I Menhir e i Dolmen di Arzachena


Sullo stesso argomento, nel dettaglio, vedi:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/sardegna-le-origini-pagane.html

La testimonianza ad oggi più importante della prima età del Rame in Sardegna è il complesso dei circoli funerari presso Arzachena, in località Li Muri, da cui gli studiosi hanno dato il nome alla corrispondente Cultura dei Circoli o di Arzachena o Gallurese. è una cultura limitata alla Gallura, ma che ha importanza rilevantissima quale perno di congiunzione tra elementi di civiltà orientale e i loro sviluppi occidentali avvenuti contemporaneamente e similmente in Sardegna, Corsica, Iberia.
I circoli di pietra, circa 50 nella zona tra Arzachena e Olbia, documentano un aspetto dei costumi funerari propri di una comunità di pastori vissuta agli albori del III millennio a.c, probabilmente di origine corsa. Nella zona erano presenti anche tombe di dolmen e a grotticella naturale.
Quale significato si cela in quelle pietre deposte in aperta campagna, sotto il sole cocente e le intemperie, con l'evidente, dichiarato proposito di significare qualcosa?






"La Dea Madre è la terra stessa su cui poso i piedi; sua è la fecondità che produce l'erba, gli alberi; il mio armento e me stesso. è Lei la pietra eterna delle vene di metallo che si fa docile creta per le mie ceramiche. Io sono il figlio della Fecondità. A me la Madre ha svelato il suo mistero; due sono le condizioni della riproduzione feconda: la morte del seme che si rende alla terra tutto purificandosi e tutto donandosi, e il raggio fecondatore il Principio di Vita che scende dal cielo sotto specie di luce e acqua. Nel respiro della Madre, dunque, tutto nasce, si riproduce e muore. Ed io, figlio di Lei, sono nato, devo riprodurmi e devo rendermi a Lei purificato."



Perciò la morte era per il clan di Arzachena un rito fondamentale. La dimora dei morti non poteva che essere eretta con il corpo stesso della Madre (*), il granito eterno di Gallura: tre enormi, pesantissime, lastre venivano disposte in verticale, ortogonali al terreno, a formare un vano rettagolare aperto sul quarto lato, in direzione sud-est, verso il sorgere del sole, voltando le spalle ai gelidi venti di nord-ovest. Questo lato venne più tardi chiuso con un lastrone [...] una quarta pietra, la più grande di tutte, veniva posta sopra le altre, a copertura. Era questo il dolmen, il primo elemento architettonico complesso dell'umanità, la matrice simbolica di tutte le altre costruzioni: casa, tempio, grattacielo...




(*) Nota di Lunaria: Mircea Eliade in "Trattato di Storia delle religioni" dedica un intero capitolo alla Litolatria.
L'adorazione delle pietre è stato anche uno dei primi culti in area semita. Ebrei e arabi politeisti adoravano le pietre, ed erano proprio "pietre femminili".
Vedi questi post: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/cromlech-megaliti-e-culto-astronomico.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/dolmen.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/campo-rotondo-e-la-litolatria.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/05/stonehenge.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/marocco-litolatria-gioielli-magici-mano.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arte-e-scultura-nellantico-yemen.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-5-gli-alti-luoghi.html

La stessa Ka'aba (1) è di origine pagana, e lo devono ammettere anche gli stessi islamici




(1) Ka'aba derivante da Ka'abu, "cubo",
forse con riferimento alle pietre cubiche erette per il culto degli Dei, o anche a "Ka'ibah", "vergine" in arabo.