Il leone è ambivalente perché è allo stesso tempo solare e lunare. In quanto solare rappresenta il caldo del sole, lo splendore e la potenza del sole, il principio del fuoco, legge, potenza militare, ma anche crudeltà e ferocia e in quanto tale, simbolo degli Dei della guerra.
In quanto lunare è la leonessa che accompagna la Grande Madre oppure tira il suo carro e rappresenta l'istinto materno.
Il leone e l'unicorno rappresentano la forza solare-lunare, maschile e femminile in conflitto.
Il leone che uccide il cinghiale rappresenta il potere del sole che uccide il cinghiale dell'inverno.
Il leone e l'agnello insieme simboleggiano, nel contesto giudeo-cristiano, la riconquista del paradiso.
Coppie di leoni sono "coloro che padroneggiano la doppia forza", i guardiani di porte, cancelli.
Il leone alato o grifone può raffigurare l'unione delle due nature, l'androgino. Il trono a forma di leone rappresenta l'assoggettamento delle forze cosmiche.
In alchimia, il Leone Rosso, lo zolfo, è il principio maschile, mentre l'unicorno, il mercurio, è quello femminile. Due leoni raffigurano la natura duale di Mercurio. (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/alchimia-1-introduzione-ai-motivi.html)
L'antimonio era rappresentato come un Leone Verde, come corpo immaturo.
Divorando il Sole, in una meravigliosa "congiunzione" chimica, il Leone Verde converte il mercurio ordinario in mercurio filosofico che cola dalle sue fauci come rosso sangue.
Nel contesto cinese rappresenta il valore, l'energia; il leone con una sfera raffigura o il sole o L'Uovo Cosmico; il dualismo della natura.
In Egitto, il leone veniva rappresentato col disco solare o con la luna falcata. La leonessa è attributo di Sekhmet e della Dea Madre e simboleggia la maternità ma in quanto Sekhmet può anche essere vendetta.
Col disco solare rappresenta Ra, Dio del Sole, e con la luna falcata Osiride, Giudice dei morti. Tefnut ha la testa di leone.
In Giappone il leone era il re degli animali e appare con la peonia, regina dei fiori.
In Grecia era associato a Cibele. La pelle di leone era attributo di Eracle che, avendo lottato col leone, è l'eroe solare che vince la morte.
In India il leone (e la tigre) è associato a molte Dee, tra le quali la più famosa è Durga.
Nell'Induismo, Budhi Pallien è una Dea temibile delle foreste e giungle, che si aggira nel nord dell'India, in particolare nella zona Assam, sotto forma di una tigre. Questo saggia Dea può cambiare forma, da quella umana a felina e spesso viaggia con una tigre-compagna mentre protegge gli animali, con la quale comunica.
La lingua assamese è ancora parlata da 16,7 milioni di persone in India, negli stati di Arunachal Pradesh, Assam, Bengala, Bangladesh. Esistono molte altre Dee del pantheon assamese. Ipotizzo che Budhi Pallien sia anche più "vecchia" di Durga.
Altre Dee sono Balvi Mataji, Bootbhavani Maa, Chandi e Chamunda, Harsiddhi Ma, Narsimhi\Pratyangira, Shanti, Shikotar Maa, Chandraghanta, Kushmanda, Devi Katyayani, Skanda Mata.
Jagaddhatri è un aspetto di Durga, adorata specialmente nella regione dell'est Bengal in India. Il suo culto deriva dal Tantra, dove la Dea è un simbolo del "sattva" insieme a Durga e Kali. Jagaddhatri ha tre occhi e quattro braccia; è adorna di gioielli e del serpente Nagajangopaveeta, uno dei simboli dello Yoga. Cavalca un leone che a sua volta è assiso su un demone-elefante (Karindrasura). Infatti la Dea può controllare la mente frenetica del devoto, che viene paragonata ad un elefante.
Jagaddhatri è chiamata anche Karindrasuranisudini (Massacratrice del demone elefante), Maheswari (la Grande Dea), Shaktacharpriya, Adharabhuta.
Narasimhi (Narasimhini, Narasimhika) con la faccia di un leone, artigli e quattro braccia è la shakti (parte femminile) di Narasimha. Si pensa che si sia originata dal cuore dell Devi. Come Matrika, è una Dea indipendente, e non solo la controparte femminile di Narasimha. è ritenuta un aspetto di Lakshmi, capace di tranquillare il feroce Narasimha.
Narasimhi accompagna la Dea nel combattimento contro i demoni Shumbha e Nishumba. Qui la Dea Narasimhi è descritta come una feroce guerriera, dal corpo simile a Narasimha; riempiendo l'aria dei suoi ruggiti, divorò i demoni lacerandoli con i suoi artigli. Narasimhi è spesso identificata con Pratyangira (anche lei con 4 braccia e un volto terribile che ricorda quella di un leone maschio, anche se il corpo è quello di una donna). Pratyangira ha i capelli irti, nelle mani porta teschi, il tridente, il Damaru e il cappio (Nagapasa). è seduta su un leone e il suo potere distrugge ogni nemico.
Nella religione mitriaca il leone era solare; il leone e il toro insieme sono simboli di morte.
Nel contesto sumero, Inanna/Ishtar era accompagnata dal leone, come Anat e Lilith.
Anche in Africa c'è una Dea leonessa: Nyarvirazi, la regina e la Dea dei leoni nel Rwanda;
inoltre, è possibile ipotizzare che anche Al Uzza, Dea guerriera, fosse associata alla lince (o al caracal)
Per di più, in Nubia esistevano Dee leonesse, che probabilmente diedero origine a Sekhmet (che dovrebbe appunto essere stata "importata" dalla Nubia)
Due Dee che poi divennero aspetti di Sekhmet: Pakhet e Menhit
Due Dee che poi divennero aspetti di Sekhmet: Pakhet (Dea della guerra, o meglio, della caccia, rappresentata come un gatto selvatico, mentre Bast era "il gatto domestico") e Menhit (altra Dea della guerra, di origine nubiana)
Anche Freya è associata ai gatti selvatici: e infatti Freya ha un duplice aspetto, come Ishtar: Dea dell'amore e della bellezza, ma anche della battaglia.
Difatti, i cristiani odiavano i gatti, proprio perché (come i leoni, pantere e altri felini) erano un simbolo della Dea.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/il-simbolismo-del-gatto-e-i-massacri-di.html
E il leone campeggia anche sulle copertine dei Narnia!