Nota di Lunaria: il libro che ho consultato è davvero mastodontico e purtroppo non mi è possibile riportare tutte le foto interessanti che andrebbero riportate... Ho rimediato qualcosa che dia l'idea da google images. Tenete presente che esiste anche un volume dedicato agli uomini.
Per quanto riguarda l'infibulazione, qui trovate l'approfondimento https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/infibulazione-e-clitoridectomia.html
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Che cos'è la bellezza? Come si può definirla? In che modo per la donna africana delle tribù la bellezza è un valore sociale oltre che individuale?
Che effetto fanno a noi occidentali deformazioni estetiche (cranio allungato), mutilazioni (delle falangi, della vagina), scarnificazioni, piercing estremi?
"La bellezza della donna è una complessa costruzione culturale valida esclusivamente per il gruppo che la crea"
Personalmente molte cose cruente (che spesso causano la morte) mi hanno sconvolto, ma che effetto strano sapere che presso certe tribù una donna che avesse la pelle completamente liscia (da noi, un canone di bellezza!) sarebbe considerata brutta!
E che presso la tribù dei Mursi una donna che non abbia la bocca deformota a becco d'anatra (tramite enormi piattelli di legno infilati nel labbro) è considerata oscenamente brutta!
Ma da cosa nascono questi canoni estetici? Perché, davvero!, ogni singola mutilazione-deformazione-cicatrice nasconde un profondo significato sociale, etnico, religioso, tanto per gli uomini quanto per le donne, significati e allegorie così profonde e complesse che noi occidentali non possiamo neanche immaginare a prima vista.
E allora, come porci di fronte alle mutilazioni cruente della bocca o della vagina? Per prima cosa, capendo bene i significati che stanno dietro a queste pratiche (significato che esula totalmente dal nostro sostrato psico-culturale, come dimostreranno le risposte dei diretti interessati); in secondo luogo, dopo aver appreso i motivi veri che stanno dietro ad ogni singola mutilazione (significato che spesso non è quello che daremo noi, decodificando a prima vista questi atti così cruenti con i nostri parametri culturali) valutare quanto queste mutilazioni impediscano alle donne e agli uomini di vivere una vita normale (rischio infezioni, impossibilità di usare l'arto ecc.) e chieder loro se un uso limitato o simbolico dell'atto non sia meglio, pur restando fedeli al nocciolo della tradizione. Perché se una pelle martoriata dalle cicatrici a noi suscita orrore e ribrezzo, dobbiamo tenere presente che per loro una pelle liscia sarebbe fonte di orrore e ribrezzo. E che come da noi c'è una certa estetica che va per la maggiore (ormai da qualche decennio, le donne con seno prosperoso, anche ottenuto con protesi al silicone, sono considerate sexy, mentre in altri periodi storici si prediligevano donne dai fianchi abbondanti e dalla fronte prominente) le donne africane fanno la stessa identica cosa, anche se, nel loro caso, l'atto si carica non solo di valenza seduttiva ma anche di un rimando religioso e di appartenenza alla tribù.
Per quanto possa scandalizzarci, dobbiamo tenere presente che, come da noi moltissime ragazze chiederebbero con insistenza un intervento di protesi al seno facendosi iniettare silicone per sentirsi più desiderabili, una ragazza africana potrebbe chiedere con insistenza di essere mutilata alla vagina, e tutto questo per apparire più bella.
(Vedi video-intervista a questa bellissima e simpaticissima ragazza, che è lei stessa ad averla voluta ricevere l'infibulazione, da piccola, per essere bella, pura, stimata… purtroppo il link del sito non risulta più attivo, ma io all'epoca feci lo screenshot della schermata)
"Il modo di concepire la bellezza differisce, spesso notevolmente, da un popolo all'altro. Molte volte i canoni estetici di una popolazione sono diametralmente opposti a quelli di una società di diversa cultura. In altre parole, i requisiti fisici richiesti perché una donna o un uomo siano considerati belli non sono, per tutti, gli stessi."
non poteva che essere viziato e falsato, alla base, da uno sguardo cattolico-puritano, e quindi, con parametri totalmente sballati già alla base, inadatto all'osservazione scientifica. Giustamente un cattolico vittoriano, di fronte a popolazioni nude o di fronte a statue di Dei fallici non poteva che restare shoccato! Ma del resto un uomo Mursi non resterebbe shoccato nell'apprendere che in Occidente le donne non si deformano il labbro con piattelli di legno?? Certamente se Schweifurth e gli altri europei restarono shoccati, è verosimile pensare che lo sarebbe rimasto anche un Mursi trasportato in una strada della Londra nel 1800, trovandosi di fronte a donne completamente coperte e dalle labbra piccolissime!
"La curiosità che suscitava, negli esploratori bianchi, l'aspetto delle popolazioni incontrate, era pari allo stupore degli indigeni che, per la prima volta, vedevano uomini tanto diversi da loro. Scriveva Giovanni Miani nel suo diario "Viaggio a Mombuttu": Gli indigeni mi vogliono vedere mangiare, non credendo che io abbia la bocca perché è coperta dalla barba" e Schweinfurth: "Un largo cappello, che mi proteggeva dal sole, eccitò la curiosità degli Scilluki. Questi avevano un cappello che differiva poco dal mio, se non che era composto dai loro propri capelli; e quale non fu la loro sorpresa allorché videro che ciò che essi credevano miei capelli si potevano levare e rimettere!"
Sempre Schweinfurth conferma che gli indigeni, vedendo i suoi stivali, pensassero che lui avesse gli zoccoli come le capre!!!
Ora riporterò in sintesi i motivi culturali che stanno dietro ogni estetica africana.
Dipingersi il volto o il viso
Accanto a motivi estetici, la pittura corporale e facciale assume spesso significati rituali, sociali, magici, liberatori, gioiosi, curativi, di protezione, propiziatori. Alcune tribù (come i Nuba) si oliano invece il corpo, che prende a scintillare sotto la luce, specialmente durante le danze. All'olio può essere aggiunto del pigmento rosso, tanto da ottenere un colore rosso scintillante.
La pittura può essere monocromatica o a più colori. In alcuni casi è riservata ai giovani, in altri, alle persone anziane; la pittura può seguire disegni geometrici o motivi liberi; spessissimo è usata come mezzo per la seduzione erotica (farsi notare dagli uomini). Molte volte ogni colore si riferisce ad un clan ben preciso anche se alle ragazze Nuba, per esempio, è consentito cambiare le gradazioni a seconda della tonalità della pelle, per esigenze estetiche. I colori (pigmenti) vengono estratti dalle rocce e in strette venature nelle grotte. Il bianco è ottenuto polverizzando le conchiglie o le pietre calcaree, ma è usato quasi sempre dagli uomini. Le giovani si dipingono il corpo aiutandosi l'una con l'altra: il colore serve ad esaltare le parti più belle del corpo e mascherare eventuali difetti (come il nostro fondotinta, insomma!)
Il corpo umano è così importante che mediamente, nei dialetti africani, ci sono più parole per definire il corpo che non nella nostra lingua: per esempio in lingua Nuba ci sono parole speciali per descrivere le varie pose del corpo; inoltre presso questo popolo ci si veste solo quando si comincia ad invecchiare (da loro... verso i 30 anni!!!) o si è in gravidanza. Le donne Nuba poi hanno fisici molto magri e atletici, scattanti, dalle gambe lunghissime e modellate:
Nella loro società, sono le donne a scegliere il marito, durante la danza dell'amore, il nyertun: a passi lenti e cadenzati dal ritmo dei tam-tam, accompagnate da un sottile frustino, si avvicinano al prescelto, poi, improvvisamente, sollevano la gamba, appoggiandola sulla spalla del giovane e sancisce il suo possesso; l'invito è solo per una notte ma può valere anche per tutta la vita. La danza dura 4, 5 ore, anche di più.
Simbolismo dei colori:
Il bianco è vita, fecondità, simboleggia il dinamismo umano, l'armonia. è la luce del giorno, il Sole e la Luna che illuminano il nostro cammino. è simbolo di purezza, rettitudine, unione con gli antenati. è quindi anche legato al mondo dei defunti (i Lobi si dipingono a strisce bianche, come se mettessero in risalto lo scheletro).
è il colore usato dopo i riti delle circoncisioni. Anche tutto ciò che si collega alla nascita sarà bianco. I Bantu indicano la connessione dell'acqua al bianco con l'espressione "Acqua Bianca" e questo significato è messo in correlazione con la nascita. I vasi, che si relazionano all'utero materno sono spesso dipinti con figure geometriche bianche. Bassari, Ingassana, Dogon: in questi tre popoli sono le donne a svolgere il lavoro di vasaie. L'acqua, la terra e il fuoco sono i tre elementi necessari per plasmare il vaso: l'argilla seccata al sole viene inumidita con acqua per ottenere una pasta omogenea; dopo 5 giorni al sole, i vasi vengono cotti in un fuoco di paglia.
Vedi le prime testimonianze artistiche del Neolitico studiate da Marija Gimbutas: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/introduzione-allarte-della-preistoria.html
Presso Dogon e Felup i fabbri sono temuti e venerati: rappresentano i sacerdoti dello Spirito del Fuoco, che è lo spirito di verità; per i Dogon i fabbri erano, agli inizi del mondo, l'incarnazione del verbo divino, simboleggiando, in terra, l'intelligenza creatrice.
Nota di Lunaria: Da noi il Dio dei fabbri e dei metalli era Efesto.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/efesto-e-il-culto-del-martello.html
Sovente in Africa vasai e fabbri costituiscono una sorta di casta: alle donne spetta il compito di contribuire allo sbocciare della vita, i fabbri si occupano dei morti.
Il rosso può essere simbolo del Sole e del calore, del sangue della donna sterile, del sangue del corpo. Viene usato anche per "ridare forza al corpo". Il nero può simboleggiare le nuvole preannunciatrici di un uragano o simboleggiare la terra fertile. (1) ma anche essere un colore legato alla morte, all'impurità e alla stregoneria. I guerrieri si cospargono il corpo di fuliggine quando partono in battaglia. In segno di lutto, molti si radono il capo e lasciano crescere le unghie.
(1) Nota di Lunaria: Simbolismo che c'era anche da noi: la Terra Ctonia e l'Artemide di Efeso, dal volto nero. Simbolismo poi copiato dai cattolici per la loro "madonna"
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/lartemide-di-efeso-e-la-palma.html
Acconciature: il campo è troppo vasto per elencarle tutte: c'è una tale varietà di tagli e ornamenti! Possiamo però classificarle così:
1) Le acconciature dell'infanzia: i bambini vengono rasati per motivi igienici.
2) Le pettinature degli adulti d'ambo i sessi: si utilizzano grasso, burro, olio, resine, aromi, argilla, rafia, stoffa, cenere ecc.
3) Le acconciature riservate a particolari caste.
Come tutti gli ornamenti d'ornamento africani, anche le pettinature hanno una funzione estetica e di identificazione sociale:
Il modo in cui vengono acconciati può indicare l'etnia di origine. Spesso le donne per dare forme ai capelli si ispirano agli oggetti della loro quotidianità: onde del fiume, reti, termitai, forme dei pesci ecc.
Gli uomini poi fanno grande uso di piume di struzzo, infilate tra i capelli: fanno sembrare i guerrieri più alti, in battaglia.
Abbigliamento: la prima constatazione che è possibile fare sull'abbigliamento della donna africana è il sussistere di due condizioni estreme: accanto alla completa nudità esistono popolazioni islamiche o islamizzate che drappeggiano veli intorno al corpo.
Utilizzate moltissimo, come amuleto di protezione, e portato in gran quantità, sono le conchiglie cauri, la cui forma è vaginale:
Le conchiglie un tempo erano usate come moneta.
Presso i Nuba, la cui nudità è totale (ma loro si sentono vestiti quando sono unti di un filo d'olio...) gli amuleti vengono appesi a una cintura sottilissima che è posizionata all'altezza dei fianchi; gli amuleti sono a forma di piccoli sacchetti e involucri di pelle, chiamati gri-gri, che contengono piume, peli, denti di animali e altro che viene caricato "magicamente". A volte gli amuleti sono appesi alle collane. Negli ultimi anni i Nuba hanno adottato, come loro gioielli, anche i bottoni di foggia europea.
Molte popolazioni prevedevano dei coprisesso (gonnellini di pelle o foglie per le donne, astucci penici per i maschi), quasi mai per motivi di pudore, ma solo per evitare che gli organi sessuali fossero danneggiati da spine o insetti. Le foglie, dalle donne, erano usate anche come rudimentali assorbenti per il ciclo (e solo in questo caso, in effetti, c'è un sentimento di pudore nelle donne).
Si deve tenere presente che anche questi coprisesso africani hanno funzione di "amuleto": servono a proteggere da malocchio ecc. e dall'influsso degli spiriti maligni (è convinzione di alcune tribù che tali spiriti possano mettere incinte le donne penetrando nei genitali, ma anche nelle orecchie, per questo motivo spesso si portano orecchini puntuti sui lobi, che ricordano molto le nostre borchie; è il caso delle donne Fali del Camerun, che portano orecchini appuntiti); spesso le donne portano dei coprisessi dotati di finto pene: si crede di poter ingannare gli spiriti. è il caso delle donne Sara-Yamodo, che oltre al finto pene, con due conchiglie cauri, simulavano i testicoli. Per questo motivo ogni problema legato alla gravidanza è da ricollegarsi all'azione di questi spiriti maligni; presso i Manja si crede che gli albini siano figli di Ndiba, il genio delle acque.
Nota di Lunaria: comunque si tenga presente che se la convizione è radicata, una persona avrà paura di questi spiriti anche se vive in una città europea ben lontana dalle acque africane! Questo mi è stato confermato personalmente, quando mi è capitato di chiedere ad una persona del Ghana se qui in Italia temesse l'azione degli spiriti o potesse invocare uno spirito del Ghana qui, in Italia: "Sì, perché lo spirito è senza corpo: viaggia quanto e dove vuole" è stata la risposta; un'altra testimonianza che ho raccolto invece proviene dal Burkina Faso: lì si temono degli spiriti, tipo spettri, che assumono forma di vecchie e che è possibile vedere durante la notte, poco dopo i funerali. In Marocco invece lo spirito che possiede una persona "le sta sulle spalle" (me lo ha confermato una ragazza), ovvero da lontano si può vedere la persona posseduta che porta sulla schiena e accanto alla spalla un qualcosa che le sta appollaiato... Non è da escludere, come poi vedremo, che la tristemente celebre infibulazione in realtà nascesse - secoli fa - come forma di "precauzione" contro gli spiriti maligni che possono invadere i corpi entrando negli orifizi, più che non con la valenza che le si dà ora (controllo della sessualità della donna).
Alcuni coprisesso hanno valenza di richiamo erotico: per esempio li si orna di campanellini o perline sgargianti e le differenti fogge di coprisesso permettevano di indovinare il ceto e l'appartenenza tribale.
Per assurdo quando tali gruppi etnici furono obbligati, dagli anni '60 in poi, sia dai Governi che dall'influenza islamica, a coprirsi con abiti, cominciarono ad insorgere le prime infezioni cutanee (i vestiti forniti dai Governi erano pochi e le persone non erano capaci di lavarli, inoltre mancavano prodotti idonei al bucato). Non avevano mai sofferto prima di tali problemi!
Gioielli e Stoffe: come in tutte le culture animiste, l'ambiente è sacro, popolato di spiriti, buoni e cattivi, dove le anime dei defunti sono il ponte tra i viventi e la Divinità (Nota di Lunaria: in realtà per la mentalità africana Dio è totalmente trascendente, talmente tanto al di là che non è raggiungibile da preghiere e/o non si interessa agli uomini; per questo motivo ci si rivolge agli "intermediari", ovvero spiriti o divinità inferiori a tale Dio creatore che riceve poco o per nulla culto; vedi studio di Mircea Eliade "Trattato di storia delle religioni").
Il visibile e l'invisibile si confondono, diventano indistinguibili, gli spiriti possono incarnarsi in animali: ecco nascere un'elaborata gioielleria dove anelli, braccialetti, cavigliere, ecc. hanno forma di animali: camaleonte, serpente, tartaruga, rana, coccodrillo, bufalo rosso...
I gioielli non solo identificano lo stato sociale e l'appartenenza tribale, ma hanno sempre funzione di amuleti (conferire forza, fecondità, placare gli spiriti ecc.)
Per approfondire, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/africa-1-anime-spiriti-e-amuleti.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/totemismo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/sincretismi-animisti-cristiani-in-africa.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/akua-ba-la-bambolina-africana-ashanti.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/introduzione-alla-magia-africana.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/ntu.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/il-significato-della-maschera-in-africa.html
Per quanto riguarda le perline, vengono intrecciate di modo da formare messaggi… è praticamente impossibile per un estraneo decifrare tutte le varianti, perché sono disposte come se fossero un codice, comprensibile ai membri della tribù (per esempio gli Zulu): una collana intrecciata con perline di vari colori, disposte in certi modi, nasconde una vera e propria frase che viene letta a vista d'occhio da chi conosce il codice.
Per quanto riguarda i tessuti è falso pensare che siano stati gli Europei a introdurli: erano già fabbricati dai Cotokoli: rafia, corteccia battuta, cotone, erano tutti materiali conosciuti secoli prima che arrivassero gli Europei. Inoltre c'è anche da sfatare il mito che prima dell'arrivo degli Europei non esistessero regni e città: esistevano in Benin e Nigeria veri e propri regni con re e regine - che tra l'altro scendevano a combattere di persona contro gli invasori - per una trattazione più estesa vedi:
Per chi poi volesse comparare l'arte greca, fenicia ecc. con l'arte africana: http://realhistoryww.com./index.htm
Tra la grande varietà di telai disseminati un po' ovunque sul territorio africano è possibile distinguere due modelli fondamentali: il primo "verticale ad intelaiatura fissa", ancora oggi usato dalle donne (e già impiegato nell'Egitto faraonico 2500 anni prima dell'era cristiana), mentre il secondo modello, usato dagli uomini si compone di un duplice laccio ed è azionato da un pedale orizzontale. Tra i coloranti, il più antico è l'indaco, conosciuto da oltre 4000 anni, originario dell'India.
I tessuti colorati erano spesso usati come moneta di scambio.
Ovviamente anche per i disegni vale il discorso delle perline: ciascun motivo è un codice ben preciso. Si pensa che gli Ashanti siano stati tra i primi a dipingere sui tessuti e che si siano ispirati alle tele del ragno.
Nota di Lunaria: infatti il Ragno è adorato come Dio in certe tribù africane:
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/il-simbolismo-del-ragno.html
Comunque i re Ashanti portavano stole con immagini ben precise che non potevano essere riprodotte sui vestiti comuni.
Attualmente tutto questo è andato un po' perduto, le stampe seguono solo "la moda del periodo" senza più seguire questi rimandi complessi. Inoltre presso gli strati più bisognosi si sono quasi sempre distribuiti vestiti all'occidentale, facendo perdere l'uso degli abiti di un tempo.
Scarificazioni e mutilazioni: questo è sicuramente l'argomento più spinoso e complesso e che risulta shoccante ai nostri occhi; da una parte dobbiamo considerare che tutti i popoli hanno attraversato delle fasi dove un certo tipo di cura del corpo simboleggiava qualcosa; del resto non è vero che "da noi" questa logica non c'è più, perché make up e trattamenti rassodanti, anti cellulite ecc. possono benissimo rientrare in questa logica (solo che noi "non ne siamo coscienti" e lo facciamo per la pura estetica, senza nessun rimando magico dietro); nel Rinascimento le donne per dilatarsi la pupilla usavano un veleno pericoloso come la Belladonna!
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/introduzione-alla-tossicologia.html
e oggigiorno molte ragazze hanno come massima ambizione quella di pomparsi il seno di silicone.
Ovviamente le pratiche tribali africane sono molto più "hard" per i nostri canoni e causano più frequentemente la morte; ma vanno inquadrate nel contesto che viene loro attribuito: magico e religioso oltre che di appartenenza etnica. Se non capiamo questo passaggio non è possibile capire come mai queste pratiche cruente sono spessissimo richieste dalla persona stessa che le subisce.
Detto questo, nell' Africa tribale troviamo tatuaggi (per Arabi e Berberi e non per le popolazioni con la pelle più scura) e scarificazioni (ovvero dei tagli e delle cicatrici che formano un motivo geometrico o un disegno, pratica caratteristica delle popolazioni con la pelle più scura)che hanno sempre un'appartenenza tribale e un significato ben preciso.
è una forma di "Body Art" che è difficile da comprendere per un estraneo e che rappresenta "la carta d'identità tribale" di un uomo o di una donna.
In realtà esistono occidentali che amano sottoporsi alle stesse pratiche:
Comunque per l'uomo o la donna africana non è solo un'estetica (per quanto lontanissima dai nostri canoni): è molto, molto di più.
Perché una ragazza potrebbe chiedere insistentemente di essere mutilata della sua clitoride (o un ragazzo potrebbe chiedere di essere mutilato della falange) anche se nessuno la obbligasse (anche se di fatto sappiamo tutti che tale pratica viene eseguita su bambine e non su donne adulte) ? Come spiega la ragazza del video che ho linkato, è perché quel concetto, di sesso mutilato dalla clitoride, completamente liscio, depilato, chiuso,
è considerato bellissimo, seducente, proprio dai maschi che appartengono a tale gruppo etnico. In altre parole il meccanismo è identico a quello che abbiamo noi donne europee: le gambe con cellulite (tutte piene di fossette) sono esteticamente brutte agli occhi dei nostri uomini: ci adeguiamo quindi a sottoporci a questo o quel metodo, a questa o quella crema ecc. per averle lisce e snelle. Ma ciò rappresenta in realtà una violazione della nostra femminilità originaria, la naturalità del nostro corpo (lo sappiamo tutte: è naturale e biologicamente femminile "avere cuscinetti di grasso" lì, sulle cosce: e con tutto che lo sappiamo accettiamo comunque di modificare le nostre forme naturali pur di piacere agli uomini).
Una donna africana è realmente convinta e in totale buona fede, che un sesso completamente liscio sia più sexy della nostra vagina con clitoride e peli. Per questo motivo non si riesce a debellare questa pratica, fino a che non saranno i maschi africani a cambiare "gusto estetico" è improbabile che le donne trovino la forza di accettarsi con una vagina che ora, a loro, sembra bruttissima, perché non piace ai loro uomini.
Oltre a questo motivo è pur vero che la mutilazione della clitoride serve anche a vietare il piacere femminile ma non è l'unico motivo: c'è anche quello estetico (una vagina completamente liscia e depilata è giudicata altamente seducente) e quello "magico" (vari motivi: dall'aumento di fecondità al considerare la clitoride diabolico ecc.)
Le scarificazioni fatte in un certo modo permettono di individuare a vista d'occhio l'appartenenza tribale; assumono anche carattere estetico volto alla seduzione e allo stesso momento "dimostrano" il coraggio di un individuo, ad essersi sottoposto a tutto questo dolore. Shilluk, Bobo, Boscimani ecc. praticano tutti incisioni tribali. Alcuni arpionano la pelle sulla fronte, creando "dei grani di rosario" o delle incisioni su tutto il volto.
Queste operazioni vanno avanti per diversi anni, e tutto questo testimonia la resistenza fisica a tutti gli altri membri della tribù.
In un certo senso questi decori, in formato indolore, ovviamente!, piacciono anche agli Europei, vedi il mettersi piccoli strass adesivi sulla pelle:
che potebbe rappresentare una possibile alternativa, se insegnata a queste tribù, al loro costume (che diventa sempre più difficile accettare, anche presso le nuove generazioni).
Spesso i cacciatori sotto la pelle infilano pezzetti di carne di antilope: si crede di assorbire l'agilità di questo animale. Questo è un rituale che ricalca molto il significato della pratica cannibalistica, divorare parte del corpo del nemico o avversario per acquisire la sua forza, valore ecc.
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/il-cannibalismo.html
Nel Voodoo abbiamo un caso di Dea con cicatrici sulle guance e mutilata della sua lingua (per amore dei suoi figli): Erzulie
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/voodoo-e-candomble.html
Nelle ferite, per renderle più gonfie e vistose, si inserisce fuliggine.
Anche gli uomini si sottopongono alle scarificazioni: "sono come le vostre medaglie, con la differenza che le loro sono impresse dolorosamente sulla pelle: dimostrano coraggio, impongono rispetto, suscitano ammirazione e sicurezza nelle donne"
Per quanto riguarda le donne, schiene e cosce sono particolarmente scarnificate; sulle cosce le scarnificazioni hanno un valore erotico altissimo: vengono chiamate "zidom", "possiedimi", e sono 81 incisioni eseguite su entrambe le cosce. Il desiderio di tutte le donne è ottenere cicatrici vistose, che lo restino anche quando avranno raggiunto l'età senile: fin da piccole sanno che "per essere belle bisogna soffrire".
I corpi "ricamati" risulteranno bellissimi agli occhi degli uomini e invidiatissimi agli occhi di quelle donne a cui mancano simili cicatrici.
Le scarificazioni sull'ombelico hanno valenza sacra e simbolica: unificano le generazioni passate a quelle future.
Perché ci si scarifica, quindi?
1) Per motivi estetici
2) Per motivi religiosi, magici
3) Per marcare l'appartenenza tribale
Da cosa e come sono nate queste pratiche?
Non è possibile avere una risposta unica e precisa. Sono state proposte varie ipotesi (ma non sono verificate con dati certi):
1) Servirebbero a creare degli anticorpi facendo sopravvivere allo stesso momento gli individui più forti: l'introduzione di germi nelle ferite provocherebbe degli anticorpi che rafforzerebbero l'individuo; la cosa strana è che in effetti la resistenza di un africano alla fatica fisica è di gran lunga superiore a quella di un bianco e anche per questo motivo vennero preferiti gli africani a schiavi mesoamericani, più "deboli".
2) Forse - nei casi più eccessivi - la pratica della scarnificazione o dei piattelli labiali deriva dal tentativo che tali tribù fecero per "abbruttirsi" agli occhi dei bianchi, durante la tratta dei neri e in tal modo sottrarsi alla cattura: infatti nessun bianco avrebbe osato toccare né tantomeno stuprare una donna che avesse avuto un aspetto del genere…
e in effetti tale popolazioni furono lasciate quasi indenni dal commercio di schiavi: ad essere catturati erano gli africani senza particolari segni estetici. Questo varrebbe anche per l'infibulazione, forse messa in pratica per evitare razzie di donne nere o stupri di massa da parte dei bianchi.
3) "Il tanto, l'eccesso", servirebbe a distinguersi: chi più ha, più è valido in una sorta di gara a chi osa di più.
Ma sono tutte ipotesi; attualmente gli stessi popoli non sanno più il motivo per cui lo fanno, nella maggior parte delle volte; ripetono frasi generiche come "abbiamo sempre fatto così" o discordanti (vedi il caso della mutilazione della clitoride: le risposte sono una agli antipodi dell'altra!)
Per i tatuaggi anche qui, ai nostri occhi possono sembrare eccessivi (e che dolore...!) tatuaggi sulle gengive o sulle labbra, tipiche dei Teda o sul volto. Anche togliersi denti o limarli è frequente:
in genere lo si fa o per imitare la dentatura dell'animale totem sacro al gruppo o al contrario per distanziarsene (è il caso dei Bafia del Camerun che si limano i denti per non assomigliare "ai maiali e agli scimpanzè" - parole loro -) o per avere denti più affilati per masticare la carne ("non avere denti da cavallo", hanno risposto i Guerzé alla domanda al perché si affilassero i denti). Le forme di incisione (con lo scalpello... sì, si colpiscono i denti con quello) o limatura (con la lima) sono differenti e richiamano diversi "look" per i denti; presso alcune tribù si estraggono o limano i denti durante riti di passaggio.
Abbiamo poi le deformazioni e le mutilazioni cruente: i casi più celebri sono la deformazione del cranio, che comunque era presente anche in altre culture anche se ormai è caduto in disuso.
Si usa poi deformare le labbra e i lobi, praticata dai Mursi, in particolar modo
Deformazioni ai seni (schiacciati verso il basso) e quelle tristemente note legate alla mutilazione della clitoride e alla cucitura di tutta la vagina…
Il risultato estetico, dopo la cicatrizzazione, è questo:
I rischi alla salute sono noti: violenta emorragia, dolore atroce, rischio di morte, incapacità di urinare, ristagno dell'urina e del sangue all'interno, pericolo di morte per il bambino (soffocamento) al momento del parto.
I motivi per cui ancora si mutilano/deformano donne e bambini sono quelli che ho citato prima: motivi di estetica, di credenza religiosa (riti di passaggio ecc.) o controllare la sessualità delle donne (o perché si ritiene la clitoride un organo infausto, perché minaccia il pene o causerebbe danni al bebè): tutti questi motivi sono presenti e ciascuna tribù dà di volta in volta una risposta diversa, il che dimostra che il motivo vero per cui secoli fa si iniziarono tali pratiche ormai è completamente andato perduto.
Perché le donne Mursi si deformano la bocca (non riescono a parlare né a mangiare correttamente) ?
Qualcuno ha ipotizzato che secoli fa tale tribù volesse omaggiare un particolare uccello di palude da loro ritenuto una divinità; altri sostengono l'ipotesi dell'evitare la deportazione messa in atto dai bianchi. Il rituale è così abitudinario che ormai neppure gli stessi protagonisti sanno più il vero motivo. I Sara-Kaba addirittura inseriscono ben due piattelli... uno sul labbro superiore, l'altro in quello inferiore…
Questa deformazione è così grave che spesso in età avanzata le labbra si sfondano, spaccandosi; quando avviene i moncherini vengono tagliati o cuciti. Comunque tra i Mursi e le tribù che usano i piattelli, le donne più deformate sono proprio quelle più stimate e con posizioni di prestigio: forse le misure più eccessive e voluminose le si è adattate proprio per una sorta di "arrivismo sociale".
Curiosamente, apparire senza piattello, per una donna Mursi, sarebbe come, per un'occidentale, apparire nuda davanti ad estranei. Le donne infatti se lo tolgono solo in famiglia o per dormire. I piattelli sono fabbricati dalle donne con l'argilla e possono essere decorati.
Gli ottentotti invece allungano le labbra della vagina che arrivano a misurare, a ciondoloni, anche 20 cm. Anche questo tipo di deformazione, conosciuta come "grembiule ottentotto" non ha una risposta. Il pene degli uomini boscimani comunque è decisamente piccolo e quasi sempre eretto; forse allungarsi le labbra vaginali dovrebbe favorire il rapporto sessuale o aumentare il piacere della donna (tali labbra che vanno dai 5 ai 20 cm, "a penzoloni" hanno proprietà erettive). Comunque mediamente la vagina di una donna africana è più lunga delle vagine delle donne europee: 16 cm invece che 10.
Nelle pitture rupestri (e nell'arte greca antica) comunque appariva di frequente un "pene alla boscimano": piccolo e in posizione orizzontale; non è da escludere che le donne che presentano delle labbra vaginali "a penzoloni" (longininfismo) siano comunque un tipico carattere etnico delle donne boscimane ed ottentotte, come la steatopigia:
Le Fon, nel Benin, si stirano le labbra manualmente, le Herero perforavano la membrana e attaccavano una corda con un sasso pendente, altre usano erbe o dilatatori tipo pannocchie o corna per allargare la vagina. Tutti questi popoli, contrariamente a quelli che praticano l'infibulazione, gradiscono vagine larghe e "pendenti" e alle ragazze madri e anziane insegnano i movimenti "giusti" (come la danza "douk-douk") per i rapporti sessuali. Una ragazza dalla vagina stretta e che non abbia imparato i giusti movimenti del bacino e dei fianchi non sarebbe apprezzata dagli uomini!
Anche il collo viene "stirato": si aggiungono collane su collane per fargli assumere un aspetto "da giraffa".
Comunque le mutilazioni genitali sono quelle più insostenibili per noi: quelle femminile sono atroci, ma anche quelle maschili non scherzano (specialmente quelle del contesto aborigeno, il cui pene veniva letteralmente aperto a metà per simulare la lingua di una lucertola...) purtroppo proibirle è impossibile… il motivo… è presto detto:
ma c'è da tenere presente che i genitori stanno di fatto violando la libertà personale di un individuo che "da adulto" potrebbe benissimo scegliere di non essere né ebreo né islamico... e che si ritroverebbe "rovinato" senza che lui ne abbia dato esplicito consenso. Questo è tanto più vero per le donne…
Cosa fare allora? Decisamente è da proibire su bambine e adolescenti minorenni. Purtroppo è inutile illudersi, non mancano donne islamiche convertite (in età adulta) che la richiedono. Lo vedremo meglio nel prossimo post, dove riporterò certe affermazioni fatte dalle stesse africane (e non ragazzette analfabete nate nel villaggio poverissimo tra sterco e fango, ma donne che hanno studiato e fanno le ricercatrici\saggiste).
Purtroppo dobbiamo fare i conti con questa realtà, per quanto sia sgradevole, ovvero che esiste una libertà, per la donna che decida di seguire queste tradizioni, di volerle subire (ma vale anche per il niqab, che molte neo convertite italiane scelgono di indossare).
Se una donna a 18 o 20 anni volesse mutilarsi del clitoride o indossare un niqab non saranno multe o detenzioni in carcere a farla desistere anche perché è pur vero che ciascuno, col suo corpo, fa quello che gli pare, fino a che è cosciente e consapevole...
La mia personale opinione è che le donne (soprattutto nell'ambiente d'origine) non sappiano cosa sia una clitoride e a cosa serva.
Khady lo spiega chiaramente:
"La parola orgasmo non esiste nemmeno nella mia lingua"
"Ogni anno due milioni di bambine sono sottoposte ad infibulazione. 130 milioni di donne nel mondo hanno subito questa mutilazione. A sette anni Khady è stata privata per sempre del piacere di amare.
La tradizione narra che l'infibulazione aumenti la fertilità femminile, garantisca la purezza e la verginità delle ragazze e la fedeltà delle spose. I fatti dicono altrimenti: l'infibulazione mette in pericolo la vita delle donne che la subiscono e le priva per sempre del piacere. La testimonianza di Khady è quella di una bambina che a sette anni ha vissuto questo incubo e che, divenuta donna, ha trovato il coraggio di battersi per salvare altre bambine da questo orrore."
"In lingua soninké la nonna ci annuncia che saremo salindé per poter pregare, ovvero purificate per accedere alla preghiera. In italiano: escisse, ma si dice anche tagliate [...] Eppure lo accetta, perché è così che deve essere e perché per riflettere la sua condizione non ha altro modo se non questo rituale barbaro che si vuole "purificatore" per poter pregare, arrivare vergine al matrimonio e rimanere fedele."
"La violenza fatta al mio corpo di bambina non la capivo [...] Di che cosa mi si puniva? Questa cosa che mi avevano tagliato via a colpi di lametta, a che cosa serviva? E perché togliermela visto che ci ero nata? [...] Siamo rimaste distese sulla stuoia fino a quando anche l'ultima bambina vi si è adagiata piangendo. Quando la signora fabbro ha terminato il suo compito e ha finito di tagliare tutte, le donne hanno ripulito la stanza del sangue delle "purificate" prima di uscire"
Dobbiamo accettare che tutte queste donne non sappiano davvero cosa sia un orgasmo femminile.
I due autori precisano di aver assistito di persone a queste circoncisioni di massa, presso i Bobo, e che in tutto il circondario di Boni non vi fosse nessuna donna con la clitoride: l'unica eccezione era una donna di 30 anni, non escissa (si era rifiutata più volte) e quindi non sposata: tutti la giudicavano "non sana di testa".
Per quanto ci possa risultare strano, neppure gli uomini sanno bene cosa sia un'escissione: non assistono al rituale. Sanno solo che le vagine delle bambine "non vanno bene" fino a quando non sono "purificate". Inoltre è da tenere presente che un uomo vedrà la futura sposa solo quando la ferita sarà ormai rimarginata.
Gli autori hanno provato a chiedere perché le donne venissero mutilate; le risposte date dagli uomini sono queste:
1) Perché è un organo inutile (29 pareri)
2) Perché è sporco (21 pareri)
3) Perché è maleodorante (15 pareri)
4) Perché è dannoso (13 pareri)
5) Perché è brutto da vedere (2 pareri)
Altri sostengono che serva a preservare la castità, mentre alcuni sono convinti che serva a rendere le donne più insaziabili.
I Manja praticano l'escissione ma in forma di rituale di passaggio dall'età infantile a quella adulta e infatti dura circa un mese, suddivisa in varie fasi. Tutte le notti si canta e si danza alla luce dei fuochi; una vecchia guida le giovani, intona un canto:
"Una volta eravamo amiche, ma oggi io vi comando, perché ho il cuore freddo come quello di un uomo. Vedete, ho in mano il coltello, col quale vi opererò, il vostro "wizougoré" (clitoride) che voi custodite così gelosamente, lo taglierò e lo getterò al suolo perché oggi io sono un uomo. Ho il cuore freddo, altrimenti mai potrei operarvi. Dopo vi curerò e saprò, allora, molte cose. Conoscerò quelle che si lamentano e quelle che soffrono in silenzio".
Le ragazze, sempre danzando, rispondono:
"Le tue parole ci fanno paura ma non possiamo fuggire. Anche tu fosti "ganza" (ragazza da circoncidere) e non sei morta. Dunque neanche noi moriremo"
I clitoridi mutilati sono gettati nel fiume: si crede diventino sanguisughe; le ragazze non devono urlare o svenire: questo sarebbe una mancanza di coraggio e una vergogna incancellabile. A fine rito le ragazze si immergono in acqua fredda e le acque si arrossano di sangue; dopo qualche ora cantano "Di ritorno a villaggio, quando incontreremo un grosso fallo, ah come faremo bene all'amore, dato che il nostro sesso sarà secco e pulito."
Per i Dogon e i Bambara del Mali il prepuzio maschile sarebbe un segno di femminilità e la clitoride femminile un segno di mascolinità: eliminandoli si riequilibrano gli organi genitali. In altre parole una donna Dogon o Bambara per sentirsi "vera donna, veramente donna" deve mutilarsi ed eliminare la clitoride, visto come un piccolo pene che le deforma la vagina. Secondo un mito africano, Dio creò l'essere umano androgino, bisessuato, ma a seguito di un grave errore subentrò la divisione nei due sessi: vennero la morte e le malattie; furono creati nuovi esseri, uomini imperfetti che avevano sul loro corpo un segno degli antichi tempi: nell'uomo il prepuzio, elemento femminile, nella donna il clitoride, elemento maschile. La circoncisione maschile e la clitoridectomia "rimettono le cose a posto" eliminando l'ambiguità sessuale.
Come detto, non è assolutamente possibile trovare un'unica risposta al perché le donne si mutilino delle loro clitoridi. Se nelle zone ad influenza islamica il motivo è quello della castità (e non del mito riportato, che non è islamico), in altre regioni il motivo è legato alla convinzione di essere deformi. Tra l'altro la mutilazione della clitoride e di parte delle labbra vaginali rende la vagina enormemente dilata, rassomigliante ad una fossa.
Prendiamo il caso di una ragazzina Manja, Dogon o Bambara cresciuta ed educata col mito africano: mutilarsi della clitoride per lei è diventare "vera femmina" e non può che avere in odio quel "piccolo pene" che la deforma; del resto gli stessi canti che vengono intonati hanno riferimenti al coito, non alla castità che invece è celebrata nel versante islamico.
Potrà avere piacere sessuale una Manja, una Dogon o una Bambara? In quanto donna, mi pare alquanto improbabile che una donna mutilata di clitoride possa provare piacere sessuale; probabimente non hanno un piacere fisico ma solo mentale, di forte intesa con l'uomo che ama (che poi è la risposta che dà anche la ragazza del video); non è neanche detto che poi per loro sia così importante avere un orgasmo al modo che lo intendiamo noi (probabilmente hanno altri parametri e per loro fare sesso è solo funzionale ad avere un figlio, che poi è stato, per moltissimi secoli, anche il parametro cristiano della sessualità femminile, qui da noi https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/verginita-e-patriarcato.html
è curioso come le cristianucce che si scandalizzano e trovano orripilante l'infibulazione - e in quanto donne occidentali è scontato che proviamo questo orrore - non riescano poi a collegare questo concetto del divieto di piacere sessuale femminile al loro idolo, la loro "madonnina" che secondo il loro credo religioso è "sempre vergine" e non ha mai avuto piacere sessuale… non è che sia diversa da un'africana barbaramente mutilata alla vagina, ma tant'è… tanto non c'è peggior sordo di chi anche di fronte a un migliaio di libri sul cristianesimo, fa lo gnorri...)
L'infibulazione poi è ancora più atroce: oltre alla mutilazione si cuciono le labbra della vagina lasciando appena un'apertura grande come un pisello per orinare: spessissimo l'urina e il sangue mestruale non defluiscono e ristagnano all'interno del corpo: la pancia si gonfia, se non si interviene chirurgicamente la donna muore. Questa pratica risale a secoli fa e viene citata per la prima volta nel XV secolo da un sovrano etiope.
Le vagine spesso sono così chiuse che per aprirle e farci entrare il pene è necessario riaprire prima la cicatrice con un coltello. Dopo il parto, la vagina è ricucita e così via, ogni volta.
Teniamo presente che sono le stesse ragazzine e madri a volere tutto questo (certamente, dietro il diktat maschile del "sennò non ti sposo") e che le ragazzine non escisse sono prese in giro da quelle mutilate (che si sentono "donne adulte"). Per molte donne è il fatto stesso di essere donne (con tutto il discorso sociale-religioso in cui sono immerse) che giustifica tali pratiche.
Conclusioni:
Questo studio che ho riportato vuole essere informativo e vuole far riflettere su usi così diversi dai nostri. Certamente dire a bruciapelo ad una donna mutilata cosa sia una clitoride può provocarle uno shock o un trauma peggiore di quanto non provochi, paradossalmente, non sapere cosa sia un orgasmo femminile.
Per approfondimenti: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/blog-post.html