Il Culto dei Fiumi e la Dea Domnu

Visto che stasera ho visto un concerto organizzato dal Comune (quindi gratuito!) dedicato alla musica irlandese, ripesco dai miei vecchi scritti questo argomento molto interessante.

Sull'Irlanda avevo dedicato davvero tanti post (ben 12!)

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/irlanda-1-breve-storia-dellirlanda-e_14.html

Info tratte da





La Madre dell'Acqua del Sud è Domnu, la Madre dei Fomoriani (1), così come Danu era la Madre dei Túatha Dé Dánann.
Lei è la Donna dell'oceano. Regina delle profondità oceanine, Madre delle acque che evaporano formando le nuvole: e così la pioggia ovvero acqua - ritorna alla terra, penetrando in profondità nel terreno da cui emerge nelle sorgenti e nei fiumi. Domnu è legata al blu e ai riflessi dell'acqua. è anche la Luna Piena, una sfera splendente e argentata, che si riflette nell'acqua. I suoi animali sono la balena, la foca, il delfino, il salmone e tutte le creature che vivono nel mare. Come tutte le Dee marine, Domnu può essere dolce ma anche pericolosa e travolgente (il mare in tempesta).


Nota di Lunaria: altre Dee marine sono Yemanja (Brasile), Obba (Africa; anche Oshun, pur essendo la Dea della bellezza e dell'amore, è spesso rappresentata intenta a bagnarsi dentro un fiume o sulle rive intenta a guardarsi allo specchio), Mami Wata (Africa, personificazione dell'oceano), Ba Ngu (Dea Indonesiana dei delfini) Nyi Roro Kidul (La Regina del mare di Java, in Indonesia), Amphitrite (Dea del mare, anche se è immaginata principalmente come moglie di Poseidone, quindi con un ruolo secondario - in quanto ad Afrodite, essendo nata dalla spuma del mare, anche lei ha un aspetto marino), Sedna (Dea Inuit, Signora degli animali marini), Erzulie LaSiren, Chalchiuhtlicue, la Dea Azteca delle acque, "la Signora dalle vesti di turchese"; anche la persiana Anahita era la Dea delle fresche acque correnti. https://intervistemetal.blogspot.com/2018/02/iran-parte-2-anahita.html



I corsi d'acqua furono importanti durante il Neolitico e per centinaia di anni come fonte di cibo e modo sicuro di viaggiare. Perché i fiumi scorrevano fuori dal corpo della Dea, queste fonti divennero anche aperture verso il suo Ventre sotterraneo. E furono chiamate con i nomi delle delle Dee.
Brigit ha dato il suo nome ai fiumi Brue, Brid e Brent, Braint in Galles; Danu ha dato il suo nome al Danubio in Europa. Il Boyne fu chiamato così per l'antica Vacca Madre Bo/Boand, che come l'Hathor del pantheon egizio era colei che donava e manteneva la vita. (Nota di Lunaria: in India è ben celebre Ganga, la Dea del Gange, ma anche Dee come Yamuna, Sarasvati, Kaveri proteggono i fiumi; un altro fiume consacrato a una Dea è il Severn, sacro a Sabrina; sembra che anche il Tamigi fosse consacrato a una Dea, Tamesisaddas, mentre Verbeia proteggeva il fiume Wharfe. Per quanto non sia rimasta alcuna fonte certa, anche il fiume Olona che scorre tra Varese e Milano, ha un nome femminile; si potrebbe ipotizzare che fosse consacrato a una qualche Dea celta o italica chiamata così?)







Lo Shannon e il Liffey presero i loro nomi dalla Dea Sinnann e Life. A pozzi e sorgenti vennero dati i nomi di Bride, Ana e Madron e di altre Dee del luogo i cui nomi poi vennero presi da santi e cristiani.

(1) «Coloro che vengono dal mare». Descritti o come pirati provenienti dal mare o come giganti di una bruttezza inaudita, i Fomoriani sono i nemici che disputarono il dominio di Ériu alle varie popolazioni che giunsero sull'isola. I Túatha Dé Dánann si unirono in un'alleanza, unendo i due clan, fino a che i Fomoriani imposero dei tributi ai Túatha Dé Dánann; avvenne una seconda battaglia, e i Fomoriani furono sconfitti.

La Dea a sud è anche Signora delle Sorgenti e dei Pozzi Sacri che abbondano nelle Isole di Brigit. I luoghi in cui l'acqua sgorga naturalmente dalla terra sono stati a lungo ritenuti consacrati alla Dea, le aperture nella terra sono state viste come aperture al Suo Corpo, più spesso alla Sua Vagina. Le acque che fuoriescono dalla terra sono ritenute in possesso di qualità curative magiche. L'acqua rossa, piena di ferro, rappresenta il flusso mestruale della Dea. Le acque calde possono essere curative, come le acque di Suli a Bath. Dal Neolitico in poi pozzi di pietra e vasche vennero costruiti intorno alle fonti sacre per onorare la Signora delle Acque e per essere sicuri che le acque scorressero pulite e potessero essere raccolte facilmente per berle. Questi erano anche luoghi per immergere il corpo intero nell'acqua curativa. Si occupavano di questi pozzi donne e uomini, guaritori e poeti. Oggi molti pozzi sono dedicati a santi particolari, mentre una volta erano tutti dedicati alla Dea. Era tradizione appendere accanto ai pozzi sacri dei pezzi di stoffa appartenenti ai malati, che venivano strappati dai vestiti delle persone e appesi agli alberi circostanti, come preghiere per la guarigione. La stoffa volteggiava nel vento portandole alla Dea. Quando perdevano il colore e cadevano per il vento e la pioggia voleva dire che la Dama del Pozzo aveva risposto alle preghiere. Brillanti nastri di preghiera si agitavano nel vento, portando messaggi di speranza e guarigione dalle Sue Acque Sacre. Molte sorgenti sacre nelle Isole di Brigit sono dedicate alla Dea. Una di queste è quella splendida di Nonita o Pozzo di St. Non, nel Galles occidentale. (Nota di Lunaria: Ovviamente tutti questi luoghi sono stati cristianizzati a forza: o si sono costruite chiese o cappelle o ci si è inventati delle "sante" storpiando i nomi della Dea)
In quanto Madre dell'Acqua, la Signora del Sud è anche la Dama del Lago, che è una figura familiare nei miti e nelle leggende britanniche. Nel loro libro Caitlin e Matthew nominano nove donne leggendarie, come Dame del Lago: Igraine, Guinevere, Morgana, Argante, Nimue o Vivienne, Enid, Kundry, Dindraine, Ragnell. Un altro esempio di Nove Sorelle è quello delle Nove Fate che governano l'Isola di Avalon. I loro nomi sono riportati da Goffredo di Monmouth nel XII secolo: Moronoe, Mazoe, Glitonea, Gliten, Cliton, Tyronoe, Thitis, Teti, Morgana la Fata.
Vi sono anche altre Donne del Lago: la Gigantessa Cymedi Cymeinfoll, Liban la Fanciulla, Meredith che sorveglia i pozzi, la Donzella del Pozzo e la Dama della Fontana. Uno dei suoi aspetti più conosciuti è quello di Nelferch, la Dama di Llyn Y Fan Fach, un lago nel sud del Galles.
La storia classica attorno alla Dame del Lago racconta che sono fanciulle bellissime, che appaiono a giovani uomini, scivolando sulla superficie del lago. La fanciulla acconsente a sposarlo, a patto che lui non le dia tre colpi senza motivo. Dopo molti anni vissuti insieme e dopo avergli dato tre figli, il marito dà tre colpi senza motivo alla fanciulla e lei ritorna nel Lago. I discendenti della Fanciulla divennero famosi come i Guaritori di Myddfai.


Approfondimento: Il culto dei fiumi in Galles e i collegamenti con l'Induismo

è opportuno ribadire che quasi tutte le civiltà hanno divinizzato i fiumi e le montagne e che quasi tutti i fiumi e spesso anche le montagne erano associati a delle Dee. Attualmente il culto dei fiumi, dei monti e delle Dee sopravvive solo nell'Induismo col culto a Ganga e Yamuna, a cui si associa l'altrettanto amata Sarasvati; in Brasile, i praticanti del Candomblè adorano Yemanja, la Dea del mare.
In Europa, alcune Dee dei fiumi erano Tamesisaddas, Dea Celta del fiume Tamigi, e Verbeia, la Dea Celtica del fiume Wharfe.
Qui dove vivo io (Lombardia) scorre l'Olona, purtroppo molto inquinata ormai dagli anni '70. Non ci sono riferimenti certi, ma mi piace ipotizzare che forse anticamente anche l'Olona fosse dedicata ad una Dea...


Quasi come accovacciato nella vallata che sta ai piedi della montagna detta Moel Famau, nella valle del Clwyd si trova un guado che taglia il fiume Alun. Conosciuto localmente come Rhyd y Gyfarthfa (Guado del latrato), questo particolare luogo viene tramandato come punto di ritrovo dei Cwn Annwn (Cani dell'aldilà) e come sito di ricche tradizioni folcloriche e magiche. La leggenda dice che i cani della campagna fossero soliti spingersi fino al punto del guado e abbaiare tutti insieme. Urien Reghed giunse al guado e vide una bellissima donna che si stava bagnando (Nota di Lunaria: vedi il collegamento con Diana/Artemide che si bagna nelle fonti in mezzo al bosco, ma anche Ecate, per via dei cani https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/artemide.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/ecate.html).
L'apparizione avrebbe rivelato di essere la figlia del re dell'Annfwn, condannata da una maledizione a bagnarsi nel fiume; l'unica cosa che l'avrebbe liberata era il bacio ricevuto da un cristiano; e così Urien aveva baciato la fanciulla e più tardi ella aveva partorito un bimbo, Owein, e una bimba, Morfudd.
Sotto la patina cristiana della leggenda, si possono trovare i riferimenti pagani. In particolare, la fanciulla potrebbe essere associata a Modron o ancora meglio a Matrona, la Grande Madre Celtica.




Il nome della Dea si ritrova ancora nella derivazione di molti nomi in Europa (fiume Marna, per esempio). Figlio di Matrona era Canopo, variante di Mabon, il bimbo divino della mitologia celtica.
Quel poco che c'è giunto sul tema della Madre e del Figlio divini ci arriva dall'antico testo "Culhwch e Olwen". Il culto di Modron/Matrona era anche associato a quello della Triplice Matrona, delle Tre Madri, molti esempi del quale sono rintracciabili nelle dediche votive cerimoniali di stampo romano celtico in Britannia e Francia.



NOTA DI LUNARIA: OVVIAMENTE LA TRINITà NON è ROBA CRISTIANA, EH:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/la-trinita-e-pagana-d.html

Questo collegamento traspare anche nella geografia dei luoghi: proprio a strapiombo del guado sorge il Moel Famau, la Montagna delle Madri. La versione della Triplice Dea appare sovente come variante della Triade Crono/Madre/Figlio.
Fra i picchi collinari che circondano il guado di Modron troviamo tre riferimenti geografici interconnessi in modo allusivo: Nant y Wrach ("Valle della Vecchia" o "megera", per diventare "strega" nel gallese più tardo), Bryn Bannon ("Collina della Moglie Giovane") e "Il Monte delle Madri", appellativi che ci offrono le tre facce della Donna Giovane, Madre e Vecchia, ossia i tre mutevoli aspetti sotto i quali si presentava la grande Divinità Femminile Celtica.


(Nota di Lunaria: anche nell'Induismo le montagne sono spesso associate alle Dee; Parvati è "La Montanina", la Figlia della Montagna;  Saptashrungi è una Dea adorata a Nashik, nell'India dell'ovest: è una Dea delle montagne e si pensa che la Dea risieda dentro i sette picchi montuosi della regione; infatti "Sapta" significa "7" e "shrung" significa "picco montuoso". La Dea viene anche chiamata con altri nomi: "Sapatashrungi, la Dea delle Sette Colline", Saptashrunga Nivasini o Mata) 




Nel folclore, i riferimenti alle fate rimandano spesso alla Grande Madre: le "Bendith y Mamau", le "Madri Benedette", per esempio.
Secondo R.S.Loomis le leggende che parlano di Modron come dama del lago, collegata alla realtà di Avalon, in Galles sono state tramandate oralmente fino alla fine del XIX secolo.
Per quanto non ci siano fonti certe, sembra che Modron/Morgana si ricolleghi appunto a Morrigan, Dea che appariva come Triplice nel collettivo di Dee conosciute come Badb-Macha Nemain.


Nota di Lunaria: anche nell'Induismo abbiamo una Dea Vecchia (Dhumavati https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/dhumavati-una-dea-molto-doom-metal.html) e una Dea adolescente (Devi Kanya Kumari) e persino bambina (Balambika); per quanto riguarda l'aspetto di Madre, ne abbiamo molteplici, ma per comodità citiamo Parvati. Il particolare interessante è che anche Dhumavati, la più temuta Dea indù, è associata ai corvi, come Morrigan...
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/simbolismo-del-corvo.html
Le varianti di Modrod sono Morgain, Morguein, Morgan, Morganz. è proprio da queste varianti che Loomis risale alla Dea irlandese Morrigan.

Giraldo Cambrense fa numerosi riferimenti a Morganis, nel contesto di Avalon, dipingendola come una donna esperta di arti occulte e conoscitrice delle segrete parole degli Dei. Nella sua opera "Speculum Ecclesiae"("Lo specchio della Chiesa", 1216), Giraldo racconta che "dopo la battaglia di Camlan, il corpo di Artù che era stato mortalmente ferito; venne portato via da una certa nobile matrona chiamata Morgana, che era sua cugina, fino all'Isola di Avalon, nota oggi come Glastonbury"; nel poema di Chrétien de Troyes il riferimento a Morgana ce la indica come amante di Guigomar, il signore di Avalon: Modron, l'antica, originaria Divinità britannica della Grande Madre, negli ultimi romanzi del ciclo arturiano viene "spodestata" dal suo ruolo divino e trasformata in Morgana la Fata, sorella/sorellastra di Artù.

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-4-morgana.html
Sempre Giraldo, ci informa che Morgana era "una Dea dell'Annwfyn [Annwn]": l'antica forma per Annwn era "Annwfn", il paradiso celtico, l'aldilà o anche un regno fatato.


Ricordiamoci poi che nella mitologia cisalpina-celta-irlandese ci sono molte Dee associate ai pozzi e alle sorgenti (cosa che il cattolicesimo scopiazza in pieno: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/il-culto-dei-pozzi-in-sardegna.html); ne cito solo qualcuna: Coventina, Boyne, Ancasta (Dea del fiume Itchen), Ritona (Pritona) Dea celta del guado associata alla tribù dei Treveri. Le stesse Dee irlandesi che presiedono alla Sovranità, quindi al suolo, alla Madre Patria, al legittimo possesso del re, erano adorate collettivamente: Banbha, Dea Irlandese della Protezione e della Sovranità, la Dea d'Irlanda, era parte di una Trinità con Eriu e Fodla. Figlia di Ernmas.







Fu solo in epoca cristiana che tale luogo divenne sinonimo di "inferno". Se Morgana/Modron era la Dea dell'Annwn, dell'aldilà, delle terre fatate, allora è anche una Dea Psicopompa e una sovrana.



In alcune culture, come quella classica, nell'aldilà/sottomondo scorrono dei fiumi: Eunoè e il Lete, citati, ad esempio, da Dante a Inf. XIV, 131-136, Purg. XXVI, 108 XXVII, 130 - Purg. XXX, 143 - XXXI, 1 - XXXIII 96, 123: derivati da una fonte la quale si divide in due rami: uno è il fiume Lete - e chi ne beve perde la memoria d'ogni male - l'altro è il fiume Eunoè, e le sue acque ravvivano invece la memoria di ogni buona azione compiuta. Il Lete scorre nel paradiso terrestre. Altri fiumi mitologici sono il Cocito, citato ad Inf. XIV, 119 - XXX, 123 XXXIII 156 - XXXIV, 52, fiume dell'Inferno; Dante ne fa uno stagno formato dalle lacrime del mondo, e l'Acheronte (citato a Inf. III,78 - XIV, 116 - Purg. II, 105) è il fiume infernale al di là del quale comincia l'Inferno vero e proprio. Le anime dei dannati lo traversano su di una barca guidata dal nocchiero Caronte.
Dante dice che i fiumi infernali nascono dall'infiltrazione delle lacrime attraverso i metalli. Si genera prima Acheronte, sul bordo superiore dell'Inferno, poi scendendo il fiume sotterraneo ne sorge Stige, che gira attorno alla città di Dite. Riappare poi sotto il nome di Flegetonte e precipita nell'abisso sotto il nome di Cocito. La mitologia vuole che Acheronte fosse figlio del sole e della terra. Essendosi egli alleato ai giganti che si erano ribellati a Giove, fornendo loro dell'acqua. Per punizione fu mutato in fiume e precipitato nell'Inferno, dove le sue amarissime acque impediscono ai morti di ritornare fra i vivi.  
Anche nella tradizione britannica troviamo il riferimento ai fiumi: il Dee, in particolar modo, riverito dalla popolazione locale come fiume sacro; lo troviamo citato per la prima volta da Tolomeo e sembra che il nome possa derivare da "Deva", il femminile di "Devos", e si tradurrebbe come "fiume della Dea" (nota: in sanscrito "Devi" significa "Dea"); la regione attorno a questo fiume venne chiamata Deifyr o Deira, una provincia del gallese Northumbria. Oggi il Dee si chiama "Dyfrdwy" "Acque della Dea", mentre una più antica denominazione lo segnala come Aerfen, "Dea della battaglia o della guerra", da "Aer", battaglia e "fen" o "men", fato. Nel 1188 un cronista, Cambrense, ricorda che nel fiume dimorava una potente divinità fluviale (e non è da escludere che ci fossero stati anche sacrifici umani).
Anche il lago di Aefern (Llyn Aefern) è un altro nome che la gente del posto assegna al lago Bala, sito proprio alle sorgenti del Dee, e il Bala è un altro specchio d'acqua consacrato alla Dea, probabilmente Cerridwen, chiamata anche Y Wrach, ossia Megera, sinonimo di strega nell'antico gallese (nota: l'idea cristiana di "strega che fa le pozioni nel calderone" deriva proprio da Cerridwen): Modron-Cerridwen sarebbero quindi aspetti della stessa Dea. Non è da escludere che anche attraversare il Dee fosse un atto sconsigliato o soggetto a timore reverenziale, come penetrare nel mondo ultraterreno dei morti: agli antichi sembrò non solo necessario ma persino logico consacrare i fiumi a Divinità femminili!


ALTRO APPROFONDIMENTO:

Le Dee delle Sorgenti e delle Terme (Diana Abnoba, Sirona, Sulis, Sequana, Damona)



Nella Renania e zone limitrofe della Francia scaturiscono numerose sorgenti minerali sia calde che fredde, frequentate già in epoca preromana. Le sorgenti servivano come provvista gratuita di acqua calda ma anche come luogo di culto per le divinità; anche se le divinità germaniche erano designate con nomi latini e quindi assimilate alle Dee romane della salute, venivano chiamate anche con gli appellativi in cui sono riconoscibili i nomi originari delle divinità locali. Badenweiler, nella Foresta Nera, è una località ove affiora una sorgente calda di acqua oligominerale, ancora oggi impiegata nelle terapie delle affezioni reumatiche, articolari e vascolari. Nel 1784 si scoprì, in un'area poco distante dalla sorgente e coperta di rovine, un edificio balneare romano. Sul lato a settentrione delle terme era situata una sala rettangolare che si apriva su un portico dove venne trovato un altare dedicato alla Dea del luogo: Diana Abnoba, protettrice
delle terme. (Nota di Lunaria: e forse anche delle partorienti, e lo so perché mi è stata raccontata una testimonianza da chi ha visitato il luogo.) Baden Baden nell'antichità non era semplicemente una località termale, ma era il capoluogo della Civitas Aquensis; come per la maggior parte delle località note per i bagni, il toponimo era semplicemente Aquae; in seguito sembra che il nome venisse mutato in Aquae Aureliae. Oggi le acque della sorgente di Baden Baden vengono prescritte per la cura della gotta, delle affezioni reumatiche e del catarro. (Nota di Lunaria: scontato dire che i cattolici SCOPIAZZANO in pieno questo uso terapeutico delle acque, TIPICO DEL PAGANESIMO, con il loro culto alle varie "madonne di Lourdes, Fatima" e compagnia mariolatrica varia, dove vengono vendute "statutte in plastica di maria con l'acqua" e i santini vengono rappresentati con "maria" nella grotta ai cui piedi scorre un rivolo d'acqua)
Il culto delle fonti salutari e delle sorgenti era diffuso in tutto il mondo antico ma assumeva una particolare importanza nell'ambiente galloromano. In una radura paludosa sul margine settentrionale dell'Idarwald, tra Hinzerath e Stipshausen, vi è una sorgente dove erano venerati Apollo Granno, la divinità celtica corrispondente all'Apollo medico romano, e la Dea Sirona. Sirona era adorata anche in altre località termali, nella valli della Mosella e del Reno. La Dea era rappresentata con il serpente attorno al braccio (come la Dea indù Manasa) e la phiàle, ovvero nelle sembianze di Igea.


Nota: riporto anche questo approfondimento tratto da



Per quanto riguarda il Dio Guaritore Grannus (ce ne parla Cassio Dione), talvolta è stato associato alla Dea Sirona o Dirona, venerata nella regione della Mosella superiore e a Magonza, Nierstein, Luxeuil, Roma.
Veniva rappresentata con della frutta o delle spighe in mano. L'interpretazione del nome presenta delle difficoltà: si è supposta una connessione con i termini latini "Stella" e l'altotedesco "Stern" e questa Dea, in un'immagine, appare con la falce lunare sopra il capo; comunque la Luna non è ancora una stella. La parola "Grannus" la si è collegata all'irlandese "Grian", "Sole" oppure a "Guhrena", "bollente, caldo", e sarebbe da collegarsi molto più alle sorgenti termali. Anche un Dio chiamato Adsmerius/Atesmerius è congiunto con una Dea, Rosmerta. Ambedue i nomi derivano dalla radice -smer, che si ricollega al concetto di "Fato" o "Provvidenza". C'è anche un'altra interpretazione: smeru potrebbe essere "grasso" e in questo caso Rosmerta potrebbe essere stata una Dea della fertilità (tiene in mano una cornucopia e spesso un caduceo); ma studiosi come Even e La Roux propendono per il significato di "risparmiare" e quindi Rosmerta sarebbe stata la Dea della sovrabbondanza materiale, caratteristica che la legherebbe a Mercurio (Dio dei commerci) secondo anche quanto scrive Cesare parlando degli Dei dei Celti (Cesare ne cita solo 5, assimilandoli tutti agli Dei romani e chiamandoli come tali). Non sappiamo molto altro su questa Dea; comunque il prefisso "Ro" dovrebbe indicare una forza divina a cui vengono attribuiti grandi poteri, dunque è probabile che fosse stata una Dea molto importante, un tempo. Per quanto riguarda Diana, veniva designata con i nomi gallici di Arduinna e Abnoba.
Talvolta appariva come una divinità delle fonti o della salute per esempio a Wiesbaden dove porta il nome di Mattiaca. Un legato della I. Legione ha dedicato un tempio, nelle vicinanze di Godesberg alla "Sanctissima Dea Diana". Nell'altare quadrilatero di Magonza Diana Venatrix compare associato al Dio del Martello Sucellos, associato, in certi altari alla Dea Nantosuelta, portante una cornucopia in mano. Per curiosità: il martello era associato anche all'aldilà. Un'altra Dea della quale possediamo una statua di bronzo, è Artio, che tiene una ciotola nella mano destra e nella sinistra fiori e frutta. Presso i Voconzii c'era una certa Dea Andarta, forse una Dea degli orsi o guerriera assimilabile alla Dea Andraste venerata dalla regina britannica Boudicca.
 Dal punto di vista etimologico, il nome potrebbe derivare da "ar", "suolo coltivato" e forse sarebbe una Dea del terreno arativo, o "art", pietra. Il collegamento con l'orso lo si avrebbe nei termini "artos" (orso) e "arta" (orsa). Forse era invocata dai cacciatori come la Dea protettrice degli orsi. Possiamo accostarle Arduinna, la Dea del cinghiale. è interessante notare come all'attività della Caccia fossero connesse diffusamente Dee: Diana cacciatrice, la slava Devana, Arduinna, forse con un'origine che risale all'età della pietra. 


Nota di Lunaria: la scrittrice Fantasy Morgan Fairy nel suo libro "La Pietra di Moor" citava una Dea simile ad Arduinna

"Lo spettacolo offerto dalla catena montuosa era grandioso e la sua bellezza era tale da mozzare il fiato. A tratti il riflesso del sole sui ghiacciai era accecante e faceva risaltare più nette le zone d'ombra. In quello scenario maestoso dimorava, secondo un'antica leggenda, l'orso bruno sacro ad Ardwena, la Dea della caccia da cui le montagne, le Ardwenis, avevano preso il nome.
Ardwena era, per le antiche popolazioni di quella regione, l'equivalente di Diana, o Artemide, Dea della caccia per i Greci e i Romani. Il culto di Ardwena, in seguito identificata con la Dea Madre Adraste di origine celtica, era ancora praticato in quel tempo nonostante l'avvento del cristianesimo. La nuova religione era stata accettata ma non aveva sostituito le antiche e radicate credenze. Era una situazione che avrebbe potuto provocare reazioni violente nella chiesa di Roma, ma che di fatto non era stata modificata neppure dopo il patto sottoscritto da Theros e dalla Santa Sede."

In Inghilterra la tradizione delle fonti salutari britanno-romane si è conservata nella città balneare di Bath, sul fiume Avon. La fonte era sacra alla Dea Sulis, che portando un elmo, era assimilata a Minerva.
I romani chiamarono il luogo Aquae Sulis. Qui sorgeva un grandioso tempio con colonne corinzie dedicato a Sulis. Nella fonte stessa sono stati trovati doni votivi come monete, gemme, tavolette scritte con formule di maledizione che però non presentano alcun rapporto diretto con le guarigioni che si sperava venissero operate dall'acqua. (Nota di Lunaria: forse perché Sulis aveva anche un aspetto distruttivo, oltre che guaritivo; l'elmo lascerebbe intendere che fosse anche una Dea della guerra.)


Infine una breve citazione per Damona, simile a Sirona-Igea, rappresentata col serpente e la testa coronata di spighe, adorata in un piccolo tempio quadrato, poco più lontano del santuario di Hochscheid, e per Sequana, venerata alle sorgenti della Senna, a cui venivano donati ex voto, iscizioni, monete, statuette, anche di particolari anatomici come occhi, organi genitali, mammelle.

Nota di Lunaria: aggiungo anche queste Dee fluviali, Tamesisaddas, Dea celta del fiume Tamigi e Verbeia, la Dea Celtica del fiume Wharfe

Per approfondimenti vedi anche:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-2-il-lago-di-diana.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-ciclo-arturiano-1-commenti.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/irlanda-7-divinita-femminili-panceltiche.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/il-misticismo-dellacqua.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/ziva-e-aqua-viva-nel-folklore-veneto.html

Un'altra cosa: date un'occhiata anche al folklore della Llorona (è uscito anche un film horror, proprio di recente, ed è abbastanza carino) io non ho avuto ancora il tempo di riportarla per iscritto...
Trattasi comunque di una leggenda del contesto sud-americano... lo spirito di una donna maledetta, infanticida, che ha annegato i figli per vendetta e poi si è uccisa... Ebbene, al di là della patina da leggenda horror, secondo me non è da escludere che in origine la Llorona fosse proprio una Dea fluviale cui venivano immolati bambini (probabilmente lasciandoli annegare nelle acque)
Già qua parlavo di questo tipo di spiriti femminili acquatici e antropofagi:
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/01/streghe-e-fate-marinare-nel-folklore.html
http://intervistemetal.blogspot.com/2017/12/le-fate-malvage-nel-folklore.html
sono tutte figure che rimandano a riti ancestrali di sacrifici umani
(se non al fiume, al campo di grano...) perché per questo tipo di mentalità, "prendere cibo dal fiume o dal campo" (pesci, grano...) deve essere pagato con la cosa più preziosa che l'essere umano ha: il suo sangue, la sua vita. Per questo, nell'antichità per ingraziarsi le forze misteriose che i nostri antenati non sapevano spiegarsi (la pioggia, il tuono, la vegetazione....) si praticavano sacrifici umani e\o animali, che venivano visti come tributo da pagare. Tuttavia, è da ricordare che molto spesso la vittima immolata era più che felice di offrirsi come vittima sacrificale (vedi il contesto azteco) vuoi perché per un periodo veniva servita e riverita come se fosse una divinità in terra (gli africani praticavano il regicidio sacro) vuoi perché era convinta di morire nella gloria e godere di un'eternità beata, vuoi perché la stima dell'intera collettività gli era dovuta. 

APPROFONDIMENTO: LE ROC E IL CULTO DELLA DEA DELLE VERDI ACQUE

Info tratte da


Nell'antica città provenzale di Castellane sorge il dirupo a strapiombo: Le Roc.

Sulla sommità svetta la Chapelle Notre Dame du Roc, del '600.
La vista si estende fino a dove il fiume Verdon scompare nella fenditura dell'ingresso alla Gola del Verdon.

Le acque del Verdon non sono limpide, e quando scorrono nella gola hanno un aspetto lattiginoso che si alterna ad una tonalità verde; questo avviene perché i ghiacciai delle Alpi Marittime erodono la roccia, che, polverizzata, viene trasportata nel Verdon, e resta in sospensione sotto forma di particelle; i raggi solari che si riflettono su di esse causano quel colore verde-blu alle acque.

Fu proprio questo fenomeno ad ispirare, 2000 anni fa, un culto religioso ai Vocontii, la tribù di Liguri Celti che abitava in quella zona.
Questo popolo offriva dei sacrifici alle Dee del fiume, che consideravano le divinità più potenti.
Con questi riti volevano placare la Dea delle Verdi Acque o chiederne dei favori.