L'Archetipo della Matta e le Dee del Fuoco


Tratto da



L'alchimia del fuoco è il grande segreto della Maga. Il suo potere creativo trasforma una cosa in un'altra. La Maga è sia la Costruttrice che la Sciamana. Il fuoco è il più antico mezzo di trasformazione: serve a cucinare e riscaldare, trasformando il grano il pane, l'argilla in pietra. Sembra che il fuoco sia stato usato da almeno 4 o 5 milioni di anni; il potere originario del gruppo femminile è di imbrigliare e usare il fuoco, sia il fuoco reale che quello sessuale e quello dei misteri di trasformazione. (1)

La Sciamana canalizza il calore che guarisce, il fuoco dell'Universo che scende attraverso l'umano: la Maga è la Mediatrice tra due mondi, il paradiso interiore/spirituale e la terra esterna/fisica.
La Maga rappresenta la differenziazione, il grande momento di risveglio intellettuale in cui l'ego umano ha preso coscienza di sé, ha iniziato a ragionare. Si può anche pensare a questo processo come al momento in cui la bambina, che ha sempre vissuto in simbiosi con la madre, inizia a prendere coscienza di sé come entità separata.
Tradizionalmente, la Maga rappresenta l'Ariete, segno di fuoco e dei vivificanti raggi del sole che riprende vigore in primavera.
è il Fuoco della Volontà, il Potere del Pensiero; rappresenta il rilascio di energie contenute in potenzialità nella carta precedente, la Matta; rappresenta l'Uno (2), l'Unità individuale, il microcosmo.

Nota di Lunaria: una Dea che è associata all'ariete è Gail Mataji


Le prime tracce documentate sullo sciamanesimo si trovano sulle pareti delle caverne del periodo Paleolitico. Le artiste sciamane primitive fabbricavano coltelli (pietre appuntite) e asce fatte di pietra. Le raffigurazioni più antiche sono simboli astratti, principalmente "coppelle" o aperture rotonde intagliate nella roccia. Alcuni archeologi sostengono che i simboli si riferiscono ai seni o alle stelle.
L'interazione tra regno umano e quello animale, indicato dalle forme ibride, è un caratteristico tratto sciamanico.

Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/lo-sciamanesimo-presso-itelmeni-ciukci.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/sciamanesimo-e-reincarnazione-come.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/dee-e-sciamanesimo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/sciamanesimo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/sciamane-e-sacerdotesse.html

Nota di Lunaria: nell'Induismo, nelle antichissime Matrikas, c'è questo ibrido mezzo cinghialessa e mezzo donna: Varahi (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/tacito-la-madre-degli-dei-il-cinghiale.html); anche Narasimhi ha testa di leonessa e corpo femminile… https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/il-simbolismo-del-leone-e-del-gatto.html


idem dicasi per l'antico Egitto, dove c'era una zoomorfia ancora più evidente e diffusa praticamente per quasi tutte le Divinità: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/gli-dei-e-le-dee-del-pantheon-egizio.html


C'è poi da ricordare la Potnia Theron, la Signora degli Animali https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/todi-ragini-e-la-potnia-theron.html


https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/gli-animali-e-le-dee-nella-mitologia.html
Nella carta, la Maga indossa una pelle di animale in modo da identificarsi con esso e assumerne il potere.

Nota di Lunaria: questo concetto è sopravvissuto quasi fino a noi se si vanno a studiare i culti africani o indios. Difatti si credeva che "gli uomini potessero diventare animali/assumere dall'animale la forza".
Per uno studio dettagliato sul totemismo africano (o la credenza africana di poter assumere una qualità particolare da un animale, a cui spesso si tributa culto), rimando a questi libri:


https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/totemismo.html

Gli Indios in particolar modo adoravano il Giaguaro https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/indios-sciamani-e-metal-tribale.html
Da noi, in Europa, la credenza è sopravvissuta "in chiave horror", vedi la figura del Licantropo:


Mi limito a riportarlo molto sinteticamente, comunque anche il cannibalismo (o la necrofagia), per esempio quello dei Batacchi, in Indonesia, erano in realtà "tentativi" di appropriarsi appunto di una qualità del nemico o persino "di annulare la sua anima" inglobandola nel proprio corpo.
https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/indonesia-mitologia-tatuaggi-e-metal.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/il-cannibalismo.html

Nell'immagine della Maga, continua la tradizione antica di magia e di sessualità della danza del fuoco. Il coltello nella sua mano destra (athame) attira l'energia della terra come un parafulmine.
La bacchetta viene comunemente considerata "fallica", eppure la Maga la guida con la mano sinistra, cioè femminile.

Nota di Lunaria: parlando di Cailleach, figura di Dea che maneggia il bastone dell'inverno con cui "mette a riposo" la terra,
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/arianrhod-cailleach-blodeuwedd.html
avevo già fatto notare che il cattolicesimo scopiazza anche questo, difatti "rappresenta maria con lo scettro"


Nella tradizione indù questi elementi vengono utilizzati da Kali. Kali tiene in mano una spada o coltello, crea il mondo ma ha anche il potere di distruggerlo. La Kali rossa rappresenta la forza femminile attiva, Shakti, potere di agire, il potere sciamanico del produrre calore.



https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/tibet-2-il-bon.html

La Maga può anche essere associata a Bhairavi, altro aspetto di Kali, che indossa un pelle di leone intorno a fianchi.

Nota di Lunaria: Tara, altra forma di Kali, porta le forbici, come le Parche;
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/le-dee-filatrici.html
anche lei ha il gonnellino di pelliccia. Bhairavi viene anche rappresentata con delle punte di lancia che sembrano corna
ed è rappresentata con tre colori (non sono riuscita a risalire al perché, però...risulta davvero difficile districarsi in tutti i particolari dell'Induismo, principalmente perché spesso le Dee Terrifiche-aspetti-di-Kali differiscono l'una dall'altra solo per qualche dettaglio che ha generato a sua volta altri aspetti di Dea)



Bhairavi è un'incarnazione feroce e guerriera di Shakti, che è spesso associata alla distruzione, ma non in senso negativo. La Dea distrugge la negatività, l'ego, l'infelicità, il dolore e i problemi dei suoi devoti. è la consorte di Bhairava ed è una Dea guerriera che uccide i demoni per portare ordine e pace nell'universo.
Il suo nome deriva da tre parole: Bharana, (Creare), Ramana, (Proteggere), Vamana, (Emettere)
è la Dea che ha il potere di creare, mantenere e distuggere. è anche legata al terrore. è anche chiamata "Shubhankari", che significa "Colei che è una Buona Madre con chi compie buone azioni ma che è Terribile con chi compie peccati". è la personificazione della Luce, che può illuminare o può bruciare.  Cavalca un asino ed è molto spesso collegata a Kali.

 https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/lasino-e-seth.html


La cultura egizia, in particolar modo quella pre-dinastica, ritraeva donne con le braccia alzate, teste d'uccello e gambe che si assottigliano, discendenti delle figure paleolitiche di tre millenni prima.
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/introduzione-allarte-della-preistoria.html


Nell'immagine, l'occhio della Maga guarda la sfinge che incarna la fusione delle forme umane e animali. La posizione della Maga permette un contatto ravvicinato con le Divinità ma allo stesso tempo tocca gli elementi più fisici di acqua e terra (coppe e denari ai suoi piedi): lei sa che l'ego deve mediare tra Natura e Divino e arrivare a comprendere che i due sono uno.

Nota di Lunaria: avevo già citato Kwan Yin, facendo notare come questa immagine


suggerisca subito l'idea di "Donna che media" tra Cielo e Terra; osservate anche le mani: una è verso l'alto e regge uno stelo vegetale (la Dea fa crescere la vegetazione, grano, fiori...), l'altra mano, verso il basso, versa acqua fresca, che purifica e disseta...
In equilibrio sul dragone (che poi è un enorme serpente con le zampe… https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/draghi.html) la Dea/Donna qui nel suo aspetto di Fanciulla Immacolata Primaverile, ma anche lunare, in quanto bianca, e solare (la grande aura dorata intorno al capo) si innalza da terra con grazia, mentre tutto intorno le grandi nuvole e i vapori rimandano al cielo, ma anche alla dimensione della pre-creazione, quando tutto era fumo, nell'attesa di condensarsi... Avevo già parlato di Dhumavati, che appunto è la Dea Fumo primordiale, quella che esiste prima che l'universo sia: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/dhumavati-una-dea-molto-doom-metal.html
come anche, avevo spiegato come mai in alcuni miti all'origine della Creazione del Mondo c'è una Dea Smembrata che "dona pezzi di sé" per far sì che il mondo esista (e quindi questa Terra è la carne della Dea, il suo corpo).
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/balambika-dhumavati-e-tiamat.html
Per questo nell'Induismo ancora si considerano le montagne o le colline "i seni" della Dea, come le caverne sono il Suo Utero (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-discesa-agli-inferi-la-grotta-e-il.html), o alcune pietre sono la Sua Vagina. La litolatria (adorazione delle pietre) è antichissima, e suggerisco di leggersi "Trattato di Storia delle Religioni" di Mircea Eliade.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/campo-rotondo-e-la-litolatria.html


La Maga contraddistingue anche un tempo in cui gli esseri umani sapevano di condividere un destino comune con gli animali in quello che è stato chiamato totemismo, e si identificavano con essi.

Nota di Lunaria: per approfondimenti sul totemismo, che può essere animale ma anche vegetale, vedi qui https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/totemismo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/africa-1-anime-spiriti-e-amuleti.html

Monica SjÖÖm definisce così, il totemismo: "Totem significa connesso con la Madre... le danze mascherate erano un mezzo deliberato di avvicinamento a questa natura animale bio-mistica, e quindi alla Divina Madre dentro e oltre a tutte le forme naturali. L'animale totemico viene mangiato dal gruppo come un sacramento (*) oppure viene totalmente evitato come un tabù... danzare per e con gli spiriti degli animali è la più antica cerimonia umana che conosciamo..."

Quando esce questa carta in una lettura, significa che hai il dono dell'energia: sei motivata a fare, agire, partire. La Maga rappresenta la Coscienza Solare (la Luce Gialla) e l'Energia di Marte (quella rossa, azione). è il momento di iniziare progetti, di affermare le idee in cui credi. Puoi sentirti diretta verso un traguardo, con decisione e auto-motivazione. Sproni gli altri ad agire, hai desiderio di fare qualcosa di creativo. Il Fuoco della tua passione, per avere successo, ti dà potere. Quello che desideri può essere personale/egocentrico oppure può essere guidato da un più "alto" volere o scopo che stai cercando di canalizzare.
Il credo delle streghe è "Fa ciò che desideri e non danneggiare nessuno", perciò mantieni l'obiettivo davanti a te e mettiti al lavoro. Tutte le buone idee necessitano di un canale che le porti a terra, in modo da renderle reali sul piano fisico, altrimenti svaniscono.
Con la Maga al tuo fianco dovresti essere in grado di portare a termine qualunque cosa tu decida di intraprendere. Come Signora del Fuoco sei anche in grado di iniziare sessualmente, entrando in contatto con altre persone, risvegliando la forza vitale delle loro energie. Il Potere della Shakti è forte. Danza in estasi, come le tue antenate, le streghe e le sciamane di un tempo. Senti il potere rigenerante del fuoco per una rinascita e una nuova crescita.

(*) Nota di Lunaria: sì, la Teofagia, il mangiare un Dio... non se lo inventano i cristiani, visto che è diffuso anche in altre religioni (ma la solita spocchia cristiana di credersi la "Verità", ovviamente, lo ignora). Per ulteriori approfondimenti, vedi Mircea Eliade "Trattato di Storia delle Religioni". Suggerisco anche di leggersi qualcosa sulle usanze degli Inuit, per quanto riguarda la caccia alla balena e il modo in cui veniva onorata... o vedi anche i Lapponi, con la renna; in sintesi, questi popoli avevano dei rituali precisi per la caccia e all'animale "si chiedeva il permesso o ci si scusava" prima di ucciderlo e/o dopo averlo fatto; era poi ovviamente adorato in cerimonie collettive e/o si pensava che dovesse reincarnarsi di nuovo per poter essere di nuovo cacciato e che la festa collettiva servisse a rendere lo spirito animale felice e contento e quindi disposto a farsi uccidere di nuovo, la prossima volta.
In sintesi, questa era la mentalità che stava dietro ai popoli cacciatori, specialmente quelli che vivevano in posti dove la carne animale era praticamente l'unica fonte di cibo e quindi di esistenza.
Idem dicasi per gli Africani, che avevano altrettanti rituali di caccia; rimando sempre allo studio di Ernst Dammann, altrimenti Frazer o Mircea Eliade trattano comunque l'argomento.
Peraltro, sarà scontato ripetere nuovamente che tutti questi popoli hanno Dee femminili connesse alla caccia e agli animali, l'equilibrio tra il cacciare e il far riprodurre nuovamente gli animali, la preda e il cacciatore…

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/i-lapponi-sami-leggende-sciamani.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2017/11/arte-e-cultura-inuit.html

(1) Nota di Lunaria: infatti sono attestate Dee del fuoco, e non solo quello "domestico" e quindi intimo, casalingo, del focolare, rappresentato da Hestia/Vesta.
Nell'Induismo, per esempio, è molto antico il culto a Jwala


conosciuta anche come Jawala Ji, Jwala Devi e Jwalamukhi Ji. La manifestazione fisica di Jwala Ji è sempre un insieme di fiamme eterne, e il termine Jwala significa fiamma in sanscrito e Ji è un titolo onorifico usato nel subcontinente indiano. Jwalaji / jawalaji (fiamma) o Jwala Mukhi ("bocca di fiamma") è probabilmente il più antico tempio. È menzionato nel Mahabharata e in altre scritture. C'è una grotta naturale in cui delle fiamme perenni hanno continuato a bruciare. Alcuni chiamano queste fiamme "le fiamme per le nove Durga". La "fiamma eterna" al santuario Jwala Ji nel villaggio di Muktinath è situata ad un'altitudine di 3.710 metri, ai piedi del passo Thorong, nel distretto di Mustang del Nepal. C'è una piccola quantità di gas naturale presente nel territorio himalayano che emerge nei pressi del santuario e che dà l'apparenza del fuoco che brucia sull'acqua stessa. Questo santuario è di solito chiamato il "Jwala Mai" (Madre Jwala), ed è sacro per gli induisti e anche per i buddisti.

Anche gli Ainu avevano una Dea del focolare, che era la Dea maggiore del loro pantheon: Fuchi Kamui. Non so effettivamente quanto sia vasta, qui da noi, la bibliografia sugli Ainu... Io li ho studiati su questo libro.


Anche Brigit è una (Triplice) Dea del fuoco, soprattutto metaforico, il fuoco dell'ispirazione poetica e artistica...  vedi questa analisi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/la-dea-brigit.html

Hestia/Vesta è la Dea più celebre, anche se il suo fuoco, come abbiamo detto, è decisamente "più nascosto" (forse anche perché risente molto della misoginia connaturata alla società romana e greca). Comunque, riporto quest'analisi interessante, tratta da


Gli antichi Romani sembrano essere stati di carattere semplice e privi di immaginazione. Adoravano i loro Dei senza provare il bisogno di rappresentarseli con pitture o con statue. Per essi, gli Dei erano delle potenze invisibili (numina) che conveniva implorare quando se ne aveva bisogno. Niente morale, e ancor meno teodicea; quanto alla loro metafisica, essi l'avrebbero derivata dagli Etruschi, per i quali "L'Essere Irrilevato" era uscito da un uovo e aveva poi generato il Demiurgo costruttore dell'Universo.
Una delle pratiche della magia divinatoria, di invenzione straniera, alle quali essi ricorsero molto presto, fu la idromanzia.
Numa Pompilio se ne servì per scorgere, nell'acqua, le immagini degli Dei e apprendere da essi i misteri e i riti che doveva istituire.
Numa Pompilio riconobbe la ragione d'essere delle istituzioni magiche, che egli costituì in pratiche religiose. Ma, spaventato da ciò che aveva appreso per mezzo dell'idromanzia, non lo rivelò. E il Senato romano fece bruciare i libri ai quali Numa aveva affidato il risultato delle sue ricerche.
Il culto romano per la Divinità ha rivestito tutti i caratteri dell'operazione magica: bisognava sapere esattamente a quale Dio rivolgersi, cosa abbastanza delicata, dal momento che il pantheon romano finì per racchiudere più di trentamila Divinità. Identificato il Dio, lo si doveva poi chiamare con il nome adatto, sotto pena di non riuscire a farsi sentire. Successivamente, si doveva precisare esattissimamente che cosa si domandava e procedere ai riti senza omettere neppure una parola o un gesto, se no bisognava ricominciare da capo. In breve, il culto si riduceva ad un contratto e ad un'esperienza di laboratorio.
Se i Romani hanno avuto, ad un dato momento della loro storia, un'intuizione monoteista, essa deve aver fatto loro concepire l'idea di un Dio creatore che ha tratto il mondo dalla sua propria sostanza. Secondo il parere degli occultisti contemporanei, Vesta sarebbe stata la principale Divinità della Roma primitiva: quella di Romolo.
Secondo Platone, Vesta personificava la Terra, considerata come la Madre degli Dei, dal momento che gli Dei erano stati degli uomini. Passava anche per essere il domicilio sacro degli Dei.
Mentre tutto il resto del mondo è in movimento, solo la Terra resta ferma. Il nome di Vesta, in latino, ha lo stesso significato di immobilità, o piuttosto di stabilità.
(Riporto la foto della pagina perché purtroppo non posso trascrivere i termini in greco)


Il suo tempio, a Roma, era rotondo, e vi era tenuto acceso un fuoco eterno per ricordare che la terra è rotonda e che un fuoco interiore brucia perennemente nel suo centro. Ovidio lo dice espressamente.  ("Vesta eadem est et terra, subest vigit ignis utrique, significant sedem terra focusque suam")
Dal punto di vista esoterico, Vesta sarebbe stata la personificazione non solo della Terra, ma anche della materia. Ed il fuoco tenuto acceso nel suo tempio simbolizzava la Vita.
Se l'interpretazione è giusta, il culto di Vesta appare come la manifestazione religiosa di un dogma magico secondo cui la vita procede dalla connessione di due forze: una, attiva, che proietta lo Spirito; l'altra, passiva, che assorbe: la Materia. Lo Spirito anima la Materia, ed è per una conseguenza di questa collaborazione che gli esseri vengono al mondo a svolgervi la loro missione. Il riposo della Terra va inteso come l'immobilità dello Yin della cosmologia cinese. Queste parole designano uno stato dinamico passivo e non la assenza di movimento. E, ancora, stabilità della Terra vuol dire che la Materia non cambia, e resta una. Questa, è magia.
La religione, interverrebbe in un culto insieme onorifico e simbolico reso alla Natura primordiale adorata come Madre. Per questo ruolo materno, la Terra, adorata sotto il nome di Vesta, sarebbe in fin dei conti la funzione materna cosmica: una astrazione che portò in tutta l'antichità greco-romana, i nomi di Rea, Cibele, Tellus, Ops, Cerere, Demetra...
"Ogni rituale primitivo è, alle sue origini, magico", afferma S. Reinach. Il che significa nuovamente che la magia è anteriore alla religione. Noi abbiamo confutato questa opinione. Ed i culti resi a Demetra in Grecia, e a Vesta in Roma, dimostrano, come ha constatato Georges Foucart, che la religione, la magia e la "scienza rudimentale" sono nate nello stesso tempo, e che l'uomo le ha usate tutte insieme per mettere la mano sulla natura e trarne le risorse necessarie ai bisogni vitali.
La magia si è sempre manifestata parallelamente alla religione; ma se ne è distinta cercando di agire sulle forze della natura, mentre la religione si orientava sulle personalità divine che ne dispongono in modo sovrano.
 
Nota di Lunaria: riporto anche questo interessante stralcio tratto da "Trattato di Storia delle Religioni" di Mircea Eliade, libro che consiglio, perché è davvero illuminante…

Perché si tratta di riti, miti, forme divine, oggetti sacri e venerati, simboli, cosmologie, teologumeni, uomini consacrati, animali, piante, luoghi sacri, eccetera. E ogni categoria ha una morfologia propria, densa, ricca e lussureggiante. Ci troviamo così di fronte a un materiale documentario immenso ed eteroclito; un mito cosmogonico melanesiano o un sacrificio brahmanico hanno diritto alla nostra considerazione non meno che i testi mistici di santa Teresa o di Nichiren, un totem australiano, un rito primitivo d'iniziazione, il simbolismo del tempio di Barabudur, il costume cerimoniale e la danza di uno sciamano siberiano, le pietre sacre che incontriamo un po' dappertutto, le cerimonie agrarie, i miti e i riti della Magna Dea, l'instaurazione di un re arcaico o le superstizioni legate alle gemme, eccetera. Ogni documento può considerarsi una ierofania, nella misura in cui esprime a modo suo una modalità del sacro e un momento della sua storia, vale a dire un'esperienza del sacro fra le innumerevoli varietà esistenti.
Ogni documento è prezioso per noi, grazie alla duplice rivelazione che compie:
1) rivela una MODALITA' DEL SACRO in quanto ierofania;
2) rivela, in quanto momento storico, una POSIZIONE DELL'UOMO rispetto al sacro. Ecco, per esempio, un testo vedico diretto al morto: ‘Striscia verso la terra, tua genitrice! Possa ella salvarti dal nulla!’. Questo testo ci rivela la struttura della sacralità tellurica; la Terra è considerata come una madre, "Tellus Mater". Ma ci rivela contemporaneamente un certo momento nella storia delle religioni indiane: il momento in cui questa "Tellus Mater" era valorizzata-  almeno da un certo gruppo di individui  -  come protettrice contro il nulla; valorizzazione che la riforma upanishadica e la predicazione del Buddha renderanno caduca.
Per tornare al punto di partenza, ogni categoria di documenti (miti, riti, dèi, superstizioni, eccetera) ci riesce, tutto sommato, egualmente preziosa, se vogliamo arrivare a capire il fenomeno religioso. La comprensione si compie costantemente nella cornice della STORIA: per il semplice fatto di aver davanti ierofanie, siamo in presenza di documenti storici; il sacro si manifesta sempre in una certa situazione storica; le esperienze mistiche, anche quelle più personali e più trascendenti, subiscono l'influenza del momento storico. I profeti ebraici sono debitori agli avvenimenti storici che giustificavano e sostenevano il loro messaggio, e anche alla storia religiosa ebraica, che consentì loro di formulare certe esperienze, eccetera. Come fenomeno storico - e non come esperienza personale  -  il nichilismo e l'ontologismo di certi mistici mahayanici non sarebbe stato possibile senza la speculazione upanishadica, senza l'evoluzione della lingua sanscrita, eccetera. Questo non significa affatto che qualsiasi ierofania e qualsiasi esperienza religiosa siano un momento
unico, irripetibile, nell'economia dello spirito. Le grandi esperienze si somigliano, non soltanto nel contenuto, ma spesso anche nell'espressione. Rudolf Otto ha rivelato somiglianze impressionanti fra il lessico e le formule di Meister Eckardt e quelli di Sankara.
Il fatto che una ierofania è sempre storica (vale a dire, che si produce sempre in situazioni determinate) non distrugge necessariamente la sua ecumenicità. Certe ierofanie hanno un destino locale; altre hanno, o acquistano, valenza universale. Gli Indiani, ad esempio, venerano un albero chiamato "Asvattha"; la manifestazione del sacro in questa specie vegetale è chiara soltanto per loro, perché soltanto essi vedono nell'"Asvattha" una IEROFANIA e non soltanto un ALBERO. Di conseguenza questa ierofania non è soltanto STORICA (come sono, del resto, tutte le ierofanie), è anche LOCALE. Gli Indiani tuttavia conoscono anche il simbolo di un Albero Cosmico ("Axis Mundi"), e questa ierofania mistico-simbolica è universale, perché gli Alberi Cosmici si trovano dappertutto nelle civiltà antiche. Occorre precisare che l'"Asvattha" è venerato in quanto incorpora la sacralità dell'Universo in continua rigenerazione; è venerato, cioè, perché incorpora, partecipa o simboleggia l'Universo rappresentato dagli Alberi Cosmici delle varie mitologie. Ma, quantunque l'"Asvattha" si giustifichi con lo stesso simbolismo che compare anche nell'Albero Cosmico, la ierofania che transubstanzia una specie vegetale in un albero sacro è chiara soltanto per i membri della società indiana.
Per citare un altro esempio - stavolta l'esempio di una ierofania superata dalla storia del popolo presso il quale si è prodotta - i Semiti, in un certo momento della loro storia, hanno adorato una coppia divina, il dio dell'uragano e della fecondità, Ba'al, e la Dea della fertilità (specialmente della fertilità agraria), Belit. I profeti ebraici consideravano sacrileghi questi culti. Dal loro punto di vista - quello di Semiti che, attraverso la riforma mosaica, avevano raggiunto un concetto più elevato, più puro e più completo della divinità  -  la critica era pienamente giustificata. Tuttavia il culto paleosemitico di Ba'al e Belit era pur sempre, anch'esso, una ierofania: manifestava - fino all'esasperazione e alla mostruosità - la sacralità della vita organica, le forze elementari del sangue, della sessualità e della fecondità. Una simile rivelazione ha conservato il suo valore, se non per millenni, almeno per molti secoli. Questa ierofania cessò di venir valorizzata soltanto quando fu sostituita da un'altra ierofania che - avvenuta entro l'esperienza religiosa di una "élite" - si affermava più perfetta e più consolante. La ‘forma divina’ di Jahvè ebbe il sopravvento sulla ‘forma divina’ di Ba'al; rivelava la sacralità in modo più integrale, santificava la vita senza scatenare le forze elementari concentrate nel culto di Ba'al, rivelava un'economia spirituale nella quale alla vita dell'uomo e al suo destino si conferivano nuovi valori; nello stesso tempo, favoriva un'esperienza religiosa più ricca, una comunione col divino insieme più ‘pura’ e più completa. Alla fine la ierofania jahvista trionfò; e, in quanto rappresentava una modalità universale del sacro, divenne, per la sua stessa natura, accessibile alle altre civiltà; attraverso il Cristianesimo, diventò un valore religioso mondiale. Ne consegue che certe ierofanie (riti, culti, forme divine, simboli, eccetera) sono o diventano in questo modo multivalenti o universali; ve ne sono poi altre che restano locali e ‘storiche’; inaccessibili per altre civiltà, caddero in disuso nel corso della storia di quella società, entro la quale si erano realizzate.

Infine menziono anche l'hawaiana Pele, la Dea dei vulcani, quindi anche del fuoco, in formato liquido: la lava. Dico subito che sulle antiche Hawaii la bibliografia non so neanche se esista, qui in Italia. O almeno io ho reperito neanche due fonti striminzite :P, e ho dovuto fare i salti mortali per trovarle... :P fonti che effettivamente riportavano il minimo del minimo e questo minimo non era neanche lusinghiero (essendo l'antica religione politeista hawaiana particolarmente feroce, come del resto sono parecchio cruenti anche i culti dell'area oceaniana).  Comunque, per chi volesse approfondire, queste sono le fonti che ho trovato io:
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/antiche-hawaii-storia-pele-danza-e.html
Allo stato attuale, non so quindi in cosa consistesse il culto a Pele, nei dettagli (peraltro, la fonte che ho consultato io parlava di "sacerdoti" e non di "sacerdotesse" - può essere che il culto a Pele fosse esclusivamente in mano agli uomini, o lo sia diventato in un certo periodo), so però che tali sacerdoti avevano creato un complesso sistema di diktat e tabù (ai nostri occhi assurdi, come il non poter guardare le ombre o il sovrano o non poter mangiare certe cose), detti "Kapu" che venivano ferocemente puniti con la morte per strangolamento, se venivano infranti. Può essere che il culto a Pele (oltre che alle altre divinità) fosse sanguinario, in tal senso, perché quel che è certo, almeno da quando gli europei studiarono la religione hawaiana (e quel pochissimo che è stato tradotto in italiano), era che le Hawaii erano una feroce teocrazia con a capo un re. E sembra che Pele effettivamente fosse la Dea più celebrata, temuta e onorata dalla casta sacerdotale del tempo.

(2) Quanto all'Uno, vale la pena far notare che è sempre stato associato al maschile, mentre il due, numero che viene giudicato nefasto, è associato al femminile. Questo è un uso sessista dell'Esoterismo che libri come questo promuovono in pieno:




Andando a postulare non solo l'Uno, come Principio Attivo Maschile, ma anche queste cose, "uomo cosmico perfetto"


Per cui suggerisco alle donne che sono interessate all'esoterismo di evitare di farsi influenzare da queste visioni maschili esotericalfilosofiche che piazzano questo maschio cosmico come misura attiva di tutte le cose e il femminile lo caricano di "passività, ricettività, essere il numero 2" e via servilizzando dicendo. Lo dico anche perché io bene o male è da quando avevo 12-13 anni che leggo "cose esoteriche" (che peraltro sono il pane quotidiano di chi ascolta una qualsiasi band metal estrema, anche in formato scontato e da clichè) e ovviamente io, come tutti, sono cresciuta con le solite cose, i Crowley, gli Eliphas Levi e libri maschili sull'argomento, che quando avevo 15 anni mi sembravano il top del top della conoscenza. Non sto dicendo di non leggerli, boicottarli o disprezzarli (lungi da me, è sempre buona cosa conoscere tutto e non "sputo nel piatto dove ho mangiato", ovvero le tante letture maschili sull'esoterismo, che ho fatto in questi anni) ma piuttosto, se siete donne, integrate anche e soprattutto con i libri wiccan PER DONNE
e non solo con i soliti libri esoterici scritti dal maschio X con le solite cose tradizionali esoteriche, anche perché francamente non so quanto sia emancipatorio - per noi donne - un libro che ci parla di principio fallico maschile attivo e potente e ci piazza questa immagine:


PRETENDENDO che vada bene anche per le donne -__-

Al di fuori dell'esoterico, comunque, il discorso non cambia granché: il punto della questione è capire che si è colonizzate, nel cervello, da idee postulate da maschi (hegelismo, aristotelismo, marxismo, cristianesimo, islam, ecc. ecc. sono tutti mondi ideologici pensati da un maschio "che devono valere" anche per le donne) e che la donna definita dall'uomo (e che si lascia definire da lui, spesso senza neanche rendersene conto) è una donna-"proiezione della psiche maschile" tanto nelle caratteristiche che il maschile ritiene "preferibili" ("l'angelo del focolare", "la casalinga devota"), sia in quelli oscuri e terrifici ("la strega che mangia i bambini, la vagina dentata"). Si tengano sempre presente questi concetti 

"Problema femminile significa rapporto tra ogni donna - priva di potere, di storia, di cultura, di ruolo e ogni uomo - il suo potere, la sua storia, la sua cultura, il suo ruolo assoluto", un ruolo assoluto che ha marchiato anche la donna, inglobandola nelle idee maschili. (...) Il problema femminile mette in questione tutto l'operato e il pensato dell'uomo assoluto, dell'uomo che non aveva coscienza della donna come di un essere umano alla stessa stregua" (Nota di Lunaria: per chi non lo sapesse, pensatori maschili come aristotele e tommaso d'aquino che definivano la donna come "un essere malriuscito e difettoso" proprio perché secondo loro solo il maschio era perfetto e misura di tutte le cose; visto che la femmina non era un maschio, ne derivava che era un qualcosa di imperfetto...)
"non vi può essere un pensiero libero ed autonomo di donna, se il corpo femminile resta luogo muto e consenziente del piacere maschile [...]
Come emanciparsi dalle aspettative degli altri? Semplicemente, investendo su stesse, dando importanza a se stesse a prescindere da quello che "dicono gli altri".

E su questo Ego-ismo femminile, che di fatto è il proclamarsi Unica e Fondamento di Sé e non "appendice dell'Altro", vedi anche questo pensiero di Mary Daly:

"Le donne sono state condizionate a considerare riprovevole ogni atto che affermi il valore dell'ego femminile. L'ambizione femminile può "passare" solo quando viene diluita nell'ambizione vicaria tramite il maschio o per conto dei valori patriarcali. Per controbattere questa autosvalutazione di massa le donne dovranno costruire l'orgoglio femminile, alzando i nostri standard relativi a quanto è bello essere donna. Il nostro fallimento è consistito nel non aver affermato attivamente l'ego femminile. Se dobbiamo vergognarci di qualcosa, è di questo."

D'altraparte, basta far notare, che col termine "uomo" non si intende solo il maschio, ma anche "il genere femminile". E lo stesso si palesa anche per la parola "Dio", singolare maschile, che "deve far includere in sé la nozione di asessualità spirituale, perché Dio non è un-fisicamente-padre-bianco-e-barbuto, ma Spirito", così come "il Redentore Gesù Cristo, che è maschile", "salva e rappresenta anche le donne".
Ci si potrebbe chiedere perché se tale Dio è così tanto asessuato non gli si trovi un nuovo nome, o piuttosto, non lo si preghi anche con parole femminili. Paura cristiana ad "abbassare Dio e ad offenderlo" se si cominciasse a pregare tale loro Dio come "Madre" o "Signora", eh?  Eh sì, ovvio, perché il ritornello espresso o meno a voce alta da secoli è questo qui: "Il sesso maschile è più nobile di quello femminile e perciò cristo assunse la natura umana nel sesso maschile" (Tommaso d'Aquino)
Se è il maschio misura perfetta di tutto, e dio è perfezione, dio non può che essere maschile (e viceversa, ovviamente, invertendo il significato dei termini, il Fallico non cambia...). Del resto la risposta al "perché dio si incarnò?", "perché Dio si è fatto uomo?" è questa qui: "Divinizzazione dell'uomo": "Dio si è fatto uomo perché l'uomo potesse diventare Dio"





e la femmina dov'è?! come mai è rimasta esclusa da questa meraviglia della divinizzazione, l'unione della carne umana con l'Ego di Dio?! Dov'è questa Ipostasi Femminile?! Non ci fu. Non c'è. La nostra mancanza si chiama "non ipostatiche", ovvero non si realizzò l'unione mirabile di questo Ego di Dio nel corpo femminile, nella sua carne.
La soluzione?
Se dio non si è fatto femmina, io che sono femmina mi faccio Dea da Me e mi rifiuto di adorare e avere fede in questo dio parzialista e sessista. NON SERVIAM.

E sì, chiamatemi pure "LuciferA" perché anch'io proclamo a gran voce il Mio NON SERVIAM.

Del resto, né Aristotele né l'Aquino definiscono la donna come "ente a sé"; piuttosto, la definiscono al maschile, in un maschile difettato rispetto al "maschile perfetto" (loro stessi) che serve da misura di tutto e da misura per classificare il tutto: "maschio malriuscito/maschio mancato/mas occasionatus", così è stata marchiata la femmina. Non la si chiama "qualcosa di altro dall'uomo", ma la si chiama "uomo formato male", "uomo difettoso" ovviamente perché "l'uomo formato davvero bene" è solo quello col pene!

TANTO è INUTILE CHE CONTINUATE A NEGARE, VOI IDOLATRI DI ARISTOTELE E TOMMASO D'AQUINO! IO LE PAGINE DEI VOSTRI IDOLI LE HO FOTOGRAFATE PER DIMOSTRARE COSA HANNO DAVVERO SCRITTO SULLE DONNE!!!!!!!!!!!!!!

Peraltro, che la femmina non esista proprio in senso anche trascendentale, nel monoteismo non è ribadito solo dalla loro fallica trinità ma pure dalla loro pretesa escatologica "della fine del mondo". Infatti, lo scandaloso concetto dell'anèr è questo qui:

"Per quanto riguarda la "questione femminile", già il termine dice tutto. La donna è un problema. Cioè, esiste l'essere umano che è quello maschile, la forma perfetta, il modello della perfezione dell'umanità; poi c'è anche la donna. Perché? Oltre a maschio (dato ovvio) c'è anche la donna (dato problematico). Perché ci sono due esseri? Perché non c'è solo l'uomo? Perché c'è un altro essere che non è maschio? Cosa è la donna? è forse un'altra specie di umanità? Che "razza di uomo" è la donna? La donna è una versione inferiore della stessa specie, visto che il tipo ideale di essere umano è il maschio? Insomma, la donna, nella sua diversità dall'uomo, ha costituito un problema. La questione nasce appunto come problema all'interno di una cultura androcentrica, cioè di una cultura che intende l'essere umano e la sua perfezione come quella maschile. Ce lo ricorda la lettera agli Efesini 4,13: "finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del figlio di dio allo stato di uomo perfetto (maschio, anèr, vir) nella misura che conviene alla prima maturità di Cristo."
Se la perfezione dell'essere umano è la versione maschile, ovviamente la donna è un "problema", tanto che l'hanno chiamata questione.
Del resto c'è poco da dire: la storia è stata segnata dal predominio dell'umanità di sesso maschile nel campo sociale, politico, intellettuale."  

"Se dal punto di vista maschile, maschio è la definizione implicita di umano [androcentrismo = il maschio è la base di ogni cosa] la mascolinità sarà il criterio implicito..." 

In tal senso, Ida Magli parlava di cultura (creata dai maschi) come trascendente, e che "va al di là" proprio perché il pene si "proietta al di là", tramite "il gettare fuori" lo sperma.

Per ulteriori approfondimenti sugli scandali fallici e misogini del cristianesimo vedi "Al di là di Dio padre" di Mary Daly
I sistemi androcentrici di pensiero hanno successo PROPRIO PERCHé c'è l'incapacità femminile di essere Ego-centrica, Egolatrica, Ginocentrica, il masochismo, la necessità di aver bisogno del redentore maschile, sono questi i presupposti ad essere indispensabili per il successo storico (e sessuale) del cristianesimo (e di altri sistemi androcentrici).

E ADESSO METTIAMO LE FOTO DELLE PAGINE, A MO' DI PROVA, PRIMA CHE QUALCHE TONTO O CITRULLA SALTI FUORI A DIRE CHE "ARISTOTELE HA PORTATO I DIRITTI PER TUTT*!"\"è STATO IL CRISTIANESIMO A DARE I DIRITTI ALLE DONNE!"