Info tratte da
I Monoliti di M'Soura (Mzora)
I misteriosi monoliti di M'Soura sono un luogo interessante da visitare. Questo sito preistorico è costituito da un cerchio formato da 175 pietre, [*] che probabilmente in origine circondavano un tumulo funerario. Alcune pietre sono state danneggiate ma nel complesso è un luogo molto affascinante. La pietra più alta raggiunge 5 metri ed è chiamata El-Uted, "il puntatore".
[*] La litolatria, cioè l'adorazione delle pietre, il considerarle sacre, simbolo della Dea o utili per segnare un territorio giudicato sacro, era praticata anche da molte altre culture: Lapponi, Inuit, Mongoli... In area semita si adoravano spesso anche i meteoriti, le "pietre nere". Tra le Dee più celebri legate alle pietre nere citiamo Cibele, ma anche la pre-islamica Allat, a cui apparteneva la "pietra nera" poi inglobata nel "culto ad allah".
Riporto solo l'approfondimento sui Tuareg. Per chi volesse saperne di più sulle altre culture, può consultare questi libri:
Approfondimento tratto da
LITOLATRIA E CULTO DELLE MONTAGNE?
L'autore, Edoardo Borzatti von Löwenstern, ha vissuto per un periodo tra i Tuareg, raccogliendo informazioni dalla voce degli abitanti. C'è un passaggio molto interessante che, per quanto stringato, ci permette di ipotizzare che prima dell'arrivo dell'islam i Tuareg adorassero le montagne e forse anche le pietre, concepite come Dee.
Un giorno ci avviammo fuori dal villaggio, in silenzio; non diceva nulla, poiché era la stessa natura a parlare. Guardava il cielo, le montagne, respirando con soddisfazione l'aria fresca. Si stagliavano di fronte a noi alcuni picchi vertiginosamente alti e le pareti dirupate delle montagne. Ahmed intuì il mio interesse; si fermò ed incominciò ad elencare i nomi di queste montagne: "Ognuna è come un uomo, ora stanno ferme, ma come l'uomo hanno un'anima e sono ricche di sentimenti. Qualcuna prende il nome di un uomo e altre nomi da donna; nel passato vissero una vita simile alla nostra: si innamoravano, spesso soffrirono di gelosie e più di una volta si verificarono dei duelli mortali e le ferite sono ancora visibili sulle nude rocce."
Poi Ahmed concluse guardandomi ironicamente (...) mi lasciava concludere che egli stesso era convinto che tutte le leggende erano frutto della fantasia.
Visto che eravamo caduti in argomento ne approfittai: rivolsi cautamente qualche domanda sulle superstizioni e sulle idee più ricorrenti intorno alla magia.
Ahmed da parte sua si fece ripetere la domanda più volte; mi guardava come per rimproverarmi l'ardire di indagare cose in cui non avrei dovuto occuparmi.
Ahmed cercava di farmi capire che era di religione islamica e che quindi le mie domande cadevano nel vuoto; d'altraparte io ero conscio di quanto l'islam fosse superficiale ed imbevuto di superstizioni, residui di precedenti credenze: me lo confermavano le numerose tera (amuleti) al collo di Ahmed e la professione di fede animistica, sia pure velata di ironie che mi aveva fatto poco prima descrivendomi il paesaggio.
(Nota di Lunaria: adorare le montagne, grotte e colline è una pratica ancora presente nell'Induismo; vedi per esempio Parvati, la Figlia della Montagna, la Dea-Grotta Hingraj Mataji, la Dea delle colline Saptashrungi;
molte Dee vengono rappresentate con una semplice roccia o una forma ad uovo - come Ashapura - e c'è persino una Dea, Shantadurga, che viene adorata sotto forma di tumulo di formicaio!)
"La superstizione", mi disse, "c'è fra la gente più ignorante, fra quelli che vivono nel sud o in tende isolate. Esistono per essi degli spiriti maligni conosciuti con il nome di Kel es Souf, che si materializzano durante la notte o comunque in ambienti oscuri. Questi geni invisibili fanno molte cose contro i viventi, per cui è necessario difendersi con amuleti e spesso ricorrendo all'aiuto di un saggio con dei poteri magici."
"Perché ce l'hanno con gli esseri umani?"
"Perché gli uomini non sono buoni e spesso non li rispettano. Preghiamo e onoriamo Allah, altrimenti ci punisce con carestie e morti; i Kel es Souf sono temuti, ma nessuno li ama o li degna di una preghiera; rappresentano il male che vuole sopraffare il bene."
Cercavo di fare un confronto con il nostro demonio; in realtà i Kel es Souf lo ricordano solo vagamente, relegati alla funzione di folletti.
Per approfondimenti, vedi: http://intervistemetal.blogspot.com/2016/01/taarma-black-metal-dal-balochistan.html
Come spesso succede nel deserto, sul pianoro si formò, all'improvviso un turbine di sabbia, un vortice simile ad una colonna, alto una trentina di metri e stretto alla base. Dimenticando i miei discorsi con Ahmed, presi la macchina fotografica e mentre mi preparavo a scattare le foto, Ahmed mi dise: "Ecco i Kel es Souf: sono essi che producono quel vortice" (Nota di Lunaria: leggende legate a spiriti del vento nel deserto erano presenti anche nel folklore sumero - si pensi a Lilith, Dea del vento o a Pazuzu
- ma anche in Namibia, le cui leggende sugli spiriti maligni hanno ispirato il celebre film horror "Demoniaca" di Richard Stanley;
comunque i popoli del deserto adoravano le tre Dee, Allat, Manat, Al Uzza, spesso sotto forma di tronchi di legno o di pietre nere, come i meteoriti)
La Regina Al-Kahina
All'inizio del VII secolo la maggior parte dei Berberi in Marocco venerava divinità locali. Alla morte di maometto, i califfi arabi portarono l'islam ad est, nell'Asia centrale e nel Nord Africa, dove però l'espansione fu frenata da rivolte interne. Fu nel 682 che il califfo Uqba bin Nafi raggiunse le coste atlantiche del Marocco. Per nulla intimorita, la regina guerriera dei berberi algerini, Al-Kahina (*) costrinse il califfo a ritirarsi in Tunisia.
Il Marocco, comunque, divenne islamico al termine del VIII secolo.
(*) "Kahina" significa "la veggente". Il Kahin è il veggente, colui che praticava la magia e la divinazione. "Kahina" è il femminile del termine. Si tenga presente che secondo me questa regina era anche sacerdotessa, forse una specie di Pizia marocchina...
Orgoglio Berbero
Il simbolo raffigurato sulla bandiera berbera è la lettera "yaz", dell'alfabeto tifinagh,
ovvero una rappresentazione stilizzata di una persona libera (amazigh), espressione usata dai berberi per definire se stessi.
Nonostante una tradizione di poesia, musica, arte, che risale al 5000 a.c, gli Amazigh sono stati considerati un popolo ignorante perché privi di scrittura. I Romani tentarono di impadronirsi dei loro territori ma quando vennero costantemente sconfitti, li battezzarono "berberi", cioè barbari. Recentemente il movimento dell'Orgoglio Berbero ha riabilitato il termine "berbero".
Altri approfondimenti: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/il-sahara-nel-paleolitico-e-le-donne.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/sahara-le-rovine-romane.html
I Tappeti Marocchini e la Stella di Venere-Ishtar
Tessuti intrecciati o ricamati, i tappeti in Marocco sono realizzati esclusivamente dalle donne e rappresentano una sorta di investimento per la famiglia berbera. Le donne tessono soprattutto in inverno. Il tappeto viene anche usato come dote di matrimonio e a volte si barattano in cambio di monete o grano. Il tappeto è veramente il biglietto da visita dell'artigianato marocchino.
Esistono due tipi di tappeti: quelli di città e quelli di campagna. I tappeti di città sono di tipo intrecciato. Una leggenda ne racconta l'origine: mentre le tessitrici erano intente a lavorare, un uccello lasciò cadere sulle loro opere dei pezzetti di lana multicolore. Non sapendo quali colore scegliere, scelsero di tesserli tutti insieme. Per questa ragione, i tappeti di città sono composti dai sette colori dell'arcobaleno. I tappeti di Rabat si ispirano all'antica tecnica anatolica, e hanno un motivo centrale (kouba) di tonalità calda, circondato da motivi floreali o geometrici.
I tappeti rurali hanno colori diversi a seconda di dove vengono realizzati. Quelli a tinte vivaci (carminio, rosso ecc.) provengono da Tazenakht, nel Sud, e sono tappeti-tessuti intrecciati\ricamati, chiamati "glaoua" ("dal paese di Glaoui"). Anche se oggigiorno vengono usati prodotti chimici, la composizione del blu resta naturale: un mix a base di fichi, datteri, hennè crea l'indaco. I tappeti di Haouz, su fondo rosso, hanno disegni che richiamano lo stile art déco.
I motivi decorati sui tappeti berberi hanno un loro linguaggio.
A volte si ispirano alla forma degli organi genitali, giocando sull'incontro dei due sessi, per simboleggiare la fertilità.
I disegni dei tappeti permettono di conoscere le diverse tappe della vita di chi li ricama: verginità, matrimonio, gravidanza.
ALTRO APPROFONDIMENTO TRATTO DA:
Si è dovuto attendere il 1994 perché il sociologo Abdelkebir Khatibi in "Dal segno all'immagine" potesse affermare: "Si può arrotolare un tappeto come fosse un talismano e srotolarlo come fosse un geroglifico. è il genio buono che accompagna lo spazio e lo trasforma davanti ai vostri occhi."
Per Khatibi il tappeto rappresenta "un linguaggio perduto\uno spazio in cui appaiono dei pictogrammi, segni che apparterrebbero ad una scrittura antica, il tifinagh, utilizzata dai berberi, i tuareg del Sahara" e giunge alla conclusione che "il tappeto è, in Marocco, un talismano plastico della donna."
Il tifinagh è una delle scritture più antiche del mondo e anticamente veniva scritto solo dalle donne; non aveva neppure un verso di scrittura, ma si poteva scrivere anche con un andamento "serpentiforme" e per questo risulta molto difficile leggerlo.
Uno dei segni più utilizzati è la stella di Venere. La stella, come la luna e la mano, era un simbolo pre-islamico, poi inglobato nell'islam. http://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arabia-saudita-no-per-davvero-parli-di.html
I disegni della stella e dello specchio sul tappeto in berbero vengono chiamati "itthran" (o ithr), "stella" e "lamri", specchio. Stella e specchio erano simboli di Venere Afrodite.
La stella è un simbolo antichissimo: in Babilonia era usata già nel XIII secolo a.c e oggigiorno viene ancora rappresentata sui tappeti marocchini.
La stella ad otte punte era associata ad Ishtar ed identificava il pianeta Venere. Il disco solare babilonese prevedeva una stella inscritta nel cerchio ed era simbolo del dio Sole, Shamas; in arabo, "sole" di dice "shams". La mezzaluna invece era associata al dio Sin.
Altri simboli molto diffusi sui tappeti sono i triangoli e le losanghe.
Nota di Lunaria: avevo già parlato della falce di luna e della stella in riferimento all'arte yemenita e saudita pre-islamica http://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arte-e-scultura-nellantico-yemen.html
http://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arabia-saudita-no-per-davvero-parli-di.html
Quanto al triangolo, era il simbolo della Grande Madre:
L'olio di Argan
Olio molto famoso, dal sapore di nocciola, usato anche in cucina. L'albero di Argan, il cui nome ufficiale è Argania spinosa, è un prodotto fondamentale per l'economia marocchina: fornisce legna da ardere, foraggio per le capre, olio usato in cucina, a scopo terapeutico e per la cosmesi. Le donne berbere raccolgono i frutti a primavera e li fanno mangiare alle capre, i cui succhi gastrici sciolgono il guscio molto duro. I noccioli vengono poi recuperati, tostati, ridotti in poltiglia e pressati. Per produrre un litro d'olio d'argan occorrono trenta kg di noccioli e 15 ore di lavoro, che viene svolto solo dalle donne. è molto usato anche in cosmesi, per i capelli o per creme antirughe, perché è ricco di vitamina E.
Abiti marocchini:
La festa delle ciliegie
Sefrou è una cittadina nota per la festa delle ciliegie, che dura 4 giorni: si festeggia la raccolta delle ciliegie con musica, sfilate e l'incoronazione della "Regina delle ciliegie".
Nota di Lunaria: questa festa e questa "Regina delle ciliegie" potrebbero essere di origine politeista, perché solitamente le feste politeiste per la fertilità e la prosperità prevedevano musica, danze e l'incoronazione simbolica di una donna, come la "Regina di Maggio", o di una coppia formata da una donna e da un uomo, rappresentanti della Dea e del Dio. Anche in Bulgaria si festeggia "la festa delle rose" e viene eletta la Regina delle rose. https://intervistemetal.blogspot.com/2018/01/bulgaria-traci-rose-rovine-e-black-metal.html
Gioielli Magici
I gioielli berberi non sono solo monili, ma hanno una funzione magica, di protezione contro il malocchio, propiziatoria, ma anche di appartenenza al clan. Le ragazze ricevono i gioielli dalle madri, fino a quando non si sposano. Il futuro marito spesso commissiona dei gioielli per la fidanzata. Questi monili sono sempre in argento, perché l'oro è ritenuto di pessimo auspicio. Le collane sono di grande importanza; i modelli tradizionali presentano talismani d'argento, ambra, corallo rosa, amazzonite, cristallo di Boemia, perline di ebano. [**] Molto usati anche i braccialetti e le fibule, spesso a forma triangolare, [***] cavigliere, fermagli per capelli, orecchini.
I poteri protettivi, magici e taumaturgici dei gioielli sono importantissimi. Gli amuleti proteggono dal malocchio, dagli incidenti e difficoltà del parto. L'argento è usato per i reumatismi, il corallo per la fertilità, l'ambra è usata contro la stregoneria, è simbolo di ricchezza e viene anche usata come afrodisiaco; la corniola e l'amazzonite sono usate nella divinazione e le conchiglie simboleggiano la fertilità.
I talismani sono incisi con motivi stilizzati rappresentanti animali, sole, luna, stelle.
Un simbolo molto famoso è la "mano di fatima" [****]. La mano rappresenta il potere e il dominio della creatività umana, e unita al numero 5 delle dita che la formano significa "gettare le dita" nell'"occhio malevolo" che causa il malocchio: una frase molto usata che viene pronunciata è "khamsa fi ainek", "cinque nel tuo occhio"
[**] Per approfondimenti vedi
[***] Come i gioielli Tuareg. Riporto qui l'approfondimento tratto da
I gioielli Tuareg
I monili d'argento dei Tuareg sono una vera forma d'arte ricercata dai collezionisti. Il gioiello più famoso è la Croix d'Agadez, una croce stilizzata il cui nome deriva dalla città di Agadez in Niger. Dovrebbero esistere ben 36 tipi di croce, perché ogni gruppo Tuareg realizza il suo tipo.
Queste croci sono potenti talismani contro il malocchio e simboli di fertilità. Venivano anche usate come moneta di scambio per comprare cammelli ed erano indossate dalle donne sposate come simbolo di ricchezza.
Altri monili tuareg sono collane (quelle con ambra provengono dal Niger), amuleti quadrati indossati da donne o anziani come simboli di status sociale (la società tuareg era castale) e pugnali ornamentali con manico di pelle. I fabbri Tuareg occupano un importante posizione nella società tuareg, per la loro comunione col fuoco, il ferro e i metalli. Erano anche medici e intermediari nei negoziati per i matrimoni.
Nota di Lunaria: ci si ricordi che Tanit era rappresentata con la falce di luna, il triangolo e il grappolo d'uva; io non escludo che i gioielli tuareg col triangolo e la mezzaluna rappresentino anche Tanit.
Il triangolo è stato scopiazzato anche nel cattolicesimo!
Nota di Lunaria: la croce non è cristiana, ovviamente. è un simbolo molto antico, già presente nell'arte africana, come le famose bamboline Ashanti, da cui deriva l'Ankh https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/introduzione-allarte-africana-e-allarte.html
Se per questo neanche la menorah era ebraica-monoteista, come la falce di luna non è islamica, ma vabbè, ora i papiri di roba che spiegano che tali simboli ERANO I SIMBOLI DELLE DEE non li riporto... avevo già trattato l'argomento parlando di Israele e Siria
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterica-1-origini-e-cabala.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/siria-2-litolatria-atargatis-astarte.html
[****] che in realtà è LA MANO DI TANIT, e quindi non è un simbolo islamico ma un simbolo pagano che gli islamici hanno scopiazzato e "islamizzato". Infatti:
Info tratte da
Un falso preconcetto crede che "la mano di Fatima" sia un simbolo islamico; ma questa è una sciocchezza (e che si scontra pure con la teologia islamica!), perché il simbolo della mano non solo era pre-islamico e quindi, politeista
ma è presente anche nelle culture non semite:
per di più, la stessa ortodossia islamica vieta la rappresentazione delle figure (umane e animali) [ed è per questo che non esiste un'arte islamica figurativa e le moschee sono decorate solo con le scritte!]
oltre che l'uso di amuleti; per questo motivo "la mano di Fatima" in realtà è una pratica pre-islamica che venne islamizzata (quel "Fatima", la figlia di Maometto, al posto del nome divino della Dea Tanit) perché non era possibile estirparne l'uso.
Dalla Tunisia, aggiungo anche questo:
Significato simbolico della Mano:
Una delle parti più simbolicamente espressive del corpo. Secondo Aristotele la mano è "il massimo utensile". Secondo Quintiliano "si può dire che le mani parlino". Non le usiamo per chiedere, promettere, convocare, congedare, minacciare, supplicare, esprimere avversione, paura, interrogare, negare? Non le usiamo per esprimere gioia, dolore, esitazione, per riconoscere le nostre colpe e manifestare il nostro pentimento, per indicare misura, quantità, numero e tempo?
Le mani denotano potere, forza, previdenza, benedizione; la mano di Dio è potere divino; trasmissione dello spirito, protezione, giustizia. La Grande Madre rappresenta il potere supremo, la Divinità; la mano allontana il male e le afflizioni. L'atto di stringere la mano forma l'Ankh, una promessa; la mano destra è la mano del potere, viene alzata nel benedire e impegna il principio vitale. La mano sinistra è l'aspetto passivo del potere, ricettività; è spesso associata al furto o all'inganno. Una mano con 3 dita o una mano mutilata raffigura le fasi della Luna; con le dita allargate che terminano in raggi di Sole è il potere vivificante del cielo. Una mano che emerge da una nuvola denota il potere e i benefici divini, anche la maestà. La Mano Talismanica raffigurata con l'occhio e altri simboli di potere rappresenta la chiaroveggenza e il potere psichico che essa conferisce. La mano del Buddha è protezione, con la palma rivolta verso l'alto rappresenta generosità illimitata; nel Buddhismo e nell'Induismo, mudra è l'espressione manuale dei poteri divini ed è un linguaggio completo di posizioni simboliche e movimenti delle mani. Per i Celti, la "Lunga Mano" di Lugh simboleggia i raggi del Sole come per il tolteco Huemac. Nel simbolismo cinese si lega allo Yin Yang. Per gli Egiziani la mano raffigura l'unione del Fuoco e dell'Acqua, del Femminile e del Maschile. Per i Greci, la Mano Votiva di Sabazio (1) ha il pollice e l'indice allungati, e il medio e l'anulare ricurvi; porta una pigna, un serpente, una croce, una luna falcata, un caduceo, una lucertola, degli insetti.
è la mano del Dio che aiuta, simbolo di protezione, guarigione, benedizione, oppure le tre dita sono la triade o la trinità maschile; oppure è semplicemente considerata talismanica o apotropaica.
La mano in Alchimia:
LA MANO PODEROSA NEI SANTINI CATTOLICI:
I miei orecchini ^_^ |
(1) Sabazio: Dio originario della Tracia/Frigia, associato ad Attis/Mitra. Un altro Dio che venne associato a Sabazio/Sabatius era il Dio lunare Men, un Dio frigio raffigurato come un cavallo con una gamba terminante con una mano umana: anche qui, rispunta fuori il simbolo della mano... Comunque Sabazio era un Dio della vegetazione (specialmente orzo e grano); il suo culto misterico e le cerimonie orgiastiche in suo onore avevano come motivo centrale la fecondità e la rigenerazione; le fonti attestano il suo culto in Lidia, Caria, Cilicia, Frigia; in Grecia arriva nel V secolo; fu anche confuso con Jahvé Sabaoth, a causa del suono simile: Sabatius/Sabatus-Sabaoth. Non ci sono pervenute immagini certe; una di esse mostra il Dio raffigurato su un cammello, o come Signore degli animali. Nella statua rinvenuta ad Ercolano il Dio è raffigurato seduto con i piedi poggiati sulla testa di un capro. Simboli associati a Sabazio: Mano, Pigna, Serpente, Scettro sormontato con aquila, Caduceo, Scettro. Dal punto di vista sumero/semitico, la mano è un attributo della Grande Madre che protegge ed elargisce generosamente i suoi doni. La mano era frequente in Siria.
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/gerico-e-il-culto-della-dea.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/sahara-le-rovine-romane.html
Musica: Nel 2003 la polizia arrestò 11 membri di un gruppo Metal accusandoli di "traviare intenzionalmente il pubblico con canzoni che vanno contro la morale o incitano alla dissoluttezza". I colpevoli vennero condannati ad un anno di prigione per "l'uso di mezzi di persuasione finalizzati al minare la fede dei musulmani"
Eppure la scena Rock e Metal marocchina è molto attiva: organizzano festival come l'L'Boulevard o il Sidirock, dove si sono esibiti Despotism o i Damned Kreation\Putrid Cadavers.
Metal Archives segnala 22 band. Manco a dirlo, la maggior parte sono band Back Metal :D
Abnabak
https://www.youtube.com/watch?v=Qd8gXH9g_mM
...che suonano un gelidissimo Black Metal... altro che sole, spiagge e deserto xD Vanno ascoltati con su un golfino per non morire d'ipotermia xD
Ahakay N' Bror
https://www.youtube.com/watch?v=vLkyJckjo9c
con uno dei peggiori vocalist che storia del Black Metal ricordi xD Non lo dimenticherete MAI PIù.
Analgesia
peccato che non ci sia manco un video ufficiale e diventa difficile valutarli con questa pessima qualità sonora... sembra di capire che siano una versione marocchina degli Epica\Nightwish...
Abbiamo poi Barzakh e TagaT
https://www.youtube.com/watch?v=ujjRClzi6rg
https://www.youtube.com/watch?v=qADQQxjABRs
decisamente migliori degli Ahakay N' Bror... I TagaT cantano in berbero! Tra i due, comunque, sono decisamente promettenti i Barzakh!
Infine youtube mi mette tra i consigliati anche i Bismillah
https://www.youtube.com/watch?v=yPkhG63UY44
autori di un Black Metal lentissimo, freddissimo, depressissimo, ma anche molto onirico.
P.s le scritte che vedete qui, sulla roccia,
dovrebbero essere l'alfabeto tuareg, detto "Tifinagh" :D
Originariamente solo le donne potevano scrivere il tifinagh. Questo probabilmente perché era un'alfabeto esoterico, più che non un semplice linguaggio, similmente alle Rune
Per saperne di più, leggete questo pdf
http://www.thisisgabes.com/images/docs/tuareg_paper_lowres.pdf
Altra musica:
Altri generi musicali sono la musica classica arabo-andalusa (che abbina strumenti a corde, percussioni, chitarre del flamenco). Un'esponente dello stile gharnati è Amina Alaoui, mentre Fatiha El Hadri Badrai è accompagnata da un'orchestra formata di donne.
La musica Gnaoua viene suonato per indurre in uno stato di trance e questo tipo di musica venne creata dagli ex schiavi africani.
La versione femminile della musica sufi è quella fatta dalle donne delle "Haddarat", "Donne dell'Hadra", come Brahim Elbelkani e La Famille Backbou.
Il gruppo più famoso di musica berbera sono i Master Musicians of Joujouka.
Il festival Voix des Femmes è tutto dedicato alle voci femminili: tra i nomi più famosi, il gruppo delle B'net Marrakech e Najat Aatabou, che scrive canzoni di protesta in berbero contro le restrizioni imposte dai ruoli tradizionali.
L'Hibhub è il Rap marocchino; da segnalare gli MC Muslim che propongono un Rap mixato al Death Metal, I DJ Key, gli Fnare.
Per altri approfondimenti: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/larabia-prima-dellavvento-dellislam.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/05/la-kaaba-la-pietra-nera-e-la-litolatria.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/regina-e-sacerdotessa-del-sole.html