Le lunghe orecchie d'asino accentuando esageratamente gli organi dell'ascolto, alludono simbolicamente ad una capacità di comprensione profonda. Anche Buddha viene spesso raffigurato con orecchi esageratamente grandi, a sottolineare la sua eccezionale sensibilità alla voce dello spirito.
Le orecchie asinine alludono allora alla possibilità e alla capacità di sentire e di prestare ascolto alle impercettibili voci dello spirito, come testimonia l'asina di Balaam e come sembra riconfermare un "angelo dal volto asinino chiamato Onoel.
Nell'usuale simbologia dell'asino, però, la propensione all'ascolto interno vira abitualmente verso il polo negativo della stereotipia e delle forme inferiori della conoscenza. La connessione tra l'asino e le forme deficitarie di conoscenza sopravvive fin nei nostri luoghi comuni, dove "asino" è un epiteto spregiativo. Nelle liturgie medioevali talvolta si portava in chiesa un asino che veniva fatto oggetto di una paradossale burlesca e irriverente venerazione. Jung ricorda che durante il festum asinorum, al termine della messa, in luogo dell'"ite missa est", il sacerdote ragliava tre volte e che, in luogo di "Deo Gratias", il popolo rispondeva tre volte "hi-ha"
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Anche per altri aspetti, oltre a quelli della conoscenza, l'asino partecipa alla costellazione simbolica del Divino, ma sembra sistematicamente specializzarsi nell'assumere su di sé le caratteristiche ctonie e inferiori. Questa sua inclinazione trova espressione nell'antico Egitto, il cui contesto mitologico fu molto vicino all'area culturale in cui si sviluppò il mitologema della natività cristiana e di lì tutto l'immaginario presepiale. In Egitto l'asino era l'animale del Dio Seth. Questa divinità veniva raffigurata con la testa di un animale che non fu mai individuato con precisione ma il muso allungato e le lunghe orecchie lo fecero abitualmente identificare con l'asino.
Indipendentemente dalla correttezza filologica di questa interpretazione, l'asino venne quindi associato a Seth fin dall'antichità nelle descrizioni di Orapollo o di Plutarco (che lo assimila al greco Tifone) e come tale entrò nelle immagini popolari ben prima che in quelle del presepe.
Seth fu un dio molto potente; la sua denominazione più frequente, difatti, è "Seth il vigoroso"; da lui presero il loro nome regale tutti i faraoni che si chiamarono Seti. In altro contesto culturale, Omero paragonava all'asino il valoroso Aiace. La potenza di Seth però aveva una specificazione negativa: egli veniva definito "il rosso" o "l'asino rosso". Queste espressioni non si riferivano solo al colore rossiccio dell'onagro. Per gli egizi il rosso era il colore del deserto, terra estranea e ostile, landa arsa e devitalizzata, regno inospitale di serpenti e scorpioni, che Seth aveva il potere di evocare con il suo alito. Per estensione, Seth divenne anche l'immagine sinistra delle potenze straniere, barbariche e nemiche. Egli fu rappresentazione simbolica dei nemici della nazione e di tutti i mali che minacciavano la sovranità interna e la stabilità dell'impero. Non per nulla divenne il Dio più importante e potente durante la dominazione straniera degli Hyksos: la sua figura asinina prese potenza parallelamente alla presa di potere da parte di invasori esterni, alieni.
Queste considerazioni si prestano a una trasposizione sul piano della politica endopsichica: l'immagine asinina di Seth dà forma a quelle potenze che provengono dalle regioni inconsce, ostili ed estranee all'Io, che minacciano di invadere l'Io e di destabilizzare l'organizzazione della personalità, esattamente come i barbari che premono ai confini minacciano la stabilità di un regno.
Nota di Lunaria: idea che è rimasta anche nel cristianesimo, ovviamente, associando l'asino "agli incantesimi delle streghe"
C'è una certa continuità di significato nella tradizione esegetica che interpreta l'asino della natività come il rappresentante dei gentili, ovvero delle genti diverse da quella ebraica. Anche in questo caso l'asino mantiene il suo riferimento agli estranei, ai diversi, agli alieni, sebbene l'iconografia della natività valorizzi gli aspetti di integrazione e non quelli di ostilità fra l'Io e le potenze aliene.
In ogni narrazione egizia Seth dalla testa d'asino si conferma divinità malvagia. Nei miti più antichi è una delle potenze antagoniste contro cui il dio solare Ra deve lottare ogni notte, quando scende con la barca solare verso oriente. Inoltre personifica il polo malefico e distruttivo del creato che, nella concezione egiziana, è destinato ad essere riassorbito nella divinità solare alla fine dei cicli. In questo ruolo e con queste caratteristiche egli entra in uno dei miti più arcaici e fondanti dell'universo simbolico egizio, quello della lotta con Osiris.
All'inizio del mondo la Dea primigenia Nut ebbe due coppie di figli, le femmine Isis/Iside e Neftis e i maschi Osiris e Seth.
Per approfondimenti, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/gli-dei-e-le-dee-del-pantheon-egizio.html
Iside (http://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/iside.html) era Dea bellissima e feconda, archetipo di ogni elemento cosmico di femminilità. Osiris era dio giovane e virile, archetipo di ogni elemento cosmico di maschilità. Nacque tra i due un'inevitabile e irresistibile attrazione, quella che scocca all'interno di ogni coppia di opposti e che attrae due cariche polarizzate, quella che vibra in maniera esemplare in ogni coppia di progenitori archetipici. Iside e Osiris non furono solo fratello e sorella, ma anche sposo e sposa.
Il dio Seth "l'asino rosso", era mossa da invidia nei confronti di Osiride, che, insieme alla sposa Iside, diffondeva tra la sua gente la civiltà, l'agricoltura, le scienze e le arti. Tramò così la morte di Osiride: durante una festa lo sfidò per scherzo, a infilarsi in un sarcofago e, appena il fratello-rivale vi si adagiò, chiuse il cofano, lo sigillò con il piombo e lo gettò nelle acque del Nilo. Una volta compiuto il delitto, Seth sezionò in 14 pezzi il corpo del dio morto, reinterpretando così il tema dello smembramento primordiale che si verifica all'inizio dei tempi e di ogni percorso individuativo. Per impedire che il cadavere potesse essere ritrovato disseminò poi il corpo smembrato di Osiride per l'intero regno d'Egitto ed ogni luogo in cui cadde un brandello del corpo diede origine alle 14 province dell'Impero. In ognuno di quei luoghi sorse un tempio di Osiride, spesso conservatosi fino ad oggi.
Il dolore di Iside per la scomparsa dello sposo-fratello fu un dolore cosmico. La sua sofferenza fu così profonda da minacciare la vita della terra e talmente lancinante da destare i sensi di colpa di Neftis. Entrambe le sorelle, che il mito indica come le Due Vedove, si posero allora alla ricerca dei frammenti dispersi per ricomporre il corpo smembrato di Osiride. In forma di avvoltoio Iside volò sopra le terre d'Egitto, raccogliendo i pezzi del cadavere profanato. Li ritrovò tutti tranne il pene, che era caduto nel Nilo ed era stato ingoiato dal pesce oxyrhincus. Molte raffigurazioni ritraggono la Dea Iside in una scena emblematica in cui avvolge con le sue ali il corpo smembrato ed esanime di Osiride e, agitandole lievemente, gli ridona la vita. Osiride entra in quel momento nel novero degli Dei morti e poi tornati in vita e diventa immagine archetipica di resurrezione.
Egli conserva la natura di Dio della resurrezione anche se si accetta un'altra versione del mito, secondo cui Iside invoca tutti gli Dei e insieme compiono un rituale con cui lo resuscitano e lo consegnano all'immortalità. Secondo i "Testi delle piramidi" nella scena di restituzione alla vita accadde un'altra cosa mirabile: l'abbraccio alato di Iside fu contemporaneamente un amplesso e la Dea concepì Horus il Giovane, un fanciullo divino, spesso rappresentato con il dito sulle labbra.
Siccome il fallo di Osiride non era mai stato recuperato, quella nascita fu una nascita verginale. Secondo altri, quando Iside ritrovò la testa del fratello-sposo tra i fiori di loto di Abydos, gli occhi di Osiride si aprirono e il raggio d'amore che ne uscì le fece concepire il figlio Horus. Ma anche in questa versione il tema della nascita verginale rimane.
Toccherà a Horus continuare la saga familiare, intentando una lotta vendicatrice contro Seth. La plurimillenaria storia della mitologia egiziana fece convergere in quel combattimento mitico i temi di antico contrasto fra il principio malefico, da sempre identificato con Seth, e quello benefico, personificato da Horus.
Durante lo scontro, Seth riuscì ad accecare Horus ad un occhio. Per questa affinità con gli stati oscuri e inferi della conoscenza, Seth divenne il dio della magia nera.
Horus riuscì a strappare i testicoli a Seth, introducendo il mito della castrazione, che verrà ripreso nel bue, altro animale presente nel presepe. La lotta tra i due Dei ebbe il momento culminante nei pressi della città del sole, Eliopoli. Seth venne sconfitto, ma Iside non volle che fosse ucciso e lo liberò lei dalle corde che lo legavano. Da allora Seth è pienamente reintegrato nel coro delle divinità.
Molti papiri lo ritraggono in forma umana con testa di asino, ritto sulla prua della barca solare, quella che ogni sera accompagna il sole nel suo viaggio notturno attraverso i fantasmi della notte e lo porta al punto in cui sorge ogni mattina. Da quella posizione Seth protegge il sole nel suo cammino, sconfiggendo il malvagio serpente Apep; qui Seth rappresenta l'aggressività integrata piuttosto che l'autonomia e la brutalità dell'aggressione. de Rachewiltz conclude che le diverse tradizioni relative al mito di Seth concordano nel riconoscere la necessità del male stesso. Per la mitologia egizia nella risoluzione finale dei cieli, le creature spirituali torneranno all'unità originaria dopo aver trionfato sul male, ma lo stesso male verrà riassorbito entro quell'unità e allora non sarà che l'attestazione di un'antica resistenza. Si compirà così quanto era stato detto: "alla fine dei tempi si toglierà dal nome di Samael (nome del demonio) il Sama - in ebraico: veleno - e non resterà che El, forma di consacrazione a Dio che si ritrova in tutti gli Angeli." Seth rappresenta le forze disgregatrici che emanano direttamente dal caos archetipico e dall'inconscio primordiale, ma è anche l'emblema del processo di reintegrazione di queste forze entro un progetto di ricostituzione dell'unità unitaria. Il mito di Seth illustra come l'asino rappresenti le forze tifoniche ed entropiche della fine dei cicli che si concludono, del tempio che si compie.
Per i persiani era simbolo del passaggio alla primavera e come tale è frequente cavalcatura delle figure che avanzano nell'immaginario natalizio (santa Lucia, san Nicola....); incarna anche il lato oscuro del divino, le forze sotterranee.
Del resto, si pensava che i cristiani adorassero una testa d'asino: vedi il Graffito Alexamanos
Parodia pagana del culto cristiano? Oppure testimonianza che i cristiani adoravano un dio crocifisso... con testa d'asino? (onolatria) La scritta del graffito significa: "Alessameno venera il suo dio". Questa accusa, di venerare una testa d'asino, che veniva mossa ai cristiani, è riportata anche nell'Apologetico di Tertulliano:
"Come già alcuni dei vostri scrittori, voi avete fantasticato che una testa d'asino sia il simulacro del nostro Dio. Fu Cornelio Tacito ad insinuare tale sospetto"
Si tenga presente... che gesù cavalcava un asino:
Il mio parere è che i primi cristiani (forse non tutti) praticassero ANCHE una forma di totemismo animale... ovverossia adoravano gesù e il suo asino.
Tenete presente che nel corano è attestato un primitivo culto totemico: la cammella di allah. Segno che i semiti avevano il vizietto di adorare, oltre che le pietre (litolatria), anche gli animali (se non Dei zoomorfi, almeno un totemismo tra le tribù). Del resto, secondo me, anche le Tre Al
Ne abbiamo parlato qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arabia-saudita-no-per-davvero-parli-di.html
Comunque, l'asino era associato anche alle Dee: Shitala, per esempio, è la Dea indù del vaiolo; lo può portare, ma guarisce anche dalla malattia.
La Lamashtu, sorta di Dea Terrifica sumerobilonese\assira, che era rappresentata in piedi su un asino, nel mentre che allattava quelli che sembrano essere un maiale e un cagnolino;
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/lamashtu.html
in Tibet, Palden Lhamo (Dea protettrice) cavalca l'asino.
Il Tibet l'abbiamo visto qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/tibet-2-il-bon.html
Anche Ecate potrebbe essere immaginata con una testa d'asino o di cavallo:
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/esoterismo-15-larcano-della-luna-e.html
APPROFONDIMENTO SULL'ASINO
Nota di Lunaria: mesi fa, commentando la magia ebraica e gli angeli, avevo già ipotizzato che l'asino, anche nel contesto cristiano, nascondesse qualche significato esoterico. Difatti ho trovato diversi capitoli che parlano dell'asino in Bachofen 😁
Il culto dell'asino è attestato anche tra le stirpi semitiche e presso il popolo della terra del Nilo. Il mito, raccontato da Antonino Liberale, pone in rapporto la Babilonia assira col culto iperboreo dell'asino. Nelle stesse regioni ci porta l'asino (l'asina. Nota di Lunaria) di Balaam che è il primo a scorgere l'angelo di Jehovah.
Ana, figlio di Zibeone, portando al pascolo gli asini di suo padre trova fonti calde nel deserto; con la mascella di un asino, Sansone uccide mille uomini.
Plutarco, infine, attribuisce genericamente all'asino il merito di scoprire le sorgenti: in tutti questi casi incontriamo di nuovo il rapporto di questo animale con l'umidità fecondatrice della terra. In Sansone, a questo rapporto è associata l'analoga concezione che riguarda i capelli: esso sta anche alla base dell'uso di indicare una forte virilità ricorrendo al paragone con un forte asino.
Nota di Lunaria: i Manzer, band black metal francese, si sono divertiti ad associare l'asino, e un asino decisamente satanico e anticristiano, a due belle fanciulle discinte! 😂 in tale contesto, il simbolismo fallico e demoniaco dell'asino è pienamente esibito; https://intervistemetal.blogspot.com/2014/11/manzer-pictavian-black-metal.html
la cosa divertente è che quando parlai con loro, chiesi loro come mai avessero rappresentato un caprone e loro, sghignazzando, mi dissero che non era un caprone, ma un asino 😂 ero cascata anch'io nel tranello, l'aver scambiato l'asino per il caprone, altro animale fallico.
Peraltro, è ben nota l'iconografia Black Metal che associa il caprone sempre a belle donzelle nude o ne accentua la virilità blasfema xD https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/il-caprone-1-i-veri-significati.html
A questo significato dell'asino presso le stirpi semitiche è connesso sia l'asino scavato nella parete rocciosa presso Nauplia, la cui origine già prima ho attribuito ai Fenici, sia la leggenda del culto dell'asino presso gli Ebrei. Nella descrizione di Plutarco l'accento cade soprattutto sulla lascivia dell'animale (nota di Lunaria: come si è visto, i Manzer hanno colto in pieno questo aspetto...). "Mi sembra che gli Ebrei si astengano dalla carne di lepre a causa della sua somiglianza con l'asino, da essi venerato più di ogni altro animale" (Lampria, in Plutarco). Considerando la grandezza e il peso, la lepre non ha certamente nulla in comune con l'asino: sono i colori, le orecchie, la lucentezza degli occhi e la lascivia li rendono straordinariamente simili l'uno all'altro.
Come in Egitto, così presso anche altri popoli, l'asino appartiene agli stadi religiosi più antichi (Nota di Lunaria: infatti era già presente nell'iconografia di Lamashtu. Come ho detto sopra.)
Sistemi più tardi sviluppati lo hanno spinto in secondo piano e hanno determinato una trasformazione simile a quella egiziana. Questo fenomeno emerge con grande chiarezza nel mito di Mida. Qui il significato priapico dell'animale è del tutto incontestabile e si è conservata nei suoi elementi caratteristici la connessione con la forza generativa della natura; in modo altrettanto deciso appare il disprezzo in cui è caduto l'animale. Mentre nel racconto di Licofrone, Mida si è messo di sua propria iniziativa le orecchie d'asino, durante la sua spedizione di guerra in Tracia, nella leggenda frigia, l'aspetto del re deriva invece dalla vendetta e dalla punizione di Apollo. Qui, come in Egitto, viene messa in rilievo la stupidità dell'asino. Mida si vergogna del suo aspetto animale: l'asino (...) assume natura demoniaca.
A Cuma l'asino è associato all'adulterio ed è considerato demoniaco. A Elide una maledizione grava sull'accoppiamento dell'asino con una cavalla. Persino nel culto fallico di Dioniso, l'animale è decaduto ed è attributo e posto in connessione coi tempi preistorici della guerra dei giganti. Il suo raglio diffonde il terrore e manda a monte l'impresa lasciva di Priapo. (Ovidio). Questa concezione demoniaca dell'animale appare con forza particolare nella leggenda dell'asino con la testa d'oro nel tempio di Gerusalemme e nell'attribuzione a cristo di un aspetto asinino. La leggenda è connessa all'antichissimo culto dell'asino delle stirpi fenicie.
Di questa concezione è una testimonianza anche il piede d'asino di Empusa; per questo ella viene detta "dalla gambe d'asino"; su una gemma ella è raffigurata con orecchie, coda e piede d'asino. In Aristofane ella appare a Dioniso e Xantia che visitano l'oltretomba con un piede di bronzo e l'altro di sterco d'asino. Questi resti di forma animale le derivano da un'asina, che fu fecondata da Aristonimo di Efeso. Ella abita nel mondo sotterraneo e obbedendo al comando di Ecate, spaventa col suo aspetto spettrale i viandanti, soprattutto coloro che offrono sacrifici funebri. A volte viene identificata con la stessa Ecate. Nella terra al di là del Caucaso, ella apparve ad Apollonio di Tiana, che la scacciò, apostrofandola con parole ingiuriose, come racconta Filostrato. Nell'incontro con Corinto, Empusa viene equiparata con lamia e viene posta in rilievo la sua natura vampiresca, avida di caldo sangue e della carne di begli adolescenti. Riguardo alla diffusione asiatica del simbolo dell'asino, è significativo che il fantasma di Corinto dica di essere una fenicia; Lamia, a lei assimilata, in Euripide viene chiamata principessa della Lidia, secondo quanto attesta Diodoro.
Come Empusa, l'asino compare interamente nel significato demoniaco, che egli ha in sé come animale tifonico.
Nota di Lunaria: curiosamente, un genere di mantide è stata proprio chiamata Empusa Pennata.
La connessione dell'asino con Ecate è antichissima. Essa è anche confermata dal fatto che la Dea titanica è nata in Tracia; da ciò deriva anche il suo legame con Apollo iperboreo, che le viene associato come Ecato. (Strabone)
La "gamba di sterco" di Ecate/Empusa rappresenta la forza fecondatrice della terra, associata al piede, alla gamba e al concime. Ciò che agli inizi aveva una valenza seria, appare alla fine come espressione di scherno e accentuazione della mostruosità spettrale di Empusa. (Nota di Lunaria: ci si potrebbe chiedere se, associando Empusa al letame, quindi al concime usato nei campi, non si stia in realtà parlando di un'antichissima Dea della fertilità agricola, poi denigrata per un qualche motivo e trasformata in mostro)
La stessa metamorfosi di significato, che degradò l'asino a demone, investì anche l'attributo della gamba asinina. L'affinità dell'animale con il concime fecondatore risiede nella natura fallica di entrambi.
Nota di Lunaria: anche Titania è legata all'asino
comunque mi pare che si potrebbe fare anche un confronto tra Pinocchio e Lucignolo, perché venivano trasformati in asino.
Comunque, dopo aver parlato tanto male dell'asino, facciamogli un po' di giustizia pubblicando questa immagine teneratenera di una mamma asina col suo piccino
Sull'Egitto vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-donna-e-le-dee-nellarte-egizia.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/gli-dei-e-le-dee-del-pantheon-egizio.html