna: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/il-banditismo-sardo.html