Iniziamo dall'antica Cina!
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Lo stadio più antico e il nucleo centrale della primitiva religione cinese consiste nell'adorazione del Cielo, T'ien, in quanto è la suprema manifestazione della forza vitale che regola l'universo: chiamato anche Shang'ti o "Supremo Dominatore" in quanto è non il creatore ma il provvido governatore del mondo, concetto meno astratto dell'altro, e più strettamente legato alla dinastia regnate nel Paese. In seguito, al Cielo vennero associati i 4 punti cardinali più il centro, con riti sacrificali ai medesimi. E fu associato anche il binomio Cielo-Padre e Terra-Madre: "Con il misterioso congiungimento del Cielo e della Terra si producono tutti gli esseri come col matrimonio tra l'uomo e la donna"
Al Cielo e alla Terra i Cinesi hanno praticato il sacrificio e il culto dal I a.C al 1916.
I riti religiosi erano compiuti dall'imperatore stesso e la negligenza nel celebrarli poteva giustificare la rivoluzione dei sudditi.
Accanto all'adorazione del Cielo, il secondo pilastro della religione cinese è il culto degli antenati. Tutti li onorano, a cominciare dall'imperatore che ha sette sale con i propri altari destinate al culto degli antenati.
I Cinesi hanno diversi vocaboli per esprimere la potenza attiva di ciò che esiste: shen, per esprimere lo spirito del cielo, kuci per la terra, po'h che corrisponde all'anima sensitiva e che si dilegua con la morte, hun, l'anima razionale che presiede alle funzioni dello spirito e che nel sogno, sembra allontanarsi dal corpo.
Dopo il Cielo e gli antenati, gli spiriti (hsien), spesso apoteosi di persone realmente esistite. E prima di tutti gli spiriti magni assunti a una quasi deificazione o quali fondatori di dinastie. "Le montagne, i boschi, i fiumi e le valli, i poggi e le colline producono le nubi, fanno vento e la pioggia e manifestano cose meravigliose: e gli spiriti sono cagione di tutto. Perciò colui che ha la sovranità suprema deve sacrificare a tutti gli spiriti"
Altre religioni sono il buddhismo e il taoismo, oltre che il confucianesimo: il confucianesimo ha carattere più etico e nazionale e si rivolge ai burocrati e nobili; (nota: il confucianesimo è anche gerarchico e maschilista) il taoismo e il buddhismo si dirigono piuttosto al popolo; il taoismo ha un'impronta più naturalistica mentre il buddhismo è più escatologico e presiede piuttosto alla morte e ai funerali.
Qui una lista delle Dee cinesi più famose:
- A-Ma, Dea cinese dell'acqua
- Bixia Yuanjin, la Principessa delle Nuvole, la Dea Taoista dell'alba e della gravidanza: il sorgere del Sole, la venuta della luce sulla terra, si equivalgono al venire alla luce del bambino che emerge dall'oscurità del ventre materno
- Cheng'O, la Dea cinese della Luna
- Chihnu, Dea dell'arte e della creatività
- Dou Mou, Dea cinese della stella del nord. è legata alla morte, ai fantasmi, alla divinazione, alla salute. I suoi simboli sono il Sole, la Luna, le stelle.
- He Xiangu (Ho Hsien-ku) è la Donna Cinese Immortale tra gli Otto Immortali. è la fata che veglia sui focolari. Porta con sé un gambo di loto curvilineo terminante con un fiore o una capsula di semi. Questo stelo magico guarisce qualsiasi malessere.
- Hsi Ho, Dea cinese del sole
- Hu Tu, Madre Terra
- Kwan Yin, la Dea della compassione, la Madre della Guarigione. Madre della misericordia, madre della compassione e della guarigione, onorificenze, queste, che delineano le caratteristiche dell'amatissima dea cinese Kuan Yin o Guanyin. Guanyin (o Gunanshinyin) è il volto che nel buddismo cinese ha preso Avalokitesvara, il bodhisattva della compassione. Un passaggio dalla figura maschile a quella femminile assai significativo. Lei è "Colei che ascolta i lamenti del mondo", che libera dalle sofferenze.
- Lan Caihe, Dea buddista legata alla longevità e alla natura. I suoi simboli sono i fiori e i flauti.
- Mazhu, la Dea del mare
- Meng Jiangnu è la Dea del raccolto, dei bambini, della comunità; ha come simbolo una zucca.
- Nu Ba, la Dea cinese della siccità.
- Nu Wa, la Dea creatrice degli esseri umani; è metà donna e metà serpente.
- Sao Ch'ing Niang Niang, Dea del tempo
- Sung Tzu Niang Niang, la Dea dei bambini. I suoi simboli sono le bambole.
- Xi Shi (pronuncia: "Shi Shur"), la Dea cinese dei profumi e dei trucchi.
- Xi Wang Mu, la Dea cinese dell'amore.
- Zigu Shen, la Dea cinese delle concubine e delle latrine. Era nata come contadina, venne venduta come concubina di un uomo già sposato. La moglie dell'uomo la obbligò a vivere nelle latrine e quando Zigu morì, dopo essere stata picchiata dal marito, venne sepolta lì. Fu trasformata in Dea dall'Imperatore Celeste, che le diede il potere di mediare le relazioni tra moglie e concubine (gli antichi cinesi, infatti, erano poligami)
- Xun, Dea cinese delle irrigazioni
- Yaoji, Dea cinese delle montagne
- Zhinu, Dea stellare cinese; legata all'amore, alla devozione, alla divinazione, all'argento.
- Ehuang e Nvying, figlie del re Yao: donne deificate: si gettarono nel fiume, diventando le Dee del Xiangshui.
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Con quella indiana ed ebraica, la cultura cinese è fra le più antiche civiltà superiori che si siano perpetuate senza interruzioni sino ad oggi. Essa ha mantenuto una serie di caratteri peculiari, sviluppando ed elaborando elementi autoctoni e altri mediati dall'esterno in modo originale.
La scrittura non è di tipo alfabetico, ma è costituita da caratteri indipendenti, ciascuno con un significato concreto, la cui presenza ha necessariamente influenzato la logica e il pensiero cinese.
Alcuni caratteri sono dei pittogrammi, altri degli ideogrammi, che rappresentano concetti astratti, attraverso raffigurazioni simboliche e altri ancora hanno origine fonetica.
Le religioni dell'antichità
L'importanza del fattore religioso, la sua funzionalità all'organizzazione politica e sociale, la credenza nel rapporto fra le potenze non umane e il mondo degli uomini e in certe forme di aldilà emergono dall'analisi dei reperti archeologici per epoche precedenti la prima dinastia storica, cioè quell Shang: le relazioni di parentela e la genesi stessa dello Stato sono da mettersi in relazione con elementi di ordine magico-religioso. La stretta connessione fra potere sacrale e potere politico ebbe luogo in un contesto fondato sulle relazioni di parentela, le quali si mantennero nel corso della formazione delle prime forme statali di cui assunsero la funzione di legittimazione.
Questo fenomeno è confermato in epoca Shang - come risulta dai reperti funerari, dalle iscrizioni oracolari e sui vasi bronzei - attraverso il riconoscimento di un rapporto privilegiato fra il clan della famiglia regnante ed il mondo celeste per il tramite degli antenati regali; questi facevano da intermediari tra il mondo degli uomini e la divinità suprema.
La classe dominante comunicava con l'altro mondo attraverso dei rituali di tipo sciamanico, in particolare la divinazione veniva realizzata mediante l'esposizione al fuoco di scapole di animali e di corazze di tartaruga, e contrassegnava i momenti più importanti della vita di corte e della vita politica ed economica.
Riti sciamanici hanno continuato ad essere praticati nel corso di tutta la storia cinese. La loro presenza ci viene confermata dalle fonti storiche Han che riportano che numerosi sciamani, che abbondavano in tutto il territorio cinese nel III sec. a.c., erano invitati dagli imperatori per la costruzione di altari e templi nella capitale. Nonostante la periodica ostilità dei funzionari, essi mantennero un ruolo rilevante anche a corte. Soltanto con la graduale confucianizzazione dello Stato, a partire dal'editto del 1023 che rimandava gli sciamani nelle province di origine e decretava l'abbattimento di tutti i loro altari, lo sciamanesimo fu progressivamente eliminato dalla capitale, continuando però ad essere praticato a livello popolare.
Ritornando all'epoca Shang, il re e i sacerdoti offrivano regolari sacrifici agli antenati e alle divinità della natura. Dettagliati erano i regolamenti circa le modalità di svolgimento dei sacrifici: le cerimonie contemplavano il lancio di oggetti di giada nei fiumi, l'aspersione del terreno con il vino, la cottura di carne e cereali su altari all'aperto e da essi emerge "il principio di reciprocità" che assieme alla divinizzazione e alla struttura gerarchica sarebbe rimasta alla base della vita religiosa in Cina. Gli spiriti degli antenati che potevano essere raggiunti grazie alle diverse tecniche di comunicazione con l'oltretomba, potevano svolgere un ruolo attivo a difesa del proprio clan e contro i suoi nemici, placando le numerose forze ostili che permeavano il mondo della natura. In questo contesto, la divinità suprema era Shang, Shangdi,
fonte dell'unità e dell'ordine (probabilmente, in origine, il Supremo Antenato), al di sopra degli antenati della casa regnante, esercitava il suo potere su tutto l'universo attraverso il controllo dei vari spiriti naturali come vento, pioggia, sole, luna: da qui il nome che significa "Sovrano che sta in alto". La stessa esistenza individuale finiva col costituire un semplice momento di un ciclo che trovava nella continuità della stirpe la propria giustificazione, e la morte era intesa come la dispersione di molteplici energie (qi) materiali e spirituali. Da ciò derivava una visione della morte priva di connotati tragici, poiché l'identità era ricondotta essenzialmente all'unità biologica e sociale.
Tale atteggiamento contribuisce a spiegare l'assenza di un mito delle origini nella Cina arcaica, in quanto veniva meno l'esigenza della ricerca di una "causa prima" o "primo motore" al di là della genealogia che riconduceva a un mitico antenato fondatore. Con la successiva dinastia degli Zhou il concetto di Shangdi si venne ulteriormente spersonalizzando. Mutando il rapporto tra Shangdi e gli antenati della casa regnante, questa divinità si venne separando dagli antenati dei singoli clan, per avvicinarsi al concetto di "ordine universale" e di Cielo; dal Cielo sarebbe stato concesso il "mandato celeste" ("Tianming"), al clan che si fosse dimostrato in grado di possedere il "De", il potere magico (solo successivamente significò "virtù"). I re Zhou assunsero quindi il titolo religioso di Figli del Cielo che indicava la loro responsabilità, oltre che verso i sudditi, nei confronti delle forze naturali e cosmiche. Per ingraziarsi le divinità e ristabilire l'equilibrio delle forze cosmiche danneggiato da qualche errore nei rituali o nelle leggi, essi celebravano sacrifici periodici. Oggetto di venerazione erano anche le divinità della natura, fra cui spiccava quella della terra, rappresentata in una sacra collina ("She"), presente sia nella capitale che nel villaggio.
Se sotto gli Zhou la comunicazione con l'oltretomba perse progressivamente importanza nell'ambito delle pratiche cultuali - anche a seguito dell'imporsi di una divinità suprema, il Cielo, nettamente separata dal mondo degli uomini e degli antenati - i riti familiari continuarono però a svolgere fra i lignaggi familiari un ruolo fondamentale.
La religione popolare doveva incentrarsi in una serie di culti indirizzati alle forze naturali - come le sorgenti, le montagne, le stelle, la luna, il sole, i fiumi - alle quali si attribuiva una potenza magica, che si cercava di propiziare.
La religiosità contadina, praticata attraverso la venerazione delle divinità della terra e del grano, dei fenomeni atmosferici (vento, tuono, pioggia, acque), dei parassiti, del bestiame e degli alberi, si è conservata grosso modo sino alla fine dell'Impero.
Benché non definita, era diffusa la credenza nell'oltretomba: si sono rinvenuti modellini in legno e ceramica di case, uffici, cibi, vestiario e ornamenti nelle tombe dei funzionari e aristocratici. Si credeva che le anime dei defunti potessero sopravvivere, per un certo tempo, nella tavoletta ancestrale, nella tomba o in un triste Regno degli Inferi chiamato "Sorgenti Gialle". L'ascesa al cielo era riservato a pochi eletti. Un dipinto funerario su seta ci offre la rappresentazione di tre mondi: gli inferi, il mondo dei mortali, il mondo celeste, con tutta una serie di mostri e simboli.
La concezione cosmogonica, che si contraddistingue per l'assenza dell'idea di una creazione ex nihilo, si fonda su alcuni miti, relativi alla separazione del cielo e della terra dal caos originario e di eroi primordiali che avrebbero insegnato all'uomo la civiltà. Alcuni testi tardi raccontano di Pangu, l'uomo cosmico dal cui corpo sarebbero nate le varie parti dell'universo (nota di Lunaria: vedi il parallelo con la Tiamat sumero-babilonese e il Purusha indù, dal quale si originarono le caste; anche l'azteca Coyolxauhqui è una Dea smembrata)
Nella cosmologia tradizionale, il cielo era concepito come una sfera, sostenuto dalle montagne su una terra quadrata; inteso nelle credenze popolari come una specie di divinità suprema maschile contrapposta alla femminilità della Terra, nelle rielaborazioni confuciane divenne la personificazione della potenza cosmica fisica e morale. Secondo alcune fonti, il Cielo era suddiviso in 9 strati, a cui corrispondevano i 9 piani delle acque abissali nel sottosuolo, le Nove Sorgenti: esse costituivano il regno dei morti, ma al tempo stesso era da esse che la vita rinasceva. 9 erano pure le province in cui risultava diviso il territorio dal primo sovrano cinese.
Approfondimento sulla Poesia Cinese
tratto d
Nota di Lunaria: la poesia cinese tradizionale è davvero "difficile" ad una lettura occidentale; sia per il fatto che molto spesso è brevissima, sia per il fatto che - alle nostre orecchie - suona spesso come un non-senso (non c'è un filo logico che leghi i versi). Questo perché la poesia originale cinese, ovviamente, era pensata con la grammatica cinese, e gli ideogrammi, che rappresentavano i concetti, venivano scelti, dal poeta cinese, anche per effetti di "giochi di parole" o musicalità, che erano recepiti dagli uditori; cose che, ad orecchie non cinesi, nella traduzione in lingue europee, si perdono inevitabilmente. Comunque, riporto una poesia, molto probabilmente composta da un'anonima poetessa cinese appartenente alla classe nobiliare.
A differenza della poesia lirica d'Occidente, cosa che aumenta ancor di più il loro fascino, quelle canzoni sono spesse cantate da donne. Il fatto si spiega senza dubbio per la condizione della donna, legata alla casa (*) e alla fattoria, mentre gli uomini correvano per il mondo.
Sebbene i matrimoni fossero combinati dai genitori, c'erano amori segreti ed appuntamenti furtivi.
I grilli stridono nell'erba
e le cavallette saltellano tutt'intorno;
non vedo il mio amato,
il mio cuore è colmo di malinconia.
Ah, se potessi vederlo,
stringerlo contro di me,
allora il mio cuore sarebbe guarito.
Ho salito la montagna, là in basso a sud;
ho colto delle erbe nel bosco;
non vedo il mio amato,
il mio cuore è colmo di malinconia.
Ah se potessi vederlo...
Ho salito la montagna, là in basso a sud,
ho colto dei fiori sull'orlo del precipizio;
non vedo il mio amato,
il mio cuore è malato d'amore.
Ah se potessi vederlo...
Nella campagna c'è un daino morto.
Lo si avvolge in erbe bianche;
una fanciulla ha la primavera nel cuore:
un uomo innamorato la domanda.
Nella foresta ci sono giovani alberi,
nella campagna un cervo morto;
lo si lega e lo si avvolge in erbe bianche.
Una fanciulla è simile alla giada,
oh, lentamente, dolcemente!
Non si deve toccare la mia cintura,
non si deve far abbaiare il mio cane.
(*) In verità, la condizione della donna cinese è peggiorata con l'arrivo del patriarcale confucianesimo. Per ulteriori approfondimenti consiglio di consultare Bachofen. Sembrerebbe che alle origini ci fosse persino una classe sacerdotale femminile, in Cina, che poi venne sostituita tutta dai mandarini maschi.
Dal punto di vista musicale, invece, c'è da segnalare qualche band interessante, nel Black Metal/Folk:
I Deep Mountains
Anche Empylver è interessante (trattasi di metal atmosferico molto intimista)
ma i più particolari tra tutti sono i Black Kirin, 黒麒
sentite un pezzo come "Death Contract" (投名状)
o come questo
Non c'entrano con la Cina, ma visto che difficilmente potrò citarli altrove, dato che Mongolia & Taiwan non hanno molta "letteratura tradotta qui in Italia" (ehm...) già che ci sono cito anche i Tengger Cavalry (dalle atmosfere mongole)
e i Bloody Tyrant 暴君 (da Taiwan), autori di un Black Metal sinfonico, come questa ottima
"落雨賦 ", "Ode to the falling rain"
La band per il cd si è anche ispirata a un poeta locale, 徐如林, le cui poesie erano dedicate proprio alla montagna.
Ho citato queste band perché sono band che alla solita base metal ci aggiungono una personalità cinese che li rende particolari e innovativi, ma esistono ovviamente band cloni che copiano quanto fatto qui da noi, senza aggiungere niente di personale.
Un film horror-fantasy cinese molto carino è "Storia di Fantasmi Cinesi"
APPROFONDIMENTO: MOSO E AMA
Info tratte da un articolo di giornale del 2013
Mentre nel nostro Occidente le donne difendono una parità faticosamente acquisita, almeno sulla carta, e cresce l'allarme per i femminicidi, esistono società dove è l'uomo a dover chiedere permesso.
Sono le società matriarcali, forme di dominio femminile radicate nei secoli, magari sotto l'occhio benevolo di divinità come la Dea del lago Lugu, in Cina, o di Amaterasu, la Dea del Sole giapponese, due tra le diverse incarnazioni del potere femminile legato alla natura e già celebrato in statuette come la Venere Paleolitica di Willendorf, di 25 mila anni fa.
Un potere che, neanche a dirlo, inquieta i maschi.
Lo testimoniano miti e leggende popolati da femmine sanguinarie, come le baccanti della grecità che smembrarono Orfeo, le amazzoni guerriere o, ancora, le donne-lupo dell'isola danese di Laesoe, che nelle saghe nordiche intimoriscono con pesanti mazze di ferro persino il possente dio Thor; non è un caso, del resto, che proprio l'isola di Laesoe sia stata, fino al 1800, un raro esempio di società matriarcale.
Oggi, per rintracciare gli ultimi regni delle donne, dobbiamo però spingerci lontano.
In un angolo remoto della Cina sudoccidentale, non lontano dal Tibet, a 2560 metri sul livello del mare, c'è il lago Lugu, "Lago Madre" per i locali, circondato da montagne e ricoperto di foreste e radure fiorite di camelie e azalee.
è qui che, protetta dalle montagne Hengduan, resiste al tempo - e a diversi tentativi di riforma - una delle ultime società matriarcali del Pianeta, quella dei Mosuo, popolo di 40 mila anime con un costume forse unico al mondo, quello dei "matrimoni ambulanti".
"Sia le donne che gli uomini Mosuo passano tutta la vita nella casa della propria madre (caratteristica che gli antropologi definiscono matrilocalità)
Quando una donna raggiunge la maggiore età, ottiene dalla matriarca il diritto a una camera tutta sua, dove può ricevere gli uomini ai quali avrà mostrato, durante il giorno o in feste e cerimonie, il proprio gradimento: su tutte le porte c'è un gancio dove l'uomo scelto appenderà il cappello quando è in visita, in modo che nessuno vada a disturbare. L'uomo prescelto dovrà visitare la donna di notte e andarsene via all'alba, possibilmente senza farsi vedere dagli altri membri della famiglia se non si tratta di una relazione già consolidata.
Comparando la società dei Mosuo alla nostra, viene il dubbio che qualche vantaggio nella loro scelta ci sia: quella dei Mosuo è una struttura familiare molto stabile, dove non possono avvenire eventi distruttivi come divorzi e separazioni, perché non è il matrimonio a formare le famiglie e non ci sono i problemi legati alla custodia dei figli o alla divisione delle proprietà; tutto è posseduto dalla Dabu, la matriarca, che provvede agli acquisti ed elargisce denaro ai familiari.
Questa assenza di interessi contrapposti e l'istituto del "matrimonio ambulante" rendono i Mosuo liberi di amoreggiare solo con chi desiderano davvero e solo fino a quando lo desiderano.
La loro è una monogamia seriale, fatta di relazioni che iniziano e si sciolgono senza conflitti. Il fatto che le coppie non vadano a vivere stabilmente insieme, inoltre, scongiura la violenza domestica dell'uomo sulla donna che colpisce l'Occidente. Inoltre, caso unico in Cina, l'impostazione della famiglia fa sì che non ci siano discriminazioni basate sul sesso dei nascituri: nessun membro della famiglia lascerà la casa per andare a vivere altrove, come avviene nelle altre società e quindi si investe allo stesso modo sui maschi e sulle femmine.
Così capita spesso che la paternità non sia certa e non stupisce che i Mosuo non abbiano la parola "padre" né "marito". Tra i Mosuo gli uomini hanno un peso insignificante nell'accudimento e nell'educazione dei loro bambini.
Chissà se darà davvero tutto così idilliaco. In ogni caso è un sistema molto raro, la maggior parte delle società più antiche sono caratterizzate o da monogamia e neolocalità (la coppia si sistema in proprio) oppure da poliginia (famiglie con un marito e più mogli) e patrilocalità (la coppia vive presso il padre del marito)
Non più del 17% delle società tradizionali sono matrilineari, e queste sono per la maggior parte anche matrilocali, ma solo in pochissime i figli restano nella casa dove nascono e vivono come madri, sorelle, fratelli tutta la loro vita, particolarità da cui, nei Mosuo, scaturisce la necessità del "matrimonio ambulante".
Per molto tempo i Mosuo sono stati un rebus per antropologi: perché gli uomini investono energie per garantire la discendenza delle proprie sorelle e zie, invece che per i propri figli, come avviene nel resto del mondo? Se le donne vivono in gruppo con le sorelle, i fratelli e i cugini matrilineari, allora il maschio, in media, è in termini genetici più vicino ai figli delle sue sorelle e cugine di quanto non lo sia ai bambini che vivono nelle case della compagna.
Ecco perché da un punto di vista evoluzionistico, ha senso che l'uomo Mosuo svolga la maggior parte del suo lavoro presso la casa di sua madre e delle sue sorelle invece di vivere con la moglie.
Donne forti e indipendenti, superiori all'uomo sotto ogni punto di vista, sono anche le pescatrici "Ama" di Ise-Shima, in Giappone. Una tradizione di quasi duemila anni - l'etimologia di "Ama" indicherebbe una discendenza diretta da Amaterasu, la Dea del Sole della tradizione giapponese -
le vede immergersi ogni giorno, a qualsiasi età, per raccogliere sui fondali marini un pregiato mollusco dalla conchiglia iridescente. Fino agli anni '60 le "Ama" usavano un succinto costume che colpì Ian Fleming (il personaggio di Kissy in "Si vive solo due volte" è una pescatrice "Ama")
Per i giapponesi sono un mito. Donne dalle maniere brusche e al tempo stesso più libere di esprimere la propria sensualità.
Se le nomini a un giapponese, tutti ti diranno che sono molto diverse dalle altre donne del Paese e che sono loro le capofamiglia. Sono il prezioso tramite tra due mondi, quello terrestre e quello acquatico, che per loro è una seconda casa e frequentano anche a 80 anni. Non possono stare lontane dal mare. E nella poesia giapponese del periodo Heian (794-1185) le "Ama" sono la metafora di una vita libera dai vincoli e dalle costrizioni della società.
Le società matriarcali sono rarissime. Uno dei pochi esempi è il Vietnam: si tratta del popolo Ede, minoranza etnica di 285 mila persone che vivono sugli altopiani della provincia di Dak Lak. Presso gli Ede, case e terrene sono posseduti solo da donne, e passano alle figlie. Gli uomini prendono il nome della famiglia della moglie, e dopo il matrimonio vanno a vivere con questa. Fulcro di tutte le decisioni che riguardano la famiglia è la matriarca, detta Khoa sang, che dispone di una specie di trono in legno intagliato da un solo albero ed è anche rappresentante della famiglia nel villaggio.
Non un vero matriarcato ma pur sempre una società matrilineare e matrilocale è quella degli indiani Hopi, che oggi vivono sulla Black Mesa, in Arizona: il lavoro tra donne e uomini è diviso equamente, ma le donne hanno un maggior potere decisionale e possiedono case e terre, mentre gli uomini possono avere la proprietà del bestiame che allevano.
Dopo il matrimonio il marito va a vivere presso la famiglia della moglie.
Anche il popolo dei Bemba, in Africa centrale e i Manangkabu dell'Indonesia hanno una struttura familiare matrilocale. E il viaggiatore inglese John Hawkins riportò esempi di matrilinearità nelle isole greche di Naxos, Santorini, Lesbo, Lemno, Paros e Kos, risalenti alla fine del diciottesimo secolo.
ALTRO APPROFONDIMENTO
tratto da
"Ci saremmo recati per la cerimonia sacra dapprima a Yongning, dove avremmo cantato e bruciato i rametti di artemisia in onore del Monte Gamu e successivamente a Qiansuo per fare una visita alla famiglia d'origine di Ama. Per questo era importante che lasciassimo le cose ben predisposte per Dujema, che avrebbe badato alle nostre galline e ai nostri maiali. Un'altra incombenza era preparare cibo sufficiente anche per chiunque altro avesse voluto unirsi a noi per un pic nic [...] Il giorno dopo alle prime luci dell'alba, caricammo i nostri pony di montagna e ci mettemmo in cammino per compiere il giro rituale del Lago Madre. Quando il sole fu alto nel cielo, ci arrampicammo per un tratto sul Monte Gamu, fra gli alberi odorosi e i rododendri alpini e le peonie, fino a un'incantevole area, dove incontrammo altre famiglie che avevano già iniziato le celebrazioni. I mucchietti di artemisia stavano già bruciando senza fiamma, le donne si erano tolte il turbante e gli uomini il copricapo di feltro. Tutti facemmo profondi inchini alla Dea Madre. Il nome completo della nostra Dea della montagna è Segge Gamu, "La Leonessa Bianca" e, in realtà, vista dalla piana di Yongning, ha proprio l'aspetto di un felino accucciato, con le zampe anteriori posate sulla riva del lago, da dove si può intuirne il volto ampio e squadrato e, abbassando lo sguardo, ammirare la sua placida immagine riflessa sullo specchio d'acqua. Salendo poi sulla vetta di Gamu, in corrispondenza della sua testa, si può scorgere l'intera piana di Yongning circondata da alte montagne, e sotto di lei il lago, più azzurro del cielo, con le sue isolette rivestite di abeti odorosi e di pini silvestri. Si mormora che in un punto imprecisato sui fianchi di Gamu sia nascosto un immenso tesoro di gioielli d'oro e pietre preziose che era stato interrato molti secoli fa da uno dei nostri signori feudali, ma ancora nessuno è riuscito a scoprire dove sia né probabilmente ciò avverrà in futuro. Poi, proprio in corrispondenza della criniera di Gamu, si spalanca una caverna smisurata nella quale si recano le donne che sperano di restare incinte, perché questa grotta rappresenta il ventre stesso della Dea, essendo Gamu non soltanto una leonessa ma anche una donna e, in quanto tale, la Madre dell'intera popolazione Moso."
Nota di Lunaria: per quanto riguarda la Dea Gamu e la sua associazione con il leone, ricordo che molte altre Dee sono associate ai leoni:
"Tutte le estati, il 25° giorno del settimo mese lunare, la nostra Gamu è tenuta a recarsi a Lhasa per contendere in giochi con le divinità del Tibet, e quindi l'antica festa della montagna, con tutte le sue danze e i canti e le devozioni e i brindisi, mira a esortarla a uscirne vittoriosa. Questo perché Gamu, oltre ad un aspetto pacifico, ne ha uno irato e in caso di sconfitta verremmo colpiti da calamità con tempeste capaci di distruggere la produzione agricola, nonché da malattie e sterilità che affliggerebbero animali ed esseri umani. Ma è di conforto sapere che la brillante Gamu trionfa quasi sempre, anche in assenza di una festa in suo onore! E naturalmente, il suo fascino le procura molti amanti oltre a un compagno speciale di nome Azhapula, il Dio della montagna di Qiansuo. Oh, povero Azhapula! La splendida Gamu può complicargli a tal punto la vita da rendergli spesso impossibile controllare la propria collera. Per esempio, quando lui la scoprì che faceva all'amore con Cezhe, un giovane appena incontrato, si infuriò talmente che lo castrò. E anche oggi si può notare che in cima al monte Cezhe manca una guglia."
Nota di Lunaria: alcune montagne cinesi hanno forme antropomorfe, vedi per esempio il picco Sichun:
"A volte, quando non ne può più, Azhapula arriva a minacciare Gamu di separarsi da Lei per cercarsi un'altra compagna, ma di fronte alle suppliche di restare e alle dichiarazioni d'amore della Dea, finisce per accontentarla e rimane sempre con lei. Fu così che molto, molto tempo fa, dopo un tremendo bisticcio, Azhapula, pazzo di gelosia, balzò in groppa al suo destriero e corse lontano a briglia sciolta. Com'era prevedibile, non sopportando il distacco e decisa a trattenerlo, Gamu lo rincorse e, raggiunto che ne ebbe il cavallo, protese la mano riuscendo a stento ad afferrare per la giubba l'amato e a bloccarlo. Il Dio e la Dea continuarono a strattoni per l'intera notte finché il sole non sorse all'orizzonte e allora, sotto la luminosa volta celeste, vennero trasformati in montagne. Ancora oggi sono qui, e tuttora Gamu trattiene Azhapula per la giacchetta attraverso la profonda forra che li separa per ricordare ai Moso che gli uomini devono sempre fare ritorno alla casa materna alle prime luci dell'alba e che la nostra Dea Madre e il suo amante Azhapula non avrebbero dovuto dare tanto scandalo. Mentre si prostrava devotamente per la terza volta, mia madre vide con la coda dell'occhio mia sorella maggiore. "Dove hai imparato a fare l'inchino come i cinesi Han?", l'apostrofò Ama, dicendole di onorare la Divinità come si conviene, andando a toccare la terra con la fronte e tenendo le mani giunte a sfiorare prima le sopracciglia, poi le labbra e infine il cuore. Quindi ci prostrammo tutti insieme da capo, per tre volte e nella maniera appropriata, dopo di che Ama prese a cantare:
Oh Dea Gamu! Abbiamo lavorato sodo per un anno intero, ma in questo giorno davvero speciale, siamo venuti a renderti grazie con qualche pietanza e il vino che ho portato qui. So che non bastano a mostrare la mia gratitudine, ma te li offro con la massima sincerità. Grazie, Gamu, per la tua protezione! è stato un anno tranquillo per la mia famiglia e per l'intero villaggio. Grazie Gamu per il tempo clemente! Ci ha permesso di avere un raccolto abbondante e tutti godono di buona salute. Grazie Gamu per l'anno che sta iniziando! Ti prego, preserva la mia famiglia, e dona benevola protezione a tutti gli abitanti del villaggio! Ti presento la mia primogenita, Zhema, che è venuta a inchinarsi davanti a te. E questa è mia figlia Namu, ed ecco i miei rampolli maschi: Ache, Howei e Homi, e la mia ultimogenita, Jiama. Sono tutti venuti a prostrarsi dinnanzi a te!
Onorammo ancora la Dea con tre inchini e pregammo, poi ripetemmo il rituale un'ultima volta prima di stendere le coperte intorno al fuoco di bivacco e sederci a consumare il nostro pranzo all'aperto con le altre famiglie."
Comunque, per chi volesse approfondire, consiglio questi libri:
Concludo parlando di stregoneria cinese, argomento che sarebbe perfetto da trattare per molte band cinesi di Black Metal.
Nella religione della Cina Antica gli spiriti cattivi erano detti Kuei, con termine generale che designava anche le anime dei morti, ma vennero poi indicati col termine shen (originariamente soltanto gli spiriti celesti) e con ch'i (spiriti terrestri); appaiono con forma di bambini dai lunghi capelli imitanti la voce umana, con la quale spaventano i viaggiatori, oppure come spiriti delle rocce, demoni senza testa (k'iu-kuang), demoni delle montagne (fang-ling), demoni delle paludi (wei-t'o).
Sempre nella Cina antica la stregoneria, connessa alla credenza demonica, è un notevole filone. I più antichi testi storici presentano gli stregoni, con il nome di Wu, impegnati nel culto statale: la possessione da parte di uno spirito (ling-pao) o di un Dio, l'esercizio di poteri eccezionali, la presenza di intense esperienze personali avrebbero distinto questi sacerdoti-stregoni in modo netto dal clero feudale. Nel "Libro delle Istituzioni della Casa dei Chou", di tarda epoca, gli stregoni appaiono trattati con un certa distanza dal clero statale: "Wu di ambo i sessi in numero enorme... I wu invitati, durante l'inverno, quando predominano gli spettri... essi espellono il male dai palazzi e parimenti fanno per ogni dove, durante la primavera... allontanano i demoni e il mare, espellendo così le malattie... le wu femmine sono incaricate di praticare gli esorcismi in determinati periodi dell'anno, servendosi di abluzioni aromatiche"
(Nota di Lunaria: questo estratto è preso da "Riti o istituzioni dei Chou" di Chou Li; purtroppo non specifica quali fossero queste "abluzioni aromatiche" che usavano le streghe cinesi ma possiamo immaginare che, similmente alle streghe occidentali, anche le streghe asiatiche usassero erbe e avessero comunque una predilizione per le erbe)
Il numero delle donne che praticavano la stregoneria doveva essere notevole. Un testo dello Shih-king riferisce: "che non si preoccupano di preparare più il cibo di casa o di coltivare bachi da seta o di tessere ma preferiscono apprendere il mestiere di scongiuratrici (*); intrecciando le danze al suono dei tamburi, si servono degli spiriti e con codesta pratica ingannano il popolo e circuiscono le donne maritate e le nubili ottenendo che i deboli e i malati quando vengono a trovarsi in bisogno e soffrono, abbiamo timore di loro"
Nota di Lunaria: anche Starhawk in "Dreaming the dark" ipotizza che la caccia alle streghe fosse stata scatenata anche dalle brame di potere dei medici maschi che potevano così "dimezzare" la concorrenza che subivano dalla classe rurale delle guaritrici semplicemente accusando una povera vecchia conoscitrice di erbe e rimedi naturali...
Tornando all'argomento della stregoneria cinese:
Normalmente streghe e stregoni operavano in uno stato di invasamento-trance che era provocato dalla discesa di uno spirito o demone nel loro corpo, talvolta dello spirito di un morto: "In mezzo agli uomini i morti parlano per bocca di persone viventi, provocando loro la trance. Le wu, pizzicando le loro nere corde, fanno scendere le anime dei morti, che allora parlano attraverso le loro bocche. I posseduti vengono chiamati ling-pao: in loro il corpo rimaneva quello della strega, ma il cuore era quello del dio"
(*) La "Scongiuratrice" è una figura presente anche nel sacerdozio femminile hittita; vedi questo stralcio tratto da:
Gli Hittiti avevano anche Sacerdotesse, tra le quali ne spiccava una, detta "La Vecchia" (Su-gi); altre Sacerdotesse suonavano il tamburo (**) e recitavano scongiuri.
(**) cosa che del resto facevano anche le ebree, non in campo sacerdotale, ovviamente, ma durante le feste o le vittorie del popolo ebraico, ed è attestato un paio di volte nella Bibbia, vedi anche la storia della figlia di Iefte.
Lo shintoismo giapponese ci ha trasmesso una mitologia cosmogonica nella quale si presume che in una fase astorica esiste una confusione aurorale dominata da forze numinose avverse e malefiche: "Il rumore delle divinità malefiche era simile a quello delle mosche durante la quinta luna ed esse riempivano tutto del loro sciamare"; si passa all'ordine cosmico proprio attraverso la dominazione di tale confusione demoniaca. Costituito l'ordine, restano nel pantheon alcune divinità perverse. Fra di loro particolarmente importante è il Dio dell'uragano, signore del mare, chiamato Susa-no-wo.
è protagonista delle lotte contro la Dea Sole (Amaterasu) e si carica di elementi negativi, ma nel medioevo diviene un Dio benefico, protettore dell'amore e del matrimonio. Geni malefici dei fiumi sono i Kappa, animali con il volto umano che infestano le sorgenti.
Ika-tsuchi, Padri-Terribili, sono le 8 divinità del tuono che uscirono dal corpo morto di Izanami. Il Dio del fuoco, Kagudzuchi, Padre-Incandescente, ha carattere ambivalente, come fuoco provocatore di disastri e di malattie e come fuoco rituale purificatore. è venerato come spirito maligno (ashihi).
Nel Buddhismo tibetano, soprattutto nel Tantrismo, esistono le Dakini, divinità femminili che hanno assunto particolare importanza. Fornite di potenza magica, di scienza necromantica e di conoscenze soprannaturali, conferiscono il potere iniziatico agli adepti, ma sono energie distruttrici e nefaste quando non vengono trattate secondo le debite osservanze rituali. Rappresentate talvolta come attraenti fanciulle, coperte dei soli ornamenti, sono connesse, per i loro simboli, alle tecniche yogiche cimiteriali e mortuarie. Portano una collana di teschi umani, danzano sui mucchi di cadaveri, bevono il sangue da un teschio foggiato a coppa. Hanno occhi rossi e verdi. (nota di Lunaria: le Dakini le tratterò quando parlerò del metal tibetano :D )
Molto Black Metal, eh? :D |
APPROFONDIMENTO: BREVE STORIA DELLA SCIENZA NELL'ANTICA CINA
Info tratte da
Non si conosce il nome dell'inventore della polvere da sparo, ma è probabile che fosse un alchimista cinese intento a fabbricare un farmaco per prolungare la vita!
Gli alchimisti erano persone che mescolavano tutte le sostanze per scoprirne di nuove dotate di proprietà interessanti.
Essi fondevano i metalli, pestavano i minerali e poi li scioglievano in acqua, bruciavano e trasformavano in polvere piante e legno. C'erano alchimisti in molte zone del mondo, ma i più abili erano Cinesi.
Gli alchimisti avevano un atteggiamento molto diverso da quello degli antichi Greci: quelli che cercavano di fare era scoprire la differenza tra le diverse sostanze esistenti, senza mai stare a chiedersi perché le sostanze fossero così diverse.
Questo anche perché volevano arricchirsi. Erano convinti che si potesse ottenere l'oro dalla fusione di altri metalli, idea che avevano ereditato dai Sumeri, i quali molte migliaia di anni prima della nascita di cristo erano riusciti a mettere a punto un nuovo metallo chiamato bronzo mescolando rame e stagno.
Alcuni alchimisti dedicarono tutta la loro vita a mescolare sostanze, per ottenere l'oro. Furono i primi ad inventare il laboratorio e ad usare le ampolle di vetro, i forni per la fusione e le bilance di precisione; scoprirono anche alcuni elementi chimici.
Nell'ottavo secolo d.c l'alchimista arabo Giabir ibn Hayyan, che divenne poi famoso col nome di Geber, tentò di preparare l'elisir di lunga vita, una sorta di farmaco che avrebbe dovuto curare tutte le malattie.
Non ci riuscì, ma scoprì invece l'acido acetico, uno dei componenti dell'aceto, una sostanza corrosiva dotata di un odore penetrante, attualmente molto usata nell'industria.
Gli alchimisti riuscirono anche a mettere a punto il sale ammoniaco, che tra l'altro viene usato nei detersivi, e l'alcool.
Gli alchimisti cinesi si dedicavano più alla ricerca dell'elisir di lunga vita che a quella dell'oro ma, poiché nemmeno loro capivano cosa accadeva quando facevano i loro miscugli, ogni tanto le cose finivano male.
Se per esempio tra i componenti c'erano mercurio o arsenico, le persone a cui veniva somministrata "la medicina della vita" finivano per morire!
Questa fu la sorte che toccò, tra gli altri, a diversi imperatori cinesi.
La polvere da sparo ebbe origine in modo altrettanto pericoloso. A un certo punto, nel corso del nono secolo d.c, un alchimista cinese mescolò per caso carbonella, zolfo e salnitro, e poi diede fuoco alla mistura: non sappiamo cosa sia stato di lui... ma in un libro dell'850 si dice che gli alchimisti che facevano esperimenti sulla mistura si bruciavano spesso le mani e la barba e che numerosi laboratori erano stati distrutti dalle fiamme.
Probabilmente gli alchimisti scoprirono che se si dà fuoco alla polvere da sparo in un contenitore chiuso, questo esplode.
I cinesi adorano i fuochi d'artificio e cominciarono ad inserire la polvere da sparo in rotoli di carta, che esplodevano facendo un gran botto quando si dava fuoco alla polvere.
Questi "petardi cinesi" sono ancora molto popolari in tutto il mondo. I prima razzi furono probabilmente usati per feste e divertimenti, ma ben presto i Cinesi capirono che la polvere da sparo poteva anche essere usata come arma.
I razzi furono usati per la prima volta in una grande battaglia nell'anno 994. Subito dopo si iniziarono a produrre centinaia di migliaia di razzi da guerra.
Le conoscenze necessarie per la preparazione della polvere da sparo si diffusero in tutta la Cina nell'undicesimo secolo e furono portate nel regno arabo e in Europa dai mercanti.
L'imperatore cinese capì quanto potesse essere pericolosa questa invenzione in mani nemiche, e nel 1067 vietò ai mercanti di vendere i componenti della polvere da sparo.
Ma era troppo tardi. Ormai era la ricetta della polvere da sparo a costituire un pericolo, non gli ingredienti che la componevano.
Uno dei problemi più grossi, nella ricerca della verità, è che non possiamo mai prevedere quali saranno le conseguenze di una scoperta.
Non era del tutto casuale che l'alchimista che scoprì la polvere da sparo fosse cinese; i Cinesi inventarono anche l'aratro di ferro, che solcava la terra in modo più efficace dell'antico aratro di ferro; furono sempre i Cinesi a scoprire che i germogli crescevano più alti quando i semi erano piantati in file e prepararono anche il primo veleno per sterminare gli insetti nocivi alle colture.
I Cinesi trivellavano la terra alla ricerca del petrolio, sfruttavano l'energia idrica, producevano materie plastiche e usarono i soldi di carta mille anni prima del resto del mondo.
Molte loro invenzioni sono ancora in uso: per esempio, gli aquiloni, le carte geografiche, la vernice fosforescente, i giochi con le carte, i fiammiferi, le carriole, gli orologi meccanici, gli spaghetti, gli ombrelli, gli scacchi, le staffe, i libri, le canne da pesca con la bobina di avvolgimento e il timone delle navi.
I Cinesi studiarono il cielo e le stelle molto prima dei Greci e scoprirono tra l'altro che il Sole ha delle macchie scure.
I matematici cinesi erano abili quanto quelli indiani e arabi, e misero a punto un sistema numerico simile a quello indiano.
In Cina i medici curavano molto gravi malattie, e usavano il vaccino contro il vaiolo: il medico cinese Chang Chi, vissuto intorno al 200 d.c, capì che alcune malattie derivano dalla cattiva alimentazione. Consigliò una serie di precauzioni per la cura di questo tipo di malattie derivanti da carenze alimentari. Solo nel diciottesimo secolo, in Europa, si sarebbe arrivati a una ricchezza di nozioni mediche di pari livello.
Tutte queste scoperte e invenzioni contribuirono a rendere la Cina uno dei paesi più ricchi e potenti del mondo: la Cina, mille anni fa, era una superpotenza.
Nota di Lunaria: visto che attualmente sui social network "va di moda" fare revisionismo storico sulla misoginia, meglio ricordare che Confucio era a favore della sottomissione e della violenza contro la donna:
Quindi confucio, esattamente come tutti gli altri fondatori di religioni patriarcali, era MISOGINO.
Quindi il "femminismo confuciano" è un ossimoro esattamente come il "femminismo ebraico\islamico\cristiano".
sui Ching: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/i-ching.html
Poesia cinese: https://intervistemetal.blogspot.com/2022/01/temi-e-simboli-della-poesia-cinese.html
Simbolismo cinese del pozzo:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/il-pozzo-nel-simbolismo-cinese.html
Cina e matematica e la prima donna cinese astronoma! https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/la-matematica-cinese-e-wang-zhenyi.html
Filosofia orientale: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/qualche-concetto-di-filosofia-orientale.html
Simbolismo orientale: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/animali-e-alberi-nel-simbolismo.html
Il loto: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/il-simbolismo-del-loto.html
L'Arte: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/01/larte-nellantica-cina.html
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