Uno o Tre? La vicenda dell'apparizione alle Querce di Mamre e la Monolatria

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 Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/storicita-della-rivelazione-biblica-da.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/eva-heba-come-magna-mater.html

Nell'Antico Testamento, specie nel Pentateuco, sono state spesso intrecciate, in un'unica storia, due diverse tradizioni: la jahvistica e la elohistica, corrispondenti ai diversi usi del nome di Dio: JHWH ed Elohim (che peraltro è un termine al plurale. Nota di Lunaria)
In particolare, l'evento che si trova al capitolo 18 della Genesi è bizzarro: in un unico testo ci sono di volta in volta dei cambi repentini di soggetto (altra cosa che si verificava anche nella vicenda dello "sposo di sangue". Nota di Lunaria)

Metto in maiuscolo i termini-chiave:

"Poi il SIGNORE apparve ad Abramo alle Querce di Mamre (1) mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che TRE UOMINI stavano in piedi presso di lui (2). Appena LI vide, corse LORO incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra dicendo "MIO SIGNORE se io ho trovato grazia ai tuoi occhi non passar oltre senza fermarti dal TUO servo. Si vada a prendere un po' di acqua e LAVATEVI i piedi e ACCOMODATEVI sotto l'albero. Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che VOI SIETE PASSATI dal VOSTRO servo."
Quelli dissero:"Fa pure come hai detto" (Genesi 18, 1-5)


Come mai in uno stesso brano si alternano il singolare e il plurale?
Perché probabilmente chi ha poi redatto per iscritto il testo avrà intrecciato due o più storie diverse: una di queste vicende, forse la più antica, parlava inizialmente solo di tre uomini senza specificare la loro identità; in un'altra tradizione, la stessa vicenda viene però narrata con un nuovo protagonista: Dio stesso, accompagnato da due angeli.


(Nota di Lunaria: non mancano cristiani che in questa vicenda vedono una prefigurazione della Trinità - concetto INESISTENTE nell'Antico Testamento - i tre uomini - maschi, ovviamente... - sarebbero il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo)

Questa storiella dimostra che "i cinque libri di Mosé" NON POSSONO ESSERE STATI SCRITTI DA MOSè, ma sono il risultato del "mixaggio" di tradizioni diverse, più o meno antiche, ad un certo punto riassemblate.

Infine, facciamo notare un'altra cosa, poco nota.


Inizialmente, gli ebrei NON ERANO MONOTEISTI. Quando nella Bibbia si parla di un Dio "geloso, iracondo" si sta parlando di una concezione di Dio che "è in rivalità" con tante altre divinità, ovverossia tutte le Dee e gli Dei dei popoli che confinavano con Israele, popolazioni che praticavano il POLITEISMO (la fede nell'esistenza di più Dei, peraltro spesso SESSUALIZZATI in maschi o femmine).
 

La tentazione politeistica del credere a più Dei\Dee non venne superata dal popolo ebraico negando le divinità degli altri popoli, al contrario!, l'esistenza di questi Dee e Dei veniva data per scontata; da parte ebraica, però, c'era l'idea che il loro Dio fosse il più forte e il più potente e che fosse l'unico degno di essere adorato.
Questo tipo di concezione religiosa NON è MONOTEISMO,


è MONOLATRIA O ENOTEISMO.

"Non avrai altri Dei di fronte a me" (Es 20,3) rivela, appunto, che il Dio in questione, JHVH, non tollera che qualcuno adori un qualche altro Dio insieme a lui: "Non ti prostrerai davanti a loro [cioè davanti ad altri Dei] e non li servirai perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso". Solo successivamente si passa dalla monolatria (cioè, tra i tanti Dei, se ne sceglie uno solo da adorare, ma non si nega che gli altri Dei esistano) al monoteismo, cioè si adora un unico Dio dicendo che "tutte le altre divinità non esistono".

Peraltro, il Dio di Israele (a tutti gli effetti, un Dio di un certo clan, e non un Dio "per tutta l'umanità") viene definito col termine "Qadosh", che viene tradotto nelle lingue non ebraiche come "santo"; è una traduzione imperfetta, perché il termine "Qadosh" indica un qualcosa che si separa e si distingue, nel caso in questione, "il Dio israelita" SI VUOLE SEPARARE E DISTINGUERE dagli Dei non israeliti; è evidente l'aspetto nazionalistico ed etnico del Dio in questione che non voleva avere comunanza (o meglio: i sacerdoti che lo idearono...) con gli Dei "degli altri popoli", ma riaffermava in maniera netta la sua appartenenza etnica ad un popolo ben preciso.
Razzismo, genocidio e misoginia sono tre elementi che appaiono CHIARAMENTE nel "simbolismo" del tale Dio YHVH; non si capisce come possa esserci gente, dei giorni nostri, che proprio non riesce a capire una cosa così OVVIA e SI OSTINA a far passare il dio javè come un "dio di amore", quando è chiarissimo che il Dio in questione era un Dio della guerra, della battaglia, del genocidio, oltre che del tuono\cielo\fenomeni atmosferici, similmente a divinità tipo Zeus, Ares, Marte, Perkunas ecc.
 

(1) Nota di Lunaria: chi ha studiato un po' di mitologia, lo sa molto bene che la quercia era un albero attribuito agli Dei maschili del tuono e\o della tempesta (Zeus, Perun ecc.) Tuttavia nel contesto greco, agli inizi, la quercia non era un attributo di Zeus, bensì di una Dea, Dione, che aveva valenze oracolari.




Successivamente "si fece sposare" (cioè si sottomise) Dione a Zeus, con relativo passaggio "dell'insegna arborea": la quercia passò a Zeus, ivi incluse le capacità profetiche.

Riporto qui alcuni stralci tratti da





"Alcuni degli Olimpici sono degli Dei oracolari: Atena, Ermes e Apollo. Il santuario di Dodona, posto in terra straniera, risale alla più remota antichità. Zeus deve esservisi sostituito ad una Dea pre-ellenica dell'albero, della quale ha conservato l'attributo fondamentale, la quercia. Proprio attraverso la voce della sua quercia, Zeus emanava i suoi oracoli. Coloro che andavano a consultare l'oracolo scrivevano le proprie richieste su una tavoletta di piombo e delle sacerdotesse, dette le Colombe, interpretavano il brusio delle fronde per ricavarne il responso. Omero non conosce le Colombe; egli parla, invece, di profeti, i Selli, "dai piedi mai lavati, che dormivano per terra". Queste definizioni ben si addirebbero ad antichi sacerdoti della Terra che avrebbero tratto la loro ispirazione da un contatto permanente col suolo. Ad ogni modo si può pensare che Zeus abbia avuto normalmente a suo servizio un duplice collegio di interpreti: maschili e femminili, come Apollo a Delfi.
A Olimpia, del pari, Zeus è venuto dopo una Dea della Terra.
Ivi Gea avrebbe profetizzato, e la sola donna che fosse ammessa alla sua vista era la sacerdotessa di Demetra Chamyne.
Ma il modo della divinazione era diverso. Zeus possedeva ad Olimpia, come Gea, un altare fatto con le ceneri ammonticchiate delle vittime. In cima al cumulo, che poteva raggiungere i 6,50 metri d'altezza, degli indovini, gli Iamidi, praticavano la divinazione attraverso il fuoco, interpretando i segni offerti dalla fiamma.
Prima dell'arrivo di Apollo, anche Delfi ha avuto un oracolo con tecnica analoga, che in questo caso dipendeva da Poseidone e da Gea. Si riteneva che Atena avesse inventato la divinazione tramite i dadi. A Fare, in Acaia, si interrogava Ermete; l'interrogante poneva le domande all'orecchio della statua, quindi lasciava il tempio, tappandosi le orecchie; arrivato all'estremità dell'agorà, egli levava le mani e la prima parola che udiva veniva presa come la risposta del Dio. Ma il Dio profetico per eccellenza è Apollo, perlomeno in epoca classica. I suoi oracoli erano numerosissimi, non se ne contano meno di cinque in Beozia (Tebe, lo Ptoion, Eutresis, Isie, Tegira); numerosi e celebri erano quelli dell'Asia Minore: Claro, vicino Colofone, Didimo e numerosi oracoli in Licia. 
Delfi si è affermata tardi, ma rapidamente. Non sembra che Apollo sia arrivato sul Parnaso prima del VIII secolo a.c
Un passo dell'Iliade canta, a partire dal VII sec. a.c, la straordinaria ricchezza del suo santuario. Apollo deve aver preso posto di una Dea della terra che praticava la mantica attraverso i sogni vicino alla fonte Castalia. La sostituzione è avvenuta tranquillamente o di forza? Nell'antichità se ne discuteva. La leggenda dell'uccisione del serpente ctonio, Pitone, da parte di Apollo, non va chiamata in causa per risolvere questa controversia: si tratta di un mito etiologico, presente anche a Sicione e in Asia Minore, al quale non va attribuito alcun significato storico."

"L'oracolo di Dodona, nell'Epiro, dedicato a Zeus cui era associata come moglie Dione, era fondato dentro un bosco di querce: dallo stormire delle fronde, delle colombe, della fonte sacra, i sacerdoti traevano responsi."
"In Epiro, nella parte nordorientale della Grecia, sorgeva il più antico degli oracoli greci, la Quercia Sacra di Dodona.
Il luogo aveva - e conserva tuttora - un aspetto selvaggio e drammatico. Ai piedi del monte Tamaro, sulle pendici dal quale si ergono ancora vecchissime querce, s'innalzava il santuario di Zeus, che nel IV-V secolo diventò chiesa cristiana e sede episcopale. La zona era famosa per la violenza dei suoi temporali e anche per il freddo che vi regnava. Omero parla di "Dodona dalle male tempeste". A Dodona esisteva una quercia consacrata a Zeus, e in quella quercia c'era un oracolo le cui profetesse erano donne. Quelli che venivano a consultare l'oracolo si avvicinavano alla quercia e l'albero si agitava un po'; poi le donne prendevano la parola e dicevano "Zeus annuncia la tal cosa". Queste Sacerdotesse si chiamavano Peleiadi o Peristere, cioè "le colombe". Erano tre, ci dice Erodoto, la maggiore si chiamava Promenia, "l'anima di prima", la seconda Timarete "la virtù onorata", la più giovane Nicandra "vittoriosa sugli uomini". Interpretavano il fruscio prodotto dal movimento del fogliame (dendromanzia).
Non erano però Sacerdotesse di Zeus, ma di Dione, la Dea sposata da Zeus a Dodona. Presso i Greci, Dione è ricordata solo dagli autori più antichi, che la ritengono pre-ellenica. Appare all'inizio della formazione del mondo. Nel mito pelasgico, Dione è una Titanide che, associata a Titano Crio, regna sul pianeta Marte. Nella Teogonia di Esiodo è figlia di Oceano e Teti. Nel mito orfico, riferito da Platone, Oceano e Teti costituirebbero la coppia primordiale che ha dato origine agli Dei e a tutti gli esseri.
Nel mondo egeo pre-ellenico, Rea, Dea della quercia e delle colombe, con il suo paredro, lo Zeus cretese adolescente, era al centro del culto che si rendeva agli alberi, pratica fondamentale della religione minoica. In Grecia sono esistiti altri alberi oracolari, ma nessuno ha conosciuto una carriera altrettanto lunga di quella della quercia di Dodona. A Page veniva consultato un pioppo nero che, malgrado fosse un albero funebre, era in quel luogo consacrato a Era. Alla Dea dei morti, Persefone, era attribuito, a causa dei pioppi neri, un altro oracolo a Egira, in Acaia. Sul monte Liceo, in Arcadia, per favorire la pioggia, il sacerdote di Zeus immergeva un ramo staccato da uno di questi alberi in una sorgente che doveva trovarsi ai suoi piedi: occasionalmente Zeus era quindi considerato il dio del temporale e della pioggia fecondatrice."


(2) Ci si ricordi che alcuni ebrei negano l'esistenza degli angeli.
Il concetto di "angelo", ma anche di aldilà, come lo pensiamo noi, infatti è cristiano; gli antichi ebrei avevano una concezione molto nebulosa di questi concetti (che non sono neanche chiari nei testi biblici). Riporto un commento scritto da un ebreo praticante ed osservante, che trovate su questo forum

https://consulenzaebraica.forumfree.it/?f=7352980
basta che cercate le discussioni sul tema degli "angeli", tipo questa, ma ce ne sono altre
https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=45600990

Per maggiori approfondimenti sulla figura di Satana nell'Antico e nel Nuovo Testamento vedi questo libro



"La concezione classica dell'Ebraismo ritiene che quelli che è stato tradotto con la parola angelo, il malach, non è una creatura personificata. Il malach esprime una volontà, un'azione di Dio che si compie e si esaurisce"

"L'Ebraismo non ammette creature spirituali al di fuori di Dio, quindi non esistono angeli ribelli, decaduti, demoni."

"Il concetto di Angelo quale creatura spirituale con una volontà è un concetto dell'Ebraismo tardo, di derivazione dalla contaminazione subita nella diaspora"

Difatti, per gli stessi ebrei, anche dei giorni nostri, il concetto di "angelo" non è così comprensibile o chiaro, neppure "parlando tra di loro":

"Un'altra cosa non capisco. Nelle decorazioni del tempio e del tabernacolo c'erano sculture e disegni che raffiguravano i cherubini... ma se gli angeli in pratica sono per Rambam "Dio stesso nelle sue operazioni", allora non dovrebbero essere queste rappresentazioni di Dio in qualche modo vietate dalla Torah"

"E poi, se le forze della natura (come quelle di concepire un bambino) sono esse stesse angeli, e quindi Dio, in quale modo il filosofo è riuscito ad evitare un'equivalenza del tipo Natura = Dio"?
Riporto anche un'altro stralcio

"No non sono angeli.
Il mal'ach è un'azione divina che nella gran parte dei casi biblici è espletata da uomini, ma può essere effettuata da animali o cose inanimate, ad esempio il vento, la grandine o la pioggia.
Ad esempio vengono tradotti con angeli anche i tre personaggi che visitarono Abramo. In quel caso il testo posta "anashim" che letteralmente vuol dire "uomini" ma che in linguaggio biblico vuol dire "personaggi altolocati". Eppure anche lì l'ignorante traduttore traduce con angeli.
e sono gli stessi che vanno da Lot.
Sono azioni divine impersonate, in questo caso da qualcuno con sembianze umane, ma lì si tratta proprio di azione divina
Si tratta sempre di un'azione divina, eseguita da uomo, animale o cosa, che termina con il compimento della missione per la quale il malach è stato concepito.
Mi rendo conto che non è facile spiegare concetti di lingua ebraica dopo 2000 anni di distorsioni e di ignoranza della lingua sacra."
 

"Infatti i demoni sono concetti cristiani, non ebraici.
I vangeli non sono opere ebraiche.
Il serpente, "nachash" in ebraico è solo un simbolo e rappresenta lo "yetzer harà", cioè la natura materiale dell'uomo che non è affatto deteriore e negativa, ma qualcosa di indispensabile per vivere, mangiare, procreare ecc. ma che deve essere regolata dall'"yetzer hatov", cioè la buona inclinazione: la morale, l'etica, il rispetto delle leggi, il senso del dovere.
Nella genesi, la natura materiale, la curiosità, il senso di indipendenza e la voglia di scoprire, di sottrarsi alle regole, sono simboleggiate dal serpente. E' la natura umana di Eva che parla a se stessa e si chiede perché mai non debba cogliere dall'albero della conoscenza. Non dovrebbe farlo semplicemente perché lo ha detto D-O. unica limitazione in mondo di assoluta libertà e di assoluto benessere e felicità. La natura umana però è posta di fronte alla scelta dell'ubbidienza o della libertà di sbagliare.
L'uomo ha delle regole che a volte non comprende (o molto spesso). L'osservanza non sempre ha una motivazione logica.
Lo ha stabilito D-O e dovrebbe bastare. Allo stesso modo, per l'ebreo non vi è una logica sul perché non è permesso mangiare il maiale o i molluschi: è una legge della Torah e questo è sufficiente, senza cercare di capirne le motivazioni.
Il serpente quindi non c'entra nulla con satana, anche perché "satan" in ebraico è sempre il contrappositore, sempre la cattiva inclinazione "yetzer harà" (indispensabile) e non è mai un essere siprituale, ma solo un concetto espresso da un termine che non indica mai una entità e che è sempre preceduto dall'articolo "ha", "hasatan", il satan" e mai inteso come Satana, nome proprio.
Anche nel libro di Giobbe Il satan è sempre una voce umana, di un nemico umano, un accusatore umano. In un tribunale il satan è come la pubblica accusa, cui deve contrapporsi la difesa.
I concetti demonologici e angelologici sono totalmente estranei all'ebraismo e provengono dalle correnti enochiche, presenti in quella regione intorno ai primi due secoli prima dell'era volgare e molti si ostinano a considerare ebraiche, ma che erano tutt'altro, probabilmente costituite da individui provenienti da altre regioni circostanti, da Babilonia e altro, con mitologie e concetti estranei. Non bisogna dimenticare che erano terra di grandi spostamenti e di trasmigrazioni.
Prbabilmente Paolo fu influenzato da quelle culture e questo si sposa molto male con la sua autodefinizione (o da parte di chi per lui redigeva), di essere Giudeo, della tribù di Biniamin e allievo di Gamliel (questi era una grande autorità rabbinica dell'epoca e se Paolo era suo allievo allora aveva davvero capito poco del suo insegnamento)."


"Innanzi tutto che fossero demoni lo dicono solo i vangeli che sono testi cristiani e non ebraici.
A mio avviso si trattava solo di poveri infermi di epilessia o di altre malattie neurologiche.
Per quanto riguarda Belzebù, anche questo è frutto della fantasia cristiana e della assoluta ignoranza della lingua ebraica.
Baal zevuv significa "signore delle mosche", cioè colui che porta i microbi, cioè le contaminazioni (di cui gli insetti sono un vettore)
L'opera di guaritore del nazareno, probabilmente faceva ritenere all'uditorio che egli fosse in grado di dominare le malattie trasmesse da microbi o da agenti contaminanti.
Il tuo ritenere scontato (fino ad ora) che per gli ebrei esistesse satana, si basa sulla conoscenza della letteratura cristiana non di quella ebraica.
I cristiani hanno stravolto completamente la traduzione, talvolta in buona fede, talvolta per pura ignoranza dell'ebraico, talvolta perché non è possibile tradurre tutto correttamente, altre volte per errori di trascrizione ed infine, molto spesso, per appoggiare sul Tanach, le teorie neotestamentarie. Trovami un solo punto del Tanach dove si ammette l'esistenza di demoni o di angeli.
Chiunque parli ebraico sa bene che mal'ach vuol dire inviato, messaggero, rappresentante e non angelo e che si tratta di azioni divine, non di esseri spirituali. "Angelo" viene dal grego anghelos (messaggero) che tradurrebbe in modo limitato il "mal'ach".
L'ingresso di angeli e demoni nell'ebraismo è un fenomeno medioevale e riisulta sempre da contaminazioni cristiane dovute alla catastrofe dell'esilio. Per l'ebreo esiste solo un essere spirituale cioè D-O. Nessun essere spirituale, né buono, né cattivo, esiste al di fuori di D-O, altrimenti si tratta di politeismo"





APPROFONDIMENTO: GEA E DELFI

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In un ambiente immerso tra i monti ai piedi del Parnaso era adorata, fin da epoche antichissime, Gea, Dea della Terra.
Pitone, un mostruoso serpente, suo figlio, massacrava uomini e animali.
Tre giorni dopo essere nato, Apollo, volendo installare il suo oracolo a Delfi, ucciso Pitone e vi fondò i Giochi Pitici, che si svolgevano ogni quattro anni, in alternanza con quelli Olimpici.
Dal VII secolo a.c i responsi dell'oracolo ebbero un peso enorme nelle vicende politiche del mondo greco e nella fondazione di nuove colonie.
Le risposte, spesso ambigue, riguardavano richieste politiche ed economiche, ma anche singoli individui.
Non esiste evento importante della storia greca che non abbia avuto il suo oracolo, soprattutto per le situazioni drammatiche.
Per il controllo del santuario furono combattute persino diverse guerre.
Dopo le guerre persiane, quanto l'oracolo preoccupato consigliò ai Greci la resa, le consultazioni assunsero carattere sempre più personale, e i magnifici doni, pubblici e privati, non vennero mai meno.


Per un approfondimento sul POLITEISMO praticato nell'antica Israele vedi:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/eva-heba-come-magna-mater.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterica-1-origini-e-cabala.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-4-satana-angeli.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-5-gli-alti-luoghi.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-6-anat-e-qedesh.html

Sul Serpente:
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-3-il-serpente-dagon-e.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/il-serpente-domestico.html

Sul culto degli Alberi:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/alberi-sacri-femminili-nellantico.html