N.B: qui trovate altre info: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/lavori-e-divertimenti-nel-medioevo.html https://intervistemetal.blogspot.com/2023/01/vita-di-santa-margherita-di-cortona.html
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Nel Medioevo le donne erano attivamente inserite nella vita economica. In Champagne, nel XIII secolo, la contessa Bianca, rimasta vedova, amministrava le sue proprietà, fondando una nuova città.
In Gironda, per il pedaggio del porto de La Réole, si assiste a tre vendite di diritti che sono fatte da donne che agiscono senza menzionare il consenso del marito: Guillelma de Penon, Baldovina Duport, nella prima metà del XIV secolo; una castellana, Marguerite di Gironda, conduce delle transazioni con gli abitanti di Sainte-Hélène e di Listrac nel 1318: ciascuna delle 87 famiglie, ogni anno, consegnerà una pollastra, i carichi di grano, di vino, di paglia, di pollame del signore, pagherà i canoni sull'avena, sul frumento, sul miglio, sul lino, sulle pecore, versando la somma di 130 lire: in cambio, potranno avere boschi, brughiere, pascoli e il signore feudale rinuncerà ai diritti che poteva riscuotere sulle loro eredità.
Alcune donne venivano interpellate anche per decisioni di ordine militare: quando il visconte d'Orthez, Garcias Arnaud de Navailles promette al re di far abbattere il mastio del castello di Sault, è accompagnato dalla moglie, Marie Bertrand, che nel 1262 si assume l'impegno con lui; una certa Mabile de Colomb col marito Armand de Blanquefort, decide di far riparare il castello di Bourg e di Blanquefort.
In epoca feudale e per tutto il XIII secolo le donne che hanno retto e amministrato possedimenti anche estesi sono ben menzionate: quasi tutti i principati laici belgi vennero governati da donne come la contessa Giovanna (1205-1244), Margherita delle Fiandre o di Costantinopoli (1244-1280), la duchessa Giovanna di Brabante (1355-1406), Margherita di Baviera (1345-1356), Maria di Borgogna (1477-1482)
Nel Medioevo le prostitute potevano essere espulse dalla loro residenza se le persone "di buona reputazione" sporgevano querela; anche chi le accoglieva doveva pagare multe.
Un mestiere svolto da molte donne era quello di "pettinatrice": una certa Suzanne, parrucchiera, compare nei registri del 1297, con le menzione di ben 150 mestieri femminili; c'erano poi le "barbiere" cioè le donne che praticavano i salassi e rimettevano a posto le fratture o ricucivano le ferite in quanto "cerusiche". (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/hildegarda-di-bingen-e-trotula.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/dottoresse-nellantichita.html)
Nel 1375 viene processata una certa barbiera di Parigi, nella parrocchia di Saint-Marcel, per escluderla dall'albo professionale: a partire dal XIII secolo i mestieri si riunivano in "maestrie" o sindacati: la donna si difende precisando di aver imparato il mestiere da suo padre, ma fino ad allora la professione di barbiera, insieme a quella di panettiera, mugnaia, merciaia, ostessa erano tipiche delle donne: in un poemetto di Francesco da Barberino (XIV secolo) queste professioni vengono tutte menzionate.
Curiosamente, il medico era chiamato "mire" e il femminile era "miresses", termine che scompare dopo il Medioevo.
Sono menzionate diverse "miresses": cinque nel 1297, una nel 1313, di una abbiamo persino il nome: Jacoba Félicie, processata per conto della Facoltà di Medicina di Parigi nel 1322: è accusata di contravvenire allo statuto che riserva l'esercizio della medicina ai diplomati dell'università.
Questo è un fatto importante sul quale riflettere: l'università, fin dall'inizio, è un mondo maschile e coltiva un pregiudizio "antifemminista" contro le donne. Comunque, Jacoba Félicie nel XIII aveva molte emule: le cronache ci tramandano il nome di una dottoressa, Hersent, che insieme a san Luigi e Margherita di Provenza partecipa alla crociata.
Curiosamente, la tessitura per intero e parzialmente confezioni e ricamo erano mestieri maschili, fino al XIV secolo; le donne si occupavano di filare la sera, lavorare i tessuti di seta; facevano le tessitrici di copricapi di seta e le confezionatrici di "cappelli d'aurifrisia" o "scarselle saracene". Le donne che lavoravano la seta erano delle artigiane di lusso che usavano dei piccoli telai portatili (se ne vede qualcuno nel famoso arazzo della "Dama col Liocorno")
Potrebbe stupire, ma le donne nel Medioevo erano addette anche alla lavorazione dei metalli: François Villon menziona una "bella elmiera" poi la cappucciaia Jeanneton, Catherine la borsettaia, Blanche la calzolaia, Guillemette la tappezziera; di una guantaia e di una salsicciera non conosciamo il nome.
Diffuse anche le agoraie, le coltellinaie, le calderaie, una maniscalca, una forbiciaia, una ferraia, una usberghiera che costruiva le armature, una vasaia in peltro e le donne che avevano dita sottili potevano confezionare fibbie e gioielli come alcune orafe e tagliatrici d'oro.
Probabilmente erano vedove che portavano avanti la bottega del defunto marito.
Alcune sono persino al servizio di principi come una libraia (Agnese di Parigi) e una rilegatrice, Marguerite, al servizio di Giovanni principe d'Orléans. A Lilla il mestiere di rigattiere è più praticato dalle donne che non dagli uomini.
E poi naturalmente le donne lavorano come macellaie, sanguinacciaie, panettiere, fornaie, formaggiaie, lattaie, pollaiole, pescivendole e venditrici di aringhe, birraie, cialdonaie che vendono cialde e dolci, fruttivendole, candelaie, lavandaie, cameriere, taverniere, ostesse, droghiere.
Insomma: nel Medioevo le donne si occupavano eccome di commercio!
Abbiamo persino la menzione di una certa Marie Valence che a Marsiglia si associa davanti ad un notaio con Bernard Ambulet per aprire uno spaccio, pensato per i naviganti, alle Isole di Marsiglia: il contratto è datato 6 luglio 1248, in piena epoca della crociata di san Luigi! Alcuni registri di taglia del 1292 e 1313, a Parigi, riportano una donna tassata come usuraia; Bonne de Nieulles viene designata come "crociata" e si richiama a questa qualifica per protestare contro il prevosto di Poitiers nel 1247 che l'accusa di aver avuto rapporti illeciti con i chierici.
Margot è menzionata come giocatrice di pallacorda della regione dello Hinaut, che si esibisce a Parigi nel 1425 e "pochi erano gli uomini contro cui non vincesse", osserva il "Bourgeois de Paris"
Durante la Guerra dei Cento Anni le donne vennero impiegate come spie o agenti segreti, come testimonia il "Journal du siège d'Orléans".
Le cronache ci testimoniano pure il loro nome: Jacquette Paucigot, che riceve 60 soldi in cambio del suo lavoro, Jeanne la Hardie viene smascherata come spia e fatta giustiziare; altre due donne nel 1435 sono andate a "spiare e informarsi sulla situazione dei nemici del Re che monta l'assedio di fronte ad Avranches"
(1) Nota di Lunaria: non c'entra col Medioevo, comunque un bel romanzo di Barbara Cartland, la Regina del Rosa, "Incontro al chiaro di luna", ha proprio per protagonista una ricamatrice appartenente alla piccola nobiltà; il romanzo è ambientato nell'Ottocento.
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