Simboli Magici dell'Antico Egitto

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Occhio di Horus (Udjat, Uzat, Wadjet) - Guarigione



L'occhio era uno dei simboli protettivi più importanti dell'antico Egitto. In questa terra dai mille colori non c'era cosa più preziosa della vista. L'occhio registra tutto quanto si trova nell'ambiente circostante e può anche interpretare i sentimenti e gli stati d'animo.
Gli occhi della divinità dei falchi Horus sono il Sole e la Luna. L'occhio destro rappresenta il Sole, l'attività, il futuro, quello sinistro la Luna, la passività, il passato. Entrambi gli occhi hanno una vista ampia sia di giorno che di notte; per questo rappresentano l'onniscienza e sono stati associati all'invulnerabilità e alla fertilità eterna. Sono stati collocati spesso sui sarcofagi in modo che il defunto potesse vedere il cammino da percorrere. Spesso nell'occhio si inseriva la corniola, pietra che per gli Egizi erano legate al Sole.


Come talismano aiuta a:
1) Rimanere in buona salute e rinnovare la forza vitale 2) Migliorare la fertilità e la forza creativa 3) Vedere gli altri con gli occhi del cuore.
Come amuleto protegge dal malocchio e dalla cecità.


Colonna Djed - Colonna Vertebrale di Osiride - Risurrezione



Prima dell'età egiziana la colonna Djed era un feticcio e probabilmente doveva rappresentare un palo intorno al quale erano piantate le spighe di grano che indicavano la presenza di un culto della fertilità. La forza del cereale e la sua continua crescita doveva essere in questo modo assicurata. Ed è per questo che con il tempo è divenuto il simbolo della "durata".
Nel nuovo regno la colonna Djed divenne il simbolo di Osiride, che in qualità di divinità della risurrezione, rappresentava la fertilità e l'eterna durata.
La colonna Djed divenne in questo periodo la colonna vertebrale del Dio. L'innalzamento delle colonne esprimeva la vittoria di Osiride sul suo avversario Seth. La colonna Djed veniva donata ai morti come amuleto, infatti nei feretri si trovavano raffigurazioni al posto della colonna vertebrale della mummia. L'amuleto doveva determinare la risurrezione dei morti, far durare la vita in eterno e conservare la facoltà procreativa.


Ankh - Croce a due manici - Vita



Questo segno risulta ancora misterioso. Come geroglifico significa "Vita" e indica la vita eterna, divina. Probabilmente in precedenza era un simbolo sessuale, collegato all'immortalità, all'aria e all'acqua. è stato sempre ritratto quando le Divinità consegnavano al re il regalo della vita e dell'alito di vita, mentre portavano la croce Ankh.



In questo segno possiamo riconoscere anche la fertilità della terra ricevuta in dono del Sole. Il Sole è rappresentato nel circolo superiore della croce, mentre la terra della croce inferiore. In molte illustrazioni la croce con i manici viene fissata alle Divinità tramite un anello. Per questo è diventata una sorte di chiave che apre l'accesso al regno dei morti. Il segno Ankh è uno degli amuleti più potenti dell'antico Egitto. La sua forza ci dona vita eterna e fecondità. In unione alla colonna Djed, la croce Ankh significa l'unione del principio maschile e di quello femminile. La richiesta maschile (sotto) e l'aprirsi della femminilità (sopra) si fondono in un'unità che genera una nuova vita.



Nota di Lunaria: molto probabilmente l'Ankh deriva dalla bambolina Ashanti




Anello Schen - Eternità



L'anello che la figura in ginocchio tocca con la mano non ha né inizio né fine e personifica per questo l'immensità. Come quasi tutte le rappresentazioni di rotondità viene ascritta al disco solare. Questo tipo di anello, le cui estremità erano unite come una corda con un nodo, si chiamavano anelli magici e dovevano difendere contro le malattie e altre negatività.

Nota di Lunaria: anche Lilith stringe l'anello Schen, perché la Lilith sumera era la Dea della giustizia. Lo stesso simbolo era portato in mano anche dai re.




Bastet - Dea dei Gatti - Protettrice

La gatta Bastet all'inizio venne associata al Sole. I gatti (*) personificavano il Dio Sole, mentre le gatte l'Occhio del Sole. A partire del regno medio il gatto domestico è stato correlato alla Dea Bastet. Questa Dea nel nuovo regno ha assunto tratti sempre più deboli. Per questo è stata correlata alla Luna in modo che anche l'immagine della Luna potesse mutare e solo il grosso gatto fosse collegato all'immagine del Sole, mentre il gatto domestico, al contrario, alla Luna, e quindi, all'inconscio e all'elemento femminile. è diventata in protettrice della casa, delle madri e dei bambini.

Falco - Dio - Protezione



Il falco illustrato porta gli anelli Schen e la croce Ankh in entrambi gli artigli e sulla testa il Sole Rosso di corniola. Il falco per la sua arte del volare e la sua aggressività era molto venerato. Per queste sue qualità divenne come Dio dell'aria il simbolo della "Divinità in assoluto". Con le ali spiegate si libra tra il Sole e la Terra e diviene, pertanto, il protettore del Cielo e della Terra e di tutte le creature. Una rappresentazione più astratta o una forma più ridotta si trova nel sole alato. In questo esempio è possibile vedere quale valore esse assumevano nel pensiero degli Egizi. Successivamente il Sole era raffigurato in ogni momento della giornata e persino ad ogni ora in una forma diversa, ad esempio, nelle sembianze di un bambino, di un coccodrillo, di un falco, di un leone o di un grifone.

Scarabeo Sacro: Creatore di se stesso



Lo scarabeo era il portafortuna più comune nell'Antico Egitto. Anche di questo sono pervenute numerose rappresentazioni. Lo scarabeo è rappresentato con un cartoccio reale tra le zampe anteriori; lo scarabeo è Chepre, "colui che nasce dalla terra", Dio del Sole e simbolo della nuova vita.



Per il fatto che rotola nello sterco, in cui depone le sue uova, divenne il simbolo del Sole che nella concezione del mondo dell'Antico Egitto si muove o rotola al di sopra del cielo. A suo tempo le uova si schiudono e i nuovi scarabei fuoriescono: una nuova vita nasce dalla terra e ciò implica una rinascita.

(*) Nota di Lunaria: i cristiani, secoli fa, durante la caccia alle streghe, sterminarono i gatti: erano considerati animali diabolici, associati alle streghe, appunto. Vedi questo libro:



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