Tibet (2) Il Bön



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Del Tibet abbiamo "un'immagine da cartolina buddhista"... in realtà scavando bene nelle fonti veniamo a sapere che...

Padmasambhava è una delle figure più venerate del Buddhismo tibetano e le sue statue si trovano in numerosi templi e dimore private. I tibetani si riferiscono a lui col nome di Guru Rinpoche


Egli era originario del Pakistan. Il suo viaggio in Tibet fu ostacolato da forze malevole che grazie ai suoi poteri magici fu in grado di soggiogare e convertire nelle entità protettrici del Buddhismo. Quando arrivò a Samye, disperse i demoni che infestavano la valle, e prese in sposa Yeshe Tsogyal, una delle dame di corte di Trisong Detsen, oggi venerata come una specie di Dea e considerata una delle madri spirituali del Tibet



Le donne in Tibet


Le donne hanno sempre occupato una posizione importante nella società tradizionale tibetana. Hanno rivestito ruoli di spicco anche in ambito religioso e sociale; tra le figure di primo piano emergono Yeshe Tsogyal e Machig Labdron e sono state soprattutto le monache a guidare il dissenso politico nel XX secolo. Le donne si acconciano i capelli con moltissime treccine, per la precisione, 108, numero di buon auspicio. Fino al 1950 era molto diffusa la poliandria: una donna sposava un uomo e se questo uomo aveva fratelli, sposava anche i fratelli minori. I figli nati dal primo marito si consideravano figli di tutti i fratelli del padre. 



 Il Mandala


 

Oltre ad essere una bellissima creazione artistica, il Mandala (kyilkhor, "cerchio") è uno strumento di meditazione che può essere in un certo senso considerato un quadro tridimensionale. I Mandala possono anche essere realizzati con la sabbia e divengono anche un simbolo della fugacità della vita terrena.
Il classico Mandala raffigura una Divinità centrale circondata da altre 4 o 8 Divinità che rappresentano aspetti diversi di quella centrale e sono spesso accompagnate da una consorte. Possono esserci diversi cerchi di Divinità, fino ad arrivare ad un totale di diverse centinaia di figure.
Il Mandala è associato al Buddhismo tantrico e utilizzato principalmente in un rituale detto "Sadhana" (mezzo per la realizzazione) in cui l'adepto medita, invoca e si identifica con una particolare Divinità, prima di dissolversi nel Vuoto e riemergerne come la Divinità stessa. Vi è un rituale che impone all'adepto di visualizzare mentalmente 72 Divinità con chiarezza sufficiente a distinguerne il "bianco degli occhi" e mantenere tale visione per 4 ore.


 Nota di Lunaria: per approfondire, si può leggere anche questo libro



A un livello superficiale, storicamente il Buddhismo ha inglobato i precetti morali e le pratiche religiose di adepti laici, la tradizione dotta delle università buddhiste indiane e un corpus di insegnamenti mistici tantrici che ebbe particolare ascendente sui seguaci della fede sciamanica Bön. La reazione del Buddhismo tibetano al contatto con il culto degli spiriti Bön e con il panthen Hindu ha dato origine a un'ampia gamma di Divinità, sia adirate, sia benevole (che di fatto rappresentano soltanto aspetti diversi dell'ego umano).
A parte le innumerevoli diverse manifestazioni del Buddha
ci sono anche Divinità protettrici generiche chiamate "Dharmapala" e Divinità personali per la meditazione dette "Yidam", che gli studenti di tantrismo adottano all'inizio della loro formazione spirituale.


 
Strettamente legata al Bön e al Buddhismo è la religione popolare del Tibet, chiamata "Mi Chös" (il Dharma dell'uomo), basata soprattutto sugli spiriti. Tra questi ci sono i "Nyen", che risiedono nelle rocce e negli alberi; 



i "Lu" o "Naga", spiriti dal corpo di serpente che vivono in fondo ai laghi, fiumi e pozzi (Nota di Lunaria: diffusi anche in India e in Cambogia); i "Sadok", Signori della Terra, entità connesse all'agricoltura; gli "Tsen", gli spiriti dell'aria o della montagna, che scagliano agli umani le frecce della malattia e della morte; e infine i "Dud", associati al demone buddhista Mara. In ogni casa buddhista risiedono spiriti del focolare, del tetto e della cucina. Le credenze religiose dei tibetani sono in definitiva un'affascinante mescolanza di Buddhismo, fede Bön e religione popolare. 

Il Bön

A causa della storica predominanza del Buddhismo in Tibet, la fede Bön è stata soffocata per secoli e solo di recente ha cominciato ad attirare l'attenzione degli studiosi. Il credo Bön e il Buddhismo si sono influenzati e hanno interagito l'uno con l'altro per centinaia di anni, scambiandosi testi, tradizioni e rituali.





La parola Bön ha tre connotazioni principali: la prima si riferisce alla religione pre-buddhista del Tibet, soppressa e soppiantata dal Buddhismo nel VIII sec. e nel IX sec. La seconda è la forma di Bön organizzato (Gyur Bön) sistematicamente secondo i principi della religione buddhista nel XI secolo, la terza connotazione, legata alla seconda, è un corpus di credenze popolari che comportano la venerazione di Divinità e spiriti protettori locali. La tradizione Bön affonda le sue radici nelle più antiche credenze religiose del popolo tibetano, fondate su una fede animista comune a tutte le popolazioni dell'Asia centrale, che si esprimeva attraverso formule magiche, talismani, giuramenti, incantesimi, processioni rituali di tamburi e sacrifici. I riti erano spesso eseguiti da un individuo che faceva da mediatore tra gli esseri umani e il mondo degli spiriti.
Si ritiene che tale religione si sia originata nel regno di Shang-Shung, nel Tibet Occidentale. Il padre fondatore fu Shenrab Miwoche, noto anche col nome di Tonpa Shenrab





Ad occhi di un osservatore occasionale la pratica Buddhista e la pratica Bönpo risultano molto difficili da distinguere. Tra i concetti condivisi vi sono il samsara, il karma, la rinascita nei sei stadi dell'esistenza. Il credo Bön però possiede il suo caratteristico Kangyur, un corpus di testi tradotti dalla lingua di Shang-Shung, e i Bönpo fanno girare la ruota delle preghiere e compiono il percorso rituale intorno al monastero in senso antiorario.


A completare la schiera di Divinità, concorre il gran numero di Divinità locali - spiriti potenzialmente malevoli, noti come "Gekho" (i protettori del Bön) e le loro controparti femminili, le Drapla. Welchen Gekho è il re dei Gekho e la sua consorte Logbar Tsame è la regina delle Drapla.









La bellezza della scrittura tibetana, che purtroppo sta cadendo nel dimenticatoio, per via del "potere cinese":

Sipe Gyalmo, la Regina del mondo, è la manifestazione irata della Dea della Pace, Sherab Chamma









Bodhissatva
 
I Bodhisattva sono esseri che hanno raggiunto lo stato di illuminazione ma che rinunciano al nirvana per salvare il resto del mondo. A differenza del Buddha, sono spesso raffigurati adorni di corone e gioielli.



Tara è un Bodhisattva femminile che ricorre in 21 manifestazioni o aspetti diversi. Ebbe origine da una lacrima di compassione comparsa sul volto di Chenresig ed è considerata la versione femminile di Chenresig nonché protettrice del popolo tibetano.




è il simbolo della purezza e della fertilità e le viene attribuito il potere di esaudire i desideri. L'iconografia più comune la rappresenta come Tara Verde, associata alla notte, o come Drölkar (Tara Bianca) associata al giorno (e anche alla moglie cinese di Songtsen Gampo). Nella versione Verde è seduta nella posizione del mezzo loto, con la gamba destra penzoloni. Nella versione Bianca è invece nella posizione del loto completo e presenta 7 occhi, uno dei quali sulla fronte, 2 sui palmi delle mani e 2 sulle piante dei piedi. Spesso è vista come parte di una Triade della Longevità, insieme con il rosso Tsepame (Amitayus) 



e Namgyelma (Vijaya), Divinità Femminile con 3 facce e 8 braccia.

Divinità Protettrici
 
Le Divinità Protettrici sono facilmente riconoscibili dalla loro feroce espressione, dagli occhi sporgenti e dalla posizione tipica del guerriero pronto all'attacco (con una gamba leggermente protesa in avanti), dalle fiamme intorno al capo o dalla presenza di una serie di strumenti tantrici. Sono raffigurati o con l'Io umano sotto i piedi o in groppa a un animale con indosso pelli umane o animali. Rappresentano antichi demoni del Tibet, Divinità adorate o demoni psicologici che appartengono al mondo interiore degli uomini.  




Come formi femminili abbiamo Palden Lhamo (Shri Devi) e Vajravarahi.

Palden Lhamo è la speciale protettrice di Lhasa, del Dalai Lama e dell'ordine gelugpa. è il corrispondente femminile di Nagpo Chenpo.  



Le sue origini risalgono probabilmente alla Dea Kali



è di colore blu, indossa indumenti di pelle di tigre e di pelle umana e porta orecchini che rappresentano un serpente e un leone.


Notare la falce di luna in testa, come Artemide\Diana

Nella mano destra tiene una mazza, nella sinistra una coppa cranica piena di sangue. Ha un dado bianco e nero intorno alla vita (legato a una sacca di malattie) per stabilire il destino delle persone. Ha la Luna nei capelli, il Sole nel ventre e un cadavere in bocca, e cavalca un mulo con un occhio sulla groppa.

Per quanto riguarda Vajravarahi ha una testa di scrofa nei capelli (e la potremmo quindi collegare a Cerridwen)



Il simbolismo che sta dietro a Palden e Vajravarahi è davvero complessissimo... metto qui un link dove potete trovare diversi approfondimenti


http://pochaontas.jimdo.com/galleria-delle-dee-oriente/
 

Ricordatevi che le Dakini "Colei che percorre i cieli, gli spazi" sono Divinità femminili, ritenute detentrici di poteri segreti, spesso soprannaturali, che talvolta impartiscono agli uomini.









Esistono poi re e figure storiche divinizzate:



Amuleti dal Tibet









 Lo Yak, tipico animale dal quale si ricava un "Thé al burro di Yak" (il cui sapore, a palati occidentali, è orribile...)




Per un'analisi alla misoginia del buddhismo e del confucianesimo, vedi: 

http://intervistemetal.blogspot.it/2018/03/myanmar-spiriti-black-metal.html
http://intervistemetal.blogspot.it/2018/02/corea-sciamanesimo-antiche-divinita-e.html


Altri simbolismi del buddhismo: http://intervistemetal.blogspot.it/2017/07/sri-lanka-mitologia-simboli-e-black.html
http://intervistemetal.blogspot.it/2018/04/tibet-4-la-ruota-del-tempo-e-della-vita.html 

Infine, un libro molto consigliato - anche se piuttosto complesso, come lettura - è questo qui: