I popoli dell'Asia settentrionale erano situati a diversi livelli di sviluppo storico; le cerimonie e le credenze sciamaniche di alcuni di essi erano piuttosto primitive e arcaiche, mentre quelle di altri erano piuttosto complesse.
La forma di sciamanesimo più primitiva è stata osservata nel XVIII secolo fra gli Itelmeni della Camciatca, che allora conservavano ancora un ordinamento sociale molto arcaico, con caratteristiche del clan matriarcale. Secondo le testimonianze di S.P. Kraseninnikov e G.W. Steller, gli Itelmeni non avevano veri e propri sciamani di professione: l'attività sciamanica era svolta di solito dalle donne, soprattutto anziane. Questo stadio iniziale dello sciamanesimo è stato definito da V.G Bogoraz sciamanesimo "generale". Aspetti di questo stadio iniziale sono stati individuati anche fra i Ciukci. Gli sciamani di professione, che in questo caso esistevano, si distinguevano ben difficilmente dalla gente semplice; gli sciamani Ciukci non avevano particolari indumenti e il loro tamburello non era specificamente sciamanico: si trattava di quello che si può trovare in qualsiasi famiglia ciukcia (sul quale, in occasione delle cerimonie familari, battono a turno tutti i membri della famiglia)
La fase o varietà successiva dello sciamanesimo è quella dello sciamanesimo gentilizio. In questo caso lo sciamano non è ancora un professionista ma un addetto al culto gentilizio; ogni famiglia gentilizia ha il suo. Un tale sciamanesimo gentilizio era diffuso in passato fra gli Iucaghiri, che conoscevano d'altra parte anche un culto evoluto degli sciamani morti, considerati protettori della famiglia gentilizia. Tracce di sciamanesimo gentilizio sono sopravvissute anche tra gli Evenki, i Buriati e altri popoli.
Uno studio più elevato di sviluppo è rappresentato da una varietà di sciamanesimo largamente diffusa, lo sciamanesimo professionale, in cui lo sciamano è un particolare specialista che vive grazie ai proventi della propria professione. Questa era la forma predominante nella maggiro parte dei popoli della Siberia.
Fra questi stessi popoli evoluti della Siberia si potevano osservare anche forme di sciamanesimo modificate o decadenti. Così fra i buriati lo sciamano si è trasformato piuttosto in sacerdote dei culti gentilizio e tribale. Di solito gli sciamani non evocavano più gli spiriti, ma si limitavano a recitare preghiere e offrire sacrifici.
Buriati, Iacuti, Altaici distinguevano uno sciamanesimo nero e uno bianco: il primo era simile al consueto culto sciamanico, mentre il secondo consisteva nel culto di particolari divinità benigne.
Il concetto stesso di divinità buone, ben disposte, distinte dagli spiriti maligni nasce relativamente tardi, come conseguenza di condizioni più complesse della vita sociale. Queste condizioni, e in particolare, l'incipiente differenziazione sociale, trovano espressione nel fatto che dalla legione degli spiriti cominciano a separarsi divinità superiori e nel mondo degli spiriti si instaura una complessa gerarchia.
Nell'esaminare le fasi dell'evoluzione dello sciamanesimo è indispensabile soffermarsi sul destino molto caratteristico dello sciamanesimo femminile. C'è motivo di ritenere che esso abbia svolto ua funzione predominante nella fase iniziale, durante il periodo della dominazione gentilizia matriarcale (almeno tra i popoli della Siberia) e che successivamente la sua importanza sia diminuita. Si è accennato all'esistenza nel recente passato di uno sciamanesimo "universale" puramente femminile tra gli Itelmeni. Fra i Ciukci erano considerati particolarmente potenti gli sciamani "travestiti", uomini vestiti da donne e viceversa. Invece tra i popoli più sviluppati, dove predominavano i rapporti gentilizio-patriarcali o feudo-patriarcali, alle sciamane si attribuiva di solito meno potenza che agli sciamani. Questa non era però una regola generale: fra gli Iacuti settentrionali le sciamane erano considerate più potenti degli sciamani. Nella medesima regione si incontravano anche altre sopravvivenze dell'antico predominio dello sciamanesimo femminile: nel circondario di Kolyma lo sciamano poteva evocare gli spiriti non indossando il suo costume professionale, ma abiti femminili. L'origine più antica dello sciamanesimo femminile è confermata anche dal fatto che per le popolazioni Iacute, Buriate e Altaico-Saiane i nomi dello sciamano sono diversi (oyuun, bö, kam) mentre per tutti e tre i gruppi la denominazione della sciamana è identica: udagan.
Quest'ultima è, evidentemente, parola più antica.