Introduzione ai Simboli


"Il simbolo non ha in se stesso il proprio significato bensì rimanda a qualcosa che è al di là [...] Dal punto di vista della storia salvifica il simbolo è l'espressione del legame non reciso tra il Creatore e la creazione [...] Il simbolo nasconde e rivela allo stesso tempo" (Manfred Lurker, 1987)
"Simbolo" è parola greca, derivante dal verbo "Symbàllein" (mettere insieme, riunire); in origine denotava un qualsiasi oggetto (moneta, medaglia, coccio) che, diviso in due, consentiva ai suoi possessori di riconoscersi ricomponendolo. Significava anche "salario" e perfino "permesso di soggiorno" per gli stranieri che vivevano ad Atene. Poi ha assunto un valore del tutto diverso.

Da "Dizionario dei simboli" di Jean Chevalier e Alain Gheerbrant

In origine il simbolo era un oggetto diviso in due, frammenti di ceramica, di legno e di metallo. Due persone ne conservavano ognuna una parte: due ospiti, un creditore e un debitore, due pellegrini... riaccostando le due parti, essi riconosceranno più tardi i loro legami di ospitalità o debito.

Nota di Lunaria: quest'uso è rimasto ancora, in certe collanine con ciondoli "spezzati", che si regalano al fidanzato o all'amica del cuore.

I simboli erano ancora presso i Greci antichi dei segni di riconoscimento che permettevano ai genitori di ritrovare i figli esposti. Per analogia la parola si è estesa ai gettoni che conferivano il diritto a percepire un salario, in denaro o viveri, a ogni segno di appartenenza, ai presagi e alle convenzioni.
Il simbolo separa e unifica, presuppone entrambe le idee di separazione e riconciliazione. Rievoca un'idea di comunità che è stata divisa e può però riformarsi. Ogni simbolo comporta una parte di segno spezzato: il senso del simbolo si scopre nel fatto che esso è insieme sfaldatura e legame dei due termini separati. La storia del simbolo attesta che ogni oggetto può rivestire un valore simbolico, sia esso naturale (pietre, metalli, alberi, frutti, animali, fonti, fiumi, oceani, monti, valli, pianeti, fuoco, fulmine ecc.) [...] Il simbolo resta nella storia e non abroga la realtà, non abolisce il segno: li arricchisce della dimensione e del rilievo della verticalità, stabilisce a partire da essi (fatto, oggetto, segno) dei rapporti extrarazionali, immaginativi, tra i livelli di esistenza e tra i mondi cosmico, umano e divino. Per riprendere una formula di Hugo von Hofmannstahl, esso "allontana ciò che è vicino e avvicina ciò che è lontano in modo che il sentimento possa cogliere e l'uno e l'altro".


Esistono poi simboli che sono legati a un gruppo musicale e vengono "caricati" con l'adorazione dei fans, che li usano come "segni di appartenenza"; essi rappresentano anche un codice visibile, il cui significato è compreso solo da chi "è all'interno" del mondo musicale; per esempio, l'Heartagram,
degli HIM...



Un simbolo così amato che spesso i fans si sono divertiti a rifarlo con altri aspetti:



La Little Miss Spookiness, dei The 69 Eyes:




La "faccina" dei Bauhaus, che identifica non solo il celebre movimento artistico, ma anche la band:



"La testa dissezionata" che identifica i The Sisters of Mercy





Il teschietto dei Misfits





Lo "smile" dei Nirvana