Intreccio di corda e la tessitura nel commento di Bachofen


L'azione rituale dell'intrecciare la corda (*) è mostrata come una realtà di fatto e deve essere presa come tale. Il suo significato non può minimamente essere posto in dubbio. L'intrecciare la corda è un'azione simbolica, che ricompare abbastanza spesso, e che si fonda sulla stessa concezione a cui è connesso l'atto di filare o di tessere proprio della Gran Madre della natura. Così vediamo Afrodite che tesse, ed anche Penelope, Circe, Maia Proserpina, le "Tres Anus Textrices" ("Tre Vecchie Tessitrici") del mondo sotterraneo, che compiono il loro lavoro senza sollevare lo sguardo, citate da Apuleio in "Psiche" ("Transito fluvio modico te progressam textrices orabunt anus telam struentes, manus paulisper accomodes", passato il fiume e fatti pochi passi delle vecchie tessitrici che fanno una tela ti pregheranno di dar loro una mano per un poco);

Nota di Lunaria: vedi anche la Filonzana, figura presente nel folklore sardo.



Rispetto a figure maschili come i Mammuttones o i cavalieri della Sartiglia (figure diffuse nel folklore sardo) la Filonzana è una figura femminile, probabilmente che rimanda alla civiltà nuragiche; è una donna anziana, che porta una maschera in volto, ingobbita, vestita di nero, che tiene un fuso tra le mani e fila in continuazione. Esattamente come le Parche, tesse il filo della vita umana e del destino (che è tra le sue mani).
Durante le sfilate del carnevale sardo, la Filonzana arriva alla fine, sceglie certe persone e si avvicina a loro tagliando il filo di lana e porgendoglielo come augurio di malessere e sventura. A volte si aggira in coppia con un'altra Filonzana dal ventre gonfio, come se fosse incinta, e mimano le scene del parto.
Nel pantheon celta, la Dea filatrice era Habetrot; in quello slavo, Mokosh. Vedi anche figure come Perchta, Berchta, Holda.




Nota bene: l'idea di "filatrice" è stata copiata anche dal cattolicesimo! maria viene rappresentata nel mentre che fila o seduta accanto al fuso.



Inoltre le streghe venivano immaginate col bastone (infilato tra le gambe a mo' di fallo!) e col fuso:



Sempre in atto di tessere troviamo le Parche, Tanaquilla Gaia Cecilia, Ilitia, le Sacerdotesse di Diana, la Dea Siriana citata da Luciano, Afrodite Urania ed Atena, che per questo è raffigurata con un fuso. Anche la Dea di Sais è inventrice e protettrice della tessitura, il velo che la ricopre ha lo stesso significato di quello di Elena, di Vesta e della Grazia - che appunto per questo nell'Iliade è detta "finemente velata" - e dell'aureo drappo che Demetra dona a Rampsinite quando questi le fa visita nel mondo sotterraneo; ha anche lo stesso significato delle laciniae (drappi) che in Apuleio vengono offerte a Cerere come doni votivi, dei nastri, che sono associati soprattutto con Cerere e che nel culto funerario sono posti in un rapporto privilegiato con le forze ctonie. Il tessere è un attributo, che la divinità trasmette anche alle sue Sacerdotesse. Nella preparazione del grande splendido vestito, che le Ateniesi tessono per Pallade Atena, le matrone di Elide per Giunone, le donne di Amiclea per Apollo, viene compiuta un'azione sacra che corrisponde alla natura stessa della divinità e intende imitarla. Perciò la tessitura è connessa così spesso al culto delle grandi divinità materne: alla Afrodite di Cos è associata la lavorazione dei famosi vestiti trasparenti di Cos, di cui Orazio dice: "metiri possis oculis latus", potresti misurare con gli occhi il fianco; al culto di Iside quello delle "pellucidae vestes", le vesti trasparenti e "bysso tenui", di bisso sottile, ricordate da Apuleio; al culto della donna del luogo di Patre è connessa la tessitura di vestiti di bisso, citata in Pausania. Lo stesso significato ha la lidia Aracne che rivaleggia con la stessa Pallade nella lavorazione di preziosi vestiti. L'immagine del filare e del tessere rappresenta l'attività della forza creatrice e formatrice della natura. L'attività della Grande Madre originaria della materia viene comparata all'intrecciare e al tessere con arte, che dona articolazione, forma simmetrica e finezza alla materia grezza. Tutti gli organismi escono perfetti dal grembo della terra. Hanno ricevuto dalla Madre l'artistico tessuto del corpo, che essa ha preparato con incomparabile maestria nel grembo oscuro della materia. Perciò la terra assume gli appellativi di "daedala" (artefice), "fanciulla multiforme", "artifex rerum" (artefice delle cose), perciò la Madre originaria prende il nome di Madre Creatrice, Modellatrice.



Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/le-origini-pagane-della-befana-1.html

(*) Nota di Lunaria: a parte il velo della "madonna",  e spesso anche la corona,
COPIATO in pieno da Dee come Cibele, Demetra o Vesta,




i cattolici copiano anche l'idea di nodo, infatti hanno "la novena a maria che scioglie i nodi"



Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/noce-e-nodo-il-simbolismo.html